Aveva
svoltato diverse traverse da quando si era allontanata
dalla Lanterna, la pioggia tamburellava ovunque, riflettendo le luci
dei
lampioni sul terreno. Kaerud era folgorante nell’ acquazzone
notturno, come se
quella fosse la sua vera natura. Senza rendersene conto Priuma si
ritrovava
oltre l’Arco Centrale, nel grande Mercato
dell’Idra. Si dice prendesse il nome
dalla leggendaria creatura per via dei suoi sentieri che si dipanavano
come il
corpo di una Serpe non finendo mai di moltiplicarsi. I palazzi
oscuravano
persino le luci nel cielo col loro bagliore e le insegne delle botteghe
lampeggiavano variopinte con frasi create col Valorium. I Kaerudiani
parevano
non curarsi del monsone discutevano nei sottotetti col Bollettino delle
diciannove.
<<
Hai sentito? Gli Adombrati sfruttando un’altra
crepa nella Barriera hanno iniziato una nuova sommossa in occidente
poche ore fa.
>> Disse uno.
<<
Da quando i loro Clan Maggiori si sono unificati
hanno preso a diventare bellicosi, ma è tutto inutile, i
loro Sovrani sono dei
disgraziati. Pure questa azione verrà stroncata sul nascere.
>>
Altri
entravano in delle Cantine fulgenti da cui uscivano
musiche briose. Le vetrine esponevano i prodotti locali, tanta uva e
fragole
accompagnate da teste di Maiale al forno. Alcuni esercizi offrivano
prestazioni
per adulti con dame esposte come articoli, coperte con dei veli o del
cibo
procace. Si offrivano anche liquori di Gargoyle, droghe di Anguane e
degli
strani Rospi dalle cui fauci usciva del vapore… Priuma non
si fece domande. Era
grondante e aveva bisogno di asciugarsi al più presto o
avrebbe rischiato di
affrontare una seria Polmonite, ma voleva evitare di pernottare in un
Ostello.
Suo Padre l’avrebbe senz’altro lasciata con diverso
oro ma era testarda e
lasciò la Capitale certa di sapersi arrangiare con
autonomia. Pertanto dovette
tenersi stretto il poco argento nel suo borsello e senza una meta si
perse in
viuzze sempre meno affollate alla ricerca di un anfratto dove
pernottare. Non
faceva che rimuginare sulla parole del Signor Blackwood ma non
rimpianse la sua
scelta ”che si fottano nella loro pochezza!”
pensava. A una certa si ritrovò a
incedere da sola. Un uomo con una bombetta e un baffo pettinato stava
intagliando
un animale nel legno e le domandò sotto un porticato.
<<
Cerca indicazioni Signorina? >>
<<
Stò bene, mi avvio verso la casa di un conoscente,
i miei saluti. >>
<<
Stia allerta, Kaerud è una cittadina pacifica ma
non esente da malintenzionati! >> Priuma fermò
il passo, raccolse aria e
indietreggiò domandando imbarazzata.
<<
Non ho molto denaro… conosce un luogo dove potrei
alloggiare? >> L’uomo interruppe il suo lavoro
e guardò in alto per
rammentare.
<<
Ci sarebbe lo Spizio della Signora Thompson, non so
se ha delle camere vacanti ma vale la pena tentare, è
un’anziana cortese, li
hai i fogli di dimostro? >> Priuma fece spallucce e
rispose.
<<
Certo. >>
<<
Allora andiamo, la conduco. >> Il Signore si
alzò e aprì un ombrello. Dopo qualche passo le
chiese:
<<
Non vuole favorire? >>
<<
Sto bene così. >>
<<
Non riconosco l’accento, è scappata di casa? Ha
qualche grattacapo? >>
<<
Stò solo cercando un impegno… >>
<<
Quello di certo non manca all’interno delle Mura,
se vuole in mattinata potrei suggerirti il sentiero per il Mercato del
Lavoro!
>> Priuma iniziò quasi a essere stuccata da
cotanta cortesia. Curvati un
paio di isolati raggiunsero la destinazione, era un vecchio casolare
diroccato,
dalle luci spente, il signore entrò per primo aprendo il
cigolante portone e
non udendo più i passi della giovane disse:
<<
E’ da questa parte. >> Priuma fece due passi
all’indietro.
<<
Io non entro lì dentro. >>
<<
Per quale motivo? >> Due figure incappucciate
aggredirono Priuma da dietro serrandogli le braccia e forzandogli il
passo
verso l’entrata. La ragazza dopo una immediata resistenza
sfruttò con sagacia
la spinta per correre sulla cornice in pietra del portone e capriolare
stordendo
con un calcio entrambi gli assalitori. Atterrò con le
ginocchia piegate, il
mantello sventagliò appoggiandosi poi sul terreno e il
cappuccio le si abbassò esibendole
il retro della nuca. Lo rialzò subito dopo.
L’ingannatore le si scagliò contro
con dei tirapugli aguzzi riproducenti i quattro Semi delle carte da
gioco.
Tirava un destro dopo l’altro non riuscendo a incassare
Priuma che schivava
inafferrabile negli sprizzi della tormenta.
<<
Vieni Passerotto! >> Ghignò mostrando un
dente d’ottone mentre faceva gesto con le sue mani tozze e
villose.
<<
Non avere Paura! Non siamo mica degli incivili,
volevamo solo conoscerti e se tu lo avessi voluto…
>> Priuma schifata, si
inclinò verso destra, attese il pugno mancino e
pestò la faccia dell’avversario
con un calcio rovescio tramortendolo sul terreno. I due complici
rialzatisi
estrassero dei pugnali serigrafati con un Serpente Marino e azzardarono
una
controffensiva, Priuma allora estrasse la lama dal fodero e
disarmò quei due
con un solo fendente esperto, rubando i manici dalla presa delle loro
dita, le
armi fischiarono e caddero lontane. Sbalorditi dal gesto, i due
subirono
l’impugnatura avversaria sulla pancia e dietro la nuca
atterrando sconfitti.
Priuma puntò la spada alla gola del Pugile dicendo:
<<
La prossima volta… >> Poi rinfoderò
l’arma e
si allontanò nella pioggia. L’uomo
transitò dallo stupore a una folle risata.
<<
Ti troverò Passerotto! Ho amici potenti! Non sei
più al sicuro a Kaerud! >> Priuma
trascurò e ripeté con le labbra quanto
stava rastremando.
<<
“C’è da stare più attenti ai
forestieri, conviene
usare un pugnale” tutte cazzate! >>
Dopo
alcuni chilometri aveva già dimenticato
l’accaduto,
come se fosse stato un comune inciampo. Non era riuscita a trovare un
riparo
decente, i talloni iniziarono a pulsarle dal dolore, tutti gli
incarichi di
Ruth la avevano consumata. Senza una soluzione, estrasse la carta da
gioco che
Arcibald le aveva lasciato con sopra le indicazioni per
l’appartamento della
sua conoscenza, un Dottore a sua detta, forse lì avrebbe
potuto domandare
ospitalità. Chiese informazioni a un uomo che attendeva una
carrozza e si
diresse verso la sua ultima possibilità.
L’edificio non era troppo dissimile da
quello precedente, con pareti crepate, persiane percosse dal vento e
roditori
che pattugliavano le sporgenze dell’edificio.
Bussò e si accorse che il portone
era aperto, non poteva che procedere. Salì le scale con
perplessità e picchiò
l’appartamento indicato.
<<
Dottor Edwards! Dottor Edwards è in casa? Mi manda
Arcibald! Dottor Edwards mi sente! >> Non ebbe risposta.
Inaspettatamente
si aprì la porta dell’appartamento accanto.
<<
Cerchi il Dottor Edwards? >> Chiese
un’anziana.
<<
Si Signora, Mi chiamo Priuma Fantàsia Pettolilla,
stò cercando un posto dove passare la notte e sono stata
indirizzata qui su
consiglio si un amico del Dottore. >> La Signora
tirò del fumo dal lungo
bocchino per sigarette.
<<
Il Dottor Edwards è morto di crepacuore due anni
fa! Ci ha lasciati con tre mesi d’affitto non pagati lo
screanzato, il lavoro
non lo stava retribuendo molto bene eheheh! >> La vecchia
Signora aveva
un grande naso all’ingiù, un occhio grigio e
l’altro di vetro. I vestiti cupi
con un foulard di piume corvine appoggiato sul retro del collo, dei
guanti con
sopra dei preziosi e un copricapo sproporzionatamente largo. Sembrava
un
abbigliamento innecessariamente pomposo, come se la Signora volesse
fingersi
una Nobile. All’interno dell’appartamento si poteva
vedere un paffuto Signore
che si gustava dei dolciumi.
<<
Sono la Padrona di casa, per tua fortuna la stanza
è al momento disponibile se sei intenzionata ad
affittarla… quanto argento hai
con te? >> Priuma rovistò nel borsello.
<<
Ho questo… >> Tre pezzi d’argento
vennero
avidamente tolti dalla mano di Priuma senza chiedere permesso.
L’anziana li
adocchiò, ne morse uno e con sufficienza
sentenziò:
<<
Andranno bene per stanotte, ti mostro l’alloggio.
>> A Priuma le parve esoso ma era tardi, doveva
asciugarsi e non voleva comunque
circondarsi di impiccioni curiosi dei suoi occhi, quel domicilio
isolato faceva
al caso suo. Quando varcò la porta capì di essere
all’interno di una topaia, le
pareti erano fessurate, gocciolava acqua dal soffitto, le ragnatele
erano più
grandi delle seggiole e vi erano solo tre stanze, la Sala-Cucina
d’ingresso, la
Camera da letto che pareva più un ripostiglio stretto e
polveroso ed il Bagno
che la Signora non si scomodò nemmeno di presentare tanto
poteva essere penoso.
La Proprietaria elencò esigente tutti i dettami del
condominio, ma Priuma
rifletteva su altro, se il dormitorio della Lanterna Magica la faceva
dispiacere questo non era certo un passo avanti. Era troppo fiacca per
concepire quanto stesse accadendo e desiderò che la Signora
si sbrigasse ad
uscire.
<<
Queste sono le chiavi, non smarrirle e non tentare
di derubarle, qui affianco vive un Incantatore che è lesto a
sostituire la
serratura! >>
<<
Non accadrà Signora. >> Disse Priuma a voce
bassa.
La Signora batté la porta e liberò Priuma dal
fardello della compagnia. Anche i
vestiti di ricambio erano fradici, poté solo svestirsi,
asciugarsi con un panno
e riscaldarsi nelle lenzuola indossando l’intimo. Era stata
davvero la scelta
giusta? Si chiese. Bastò rimuginare sulla giornata conclusa
per rispondersi, ”Senz’altro”.
l’indomani avrebbe trovato un nuovo lavoro e tutto sarebbe
andato per il verso
giusto, pensava. Non trovò difficoltà nel
chiudere gli occhi ma prima di
assopirsi venne richiamata dal suo bagaglio che cominciò a
dimenarsi. Si alzò
felina, prese la spada e la puntò contro l’ignota
minaccia che dopo aver
rantolato uscì rotolando.
<<
Smeraldello!? >>
<<
S-sei Priuma? >> Chiese in dormiveglia.
<<
Che ci fai qui? Dovresti essere a letto. >>
<<
No Smeraldello! Che ci fai tu qui!? >>
<<
Qui dove, io sono… Aspetta che stanza è questa?
Hei
ma dove sono!? >> Il Grim perse l’abbiocco e
iniziò a iperventilare con
ansia.
<<
Non siamo più nella Lanterna Magica, è un
appartamento
nel Centro di Kaerud. >> Disse Priuma. Il Grim
urlò disperato:
<<
Lo sapevo! Mi hai rapito! Vuoi fare giustizia per
averti letto le Poesie di Kamilio! Perdonami non lo farò mai
più! >> Era
in preda al terrore.
<<
Oh cielo, oh cielo siamo veramente lontani dalla
Quercia Madre! La Densità Eterica qui è
catastrofica! Non riesco a respirare!
Sto avendo un attacco di panico! >>
<<
I Grim non possono avere attacchi di panico!
>>
<<
Io Sì! >>
<<
Smeraldello hai frainteso! TU eri dentro il mio
bagaglio! >>
<<
Ero dentro… Ah già è vero…
Mi imbarazza ammetterlo
nella situazione attuale ma la verità è che adoro
la tua esalazione e mi sono
appisolato nei tuoi indumenti… >>
<<
Non lo fare mai più! >> Disse Priuma severa
rinfoderando la spada.
<<
Ma perché sei venuta qui? C’è stata una
sciagura?
>>
<<
Tutt’altro, ne è conclusa una, mi sono dimessa.
>>
<<
Il primo giorno!? Per quale motivo!? Nessuno
rifiuterebbe un impiego nella Lanterna Magica! >>
<<
Bhè a quanto pare qualcuno lo ha ben fatto, quello
è un covo di vipere spocchiose, te compreso!
>> Smeraldello rispose con
una linguaccia serpentina.
<<
Se è un’alternativa che cerchi non ne troverai una
migliore della Lanterna. Il personale è comprensivo,
permissivo e soprattutto è
di compagnia, non c’è mai da annoiarsi…
>>
<<
Ruth mi ha detto la stessa cosa, siete solo di
parte. >>
<<
Ah sì e che mi dici dell’ampiezza
dell’edificio, la
bellezza dell’architettura, gli Incanti e l’aria
ricca di Etere, rinunceresti a
tutto questo per cosa? Per pelare patate seduta in uno stabilimento?
>>
<<
Se il personale non è spocchioso come Lillian e
Lloyd volentieri! >>
<<
A me sembrano i piagnistei di una ragazzina
viziata… >>
<<
Smettetela di additarmi con quell’aggettivo! E’
irrispettoso nei miei confronti, è normale per me avere
certe pretese non è
facile cambiare vita dall’oggi al domani io… ci
stò provando… ci stò provando
con tutto il cuore… >> Priuma si sedette e si
incupì intimamente.
<<
Scusami… Hai voglia di raccontarmi? >> Chiese
Smeraldello.
<<
No! >>
<<
Bene! Sai cosa mi importa! Rimani sola con il tuo
tristo retroscena, in mattinata mi scorterai alla Quercia Madre!
>>
<<
Perché non ci torni da solo? >>
<<
Ecco io… Io sono Agorafobico… >>
Priuma
soffocò una risata che poi esplose con maleducazione.
<<
Il Secolare Spirito della Quercia Madre ha timore
di porre il muso fuori dal recinto ahahah >>
<<
S-si bhè non credere di essere superiore! Non
troverai mai un mestiere che si confà alle tue capricciose
aspettative!
>>
<<
Vuoi scommettere? >>
<<
Scommettiamo! Se non riuscirai a trovare un impiego
entro domani sera, dovrai raccontarmi la tua storia! >>
<<
E tu dovrai resistere una giornata intera in mia compagnia
per le strade di Kaerud senza rinunciare! Se
vincerò… Dovrai rivelarmi per
quale motivo hai stretto il Patto col Signor Blackwood!
>>
<<
Andat- >>
<<
E dovrai mangiare tutte le poesie di Kamilio!
>>
<<
A-andata… >>
Il
giorno dopo le nuvole si erano diradate e sopra Kaerud
sorgeva un Sole raggiante. Priuma, ormai da settimane faceva tesoro dei
primi
istanti del risveglio poiché esenti da i suoi pensieri,
quando riprese
conoscenza si meravigliò della pattumiera in cui era
capitata, ma non si
affrancò e iniziò la giornata con ottimismo,
sicura che sarebbe riuscita a
trovare un impiego ideale. Scostò sul pavimento Smeraldello
che le si era
insonnolito vicino al ventre e indossò i vestiti. La
Proprietaria cominciò a
importunare fin da quell’ora bussandole alla porta, con
allarme si ricordò di
essere una Bicromaga e aprì la porto con una mano
sull’occhio.
<<
Buongiorno! Ero venuta a controllare che fosse
tutto regolare e… Signorina ma ora che noto le sue iridi,
lei è
un’Incantatrice! Perché non mi ha
avvisata… e perché si copre l’occhio
sinistro!? >>
<<
Mi è… entrato qualcosa nel bulbo, Non pensavo
fosse
rilevante chiedo venia, fa differenza? >> La Proprietaria
la guardava con
altezzosità.
<<
Non fintanto che pagherete l’affitto, oggi è il
secondo giorno, ha con sé altre tre monete? >>
<<
Signora ora che ho soggiornato posso dire che
trenta denari sono veramente troppi per il tetto che mi ha offerto.
>>
<<
Mi è per caso irriconoscente!? >>
<<
No dico solo… Che due monete d’argento potrebbero
essere giuste… Ne ho con me solo quattro…
>> La Signora accettò l’accordo
prendendole dalle mani il denaro.
<<
E siano due
argenti al giorno ma se non troverai denaro sarai costretta a sloggiare
cara
ragazza, mi dispiace ma ho fatto il possibile. Io e mio marito stiamo
andando
al mercato, vedi di muoverti, le lancette non si fermano nemmeno oggi!
>>
Disse scendendo le scale accompagnata da quell’uomo
palesemente succube del
rapporto coniugale.
Priuma
serrò la porta con astio, ma la Proprietaria aveva
ragione, doveva affrettarsi. Svegliò Smeraldello toccandolo
col piede ed
entrambi uscirono alla ricerca di un salario.
Priuma
era vestita con una maglia in cotone color cioccolata
e dei calzari scuri, un abito retrogrado rispetto alla sartoria
Kaerudiana.
Retto dalle cinghie, il borsone conteneva Smeraldello che scrutava
vigliacco il
mondo da una fessura.
<<
Potresti pure degnare il terreno con le tue zampe,
non è mica pestilenziale! >>
<<
Ci sono innumerevoli modi di lesionarsi camminando
per strada, potremmo essere travolti da una carrozza, schiacciati da
un’insegna, borseggiati da dei malviventi…
>>
<<
Miei Dei… Per fortuna eri nel sonno la scorsa notte.
>>
<<
Perché che è success? Priuma! Che è
successo ieri
sera!? >> Diversi edifici dopo erano entrati nel Mercato
del Lavoro
seguendo delle indicazioni, era uno spiazzo farcito di bancarella dove
i
piccoli imprenditori valutavano opportunità di
collaborazione. Priuma staccò da
una bacheca degli annunci e li sfogliò indagatrice senza
suscitarne interesse
per alcuno.
<<
Che tipo di impiego stai cercando? >> Chiese
Smeraldello.
<<
Io vorrei un mestiere emancipato, dove poter
lavorare in autonomia e senza l’impedimento altrui.
>> Il Grim Sorrise.
<<
Sai la libertà è un vizio moderno, i tuoi
progenitori dovevano accontentarsi del lavoro avuto in
eredità e anzi
ringraziare di potersi permettere del cibo, nel tempo ho visto fratelli
assassinarsi per accaparrarsi il diritto di mietere i terreni dei
padri.
>>
<<
Forse perché quella era la loro ambizione, io avrei
ceduto il terriccio e sarei partita per la mia strada. Una vita
dedicata a uno
scopo malvoluto non merita di essere vissuta. >>
<<
E di grazia potrei sapere quale mira è di tuo
interesse? >> Priuma sorvolò.
<<
Qui vi sono molte domande come camerista, voglio
propormi ad uno per vedere la differenze con la Lanterna Magica
>> Si
diressero nella parte Orientale del Mercato dell’Idra. Kaerud
non smetteva di
rammentare il suo incanto a ogni ora. Priuma non aveva mai visto
così poco verde
in un centro abitato, dei vapori artificiali uscivano da i comignoli
degli
edifici e gli ornamenti tecnologici come orologi e idranti vincevano in
numero
i costrutti Incantati, pensò che i tempi stavano davvero
cambiando e avvertì
del turbamento per l’Impero. Giunsero nell’Osteria
del Mastro Lettore,
descritta come un’attività che offriva sia cibarie
stagionali che tomi con cui
affiancare gli spuntini. L’edificio faceva parte di un
isolato in mattone
laterizio, la facciata era fabbricata con del ferro verniciato di
amaranto con due
vetrine sul lato destro, una su quello sinistro e un ingresso con
un’enorme
insegna Eterica. L’interno aveva una cinquantina di posti a
sedere e un lungo
bancone curvo con serviti arrosti farciti, suini e manzi speziati.
Difronte
centinaia di elisir dai fiaschi colorati e modellati per attirare
l’attenzione,
delle scale portavano al piano superiore con cortinaggi dello stemma
Kaerudiano, due Quercie sorreggevano con le loro radici uno scudo
incoronato. La
particolarità consisteva in delle gallerie cilindriche sul
soffitto dalle quali
scendevano delle scale in legno. Queste erano straripanti di tomi ed
erano la
delizia della clientela. Il Locale era già pieno e
chiassoso, le due ostesse
correvano tra i tavoli con vassoi fumanti e un Messere robusto e
baffuto strofinava
un boccale dietro il banco.
<<
Mi scusi >> Disse Priuma con dell’incertezza
<<
Ho appreso che siete alla ricerca di assunzioni?
>> Il Messere le rispose senza degnarle sguardo.
<<
Doveva leggere con più impegno Signorina, stiamo
assumendo solo uomini, di giovinette ne sono già pieno,
posso solo offrirle i
nostri servizi, altrimenti mi dispiace dirle che è venuta in
vano. >>
Priuma non desistette e rispose con fervore.
<<
Se è per faccende di possanza allora non vi sono
problemi! Può non sembrare ma sono più nerboruta
di tutti i marcantoni in
questa stanza! >> Il Signore alzò lo sguardo
per esprimere un’insistenza
quando venne folgorato dalle iridi della ragazza.
<<
Per gli Dei, una Bicromaga! >> I Clienti
ammutolirono, i menestrelli sospesero le note e l’Osteria si
rivolse verso di
lei. Volarono disparate domande in una calca maleducata che Priuma non
sapeva
gestire. L’Oste urlò:
<<
Signori non scomodatevi! Questa giovane è venuta
per lavorare, non infastiditela! >> Priuma era lieta di
aver udito quella
ritrattazione ma asfissiava in quel caos. Strisciò nelle
pareti fino al piano
di sopra, vi erano Impresari, con cilindri, monocoli e pellicce di
volpe che
facevano carte false pur di trascinarla nelle loro attività,
sputacchiando
cifre da capogiro. Priuma balbettò del dissenso, poi quando
vide che non vi era
più ragione in quell’edificio colse
un’occasione e saltò spericolata da una
finestra atterrando sopra un carro di denti di leone giganti.
Smeraldello uscì
dal nascondiglio.
<<
Wah! Un mezzo in movimento, un arrischiatissimo
mezzo in movimento! Dobbiamo scendere subito! Rischiamo il tamponamento
in ogni
stante! >> Priuma divertita dallo slancio giocava con dei
boccioli.
<<
I Kaerudiani sono degli ostinati incivili! Non vi
era traccia dell’indipendenza che cercavo, dovremo cercare
altrove! >>
Smeraldello rispose squadrando la stabilità del carro.
<<
Anche fosse il problema è alla radice! Sei una
Bicromaga, alla Lanterna questa problematica è mitigata ma
altrove susciterai
sempre delle attenzioni! >> Priuma fissava intensamente
il Grim che nel
mentre si era coperto metà muso con degli arbusti.
<<
Che c’è!? >>
Ore
dopo Priuma esplorava le carreggiate della città con una
benda nell’occhio appena acquistata con uno dei suoi pezzi
d’argento, li
avrebbe riavuti al tramonto, pensò. Con quella sarebbe
sembrata una comune
Incantatrice Verde. Coprire ciò che la aveva resa orgogliosa
tutta la vita fu
un dolore che dovette cercare di sopprimere. La seconda tappa era una
Bottega
Alchemica. Predominanti erano tre gigantesche ampolle con dei tappi di
sughero
nel centro. Le pareti erano occluse a causa delle incontrabili boccette
sugli
scaffali, nessun colore era escluso ed esposti sulle mensole vi erano
anche
pergamene, erbe, alambicchi e matracci. Un’incantatrice dagli
occhi di Mirto e
le lenti ovali ispirava familiarità, fù lei a
presentarsi entusiasta.
<<
Un’Incantatrice che visita gradita! Mi dica che è
venuta per l’annuncio! >> Priuma si
sentì lusingata.
<<
Si, stò cercando un lavoro… >>
<<
Ha esperienze con l’Alchimia? >>
<<
Di base… L’annuncio non citava prerequisiti quindi
sono passata a domandare… >>
<<
E ha fatto benissimo, aspetti qui, vado in giacenza
a prendere del materiale! >> La donna entrò
nel retrobottega e Priuma approfittando
della solitudine fece uscire Smeraldello.
<<
Ma che fai!? >>
<<
Potrebbero servirmi degli strumenti, come dovrei
spiegarlo un Grim sulla schiena? E poi la scommessa non conta se ti
adagi tutto
il giorno! Esci e fai una girata! >>
<<
L-lì fuori!? All’aperto!? >>
<<
Si Smeraldello… nella Città dove hai vissuto per
secoli, quale azzardo… >> Disse Priuma con
occhio sfottente.
<<
Ma lì fuori è pieni di Gatti! Potrebbero
confondermi con un Cane e graffiarmi! O anche i Cani potrebbero
scambiarmi per
un Gatto e mordermi! >>
<<
Smeraldello tu sei più simile a un Procione! Ora
vattene prima che ritorni! >>
<<
Ah vero… I Procioni sono preda di quali animali?
>>
<<
Smeraldello! >>
<<
Va bene, vado, vado, che modi! >>
L’Alchimista tornò con delle ampolle e
spiegò a Priuma il da farsi, era un
lavoro meccanico non occorreva esperienza ma bisognava seguire e
imparare delle
formule chimiche. Si trattava di dover distillare un composto dalla
secrezione
di un Tritone Briomiano, questo era alto trenta centimetri, nero a
chiazze
arance sul dorso e arancio a chiazze nere nel ventre. Dopo aver
ingerito un
frutto di triliegia espelleva un acido ricco di glucosio e fruttosio.
Questi
zuccheri andavano quindi scomposti tramite dei microrganismi
all’interno di delle
ampolle, ve ne era una rossa una verde e una blu e in ognuna vi era un
batterio
diverso da impiegare nell’indicata dose per generare infine
dei polimeri
sintetici da rivendere. Priuma sudava cercando di mantenere la
concentrazione,
era un compito metodico ma non privo di imprevisti, doveva seguire le
reazioni,
alzando o abbassando la temperatura, aggiungendo erbe e sottraendo
centilitri.
Tutto procedeva regolare tante vero che Priuma smise per un attimo di
prestare
attenzione e fù in quel momento che produsse una reazione
disastrosa, errò la
tipologia di batteri e questo generò una
mostruosità tentacolare violacea che
invase il negozio e fece infuriare l’Alchimista che
smarrì la grazia precedente.
<<
Fuori di qui criminale! >> Urlò. Priuma
scappò offesa e raccolse Smeraldello che nel mentre stava
cercando di evitare
il filo di una micina.
<<
Non è andata come speravi? >> Chiese alla
ragazza.
<<
Meglio così! Me la facevo più sperimentale
l’Alchimia, all'opposto è molto metodologica!
>>
<<
Se quello è il prezzo della sperimentazione…
>>
<<
Vieni, questa volta proviamo in fabbrica! >>
L’industria tessile non era molto distante, era uno
stabilimento piccolo da una
dozzina di dipendenti. Ormai di consuetudine, Priuma posò
Smeraldello all’entrata
e entrò speranzosa. Uscì dopo un quarto
d’ora.
<<
Hai già fallito? Sono quasi deluso ragazza, niente
tentacoli, niente fiamme, pensavo avresti continuato a dare spettacolo!
Oh no,
forse questa volta ti hanno assunta! Volevo dire…
”Che bello, ti hanno per caso
assunta?” >> Priuma rispose con una nota
rattristata.
<<
Hanno detto che sono troppo lenta con la macchina
da cucire… I Kaerudiani sono così esigenti! Non
si accontentano della normalità
vogliono tutti l’eccellenza ma è chiaro che ci
sarà sempre qualcuno più bravo
di me a cucire! Non transigono nemmeno un errore! >>
<<
Vedila in questo modo, ti fideresti di una lama
smussata? E’ normale che ognuno di noi pretenda
l’efficienza. >>
<<
Si ma io non esigo di combattere col Platino Reale!
>> Priuma calcò un sasso e udì il
rumore dello stomaco affamato di
Smeraldello.
<<
Vieni, andiamo a mangiare. >> Disse con un
sorriso. Si fermarono al Parco dei Giganti con le sue enormi terrecotte
ideali
per l’intrattenimento dei più piccoli che
correvano nell’erba assieme agli
animali da compagnia. Priuma spese il suo ultimo argento per dei
cosciotti e
una tipicità Kaerudiana, il così detto
”zucchero filato”. Erano dei dolcissimi filamenti
attorcigliati a un bastoncino, entrambi lo mangiarono con letizia e si
concessero
di sprecarlo per giocarvici sopra dipingendo dei baffi al compagno. Si
spensierirono correndo, Priuma cercò di rendere Smeraldello
pavido, facendolo
giocare con degli animali domestici, dopo qualche minuto prese
confidenza e lo
vedeva correre in lontananza con dei bambini mentre lei rideva. Priuma
attraversò i vari angoli della Città,
tentò di essere una pellettatrice, una
gioielliera, un’armaiola, una cuoca ma ogni
attività la ricacciava con
indolenza e la cosa che più la scoraggiava era che nessuno
di quei mestieri le
sembrava interessante. Il sole era calato, le nuvole coprivano la luna,
stavano
camminando in un vicolo isolato e Smeraldello dichiarò con i
volantini tra le
zampe:
<<
Il prossimo dovrebbe essere un impiego da
saltimbanco per un circo… non sarà la tua prima
scelta ma il salario non è
spregevole guarda… >>
<<
Hai vinto. >> Rispose lei.
<<
Eh? >>
<<
La giornata è terminata e tu non ti sei arreso. Sei
stato bravo. >> Smeraldello tacque, si era divertito a
tal punto nelle
ultime ore da aver dimenticato la scommessa e il disagio.
<<
Torniamo a casa… Devi riscuotere la tua vincita,
domani mattina ti riaccompagno alla Lanterna. >>
Smeraldello concepì che
senza monete d’argento Priuma non aveva più un
posto dove andare.
<<
Priuma ascolta, anche se ho vinto non sei costretta
a… >>
<<
Sh! >> Disse Priuma chiedendo silenzio.
<<
Che modi! Volevo solo… >>
<<
SH! >> Insistette. Smeraldello aveva
frainteso. Erano circondati, una decina di uomini da un lato e una
decina dall’altro.
Erano prevalentemente vestiti di nero con una calzamaglia retta da dei
lacci,
degli stivali stretti, dei guanti forati, una mantella con un cappuccio
alzato
e una maschera che celava il volto. I cappucci avevano degli occhi da
rettile colore
acqua marina cuciti ai lati.
<<
Ti avevo detto che ti avrei ritrovata Passerotto!
>> Il viscido della sera prima comparve con un ghigno
fastidioso, a
braccia aperte vantava i compagni che si era portato appresso, ladri e
borseggiatori, forse assassini, la accerchiarono, passo dopo passo si
avvicinavano a lei.
<<
Priuma chi sono questi, cosa facciamo? >>
Chiese Smeraldello spaventato, conoscendo la fobia del Grim, Priuma
doveva
supportarlo.
<<
Ci penso io, tu resta nascosto e non fiatare, ti
venderebbero senza pensarci! >> Lo impaurì, ma
doveva assicurarsi che
sarebbe rimasto nascosto.
<<
Hei Dennis! Non ci avevi detto che era una
Incantatrice Verde! >> Disse uno indicando
l’occhio non bendato.
<<
Non lo sapevo, avevo intravisto solo i suoi
capelli, questo stimola sola la serata, cos’è
avete paura di un po' di vento o
di qualsiasi altro trucco sia capace quella ragazzina!?
>> Minimizzò
Dennis.
<<
A te stà bene? >> Disse un altro a un omone
che doveva essere il Capo. Era pure lui incappucciato ma doveva avere
un viso
largo come le spalle e robusto come le gambe, indossava un indumento di
raso zaffiro
con rammendi verdi, delle maniche lunghe al punto da coprire le mani,
dei
fiancali in cuoio nero e delle cintole con dei coltelli da lancio. Non
rispose,
si capiva che la faccenda non lo entusiasmava, venti uomini che
circondavano
una signorina non era certo la più lodevole delle imprese.
Nessuno intervenne
in soccorso, anzi, qualcuno andò a serrare le finestre non
volendo essere
coinvolto in una faccenda pericolosa. Quella era una Gilda di
Tagliaborse
conosciuta in Città, nemmeno la legge poteva dettare nei
loro territori. Iniziò
a gocciolare, poi a diluviare peggio della sera prima. Priuma estrasse
la Spada
Larga e la roteò con spavalderia come non faceva da mesi,
aveva un sorriso
smanioso sulle labbra e urlò mostrando i denti.
<<
Cosa aspettate! Cominciamo! >> Un assalitore
rispose alla provocazione attaccando frontalmente per patire la base
del manico
di Priuma sulla sua nuca, quello successivo tentò un
fendente orizzontale che
venne ricacciato e punito con un colpo nel fianco destro, il terzo non
fece in
tempo ad agire che subì un calcio verso l’alto, il
quarto parò uno, due, tre
colpi e poi si inginocchiò con un colpo di gomito, era
indomabile. Priuma
combatteva come una selvaggia, i criminali non si aspettavano di dover
estrarre
l’arma quella sera, avevano dato per scontato che i primi due
uomini sarebbero
bastati, anzi avanzati per quel lavoro ma si ritrovarono costretti a
difendersi
con dedizione per non soccombere. In pochi istanti rimasero tutti
stupefatti,
soprattutto l’uomo vigoroso i cui occhi iniziarono a
rifulgere.
<<
Sarebbe questo il valore dei Tagliagole di Kaerud!
Sono profondamente delusa, siete poveri di iniziativa e vigore o
semplicemente
non avete le palle! >> Sbeffeggiò Priuma con
un viso cagnesco. Qualcuno
allora si fece più audace e tentò un fendente
saldo, Priuma fù costretta a non
defletterlo ma a pararlo nel mentre con un calcio allontanò
un’infame che se ne
stava approfittando e con due tallonate atterrò un secondo
malvivente. Face
scivolare la spada dell’aggressore e lo stordì con
un calcio nello stomaco poco
prima di deviare tre fendenti e restituirli con dei tagli punitori
nella pelle
avversaria. Danzava sotto la tormenta, schivando e contrattaccando,
anche se
non le era mai mancato l’ossigeno dopo tanto tempo le parve
finalmente di
respirare. Conseguire un contrattacco era una gioia imparagonabile
rispetto al
servire uno stufato, distillare un’ampolla o ricamare una
sottana, perché
avrebbe voluto desiderare altro? Viver in altro modo? Annullarsi in
impieghi
miserevoli? All’improvviso Dennis comparve rancoroso e le
sfiorò con una mossa
infida il capo, tagliandole il filo della bandana.
<<
Una Bicromaga! >> Urlò uno dei ladri sotto la
pioggia. Dennis sgranò gli occhi e il capò
alzò il viso con interesse.
<<
I-Io non lo sapevo che era una Bicromaga! Se lo avessi
saputo non avrei mai… >>
<<
Fatevi da parte! >> Disse l’uomo abbassandosi
il cappuccio. Scoprì un viso prevedibilmente turpe, dalle
labbra larghe, il
nasone all’ingiù, lo sguardo arcuato e un cranio
calvo con un Serpente Marino
tatuato, avente due teste che comparivano minacciose sulle tempie.
Occhi lavanda.
<<
Sei un Evocatore dico bene? Non ne ho mai
affrontato uno, forza! Concedimi almeno tu una sfida! >>
L’uomo rimase in
silenzio, passeggiava intorno a lei. I sottoposti li lasciarono
fronteggiarsi
da soli, sia per gli ordini del capo che per lo spauracchio dovuto alla
Bicromagia.
<<
Finora hai combattuto con destrezza semplicemente
con quel pezzo di ferro arrugginito, mi chiedo cosa sei capace di fare
con i
tuoi Incanti, perchè non me li mostri? >>
Priuma non accettò che
quell’infame gli rovinasse il momento aprendole la ferita e
fù lei ad attaccare
per prima. Scagliò un fendente, allora il Capogilda
sibilò:
<<
Scilla! >> Dalla manica gli fuoriuscì un
Serpente
Marino che fermò il colpo mordendo la lama. La creatura era
squamosa, di colore
azzurro e dagli occhi gialli con due baffi e due pinne a cresta ai
lati. Priuma
non riusciva a divincolarsi e l’avversario ne
approfittò per fronteggiarla
fisicamente. La ragazza non volle cedergli la lama e quindi
parò colpo per
colpo i calci ed i pugni che le venivano rivolti contro.
Un’apertura le permise
di calciare il serpente per liberarsi e passare all’attacco.
L’Evocatore si
difese con le fauci della creatura marina, lo utilizzava come fosse una
frusta ma
alla fine venne mozzata da un taglio netto. La testa cadde per terra e
gli
spettatori furono esterrefatti da quel primo round.
<<
Va bene. Abbiamo finito di giocare, ora
combattiamo! Tiamat! >> Dalle maniche destra e sinistra
uscirono decine
di serpenti marini celesti dalla cresta centrale. Priuma non si
demoralizzò e scagliò
agguerrita una spadata verso i rettili che pararono il colpo
rispondendo con
del metallo, infatti dalle loro fauci uscirono delle lame per ognuno di
loro, a
quel punto la giovane fù impressionata e retrocesse.
<<
Sai perché questo viene chiamato il Mercato
dell’Idra? >>
Urlò Dennis.
<<
Non è certo per le sue Vie, ma per la protezione
che la mia Gilda esercita in questo territorio! Se ferisci uno di noi,
altri
verranno per punirti, non puoi vincere Passerotto ahahah!
>> Il Capogilda
fece gesto a un suo sottoposto di farlo tacere e questo
eseguì l’ordine dando
un pugno allo stomaco a Dennis.
<<
Perdonami. Quando Dennis mi ha raccontato di come
hai sbaragliato tre dei miei uomini ero incuriosito dal metterti alla
prova,
quando ti sei rivelata essere un’Incantatrice ho pensato a un
colpo di fortuna
ma quando la tua benda è caduta non ho potuto che vedere le
mani del fato! E’
da qualche ora che i miei uomini ti hanno seguita, stai cercando un
lavoro?
Perché non offri le tue abilità a mio servizio?
>> Priuma sbuffò una
risata.
<<
Sai, nonostante sia al verde, mangerei merda,
piuttosto che servire una combriccola di codardi mascherati che
attaccano le
ragazze al buio! >>
<<
Non puoi vincere questo scontro senza i tuoi
Incantamenti Ragazza! >> Priuma non potette che
offendersi davanti a una
frase così dura e si lanciò in un attacco
disperato. Le creature erano
innumerevoli e ferivano in ogni direzione, soffrì tre graffi
prima di riuscire
a colpirne una, volteggiava evitando la minaccia ma continuava a essere
tagliata
alle caviglie, l’obbiettivo dell’avversario,
dovette ingegnarsi e con una
capriola riorganizzò la strategia. Guardava
l’avversario negli occhi mentre
questo comandava le bestie con movimenti sinuosi e intimidatori.
<<
Sicura di potercela fare? >> Chiese
Smeraldello
<<
Ho affrontato di peggio! >> Rispose Priuma
buttandosi alla carica. Finse un assalto e si fermò poco
prima per sgozzare tre
teste, altre quattro la attaccarono e lei saltò lateralmente
parandone le lame
per rispondere con una giravolta fatale. Il sangue colava dalle bestie
amputate
il cui corpo si ritirava, ne parò altre due e una terza la
attaccò di lato,
Priuma le morse il collo come fosse un animale rabbioso, poi la
tagliò con i
denti, schivò altre cinque e tagliò pure loro
fino a che l’Evocatore non rimase
con sole tre teste. Era ansimante e inveì con affanno.
<<
C’è altro o posso venire a disarcionarti?
>>
Chiese.
<<
Combatti come una pazza, se stessi combattendo sul
serio avresti già le arterie recise. >>
<<
Allora fallo! >> Sbraitò Priuma.
<<
Leviathan! >> Dalla sua schiena uscirono due
enormi bestie, più possenti delle precedenti, di colore blu,
avevano delle
pinne aguzze nella parte inferiore e tre creste centrali di colore
vermiglio,
delle corna e un ringhio da Viverna. I rettili sbavavano intimidatori,
uno di
loro spalancò le fauci e lanciò un’Arte
Incantata, un raggio d’acqua dalla
pressione tale da infrangere il Basalto, Priuma lo lisciò e
corse verso la
creatura tirandogli due spadate che generarono null’altro che
scintille, l’altro
serpente tentò di azzannarla, Priuma si abbassò e
in un atto disperato tagliò
il ventre dell’evocazione con tutte le sue forze non
recidendola del tutto ma
sgozzandola quel che bastava per renderlo inoffensivo. La spada larga
si
spezzò, quel rottame aveva resistito fin oltre le sue
aspettative, evitò il
contrattacco dell’altra salendole sulla schiena per correre
con passi
tamburellanti dal Capogilda che cercò di difendersi
lanciandole dei pugnali ma inerme
davanti a una simile rimonta cadde piegato con la lama smussata alla
gola. Lo
sconfitto era disteso e rilasciò l’evocazione, lei
si alzò per sentire la
pioggia sulla pelle. Con enorme fatica aveva atterrato un nemico che
pochi mesi
prima avrebbe sconfitto in pochi istanti. Era una vittoria insapore.
Combatteva
con la consapevolezza di essere amputata, senza avere ciò
che aveva un tempo e
senza la persona che un tempo le era accanto, si interrogò
su che significato
poteva avere la vita per lei da ore in poi, con all’orizzonte
solo palliativi,
mestieri infelici, era venuta a Kaerud per dimenticare ma non era
riuscita
nemmeno in quello, mollò la presa sulla lama e
lasciò che questa riecheggiasse
sul terreno. Il Capogilda percepì che c’era
qualcosa che non andava. Dennis se
ne approfittò e la attaccò alle spalle.
<<
Fermo! >> Urlò il Capogilda consapevole che
quel colpo sarebbe stato fatale. E allora Smeraldello uscì
dal bagaglio
mordendo il vigliacco alla gola. Dennis strillò dolorante e
mollò la lama prima
che il Grim mollasse la presa, si mise a ringhiare in difensiva di
Priuma.
<<
Cos’è quello, un Grim!? >>
<<
Ma chi è quella ragazza!? >> Un uomo gli
diede un calcio senza problemi e altri lo seguirono.
<<
No! >> Urlò Priuma bloccata da uomini che si
approfittarono del suo disarmo.
<<
Spettro! >> Urlò una ragazza. Un fulmine
scarlatto attaccò un membro della Gilda facendolo volare in
aria, un secondo
fulmine allontanò gli altri, liberando il Grim. Priuma si
voltò e vide Ruth
maneggiare delle saette. Con la mano destra creò una
Ragnatela Elettrica che
incarcerò gli assalitori sulla parete. Il Capogilda si
rialzò.
<<
Non sapevamo che questa ragazza era sotto la
protezione della Tarantola Scarlatta… >>
<<
Kyle, non credevo che foste caduti così in basso da
assalire le fanciulle. >>
<<
Non era mia intenzione farle del male, cercavo di
reclutarla nei nostri ranghi… >>
<<
Bhè non potete, quella è merce mia!
>>
Esclamò Ruth. Il Capogilda rese un inchino riverente dicendo:
<<
La Gilda dell’Idra manda i suoi ossequi alla
Tarantola Scarlatta. >> E scomparve nella pioggia assieme
ai suoi uomini.
Dennis li raggiunse per ultimo, spaventato da un ringhio di Smeraldello.
<<
Torniamo a casa Novellina. >> disse Ruth.
A
mezzanotte Priuma era tornata riluttante tra i muri della Quercia
Madre, si trovava all’interno dell’Ufficio del
Signor Blackwood e la Tutrice le
stava medicando le ferite con delle garze, dell’aceto del
salasso.
<<
Aih! >> Si lamentava Priuma.
<<
Stai ferma. >>
<<
Come avete fatto a trovarmi? >> Dalla
scrivania comparve il Camaleonte di Kamilio.
<<
Quello è Cornelio, Kamilio lo usa per spiare i
dipendenti, ti ha seguito fino al rifugio ieri sera, poi è
venuto a riferirci
la posizione, ti ho attesa nei dintorni mezza giornata fino a quando
non ho
udito dei rumori metallici in un quartiere. >>
<<
Aspetta, quel Camaleonte è stato a spiarmi tutto il
giorno ieri, Aih! >> Ruth strinse una garza.
<<
Sei un vero disastro Novellina, hai laceri ovunque!
La tua non è inesperienza, utilizzi uno strano stile di
combattimento, come se
non ti curassi delle ferite subite… >> Priuma
ovviamente divagò.
<<
E di te che mi dici? Cos’erano quei fulmini dal
bagliore rossastro? Non avevo mai visto un Incanto simile e
cos’è questa storia
della Tarantola Scarlatta? >> Ruth sospirò
concentrata nella medicazione.
<<
Io discendo… da una Casata di Incantatori abili
nella Creazione del fulmine, la nostra Arte è conosciuta
come i Fulmini
Scarlatti per via dell’azoto presente nel nostro Etere.
>>
<<
Avevano lo stesso odore del gesso di ieri mattina.
>>
<<
Si è sempre il mio Etere fuso al solfato di
calcio…
Sono Scariche Elettromagnetiche più potenti dei comuni
lampi, pertanto più dispendiose
e difficili da controllare, ho ancora le ginocchia
tremolanti… >>
<<
Bhè grazie per averle adoperate, se non fosse stato
per te a quest’ora sarei diventato una borsetta per le nobili
signore! >>
Disse Smeraldello.
<<
Piuttosto nemmeno io conoscevo questa storia della
Tarantola Scarlatta… >> Ruth esitò.
<<
Prima di venire qui… Ero il Capo della Gilda dei
Tagliaborse di Briomia, la Capitale di Briom-Xalma. >>
<<
Tu cosa!? >> Urlò Smeraldello e pure Priuma
fù sorpresa.
<<
E’ stato tanti anni fa, prima che mi pentissi delle
mie azioni e mi curassi degli effetti che queste avevano sulle persone
che mi
stavano intorno… Per questo sono venuta a cercarti
Novellina, in te percepisco
lo stesso mio smarrimento di un tempo e non volevo lasciarti.
>> Priuma
colse quelle parole, poi disse:
<<
Smeraldello… Grazie. >>
<<
Per cosa? >>
<<
Per avermi difesa, sei stato valoroso… Ti ringrazio.
>>
<<
Eheh… Cos’è questo… Priuma
mi ha fatto forse
imbarazzare? Oh celo erano secoli che non mi imbarazzavo. E’
un’emozione
terribile non farlo mai più. >> Le ragazze
sorrisero.
<<
Allora hai trovato quello di cui eri alla ricerca?
>> Chiese Ruth… Priuma soppesò le
parole e rispose.
<<
No… Il problema non siete voi e non è La
Lanterna…
Il problema sono io… >>
<<
Perché dici così? >> Allora il
Signor
Blackwood entrò nell’Ufficio e come vide Priuma la
abbracciò.
<<
Hei! Ragazzina! >> Aveva un’attitudine
completamente differente rispetto a come si erano lasciati, le
dedicò una stretta
di sollievo, quasi paterna.
<<
Mi hanno raccontato tutto! Perdonami! Non avrei
dovuto cacciarti in quel modo, sono stato un immaturo, ho avuto una
brutta
giornata e… Non avrei dovuto cacciarti in quel modo!
>> Ripetè il Signor
Blackwood. Il soccorso di Smeraldello, le cure di Ruth, le parole del
Signor
Blackwood, in quel momento Priuma ebbe un crollo, divenne rossa, le
scese una
lacrima e si mise a piangere tra le ginocchia.
<<
No! Sono una deficiente! Voi siete stati così
carini e io vi ho detto tutte quelle brutte cose! >> Ruth
e il Signor
Blackwood si guardarono in faccia. Pure Smeraldello si rivolse a
Cornelio anche
se percepì l’empatia di un ceppo.
<<
Non devi dire così… >> Disse il
Signor
Blackwood sfregandole le spalle.
<<
Come ti dissi, tuo padre mi ha accennato la tua
situazione, se ti servirà più tempo per accettare
questo stile di vita ti verrà
concesso e se questo non dovesse bastare potrai tornare a casa quando
vorrai.
>> Priuma finì di lacrimare e con una goccia
sul naso e lo sguardo perso
rispose:
<<
Casa… Cosa dovrei trovare lì… Non
c’è più niente.
>> Il Signor Blackwood che non era abituato a
interfacciarsi con l’intimità
altrui si bloccò, fù Ruth a prendere in mano la
situazione e confessò un
pensiero che aveva in testa già da tanto:
<<
Novellina… Pure io sono d’accordo sul lasciare a
ognuno i propri spazi… Ma questa volta… Voglio
che tu ci dica cosa ti affligge…
Voglio insistere e starti vicina… Voglio affrontare questo
problema insieme a
te e non lasciarti sola! >> Priuma rimase sospesa, si
asciugò le lacrime
e disse:
<<
Va bene, vi racconterò tutto… >> Si
sistemarono. Priuma era seduta dalla parte degli ospiti, il Signor
Blackwood al
suo posto e Ruth comoda in piedi mentre Smeraldello litigava con
Cornelio per
non farsi slinguazzare la pelliccia. Il Signor Blackwood goloso fece
per
prendere un bicchiere di liquore alla liquirizia ma venne rimproverato
dallo
sguardo di Ruth evitandogli il gesto maleducato. Protestò
con gli occhi e pregò
Priuma di cominciare.
<<
Ho studiato tutta la vita all’Accademia Militare di
Kamelot ed era da tre anni che servivo l’Esercito del Regno.
>>
<<
Si questo lo avevo intuito. >> Disse Ruth.
Priuma fù ingenuamente sorpresa.
<<
Come hai fatto a scoprirlo? >>
<<
Non fosse bastato averti vista squarciare dei
serpenti marini, non avevo già più dubbi da
quando hai detto ”brandisco lo
scopettone!” >>
<<
Hm… Bhè, è così. Il mio
sogno è sempre stato
servire la Corona sul campo di battaglia ed ero brava… Ero
molto brava… Gli
ultimi anni come saprete sono stati problematici…
L’Antica Barriera ha iniziato
ad incrinarsi e la mia unità ha dovuto combattere le
infiltrazioni Adombrate
sul confine… Poi, un giorno come un altro, senza alcun
motivo, non sono stata
più in grado di lanciare gli Incantamenti, nemmeno quelli
più comuni. Mi sono
fatta visitare da un dottore e lui ha riscontrato un disfunzionamento
della mi
Ghiandola Eterica. >>
<<
Ne ho sentito parlare. >> Disse Ruth.
<<
Sono complicazioni molto serie, perdonami se te lo
chiedo Priuma, ma quali sono le percentuali di guarigione?
>>
<<
Nessuna. >> Rispose Priuma seguita da un
silenzio.
<<
Non ci sono possibilità di ripresa, nessuno che
abbia avuto la mia patologia è riuscito a curarsi, abbiamo
provato di tutto,
Incantesimi, medicine, erbe, preghiere, non c’è
stato nulla da fare. >>
<<
E che mi dici di un trapianto di Ghiandola?
>> Chiese il Signor Blackwood.
<<
La Ghiandola Eterica non è come un cuore, anche se
trovassi un donatore dallo stesso Flusso, il chè sarebbe
improbabile visto che
Priuma è una Bicromaga, questo non funzionerebbe ugualmente,
lo so perché nel
mercato nero di Briomia… No, questo forse è
meglio non citarlo… >> Disse
Ruth mordendosi le unghie.
<<
Comunque, a Kamelot non potevo fare altro che
deprimermi, mio padre allora ha preso la decisione di inviarmi qui per
farmi
ricominciare una nuova vita, io non ho avuto niente da ridire, in
questo
momento mi sento come un sassolino in balia delle onde, non ho grinta
per
decidere il da farsi… >> Questo concluse lo
sfogo di Priuma. Ruth scambiò
uno sguardo col Proprietario che con un cenno confermò il
racconto della
ragazza. La Tutrice costeggiò la scrivania, si
chinò a appoggiò le mani su
quelle di Priuma.
<<
Novellina, non è stata ancora detta l’ultima. La
Lanterna Magica è un crocevia per tantissimi Incantatori
provenienti da tutto
il Regno e non solo, sono certa che qualcuno di loro saprò
come aiutarti.
>>
<<
Ne sei sicura? >>
<<
Certo, c’è una persona in particolare che vorrei
ti
visitasse… >>
<<
E come faremo per la questione della Bicromagia? I
dipendenti continueranno a domandare. >> Chiese
Smeraldello.
<<
Potete dirglielo… >> Rispose Priuma
indifferente.
<<
Potete dirgli tutto. Volevo rinnegare la verità,
perché accettare di non poter usare più i miei
Incanti era troppo doloroso, ma
non ha funzionato, non ho fatto altro che creare degli spiacevoli
malintesi,
dovrei chiedere scusa a tutti. >>
<<
Non c’è bisogno cara, e poi adesso è
tardi vai a
letto, puoi riprendere a lavorare quando vuoi. >> Disse
il Proprietario.
<<
No! Voglio tenermi il pensiero occupato. Voglio
lavorare, sono ancora in prova per entrambi i turni giusto?
>> Disse
accennando finalmente un sorriso.
<<
Giusto, ti aspetto domani mattina in mensa.
>> Rispose Ruth. Spensero le candele e si diedero la
buonanotte. Priuma
risalì nella sua camera, la centotre. Dopo la sua esperienza
nella precedente
stamberga fù felice di sdraiarsi infanga in quel letto
caldo, l’indomani
avrebbe pensato a lavarsi. Affianco al cuscino notò una
bambolina che la
rappresentava, era la stessa creata la sera prima dalla signora Dixie.
Si
vergognò per le brutte parole che la aveva rivolto,
annusò la bambola e sapeva
di lavanda, rise come una bambina e si assopì con
quell’aroma.
---
Priuma
seduta sul tavolo con le gambe incrociate mescolava lo zabaione con un
mestolo
di legno, il grembiule non era riuscito ad impedire alla farina di
macchiarle
l’elegante abito di raso.
<<
Amorino hai messo ancora una volta troppa farina, devi aggiungerla poco
alla
volta. >> Disse sua madre mentre pelava delle carote
seduta affianco.
<<
Tanto deve finire comunque tutta nella ciotola. >>
<<
Si, ma così si amalgama male. >>
<<
Pensa per te, stai pelando quelle carote come se fossero degli
insaccati, dammi
ti faccio vedere. >> Priuma filettava
l’ortaggio con velocità e perizia
inumana, versando nel recipiente la pietanza grattugiata.
<<
Quando fate così tu e tuo padre non vi sopporto, mi sento
sminuiti in questa
casa. >>
<<
Perché mio padre è incluso nel ramo familiare?
>> Disse Priuma con
impertinenza.
<<
Farvi conciliare è una causa persa…
>>
<<
Ma è vero! Da quando è tronato da Grandoza non fa
che pescare! Praticamente lo
vedevamo più spesso durante l’annessione e quando
mi rivolge la parola lo fa
solo per rimproverarmi! >> La Signora Noctoseraph
sospirò, non avendo
invero molto da controbattere.
<<
Di certo troverà più esaltante decapitare
avversario anziché cucinare con noi,
probabilmente ci odia, per lui siamo solo del tempo sottrattogli dal
campo di
battaglia! >> Criticò Priuma prendendo a
tagliare con più irruenza. La
madre le punse una gamba.
<<
Aia! >>
<<
Tuo padre ti vuole bene è solo negato
nell’esprimerlo. >>
<<
Deve piacerti proprio tanto quell’uomo…
>> Disse sgarbata.
<<
Priuma! >> La porta di casa cigolò e videro
entrare il Signor
Noctoseraph, portava una canna da lenza e una rete con
all’interno una dozzina
di pesci, prevalentemente Trote, Carpe e Anguille tutte dai colori
vistosi. Era
difficile intendere se la giornata fosse stata proficua visto che
rincasava con
la solita espressione indolente. Lasciò delle impronte
umettate nel pavimento e
poggiò il pescato sul tavolo.
<<
Bentornato Caro! Priuma ti stava preparando una torta alle carote!
>> Il
Signor Noctoseraph guardò rigido Priuma che non gli stava
rivolgendo il saluto.
<<
A riguardo, dovrebbe essersi scaldato il primo impasto, tirala fuori
dal forno
Priuma. >> La bambina sfornò un dolce arancio
e dall’aspetto croccante,
tagliò una fetta e la porse al padre che dopo averla
assaporata disse:
<<
Stavate preparando dei dolci il giorno della Cerimonia? Priuma sei
sporca,
vatti a cambiare. >> Le si inumidirono gli occhi e con
rabbia rispose
sottovoce.
<<
Sciocca io ad averci provato, non mi piace nemmeno cucinare.
>> Il Signor
Noctoseraph battè un pugno sul muro.
<<
Vatti a cambiare, subito. >> Priuma con viso basso e
deluso salì le scale
ascoltando di sfuggita le parole della madre.
<<
Perché fai così Abeloth? E’ solo una
bambina! >> Non udì nessuna risposta
provenire dal padre, probabilmente non si curò delle parole
della moglie,
pensò.
L’Antica
Torre Celeste era la più imponente opera architettonica di
Altaura, si trattava
di tre piani circolari rialzati dal diametro di una intera
città, l’acqua
sgorgava da una corrente centrale e cadeva nei piani adiacenti con
delle
cascate intervallate da titaniche statue, ogni piano aveva un anello di
edifici
costruito sopra il livello dell’acqua e all’ultimo
piano vi era il Giardino
Reala con i Sacri Sepolcri degli Dei Dormienti, il Palazzo Reale e un
ponte che
conduceva alla Città di Platino dove abitavano le famiglie
del Calice, i
Consiglieri Reali. Il Palazzo Reale era costruito in selenite
ancestrale
dandogli un colore bianco avorio che quasi abbagliava se colpito da i
raggi
solari. Una cinta murarie accostate da imponenti baluardi difendevano
una alta
roccaforte con alti torrioni dal tetto a cono in mattonelle marine. La
musica
era festosa e si intensificava dopo che la famiglia ebbe varcato il
Cancello
Reale, giunti nel Salone dei Desideri l’Annunciatore
urlò:
<<
Giunge a palazzo l’Eroe Abeloth Alanera Noctoseraph
accompagnato da sua moglie
Lucerna Lilium Noctoseraph e da sua figlia Priuma Fantàsia
Noctoseraph.
>> Il Padre di Priuma era il punto di riferimento di ogni
soldato Altauriano,
i lineamenti ruvidi e la pelle mulatta mostravano le sue origini
Occidentali,
il viso era bislungo, le guancia sciupate e gli occhi incavati, anche
se i
capelli corvini erano legati tendeva a lasciarli mossi e trascurati
fino alle
spalle assieme a una colta barba. Sua Moglie era famosa in tutta la
corte per
la sua bellezza. Portava un lussuoso abito rosa da i ricami in seta
bianca e
delle ornamentali candele rosate poste sulle spalle con una gigante nel
copricapo. Il Signor Noctoseraph era un uomo riservato e di rado
partecipava
alla movida pubblica, le sue umili origini scaturivano antipatia da
parte
dell’aristocrazia più conservatrice che
applaudì per costrizione. Priuma era
farcita all’interno di un gonfio abito color perla e azzurro
dal corsetto
soffocante e una maschera bianca dagli artifici alati e floreali con
del vetro
che le copriva gli occhi. Di colpo si spensero le luci e venne
interrotta la
musica, un occhio di bue illuminò un giovane sul palco che
iniziò a suonare con
uno strumento musicale, era una liara di pioppo bianco con
più paia di corde
colorate e da cui tramite una fessura uscivano dei fumi variopinti, si
trattava
della Musica Lucente dell’Arcipelago di Megattera,
un’Arte che permetteva di
trasformare le note musicali in immagini tramite il Flusso Eterico. Il
ragazzo
indossava una maschera di platino e suonava una melodia dolce e lenta
che
affascinò fin da subito gli astanti, Priuma parve
sonnecchiare quando dei Do
maggiori incalzarono il ritmo in un’esibizione aggressiva, il
palco e gli
ospiti si ritrovarono all’interno di un campo di
combattimento, del fumo
vermiglio ricordava il sangue e delle figure antropomorfe si uccidevano
reciprocamente mentre il Compositore scendeva dal palco per suonare tra
la
folla. Alcune nobildonne parvero spaventarsi davanti a una messinscena
così
interattiva mentre Priuma sorrideva coinvolta, la violenza e
l’orrore
riproposto in quell’esibizione la stregò fino a
quando il ragazzo non si fermò
davanti a lei, allora la melodia cambiò nuovamente con
accordi più stretti, il
salone si riempì di fumo ceruleo e un coro accompagnava
l’entrata in scena
della rappresentazione di un guerriero con una sola ala, questo volava
abbattendo
i suoi nemici saettando da una parte all’altra e lanciando
raggi infuocati. L’esibizione
culminò infine con l’araldo Altauriano, una dama
incappucciata, che
rappresentava un’Incantatrice, teneva nelle mani una serpe e
una spada,
proteggeva nel suo mantello un ricettacolo raffigurante i membri del
Calice,
posto sotto un fiore di loto, il simbolo della Famiglia Reale. Le luci
si
accesero e pertì un applauso, il misterioso ragazzo fissava
Priuma, lei distolse
lo sguardo con disagio e con un’occhiata fugace le parve che
le iridi di quel
giovane fossero di colore platino.
<<
Non vi era modo migliore di celebrare il primo anniversario
dell’annessione di
Grandoza che con l’esibizione del mio Primogenito, il
Principe Màel Caledos Zan
Pendragon Tredicesimo. >> Il Monarca, Rè
Thoranum Persona Zan Pendragon
Diciottesimo comparve da un’arcata scortato dalla Regina e
dalle Guardie di
Platino. Indossava un’armatura forgiata su più
falde, con coppe alte e
spigolose avvolte da drappi celesti, una lunga cappa impellicciata e la
sua
intimorente maschera reale, era in platino e scopriva solo gli occhi,
formava
un’aureola raggiante che incoronava il capo, portava due
corna cadenti ai lati
e una lunga barba decorata con diamanti.
<<
Questo giorno continuerà a essere ricordato per la
competenza, l’intuito e la
perseveranza dei nostri Generali. Per il coraggio dei nostri fanti, dei
nostri
cavalieri, dei nostri Incantatori. Per la fiducia che
l’aristocrazia ha riposto
in questa causa tramite i suoi contributi. Oggi la Casata Joliefleur
è ora
nostra alleata e il matrimonio del loro primogenito con la Casata
Burnstone
sancisce la loro fedeltà. >> Il Casato
Joliefleur rispose inchinandosi. Erano
i cugini dei precedenti sovrani di Grandoza che sostenendo
l’annessione
offrirono le loro figlie in matrimoni ai feudatari Altauriani.
<<
Le risorse minerarie di Grandoza, da sempre invidiate dalle nostre
Gilde, non
devono più essere importate. Acciaio, piombo e sale possono
essere ora venduti
a Riflesso e al Ducato delle Argille. Con i nuovi tributi stiamo
costruendo
strade, ponti, chiese e università per il Regno. Una nuova
era germoglia dal
sangue dei nostri caduti e dal sudore di chi ha prevalso.
>> Il Rè mise
una mano sulla spalla del figlio e fissò il Signor
Noctoseraph.
<<
Maestà. >> Abeloth si inchinò e
così fecero pure sua moglie e sua figlia.
<<
In molti tra cui mio padre, non avrebbero mai concesso un titolo
nobiliare a un
immigrato delle Lande Occidentali, ma io non ho ignorato i vostri
traguardi
Generale, ho ricompensato ogni vostra vittoria con una promozione e
questa
benevolenza mi è stata sempre ricambiata, quindi io vi
chiedo, Ser Noctoseraph,
è pronto a offrire nuovamente
la sua ala
nelle avversità future? >> Abeloth fece
attendere il Salone Reale e
rispose:
<<
Sempre mio signore. >> Il Rè prese il braccio
di Abeloth e lo alzò in
cielo urlando:
<<
Altaura è forte! >> Urla e applausi orgogliosi
impazzarono verso quel
momento memorabile. Minuti più avanti Abeloth e il
Rè si stavano intrattenendo
col resto della Borghesia mentre Lucerna assisteva alle esibizioni dei
saltimbanchi con altre Nobildonne. Priuma era seduta vicino a un
tavolo,
cercava di combattere la noia mangiando dei dolciumi.
<<
L’esibizione è stata di suo gradimento?
>> Disse il Principe Màel
comparendo da dietro la ragazza mentre sbucciava un frutto. Era
scortato da una
ragazza poco più grande e alta di lui, indossava
un’armatura e aveva i capelli
biondi e le pupille abbassate.
<<
Mio Principe! >> Priuma si alzò di scatto per
fare un inchino.
<<
Stia seduta la prego, non era mia intenzione scomodarla.
>> Priuma si
risedette con soggezione provando un inesplorato nervosismo. Poi
rispose:
<<
Invero, sono stata trascinata dalla vostra melodia. >>
<<
Ne sono lieto… Mio padre era inizialmente contrariato nel
lasciarmi esibire in
pubblico, ma si è ricreduto dopo aver constatato i miei
progressi, approfittandone
così per ostentare il prestigio della sua discendenza. Devo
l’ispirazione alle
gesta di vostro padre, è stato un onore comporre
sull’Eroe di Grandoza.
>>
<<
E’ un onore sentirglielo dire, sono sicura che pure lui abbia
apprezzato.
>>
<<
No, non credo. Vostro padre mal sopporta queste cerimonie, basta
osservarlo per
capire che stà soffocando in quel jabot… E questo
vale pure per voi dico bene?
>> Priuma non rispose, poi il Principe aggiunse:
<<
Posso chiederle cosa ne pensa dell’Annessione?
>> Priuma diede una
risposta formale come le era stato insegnato.
<<
E’ stata una vittoria gloriosa, la dimostrazione del nostro
potere militare, i
nobili Generali del Re hanno vinto la disputa riportando
l’ordine in quelle
terre. >> Il principe parve scontento della risposta.
<<
E’ questo quello che credete? Che il conflitto sia stato
voluto da entrambi i
Regni? Che i Generali abbiano ricacciato i barbari invasori e
consacrato quelle
terre alla ragione? >>
<<
Non è così mio Principe? >> Il
giovane diede un ultimo morso al frutto e
disse:
<<
Prima della Peste del Vuoto vi era l’Età del Ferro
e del Sangue, il Regno
Altauriano non esisteva, era un continente in perenne conflitto,
esattamente
come le Lande Orientali, piccole Casate si derubavano le
proprietà incessantemente.
Ma quando l’esercito degli Adombrati insorse devastando
eserciti,
fortificazioni e campi, gran parte di quelle famiglie furono decimate e
costrette a unificarsi nell’odierno Consiglio del Calice
incoronando il Re che
ricacciò gli invasori con i suoi Arcimaghi e creò
l’Antica Barriera grazie al
volere degli Antichi Dei. Così venne fondato il Regno di
Altaura. La storia
umana è composta da un interminabile susseguirsi di
latrocini, vogliamo
possedere ciò che non abbiamo e per farlo siamo disposti ad
uccidere. Se
facciamo un confronto col regno animale scopriamo di vivere in un mondo
impietoso, i carnivori mirano ad i cuccioli, i vecchi e gli ammalati
per
derubare loro le interiora con cui saziarsi. E’ un mondo che
ci comunica a
squarciagola che il debole deve soccombere al forte. Abbiamo sviluppato
un’autocoscienza e una morale ma questo non ci ha impedito di
esimerci dal
razziare vicini e fratelli, anzi, in assenza di un organo legislatore
ogni
comunità è libera di fare ciò che
vuole del prossimo, esattamente come è
successo per Grandoza. Abbiamo rubato le loro risorse perchè
le volevamo.
>> Quel discorso disorientò Priuma, si chiese
come delle parole tanto
strane potessero venire fuori dalla bocca del Principe Altauriano.
<<
Questa vostra visione della guerra intesa come l’atto
dell’uomo di rubare ciò
che non gli appartiene mi squilibra, sono cresciuta con questo
conflitto e lo
ho sempre dato per scontato, uccidere è scontato,
è il gioco dei grandi.
>>
<<
Dare per scontato la realtà è il più
grande vizio della nostra specie, assumere
che tutto ciò che ci è stato insegnato sia
empirico ed assoluto: i conflitti
sono naturali e inevitabili, il mondo su cui viviamo è
piano, le luci in cielo
sono l’etere con cui gli Antichi Dei illuminarono le nostre
notti. Non smetta
mai di farsi domande Priuma, di mettere in discussione
l’ovvio. >> Priuma
guardava il Principe affascinata dalla sua dialettica.
<<
La Peste del Vuoto ha interrotto per breve tempo i nostri istinti, ora
che
Altaura ha dato la sua dimostrazione di forza ci stiamo organizzando
per
attaccare l’Impero, per questo ci servivano le risorse
minerarie di Grandoza.
>>
<<
Perdonatemi questa domanda, ma voi sarete il Rè, non siete
spaventato? Come
intendete affrontare questo conflitto? >>
<<
Mio padre mi ha educato a non essere pavido ma a dire il vero, sono
terrorizzato dal futuro ahahah. >> Ridette il giovane
stupendo Priuma.
<<
Tuttavia mi sono fatto un’idea ben precisa sul da farsi, ci
ingelosiamo delle
nostre credenze e culture, creiamo degli spazi tra noi ed i nostri
simili, finchè
queste barriere non saranno eradicate non saremo mai liberi e per fare
ciò avrò
bisogno della vostra Bicromagia Signorina Priuma. >>
<<
Come fate a sapere… >>
<<
Non immaginereste mai quanto io sappia di voi. Posso vedere i vostri
occhi?
>> Aveva promesso a suo padre che non si sarebbe mai
abbassata la
maschera, ma davanti alla richiesta del Principe entrò in
conflitto,
interdetta, lasciò che il ragazzo le alzasse
l’indumento fissandola
intensamente. La giovane guardia del corpo accanto a loro distolse lo
sguardo
disturbata.
<<
Sono meravigliose. >> Priuma arrossì. Il
Signor Noctoseraph fece un passo
verso di loro.
<<
Disturbo mio Principe? >>
<<
Ser Noctoseraph, ci ha colto nel momento più intimo.
>>
<<
Mi spiace disturbarla ma stà per cominciare la Cerimonia.
>>
<<
Molto bene allora. >> Disse il Principe Màel
rivestendo la coetanea
baciandole poi la mano.
<<
E’ stata una conversazione importante Signorina, stia certa
che non la
dimenticherò. >>
<<
I-io nemmeno Vostra Altezza. >> Priuma fece un inchino e
si allontanò col
padre.
Un
uomo si inebriava sopra un divano circondato da donne di ogni genere,
la
possanza del suo pettorale attillava il velluto che indossava, aveva
dei corti
capelli bruni con una leggera stempiatura, delle sopracciglia folte e
una fitta
barba, le labbra erano carnose e il naso adiposo. Quando il
Rè si fece avanti
le sue compagne fuggirono. Ser Goldenfaust lo guardò
provocatorio.
<<
Non perdi occasione per mancarmi di rispetto. >> Disse il
Rè.
<<
Io non giudico la tua condotta mio Rè, gradirei tu facessi
altrettanto.
>>
<<
Fossimo degli allevatori ti lascerei morire di crepacuore tra le
cortigiane ma
abbiamo un nome da mantenere e dei doveri da onorare che tu
così facilmente
rifuggi. Nostro padre non ha mai smesso di moderarti fino al giorno
della sua
morte, al contrario io non ho più niente da dirti se non
incaricarmi di
intervenire quando dai spettacolo in modo così sfrontato.
>>
<<
Non avrei mai creduto che saresti riuscito nell’ardua impresa
di divenire più
cinico di nostro padre, almeno lui almeno amava nostra madre ma tu? Non
hai
altro all’infuori del tuo Regno. >>
<<
E così deve essere, io ho accettato il mio dovere molti anni
fà. Tu ti dedichi
ancora a vilipendere la nostra autorità. >>
<<
A quale proposito? Per rimanere immacolati nei libri di storia? Per
tenere
virtuoso il nostro nome per qualche decennio prima che i nostri nipoti
tornino
a fare ciò che più gli aggrada? >>
<<
Stai delirando. Sei ubriaco. Rincasa e sciacquati il viso.
>>
<<
Perdonami mio Rè ma non prendo più ordini da un
uomo che sacrifica i propri
fratelli mentre lui giace morbido su di un trono. >>
<<
Queste affermazioni dimostrano quanto sia infantile il tuo capriccio e
quanto i
nostri caratteri siano inconciliabili, il Calice mi attende, non
sfigurarmi
ulteriormente. >> Il Rè voltò le
spalle e si fece seguire dalla moglie e
dalle guardie. Ser Goldenfaust bevve dell’assenzio, fece
cadere il bicchiere
per terra e guardò il fratello allontanarsi con disprezzo.
In
un piano sotterraneo si teneva la celata Cerimonia.
All’interno di un imponente
stanzone austero. Priuma era inginocchiata, davanti a lei vi era seduto
su un
trono il Rè accompagnato dai i sei membri del Calice, questi
saggi erano i più
fidati consiglieri del Rè, detenevano il ruolo
Amministrativo del regno e
custodivano gli Incanti Proibiti. Indossavano delle vestaglie nere con
cuciture
rosse e delle maschere cremisi risembranti diversi volatili sotto un
cappuccio.
Suo padre era dietro di lei con accanto altri sei uomini che
accompagnavano la
loro prole. Costoro vestivano una toga e ognuno aveva una toppa gialla
decorata
da vessilli differenti.
<<
Nove anni orsono il grembo di sette madri è stato benedetto
col dono della
Bicromagia, questa è una grazia che non può
essere ignorata né sottovalutata,
alzatevi. >>
Il
Rè li nominò uno per uno e questi rispondevano
scoprendosi il viso:
<<
Callisto Spina Rosegarden. >> Era una ragazzina pallida
con delle
profonde occhiaie, aveva una frangia netta e bruna. Un occhio era
ametista e
l’altro di smeraldo.
<<
Fergus Cratere Giraluna. >> Era un ragazzino impassibile
dai corti
capelli rossi e con dei grandi occhiali tondi. L’occhio
destro era di rubino e
l’altro di cobalto.
<<
Priuma Fantàsia Noctoseraph. >> Priuma non
aveva un cappuccio da abbassare
e si interrogò su i suoi simili, dove avevano vissuto fino
ad allora? Forse
fuori da Kamelot?
<<
Riordan Raggio Tyrone. >> Era un ragazzino intimorito da
i capelli mori
con un ciuffo boccoloso. Iridi di rubino e topazio.
<<
Dillòn Tomomastro Whiteheart. >> Era un
giovane dal viso dolce e dal
caschetto bianco, sembrava una ragazza. Aveva gli occhi di cobalto e
topazio.
<<
Kirya Ricciospino Wyvernaste. >> Era una ragazza dal
sorriso impavido con
degli spettinati capelli castani. Occhio sinistro topazio, occhio
destro
ametista. E in fine:
<<
Avalon Amarezza Filiufulmi. >> Il cappuccio
scoprì un ragazzino da i
corti capelli paglierini e le guance paonazze. Iridi di topazio e
smeraldo.
<<
Da oggi in poi sarete dei fratelli e vivrete all’interno
delle Mura Reali, dove
verrete segretamente istruiti come Incantatori. >>
Qualche
giorno dopo, nel giardino interno del palazzo Priuma stava malmenando
Dillòn,
lo colpiva con pugni e calci e urlava:
<<
Non ti vergogni a non aver ancora risvegliato nessuna delle tue arti!
Sua Maestà
ci ha offerto l’onore di servirlo, ci fa vivere a palazzo
concedendoci i più
lussuosi dei pasti e tu lo ricambi così!? >>
Dietro di lei Riordan e
Kirya sghignazzavano perfidi, quei tre avevano formato in poco tempo un
gruppetto con Priuma a capo.
<<
Tu e Avalon siete gli unici a non avere ancora nessuna Arte! Fate
schifo, siete
feccia! >> Dillòn piangeva raggomitolato,
incassando i calci nello
stomaco.
<<
Io a sei anni sapevo già dominare entrambe le Arti, che
imbranato! >>
Disse Riordan.
<<
Ma se la settimana scorsa ti vantavi di averle assimilate a sette anni!
Perché
il tempo diminuisce a ogni accenno? >> Aggiunse Kirya
provocando il
ragazzino. Dillòn urlò:
<<
Non sono un irriconoscente! Un giorno ripagherò la fiducia
offertami da Rè
Thoranum, mi esercito ogni giorno con la scherma, medito seguendo le
nozioni
dei nostri maestri, prima o poi questo esercizio darà i suoi
frutti e potrò
servire il nostro Sovrano, perciò non temo le vostre
percosse! >> Priuma
sorrise stuzzicata.
<<
Uh, se dunque non ti importa più essere menato allora
cambierò pena! >>
Priuma si abbassò i pantaloni e si posizionò per
bagnare la sua vittima, Kirya
saltellava divertita mentre Riordan si coprì gli occhi con
una mano
dischiudendo però le dita. Arrossì e disse:
<<
C-che cosa vuoi fare? >> Si udirono dei passi.
<<
Lascialo stare! >> Priuma si voltò e vide
Avalon.
<<
Altrimenti? Cosa dovrei temere da un altro incapace? >>
<<
Dillòn non è un incapace! Si allena ogni giorno
come voi, anche più di voi e
presto risveglierà le proprie iridi, non
v’è alcun dubbio! In oltre non ci sono
solo le Arti, Dillòn è un grande studioso e sa
riconoscere più incantamenti di
tutti noi messi insieme! >>
<<
E con questo? Sua maestà ne può avere quanti ne
vuole di letterati, ciò che
vuole da noi è la nostra Bicromagia, senza quella siamo
inutili! >> Disse
Priuma.
<<
Io posso dimostrarti il contrario! >>
<<
Mi stai sfidando Avalon? >>
<<
Se vincerò io smetterai di tormentare Dillòn se
vincerai tu potrai seviziarmi
quanto vorrai, ogni giorno, senza che io mi opponga, finchè
non avrò
risvegliato le mie Arti! >> Priuma sorrise.
<<
Accetto. >>
<<
Bene, ora però rimettiti i pantaloni! >>
Urlò Avalon con un tono imbarazzato
visto che Priuma era rimasta tutto il tempo in mutande. Lo scontro si
tenne nel
chiostro del Palazzo, da un lato Kirya faceva il tifo per Priuma,
dall’altro
Dillòn patteggiava per Avalon, al centro Riordan faceva da
giudice.
<<
Sei sicura che non dovremmo informare le guardie? >>
Chiese Fergus seduto
accanto a Callisto.
<<
Questa è un’imperdibile occasione per raccogliere
dati ed arricchire le mie
ricerche! >> Disse la ragazza con appunti alla mano.
Priuma guardava
Avalon ridendo, smaniosa di potergli dare la lezione, entrambi
impugnavano una
spada di legno e attendevano il gesto di Riordan.
<<
F-fratelli siamo qui riuniti per… >> Priuma
gli passò davanti e scattò
colpendo ripetutamente la spada d’allenamento di Avalon che
si difendeva a
fatica.
<<
V-v-via! >> Quando Riordan abbassò la mano,
Priuma aveva già picchiato il
fianco destro e sinistro dell’avversario e gli aveva
violentemente alzato il
mento con un montante.
<<
Come pensi di battermi privo di Arti se ti sono superiore pure nel
corpo a corpo!
>> Disse Priuma con le mani alzate pronta a scendere con
un fendente.
Avalon si parò e Priuma lo allontanò con un
calcio.
<<
Forza Avalon! Non farti intimorire dalla sua velocità, la
tua manovrabilità con
l’elsa è superiore! >>
Urlò Dillòn a squarciagola visto il suo basso
timbro.
<<
Fallo esplodere Priuma! Attiva il tuo Incantamento e fai esplodere
tutto
ahahah! >> Strillò Kirya. Priuma
ripartì all’attacco non concedendo ad
Avalon nessuna apertura costringendolo a rimanere sulla difensiva colpo
dopo
colpo. Sentiva di avere la padronanza del campo di combattimento e
calciò Avalon
in volto, poi alzò pure l’altra gamba serrandogli
il collo tra i suoi piedi e
buttandolo per terra con un volteggio, tutti i fratelli sbigottirono
davanti
all’impetuosità della Bicromaga ma Avalon non
doveva concederle tempo, parò in
ginocchio le sue spadate, diede un calcio per farla scivolare ma Priuma
saltò e
atterrò il ragazzo con una tallonata.
<<
Sai picchiare Dillòn iniziava ad annoiarmi ma con te potrei
non stancarmi per
un po'! Sei finito! >> Priuma scagliò la spada
verso il basso ma Avalon,
come se fosse stato in attesa di quell’azione,
alzò la spada nella direzione
opposta e fece scivolare il manico all’avversario, diede un
calcio a Priuma,
prese la spada al volo e retrocesse, volteggiando entrambe le armi per
poi
assumere una posizione di combattimento.
<<
Adesso posso combattere davvero. >> I fratelli rimasero
di stucco, Priuma
si asciugò una striscia di sudore e disse:
<<
Bastardo, stavi cercando di sottrarmi la lama per avere una difesa
contro la
Fiamma Cerulea? >> Avalon mantenne la posizione mentre
gli altri ragazzi
urlavano delle infamie al contendente avversario.
<<
Credi di vincere riuscendo ad avvicinarti a me!? Non
succederà! >>
L’occhio destro di Priuma si illuminò e
fuoriuscirono da esso dei raggi di luce
cerulea contro Avalon, il ragazzo agitò le spade e passo
dopo passo si
avvicinava a Priuma parando tutti gli Incantamenti. Il legno prese a
bruciare
con del fuoco azzurro e delle scintille accecanti invasero il campo di
combattimento,
le spade si deterioravano sempre più fin quando la ragazza
non si controllò e
lanciò un raggio più violento degli altri che
incenerì una delle armi, Avalon
tentò un fendente verticale ma lei distrusse pure
l’altra spada con un raggio
ancora più rumoroso, allora Avalon afferrò con
violenza la maglia di Priuma
tirandola a sé per darle un pugno, Priuma esplose di rabbia
e un’enorme vampa
cerulea riempì il campo di combattimento, si alzò
un enorme polverone ed i
fratelli si ripararono spaventati. Quando il fumo si diradò
Dillòn si avvicinò
con timore al centro dell’arena per verificare se i suoi
fratelli stessero bene
e li, tutti quanti li videro ancora duellare. Mostravano delle gravi
ustioni,
Priuma alla gamba e Avalon al braccio. Priuma era sopra di lui e gli
stava
mordendo il braccio a sangue mentre Avalon gli dava dei violenti pugni
in
testa, entrambi ringhiavano come degli animali feroci.
<<
Arrenditi incapace! >> Diceva Priuma.
<<
Mai! >> Dillòn prese in mano la situazione e
corse con tutto il fiato che
aveva in corpo urlando preoccupato:
<<
Professor Celadon! Professor Celadon Priuma e Avalon sono feriti!
>> Quel
pomeriggio vennero tutti puniti. Il Professor Celadon li
rimproverò aspramente
dopo aver fatto medicare Priuma e Avalon da un taumaturgo di corte
tramite
degli Incanti e delle bende. Nel mezzo della ramanzina Priuma e Avalon
se la
filarono sonnecchianti dalla finestra, fuggendo in una delle torrette
del
castello.
<<
Il Professor Celadon è troppo apprensivo, non riesce a
comprendere che per noi
quello era solo un gioco, se avessi voluto ferirti seriamente saresti
morto e
il castello avrebbe un cratere nel pavimento. >> Disse
Priuma in
equilibrio tra i merli.
<<
Non ne dubito, ma anche se è stato divertente il Professore
ha ragione, questo
modo di giocare è troppo pericoloso. >>
<<
Ma dai, che vuoi che sia! Se dovessimo ferirci nuovamente ci
penserà il
taumaturgo a medicarci. >>
<<
Priuma, il taumaturgo non ha medicato le nostre ferite, ha solo
velocizzato la
rimarginazione, sono i nostri corpi ad avere proprietà
rigeneranti anormali, non
ci sono rimaste neppure le cicatrici, guarda. >> Avalon
scoprì le bende
intorno al braccio, le ustioni erano completamente sparite. Priuma
sorrise.
<<
Tu pensi che siano stati gli Antichi Dei a donarci questi poteri?
>>
Chiese Priuma.
<<
Non credo di essere capace di concepire come un tale privilegio mi
possa essere
stato concesso. >>
<<
Infondo è quello che pensano tutti i nostri fratelli. Forse
pure i sette
Arcimaghi erano Bicromaghi, forse siamo destinati alla grandezza.
>>
<<
Mi auguro di no, ciò farebbe presagire la venuta di
un’altra calamità. >>
Priuma ancora col sorriso sulle labbra fece un saltello verso il
pavimento.
<<
Si stà facendo buio, dobbiamo muoverci a rincasare o
rischieremo di scivolare
tra le tegole. >>
<<
E questo tuo lato giudizioso da dove viene fuori? Ti dipingevo
perennemente
impavida. >>
<<
E lo sono, ma anche le Bicromaghe impavide inciampano se non ci vedono,
su
andiamo. >>
<<
Aspetta. Non c’è motivo di sbrigarsi, ci posso
pensare io a fare luce. >>
Avalon unì i palmi a conchiglia e dalle sue mani crebbe un
germoglio lucente di
colore topazio.
<<
Allora li sai usare gli incantamenti! Perché hai mentito!
>> Urlò Priuma
stupefatta.
<<
Se Dillòn fosse rimasto l’unico di noi a non saper
utilizzare le Arti si
sarebbe demoralizzato e non c’è motivo di farlo
penare. A breve pure diventerà
un eccellente Incantatore, vedrai. >> Priuma
abbassò le palpebre
disapprovando quella posizione, ma il bagliore del germoglio era
mistico al
calar del sole, si potevano vedere le ultime luci nel cielo sopra la
bellissima
Kamelot, la vista la rasserenò a tal punto da accomodarsi
accanto ad Avalon.
<<
Sai, non è affatto malvagia come Arte. Sono certa che pure
te diventerai un
eccellente Incantatore. >>
<<
Grazie… Ma a dire la verità, io sono una ragazza.
>>
<<
EH!? >>