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Autore: KaronMigarashi    16/05/2022    1 recensioni
[ fandom: Predator//Mass Effect Andromeda ]
Il Clan yautja Red Star ha scoperto recentemente che la Galassia di Andromeda è stata presa d'assalto da numerosi coloni multi-specie appartenenti alla lontana Via Lattea. Dopo un disastroso incontro alla stazione Nexus, il giovane gruppo di yautja stringe con i nuovi abitanti un patto di tolleranza avendo un nemico in comune: i Kett.
Finché i Kett resteranno la maggior preoccupazione dell'intera Galassia è stato vietato qualunque scontro tra Yautja e il resto degli alieni.
Nora Ternion, umana operaia, e Viper, l'ultimo giovane blooded del Clan, saranno i primi ad avvicinarsi e instaurare così un rapporto goffo e bizzarro di amicizia inter-specie.
( Tutti i termini in asterisco sono presi e tradotti in italiano dalla lingua ufficiale yautjana dei Predatori. )
Genere: Azione, Science-fiction, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Crack Pairing | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio
Note: AU, Cross-over, Lime | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Red Star'
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“ Ahi!! “

Nora saltò sul posto quando le venne toccato il piede infortunato, strizzò gli occhi e attraverso le palpebre chiuse vide mille stelle per l'improvvisa fitta di dolore. Era salita sull'Hyperion, l'ultima Arca approdata sul Nexus dell'Iniziativa Andromeda, per una visita di controllo. Per una settimana, giorno dopo giorno, la donna si recava dal dottor Harry Carlyle da quando le aveva tolto il tutore e più che camminare si ritrovava a dover saltellare come un pyjak, rifiutando categoricamente stampelle e sedia a rotelle. 
Tenendo un datapad tra le mani con la sua cartella clinica aperta e in lettura, Carlyle alzò appena un sopracciglio per assumere un'espressione perplessa.

“ SAM, inizia una scansione del piede sinistro e mandala sullo schermo per piacere. “

La voce elettronica della IA dell'Hyperion rispose con tono affermativo e cortese uscendo dal factotum attivo sul polso del dottore. Un fascio di luce arancione le illuminò il piede e la radiografia venne illustrata quasi immediatamente sul piccolo schermo nero del datapad su cui il dottore lavorava. Nora rimase in attesa, sentendo l'uomo rimuginare e annuire con se stesso, si chiese quanto ancora sarebbe stata costretta al lavoro d'ufficio... iniziava ad annoiarsi nonostante la pacata presenza di Kesh, la krogan aveva sempre una parola gentile e non interferiva mai anche se ogni suo consiglio era ben accetto. Ma tra le scartoffie da leggere, progetti da approvare e email a cui rispondere le giornate di Nora stavano diventando tutte uguali. Quasi rimpiangeva il breve periodo di malattia che aveva passato in casa, almeno lì poteva spezzare la noia con un olofilm e uno snack.

" Doc? "

Nora provò a richiamare il dottore, quei costanti borbottii iniziavano davvero a metterle ansia e non la nascose.

" Com'è la situazione? "

Alla sua voce Harry alzò finalmente gli occhi dalla scansione non lasciando trapelare alcuna emozione. Si limitò a dirle l'essenziale, con il suo solito tono pacato.

" Le fratture si stanno saldando bene, presto potremo togliere i fermi e l'uso delle stampelle. Per adesso però temo che dovrai continuare con le applicazioni di medi-gel giornaliere. “
 

Nascosto nel mantello di mimetizzazione, Viper utilizzava il rampino per spostarsi in modo sicuro da uno scompartimento all'altro del Nexus. Dopo la sceneggiata di Nora al Vortex alcuni alieni della stazione avevano iniziato a cercarlo. Facevano domande, gli si fermavano di fronte, lo interrompevano nei suoi allenamenti quotidiani... c'era una in particolare che lo filmava alla minima occasione, una di quelle femmine dalla pelle bluastra e la voce diplofonica. Da allora aveva preso l'abitudine di attivare il mantello e spostarsi attraverso le zone più alte, dove poteva usare a proprio vantaggio impalcature e archi strutturali. In questo modo teneva costantemente sott'occhio ogni spostamento di Nora, attendeva da giorni l'occasione di trovarla da sola dato che nell'appartamento adesso erano sempre in due. Lei e un'altra umana. 
Quella caccia personale gli stava costando più di quanto era inizialmente disposto a spendere, tempo e pazienza. E per entrambi Viper ne aveva davvero poco. Doveva concludere in fretta l'intera faccenda o sarebbe esploso, ormai neanche gli interessava più l'obiettivo che inizialmente voleva raggiungere, era diventata una faccenda d'orgoglio. Sentiva il bisogno di averla vinta, di riuscire a dominare quella piccola umana impertinente con ogni mezzo necessario. Nessuno gli aveva mai sporcato la faccia volontariamente, nessuno avrebbe mai osato tanto con uno yautja. Sarebbe stato disposto anche a scendere a patti con lei, non era una bestia senza intelletto come un Kainde Amedha*, ma che Paya** gli fosse testimone: Viper avrebbe avuto il suo trofeo con ogni mezzo concesso.
Il popolo del Nexus avrebbe solo da ringraziarlo se non aveva ancora portato le armi a bordo. Se prima gli erano indifferenti adesso provava un gran fastidio soltanto a vederli ronzare attorno.
Ad interrompere quel pericoloso flusso di pensieri fu il bip d'attivazione del Sat-Com che gli indicò con un pallino luminescente l'entrata di Nora nei giardini idroponici. Nell'esprimere tutta la sua soddisfazione, Viper aprì le due mandibole superiori emettendo anche dei piccoli versi gutturali simili alle fusa di un gatto. Era appollaiato sul parapetto delle ventole di aerazione già da qualche ora, in paziente attesa. Come ogni giorno l'umana si fermava lì a fissare le piante. Non ne capiva il senso, ma glielo vedeva fare anche per un'ora o più. Forse era la loro guardiana? Nel clan le femmine sciamane si occupavano personalmente di far nascere le erbe per le guaritrici, ma Nora le guardava e basta. Un'altra stranezza umana che richiedeva un chiarimento al più presto. Ora doveva solo aspettare e trovare il momento giusto in cui sarebbe stata sola. Quindi, ticchettando nervosamente tra loro le quattro mandibole puntute, Viper attese.


Nora sospirò di sollievo quando arrivò alla ringhiera di vetro che circondava l'enorme albero centrale dei giardini. Dal piano superiore aveva un'ottima visuale della chioma sempreverde e rimase lì, ad ammirarla in ogni minimo dettaglio. Quella sosta giornaliera avrebbe fatto riposare il piede rotto e una mente troppo preoccupata. Quel posto al mattino presto non era neanche affollato, l'ideale per trovare un po' di quella quiete che cercava. A volte le bastava la calma che quel piccolo paradiso floreale le infondeva, solo così avrebbe poi avuto la forza di affrontare il resto della giornata. Sorrise appena mentre lasciava andare un secondo sospiro tremulo, le erano sempre piaciuti gli alberi, le sembravano così forti e imponenti... da bambina era convinta che se fosse riuscita a scalarne uno abbastanza alto allora avrebbe toccato il cielo con le dita! Così immenso da farle venire i brividi lungo la schiena. Si era arruolata nell'Iniziativa Andromeda proprio per quello: per vedere nuove stelle e nuvole. Nuovi colori e sfumature per soddisfare quel piccolo desiderio di bambina. Ma dopo tutto quello che era successo nel Nexus adesso guardava fuori e ne aveva soltanto paura. L'impatto con il Flagello e i Kett fu tremendo, perfino ricordarlo le era doloroso. 
<< Nora, assegnata alla classe operaia per codardia. >>, ecco cosa avrebbe dovuto davvero scrivere nel suo curriculum. Nella stazione c'era un gran bisogno di lavoratori come lei, le costruzioni sembravano non finire mai, così restava lì dentro al sicuro. Lontana dal nero che vedeva al di fuori. Sua cugina invece fu più temeraria di lei, studiare la scienza del suolo le aveva procurato un biglietto di andata per Eos, il primo pianeta che avevano provato a colonizzare. L'aveva vista partire con un sorriso smagliante, pronta a ribaltare l'intero pianeta da sola, ma dopo un paio di mesi i messaggi che le mandava erano diventati sempre più amareggiati. E adesso, a distanza di un anno, non le arrivavano più neanche quelli.  
 

In un momento Nora avvertì subito il cambiamento nell'aria. Un lieve spostamento alle sue spalle e un nuovo odore: terra bagnata e qualcosa di aspro. Non ci fu bisogno di chiamarlo per nome, neanche di girarsi verso di lui, aveva riconosciuto immediatamente il proprietario di quella strana combinazione olfattiva. Un brivido lungo tutta la spina dorsale la scosse e spalancò gli occhi azzurri a ciò che aveva di fronte, ma non riuscì a nascondere il lieve tremito delle mani che stringevano la ringhiera con troppa forza. L'ombra di Viper calò su di lei, ma non sentì alcun tocco addosso. Soltanto il regolare respiro amaro che le alzava le ciocche più corte dei capelli lasciati sciolti sulle spalle. 

" Ancora tu? Non ti è bastato il bicchiere in faccia dell'altra sera? "

Attraverso il traduttore del Factotum, che portava come un lungo guanto olografico che partiva dal gomito fino a ricoprirle le dita, riuscì a parlargli e a capirlo con molta più facilità di quando si sentivano via chat su Extranet. Quello di Viper invece era una forma più grezza, poco fluida,  alcune frasi suonavano veramente male. 

" Non ricordarlo. "

" No, eh? Di tanti momenti in cui scusarti lo hai trovato proprio mentre ero ubriaca, stanca e ancora incazzata con te. Bel lavoro cacciatore.  "

I borbottii e i sibili che le diede come risposta le fecero mordere la lingua per non oltrepassare la soglia dell'impertinenza. Dopo aver conosciuto Viper aveva capito di non poter comportarsi con lui come faceva con uno della sua stessa specie. Poteva sfidarlo a parole, ma nulla che potesse realmente insultarlo. O la lancia da combattimento yautjana sarebbe stata l'ultima cosa che avrebbe visto nella vita. 

" Io non devo scuse a te. "

" Ovviamente. "

Con una smorfia sprezzante Nora si voltò, appoggiando questa volta la schiena e i gomiti alla lastra di vetro, ma facendo comunque attenzione a non caricare tutto il peso sul piede malconcio. Viper era davanti a lei, ma non lo vedeva veramente. Era come osservare una finestra rotta. Percepiva la sua sagoma, ma i lineamenti erano distorti e incolori. Assomigliava molto a una delle abilità mimetiche che usavano gli Spettri attraverso il Factotum, ma quella era tutt'altra tecnologia...

" Cosa vuoi Viper? "

" Le risposte che ho chiesto a te nel primo incontro. "

E così lo yautja non era riuscito a studiare da solo? Quel breve pensiero la fece sorridere divertita, ma anche un pochino soddisfatta. Ben gli stava. Sicuramente il suo orgoglio gli aveva impedito di chiedere a qualcun altro e da chi era tornato? Da lei. 

" Sei troppo maleducato perché io abbia la pazienza necessaria ad istruirti. Perché non sei andato al centro culturale? "

Avvertì un altro spostamento d'aria che mosse lo "lo specchio yautjano", e Nora si divertì ad immaginarlo incrociare le braccia al torace, corrucciato come un bambino capriccioso. Per essere un alieno  Viper era molto umano nelle espressioni, e purtroppo per lui questo lo rendeva meno spaventoso e più buffo, almeno ai suoi occhi. E forse per lui contavano solo quelli. 

" Senza permesso. "

" Ah, capisco. Sì, Tann sa essere un gran rompipalle quando si mette d'impegno. "

Rimasero in silenzio per qualche secondo, Nora era combattuta su cosa dirgli. Era ovvio che oltre a lei avrebbe trovato difficile che qualcun altro lo aiutasse. Nessuno sano di mente si avvicinerebbe ad uno yautja con tranquillità, perfino la banchina dov'è attraccata la loro nave era deserta. Anche se doveva ammettere che negli ultimi giorni alcuni matti avevano già rivolto la parola a Viper, ma quelli erano soltanto alla ricerca di un fenomeno da baraccone. Presto anche loro si sarebbero stufati con quella storia di "Romeo e Giulietta del Nexus".

" Viper non so... "

" Sei l'unica che mi risponde. "

Quel colpo basso non se lo aspettava. Le aveva rivolto le stesse parole della prima volta che si erano sentiti in chat, nella stessa identica maniera e situazione. Il cacciatore stava giocando bene le sue mosse per convincerla.

" Egocentrico e pure arrogante, tipico maschio alpha. "

Gli rispose con un timido sorriso, ripescando dalla sua stessa memoria il primo parere che ebbe di lui. Passare il tempo libero che le restava con un alieno che sopportava a malapena non era il suo piano migliore. Trovava Viper un gran narcisista e non riusciva a mandarlo giù quel tipo di comportamento, ma era anche vero che un occasione del genere non si ripeteva tutti i giorni. Gomito a gomito con un'altra civiltà... chissà quanto avrebbe potuto scoprire sulla sua razza! Aveva passato seicento anni come un surgelato, sacrificato ogni amicizia che aveva coltivato prima della partenza e per cosa? Montare impalcature e firmare carta straccia? Cazzo, no! Era lì per conoscere oltre ciò che già sapeva, e quello includeva una fottuta nuova galassia pericolosa e nuove razze aliene. Così, mentre quel monologo interiore metteva in lei radici più profonde, Nora si raddrizzò come poté e cercò lo sguardo nascosto di Viper al di là della mimetizzazione.

" Okay, accetto, ma ci saranno condizioni a cui anche un bastardo come te dovrà sottostare. Quindi o così o niente, caro mio. "

Come risposta i suoni che uscirono dal traduttore alieno ebbero tutto il sapore di una sconfitta per Viper e di una vittoria per Nora. 



NOTE D'AUTRICE

* letteralmente " carne dura ", è la definizione che gli yautja usano per indicare lo xenomorfo del fandom Alien
** il nome del loro Dio, guerriero conquistatore


  
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