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Autore: abyslyme    26/06/2022    0 recensioni
Priuma, una ventitreenne che vive nel Regno di Altaura è costretta a ritirarsi dalla Carriera Militare a causa di un malfunzionamento genetico della sua Ghiandola Eterica. Riluttante, si trasferisce dalla Capitale a una cittadina chiamata Kaerud, nel Feudo di Briom-Xalma, per ricominciare una vita lavorando come cameriera nella Lanterna Magica, nel mentre gli Equilibri Politici tra il Regno, l'Impero Pneumiano e la Fossa del Vuoto iniziano ad incrinarsi.
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yuri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Aveva svoltato diverse traverse da quando si era allontanata dalla Lanterna, la pioggia tamburellava ovunque, riflettendo le luci dei lampioni sul terreno. Kaerud era folgorante nell’ acquazzone notturno, come se quella fosse la sua vera natura. Senza rendersene conto Priuma si ritrovava oltre l’Arco Centrale, nel grande Mercato dell’Idra. Si dice prendesse il nome dalla leggendaria creatura per via dei suoi sentieri che si dipanavano come il corpo di una Serpe non finendo mai di moltiplicarsi. I palazzi oscuravano persino le luci nel cielo col loro bagliore e le insegne delle botteghe lampeggiavano variopinte con frasi create col Valorium. I Kaerudiani parevano non curarsi del monsone discutevano nei sottotetti col Bollettino delle diciannove.

<< Hai sentito? Gli Adombrati sfruttando un’altra crepa nella Barriera hanno iniziato una nuova sommossa in occidente poche ore fa. >> Disse uno.

<< Da quando i loro Clan Maggiori si sono unificati hanno preso a diventare bellicosi, ma è tutto inutile, i loro Sovrani sono dei disgraziati. Pure questa azione verrà stroncata sul nascere. >>

Altri entravano in delle Cantine fulgenti da cui uscivano musiche briose. Le vetrine esponevano i prodotti locali, tanta uva e fragole accompagnate da teste di Maiale al forno. Alcuni esercizi offrivano prestazioni per adulti con dame esposte come articoli, coperte con dei veli o del cibo procace. Si offrivano anche liquori di Gargoyle, droghe di Anguane e degli strani Rospi dalle cui fauci usciva del vapore… Priuma non si fece domande. Era grondante e aveva bisogno di asciugarsi al più presto o avrebbe rischiato di affrontare una seria Polmonite, ma voleva evitare di pernottare in un Ostello. Suo Padre l’avrebbe senz’altro lasciata con diverso oro ma era testarda e lasciò la Capitale certa di sapersi arrangiare con autonomia. Pertanto dovette tenersi stretto il poco argento nel suo borsello e senza una meta si perse in viuzze sempre meno affollate alla ricerca di un anfratto dove pernottare. Non faceva che rimuginare sulla parole del Signor Blackwood ma non rimpianse la sua scelta ”che si fottano nella loro pochezza!” pensava. A una certa si ritrovò a incedere da sola. Un uomo con una bombetta e un baffo pettinato stava intagliando un animale nel legno e le domandò sotto un porticato.

<< Cerca indicazioni Signorina? >>

<< Stò bene, mi avvio verso la casa di un conoscente, i miei saluti. >>

<< Stia allerta, Kaerud è una cittadina pacifica ma non esente da malintenzionati! >> Priuma fermò il passo, raccolse aria e indietreggiò domandando imbarazzata.

<< Non ho molto denaro… conosce un luogo dove potrei alloggiare? >> L’uomo interruppe il suo lavoro e guardò in alto per rammentare. 

<< Ci sarebbe lo Spizio della Signora Thompson, non so se ha delle camere vacanti ma vale la pena tentare, è un’anziana cortese, li hai i fogli di dimostro? >> Priuma fece spallucce e rispose.

<< Certo. >>

<< Allora andiamo, la conduco. >> Il Signore si alzò e aprì un ombrello. Dopo qualche passo le chiese:

<< Non vuole favorire? >>

<< Sto bene così. >>

<< Non riconosco l’accento, è scappata di casa? Ha qualche grattacapo? >>

<< Stò solo cercando un impegno… >>

<< Quello di certo non manca all’interno delle Mura, se vuole in mattinata potrei suggerirti il sentiero per il Mercato del Lavoro! >> Priuma iniziò quasi a essere stuccata da cotanta cortesia. Curvati un paio di isolati raggiunsero la destinazione, era un vecchio casolare diroccato, dalle luci spente, il signore entrò per primo aprendo il cigolante portone e non udendo più i passi della giovane disse:

<< E’ da questa parte. >> Priuma fece due passi all’indietro.

<< Io non entro lì dentro. >>

<< Per quale motivo? >> Due figure incappucciate aggredirono Priuma da dietro serrandogli le braccia e forzandogli il passo verso l’entrata. La ragazza dopo una immediata resistenza sfruttò con sagacia la spinta per correre sulla cornice in pietra del portone e capriolare stordendo con un calcio entrambi gli assalitori. Atterrò con le ginocchia piegate, il mantello sventagliò appoggiandosi poi sul terreno e il cappuccio le si abbassò esibendole il retro della nuca. Lo rialzò subito dopo. L’ingannatore le si scagliò contro con dei tirapugli aguzzi riproducenti i quattro Semi delle carte da gioco. Tirava un destro dopo l’altro non riuscendo a incassare Priuma che schivava inafferrabile negli sprizzi della tormenta.

<< Vieni Passerotto! >> Ghignò mostrando un dente d’ottone mentre faceva gesto con le sue mani tozze e villose.

<< Non avere Paura! Non siamo mica degli incivili, volevamo solo conoscerti e se tu lo avessi voluto… >> Priuma schifata, si inclinò verso destra, attese il pugno mancino e pestò la faccia dell’avversario con un calcio rovescio tramortendolo sul terreno. I due complici rialzatisi estrassero dei pugnali serigrafati con un Serpente Marino e azzardarono una controffensiva, Priuma allora estrasse la lama dal fodero e disarmò quei due con un solo fendente esperto, rubando i manici dalla presa delle loro dita, le armi fischiarono e caddero lontane. Sbalorditi dal gesto, i due subirono l’impugnatura avversaria sulla pancia e dietro la nuca atterrando sconfitti. Priuma puntò la spada alla gola del Pugile dicendo:

<< La prossima volta… >> Poi rinfoderò l’arma e si allontanò nella pioggia. L’uomo transitò dallo stupore a una folle risata.

<< Ti troverò Passerotto! Ho amici potenti! Non sei più al sicuro a Kaerud! >> Priuma trascurò e ripeté con le labbra quanto stava rastremando.

<< “C’è da stare più attenti ai forestieri, conviene usare un pugnale” tutte cazzate! >>

Dopo alcuni chilometri aveva già dimenticato l’accaduto, come se fosse stato un comune inciampo. Non era riuscita a trovare un riparo decente, i talloni iniziarono a pulsarle dal dolore, tutti gli incarichi di Ruth la avevano consumata. Senza una soluzione, estrasse la carta da gioco che Arcibald le aveva lasciato con sopra le indicazioni per l’appartamento della sua conoscenza, un Dottore a sua detta, forse lì avrebbe potuto domandare ospitalità. Chiese informazioni a un uomo che attendeva una carrozza e si diresse verso la sua ultima possibilità. L’edificio non era troppo dissimile da quello precedente, con pareti crepate, persiane percosse dal vento e roditori che pattugliavano le sporgenze dell’edificio. Bussò e si accorse che il portone era aperto, non poteva che procedere. Salì le scale con perplessità e picchiò l’appartamento indicato.

<< Dottor Edwards! Dottor Edwards è in casa? Mi manda Arcibald! Dottor Edwards mi sente! >> Non ebbe risposta. Inaspettatamente si aprì la porta dell’appartamento accanto.

<< Cerchi il Dottor Edwards? >> Chiese un’anziana.

<< Si Signora, Mi chiamo Priuma Fantàsia Pettolilla, stò cercando un posto dove passare la notte e sono stata indirizzata qui su consiglio si un amico del Dottore. >> La Signora tirò del fumo dal lungo bocchino per sigarette.

<< Il Dottor Edwards è morto di crepacuore due anni fa! Ci ha lasciati con tre mesi d’affitto non pagati lo screanzato, il lavoro non lo stava retribuendo molto bene eheheh! >> La vecchia Signora aveva un grande naso all’ingiù, un occhio grigio e l’altro di vetro. I vestiti cupi con un foulard di piume corvine appoggiato sul retro del collo, dei guanti con sopra dei preziosi e un copricapo sproporzionatamente largo. Sembrava un abbigliamento innecessariamente pomposo, come se la Signora volesse fingersi una Nobile. All’interno dell’appartamento si poteva vedere un paffuto Signore che si gustava dei dolciumi.

<< Sono la Padrona di casa, per tua fortuna la stanza è al momento disponibile se sei intenzionata ad affittarla… quanto argento hai con te? >> Priuma rovistò nel borsello.

<< Ho questo… >> Tre pezzi d’argento vennero avidamente tolti dalla mano di Priuma senza chiedere permesso. L’anziana li adocchiò, ne morse uno e con sufficienza sentenziò:

<< Andranno bene per stanotte, ti mostro l’alloggio. >> A Priuma le parve esoso ma era tardi, doveva asciugarsi e non voleva comunque circondarsi di impiccioni curiosi dei suoi occhi, quel domicilio isolato faceva al caso suo. Quando varcò la porta capì di essere all’interno di una topaia, le pareti erano fessurate, gocciolava acqua dal soffitto, le ragnatele erano più grandi delle seggiole e vi erano solo tre stanze, la Sala-Cucina d’ingresso, la Camera da letto che pareva più un ripostiglio stretto e polveroso ed il Bagno che la Signora non si scomodò nemmeno di presentare tanto poteva essere penoso. La Proprietaria elencò esigente tutti i dettami del condominio, ma Priuma rifletteva su altro, se il dormitorio della Lanterna Magica la faceva dispiacere questo non era certo un passo avanti. Era troppo fiacca per concepire quanto stesse accadendo e desiderò che la Signora si sbrigasse ad uscire.

<< Queste sono le chiavi, non smarrirle e non tentare di derubarle, qui affianco vive un Incantatore che è lesto a sostituire la serratura! >>

<< Non accadrà Signora. >> Disse Priuma a voce bassa. La Signora batté la porta e liberò Priuma dal fardello della compagnia. Anche i vestiti di ricambio erano fradici, poté solo svestirsi, asciugarsi con un panno e riscaldarsi nelle lenzuola indossando l’intimo. Era stata davvero la scelta giusta? Si chiese. Bastò rimuginare sulla giornata conclusa per rispondersi, ”Senz’altro”. l’indomani avrebbe trovato un nuovo lavoro e tutto sarebbe andato per il verso giusto, pensava. Non trovò difficoltà nel chiudere gli occhi ma prima di assopirsi venne richiamata dal suo bagaglio che cominciò a dimenarsi. Si alzò felina, prese la spada e la puntò contro l’ignota minaccia che dopo aver rantolato uscì rotolando.

<< Smeraldello!? >>

<< S-sei Priuma? >> Chiese in dormiveglia.

<< Che ci fai qui? Dovresti essere a letto. >>

<< No Smeraldello! Che ci fai tu qui!? >>

<< Qui dove, io sono… Aspetta che stanza è questa? Hei ma dove sono!? >> Il Grim perse l’abbiocco e iniziò a iperventilare con ansia.

<< Non siamo più nella Lanterna Magica, è un appartamento nel Centro di Kaerud. >> Disse Priuma. Il Grim urlò disperato:

<< Lo sapevo! Mi hai rapito! Vuoi fare giustizia per averti letto le Poesie di Kamilio! Perdonami non lo farò mai più! >> Era in preda al terrore.

<< Oh cielo, oh cielo siamo veramente lontani dalla Quercia Madre! La Densità Eterica qui è catastrofica! Non riesco a respirare! Sto avendo un attacco di panico! >>

<< I Grim non possono avere attacchi di panico! >>

<< Io Sì! >>

<< Smeraldello hai frainteso! TU eri dentro il mio bagaglio! >>

<< Ero dentro… Ah già è vero… Mi imbarazza ammetterlo nella situazione attuale ma la verità è che adoro la tua esalazione e mi sono appisolato nei tuoi indumenti… >>

<< Non lo fare mai più! >> Disse Priuma severa rinfoderando la spada.

<< Ma perché sei venuta qui? C’è stata una sciagura? >>

<< Tutt’altro, ne è conclusa una, mi sono dimessa. >>

<< Il primo giorno!? Per quale motivo!? Nessuno rifiuterebbe un impiego nella Lanterna Magica! >>

<< Bhè a quanto pare qualcuno lo ha ben fatto, quello è un covo di vipere spocchiose, te compreso! >> Smeraldello rispose con una linguaccia serpentina.

<< Se è un’alternativa che cerchi non ne troverai una migliore della Lanterna. Il personale è comprensivo, permissivo e soprattutto è di compagnia, non c’è mai da annoiarsi… >>

<< Ruth mi ha detto la stessa cosa, siete solo di parte. >>

<< Ah sì e che mi dici dell’ampiezza dell’edificio, la bellezza dell’architettura, gli Incanti e l’aria ricca di Etere, rinunceresti a tutto questo per cosa? Per pelare patate seduta in uno stabilimento? >>

<< Se il personale non è spocchioso come Lillian e Lloyd volentieri! >>

<< A me sembrano i piagnistei di una ragazzina viziata… >>

<< Smettetela di additarmi con quell’aggettivo! E’ irrispettoso nei miei confronti, è normale per me avere certe pretese non è facile cambiare vita dall’oggi al domani io… ci stò provando… ci stò provando con tutto il cuore… >> Priuma si sedette e si incupì intimamente.

<< Scusami… Hai voglia di raccontarmi? >> Chiese Smeraldello.

<< No! >>

<< Bene! Sai cosa mi importa! Rimani sola con il tuo tristo retroscena, in mattinata mi scorterai alla Quercia Madre! >>

<< Perché non ci torni da solo? >>

<< Ecco io… Io sono Agorafobico… >> Priuma soffocò una risata che poi esplose con maleducazione.

<< Il Secolare Spirito della Quercia Madre ha timore di porre il muso fuori dal recinto ahahah >>

<< S-si bhè non credere di essere superiore! Non troverai mai un mestiere che si confà alle tue capricciose aspettative! >>

<< Vuoi scommettere? >>

<< Scommettiamo! Se non riuscirai a trovare un impiego entro domani sera, dovrai raccontarmi la tua storia! >>

<< E tu dovrai resistere una giornata intera in mia compagnia per le strade di Kaerud senza rinunciare! Se vincerò… Dovrai rivelarmi per quale motivo hai stretto il Patto col Signor Blackwood! >>

<< Andat- >>

<< E dovrai mangiare tutte le poesie di Kamilio! >>

<< A-andata… >>

Il giorno dopo le nuvole si erano diradate e sopra Kaerud sorgeva un Sole raggiante. Priuma, ormai da settimane faceva tesoro dei primi istanti del risveglio poiché esenti da i suoi pensieri, quando riprese conoscenza si meravigliò della pattumiera in cui era capitata, ma non si affrancò e iniziò la giornata con ottimismo, sicura che sarebbe riuscita a trovare un impiego ideale. Scostò sul pavimento Smeraldello che le si era insonnolito vicino al ventre e indossò i vestiti. La Proprietaria cominciò a importunare fin da quell’ora bussandole alla porta, con allarme si ricordò di essere una Bicromaga e aprì la porto con una mano sull’occhio.

<< Buongiorno! Ero venuta a controllare che fosse tutto regolare e… Signorina ma ora che noto le sue iridi, lei è un’Incantatrice! Perché non mi ha avvisata… e perché si copre l’occhio sinistro!? >>

<< Mi è… entrato qualcosa nel bulbo, Non pensavo fosse rilevante chiedo venia, fa differenza? >> La Proprietaria la guardava con altezzosità.

<< Non fintanto che pagherete l’affitto, oggi è il secondo giorno, ha con sé altre tre monete? >>

<< Signora ora che ho soggiornato posso dire che trenta denari sono veramente troppi per il tetto che mi ha offerto. >>

<< Mi è per caso irriconoscente!? >>

<< No dico solo… Che due monete d’argento potrebbero essere giuste… Ne ho con me solo quattro… >> La Signora accettò l’accordo prendendole dalle mani il denaro.

<<  E siano due argenti al giorno ma se non troverai denaro sarai costretta a sloggiare cara ragazza, mi dispiace ma ho fatto il possibile. Io e mio marito stiamo andando al mercato, vedi di muoverti, le lancette non si fermano nemmeno oggi! >> Disse scendendo le scale accompagnata da quell’uomo palesemente succube del rapporto coniugale.

Priuma serrò la porta con astio, ma la Proprietaria aveva ragione, doveva affrettarsi. Svegliò Smeraldello toccandolo col piede ed entrambi uscirono alla ricerca di un salario.

Priuma era vestita con una maglia in cotone color cioccolata e dei calzari scuri, un abito retrogrado rispetto alla sartoria Kaerudiana. Retto dalle cinghie, il borsone conteneva Smeraldello che scrutava vigliacco il mondo da una fessura.

<< Potresti pure degnare il terreno con le tue zampe, non è mica pestilenziale! >>

<< Ci sono innumerevoli modi di lesionarsi camminando per strada, potremmo essere travolti da una carrozza, schiacciati da un’insegna, borseggiati da dei malviventi… >>

<< Miei Dei… Per fortuna eri nel sonno la scorsa notte. >>

<< Perché che è success? Priuma! Che è successo ieri sera!? >> Diversi edifici dopo erano entrati nel Mercato del Lavoro seguendo delle indicazioni, era uno spiazzo farcito di bancarella dove i piccoli imprenditori valutavano opportunità di collaborazione. Priuma staccò da una bacheca degli annunci e li sfogliò indagatrice senza suscitarne interesse per alcuno.

<< Che tipo di impiego stai cercando? >> Chiese Smeraldello.

<< Io vorrei un mestiere emancipato, dove poter lavorare in autonomia e senza l’impedimento altrui. >> Il Grim Sorrise.

<< Sai la libertà è un vizio moderno, i tuoi progenitori dovevano accontentarsi del lavoro avuto in eredità e anzi ringraziare di potersi permettere del cibo, nel tempo ho visto fratelli assassinarsi per accaparrarsi il diritto di mietere i terreni dei padri. >>

<< Forse perché quella era la loro ambizione, io avrei ceduto il terriccio e sarei partita per la mia strada. Una vita dedicata a uno scopo malvoluto non merita di essere vissuta. >>

<< E di grazia potrei sapere quale mira è di tuo interesse? >> Priuma sorvolò.

<< Qui vi sono molte domande come camerista, voglio propormi ad uno per vedere la differenze con la Lanterna Magica >> Si diressero nella parte Orientale del Mercato dell’Idra. Kaerud non smetteva di rammentare il suo incanto a ogni ora. Priuma non aveva mai visto così poco verde in un centro abitato, dei vapori artificiali uscivano da i comignoli degli edifici e gli ornamenti tecnologici come orologi e idranti vincevano in numero i costrutti Incantati, pensò che i tempi stavano davvero cambiando e avvertì del turbamento per l’Impero. Giunsero nell’Osteria del Mastro Lettore, descritta come un’attività che offriva sia cibarie stagionali che tomi con cui affiancare gli spuntini. L’edificio faceva parte di un isolato in mattone laterizio, la facciata era fabbricata con del ferro verniciato di amaranto con due vetrine sul lato destro, una su quello sinistro e un ingresso con un’enorme insegna Eterica. L’interno aveva una cinquantina di posti a sedere e un lungo bancone curvo con serviti arrosti farciti, suini e manzi speziati. Difronte centinaia di elisir dai fiaschi colorati e modellati per attirare l’attenzione, delle scale portavano al piano superiore con cortinaggi dello stemma Kaerudiano, due Quercie sorreggevano con le loro radici uno scudo incoronato. La particolarità consisteva in delle gallerie cilindriche sul soffitto dalle quali scendevano delle scale in legno. Queste erano straripanti di tomi ed erano la delizia della clientela. Il Locale era già pieno e chiassoso, le due ostesse correvano tra i tavoli con vassoi fumanti e un Messere robusto e baffuto strofinava un boccale dietro il banco.

<< Mi scusi >> Disse Priuma con dell’incertezza

<< Ho appreso che siete alla ricerca di assunzioni? >> Il Messere le rispose senza degnarle sguardo.

<< Doveva leggere con più impegno Signorina, stiamo assumendo solo uomini, di giovinette ne sono già pieno, posso solo offrirle i nostri servizi, altrimenti mi dispiace dirle che è venuta in vano. >> Priuma non desistette e rispose con fervore.

<< Se è per faccende di possanza allora non vi sono problemi! Può non sembrare ma sono più nerboruta di tutti i marcantoni in questa stanza! >> Il Signore alzò lo sguardo per esprimere un’insistenza quando venne folgorato dalle iridi della ragazza.

<< Per gli Dei, una Bicromaga! >> I Clienti ammutolirono, i menestrelli sospesero le note e l’Osteria si rivolse verso di lei. Volarono disparate domande in una calca maleducata che Priuma non sapeva gestire. L’Oste urlò:

<< Signori non scomodatevi! Questa giovane è venuta per lavorare, non infastiditela! >> Priuma era lieta di aver udito quella ritrattazione ma asfissiava in quel caos. Strisciò nelle pareti fino al piano di sopra, vi erano Impresari, con cilindri, monocoli e pellicce di volpe che facevano carte false pur di trascinarla nelle loro attività, sputacchiando cifre da capogiro. Priuma balbettò del dissenso, poi quando vide che non vi era più ragione in quell’edificio colse un’occasione e saltò spericolata da una finestra atterrando sopra un carro di denti di leone giganti. Smeraldello uscì dal nascondiglio.

<< Wah! Un mezzo in movimento, un arrischiatissimo mezzo in movimento! Dobbiamo scendere subito! Rischiamo il tamponamento in ogni stante! >> Priuma divertita dallo slancio giocava con dei boccioli.

<< I Kaerudiani sono degli ostinati incivili! Non vi era traccia dell’indipendenza che cercavo, dovremo cercare altrove! >> Smeraldello rispose squadrando la stabilità del carro.

<< Anche fosse il problema è alla radice! Sei una Bicromaga, alla Lanterna questa problematica è mitigata ma altrove susciterai sempre delle attenzioni! >> Priuma fissava intensamente il Grim che nel mentre si era coperto metà muso con degli arbusti.

<< Che c’è!? >>

Ore dopo Priuma esplorava le carreggiate della città con una benda nell’occhio appena acquistata con uno dei suoi pezzi d’argento, li avrebbe riavuti al tramonto, pensò. Con quella sarebbe sembrata una comune Incantatrice Verde. Coprire ciò che la aveva resa orgogliosa tutta la vita fu un dolore che dovette cercare di sopprimere. La seconda tappa era una Bottega Alchemica. Predominanti erano tre gigantesche ampolle con dei tappi di sughero nel centro. Le pareti erano occluse a causa delle incontrabili boccette sugli scaffali, nessun colore era escluso ed esposti sulle mensole vi erano anche pergamene, erbe, alambicchi e matracci. Un’incantatrice dagli occhi di Mirto e le lenti ovali ispirava familiarità, fù lei a presentarsi entusiasta.

<< Un’Incantatrice che visita gradita! Mi dica che è venuta per l’annuncio! >> Priuma si sentì lusingata.

<< Si, stò cercando un lavoro… >>

<< Ha esperienze con l’Alchimia? >>

<< Di base… L’annuncio non citava prerequisiti quindi sono passata a domandare… >>

<< E ha fatto benissimo, aspetti qui, vado in giacenza a prendere del materiale! >> La donna entrò nel retrobottega e Priuma approfittando della solitudine fece uscire Smeraldello.

<< Ma che fai!? >>

<< Potrebbero servirmi degli strumenti, come dovrei spiegarlo un Grim sulla schiena? E poi la scommessa non conta se ti adagi tutto il giorno! Esci e fai una girata! >>

<< L-lì fuori!? All’aperto!? >>

<< Si Smeraldello… nella Città dove hai vissuto per secoli, quale azzardo… >> Disse Priuma con occhio sfottente.

<< Ma lì fuori è pieni di Gatti! Potrebbero confondermi con un Cane e graffiarmi! O anche i Cani potrebbero scambiarmi per un Gatto e mordermi! >>

<< Smeraldello tu sei più simile a un Procione! Ora vattene prima che ritorni! >>

<< Ah vero… I Procioni sono preda di quali animali? >>

<< Smeraldello! >>

<< Va bene, vado, vado, che modi! >> L’Alchimista tornò con delle ampolle e spiegò a Priuma il da farsi, era un lavoro meccanico non occorreva esperienza ma bisognava seguire e imparare delle formule chimiche. Si trattava di dover distillare un composto dalla secrezione di un Tritone Briomiano, questo era alto trenta centimetri, nero a chiazze arance sul dorso e arancio a chiazze nere nel ventre. Dopo aver ingerito un frutto di triliegia espelleva un acido ricco di glucosio e fruttosio. Questi zuccheri andavano quindi scomposti tramite dei microrganismi all’interno di delle ampolle, ve ne era una rossa una verde e una blu e in ognuna vi era un batterio diverso da impiegare nell’indicata dose per generare infine dei polimeri sintetici da rivendere. Priuma sudava cercando di mantenere la concentrazione, era un compito metodico ma non privo di imprevisti, doveva seguire le reazioni, alzando o abbassando la temperatura, aggiungendo erbe e sottraendo centilitri. Tutto procedeva regolare tante vero che Priuma smise per un attimo di prestare attenzione e fù in quel momento che produsse una reazione disastrosa, errò la tipologia di batteri e questo generò una mostruosità tentacolare violacea che invase il negozio e fece infuriare l’Alchimista che smarrì la grazia precedente.

<< Fuori di qui criminale! >> Urlò. Priuma scappò offesa e raccolse Smeraldello che nel mentre stava cercando di evitare il filo di una micina.

<< Non è andata come speravi? >> Chiese alla ragazza.

<< Meglio così! Me la facevo più sperimentale l’Alchimia, all'opposto è molto metodologica! >>

<< Se quello è il prezzo della sperimentazione… >>

<< Vieni, questa volta proviamo in fabbrica! >> L’industria tessile non era molto distante, era uno stabilimento piccolo da una dozzina di dipendenti. Ormai di consuetudine, Priuma posò Smeraldello all’entrata e entrò speranzosa. Uscì dopo un quarto d’ora.

<< Hai già fallito? Sono quasi deluso ragazza, niente tentacoli, niente fiamme, pensavo avresti continuato a dare spettacolo! Oh no, forse questa volta ti hanno assunta! Volevo dire… ”Che bello, ti hanno per caso assunta?” >> Priuma rispose con una nota rattristata.

<< Hanno detto che sono troppo lenta con la macchina da cucire… I Kaerudiani sono così esigenti! Non si accontentano della normalità vogliono tutti l’eccellenza ma è chiaro che ci sarà sempre qualcuno più bravo di me a cucire! Non transigono nemmeno un errore! >>

<< Vedila in questo modo, ti fideresti di una lama smussata? E’ normale che ognuno di noi pretenda l’efficienza. >>

<< Si ma io non esigo di combattere col Platino Reale! >> Priuma calcò un sasso e udì il rumore dello stomaco affamato di Smeraldello.

<< Vieni, andiamo a mangiare. >> Disse con un sorriso. Si fermarono al Parco dei Giganti con le sue enormi terrecotte ideali per l’intrattenimento dei più piccoli che correvano nell’erba assieme agli animali da compagnia. Priuma spese il suo ultimo argento per dei cosciotti e una tipicità Kaerudiana, il così detto ”zucchero filato”. Erano dei dolcissimi filamenti attorcigliati a un bastoncino, entrambi lo mangiarono con letizia e si concessero di sprecarlo per giocarvici sopra dipingendo dei baffi al compagno. Si spensierirono correndo, Priuma cercò di rendere Smeraldello pavido, facendolo giocare con degli animali domestici, dopo qualche minuto prese confidenza e lo vedeva correre in lontananza con dei bambini mentre lei rideva. Priuma attraversò i vari angoli della Città, tentò di essere una pellettatrice, una gioielliera, un’armaiola, una cuoca ma ogni attività la ricacciava con indolenza e la cosa che più la scoraggiava era che nessuno di quei mestieri le sembrava interessante. Il sole era calato, le nuvole coprivano la luna, stavano camminando in un vicolo isolato e Smeraldello dichiarò con i volantini tra le zampe:

<< Il prossimo dovrebbe essere un impiego da saltimbanco per un circo… non sarà la tua prima scelta ma il salario non è spregevole guarda… >>

<< Hai vinto. >> Rispose lei.

<< Eh? >>

<< La giornata è terminata e tu non ti sei arreso. Sei stato bravo. >> Smeraldello tacque, si era divertito a tal punto nelle ultime ore da aver dimenticato la scommessa e il disagio.

<< Torniamo a casa… Devi riscuotere la tua vincita, domani mattina ti riaccompagno alla Lanterna. >> Smeraldello concepì che senza monete d’argento Priuma non aveva più un posto dove andare.

<< Priuma ascolta, anche se ho vinto non sei costretta a… >>

<< Sh! >> Disse Priuma chiedendo silenzio.

<< Che modi! Volevo solo… >>

<< SH! >> Insistette. Smeraldello aveva frainteso. Erano circondati, una decina di uomini da un lato e una decina dall’altro. Erano prevalentemente vestiti di nero con una calzamaglia retta da dei lacci, degli stivali stretti, dei guanti forati, una mantella con un cappuccio alzato e una maschera che celava il volto. I cappucci avevano degli occhi da rettile colore acqua marina cuciti ai lati.

<< Ti avevo detto che ti avrei ritrovata Passerotto! >> Il viscido della sera prima comparve con un ghigno fastidioso, a braccia aperte vantava i compagni che si era portato appresso, ladri e borseggiatori, forse assassini, la accerchiarono, passo dopo passo si avvicinavano a lei.

<< Priuma chi sono questi, cosa facciamo? >> Chiese Smeraldello spaventato, conoscendo la fobia del Grim, Priuma doveva supportarlo.

<< Ci penso io, tu resta nascosto e non fiatare, ti venderebbero senza pensarci! >> Lo impaurì, ma doveva assicurarsi che sarebbe rimasto nascosto.

<< Hei Dennis! Non ci avevi detto che era una Incantatrice Verde! >> Disse uno indicando l’occhio non bendato.

<< Non lo sapevo, avevo intravisto solo i suoi capelli, questo stimola sola la serata, cos’è avete paura di un po' di vento o di qualsiasi altro trucco sia capace quella ragazzina!? >> Minimizzò Dennis.

<< A te stà bene? >> Disse un altro a un omone che doveva essere il Capo. Era pure lui incappucciato ma doveva avere un viso largo come le spalle e robusto come le gambe, indossava un indumento di raso zaffiro con rammendi verdi, delle maniche lunghe al punto da coprire le mani, dei fiancali in cuoio nero e delle cintole con dei coltelli da lancio. Non rispose, si capiva che la faccenda non lo entusiasmava, venti uomini che circondavano una signorina non era certo la più lodevole delle imprese. Nessuno intervenne in soccorso, anzi, qualcuno andò a serrare le finestre non volendo essere coinvolto in una faccenda pericolosa. Quella era una Gilda di Tagliaborse conosciuta in Città, nemmeno la legge poteva dettare nei loro territori. Iniziò a gocciolare, poi a diluviare peggio della sera prima. Priuma estrasse la Spada Larga e la roteò con spavalderia come non faceva da mesi, aveva un sorriso smanioso sulle labbra e urlò mostrando i denti.

<< Cosa aspettate! Cominciamo! >> Un assalitore rispose alla provocazione attaccando frontalmente per patire la base del manico di Priuma sulla sua nuca, quello successivo tentò un fendente orizzontale che venne ricacciato e punito con un colpo nel fianco destro, il terzo non fece in tempo ad agire che subì un calcio verso l’alto, il quarto parò uno, due, tre colpi e poi si inginocchiò con un colpo di gomito, era indomabile. Priuma combatteva come una selvaggia, i criminali non si aspettavano di dover estrarre l’arma quella sera, avevano dato per scontato che i primi due uomini sarebbero bastati, anzi avanzati per quel lavoro ma si ritrovarono costretti a difendersi con dedizione per non soccombere. In pochi istanti rimasero tutti stupefatti, soprattutto l’uomo vigoroso i cui occhi iniziarono a rifulgere.

<< Sarebbe questo il valore dei Tagliagole di Kaerud! Sono profondamente delusa, siete poveri di iniziativa e vigore o semplicemente non avete le palle! >> Sbeffeggiò Priuma con un viso cagnesco. Qualcuno allora si fece più audace e tentò un fendente saldo, Priuma fù costretta a non defletterlo ma a pararlo nel mentre con un calcio allontanò un’infame che se ne stava approfittando e con due tallonate atterrò un secondo malvivente. Face scivolare la spada dell’aggressore e lo stordì con un calcio nello stomaco poco prima di deviare tre fendenti e restituirli con dei tagli punitori nella pelle avversaria. Danzava sotto la tormenta, schivando e contrattaccando, anche se non le era mai mancato l’ossigeno dopo tanto tempo le parve finalmente di respirare. Conseguire un contrattacco era una gioia imparagonabile rispetto al servire uno stufato, distillare un’ampolla o ricamare una sottana, perché avrebbe voluto desiderare altro? Viver in altro modo? Annullarsi in impieghi miserevoli? All’improvviso Dennis comparve rancoroso e le sfiorò con una mossa infida il capo, tagliandole il filo della bandana.

<< Una Bicromaga! >> Urlò uno dei ladri sotto la pioggia. Dennis sgranò gli occhi e il capò alzò il viso con interesse.

<< I-Io non lo sapevo che era una Bicromaga! Se lo avessi saputo non avrei mai… >>

<< Fatevi da parte! >> Disse l’uomo abbassandosi il cappuccio. Scoprì un viso prevedibilmente turpe, dalle labbra larghe, il nasone all’ingiù, lo sguardo arcuato e un cranio calvo con un Serpente Marino tatuato, avente due teste che comparivano minacciose sulle tempie. Occhi lavanda.

<< Sei un Evocatore dico bene? Non ne ho mai affrontato uno, forza! Concedimi almeno tu una sfida! >> L’uomo rimase in silenzio, passeggiava intorno a lei. I sottoposti li lasciarono fronteggiarsi da soli, sia per gli ordini del capo che per lo spauracchio dovuto alla Bicromagia.

<< Finora hai combattuto con destrezza semplicemente con quel pezzo di ferro arrugginito, mi chiedo cosa sei capace di fare con i tuoi Incanti, perchè non me li mostri? >> Priuma non accettò che quell’infame gli rovinasse il momento aprendole la ferita e fù lei ad attaccare per prima. Scagliò un fendente, allora il Capogilda sibilò:

<< Scilla! >> Dalla manica gli fuoriuscì un Serpente Marino che fermò il colpo mordendo la lama. La creatura era squamosa, di colore azzurro e dagli occhi gialli con due baffi e due pinne a cresta ai lati. Priuma non riusciva a divincolarsi e l’avversario ne approfittò per fronteggiarla fisicamente. La ragazza non volle cedergli la lama e quindi parò colpo per colpo i calci ed i pugni che le venivano rivolti contro. Un’apertura le permise di calciare il serpente per liberarsi e passare all’attacco. L’Evocatore si difese con le fauci della creatura marina, lo utilizzava come fosse una frusta ma alla fine venne mozzata da un taglio netto. La testa cadde per terra e gli spettatori furono esterrefatti da quel primo round.

<< Va bene. Abbiamo finito di giocare, ora combattiamo! Tiamat! >> Dalle maniche destra e sinistra uscirono decine di serpenti marini celesti dalla cresta centrale. Priuma non si demoralizzò e scagliò agguerrita una spadata verso i rettili che pararono il colpo rispondendo con del metallo, infatti dalle loro fauci uscirono delle lame per ognuno di loro, a quel punto la giovane fù impressionata e retrocesse.

<< Sai perché questo viene chiamato il Mercato dell’Idra?  >> Urlò Dennis.

<< Non è certo per le sue Vie, ma per la protezione che la mia Gilda esercita in questo territorio! Se ferisci uno di noi, altri verranno per punirti, non puoi vincere Passerotto ahahah! >> Il Capogilda fece gesto a un suo sottoposto di farlo tacere e questo eseguì l’ordine dando un pugno allo stomaco a Dennis.

<< Perdonami. Quando Dennis mi ha raccontato di come hai sbaragliato tre dei miei uomini ero incuriosito dal metterti alla prova, quando ti sei rivelata essere un’Incantatrice ho pensato a un colpo di fortuna ma quando la tua benda è caduta non ho potuto che vedere le mani del fato! E’ da qualche ora che i miei uomini ti hanno seguita, stai cercando un lavoro? Perché non offri le tue abilità a mio servizio? >> Priuma sbuffò una risata.

<< Sai, nonostante sia al verde, mangerei merda, piuttosto che servire una combriccola di codardi mascherati che attaccano le ragazze al buio! >>

<< Non puoi vincere questo scontro senza i tuoi Incantamenti Ragazza! >> Priuma non potette che offendersi davanti a una frase così dura e si lanciò in un attacco disperato. Le creature erano innumerevoli e ferivano in ogni direzione, soffrì tre graffi prima di riuscire a colpirne una, volteggiava evitando la minaccia ma continuava a essere tagliata alle caviglie, l’obbiettivo dell’avversario, dovette ingegnarsi e con una capriola riorganizzò la strategia. Guardava l’avversario negli occhi mentre questo comandava le bestie con movimenti sinuosi e intimidatori.

<< Sicura di potercela fare? >> Chiese Smeraldello

<< Ho affrontato di peggio! >> Rispose Priuma buttandosi alla carica. Finse un assalto e si fermò poco prima per sgozzare tre teste, altre quattro la attaccarono e lei saltò lateralmente parandone le lame per rispondere con una giravolta fatale. Il sangue colava dalle bestie amputate il cui corpo si ritirava, ne parò altre due e una terza la attaccò di lato, Priuma le morse il collo come fosse un animale rabbioso, poi la tagliò con i denti, schivò altre cinque e tagliò pure loro fino a che l’Evocatore non rimase con sole tre teste. Era ansimante e inveì con affanno.

<< C’è altro o posso venire a disarcionarti? >> Chiese.

<< Combatti come una pazza, se stessi combattendo sul serio avresti già le arterie recise. >>

<< Allora fallo! >> Sbraitò Priuma.

<< Leviathan! >> Dalla sua schiena uscirono due enormi bestie, più possenti delle precedenti, di colore blu, avevano delle pinne aguzze nella parte inferiore e tre creste centrali di colore vermiglio, delle corna e un ringhio da Viverna. I rettili sbavavano intimidatori, uno di loro spalancò le fauci e lanciò un’Arte Incantata, un raggio d’acqua dalla pressione tale da infrangere il Basalto, Priuma lo lisciò e corse verso la creatura tirandogli due spadate che generarono null’altro che scintille, l’altro serpente tentò di azzannarla, Priuma si abbassò e in un atto disperato tagliò il ventre dell’evocazione con tutte le sue forze non recidendola del tutto ma sgozzandola quel che bastava per renderlo inoffensivo. La spada larga si spezzò, quel rottame aveva resistito fin oltre le sue aspettative, evitò il contrattacco dell’altra salendole sulla schiena per correre con passi tamburellanti dal Capogilda che cercò di difendersi lanciandole dei pugnali ma inerme davanti a una simile rimonta cadde piegato con la lama smussata alla gola. Lo sconfitto era disteso e rilasciò l’evocazione, lei si alzò per sentire la pioggia sulla pelle. Con enorme fatica aveva atterrato un nemico che pochi mesi prima avrebbe sconfitto in pochi istanti. Era una vittoria insapore. Combatteva con la consapevolezza di essere amputata, senza avere ciò che aveva un tempo e senza la persona che un tempo le era accanto, si interrogò su che significato poteva avere la vita per lei da ore in poi, con all’orizzonte solo palliativi, mestieri infelici, era venuta a Kaerud per dimenticare ma non era riuscita nemmeno in quello, mollò la presa sulla lama e lasciò che questa riecheggiasse sul terreno. Il Capogilda percepì che c’era qualcosa che non andava. Dennis se ne approfittò e la attaccò alle spalle.

<< Fermo! >> Urlò il Capogilda consapevole che quel colpo sarebbe stato fatale. E allora Smeraldello uscì dal bagaglio mordendo il vigliacco alla gola. Dennis strillò dolorante e mollò la lama prima che il Grim mollasse la presa, si mise a ringhiare in difensiva di Priuma.

<< Cos’è quello, un Grim!? >>

<< Ma chi è quella ragazza!? >> Un uomo gli diede un calcio senza problemi e altri lo seguirono.

<< No! >> Urlò Priuma bloccata da uomini che si approfittarono del suo disarmo.

<< Spettro! >> Urlò una ragazza. Un fulmine scarlatto attaccò un membro della Gilda facendolo volare in aria, un secondo fulmine allontanò gli altri, liberando il Grim. Priuma si voltò e vide Ruth maneggiare delle saette. Con la mano destra creò una Ragnatela Elettrica che incarcerò gli assalitori sulla parete. Il Capogilda si rialzò.

<< Non sapevamo che questa ragazza era sotto la protezione della Tarantola Scarlatta… >>

<< Kyle, non credevo che foste caduti così in basso da assalire le fanciulle. >>

<< Non era mia intenzione farle del male, cercavo di reclutarla nei nostri ranghi… >>

<< Bhè non potete, quella è merce mia! >> Esclamò Ruth. Il Capogilda rese un inchino riverente dicendo:

<< La Gilda dell’Idra manda i suoi ossequi alla Tarantola Scarlatta. >> E scomparve nella pioggia assieme ai suoi uomini. Dennis li raggiunse per ultimo, spaventato da un ringhio di Smeraldello.

<< Torniamo a casa Novellina. >> disse Ruth.

A mezzanotte Priuma era tornata riluttante tra i muri della Quercia Madre, si trovava all’interno dell’Ufficio del Signor Blackwood e la Tutrice le stava medicando le ferite con delle garze, dell’aceto del salasso.

<< Aih! >> Si lamentava Priuma.

<< Stai ferma. >>

<< Come avete fatto a trovarmi? >> Dalla scrivania comparve il Camaleonte di Kamilio.

<< Quello è Cornelio, Kamilio lo usa per spiare i dipendenti, ti ha seguito fino al rifugio ieri sera, poi è venuto a riferirci la posizione, ti ho attesa nei dintorni mezza giornata fino a quando non ho udito dei rumori metallici in un quartiere. >>

<< Aspetta, quel Camaleonte è stato a spiarmi tutto il giorno ieri, Aih! >> Ruth strinse una garza.

<< Sei un vero disastro Novellina, hai laceri ovunque! La tua non è inesperienza, utilizzi uno strano stile di combattimento, come se non ti curassi delle ferite subite… >> Priuma ovviamente divagò.

<< E di te che mi dici? Cos’erano quei fulmini dal bagliore rossastro? Non avevo mai visto un Incanto simile e cos’è questa storia della Tarantola Scarlatta? >> Ruth sospirò concentrata nella medicazione.

<< Io discendo… da una Casata di Incantatori abili nella Creazione del fulmine, la nostra Arte è conosciuta come i Fulmini Scarlatti per via dell’azoto presente nel nostro Etere. >>

<< Avevano lo stesso odore del gesso di ieri mattina. >>

<< Si è sempre il mio Etere fuso al solfato di calcio… Sono Scariche Elettromagnetiche più potenti dei comuni lampi, pertanto più dispendiose e difficili da controllare, ho ancora le ginocchia tremolanti… >>

<< Bhè grazie per averle adoperate, se non fosse stato per te a quest’ora sarei diventato una borsetta per le nobili signore! >> Disse Smeraldello.

<< Piuttosto nemmeno io conoscevo questa storia della Tarantola Scarlatta… >> Ruth esitò.

<< Prima di venire qui… Ero il Capo della Gilda dei Tagliaborse di Briomia, la Capitale di Briom-Xalma. >>

<< Tu cosa!? >> Urlò Smeraldello e pure Priuma fù sorpresa.

<< E’ stato tanti anni fa, prima che mi pentissi delle mie azioni e mi curassi degli effetti che queste avevano sulle persone che mi stavano intorno… Per questo sono venuta a cercarti Novellina, in te percepisco lo stesso mio smarrimento di un tempo e non volevo lasciarti. >> Priuma colse quelle parole, poi disse:

<< Smeraldello… Grazie. >>

<< Per cosa? >>

<< Per avermi difesa, sei stato valoroso… Ti ringrazio. >>

<< Eheh… Cos’è questo… Priuma mi ha fatto forse imbarazzare? Oh celo erano secoli che non mi imbarazzavo. E’ un’emozione terribile non farlo mai più. >> Le ragazze sorrisero.

<< Allora hai trovato quello di cui eri alla ricerca? >> Chiese Ruth… Priuma soppesò le parole e rispose.

<< No… Il problema non siete voi e non è La Lanterna… Il problema sono io… >>

<< Perché dici così? >> Allora il Signor Blackwood entrò nell’Ufficio e come vide Priuma la abbracciò.

<< Hei! Ragazzina! >> Aveva un’attitudine completamente differente rispetto a come si erano lasciati, le dedicò una stretta di sollievo, quasi paterna.

<< Mi hanno raccontato tutto! Perdonami! Non avrei dovuto cacciarti in quel modo, sono stato un immaturo, ho avuto una brutta giornata e… Non avrei dovuto cacciarti in quel modo! >> Ripetè il Signor Blackwood. Il soccorso di Smeraldello, le cure di Ruth, le parole del Signor Blackwood, in quel momento Priuma ebbe un crollo, divenne rossa, le scese una lacrima e si mise a piangere tra le ginocchia.

<< No! Sono una deficiente! Voi siete stati così carini e io vi ho detto tutte quelle brutte cose! >> Ruth e il Signor Blackwood si guardarono in faccia. Pure Smeraldello si rivolse a Cornelio anche se percepì l’empatia di un ceppo.

<< Non devi dire così… >> Disse il Signor Blackwood sfregandole le spalle.

<< Come ti dissi, tuo padre mi ha accennato la tua situazione, se ti servirà più tempo per accettare questo stile di vita ti verrà concesso e se questo non dovesse bastare potrai tornare a casa quando vorrai. >> Priuma finì di lacrimare e con una goccia sul naso e lo sguardo perso rispose:

<< Casa… Cosa dovrei trovare lì… Non c’è più niente. >> Il Signor Blackwood che non era abituato a interfacciarsi con l’intimità altrui si bloccò, fù Ruth a prendere in mano la situazione e confessò un pensiero che aveva in testa già da tanto:

<< Novellina… Pure io sono d’accordo sul lasciare a ognuno i propri spazi… Ma questa volta… Voglio che tu ci dica cosa ti affligge… Voglio insistere e starti vicina… Voglio affrontare questo problema insieme a te e non lasciarti sola! >> Priuma rimase sospesa, si asciugò le lacrime e disse:

<< Va bene, vi racconterò tutto… >> Si sistemarono. Priuma era seduta dalla parte degli ospiti, il Signor Blackwood al suo posto e Ruth comoda in piedi mentre Smeraldello litigava con Cornelio per non farsi slinguazzare la pelliccia. Il Signor Blackwood goloso fece per prendere un bicchiere di liquore alla liquirizia ma venne rimproverato dallo sguardo di Ruth evitandogli il gesto maleducato. Protestò con gli occhi e pregò Priuma di cominciare.

<< Ho studiato tutta la vita all’Accademia Militare di Kamelot ed era da tre anni che servivo l’Esercito del Regno. >>

<< Si questo lo avevo intuito. >> Disse Ruth. Priuma fù ingenuamente sorpresa.

<< Come hai fatto a scoprirlo? >>

<< Non fosse bastato averti vista squarciare dei serpenti marini, non avevo già più dubbi da quando hai detto ”brandisco lo scopettone!” >>

<< Hm… Bhè, è così. Il mio sogno è sempre stato servire la Corona sul campo di battaglia ed ero brava… Ero molto brava… Gli ultimi anni come saprete sono stati problematici… L’Antica Barriera ha iniziato ad incrinarsi e la mia unità ha dovuto combattere le infiltrazioni Adombrate sul confine… Poi, un giorno come un altro, senza alcun motivo, non sono stata più in grado di lanciare gli Incantamenti, nemmeno quelli più comuni. Mi sono fatta visitare da un dottore e lui ha riscontrato un disfunzionamento della mi Ghiandola Eterica. >>

<< Ne ho sentito parlare. >> Disse Ruth.

<< Sono complicazioni molto serie, perdonami se te lo chiedo Priuma, ma quali sono le percentuali di guarigione? >>

<< Nessuna. >> Rispose Priuma seguita da un silenzio.

<< Non ci sono possibilità di ripresa, nessuno che abbia avuto la mia patologia è riuscito a curarsi, abbiamo provato di tutto, Incantesimi, medicine, erbe, preghiere, non c’è stato nulla da fare. >>

<< E che mi dici di un trapianto di Ghiandola? >> Chiese il Signor Blackwood.

<< La Ghiandola Eterica non è come un cuore, anche se trovassi un donatore dallo stesso Flusso, il chè sarebbe improbabile visto che Priuma è una Bicromaga, questo non funzionerebbe ugualmente, lo so perché nel mercato nero di Briomia… No, questo forse è meglio non citarlo… >> Disse Ruth mordendosi le unghie.

<< Comunque, a Kamelot non potevo fare altro che deprimermi, mio padre allora ha preso la decisione di inviarmi qui per farmi ricominciare una nuova vita, io non ho avuto niente da ridire, in questo momento mi sento come un sassolino in balia delle onde, non ho grinta per decidere il da farsi… >> Questo concluse lo sfogo di Priuma. Ruth scambiò uno sguardo col Proprietario che con un cenno confermò il racconto della ragazza. La Tutrice costeggiò la scrivania, si chinò a appoggiò le mani su quelle di Priuma.

<< Novellina, non è stata ancora detta l’ultima. La Lanterna Magica è un crocevia per tantissimi Incantatori provenienti da tutto il Regno e non solo, sono certa che qualcuno di loro saprò come aiutarti. >>

<< Ne sei sicura? >>

<< Certo, c’è una persona in particolare che vorrei ti visitasse… >>

<< E come faremo per la questione della Bicromagia? I dipendenti continueranno a domandare. >> Chiese Smeraldello.

<< Potete dirglielo… >> Rispose Priuma indifferente.

<< Potete dirgli tutto. Volevo rinnegare la verità, perché accettare di non poter usare più i miei Incanti era troppo doloroso, ma non ha funzionato, non ho fatto altro che creare degli spiacevoli malintesi, dovrei chiedere scusa a tutti. >>

<< Non c’è bisogno cara, e poi adesso è tardi vai a letto, puoi riprendere a lavorare quando vuoi. >> Disse il Proprietario.

<< No! Voglio tenermi il pensiero occupato. Voglio lavorare, sono ancora in prova per entrambi i turni giusto? >> Disse accennando finalmente un sorriso.

<< Giusto, ti aspetto domani mattina in mensa. >> Rispose Ruth. Spensero le candele e si diedero la buonanotte. Priuma risalì nella sua camera, la centotre. Dopo la sua esperienza nella precedente stamberga fù felice di sdraiarsi infanga in quel letto caldo, l’indomani avrebbe pensato a lavarsi. Affianco al cuscino notò una bambolina che la rappresentava, era la stessa creata la sera prima dalla signora Dixie. Si vergognò per le brutte parole che la aveva rivolto, annusò la bambola e sapeva di lavanda, rise come una bambina e si assopì con quell’aroma.

 

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Priuma seduta sul tavolo con le gambe incrociate mescolava lo zabaione con un mestolo di legno, il grembiule non era riuscito ad impedire alla farina di macchiarle l’elegante abito di raso.

<< Amorino hai messo ancora una volta troppa farina, devi aggiungerla poco alla volta. >> Disse sua madre mentre pelava delle carote seduta affianco.

<< Tanto deve finire comunque tutta nella ciotola. >>

<< Si, ma così si amalgama male. >>

<< Pensa per te, stai pelando quelle carote come se fossero degli insaccati, dammi ti faccio vedere. >> Priuma filettava l’ortaggio con velocità e perizia inumana, versando nel recipiente la pietanza grattugiata.

<< Quando fate così tu e tuo padre non vi sopporto, mi sento sminuiti in questa casa. >>

<< Perché mio padre è incluso nel ramo familiare? >> Disse Priuma con impertinenza.

<< Farvi conciliare è una causa persa… >>

<< Ma è vero! Da quando è tronato da Grandoza non fa che pescare! Praticamente lo vedevamo più spesso durante l’annessione e quando mi rivolge la parola lo fa solo per rimproverarmi! >> La Signora Noctoseraph sospirò, non avendo invero molto da controbattere.

<< Di certo troverà più esaltante decapitare avversario anziché cucinare con noi, probabilmente ci odia, per lui siamo solo del tempo sottrattogli dal campo di battaglia! >> Criticò Priuma prendendo a tagliare con più irruenza. La madre le punse una gamba.

<< Aia! >>

<< Tuo padre ti vuole bene è solo negato nell’esprimerlo. >>

<< Deve piacerti proprio tanto quell’uomo… >> Disse sgarbata.

<< Priuma! >> La porta di casa cigolò e videro entrare il Signor Noctoseraph, portava una canna da lenza e una rete con all’interno una dozzina di pesci, prevalentemente Trote, Carpe e Anguille tutte dai colori vistosi. Era difficile intendere se la giornata fosse stata proficua visto che rincasava con la solita espressione indolente. Lasciò delle impronte umettate nel pavimento e poggiò il pescato sul tavolo.

<< Bentornato Caro! Priuma ti stava preparando una torta alle carote! >> Il Signor Noctoseraph guardò rigido Priuma che non gli stava rivolgendo il saluto.

<< A riguardo, dovrebbe essersi scaldato il primo impasto, tirala fuori dal forno Priuma. >> La bambina sfornò un dolce arancio e dall’aspetto croccante, tagliò una fetta e la porse al padre che dopo averla assaporata disse:

<< Stavate preparando dei dolci il giorno della Cerimonia? Priuma sei sporca, vatti a cambiare. >> Le si inumidirono gli occhi e con rabbia rispose sottovoce.

<< Sciocca io ad averci provato, non mi piace nemmeno cucinare. >> Il Signor Noctoseraph battè un pugno sul muro.

<< Vatti a cambiare, subito. >> Priuma con viso basso e deluso salì le scale ascoltando di sfuggita le parole della madre.

<< Perché fai così Abeloth? E’ solo una bambina! >> Non udì nessuna risposta provenire dal padre, probabilmente non si curò delle parole della moglie, pensò.

L’Antica Torre Celeste era la più imponente opera architettonica di Altaura, si trattava di tre piani circolari rialzati dal diametro di una intera città, l’acqua sgorgava da una corrente centrale e cadeva nei piani adiacenti con delle cascate intervallate da titaniche statue, ogni piano aveva un anello di edifici costruito sopra il livello dell’acqua e all’ultimo piano vi era il Giardino Reala con i Sacri Sepolcri degli Dei Dormienti, il Palazzo Reale e un ponte che conduceva alla Città di Platino dove abitavano le famiglie del Calice, i Consiglieri Reali. Il Palazzo Reale era costruito in selenite ancestrale dandogli un colore bianco avorio che quasi abbagliava se colpito da i raggi solari. Una cinta murarie accostate da imponenti baluardi difendevano una alta roccaforte con alti torrioni dal tetto a cono in mattonelle marine. La musica era festosa e si intensificava dopo che la famiglia ebbe varcato il Cancello Reale, giunti nel Salone dei Desideri l’Annunciatore urlò:

<< Giunge a palazzo l’Eroe Abeloth Alanera Noctoseraph accompagnato da sua moglie Lucerna Lilium Noctoseraph e da sua figlia Priuma Fantàsia Noctoseraph. >> Il Padre di Priuma era il punto di riferimento di ogni soldato Altauriano, i lineamenti ruvidi e la pelle mulatta mostravano le sue origini Occidentali, il viso era bislungo, le guancia sciupate e gli occhi incavati, anche se i capelli corvini erano legati tendeva a lasciarli mossi e trascurati fino alle spalle assieme a una colta barba. Sua Moglie era famosa in tutta la corte per la sua bellezza. Portava un lussuoso abito rosa da i ricami in seta bianca e delle ornamentali candele rosate poste sulle spalle con una gigante nel copricapo. Il Signor Noctoseraph era un uomo riservato e di rado partecipava alla movida pubblica, le sue umili origini scaturivano antipatia da parte dell’aristocrazia più conservatrice che applaudì per costrizione. Priuma era farcita all’interno di un gonfio abito color perla e azzurro dal corsetto soffocante e una maschera bianca dagli artifici alati e floreali con del vetro che le copriva gli occhi. Di colpo si spensero le luci e venne interrotta la musica, un occhio di bue illuminò un giovane sul palco che iniziò a suonare con uno strumento musicale, era una liara di pioppo bianco con più paia di corde colorate e da cui tramite una fessura uscivano dei fumi variopinti, si trattava della Musica Lucente dell’Arcipelago di Megattera, un’Arte che permetteva di trasformare le note musicali in immagini tramite il Flusso Eterico. Il ragazzo indossava una maschera di platino e suonava una melodia dolce e lenta che affascinò fin da subito gli astanti, Priuma parve sonnecchiare quando dei Do maggiori incalzarono il ritmo in un’esibizione aggressiva, il palco e gli ospiti si ritrovarono all’interno di un campo di combattimento, del fumo vermiglio ricordava il sangue e delle figure antropomorfe si uccidevano reciprocamente mentre il Compositore scendeva dal palco per suonare tra la folla. Alcune nobildonne parvero spaventarsi davanti a una messinscena così interattiva mentre Priuma sorrideva coinvolta, la violenza e l’orrore riproposto in quell’esibizione la stregò fino a quando il ragazzo non si fermò davanti a lei, allora la melodia cambiò nuovamente con accordi più stretti, il salone si riempì di fumo ceruleo e un coro accompagnava l’entrata in scena della rappresentazione di un guerriero con una sola ala, questo volava abbattendo i suoi nemici saettando da una parte all’altra e lanciando raggi infuocati. L’esibizione culminò infine con l’araldo Altauriano, una dama incappucciata, che rappresentava un’Incantatrice, teneva nelle mani una serpe e una spada, proteggeva nel suo mantello un ricettacolo raffigurante i membri del Calice, posto sotto un fiore di loto, il simbolo della Famiglia Reale. Le luci si accesero e pertì un applauso, il misterioso ragazzo fissava Priuma, lei distolse lo sguardo con disagio e con un’occhiata fugace le parve che le iridi di quel giovane fossero di colore platino.

<< Non vi era modo migliore di celebrare il primo anniversario dell’annessione di Grandoza che con l’esibizione del mio Primogenito, il Principe Màel Caledos Zan Pendragon Tredicesimo. >> Il Monarca, Rè Thoranum Persona Zan Pendragon Diciottesimo comparve da un’arcata scortato dalla Regina e dalle Guardie di Platino. Indossava un’armatura forgiata su più falde, con coppe alte e spigolose avvolte da drappi celesti, una lunga cappa impellicciata e la sua intimorente maschera reale, era in platino e scopriva solo gli occhi, formava un’aureola raggiante che incoronava il capo, portava due corna cadenti ai lati e una lunga barba decorata con diamanti.

<< Questo giorno continuerà a essere ricordato per la competenza, l’intuito e la perseveranza dei nostri Generali. Per il coraggio dei nostri fanti, dei nostri cavalieri, dei nostri Incantatori. Per la fiducia che l’aristocrazia ha riposto in questa causa tramite i suoi contributi. Oggi la Casata Joliefleur è ora nostra alleata e il matrimonio del loro primogenito con la Casata Burnstone sancisce la loro fedeltà. >> Il Casato Joliefleur rispose inchinandosi. Erano i cugini dei precedenti sovrani di Grandoza che sostenendo l’annessione offrirono le loro figlie in matrimoni ai feudatari Altauriani.

<< Le risorse minerarie di Grandoza, da sempre invidiate dalle nostre Gilde, non devono più essere importate. Acciaio, piombo e sale possono essere ora venduti a Riflesso e al Ducato delle Argille. Con i nuovi tributi stiamo costruendo strade, ponti, chiese e università per il Regno. Una nuova era germoglia dal sangue dei nostri caduti e dal sudore di chi ha prevalso. >> Il Rè mise una mano sulla spalla del figlio e fissò il Signor Noctoseraph.

<< Maestà. >> Abeloth si inchinò e così fecero pure sua moglie e sua figlia.

<< In molti tra cui mio padre, non avrebbero mai concesso un titolo nobiliare a un immigrato delle Lande Occidentali, ma io non ho ignorato i vostri traguardi Generale, ho ricompensato ogni vostra vittoria con una promozione e questa benevolenza mi è stata sempre ricambiata, quindi io vi chiedo, Ser Noctoseraph, è pronto a offrire nuovamente  la sua ala nelle avversità future? >> Abeloth fece attendere il Salone Reale e rispose:

<< Sempre mio signore. >> Il Rè prese il braccio di Abeloth e lo alzò in cielo urlando:

<< Altaura è forte! >> Urla e applausi orgogliosi impazzarono verso quel momento memorabile. Minuti più avanti Abeloth e il Rè si stavano intrattenendo col resto della Borghesia mentre Lucerna assisteva alle esibizioni dei saltimbanchi con altre Nobildonne. Priuma era seduta vicino a un tavolo, cercava di combattere la noia mangiando dei dolciumi.

<< L’esibizione è stata di suo gradimento? >> Disse il Principe Màel comparendo da dietro la ragazza mentre sbucciava un frutto. Era scortato da una ragazza poco più grande e alta di lui, indossava un’armatura e aveva i capelli biondi e le pupille abbassate.

<< Mio Principe! >> Priuma si alzò di scatto per fare un inchino.

<< Stia seduta la prego, non era mia intenzione scomodarla. >> Priuma si risedette con soggezione provando un inesplorato nervosismo. Poi rispose:

<< Invero, sono stata trascinata dalla vostra melodia. >>

<< Ne sono lieto… Mio padre era inizialmente contrariato nel lasciarmi esibire in pubblico, ma si è ricreduto dopo aver constatato i miei progressi, approfittandone così per ostentare il prestigio della sua discendenza. Devo l’ispirazione alle gesta di vostro padre, è stato un onore comporre sull’Eroe di Grandoza. >>

<< E’ un onore sentirglielo dire, sono sicura che pure lui abbia apprezzato. >>

<< No, non credo. Vostro padre mal sopporta queste cerimonie, basta osservarlo per capire che stà soffocando in quel jabot… E questo vale pure per voi dico bene? >> Priuma non rispose, poi il Principe aggiunse:

<< Posso chiederle cosa ne pensa dell’Annessione? >> Priuma diede una risposta formale come le era stato insegnato.

<< E’ stata una vittoria gloriosa, la dimostrazione del nostro potere militare, i nobili Generali del Re hanno vinto la disputa riportando l’ordine in quelle terre. >> Il principe parve scontento della risposta.

<< E’ questo quello che credete? Che il conflitto sia stato voluto da entrambi i Regni? Che i Generali abbiano ricacciato i barbari invasori e consacrato quelle terre alla ragione? >>

<< Non è così mio Principe? >> Il giovane diede un ultimo morso al frutto e disse:

<< Prima della Peste del Vuoto vi era l’Età del Ferro e del Sangue, il Regno Altauriano non esisteva, era un continente in perenne conflitto, esattamente come le Lande Orientali, piccole Casate si derubavano le proprietà incessantemente. Ma quando l’esercito degli Adombrati insorse devastando eserciti, fortificazioni e campi, gran parte di quelle famiglie furono decimate e costrette a unificarsi nell’odierno Consiglio del Calice incoronando il Re che ricacciò gli invasori con i suoi Arcimaghi e creò l’Antica Barriera grazie al volere degli Antichi Dei. Così venne fondato il Regno di Altaura. La storia umana è composta da un interminabile susseguirsi di latrocini, vogliamo possedere ciò che non abbiamo e per farlo siamo disposti ad uccidere. Se facciamo un confronto col regno animale scopriamo di vivere in un mondo impietoso, i carnivori mirano ad i cuccioli, i vecchi e gli ammalati per derubare loro le interiora con cui saziarsi. E’ un mondo che ci comunica a squarciagola che il debole deve soccombere al forte. Abbiamo sviluppato un’autocoscienza e una morale ma questo non ci ha impedito di esimerci dal razziare vicini e fratelli, anzi, in assenza di un organo legislatore ogni comunità è libera di fare ciò che vuole del prossimo, esattamente come è successo per Grandoza. Abbiamo rubato le loro risorse perchè le volevamo. >> Quel discorso disorientò Priuma, si chiese come delle parole tanto strane potessero venire fuori dalla bocca del Principe Altauriano.

<< Questa vostra visione della guerra intesa come l’atto dell’uomo di rubare ciò che non gli appartiene mi squilibra, sono cresciuta con questo conflitto e lo ho sempre dato per scontato, uccidere è scontato, è il gioco dei grandi. >>

<< Dare per scontato la realtà è il più grande vizio della nostra specie, assumere che tutto ciò che ci è stato insegnato sia empirico ed assoluto: i conflitti sono naturali e inevitabili, il mondo su cui viviamo è piano, le luci in cielo sono l’etere con cui gli Antichi Dei illuminarono le nostre notti. Non smetta mai di farsi domande Priuma, di mettere in discussione l’ovvio. >> Priuma guardava il Principe affascinata dalla sua dialettica.

<< La Peste del Vuoto ha interrotto per breve tempo i nostri istinti, ora che Altaura ha dato la sua dimostrazione di forza ci stiamo organizzando per attaccare l’Impero, per questo ci servivano le risorse minerarie di Grandoza. >>

<< Perdonatemi questa domanda, ma voi sarete il Rè, non siete spaventato? Come intendete affrontare questo conflitto? >>

<< Mio padre mi ha educato a non essere pavido ma a dire il vero, sono terrorizzato dal futuro ahahah. >> Ridette il giovane stupendo Priuma.

<< Tuttavia mi sono fatto un’idea ben precisa sul da farsi, ci ingelosiamo delle nostre credenze e culture, creiamo degli spazi tra noi ed i nostri simili, finchè queste barriere non saranno eradicate non saremo mai liberi e per fare ciò avrò bisogno della vostra Bicromagia Signorina Priuma. >>

<< Come fate a sapere… >>

<< Non immaginereste mai quanto io sappia di voi. Posso vedere i vostri occhi? >> Aveva promesso a suo padre che non si sarebbe mai abbassata la maschera, ma davanti alla richiesta del Principe entrò in conflitto, interdetta, lasciò che il ragazzo le alzasse l’indumento fissandola intensamente. La giovane guardia del corpo accanto a loro distolse lo sguardo disturbata.

<< Sono meravigliose. >> Priuma arrossì. Il Signor Noctoseraph fece un passo verso di loro.

<< Disturbo mio Principe? >>

<< Ser Noctoseraph, ci ha colto nel momento più intimo. >>

<< Mi spiace disturbarla ma stà per cominciare la Cerimonia. >>

<< Molto bene allora. >> Disse il Principe Màel rivestendo la coetanea baciandole poi la mano.

<< E’ stata una conversazione importante Signorina, stia certa che non la dimenticherò. >>

<< I-io nemmeno Vostra Altezza. >> Priuma fece un inchino e si allontanò col padre.

Un uomo si inebriava sopra un divano circondato da donne di ogni genere, la possanza del suo pettorale attillava il velluto che indossava, aveva dei corti capelli bruni con una leggera stempiatura, delle sopracciglia folte e una fitta barba, le labbra erano carnose e il naso adiposo. Quando il Rè si fece avanti le sue compagne fuggirono. Ser Goldenfaust lo guardò provocatorio.

<< Non perdi occasione per mancarmi di rispetto. >> Disse il Rè.

<< Io non giudico la tua condotta mio Rè, gradirei tu facessi altrettanto. >>

<< Fossimo degli allevatori ti lascerei morire di crepacuore tra le cortigiane ma abbiamo un nome da mantenere e dei doveri da onorare che tu così facilmente rifuggi. Nostro padre non ha mai smesso di moderarti fino al giorno della sua morte, al contrario io non ho più niente da dirti se non incaricarmi di intervenire quando dai spettacolo in modo così sfrontato. >>

<< Non avrei mai creduto che saresti riuscito nell’ardua impresa di divenire più cinico di nostro padre, almeno lui almeno amava nostra madre ma tu? Non hai altro all’infuori del tuo Regno. >>

<< E così deve essere, io ho accettato il mio dovere molti anni fà. Tu ti dedichi ancora a vilipendere la nostra autorità. >>

<< A quale proposito? Per rimanere immacolati nei libri di storia? Per tenere virtuoso il nostro nome per qualche decennio prima che i nostri nipoti tornino a fare ciò che più gli aggrada? >>

<< Stai delirando. Sei ubriaco. Rincasa e sciacquati il viso. >>

<< Perdonami mio Rè ma non prendo più ordini da un uomo che sacrifica i propri fratelli mentre lui giace morbido su di un trono. >>

<< Queste affermazioni dimostrano quanto sia infantile il tuo capriccio e quanto i nostri caratteri siano inconciliabili, il Calice mi attende, non sfigurarmi ulteriormente. >> Il Rè voltò le spalle e si fece seguire dalla moglie e dalle guardie. Ser Goldenfaust bevve dell’assenzio, fece cadere il bicchiere per terra e guardò il fratello allontanarsi con disprezzo.

In un piano sotterraneo si teneva la celata Cerimonia. All’interno di un imponente stanzone austero. Priuma era inginocchiata, davanti a lei vi era seduto su un trono il Rè accompagnato dai i sei membri del Calice, questi saggi erano i più fidati consiglieri del Rè, detenevano il ruolo Amministrativo del regno e custodivano gli Incanti Proibiti. Indossavano delle vestaglie nere con cuciture rosse e delle maschere cremisi risembranti diversi volatili sotto un cappuccio. Suo padre era dietro di lei con accanto altri sei uomini che accompagnavano la loro prole. Costoro vestivano una toga e ognuno aveva una toppa gialla decorata da vessilli differenti.

<< Nove anni orsono il grembo di sette madri è stato benedetto col dono della Bicromagia, questa è una grazia che non può essere ignorata né sottovalutata, alzatevi. >>

Il Rè li nominò uno per uno e questi rispondevano scoprendosi il viso:

<< Callisto Spina Rosegarden. >> Era una ragazzina pallida con delle profonde occhiaie, aveva una frangia netta e bruna. Un occhio era ametista e l’altro di smeraldo.

<< Fergus Cratere Giraluna. >> Era un ragazzino impassibile dai corti capelli rossi e con dei grandi occhiali tondi. L’occhio destro era di rubino e l’altro di cobalto.

<< Priuma Fantàsia Noctoseraph. >> Priuma non aveva un cappuccio da abbassare e si interrogò su i suoi simili, dove avevano vissuto fino ad allora? Forse fuori da Kamelot?

<< Riordan Raggio Tyrone. >> Era un ragazzino intimorito da i capelli mori con un ciuffo boccoloso. Iridi di rubino e topazio.

<< Dillòn Tomomastro Whiteheart. >> Era un giovane dal viso dolce e dal caschetto bianco, sembrava una ragazza. Aveva gli occhi di cobalto e topazio.

<< Kirya Ricciospino Wyvernaste. >> Era una ragazza dal sorriso impavido con degli spettinati capelli castani. Occhio sinistro topazio, occhio destro ametista. E in fine:

<< Avalon Amarezza Filiufulmi. >> Il cappuccio scoprì un ragazzino da i corti capelli paglierini e le guance paonazze. Iridi di topazio e smeraldo.

<< Da oggi in poi sarete dei fratelli e vivrete all’interno delle Mura Reali, dove verrete segretamente istruiti come Incantatori. >>

Qualche giorno dopo, nel giardino interno del palazzo Priuma stava malmenando Dillòn, lo colpiva con pugni e calci e urlava:

<< Non ti vergogni a non aver ancora risvegliato nessuna delle tue arti! Sua Maestà ci ha offerto l’onore di servirlo, ci fa vivere a palazzo concedendoci i più lussuosi dei pasti e tu lo ricambi così!? >> Dietro di lei Riordan e Kirya sghignazzavano perfidi, quei tre avevano formato in poco tempo un gruppetto con Priuma a capo.

<< Tu e Avalon siete gli unici a non avere ancora nessuna Arte! Fate schifo, siete feccia! >> Dillòn piangeva raggomitolato, incassando i calci nello stomaco.

<< Io a sei anni sapevo già dominare entrambe le Arti, che imbranato! >> Disse Riordan.

<< Ma se la settimana scorsa ti vantavi di averle assimilate a sette anni! Perché il tempo diminuisce a ogni accenno? >> Aggiunse Kirya provocando il ragazzino. Dillòn urlò:

<< Non sono un irriconoscente! Un giorno ripagherò la fiducia offertami da Rè Thoranum, mi esercito ogni giorno con la scherma, medito seguendo le nozioni dei nostri maestri, prima o poi questo esercizio darà i suoi frutti e potrò servire il nostro Sovrano, perciò non temo le vostre percosse! >> Priuma sorrise stuzzicata.

<< Uh, se dunque non ti importa più essere menato allora cambierò pena! >> Priuma si abbassò i pantaloni e si posizionò per bagnare la sua vittima, Kirya saltellava divertita mentre Riordan si coprì gli occhi con una mano dischiudendo però le dita. Arrossì e disse:

<< C-che cosa vuoi fare? >> Si udirono dei passi.

<< Lascialo stare! >> Priuma si voltò e vide Avalon.

<< Altrimenti? Cosa dovrei temere da un altro incapace? >>

<< Dillòn non è un incapace! Si allena ogni giorno come voi, anche più di voi e presto risveglierà le proprie iridi, non v’è alcun dubbio! In oltre non ci sono solo le Arti, Dillòn è un grande studioso e sa riconoscere più incantamenti di tutti noi messi insieme! >>

<< E con questo? Sua maestà ne può avere quanti ne vuole di letterati, ciò che vuole da noi è la nostra Bicromagia, senza quella siamo inutili! >> Disse Priuma.

<< Io posso dimostrarti il contrario! >>

<< Mi stai sfidando Avalon? >>

<< Se vincerò io smetterai di tormentare Dillòn se vincerai tu potrai seviziarmi quanto vorrai, ogni giorno, senza che io mi opponga, finchè non avrò risvegliato le mie Arti! >> Priuma sorrise.

<< Accetto. >>

<< Bene, ora però rimettiti i pantaloni! >> Urlò Avalon con un tono imbarazzato visto che Priuma era rimasta tutto il tempo in mutande. Lo scontro si tenne nel chiostro del Palazzo, da un lato Kirya faceva il tifo per Priuma, dall’altro Dillòn patteggiava per Avalon, al centro Riordan faceva da giudice.

<< Sei sicura che non dovremmo informare le guardie? >> Chiese Fergus seduto accanto a Callisto.

<< Questa è un’imperdibile occasione per raccogliere dati ed arricchire le mie ricerche! >> Disse la ragazza con appunti alla mano. Priuma guardava Avalon ridendo, smaniosa di potergli dare la lezione, entrambi impugnavano una spada di legno e attendevano il gesto di Riordan.

<< F-fratelli siamo qui riuniti per… >> Priuma gli passò davanti e scattò colpendo ripetutamente la spada d’allenamento di Avalon che si difendeva a fatica.

<< V-v-via! >> Quando Riordan abbassò la mano, Priuma aveva già picchiato il fianco destro e sinistro dell’avversario e gli aveva violentemente alzato il mento con un montante.

<< Come pensi di battermi privo di Arti se ti sono superiore pure nel corpo a corpo! >> Disse Priuma con le mani alzate pronta a scendere con un fendente. Avalon si parò e Priuma lo allontanò con un calcio.

<< Forza Avalon! Non farti intimorire dalla sua velocità, la tua manovrabilità con l’elsa è superiore! >> Urlò Dillòn a squarciagola visto il suo basso timbro.

<< Fallo esplodere Priuma! Attiva il tuo Incantamento e fai esplodere tutto ahahah! >> Strillò Kirya. Priuma ripartì all’attacco non concedendo ad Avalon nessuna apertura costringendolo a rimanere sulla difensiva colpo dopo colpo. Sentiva di avere la padronanza del campo di combattimento e calciò Avalon in volto, poi alzò pure l’altra gamba serrandogli il collo tra i suoi piedi e buttandolo per terra con un volteggio, tutti i fratelli sbigottirono davanti all’impetuosità della Bicromaga ma Avalon non doveva concederle tempo, parò in ginocchio le sue spadate, diede un calcio per farla scivolare ma Priuma saltò e atterrò il ragazzo con una tallonata.

<< Sai picchiare Dillòn iniziava ad annoiarmi ma con te potrei non stancarmi per un po'! Sei finito! >> Priuma scagliò la spada verso il basso ma Avalon, come se fosse stato in attesa di quell’azione, alzò la spada nella direzione opposta e fece scivolare il manico all’avversario, diede un calcio a Priuma, prese la spada al volo e retrocesse, volteggiando entrambe le armi per poi assumere una posizione di combattimento.

<< Adesso posso combattere davvero. >> I fratelli rimasero di stucco, Priuma si asciugò una striscia di sudore e disse:

<< Bastardo, stavi cercando di sottrarmi la lama per avere una difesa contro la Fiamma Cerulea? >> Avalon mantenne la posizione mentre gli altri ragazzi urlavano delle infamie al contendente avversario.

<< Credi di vincere riuscendo ad avvicinarti a me!? Non succederà! >> L’occhio destro di Priuma si illuminò e fuoriuscirono da esso dei raggi di luce cerulea contro Avalon, il ragazzo agitò le spade e passo dopo passo si avvicinava a Priuma parando tutti gli Incantamenti. Il legno prese a bruciare con del fuoco azzurro e delle scintille accecanti invasero il campo di combattimento, le spade si deterioravano sempre più fin quando la ragazza non si controllò e lanciò un raggio più violento degli altri che incenerì una delle armi, Avalon tentò un fendente verticale ma lei distrusse pure l’altra spada con un raggio ancora più rumoroso, allora Avalon afferrò con violenza la maglia di Priuma tirandola a sé per darle un pugno, Priuma esplose di rabbia e un’enorme vampa cerulea riempì il campo di combattimento, si alzò un enorme polverone ed i fratelli si ripararono spaventati. Quando il fumo si diradò Dillòn si avvicinò con timore al centro dell’arena per verificare se i suoi fratelli stessero bene e li, tutti quanti li videro ancora duellare. Mostravano delle gravi ustioni, Priuma alla gamba e Avalon al braccio. Priuma era sopra di lui e gli stava mordendo il braccio a sangue mentre Avalon gli dava dei violenti pugni in testa, entrambi ringhiavano come degli animali feroci.

<< Arrenditi incapace! >> Diceva Priuma.

<< Mai! >> Dillòn prese in mano la situazione e corse con tutto il fiato che aveva in corpo urlando preoccupato:

<< Professor Celadon! Professor Celadon Priuma e Avalon sono feriti! >> Quel pomeriggio vennero tutti puniti. Il Professor Celadon li rimproverò aspramente dopo aver fatto medicare Priuma e Avalon da un taumaturgo di corte tramite degli Incanti e delle bende. Nel mezzo della ramanzina Priuma e Avalon se la filarono sonnecchianti dalla finestra, fuggendo in una delle torrette del castello.

<< Il Professor Celadon è troppo apprensivo, non riesce a comprendere che per noi quello era solo un gioco, se avessi voluto ferirti seriamente saresti morto e il castello avrebbe un cratere nel pavimento. >> Disse Priuma in equilibrio tra i merli.

<< Non ne dubito, ma anche se è stato divertente il Professore ha ragione, questo modo di giocare è troppo pericoloso. >>

<< Ma dai, che vuoi che sia! Se dovessimo ferirci nuovamente ci penserà il taumaturgo a medicarci. >>

<< Priuma, il taumaturgo non ha medicato le nostre ferite, ha solo velocizzato la rimarginazione, sono i nostri corpi ad avere proprietà rigeneranti anormali, non ci sono rimaste neppure le cicatrici, guarda. >> Avalon scoprì le bende intorno al braccio, le ustioni erano completamente sparite. Priuma sorrise.

<< Tu pensi che siano stati gli Antichi Dei a donarci questi poteri? >> Chiese Priuma.

<< Non credo di essere capace di concepire come un tale privilegio mi possa essere stato concesso. >>

<< Infondo è quello che pensano tutti i nostri fratelli. Forse pure i sette Arcimaghi erano Bicromaghi, forse siamo destinati alla grandezza. >>

<< Mi auguro di no, ciò farebbe presagire la venuta di un’altra calamità. >> Priuma ancora col sorriso sulle labbra fece un saltello verso il pavimento.

<< Si stà facendo buio, dobbiamo muoverci a rincasare o rischieremo di scivolare tra le tegole. >>

<< E questo tuo lato giudizioso da dove viene fuori? Ti dipingevo perennemente impavida. >>

<< E lo sono, ma anche le Bicromaghe impavide inciampano se non ci vedono, su andiamo. >>

<< Aspetta. Non c’è motivo di sbrigarsi, ci posso pensare io a fare luce. >> Avalon unì i palmi a conchiglia e dalle sue mani crebbe un germoglio lucente di colore topazio.

<< Allora li sai usare gli incantamenti! Perché hai mentito! >> Urlò Priuma stupefatta.

<< Se Dillòn fosse rimasto l’unico di noi a non saper utilizzare le Arti si sarebbe demoralizzato e non c’è motivo di farlo penare. A breve pure diventerà un eccellente Incantatore, vedrai. >> Priuma abbassò le palpebre disapprovando quella posizione, ma il bagliore del germoglio era mistico al calar del sole, si potevano vedere le ultime luci nel cielo sopra la bellissima Kamelot, la vista la rasserenò a tal punto da accomodarsi accanto ad Avalon.

<< Sai, non è affatto malvagia come Arte. Sono certa che pure te diventerai un eccellente Incantatore. >>

<< Grazie… Ma a dire la verità, io sono una ragazza. >>

<< EH!? >>

   
 
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