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Autore: Eneri_Mess    05/07/2022    2 recensioni
FINE (Prima parte)
Con il segreto che nasconde, Yokohama è una città dove non si possono dormire sonni tranquilli.
Dal Preludio:
Una mano di Dazai gli strinse il braccio, mentre le dita dell’altra si aggrapparono alla sua camicia sgualcita sul petto. Il nemico barcollò, ma si rimise in piedi, recuperando una delle proprie pistole.
«Chuuya...» ridacchiò Dazai, fuori luogo. «Di nuovo: ho mai sbagliato nel formulare un piano?»
«Smettila!» e la prima nota di supplica si mischiò alla richiesta. «Non sei lucido!»
Genere: Azione, Generale, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Chuuya Nakahara, Osamu Dazai, Sakunosuke Oda
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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Epilogo

Not the last page





 

Yesterday I died,
tomorrow's bleeding

I fall into your sunlight
The future's open wide,
beyond believing
To know why hope dies

[Shattered - Trading Yesterday]




 

La luce dell’alba si approssimò con una tenue sfumatura gialla a stemperare la notte in un celeste pallido. Riottosa, l’aurora si nascose dietro le nuvole all’orizzonte, come un fiore restio a svegliarsi e scoprire quanto lacerata fosse la città. 

Yokohama non aveva dormito. 

Dalle zone dell’entroterra fino ai moli, l’attacco che aveva colpito il suo cuore nero si era riverberato in ogni arteria, tra chiacchiere e sguardi sconcertati. Non c’erano notizie certe, ma i mormorii sgusciavano ancora di vicolo in strada, di casa in telefono, immaginando, presumendo, teorizzando. 

Eppure, in quei lunghi minuti che preannunciavano il nuovo giorno, Paul Verlaine sentiva solo una gran pace. 

Il silenzio che seguiva una strage, quello dove ciò che era stato rotto era anche andato perduto. La quiete di quelli a cui era stata tolta la parola per sempre. L’assenza di emozioni, strappate insieme alle scelte. 

Seduto sul margine dell’ufficio distrutto del Boss della Port Mafia, Verlaine contemplò la città. La studiò, come la vedesse per la prima volta, come se ne respirasse l’aria rantolante che i suoi polmoni stavano emettendo nel momento di maggior debolezza del suo cuore, ridotto a un battito flebile. 

Il vento spazzò a ondate le macerie di quello che era stato un trono tra cielo e terra, non diverse per egemonia dalle rovine di una civiltà crollata. Era il tipo di luogo dove l’ex spia francese si sentiva a proprio agio, per quanto non fosse stata opera sua. I residui di quella notte, su di lui, si contavano nei pochi cerotti sul viso e su qualche benda tirata sotto i vestiti. 

«Dobbiamo aver fatto davvero molto rumore per averti costretto a salire.»

Poche persone avrebbero potuto vantare la capacità di coglierlo alle spalle e impreparato, ma erano tutte morte, o quasi. Quando Verlaine si voltò, l’espressione sul suo volto era così genuina nella sorpresa da strappare un risolino divertito al suo interlocutore. 

«Non intendevo spaventarti.»

Mori Ougai era sul margine dello strapiombo di più di cento piani che fino al giorno prima era stata la sua cabina di comando su Yokohama. Tuttavia, anche se fosse caduto, il francese dubitò che si sarebbe fatto male. 

«È crollato il soffitto della mia camera. Di metà dei sotterranei» precisò Verlaine come stesse recensendo un pessimo alloggio e servizio. Lo stupore era già un ricordo sul suo viso, un errore corretto e archiviato, anche senza chiedere spiegazioni. 

Il Boss annuì, fissando l’orizzonte con le mani a riposo dietro la schiena. Aveva le spalle rilassate, dando l’idea che non ci fosse più nulla a preoccuparlo. 

«Ci vorrà qualche giorno per ripristinare tutto. Credo sia la notte più oscura che questo palazzo abbia mai affrontato. Sono certo che Hirotsu-san stia già provvedendo a una nuova sistemazione.» 

Verlaine lo stava fissando, ascoltando a metà cosa gli stesse dicendo. 

«Quindi questa» e con una mano fece un gesto a indicarlo per intero. «È la vera essenza di Vita Sexualis?» 

Mori si strinse nelle spalle. I suoi bordi tenui erano appena luminosi, contornati di viola, e una luce opalescente smorzava la solidità della sua figura, rendendolo vagamente trasparente. 

«Una delle tante» minimizzò il Boss, sviando la certezza di una risposta affermativa. «L’incoscienza è uno stato che mi si addice poco, soprattutto quella indotta dai farmaci.» 

«Comodo» commentò Verlaine, tornando a fissare il panorama. «Per come si sono messe le cose, essere privati del nostro inestimabile Boss proprio ora potrebbe essere molto problematico.»

Mori glissò sull’ironia del francese, per quanto il proprio tono restò sulla stessa linea.

«Confido che manterrete alto lo stato di confusione in cui inevitabilmente verseremo nelle prossime settimane senza la mia presenza fisica. È una mossa troppo stuzzicante per non essere giocata.» 

«Desidera si scateni una guerra per il suo posto?» Una smorfia rovinò il viso di Verlaine. «Non sono interessato ai giochi di potere.»

La risata del Boss fu solo un velato accenno.

«Questioni di questo tipo lasciamole gestire a Kouyou-kun. Sa già cosa fare in merito ed è la più adatta a tenere le fila in questo momento.»

Anche restando in posizione di riposo, Mori inclinò la testa verso l’ex spia, cercandone lo sguardo. Verlaine lo ricambiò brevemente. 

«Avrà bisogno del tuo appoggio. Avrei chiesto a Chuuya-kun, ma dubito sarà molto presente nei prossimi tempi…» 

«Chuuya…» soppesò Verlaine. «Darà la caccia a Oda e Dazai finché non li avrà stanati.»

«Temo sarà così» concordò Mori con un sospiro, come un padre alle prese con due figli caotici. «Ci eravamo già passati quattro anni fa. Sembra ci siano seccature a cui piace tornare ciclicamente nella mia vita. In più, questa storia non farà bene ai suoi eccessi di rabbia.»

L’ex spia lo ascoltò di nuovo in maniera blanda, inseguendo invece un pensiero appena sbocciato su una parola in particolare. 

«Questa storia…» ripeté, saggiandone la consistenza. «Questa storia è iniziata molto tempo fa.»

Mori gli prestò la propria attenzione. Il vento soffiò di nuovo, ma soltanto le ciocche bionde del francese ne furono influenzate; per il mondo, la figura del Boss della Port Mafia non era che un’anomalia inconsistente. 

«Quattro anni fa venne da me, Mori-san, se lo ricorda?»

I suoi occhi vagarono sui tetti della città, forme poligonali che, da quell’altezza, sembravano i giocattoli di un bambino. 

«Mi illustrò una strategia contro un’organizzazione nemica europea che - secondo le sue fonti - sarebbe presto entrata nel paese a creare scompiglio…»

Verlaine sorrise con qualcosa di simile a un’autocommiserazione fuori luogo. Stava mettendo insieme i pezzi e, anche se quella storia non lo aveva riguardato o sfiorato, se ne ritrovò improvvisamente parte, un pedone al margine della scacchiera. 

«La sua strategia avrebbe contato la perdita di qualche uomo e di un’unica pedina essenziale, a fronte di un immenso guadagno per l’intera Port Mafia.»

Tornò a fissarlo, rendendosi conto di quanto neri fossero gli occhi di quella figura incorporea.

«Per diverso tempo mi sono chiesto perché me ne avesse parlato, ma ora mi domando… Se all’epoca avessi prestato più attenzione, se avessi avanzato delle perplessità, tutto questo» e indicò in un gesto leggero le rovine che li circondavano. «Avrebbe avuto un esito diverso?»

Nonostante fosse solo una proiezione, sul volto di Mori c’erano ombre più profonde di una stanza lasciata al buio, insieme a una stanchezza quasi tangibile. 

«È stata una notte molto lunga…»

«Se avesse voluto essere fermato sarebbe andato a parlarne con Kouyou. Lei avrebbe capito più di quanto interessasse a me.»

La stilettata fu incassata senza un fiato a contraddire o un battito di ciglia a confermare. Tuttavia, Verlaine era l’ex Re degli Assassini, per lui i muri, che fossero fisici o emotivi, non erano mai stati un problema da superare. 

«È venuto da me perché la coscienza la stava mettendo in guardia? Sapendo però che me ne sarei disinteressato.» 

C’era un riso di compatimento su quel volto che tanto ricordava Chuuya, ma i cui lineamenti non conoscevano altro che l'inesorabilità feroce inflitta dalla verità. Continuò. 

«Sa, all’epoca mi ero convinto che quella pedina essenziale da eliminare fosse Dazai.»

«Molte malevoci affermavano che io volessi liberarmi di Dazai prima che mi si rivoltasse contro» replicò piatto Mori, in una difesa tiepida, riportando a galla una scusa ormai dimenticata. 

Verlaine continuò a trovare tutto crudelmente divertente, rendendosi conto, ancora una volta, di come il destino trovasse un modo per svicolare da chi tentava di imbrigliarlo.

«Non conosco tutta la storia, ma ho un’idea di come funzionino queste cose» riprese, osservando l’alba farsi sempre più vivida. «Ho tentato di strappare a Chuuya tutto quello che lo rendeva umano…»

Perché avevo bisogno di renderlo un mostro in grado di capirmi e accettarmi

«Credo che lei volesse eliminare quella parte di Dazai che lo stava cambiando. Quello che lo stava rendendo illogico. Voleva togliere Oda dall’equazione, l’elemento di disturbo. Ho detto bene, Boss?» 

Mori non rispose. Verlaine proseguì calpestando quel silenzio. 

«Eliminare la debolezza sul nascere… ma, come si è dimostrato, era già tardi. Il Dazai contro cui mi sono trovato a scontrarmi sei anni fa era un fondo oscuro senz’anima. Poi però è successo qualcosa, vero? Qualcosa ha iniziato a mutare. Oda ha smosso quell’anima apparentemente inesistente…»

«Un errore di calcolo che mi è quasi costato la vita stanotte.»

«Mauvais calcul (Errore di calcolo)» lo canzonò Verlaine, alzandosi. «Dove qualcuno sbaglia, qualcun altro ci guadagna.»

Il sole si conquistò la scena e rese quasi più triste la devastazione del cuore nero di Yokohama, esposto all’inesorabilità della luce che ne cancellò ogni ombra residua, lasciandolo come una pietra spezzata in balia degli occhi di chiunque alzasse lo sguardo. 

La figura di Mori si fece più tenue, sbiadita. L’ex spia francese continuò a tenere la parola, calcando il proprio accento nel sentirsi appagato da quelle chiacchiere. 

«Pensavo di avere il primato per aver portato il caos qui, ma sembra io debba cedere la corona all’uomo che da solo ha abbattuto tutte le difese di Yokohama in una manciata di settimane.»

Si riempì i polmoni con un respiro profondo, come se la distruzione e la sconfitta avessero un odore particolarmente buono. 

«Deduco sia ora di riordinare di nuovo in fila i pezzi sulla scacchiera, dico bene?»

«Indubbiamente» sospirò Mori un’ultima volta. 

«Ci saranno cambiamenti?»

«Nessuno. La Port Mafia verrà sempre prima di tutto e tutti. Troveremo i responsabili e…» la proiezione concluse con un gesto che avrebbe potuto significare tutto e niente. 

«Come desidera, Boss.»

Verlaine non perse la vena sarcastica neanche nell’incamminarsi verso il cumulo di macerie che una manciate di ore prima era stato l’ingresso dell’ufficio. 

«Un’ultima domanda» lo fermò Mori, o almeno, quello che ne era rimasto. Quando il francese si voltò, il Boss della Port Mafia non era che l’alone di un fiato caldo su uno specchio. 

«Era questa la tempesta?»

Verlaine si strinse nelle spalle. 

«Chissà.»




 

FINE 

(Prima parte)









 

Il primo grazie va a Shiroi. La storia non esisterebbe senza di lei e quel rewatch della Dark Era con la sua amica. “Se Odasaku non muore allora diventa il cattivo!” (cit.) 

Il secondo grazie va alla Socia per infinite ragioni e perché dice che piangerà quando leggerà tutto. O quello o mi tirerà qualcosa? 

Il terzo, immenso grazie va a Europa91. Se avete potuto leggere fino a qui è perché lei ha riempito me e NLF di tanto, tanto affetto. 

Ad Hanekoma per il titolo bellissimo che mi ha permesso di utilizzare. 

A Rota, perché i commenti fanno bene all’anima e tu mi hai regalato lacrimucce ed energia capitolo dopo capitolo. Io devo ancora ricambiare, sono pessima. 

A chibitalia per i commenti e le chiacchierate su IG e anche a D.L. Vitali per i messaggi di conforto in tempi bui, per le osservazioni e il supporto insieme a Flying Lotus

A whitemushroom che mi ha fatto spesso trovare commenti che ho amato tanto *love*

A GintokiSakata, le tue recensioni sono arrivate quando ero molto triste e mi hanno tirata su con poche parole. 

Grazie anche a steno, adieu, parabellum, Emily Granville per le belle parole spese su questa fanfic!

Ai membri di “Bungou Stray Doggos” che hanno ascoltato e incoraggiato questa fanfic per primi. 

A Shichan che è stata dietro le quinte ad ascoltare i miei sproloqui e mandare incoraggiamenti. 

Finally, I would like to spend a heartfelt thanks to Your_Ersa for reading this story by translating it and leaving comments that went straight to the soul. You really left me speechless and I thank you. I want to think of the things you wrote to me as an important treasure for the future: for the sequel of this story and for those that will follow.





 

Ce l’ho fatta. 


PS: Mi trovate su IG @nolongerflawless.fanfic =) Scriverò lì i progressi di NLF 2! 
   
 
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