Serie TV > Elisa di Rivombrosa
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Autore: vale_gada    02/07/2022    0 recensioni
Fabrizio fa una scelta dolorosa con la complicità di Antonio. Riuscirà a proteggere la sua famiglia e salvare Rivombrosa?
Ho odiato il finale della storia d'amore tra Elisa e Fabrizio e ho deciso di dargliene uno nuovo. Spero gradirete.
Genere: Drammatico, Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna, Het | Personaggi: Antonio Ceppi, Elisa Scalzi, Fabrizio Ristori, Martino Ristori
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Non appena il Conte Ristori sparì dalla sua vista si precipitò su per le scale di Rivombrosa, raggiungendo ansimante la camera di Elisa.

Bussò con tutta forza che aveva.

“Elisa” gridò senza preoccuparsi delle persone ancora dormienti.

Continuò a bussare finché lei non aprì con sguardo preoccupato la porta.Aveva lo sguardo stanco e solo una vestaglia di lino adagiata sul corpo. I suoi capelli ricci e sciolti incorniciavano il suo volto cascando delicatamente sulle spalle.

“Angelo” esclamò “Che succede?” Chiese preoccupata.

“Il Conte è partito, è tornato nell’esercito. Dovevo avvisarti. Dovevi saperlo.”

“Che cosa?” Disse paralizzata.

Al suono di quelle parole e con la paura di perderlo nel cuore,si sentì trafiggere e spezzare a metà. Spalancò la porta scansando Angelo e a piedi nudi corse giù per le scale, senza preoccuparsi del fatto che fosse ancora in vestaglia.

“Da quanto è partito?” Chiese ad Angelo che le corse dietro.

“Pochi minuti” rispose Angelo con poco fiato.

Si affacciò sul balcone e dopo averlo cercato con lo sguardo, notò il suo cavallo bianco fermo di fronte alla lapide. Scese delicatamente le scale sperando di scorgerlo, finché non vide anche la sua divisa rossa e blu ergersi accanto ad Hermes. Non appena lo vide corse giù per le scale. In un baleno i suoi piedi entrarono in contatto con l’erba bagnata dalla rugiada mattutina. 

“Elisa fai piano, il bambino!” Le gridò preoccupato Angelo.

Lo ignorò cercando di raggiungerlo il più veloce possibile, come se da quella corsa dipendesse tutta la sua vita, e in fondo era così. 

 

POV FABRIZIO

 

Si avvicinò per la prima volta a fissare quelle lettere incise. Strinse la sua mandibola sfiorando delicatamente il granito.

Conte Federico Giovanni Clemente Ristori. Conte di Rivombrosa che conosceva Amore e Coraggio. 

Forse l’uomo che era, fu sepolto davvero il giorno di Natale. Il coraggio di cui le incisioni parlavano, sembrava essersi dissolto nel nulla mentre l’amore lo conosceva fin troppo bene. Si chiese il perché i poeti lo decantassero come la cosa più bella del mondo quando a lui faceva così male. Avrebbe preferito un’altra fucilata piuttosto che provare ciò che stava sentendo. 

Si concentrò sulle rose rosse ai piedi della lapide e poi vide un piccolo soldatino di pezza. Se lo girò tra le mani capendo che fosse un dono di Agnese. Sorrise rialzandosi in piedi finché non notò la sua spada adagiata sul granito. Sfiorò delicatamente la lama con l’indice e il medio finché non arrivò all’impugnatura. La strinse forte e l’alzò dirigendola verso l’alto.L a luce tenera della prima alba si specchiò sul ferro della lama e un lampo illuminò le fronde del giardino di fronte a lui. Dopo essersi specchiato per qualche secondo sulla lama, la mise nella fondina vuota. Dalla tasca della sua giacca sfilò la maschera del suo migliore amico.La guardò attentamente perdendosi nella sua pelle, poi l’adagiò sulla lapide al posto della spada di cui si era appena riappropriato. Dopo aver dato un’ultima occhiata alla lapide sospirando, afferrò le redini di Hermes tra le mani.Poggiò la fronte sulla sua criniera, mentre con la mano si soffermò ad accarezzargli il muso. 

Mentre stava sistemando la sella per partire fu richiamato dalle grida di Elisa che urlavano il sul nome. 

Si voltò di scatto e la vide correre verso di lui. Prima che potesse dire qualcosa se la trovò tra le braccia. Stava piangendo, lo capì dal movimento spasmodici delle sue spalle. Non le disse niente limitandosi ad accarezzare i suoi boccoli biondi, godendosi il suo odore come un ubriaco in astinenza da vino. 

“Non puoi lasciarmi” singhiozzò. 

Fabrizio cercò di tenere quel minimo di raziocinio che stava perdendo toccando la sua nuca.

“Hai letto la lettera?” Chiese titubante e ignorando le sue parole.

“Quale lettera” domandò Elisa confusa staccandosi lievemente per fissarlo negli occhi.

In quel momento mancò un battito ad entrambi, ma Fabrizio trovò la forza di proseguire.

“Mi sono fatto molte domande in questi mesi, mi sono preparato a mille finali diversi a questa storia. Mai avrei pensato di desiderare di morire per davvero”

“Ma che stai dicendo?” Disse sconvolta tirando su col naso.

“Elisa…forse questo non è più il mio posto…e il tuo è accanto a Cristiano”

“Fabrizio” disse scuotendo la testa.

“Lasciami finire…vi ho visti ieri in biblioteca. Elisa quando ho scelto di lottare per te contro mille convenzioni sociali ti ho scelto perché tu combattevi con la mia stessa intensità. Per te, per me e per il nostro amore. E’ vero sono tuo marito, sono il padre dei tuoi figli, ma non posso chiederti e obbligarti ad amarmi ancora. Il mio sbaglio lo sto pagando credimi, ma non sono così crudele”

“Pensi che non ti ami più?”

“Penso che il mio sbaglio è troppo grande per essere perdonato. Ti ho fatto credere di avermi perso e se hai trovato la forza per andare avanti con un persona che ti merita più di me, mi farò da parte”

“Dov’è il mio Fabrizio? Quello che lottava contro tutto?”

“So riconoscere quando una battaglia è persa.”

“Pensi questo?”

“Io ho deciso di tornare nell’esercito. Verrò a trovare i bambini durante i congedi…non sarà come con Lucrezia. Ho solo bisogno di dimenticare quello che è successo…di trovare la forza di dimenticarti”

Elisa mise le sue dita sulla sua bocca per zittirlo.

“Dimenticarmi? Pensi sia possibile dimenticarmi? Vuoi andartene da me?”

Il Conte abbassò lo sguardo sprofondandolo nell’erba. Elisa lasciò andare le sue braccia lungo i fianchi e si mise ad urlare tremante.

“Fabrizio ma ti rendi conto di ciò che ho passato dannazione? Ti rendi conto che ho pensato fossi morto, che ti ho visto morire, che ti ho dovuto seppellire sotto i nostri piedi? Ti rendi conto che ho pensato di crescere i nostri figli senza di te? Ti rendi conto che ho creduto che il figlio che sto portando in grembo non potesse mai aver l’opportunità di vedere gli occhi di suo padre? E ora mi dici che vuoi andartene e che vuoi dimenticarmi dopo tutto ciò che abbiamo vissuto insieme? Mi dici che vuoi lasciarmi andare perché mi ami e perché vuoi che sia felice, senza calcolare però quanto ti amano i tuoi figli, quanto hanno bisogno dei tuoi insegnamenti,quanto dolore creeresti a tua sorella”

Fabrizio si avvicinò di nuovo alla sua tomba affogando lo sguardo tra i doni e i mille fiori.

“Ad Agnese piace portarti spesso fiori, passiamo le giornate in questo posto.”

Fabrizio strinse la mandibola.

“Non darci un altro dolore, non farci più venire in questo posto” disse sussurrando Elisa.

“Mi dispiace per quello che vi ho fatto passare. Vorrei solo la felicità di tutti e la tua” ammise.

“Sai perché non sono venuta a trovarti?” 

Fabrizio scosse la testa.

“Mi vergognavo di quello che è successo. Avevo paura tu mi ripudiassi”

“Che ti ripudiassi? Elisa ti rendi conto di ciò che provo per te? Mi sono sentito uno schifo, impotente, inerme di fronte alle tue labbra e ai tuoi occhi che mi confessavano il tuo amore per Cristiano. Ho creduto di recuperarti una volta tolto la maschera e cosa vedo? Silenzio, Solitudine e tu che baci Cristiano in biblioteca. Che idea dovrei farmi?”

Elisa ignorò le sue frasi e proseguì.

“Poi Amelia mi ha fatto capire che non c’era motivo di aver paura se davvero credevo nel nostro amore”

“E quindi?” 

“Quindi non hai calcolato un’altra cosa nella tua decisione di partire”

“Che cosa?”

“Non hai calcolato l’amore che provo per te. Non hai calcolato di quanto ho bisogno di te adesso”  confessò per la prima volta titubante. 

Fabrizio si voltò fissandola intensamente. I suoi occhi verdi e lucidi erano illuminati dalle luci dell’alba. La sua vestaglia di lino iniziava ad assumere toni aranciati. 

“Il tuo amore?” Sussurrò.

Prima che potesse dire altro, Elisa trovò il coraggio di fiondarsi sulle sue labbra.Fu come tornare a casa dopo tanti anni. Affogò tutte le sue paure in quel bacio, sperando che non finisse mai, sperando che i suoi dubbi si dissolvessero nella luce dell’alba. La strinse forte a sé godendosi il sapore delle sue labbra, il suo profumo e le sue mani sul petto. Riuscì a trovare la forza di staccarsi continuandola a fissare intensamente con la bocca schiusa.

“Quello che hai visto in biblioteca era un bacio di addio che mi ha colta alla sprovvista. Mi dispiace di averci messo troppo tempo per capire.”

“Capire cosa?”

Elisa senza rispondere posò le sue labbra sulle sue di nuovo. Si scontrarono mille volte, come assetati in un deserto.

“Non mi lasciare” ansimò Elisa.

“Mai” rispose tra un bacio e l’altro.

Si staccò prese le redini del cavallo, salì sopra e porse la sua mano ad Elisa.

“Dove andiamo?”

“Torniamo a casa”

L’afferrò adagiandola di fronte a sé. Strinse il suo braccio intorno al suo grembo, cavalcando di nuovo verso il cortile. 

Arrivarono in fretta e scorsero Angelo ad aspettarli.

Fabrizio gli sorrise, smontò da cavallo e prese in braccio Elisa per aiutarla a scendere.

“Sono felice di rivedervi” sorrise Angelo.

Fabrizio ricambiò il sorriso, e poi incrociò le dita con quelle di Elisa.Dopo averla osservata ed essersi perso nei suoi occhi per un secondo,la invitò a seguirlo lungo le scale.

Continuarono a fissarsi mangiandosi con gli occhi. 

Una volta svoltata la prima colonna ricominciò a baciarla intensamente. La sua schiena si scontrò lungo il marmo impedendole ogni via di fuga. 

Non ce ne sarebbe stato bisogno perché quello era proprio il suo posto naturale e nel mondo.

In pochi secondi si ritrovarono in camera da letto. Fabrizio la prese in braccio adagiandola delicatamente sulle coltri bianche della loro stanza da letto.

In un attimo furono nudi a far l’amore come una sola cosa:una danza di corpi sincronizzati all’unisono. Strinse le sue mani spingendo e baciando delicatamente i suoi seni.

“Ho temuto di non poter più baciare questa bocca” sussurrò Elisa “Queste mani” ansimò.

“Ti amo” rispose Fabrizio sorridendo sulle sue labbra.

Quando arrivarono al culmine rimasero abbracciati uno di fronte all’altra. Le mani di Elisa sul suo volto. 

“Per sempre?” Chiese titubante Elisa.

“Stavolta sì Contessa Ristori” sorrise Fabrizio fiondandosi sulle sue labbra.

 

Non si sarebbero più lasciati andare. Non c’era bisogno di spiegazioni. Erano insieme, pronti per vivere il futuro che gli attendeva insieme ai loro figli e nella loro Rivombrosa. Contava solo questo.

Contava solo il loro amore. 


SPAZIO AUTRICE: Siamo arrivati al termine di questa storia nata in me qualche anno fa. Sono finalmente riuscita a metterla su carta per poi pubblicarla. Spero vi sia piaciuta e che vi abbia ridato la speranza per un finale diverso della seconda stagione che credo abbia deluso tutti. Grazie di essere arrivati fino a qui! :)
   
 
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