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Autore: Autumn Wind    10/06/2022    2 recensioni
Raccolta di missing moments della long Wish you were here.
La vita di Hermione e Severus alla fine della battaglia al Ministero, tra i rispettivi lavori, un matrimonio ed una figlia fin troppo simile a loro, è stata relativamente tranquilla … relativamente, perché quando due dei più potenti maghi della storia incrociano il loro cammino, tra pozioni ed incantesimi, qualcosa di magico, in fondo, deve pur succedere …
Genere: Fantasy, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hermione Granger, Nuovo personaggio, Severus Piton | Coppie: Hermione/Severus
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da Epilogo alternativo
Capitoli:
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3.
Pozione Oculus

[La pozione Oculus è una pozione che ripristina la vista del bevitore, contrastando gli effetti della maledizione della congiuntivite.]

“La pizza che fanno qui è senz’ombra di dubbio la migliore dell’intera Londra, babbana e magica!” sorrise Hermione, congiungendo le mani con un sorriso radioso. Severus, perso a fissare il menù oramai da più di venti minuti, le rivolse un’occhiata perplessa.
La piccola pizzeria all’angolo tra Diagon Alley e Notturn Alley dove Hermione aveva voluto andare dopo il cinema babbano era discretamente affollata, quel sabato sera: i tavoli erano quasi tutti occupati e gli elfi camerieri correvano su e giù come trottole. Hermione aveva voluto il posto vicino alla vetrata per guardare Diagon Alley illuminata dalle luci della sera ed affollata di creature magiche, in contrasto con il tranquillo interno dalle travi di legno, le candele volteggianti nell’aria, le tovaglie a scacchi bianchi e rossi ed i centritavola fioriti.
“Il trattato sugli usi delle erbe aromatiche nella pozionistica che è uscito venerdì scorso come ti è sembrato? Un cliente, oggi, mi ha detto che è un’immensa scemenza, ma, francamente, l’ho trovato molto innovativo, semplice ed accessibile a tutti!” considerò Hermione, proseguendo l’ennesimo monologo che aveva tenuto quella sera. Severus la osservò: era bellissima, su questo non c’era dubbio alcuno. Con un vestito blu scuro tempestato di brillantini dall’ampia gonna plissettata e lo scollo a barchetta che racchiudeva anche le spalle, i pendenti di brillanti ed un fermaglio a trattenere solo la mossa ciocca di capelli alla sinistra del suo viso, sembrava una vera regina, ai suoi occhi. Lui si era limitato al solito completo babbano nero ed ad una camicia grigia. Era stata Eileen a consigliargli di mettere comunque l’ascot. “Così sembri un principe!” aveva detto, entusiasta all’idea che i genitori uscissero senza di lei e la lasciassero a dormire dai nonni dopo che avevano rimandato l’appuntamento per settimane, tra un suo raffreddore, un consiglio scolastico ed i richiami e le rese del Ghirigoro. Naturalmente, prima di fare qualsiasi programma, le avevano chiesto se le andasse bene e lei, che, al momento, stava leggendo, aveva risposto con un’alzata di spalle. “I nonni Granger sono ottimi nonni, voglio loro un gran bene. Certo, sono … monotoni, essendo babbani …” aveva detto, facendo schioccare la lingua come faceva sempre ad ogni parola nuova che pronunciava. “Ma posso resistere per una notte.” aveva, poi, concluso prima di riprendere la lettura sotto lo sguardo attonito dei genitori. Ogni tanto, Eileen poteva essere decisamente inquietante …
“A tratti è ripetitivo e non apporta niente di nuovo alle proprietà terapeutiche del rosmarino marittimo, ma ti concedo che lo stile sia senz’altro innovativo e semplice e che rappresenti senza dubbio una ventata di novità nel panorama dei trattati di pozioni.” annuì Severus. Hermione scosse il capo e sorrise. “Sembri un critico, qualunque cosa ti si chieda!”
“Non è essere critici, solo precisi. Se si chiede un’opinione, va motivata.”
“Appunto: ‘motivata’ non ‘confutata’.”
“Mi sta forse dando del pedante, signorina Granger?”
“Oh, non mi permetterei mai, professor Piton!” rise lei. “E, comunque, a me è piaciuto molto il finale del romanzo che sto leggendo, quello che guardi sempre, ‘Il Serpente dell’Essex’ … un finale, aperto, ma originale, non scontato, che non è cosa da poco!”
“Quel libro dove un pastore ed un’aspirante studiosa di fossili non fanno che battibeccare per cinquanta pagine? Il passaggio da nemici o comunque da persone in totale disaccordo ad amanti è un grande classico della letteratura!”
“Fornisci altri esempi, su: l’hai detto, le opinioni vanno motivate!”
“Elizabeth e Darcy, Jane Eyre e Rochester, Rossella O’Hara e Rhett Butler … io e te.” 
“Oh, Merlino, un complimento, che raro evento!” rise Hermione. “Non siamo forse una delle maggiori coppie della letteratura, Hermione?”
“Dei rotocalchi magici senz’altro, la Skeeter ha macinato sul nostro matrimonio per mesi! Comunque, cambiando discorso … come pensi se la stia cavando Eileen?”
“Non avevamo concordato di non parlare di lei?” ghignò Severus. Hermione alzò gli occhi al cielo, sbuffando. “Hai ragione, sì, ma non riesco a non pensarci …”
“Se la starà cavando benissimo, non temere.” la rassicurò lui. “Adora i suoi nonni e loro adorano lei … le faranno senz’altro guardare quello che vuole, mangiare ciò che preferisce ed andare a letto solo se le va!”
“La vizieranno, in una parola!”
“I nonni esistono per questo, dicono!”
“Eh già. Comunque, anche nel film di stasera i protagonisti all’inizio si odiano …”
“Era un film sdolcinato e decisamente poco realistico, a parer mio.” commentò Piton con una smorfia mentre un elfo serviva loro due margherite ed una bottiglia di acqua minerale. “Edward Mani di Forbice sdolcinato? Oh, Merlino!” sospirò Hermione, iniziando a mangiare. “È Tim Burton, i babbani lo adorano! Senza contare che viene considerato praticamente un film gotico …”
“Consideralo come ti pare, a me sembrava una pessima rivisitazione de ‘La Bella e la Bestia’!”
“E dire che l’avevo scelto pensando che ti piacesse!”
“Sbagliavi. Quale libro stavi leggendo, ieri sera?”
“Tracy Chavelier, ‘La Ricamatrice di Winchester’. Mi sta piacendo molto …”
“Un altro romanzo storico e romantico, presumo!”
“Storico sì, ma di romantico ha ben poco … lo definire più ‘di formazione’.”
“La formazione di una povera emarginata che conquista il mondo, giusto?”
“Non il mondo: la felicità.” lo corresse, addentando un altro pezzo di pizza con gusto. “E dovresti leggerlo anche tu, ti piacerebbe, oltre a renderti un po’ più ottimista! I tuoi allievi apprezzerebbero …”
“Io sono sempre di buon umore.”
“Certo, lo so: è solo che il tuo concetto di buon umore è decisamente sotto la media!”
Severus la fissò con aria di scherno. “Touché.” asserì. Per qualche istante, rimasero in silenzio a mangiare e godere della tranquillità e del chiacchiericcio della strada.
“Ti ho mai detto che Eileen temeva non facessimo più la pace?” sogghignò ad un tratto Severus, quasi divertito all’idea. Hermione aggrottò la fronte. “Immagino … vedendoci litigare, sembra facile crederlo!”
“Non siamo poi così temibili, Hermione …”
“No, ma tendiamo a discutere: abbiamo caratteri forti, che si scontrano. Il fatto che lei abbia paura che non ci riappacifichiamo, però, mi inquieta … dovremmo trattenerci.”
“Sono discussioni, ne avrà anche lei ed a centinaia, considerato che ha preso il carattere di entrambi … e comunque non sono litigi veri e propri, quelli non avrà neanche idea di cosa siano fintantoché sarò vivo …” bofonchiò, voltando di scatto lo sguardo. Come sempre, Hermione comprese al volo e gli afferrò la mano, stringendola nella propria. “Noi non siamo tua madre e tuo padre, Severus: ci rispettiamo, sempre e comunque. Le discussioni sono sporadiche, se ci pensi … Eileen è spesso sarcastica, come te, non prenderla troppo sul serio. E soprattutto, ci amiamo …” sorrise. “Questa è una cosa che non cambierà mai. È la base della vita che abbiamo costruito insieme … no?”
Piton la fissò, immobile, senza parlare, ma, dal luccichio nel suo sguardo e da come ricambiava la stretta alla mano della moglie, Hermione capì che la stava ringraziando, sebbene a modo suo.
“Dovevamo evitare di parlare di Eileen e siamo finiti inevitabilmente a discutere di lei …” rise la Grifondoro. “Non so come sia possibile …”
“È nostra figlia.” mormorò Severus. “E, comunque, non ti ho ancora detto perché ha trasformato quei tre idioti in rospi …”
Hermione aggrottò la fronte. “Mi hai detto che era un segreto!”
“Mentivo, ovviamente.” sogghignò lui. “Glielo avevo promesso, ma è giusto che tu lo sappia. La prendono in giro, dandole della stramba e dicendole che io sono un pervertito e tu una povera stupida che ho raggirato a mio piacimento. Cose che sentono da dei genitori altrettanto imbecilli, verosimilmente …”
“Merlino ...” sussurrò Hermione, separandosi immediatamente da lui. Per qualche secondo, rimasero a guardarsi in silenzio. “Io non pensavo che sarebbe successo … voglio dire, siamo sposati! Credevo fosse ovvio che non è così … persino James, Lily e Sirius l’hanno accettato!”
“Ma non tutti lo faranno e dovremo sempre convivere con questa cosa, Hermione!”
La strega sospirò, passandosi una mano sul volto e fissando il fondo del bicchiere con aria cupa. “Forse avrei dovuto fare come Molly, tenerla separata dagli altri bambini, lasciare il lavoro ed educarla a casa …” mormorò. “Non ci sarebbe potuto essere nulla di più sbagliato: avresti solo peggiorato la cosa. Il mondo non è gentile, Hermione, né, tantomeno, idilliaco … prima lo capisce e meglio sarà.”
“Sì, ma … deve proprio capirlo?” sorrise tristemente la Grifondoro, posando la forchetta. “Temo di sì. Anche se, fosse per me, la rinchiuderei in casa fino alla mia morte.” sospirò Severus, imitandola. Si guardarono negli occhi per qualche istante prima di sorridere debolmente. “Comunque, questa pizza e mediocre.” sentenziò il professore, lapidario, facendole alzare gli occhi al cielo. “Santo cielo, Severus, è impossibile accontentarti! Non c’è una sola cosa, dico una, che ti piaccia!” sbottò. “Il libro è troppo semplice, il film che abbiamo visto troppo melenso, la pizza mediocre … esiste qualcosa che soddisfi tutte le tue aspettative, per Merlino?”
“In effetti, sì: tu.” annuì lui, sogghignando mentre Hermione si zittiva, arrossendo.
Nella sala, il chiacchiericcio era diventato quasi assordante, assieme al tintinnio delle postate. Al tavolo dietro di loro, una famiglia stava cantando ‘tanti auguri’ al commosso padre. Improvvisamente, ad Hermione tutto quel caos, tutta quella vita che sprizzava da ogni poro, parve eccessiva e, al cogliere nello sguardo di Severus una smorfia di puro disgusto, sorrise, alzandosi di scatto. “Andiamo?” lo incitò. Il pozionista la seguì senza farselo ripetere di nuovo.
Uscirono nell’affollata Diagon Alley ridendo e tenendosi per mano nei loro cappotti, quello di Severus rigorosamente nero e quello di Hermione blu elettrico. Mentre passeggiavano tranquilli tra i negozi ed i locali illuminati a giorno e la folla che scalpitava sotto un cielo stellato, Hermione lo prese a braccetto, ridacchiando alla sua espressione sconcertata e vagamente imbarazzata. “Ci pensi mai?” gli chiese. “A come avrebbe potuto essere se la Umbridge non ci avesse affibbiato la ricerca dei libri del destino?”
“È una risposta piuttosto ovvia: io sarei un eremita solitario, tu saresti la signora Weasley ed avresti quattro figli.” sogghignò il Serpeverde. “Dimentichi che tu avresti problemi di alcolismo ed io sarei frustrata.”
“E chi può dirlo? Forse saresti più felice: nessuno ti avrebbe giudicata, se avessi scelto Weasley, anzi.”
“Ma non sarei stata felice.”
“Ah, no?” incalzò Severus, alzando un sopracciglio, stupito. “No.” rise Hermione. “Non voglio una vita monotona a parlare sempre delle stesse cose ed a badare ad uno stuolo di bambini. Credo che, a lungo andare, mi sentirei trascurata e vuota.”
“Pensavo che l’idea di una famiglia del genere ti piacesse ...” indagò, cauto: non gliel’aveva mai detto, ma, a volte, temeva di non essere abbastanza, che Hermione volesse di più e lui non riuscisse a darle ciò che meritava, una vita felice, normale. “No, affatto.” gli confessò, storcendo il naso. “A me piace discutere e fare pace, parlare sempre di cose nuove con qualcuno che può capirmi e dedicare tutto il tempo che posso a crescere la mia bambina, dandole tutte le attenzioni possibili.”
“Eileen ne sarà felice: preferisci lei a quattro pel di carota!”
“Preferirei lei e te qualunque cosa!” rise Hermione. “E, comunque, decisamente non voglio quattro figli: una basta ed avanza. Senza contare che non vorrei davvero sperimentare di nuovo quei nove mesi!”
“E perché mai? Quasi un anno di nausea, febbre, emicrania e svenimenti non ti è piaciuto?” sogghignò Severus. “Tu sta’ zitto, che è solo colpa tua!”
“Ma naturalmente, perché i figli si fanno da soli, Granger!”
“Non ti sei sorbito tu quindici ore di travaglio con la febbre a quaranta e gli spasmi!”
“No, ma ero lì con la costante paura che potesse succedervi qualcosa di brutto, se non te ne fossi accorta ...” sibilò, offeso. “Lo so.” sospirò Hermione, alzando gli occhi al cielo. “L’ho notato da quant’eri pallido … sembravi uno spettro!”
“Voi Grifondoro avete questa pessima tendenza ad esagerare ogni cosa ...”
“Nient’affatto!” rise lei. “Avresti proprio dovuto vederti!”
Severus sospirò, controllando l’orologio. “A quest’ora cosa starà facendo esplodere Eileen?” considerò. “Il dentifricio. O forse il cuscino. Mi spiace solo per i miei, che non sanno come contenere i suoi scoppi di magia … a stento ci riusciamo noi!”
“È una strega estremamente dotata, lo si era capito già da quand’era solo un feto, Hermione: non dobbiamo stupirci se nei prossimi anni darà sfogo a tutta la sua magia!”
“Mi preoccupano un po’ i risvolti di questo suo potere … quella banshee, anni fa, diceva che è destinata a grandi cose …”
“Grandi cose potrebbe voler dire anche una sfolgorante carriera, non fasciamoci la testa prima di averla rotta!”
“No, hai ragione, ma … beh, non vorrei che si ritrovasse a vivere la sua giovinezza come me ed Harry! Non voglio che perda tutto per una profezia …”
“Chi combatte contro le profezie non fa che legarsele ancor di più alla gola.” mormorò Piton. “Lo so per esperienza. Se così dev’essere, così sarà e non possiamo farci nulla se non evitare di preoccuparcene: quando sarà il momento, se ne riparlerà. Mi hai detto che la guerra ti aveva insegnato a goderti il presente, giusto?”
Hermione gli sorrise, maliziosa, prima di trascinarlo nel vicoletto dietro il Ghirigoro chiuso e baciarlo con trasporto. “Giusto.” rispose. Non poté aggiungere altro, però, perché Severus l’aveva già sollevata da terra, riprendendo a baciarla. Si conoscevano oramai perfettamente, dopo tanti anni: ogni angolo dell’altro era ben impresso nella loro memoria, eppure non riuscivano a separarsi, ad averne abbastanza. Erano come assetati che, invece di saziarsi dell’acqua bevuta, ne desideravano sempre di più. “Andiamo a casa?” le domandò Severus quando si separarono per riprendere fiato. Hermione sorrise, ansimando ed annuì. “Andiamo a casa …”
Stavano per smaterializzarsi, ancora saldamente avvinghiati, quando una nebbiolina argentea prese silenziosamente forma attorno a loro, tramutandosi in uno splendido e vivido pavone. “Severus!” mormorò la voce di Narcissa Malfoy. “Devi venire a Villa Malfoy appena puoi, ti prego: è una cosa urgente, riguarda Lucius! Ha bisogno di una pozione per l’occhio, è successa una cosa … fa’ presto!” esclamò, prima di scomparire.
Hermione e Severus, rimasti soli ed ancora stretti, si guardarono per un istante prima che il Serpeverde sbuffasse, separandosi. “Ma è mai possibile che ogni volta che io voglia stare con mia moglie ci sia qualcosa? Passi Eileen con il raffreddore, è nostra figlia, passino gli incidenti ad Hogwarts, è il mio lavoro, passi la cistite di Grattastinchi, è il nostro gatto e persino il dover raccogliere quell’erba rara e pericolosa nel letto del Tamigi per evitare che le pagine dei libri ingialliscano, visto che è il tuo lavoro, ma anche questa no! Lucius si dovrà arrangiare stavolta … per chi mi hanno preso, per un cane servile?” strepitò, furioso. “Severus, calmati …” sospirò Hermione, osservandolo muoversi avanti ed indietro per il vicolo. “Qualunque cosa abbia Lucius, quanto ti ci vorrà a risolverla, un’ora, due? Sono appena le otto, entro le dieci saremo a casa! Oltretutto, non c’è nessuno ad aspettarci …”
“Ma potremmo esserlo subito!”
“Lucius è tuo amico.” scandì la Grifondoro. “Ti ha aiutato tante volte …”
“Mi ha anche messo nei guai tante volte!”
“Hai accettato di fare da padrino a Draco prima e di aiutarlo al suo sesto anno poi perché i Malfoy erano e sono tuoi amici. Erano la tua famiglia quando non ne avevi alcuna e puoi strepitare e fingere quanto ti pare, ma so bene che sei loro affezionato. A tutti loro. Lucius ha attraversato un pessimo periodo negli ultimi anni ed è persino peggiorato da quando Draco si è sposato ed ha avuto un figlio, dovresti capirlo …”
“Sono stato un po’ impegnato con la mia vita, sai com’è …” sbottò Severus in tutta risposta. Hermione sospirò, esasperata. “Pensala come ti pare.” asserì. “Ma non è corretto lasciarli soli nel momento del bisogno: loro ti hanno aiutato quando nemmeno Silente c’era! E se non andrai tu da loro, ci andrò io!”
Severus si volse a fissarla, sorpreso e vagamente stizzito. “E come, sentiamo?” sibilò, sardonico. “Dimentichi che sono una strega, prima di essere una tua ex allieva!” esclamò la Grifondoro, incrociando le braccia al petto. “Ed anche abbastanza capace: posso aiutarli da sola. Perciò hai due possibilità: o mi accompagni, ce la sbrighiamo ed andiamo a casa o vai a casa e mi aspetti finché non avrò finito. E potrebbe volerci molto più tempo, in tal caso, essendo sola …”
Severus stava per replicare, ma Hermione gli rivolse un’occhiata di sfida prima di avanzare a testa alta e smaterializzarsi girando su se stessa. Sbuffando come una ciminiera, oramai furioso ed irritato, la imitò, imprecando continuamente tra sé e sé: quella saccente Grifondoro l’avrebbe fatto ammattire prima o poi, lo sapeva benissimo! Eppure, per qualche strano scherzo del destino, non desiderava altro che far sì che lei continuasse ad irritarlo e stuzzicarlo per il resto dei loro giorni.

Malfoy Manor appariva spettrale nell’aria fresca della sera, nonostante le luci accese e le stelle a trapuntare la volta celeste sopra la villa. Le alte guglie si stagliavano, alte ed aguzze, quasi a voler sfidare il cielo e le siepi formavano lunghe ombre scure contro il sentiero d’entrata, un nastro argenteo contro il nero della sera.
Hermione si strinse nel leggero cappotto blu, avanzando di qualche passo: il buio la inquietava. A Spinner’s End teneva sempre la persiana semiabbassata, così da lasciar entrare in camera la luce soffusa dei lampioni per strada. Era colpa della guerra, naturalmente: aveva vissuto per mesi nell’oscurità e le aveva lasciato il segno, anche se era meno spaventosa, ora.
Iniziò ad avanzare cautamente quando un sonoro pop la fece voltare, spaventata, i sensi all’erta ed il cuore a mille, già pronta ad estrarre la bacchetta. Si rilassò solo distinguendo la figura di Severus dietro di lei. “Avresti anche potuto avvisarmi.” sospirò, lasciando l’impugnatura della bacchetta. “Avresti anche potuto consultarmi prima di fare di testa tua come al tuo solito.” sogghignò Severus, superandola con le spalle dritte per accedere alla villa. Hermione lo seguì, sbuffando.
All’entrata di Villa Malfoy, l’elfa Trixy li stava aspettando. “Professor Piton, ben arrivato. I signori aspettano di sopra.” disse, voltandosi per trotterellare lungo le scale. Hermione e Severus si guardarono brevemente prima di seguirla lungo i gradini di pietra che lasciavano un cupo eco ad ogni loro passo, per quanto piccolo. La Grifondoro arrancava per via dei tacchi alti e Piton finse di non guardarla fino a metà scala, quando quasi rischiò di scivolare e si decise a prenderla per il braccio, aiutandola a terminare la salita. Lei non di disturbò a ringraziarlo.
Quando arrivarono al piano superiore, trovarono il salotto illuminato dal fuoco acceso: Draco, i biondi capelli lisciati all’indietro ed una barbetta sul mento, sedeva composto, ancora vestito con uno dei completi che metteva sempre per lavoro, ma si alzò subito vedendoli arrivare. Di fronte a lui, Narcissa, in una delle sue lunghe tuniche color lavanda, i capelli semiraccolti da un fermaglio, sorrise, imitandolo. “Hermione, professore … grazie per essere venuti, davvero, non ci aspettavamo che faceste così presto!” sospirò Draco, tendendo loro la mano per salutarli. Narcissa, alle sue spalle, annuì. “Sì. E scusate se vi abbiamo disturbati, davvero …”
“Nessun disturbo: per gli amici, questo ed altro.” scandì con lentezza disarmante Severus mentre Hermione distoglieva lo sguardo, moderatamente soddisfatta.
“Nessuno disturbo? Ma chi vuoi prendere in giro, Severus? Ti conosco da quando zampettavi dietro alla Evans, suvvia e so capire quando sei arrabbiato … ed al momento sei furioso! Mi pare ovvio che vi abbiamo interrotti in una serata romantica … spero non sul più bello!” intervenne la voce divertita di Lucius. “Lucius!” lo rimproverò Narcissa, indignata, volgendosi di scatto e rivelando, così, il marito ai due ospiti.
Lucius Malfoy sarebbe parso identico al solito, con le vesti scure e regali, gli anelli di famiglie alle dita ed i lunghi capelli biondi e lisci, se non fosse stato per l’occhio sinistro, gonfio e tumefatto, dalla palpebra violacea e lacrimante. “Il marito di qualche tua pretendente si è finalmente deciso a darti il benservito? Senza offesa, Narcissa …” ironizzò Severus, sogghignando. Hermione scambiò appena un’occhiata con Draco: era chiaro che si trattava di cose che riguardavano i due uomini e che solo loro potevano capire. “Com’è successo?” domandò il professore subito dopo, avvicinandosi cautamente. “Per lavoro, naturalmente, non ho molti altri svaghi: stiamo cercando di vendere un terreno in Scozia ed avevamo un’offerta. Peccato fosse esigua e, quando l’ho fatto notare all’acquirente, questi mi abbia lanciato addosso la prima che cosa avesse sottomano … una pozione occhiopallato scaduta. Ed eccoci qua.”
“Brutta storia.” annuì Severus. “Sono le reazioni alla pozione scaduta, sì, ma sono fortunatamente molto comuni. Niente che una pozione oculus non possa risolvere … ne avete?”
“No.” sospirò Narcissa. “Non importa, non ci vorrà molto per prepararne una boccetta, un’oretta appena. Anche meno, se Hermione mi dà una mano … è sempre stata piuttosto capace con le pozioni.”
“Certo.” annuì lei, sorpresa da quell'ammissione. “Bene. Narcissa, saresti così gentile da farci vedere dove possiamo lavorare?”
“Oh, anche qui, sul fuoco: faccio portare un calderone ed un tavolo con l’occorrente, dovremmo ancora avere il kit da pozionista di Draco, no tesoro?”
“Entusiasmante.” commentò Severus, atono, lanciando un’occhiata alla beffarda e sorridente moglie, vagamente soddisfatta.

“Agitare e aggiungere l'assenzio finché la pozione non diventa verde. Mescolare la pozione finché non diventa viola. Aggiungere il corno di unicorno macinato finché la pozione non diventa rossa. Scaldare la pozione finché non diventa gialla. Aggiungere polvere blu finché la pozione non diventa turchese. Agitare e aggiungere l'assenzio finché la pozione non diventa rosa. Mescolare finché la pozione non diventa arancione. Aggiungere la mandragola stufata finché la pozione non diventa verde. Aggiungere il corno di unicorno macinato finché la pozione non diventa turchese. Aggiungere la polvere blu finché la pozione non diventa indaco. Mescolare finché la pozione non diventa arancione. Riscaldare finché la pozione non diventa viola. Agitare e aggiungere la mandragola stufata finché la pozione non diventa arancione. Abbiamo svolto tutti i passaggi e l’aspetto è quello sperato, dovrebbe essere apposto …” considerò Hermione, riepilogando i passaggi. Severus, accanto a lei, annuì appena, scolando la pozione in una boccetta grazie ad un imbuto. “È perfetta, un risultato considerevole, soprattutto se si considera che è stata preparata in quaranta minuti.”
“In due si fa prima.” sentenziò la Grifondoro, annuendo. Fece per sistemare gli ingredienti, ma Narcissa la bloccò con un gesto. “No, se ne occuperà Trixy, non preoccuparti, ti sporcherai il vestito, altrimenti ed hai già fatto troppo!” le sorrise, benevola. “Che dobbiamo fare con questa cosa?” sospirò Lucius, vagamente annoiato. “Un impacco e berla. Contemporaneamente. Ci penso io, ci vorrà una ventina di minuti.” asserì, laconico, Severus. “Nel frattanto, se vuoi, Hermione, possiamo offrirti dell’altro tè, sarai stanca!” riprese Narcissa. “No, non è necessario, davvero, ma grazie comunque dell’offerta …”
“Ma sì, dai: ti faccio vedere le foto di Scorpius, non l’hai mai visto! Adora il libro di fiabe che gli avete regalato per il battesimo!” annuì Draco, sorridendo appena. Hermione sospirò. “Va bene, vengo volentieri, in tal caso …” assentì, seguendo i due Serpeverde fuori dal salottino.
Severus, rimasto solo, fissò Lucius per qualche secondo prima di iniziare ad applicare meccanicamente la pozione sull’occhio con un dischetto di cotone imbevuto. “Brucia.” sbuffò Lucius. “Sopporta.” sentenziò il pozionista. “Ti trovo bene, Severus, ad ogni modo … come te la passi? È tanto che non ci si vede!” proseguì Malfoy, sornione. “Sono molto impegnato, sai com’è, Lucius …”
“Ah, certo, Eileen … com’è essere padre, eh?”
Piton parve riflettervi per qualche secondo prima di rispondere: “Intenso.”
“Immagino. Anche perché esserlo alla tua età ha tutto un altro significato: avessi io un figlio ora non farei la marea di stupidaggini che ho fatto con Draco! E per cui ancora non mi ha perdonato, per inciso …” sospirò. “Draco è un ragazzo intelligente: ti ha perdonato. Anche se non vuole darlo a vedere.”
“E come fai a dirlo?”
“Abiterebbe qui, crescendo suo figlio con te, se così non fosse?”
“Forse non lo fa per me, ma per sua madre! Sai quanto sia legato a Cissy …”
“Se non ti sopportasse, se ne sarebbe andato ed accetterebbe di vedere solo lei. Invece, mi pare che ti abbia coinvolto nel ruolo di nonno …”
“Oh, sì.” sorrise Malfoy. “Scorpius è bellissimo ed è così calmo, amabile … ha il carattere di Astoria: è un piacere giocare con lui. Spero resti così per sempre …”
“I bambini crescono: me ne sono accorto, negli ultimi tempi.” sogghignò Severus, allungandogli la pozione da bere. Lucius lo fissò di sottecchi prima di ingurgitarla in un sol sorso. “Pensavo che non lo volessi, sai?” disse, dopo aver posato la boccetta. “Cosa?”
“Tua figlia: so cos’hai sempre detto sull’essere padre, quelle storie sul non voler essere come Tobias e non dare ad un altro essere umano la pena di sopportarti … stronzate, se vuoi il mio parere. Però, quando Cissy mi ha detto che Hermione aspettava un bambino, mi sono detto: ‘Ecco, ora la lascerà o farà di peggio e sarà la sua rovina’. Ma non l’hai fatto, anzi: l’hai sposata e sei un padre esemplare, che rifiuta ogni occasione conviviale per stare con la sua bambina. Ed immagino che l’ami più di te stesso … mi hai sorpreso, vecchio mio: ti sei rammollito. Lei ti ha rammollito.”
“Rifilo ancora T ai Grifondoro, se te lo stessi chiedendo …” sogghignò Severus. “Oh, non ne dubito. Ma non è questo il punto … il punto è che ora sei felice e si vede: sorridi, una cosa che non avevi mai fatto, mai. E come la guardi, come le guardi … come se fossero il tesoro più prezioso del mondo. Moriresti ed uccideresti per loro, vero?”
“Tu non lo faresti per Narcissa e Draco?”
“Non ti pare ovvio? Certo che, da temibili Mangiamorte, siamo diventati proprio due bei zuccherini, eh?”
“Parla per te, Malfoy: io non mi sono addolcito.” sogghignò Severus. “Sicuro. Di certo, da quando stai con lei, sei più … rilassato.”
“Ti stai addentrando in un terreno minato …”
“Sono in casa mia.”
“Una parola di troppo e ti crucio senza problemi. E tua moglie mi darebbe ragione.”
“Oh, senz’altro! Ciò non toglie che hai una moglie di vent’anni più giovane ed anche molto bella, se permetti così bella che mezzo mondo magico te la invidia: se volesse trovarsi qualcun altro, ci riuscirebbe in due secondi. Ma lei non vuole che te, la gente non fa che parlarne. Io me la terrei stretta, fossi in te: fortune così capitano una sola volta nella vita. Soprattutto fortune con due gambe del genere …”
“È anche estremamente irritante e fastidiosa, sai?”
“Tutti lo siamo, ma l’amore è questo: essere amati per quello che si è. O, meglio, a dispetto di quello che si è.”
“Non fare il moralista, la frase è di Hugo, non tua.”
“Touché, mio caro amico. Ma la vita è troppo breve per trascorrerla a litigare: molto meglio passarla tra le coperte ad oziare. Preferibilmente non da soli. Nel tuo specifico caso, preferibilmente con la tua bellissima moglie.”
“Non dirò una parola di più Lucius e mi aspetto che tu faccia lo stesso.”
“Come vuoi. Ma l’ultima frase, perlomeno, era mia.”

“È bellissimo!” sorrise Hermione, osservando la foto di Scorpius che faceva il bagnetto assieme ad Astoria. “Vero? Non ho mai visto un bambino così bello!” annuì Draco. “E sì che detestavi i bambini!”
“Le cose cambiano quando si diventa genitori.” confermò Narcissa. “Ma i maschi faticano a capirlo … Draco è stato molto bravo in questo, devo dire! Lo cambia, lo lava, gioca con lui … ogni tempo libero lo passa con Scorpius! Non mi consente neanche di spupazzarlo come vorrei …”
“Come se tu e papà non lo viziaste abbastanza, mamma! Gli avete regalato un enorme castello giocattolo, grande come tutta una stanza! E solo per l’onomastico!”
“Se non vizio mio nipote, chi dovrei viziare?” commentò Cissy, facendo spallucce. “Ed Eileen, Hermione? Com’è?”
“Oh è … bellissima. Ed intelligentissima.” sorrise lei, cercando nel cellulare per mostrare loro delle foto. “Non c’era da aspettarsi niente di diverso, da tua figlia!” confermò la donna, allungandosi per guardare. “Cielo … è identica a Severus!”
“Anche nel carattere!” confermò la giovane. “Povera Hermione, insomma ...” sogghignò Draco. “Oh, no, non saprei davvero come fare senza di loro due … farei davvero di tutto pur di averli con me!”
“Ti capisco.” sorrise Narcissa. “Soprattutto quando hai un figlio solo, è diverso …”
“Voi avreste potuto averne altri …” considerò Hermione. “Dopo Draco? No, per Salazar!”
“Grazie, mamma, davvero!” sospirò il biondino, facendo ridere la Grifondoro. “E tu, Hermione? Non vuoi allargare la famiglia?”
“Oh, no: Eileen è impegnativa, ha bisogno di tante attenzioni e preferisco dedicarle esclusivamente a lei, lavorando. E, poi, non ci tengo a ripassare per tutta la gravidanza …”
“Ti capisco benissimo.” confermò Narcissa. “Io no.” sorrise Draco. “Ma posso solo immaginare come sia stato affrontare Severus …”
“Oh, beh … complicato.” sospirò Hermione. “Non lo voleva. Ma ora non riesce più a farne a meno, quindi …”
“Io l’avrei voluto, ma dicevo di no per Astoria.” mormorò Draco, volgendo lo sguardo al focolare. “È stata lei ad insistere: sapeva che non sarebbe rimasta a lungo con me e voleva che non fossi solo, quando se ne sarebbe andata. Ha vinto lei, alla fine, ovviamente …”
“Non è detto che muoia presto.” deglutì Hermione, improvvisamente imbarazzata, non sapendo cosa dire di fronte a quella prospettiva. “Magari vivrà ancora a lungo …”
“Nessuno nella sua famiglia ha superato i quarant’anni.” sussurrò Narcissa, gli occhi bassi. “Ma non ci penso.” scacciò Draco, alzandosi e sforzandosi di sorridere, sebbene i suoi occhi fossero velati di lacrime. “Vivo ogni giorno come fosse l’ultimo, sto con lei, cerco di farle avere tutto quello che vuole … poi si vedrà. Ora scusatemi, ma devo proprio raggiungere Scorpius ed Astoria: mi staranno aspettando per la buonanotte. A presto, Hermione, salutami Severus.”
“A presto …” mormorò la Grifondoro, osservandolo schizzare via a passo felino lungo i bui corridoi della villa. “Come riesce ad affrontarlo?” chiese a Narcissa quando fu sparito. “Non lo fa.” ammise la donna, alzandosi. “Riesce a sopportarlo perché la ama, ma rifugge l’idea di perderla … lei ne è molto più consapevole. Quando avverrà e succederà in meno di dieci anni, temo, considerato quant’è fragile, lui crollerà. È per questo che Astoria ha insistito per avere un figlio e perché vivessero qui: sa che io, Lucius e Scorpius lo sproneremo ad andare avanti.”
Si volse verso Hermione, ancora sconvolta alle sue parole e le sorrise, amara. “Una madre deve sempre raccogliere i cocci e ricostruire la vetrata da ciò che resta … ma questo credo che oramai lo sappia anche tu. L’unica che posso dirti, Hermione, è di viverti tuo marito e tua figlia più che puoi ed appieno, senza sprecare neanche un secondo: la vita non è che un soffio e finisce prima che possiamo rendercene conto.”

Quando riapparvero a Spinner’s End, né Hermione né Severus osarono parlare. La Grifondoro si tolse il cappotto e le scarpe e, lavatasi le mani, diede da mangiare ad un assonnato Grattastinchi. Una volta che Severus ebbe terminato di lanciare gli incantesimi di protezione sulla casa, la seguì in camera in totale silenzio.
“Lucius starà bene?” gli domandò la giovane, iniziando a togliersi i gioielli ed a struccarsi in bagno. “Sì.” confermò lui, levandosi l’ascot in un gesto stanco. “Ti ha turbato parlare con lui?”
“No.” mentì, pur sapendo che Hermione l’avesse intuito. “A te, invece, ha turbato vedere Draco? Ti ha parlato di Astoria?”
La Grifondoro sospirò, lasciando perdere il viso. Si sciacquò, asciugò ed andò a sedersi accanto a Severus in silenzio. “Lei morirà.” asserì. “E lo sa. Eppure, Draco finge che non accadrà, cerca di evitare il pensiero … non vuole accettarlo. Mentre Astoria ne è perfettamente consapevole: ha voluto un figlio e che Draco abitasse con i suoi perché non fosse solo. Lo ama così tanto da volersi accorciare la vita pur di fare il suo bene, pur di diminuire il dolore di quando la perderà …” mormorò. “E la cosa ti ha turbata …” indovinò Severus. “Un po’.” ammise. “Ho pensato a cosa succederebbe se tu no ci fossi o se non ci fossi io …”
“Non succederà.”
“Severus ...”
“Non succederà, Hermione.” scandì Severus. “Dovranno passare sul mio cadavere per portare via da me te o Eileen … e sono già morto una volta. Non succederà.”
Hermione sorrise debolmente. “Tu invece da cosa sei stato turbato?”
“Da niente.”
“Severus, andiamo: ti conosco …”
“Lucius ritiene che tu abbia delle splendide gambe, sai?”
Hermione sorrise, distogliendo lo sguardo. “Ed a te piacciono?”
“A me piace tutto di te.”
“Ma ci sarà qualcosa che ti piace di più …”
“No.”
“Oh, andiamo …”
“Gli occhi.” cedette lui, esasperato. “I tuoi occhi. Contenta?”
“Abbastanza. Anche a me piacciono i tuoi occhi … e le tue mani.”
“Queste? Ruvide e rovinate come sono? Hai il gusto dell’orrido, Granger …” sogghignò Severus. “No: io le trovo eleganti. Sono mani esperte, abituate a lavorare con ingredienti rari e preziosi …”
“Ed a tracciare T.”
“Anche.” rise Hermione. “Ma è stato questo a turbarti?”
“No: Lucius sostiene anche che sono uno stupido e litigare con te. Mezzo mondo magico ti vorrebbe con sé, troveresti un amante in meno di un secondo …”
Hermione sospirò, alzando gli occhi al cielo. “Per Merlino, ancora? Ma quante volte dovrò ripeterti che non voglio nessun amante? Mi interessa soltanto che ci siate tu ed Eileen … e Grattastinchi. Non m’interessa di quegli idioti guidati dagli ormoni …”
Severus sogghignò. “Ma sei d’accordo sul fatto che dovremmo litigare meno!”
“Sai che c’è? No: discutiamo quanto ci pare e piace.” sentenziò lei, facendo spallucce. “In fondo, è il nostro matrimonio … ed a noi va bene così.”
“A te va bene litigare?” considerò il Serpeverde, alzando un sopracciglio ed accarezzandole lentamente le dita della mano. “Lo facciamo oramai da tredici anni, ricordi? Otto da sposati.” rise Hermione, stendendosi con un sospiro e rivolgendogli un’occhiata che lo fece sogghignare ancora di più. “E, poi, fare la pace è la parte migliore …” concluse, senza dargli alcuna possibilità di replica prima di tirarlo a sé e baciarlo con trasporto, prendendosi le scuse tanto discusse.
  
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