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Autore: paiton    05/06/2022    1 recensioni
Il racconto di questi giorni raccoglie un diario della mia esperienza in Costa Rica, quando mi sono confrontato con un mondo totalmente diverso da quello europeo sia per quanto riguarda le abitudini delle persone che ho incontrato sia per quanto riguarda il mondo naturale con cui sono entrato in strettissimo contatto. Dopo una vacanza di venti giorni in cui ho visitato la Nazione in lungo e in largo ho deciso di andare oltre all'oceano Atlantico per altre tre volte: le prime due volte ho vissuto con abitanti del luogo, in casa loro, confrontandomi direttamente con il loro stile di vita e con le tecniche di coltivazione dei frutti tropicali. Al momento sto progettando il prossimo viaggio che mi spingerà a comprare qualche ettaro di terreno da riforestare.
Genere: Avventura, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ho appena piantato quaranta file di Ananas per Delroy. Lavoro gratuitamente con questo cittadino costaricano di origine giamaicana, in cambio lui mi dà una stanza per dormire oppure tre pasti al giorno.

Questo è ciò che succede dal punto di vista materiale… dobbiamo ficcarci nella testa che la vita non è materiale… è emotività e spiritualità! In realtà sto imparando a coltivare le piante tropicali della zona, per questo il gioco vale la candela e ho accettato lo scambio.

Ad oggi ho imparato anche a trapiantare i banani: ogni albero di banane dopo un anno (oppure due, se arriva un clima troppo arido nella stagione secca) produce un casco. Dopodiché l’albero non produrrà più frutti, mai più! Però dalla base di questo albero adulto, che ha fruttificato, nasceranno tanti altri piccoli alberini di banane produttivi.
 
Tuttavia l’albero progenitore impedisce il loro sviluppo così non si recide solo il casco di banane bensì tutto l’albero, con un colpo di machete forte e deciso, sferrato più in alto possibile nel tronco acquoso. Successivamente il più grande dei figli viene lasciato dov’è mentre tutti gli altri, a volte cinque a volte sette, vengono trasportati e trapiantati in altre zone. L’albero progenitore, pieno di liquidi e sostanze nutritive viene usato per concimare gli altri alberelli.

Io non ho bisogno della stanza che mi offrono ma mangio volentieri tutto ciò che prepara sua moglie Veronica, una discendente dei Brì Brì, una popolazione indigena locale. La mamma e la nonna di Veronica erano “farmaciste”: conoscevano le erbe medicinali e hanno tramandato la saggezza a lei.

Sono tornato dal loro podere in bici, schivando i buchi e avanzando veloce, giù per la strada ghiaiosa della collinetta! Oggi ho finito di lavorare all’una e mezza. Tengo un grosso ananas, che mi ha regalato, nello zaino e voglio mangiarlo al più presto, peserà almeno due chili e profuma di floreale in una maniera che non puoi immaginare!

Dopo una mareggiata ho trovato due assi di legno piatti: li ho lasciati giorni ad asciugare e oggi ho costruito i piedi del tavolo. Ho appoggiato sopra le assi e ho sistemato il tutto finché non traballasse.

Adesso sto tagliando a fette l’ananas e lo sto gustando sempre in riva alla mia amata spiaggia con le braccia appoggiate sul tavolo, riparato dal sole cocente. Il gusto dei pomodorini ciliegini che mi coltivo in Italia è totalmente diverso dal sapore di quelli che compro al supermercato, i miei sono decisamente mille volte meglio.
 
La stessa cosa succede per tutti gli altri frutti ed ortaggi. L’agricoltura industriale ha abbandonato quasi del tutto la ricerca di un cibo buono e sano ed ha sacrificato la naturalezza per dar spazio a vizi di forma, quali la grandezza del frutto e la sua perfezione estetica.
 
In questa maniera la maggior parte degli occidentali mangiano vegetali che sembrano buoni ma che in realtà non hanno né il loro gusto naturale, né il grado corretto di maturazione né le sostanze nutritive che ci servono.

Questo succede perché piano piano, nel corso dei secoli, le persone hanno iniziato a pensare più al denaro che a tutto il resto, il senso civico oggi esiste? In quale misura esiste?
 
Se non ci prendiamo cura nemmeno di quello che mangiamo, possiamo avere rispetto e riguardo delle persone a cui vendiamo i prodotti del nostro lavoro?

Adesso conosco il vero sapere dell’ananas e non riuscirò più a mangiare quella schifezza piena di pesticidi che vendono ai supermercati.

Anche un paio di vespe1 la pensavano esattamente come me, loro non sono entrate al supermercato di Puerto Vieho per assaggiare il succo di ananas, infatti, ma hanno deciso di annusare l’odore della mia merenda da chilometri di distanza; dopo averle scacciate un paio di volte ho dovuto filarmela coraggiosamente a gambe levate e mi sono catapultato come un razzo dentro alle grosse onde spumose del bagnasciuga per evitare le punture dolorosissime. Accetto di buon grado questo prezzo da pagare per mangiare frutta vera.
 
La prima cosa che dobbiamo fare per essere liberi è mangiare davvero, io inizierò a guadagnarmi la libertà che piano piano ci hanno sottratto nei secoli. Una libertà ideale e totale chiaramente non esiste ma c’è molto margine di miglioramento!
 
Continuo a nuotare per un po’ cullato dalle onde, la giornata è stata dura perché abbiamo spostato una grande quantità di legna per far spazio alle piante di Ananas, il sole del tropico picchiava forte sulla collina e mi serve la tranquillità dell’oceano per recuperare le forze.
 
[1] Le vespe in Costa Rica sono almeno tre volte più grandi di quelle italiane e sono estremamente più pericolose. Non ti attaccheranno senza motivo ma non si sa mai… basta che si prenda paura o che la calpesti con il piede o la tocchi accidentalmente con la mano e lei ti punge per sopravvivere
   
 
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