9) “For You”
- Allora dove ci porti? – domandò Ryo
nel mettere la macchina in moto.
- da Masa – tagliò corto Kyoko con
tono deciso. Mai prima di quel momento ai due sweeper era parso di udirla così sicura
sul da farsi. Che fosse un punto di svolta?
- Agli ordini!
Senza ulteriori indugi il trio si
avviò all’appartamento del defunto dottore alla ricerca di qualcosa che solo
Kyoko aveva colto, o meglio, ricordato. Kaori, stravolta dall’inaspettato
cambio di piani, non poté fare a meno di chiedere delucidazioni alla scienziata
che non mancò di esaudire la richiesta. – Masa amava tantissimo la musica,
sosteneva infatti come essa fosse una chiave per mondi interiori che non
potremmo rivelare altrimenti – spiegò la donna senza distogliere lo sguardo dal
panorama cittadino che scorreva in sfocate diapositive dalle grigie tonalità.
- Ora che ci ripenso abbiamo trovato
una collezione di vinili nel suo appartamento… “For You”. Ma certo!
- Esatto, Kaori. Non chiedetemi perché
ma credo che Masa mi abbia lasciato dei messaggi, dei messaggi che solo noi due
avremmo potuto decifrare in caso di pericolo.
- Capisco, forse la chiave della tua
memoria è sempre stata sotto il nostro naso. Be’, meglio tardi che mai, no? – aggiunse
Ryo schiacciando a fondo il pedale dell’acceleratore: non c’era tempo da
perdere, un possibile punto di svolta per quello che si era rivelato tra i casi
più ardui mai affrontati da City Hunter era tutto ciò che serviva per
rinfrancare lo spirito di tutti. Giunsero infatti a destinazione molto
velocemente. Salita di gran carriera la rampa di scale, il trio, tirato un
brusco sospiro, si fece irruzione nell’appartamento dopo esserci accertati di
non essere soggetto di sguardi indiscreti. Kyoko, con il supporto di Kaori, non
perse di certo tempo cominciando a sfogliare la collezione di vinili del
dottore alla ricerca del prescelto.
- Eccolo! – esclamò l’altra metà di
City Hunter sollevandolo sopra la testa al pari di un ambito trofeo.
- Ottimo lavoro, Kaori – quasi gridò
di gioia Kyoko.
- Credete dovremmo ascoltarlo? –
domandò sempre Kaori, acquietatasi per qualche secondo dall’estasi di pochi
istanti prima.
- Forse, ma… – suggerì Ryo, - questo è
un album che è stato al primo posto in classifica.
- Quindi?
- Quello che voglio dire – continuò lo
sweeper sfilando gentilmente il trentatré giri dalle mani della collega, - è
che dobbiamo chiederci perché questa particolare copia sia così importante.
- Non ti seguo – borbottò laconicamente
Kyoko squadrandolo con una certa curiosità.
- Scopriamolo – proseguì lui,
estraendo dalla variopinta custodia l’oggetto tanto desiderato. – Che abbiamo
qui? Musica pop e… un foglietto?
Tra le mani dell’uomo giaceva ora un
piccolo foglio, una prova nascosta per anni in uno dei modi più improbabili vista
la potenziale caratura delle informazioni in gioco. – A te, Kyoko.
- Grazie… - biascicò la giovane
scienziata fermandosi per più di un istante a fissare il bianco pezzo di carta passato
ora in sua custodia.
- Bene, quando hai finito fammi
sapere. Do un’occhiata in giro – le raccomandò lo sweeper inventandosi una
banale scusa pur di non invadere quel momento così delicato.
- Penso aiuterò Ryo – mormorò a sua
volta Kaori allontanandosi.
Kyoko, compreso l’intendo del bizzarro
duo, sorrise quasi per ringraziarli e preso posto su di una sedia cominciò a
leggere quella che era una vera e propria lettera a lei indirizzata:
“Cara Kyoko,
Se stai leggendo questa lettera
probabilmente non è finita bene per me. Il mio sogno, quello che avevi accolto aiutandomi
con la tua nobiltà d’animo sin dal primo giorno, è andato in frantumi sotto il
peso della dura realtà. L’esperimento undici era la chiave, il lasciapassare
per la felicità: poter dare un colpo di spugna ai traumi, al dolore altrui,
sopprimendo quei ricordi che spesso ci soffocano nel quotidiano… era questo
l’obiettivo. Ricordi come eravamo felici al successo dei primi trials? Ricordi
la gioia allo scoprire di poter far dimenticare ai pazienti i traumi dell’infanzia
o persino dell’intera esistenza? Non desideravo altro se non riprogrammare
l’animo di chi troppo aveva sofferto… e sì, lo ammetto, un po’ l’ho fatto per
ambizione. E l’ambizione mi ha portato a compromessi che mi hanno rovinato la
vita: prima i fondi discutibili per le ricerche, poi le richieste di portare
gli esperimenti su un altro livello: inibire la volontà altrui. Non potevo
permetterlo, così ho sabotato per quanto possibile i folli ordini del presidente;
inoltre per proteggere te ho fatto una cosa orribile, mia adorata Kyoko. Ho
giocato coi tuoi ricordi: sopprimere quanto più possibile delle tue memorie
recenti era l’unico modo di assicurare la tua incolumità. Credimi, morivo
giorno dopo giorno nell’ingannarti, ma non avevo scelta!
Ma se sei arrivata a questa lettera avrai
capito che ho fallito, quindi è giusto tu riabbia quanto ti ho sottratto. Solo
tu puoi fermarli a questo punto: la chiave è nella musica, determinati tipi di
frequenze creano sensazioni intaccabili rispetto al farmaco da noi inventato.
“For You” è un ottimo esempio: ho legato a questo disco a gran parti
della tua memoria. Sta a te scoprire…o ricordare il resto.
-
Con
amore,
Masa ”
Allo scandire delle ultime parole calde
lacrime inumidirono le gote della donna annunciando un pianto liberatorio: per
quanto fosse triste stringere tra le mani il testamento del suo amato, Kyoko si
sentì come non le capitava da tempo. In cuor suo una fiamma di puro coraggio e
speranza era divampata travolgendo ogni reticenza o paura. Ryo
e Kaori, rimasti in religioso silenzio sino a quel momento, la avvicinarono per
sincerarsi delle sue condizioni.
- Tutto bene? – chiese Kaori
poggiandole dolcemente una mano sulla spalla.
- Sì, sto bene. Non preoccupatevi – la
rassicurò lei asciugandosi il viso alla bene e meglio. – Ora so che devo fare.
Masa, la pagheranno. Lo giuro.
****
La spiegazione di quanto riportato
nella missiva si rivelò ostica per tutti: da un lato per Kyoko, intenta a dover
giustificare quelle che sembravano amenità; dall’altro i poveri Ryo e Kaori in preda ad una crescente emicrania.
- Aspetta, aspetta, fammi capire.
Praticamente il tuo defunto fidanzato ti ha soppresso parte della memoria e ora
l’unico modo per recuperarla è giocare a “indovina la canzone”? –
- So che sembra assurdo, Ryo, ma sì – lo apostrofò Kyoko per l’ennesima volta. –
Fidatevi di me.
- Bene, speculiamo. Supponiamo sia
vero, il tempo non gioca comunque a nostro favore. Il killer mandatoci contro
era solo l’inizio. Se devi perderti
nella musica mi spiace non lo farai da questo salotto, diamoci una mossa.
- E dove andiamo?!
- A procurarci un walkman e una
musicassetta, mi sembra ovvio.
Non trascorse molto tempo prima che la
donna potesse ascoltare dal suo nuovo walkman Sony la gentile voce di Tatsuro
Yamashita. Il sole era oramai calato su Shinjuku e le note di “Sparkle” risuonavano
lungo il viaggio di ritorno.
- Pensi davvero funzionerà? – mormorò
Kaori al partner.
- Non abbiamo molte altre piste. Deve
funzionare… e ho una domanda, perché bisbigli? Kyoko ha il volume a palla.
- Ehm, giusto. Sembra le piaccia –
ridacchiò divertita lei lanciando uno sguardo al passeggero seduto dietro di
lei.
- Dovrei regalarne uno anche a te,
così la smetti di tormentarmi.
- Idiota!
Alla scienziata non arrivò una sola
sillaba del solito bisticcio dei due complici, totalmente persa nelle immagini
evocate da quel prezioso reperto musicale. Una epifania dopo l’altra scuotevano
il suo animo in un continuo ridestarsi dal torpore di un tempo: aveva ricordato
per esempio di come fosse stata lei stessa a regalare a Masa quel vinile che
ora cingeva al petto con cura. Ogni canzone, ascoltata con la massima cura
possibile, si stava rivelando come un piccolo viaggio nel tempo: totalmente
persa in quel nuovo mondo, si accorse d’esser arrivata a destinazione solo al
fermarsi dell’auto. E pochi minuti dopo, sempre in silenzio si era barricata in
quella che era diventata la sua stanza, la sua seconda dimora.
Masa…
- Domani avviserò Doc, ma non andremo
da lui. Voglio lasciarle un po’ di tempo – disse lo sweeper posando l’attenzione
sulla porta richiusasi alle spalle dell’esile e silente figura.
- Non dobbiamo lasciarla sola, ora
come non mai ha bisogno di noi.
- Sono d’accordo, ma va chiarito che non
possiamo combattere la sua battaglia – ribatté lui voltandosi verso la partner.
– Sai benissimo che dal passato non si può scappare in eterno, lo sappiamo
entrambi.
- E se quel passato fosse troppo
grande da sostenere?
- No, in lei ho visto ora uno sguardo
diverso, ricordava uno dei tuoi. Non importa quanto certe cose siano dolorose,
Kaori – continuò più deciso, –A volte c’è da lottare anche quando sembra tutto
vano, e tu lo hai fatto più e più volte. Ora tocca a lei e quello sguardo
potrebbe essere un buon punto di partenza.
-
Ryo…
- Buonanotte – la salutò lui poco
prima di dileguarsi con un sorriso. E la povera Kaori, ancora una volta, si
ritrovò alla mercé del suo cuore al galoppo su di un sentiero pericoloso e il
mattino seguente si sarebbe rivelato altra fonte di sorprese. Il giorno infatti
vide l’arrivo di Saeko, giunta con notizie di tafferugli ragguardevoli in città.
- Ci sono stati disordini strani in
questi giorni, veri e propri casi di blackout di massa, ovvero persone che come
per incanto smettono di comportarsi in modo, ecco, normale – esordì.
- Ho paura stiano testando il farmaco
per qualcosa di grosso – risuonò la voce di Kyoko alle sue spalle.
- Ma non abbiamo trovato tracce di
consumo di droghe o cose simili nel sangue nei sospetti in stato di fermo e anche
interrogandoli non ricaveremmo uno straccio di informazione – obiettò Saeko.
- Immaginate sia un gas, un gas inodore
che combinato a dei precisi impulsi sonori sia capace di stimolare o inibire
determinate zone del sistema nervoso. Ecco di cosa stiamo parlando – spiegò la
scienziata prendendo posto al tavolo dove sedevano tutti. – Ho ricordato molto
degli esperimenti, ma al momento non sono in grado di offrire una formula precisa.
- Non sforzarti, è già tanto – la incoraggiò
Kaori stupita da quell’improvviso cambio di passo.
- Gas e impulsi sonori, eh? Suppongo che
per rilasciare un’arma del genere gli spazi chiusi siano da prediligere. Il secondo
fattore da considerare è il suono. Teatri, aule universitarie, cinema…sono
tutti luoghi a rischio. Dimmi Saeko, parliamo di
posti del genere come scena del crimine?
- Purtroppo la tua deduzione è esatta,
dunque come procediamo? Chiudere tutto non è fattibile, vi avviso.
- Possiamo fare ancora poco, direi di
tenere sotto stretta sorveglianza i maggiori punti di ritrovo della città e
darci da fare per recuperare i tasselli mancanti della memoria di Kyoko –
suggerì Kaori ottenendo l’approvazione di tutti.
- Questa non è più una fuga, ma una
guerra – sentenziò perentorio Ryo.
Il momento della verità sarebbe presto
arrivato.
Fine capitolo
Eccomi, dopo mesi, me meschino ad
aggiornare questa fanfiction. Mi scuso davvero di cuore con chiunque abbia
letto e apprezzato questa storia, sento un po’ di esser venuto meno verso voi
lettori ma soprattutto verso me stesso: amo troppo questi personaggi e quest’opera
ed è per questo che porterò a compimento quanto iniziato. Tanti avvenimenti mi
hanno distanziato dalla scrittura, ma ora ho intenzione di arrivare al finale
che questa storia merita e spero che ciò possa far piacere a chi si era affezionato
lungo il percorso.