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Autore: Bookslovee    30/04/2022    0 recensioni
Hermione sta per iniziare il settimo anno ad Hogwarts. È nervosa, allo stesso tempo è la sua occasione per mettersi in gioco come non ha mai fatto negli anni precedenti. Anche se i rapporti con Harry e Ron non sono più gli stessi, Hermione sa che è arrivato il momento per un cambiamento. Quest’anno sarà diverso, lei sarà diversa.
Genere: Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Ginny Weasley, Harry Potter, Hermione Granger | Coppie: Harry/Hermione
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da VII libro alternativo
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Quel lunedì mattina i Grifondoro e i Serpeverde avevano due ore di Pozioni con Lumacorno. Casualmente le due Case più competitive di Hogwarts si ritrovavano sempre a condividere i corsi più importanti. Dopo sette anni in questa scuola, Hermione aveva capito che probabilmente non si trattava di una una mera coincidenza. 

La ragazza prese posto davanti ad un calderone vicino alla finestra. Harry e Ron arrivarono in classe giusto pochi secondi prima che entrasse il professore. Harry si posizionò accanto a lei salutandola con un sorriso irresistibile, mentre Ron si diresse verso il fondo dell’aula. Da quando Piton non insegnava più Pozioni, Harry si era rivelato un vero portento. Riusciva a creare degli intrugli impeccabili ed Hermione lo invidiava moltissimo. Lei ovviamente dava sempre il massimo e la maggior parte delle volte riusciva ad eseguire delle miscele esemplari, ma non appena si trattava di eseguire pozioni leggermente più particolari o complesse, sapeva che probabilmente sarebbe finita con qualche esplosione. Sperava che, almeno per le prime lezioni, Lumacorno avrebbe scelto miscele più tradizionali.

In quel momento le passarono accanto Blaise e Malfoy diretti verso le loro postazioni.

-‘Giorno- le sorrise il primo, mentre il secondo le rivolse un cenno di saluto. 

Harry si girò immediatamente verso la ragazza guardandola con aria interrogativa, questa familiarità con i due Serpeverde gli era nuova. Hermione rispose brevemente al saluto evitando lo sguardo del Grifondoro. 

-Buongiorno a tutti!- esclamò entusiasta il professore. Seguì un coro di saluti da parte degli studenti. 

-Oggi procederemo insieme alla realizzazione di una pozione particolarmente importante per questo corso, il Distillato della Morte Vivente- proseguì. 

Hermione lo guardò sconfortata, alla faccia del tradizionale. 

Gli studenti trascorsero la lezione osservandolo nella preparazione della pozione, Hermione annotò ogni singolo passaggio, facendo attenzione ad ogni minimo dettaglio. Quando Lumacorno giunse all’ultimo — e fondamentale — step, la ragazza rimase assolutamente confusa sulla procedura da eseguire e scribacchiò parole senza senso con la sua piuma. 

-Una volta terminata, la pozione dovrebbe avere proprio questo colore- affermò il docente visibilmente soddisfatto, dopodiché  versò il liquido rosa pallido in una fiala trasparente per farlo vedere meglio. 

Hermione controllò gli appunti dal principio, poi cercò di sbirciare se Harry avesse scritto la parte che le mancava. 

-Serve qualcosa?- domandò lui notando gli occhi della ragazza vagare sulla sua pergamena. Hermione arrossì e alzò immediatamente lo sguardo.

-Niente- sussurrò. 

Non le piaceva ammettere di non saper fare qualcosa. Lei era quella che aiutava con le lezioni, gli altri non aiutavano lei. Si rendeva conto che era un atteggiamento presuntuoso e probabilmente molto stupido,   era impossibile eccellere in tutto. Allo stesso tempo, la sua intelligenza e dimestichezza con le materie magiche era una delle sue certezze, una delle cose che nessuno avrebbe potuto mettere in dubbio, su cui nessuno avrebbe potuto proferire parola.

-La prossima settimana voglio una fiala di Distillato preparato da ognuno di voi. Sarà molto importante nella valutazione finale- proclamò Lumacorno alla fine della lezione. Un suono disperato uscì dalla bocca di Hermione. Harry la guardò divertito e la ragazza si ricompose subito.

-Bene, potete andare- gridò il professore sopra il parlottio di studenti che stavano già prendendo le loro cose e uscendo dalla classe. 

L’aula si era svuotata ed Hermione, senza perdere altro tempo, si diresse verso un vecchio armadio vicino alla postazione di Lumacorno per controllare se ci fosse un libro sui Distillati che potesse renderle più facile la preparazione.

-Lì non troverai niente di interessante- le disse una voce familiare. 

Hermione si girò sussultando e vide Harry appoggiato disinvoltamente allo stipite della porta, le braccia conserte e un sorrisetto sulle labbra.

-Non sai neanche cosa sto cercando- replicò la ragazza.

-Giusto, cosa stai cercando?-

-Niente che ti possa interessare- sbuffò lei.

-Qualcosa che sia d’aiuto per la pozione?- azzardò Harry.

-No!- esclamò lei indignata, -Sì… contento?- ammise infine alzando gli occhi al cielo. 

-Ti aiuto io, me la cavo abbastanza bene in Pozioni- disse con semplicità.

-Non serve, sono sicura di poterci riuscire anche da sola- disse. Sapeva benissimo che probabilmente non era vero, ma in quel momento le era sembrata l’unica risposta da dare.

-Certo che puoi, ma non devi. Lascia che ti dia una mano- insisté il ragazzo avvicinandosi a lei, il sorrisetto di prima sostituito da un’espressione più dolce. Hermione fu presa alla sprovvista dalla gentilezza nella voce del ragazzo, ancora di più dalle sue parole. 

Non devi farlo da sola.

-Va bene… grazie- disse infine titubante. Harry sorrise e le mise un braccio intorno alle spalle guidandola verso la porta.

-Andiamo a pranzo- disse prima di uscire dall’aula. 

 Erano le cinque di sera, le lezioni erano finite presto quel pomeriggio ed Hermione si era fermata in biblioteca per controllare una serie di pergamene dense di appunti presi a Rune Antiche. Quando si rese conto dell’ora sgranò gli occhi. Le selezioni erano già iniziate. Corse in camera sua, infilò il primo paio di jeans su cui riuscì a mettere le mani, un maglione nero e si diresse alla volta del campo da Quidditch. Quando arrivò, gli spalti erano colmi di Grifondoro, neanche si trattasse di una partita. Cercò con lo sguardo qualcuno che conoscesse, quando vide Luna, Dean e Seamus li raggiunse.

-Ciao- salutò.

-Eccoti finalmente- le disse Luna con il suo solito tono sognante. Nonostante fosse una Corvonero, tutti sapevano che la ragazza aveva un debole per la squadra di Grifondoro. Hermione fu sollevata che fosse venuta anche lei, Ginny era nella squadra con Ron ed Harry quindi si era preparata ad affrontare queste ore in solitudine. 

-Menomale ti sei fatta vedere. Harry ci stava assillando per sapere quando saresti venuta- sbuffò Dean.

-Ho perso la cognizione del tempo- disse Hermione con le guance che avvampavano.

In campo, due ragazze avevano appena terminato la loro prova, si erano candidate come battitrici. Era evidente che Ron avesse apprezzato molto la loro performance, una volta scesi dalla scopa i tre parlarono così a lungo che Harry dovette scendere a sua volta per ripescare l’amico e continuare con gli altri candidati. 

Uno studente del terzo anno fu meno fortunato, era così scoordinato che faceva cadere ogni Pluffa che gli veniva lanciata. Dopo innumerevoli tentativi riuscì finalmente a prenderne una, si accorse troppo tardi che aveva usato entrambe le mani. Con la palla ancora stretta al petto, precipitò rovinosamente dalla scopa. Harry e Ron lo ripresero al volo.

Quando arrivò il turno di Neville, Hermione si girò istintivamente verso Harry. Lui fece lo stesso e i loro sguardi si incrociarono, con un sorrisetto le fece l’occhiolino prima di volare via. Dal momento in cui la Pluffa venne lanciata in aria, Neville fu impeccabile, sapeva esattamente come muoversi, lasciando Hermione a bocca aperta. 

-Quello è veramente Neville?- chiese a Luna.

-Un bel cambiamento vero? Harry e Ron gli hanno insegnato a giocare l’anno scorso e lo hanno allentato per le selezioni quest’estate- spiegò la Corvonero. 

Hermione mise insieme i pezzi. Harry e Ron l’avevano indotta a credere che Neville fosse negato solo per spingerla a venire. Sapevano che l’unico modo sarebbe stato quello di farle pensare che l’amico avrebbe subito una terribile figuraccia se non ci fosse stata lei a tenere d’occhio gli istinti  irrefrenabili che sorgevano in Harry e Ron quando giocavano a Quidditch. 

Un volta terminate le selezioni, i giocatori si ritirarono negli spogliatoi per cambiarsi mentre gli studenti si diressero verso il castello.

-Hermione! Sei venuta- esclamò Ron abbracciandola non appena scese dalla scopa.

-Siete due manipolatori- disse lei divincolandosi dall’abbraccio, però sorrideva.

-In realtà non abbiamo mai detto espressamente che Neville fosse negato- si difese l’amico capendo subito a cosa si riferisse.

-Me lo avete lasciato credere, è la stessa cosa- lo corresse Hermione.

-Nient’affatto- intervenne Harry atterrando di fronte a lei, seguito da Ginny.

-Avete visto i soggetti che si sono presentati?- chiese la rossa con un tono fra l’esasperato e il divertito.

-Il mio preferito è stato quello della Pluffa- disse Dean ridendo. 

-Secondo me sono stati tutti bravissimi- affermò Luna. 

Si trattennero qualche minuto a commentare i poveri sventurati che si erano presentati alle selezioni, Ron  e Ginny li prendevano in giro mentre Luna cercava di difendere tutti.

-Andiamo a cambiarci che sto morendo di fame- affermò Ron infine dirigendosi verso gli spogliatoi, subito imitato da Ginny. 

Anche gli altri Grifondoro e Luna si diressero verso il castello. Harry però era rimasto sul posto.

-Non vai a cambiarti?- chiese Hermione.

-Tra un momento- rispose lui.

-Hai chiesto di me prima. Non ti fidavi?- domandò lei sorridendo.

Il ragazzo sorrise a sua volta -Volevo solo essere sicuro che riuscissi a vedermi con la divisa nuova.-

-Sta meglio a Ron se è questo che volevi sapere- rispose lei.

-Gli piacerebbe- replicò lui. Rimasero in silenzio per qualche istante.

 -Ti va di fare un giro?- chiese Harry improvvisamente.

-Un giro?- replicò Hermione ingenuamente.

Harry la guardò negli occhi, poi spostò lo sguardo sulla sua Firebolt.

-Non se ne parla, lo sai che non mi piace volare e poi…- Hermione non fece in tempo a finire la frase che Harry l’aveva già afferrata per i fianchi e sistemata sulla scopa, poi salì dietro di lei iniziò a volare prima che la ragazza potesse scendere.

Hermione urlò, cosa diamine gli era preso? Sapeva benissimo che odiava volare. Il fatto che l’unica volta che aveva provato a farlo era stata al primo anno al corso di madama Bumb era assolutamente irrilevante. Harry curvò la scopa per cambiare direzione ed Hermione si strinse a lui per paura di cadere. 

Una volta atterrati lo avrebbe ucciso.

Poco a poco si tranquillizzò, il ragazzo era perfettamente sicuro di sé mentre volava, lo faceva sembrare facile come respirare. La sua presa sicura e il sorrisetto compiaciuto che lanciava alla ragazza di tanto in tanto bastarono a distrarla abbastanza da farle dimenticare di avere paura. Sorvolarono il Lago Nero, la schiena di Hermione fu percorsa da un brivido al solo pensiero della creatura che l’aveva afferrata qualche giorno prima, probabilmente Harry percepì l’angoscia della ragazza perché si strinse a lei in modo protettivo provocandole tutt’altro tipo di brividi. Ora però Hermione vedeva solo il loro riflesso sull’acqua scura. Il vento tiepido le accarezzava le guance e le muoveva i capelli. Attraversarono il limitare della Foresta Oscura, passando sopra la casa di Hagrid e atterrarono all’entrata del castello. Harry la aiutò a scendere dalla scopa, alla ragazza tremavano le gambe e si sorresse a lui per ritrovare un po’ di equilibrio.

-È normale quando non si è abituati a volare- spiegò Harry con una mano intorno al suo fianco.

-Ti dovrei pietrificare in questo momento- lo rimproverò la ragazza.

-Ma?- chiese il Grifondoro con un sorriso fin troppo sfacciato.

-Preferisco ricorrere a mezzi più divertenti- detto questo, si liberò dalla sua presa e afferrò la Firebolt prima che Harry potesse fermarla. Hermione iniziò a correre ridendo. Nessuno toccava la Firebolt Harry senza il suo permesso, sopratutto nessuno che non avesse la minima idea di come usarla come Hermione. Non aveva calcolato quanto fosse pesante la scopa ed Harry la raggiunse con poche falcate, afferrandola da dietro e cingendola con le braccia. All’improvviso contatto Hermione si sentì avvampare, si arrese immediatamente, girandosi e restituendo la scopa al ragazzo.

Si schiarì la gola -Ci vediamo a cena- gli sorrise imbarazzata prima di dirigersi verso l’ampio ingresso del castello. 

Si girò appena in tempo per vedere Harry salire sulla sua Firebolt con un sorriso stampato in faccia e volare verso spogliatoi accanto al campo da Quidditich. 

 Quella notte Hermione non riusciva a prendere sonno. Pensava e ripensava al volo con Harry, alla sua stretta sui suoi fianchi, al suo respiro che le pizzicava il collo mentre sorvolavano il lago e poi… a come l’aveva stretta fra le sue braccia quando erano scesi e lei aveva stupidamente afferrato la sua Firebolt. 

Cosa ti è venuto in mente? Si chiese esasperata.

Adesso non riusciva a levarsi dalla testa lo sfrontato sorrisetto del ragazzo che fino a poco tempo prima la faceva andare su tutte le furie e ciò la confondeva più di quanto volesse ammettere.

 

   
 
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