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Autore: Lunaharry66    05/07/2022    0 recensioni
Le vengono in mente una decina di motivi per cui essere infastidita al momento; fa freddo, c’è vento e sono le quattro del mattino: è inutile nasconderlo,Ise è ben conscia che non riuscirà a prendere di nuovo sonno.
Eppure quelle rose sono finte, fatte di seta e qualche altro tessuto incredibilmente morbido al tatto.
Solo una persona, la stessa che ha fatto fare capriole al suo povero cuore non abituato a provare ansia e preoccupazione per qualcuno che non sia quello scellerato di Katsuki, potrebbe regalarle delle rose di seta.
Cento rose blu di seta.
Forse , e solo forse perché non vuole crearsi false aspettative, esplorare nuovi scenari e poi ritrovarsi catapultata a terra, l’eroina Creati è passata di qui.
Forse Momo è passata di qui.
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STORIA PUBBLICATA ANCHE SU WATTPAD
Genere: Fluff, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai, Shoujo-ai | Personaggi: Katsuki Bakugou, Momo Yaoyorozu, Nuovo personaggio, Shouto Todoroki
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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NOTE IMPORTANTI A FINE CAPITOLO!

Chieko la squadra da quasi dieci minuti, ma Ise continua a mantenere quella posizione sicura che poco le si addice.

Ha il mento alzato, il petto in fuori e punta gli occhi blu in quelli nocciola della donna. Le mani le stringe al bordo della gonna grigia che indossa, senza però poterla stropicciare come suo solito.

-Sembri una cameriera, non che ci sia nulla di male, però…

-Megumi!

 

Ise un po’ ringrazia Megumi, la bellissima figlia adolescente di Chieko per aver rotto quel silenzio imbarazzante e carico di tensione.

Lo studio più grande della redazione è illuminato dalla calda luce proveniente dalla finestra dietro le sue spalle; la ragazza è seduta a gambe incrociate sulla sua scrivania, sfogliando i suoi appunti e mangiando le sue caramelle.

-Non dovresti essere a scuola?

Megumi le rivolge uno sguardo saccente, molto simile a quello di sua madre; Ise però tiene alla sua vita e di conseguenza non si azzarderebbe mai a farglielo notare.

-Oggi c’è assemblea.

-E a te non interessa partecipare?

-Per proporre cosa? Merendine più salutari ai distributori?

Apparte Megumi Ise non ha altri contatti con dei liceali, fa involontariamente una smorfia buffa con il naso e si lascia andare ad un sospiro di meraviglia.

 

-Avete veramente i distributori? Quando andavo a scuola io non avevo mai la merenda perch-

-Ma in che cavolo di liceo andavi, scusa?

-In un rispettabilissimo liceo- risponde vagamente offesa- ma senza macchinette.Piuttosto, tornando a prima, il mio completo non sembra una divisa!

-Uhm… Un pochino sì.

 

Stavolta a parlare è stata la voce di Chieko, che divertita osserva le due ragazze battibeccare.

Ise indossa una semplice gonna al ginocchio coordinata con una giacca che le tocca morbidamente i fianchi e un dolcevita nero come le calze, con a i piedi delle ballerine.

-Stai per intervistare quella freg-

-Megumi!- esclama Chieko esasperata.

 

La ragazza schiocca la lingua come ogni volta che non trova le parole giuste. Ise sa per esperienza quanto le dia fastidio e quanto una Megumi infastidita porti solo guai.

-Quella bravissima e bellissima heroine?

Megumi le rivolge un cenno d’assenso e continua.

-Ecco, appunto! Lei sicuramente sarà ben abbigliata, ha un ottimo gusto!, e tu ti presenti lì come se stessi scrivendo un articolo sull’inaugurazione di qualche negozio di cui non frega niente a nessuno!

 

-No,- inizia Ise che cerca la sua borsa,- sono solamente molto professionale. È un’intervista, non la premiazione degli Oscar.

 

Così dicendo si reca alla fine della stanza, vicino al corridoio, dove Chieko ha provveduto a mettere un piccolo specchio ovale.

 

Forse in segno di pace, Megumi le passa il pettine a denti larghi che stava nella sua borsa: Ise sistema il caschetto e la frangia un po’ lunga che porta con la riga a sinistra . Le piace moltissimo perché smorza quell’effetto ordinato che i capelli grigi le conferiscono. Il taglio non è troppo appariscente, a farla notare bastano le macchie arancioni che le ricoprono il viso e buona parte del corpo, compreso il collo.

Ringraziando l’inventore dei maglioni a collo alto estrae da una trousse l'eyeliner e una palette minuscola di fard.

 

-Posso farlo io?

Megumi si guarda allo specchio, piegando la testa in un chiaro invito.

-Va bene- Ise sospira,- ma solo perchè nel trucco  non brillo e tu sei decisamente più brava-

-In tutto!

 

La più grande le lascia un pizzicotto all’altezza del naso lineare e perfetto.

-Non montarti la testa nana.

-Ma nana a chi? Ti ricordo che ci siamo misurate entrambe quasi un mese fa. Ti superavo già di cinque centimetri e forse sono cresciuta ancora. Accettalo Itou-san: io sono sicuramente alta, ma tu sei sicuramente bassa!

 

La maggiore scuote la testa e chiude gli occhi mentre Megumi gioca con le setole del pennello.

-A te danno fastidio?

Ise apre un occhio solo e inarca le sopracciglia.

-Che cosa?

-Le… macchie? Si possono chiamare così?

La ragazza chiude entrambi gli occhi.

 

Ti senti minacciata Ise? Megumi può avere tanti difetti, ma di certo non è scortese. Veramente ti fai tanti problemi?

 

-No, fanno parte di me. Sono un po’ appariscenti, ma va bene così.

 

Bugiarda.

-Non usi il fondotinta?

Ise le fa una linguaccia, mostrando la dentatura stretta e sottile.

-Perché dovrei? Le mie occhiaie sono bellissime e poi il fondotinta sulle macchie mi fa irritazione… Poi così faccio più paura,no?

-Paura?- chiede Megumi, visibilmente confusa.

-Certo,paura! Immagina di trovarti davanti una giovane giornalista intraprendente alla ricerca della verità, con due occhiaie grandi come una casa a causa del profondo senso del dovere che la spinge a -

-Rompermi le palle.

-Megumi, non posso romperti ciò che non hai.- risponde Ise con un sorrisino sghembo. La ragazzina le tira dietro la trousse di trucchi, che la più grande afferra senza rovesciare nulla.

 

Prendere in giro Megumi è molto soddisfacente, soprattutto perché a volte il carattere della ragazza le ricorda quello di Bakugou.

Megumi sembra non essere più interessata alla discussione sulle sue occhiaie,infatti ha ripreso ad aggiustarle il trucco.

 

-Itou-san, è veramente un’intervista così importante?

Ise le rivolge tutta la sua attenzione, cercando le parole giuste. Effettivamente ci ha pensato molto anche lei.

-Non… Diciamo che tecnicamente è una normale intervista ad una heroine, non focalizzata su qualche evento particolare o cose di questo tipo. Ciò che però rende nervosa tua madre,- continua Ise strizzandole l’occhiolino,- è l’agenzia.

Difficilmente rilascia interviste, a meno che non sia successo un disastro o uno dei suoi hero non abbia ricevuto qualche onorificenza. Seki- san ha però molti contatti e la dirigente dell’agenzia nutre molto rispetto verso di lei e il giornale. Per questo avrei preferito che andasse lei… Ma si fida di me, quindi non ci sono problemi,vero?

 

-Uhm… Diciamo che al posto di mia mamma sarei un po’ preoccupata… Impedita come sei!

 

Megumi piega la testa di lato, lanciandole un perfetto sorriso zuccheroso.

 

Qualcuno bussa al vetro colorato della porta che divide l'ufficio dal resto della redazione.

-E ora chi è?- sbuffa Megumi avvicinandosi al vetro.

Ise si ricompone, ravvivando il caschetto con una passata di mani.

Megumi le lancia la borsa, che poverina non ha nessuna colpa, avvolgendole la sciarpa intorno al collo.

-Ti devi muovere, che Tsuji-san è arrivato.

-E c’era bisogno di lanciarla?-chiede la maggiore alzando la propria tracolla.

Megumi fa spallucce,porgendole, questa volta con più delicatezza, il suo cappotto.

 

Ise la saluta con un cenno della testa, scorgendo dal vetro i folti capelli verdi del fotografo.

-Eccomi, scusa il ritardo.

Scendono insieme le scale e per Ise quei gradini assumono un sapore particolare, decisamente agrodolce.

Non è propriamente ansia quella che sente rimbalzare nel petto, all’altezza del cuore e che preme per manifestarsi. Sarà l’adrenalina, sarà la conversazione avuta con Tsukuachi, ma ha paura di non riuscirsi a comportare “normalmente”.

Non deve dare nell’occhio, questo è importante. Che poi, se la fortuna ha deciso di assisterla, non capterà niente di rilevante. Certo, le dispiace un po’ per il commissario, ma la paura di sbagliare le sta facendo sudare le mani come non mai.

 

Tsuji apre il portone del palazzo, uscendo per primo. Stanno entrambi per attraversare la strada quando una voce la richiama dal balconcino dell’ufficio che affaccia sulla traversa.

-Ciaooooo!- Megumi le sta facendo la linguaccia,agitando le mani per farsi notare.

 

-Ha un bel caratterino,eh?

-Megumi?Sì, proprio come Seki-san!

 

Tsuji ride scuotendo la chioma verde ed estraendo l’abbonamento della metro dalla tasca dei pantaloni.

Ise lo imita, camminando al suo fianco per i pochi metri che li separano dalla fermata della metro.

-Invece tu conosci il fratello di Megumi?- chiede Tsuji.

-Più o meno…

-Assomiglia più al padre, o almeno è quello che dice Megumi. Vanno d’accordo?

-Chiediglielo e ti risponderà categoricamente di no, ma io credo di sì. Megumi gli vuole molto bene.

-E lui?

-Oggi sei più pettegolo del solito.

-Eddai… Con te due chiacchiere diventano subito pettegolezzi. Tu vedi il mondo fatto di pettegolezzi.

-Dici Shakespeare?

-Dico sì. Quindi? Non tenermi sulle spine.

-Quando Megumi è nata, lui aveva circa cinque anni… Praticamente sono cresciuti insieme e da quello che ho visto si comporta proprio come un fratello maggiore.

 

Entrambi si fermano un attimo perché a causa della folla di persone che attende la metro sarebbe impossibile continuare a parlare. Tsuji le afferra la mano, tirandola verso una panchina isolata dalla massa.

-Eccoci qua. Seki-san sembrava però un po’ preoccupata.

Ise si tormenta le labbra, a disagio.

Si fida di Tsuji,è un suo caro amico, ma vale la pena rivelargli ciò che ha origiliato dallo studio di Seki-san?

-Queste cose io le ho “captate”-fa il segno delle virgolette con le mani- da alcune conversazioni. Ragion per cui non devi farne parola con nessuno, neanche con Sana senpai, capito?

 

Tsuji annuisce, l’espressione concentrata che lo fa assomigliare in tutto e pertutto ad un gatto.

-Il padre di Okawa-kun si è da poco sposato con la sua compagna; mi pare che stessero insieme da tempo e hanno anche due figli che credo siano coetanei  di Megumi.

-Oh. Praticamente si è sempre trovato in mezzo.

-Praticamente.- Ise abbassa la testa, giocando con l’orlo della sua gonna.- Seki-san era preoccupata perchè il figlio si sente un po’ fuori posto. Io… Non vengo da una famiglia numerosa, ma forse si sentiva di troppo… Non so. 

-Hm… E l’università?

-No,no, quella va benissimo! Megumi non la smette di dire a chiunque incontri quanto suo fratello sia bravo.

-Strano che abbia preso una facoltà che si scosta così tanto dal nostro mondo.Il padre non è a capo di Musen Kongo*? Quell’emittente è famosa.

-Mica bisogna seguire per forza le orme dei propri genitori… I tuoi mica sono giornalisti.

-Che c’entra…  Hanno un negozio di pollo fritto, quindi nessuno dei due è laureato. Perchè i tuoi combinano guai con Tsukuachi?

-Io non combino guai! 

-Vabbè,si  è  scelto un lavoro senza macchia e senza infamia.

 

Ise annuisce, lasciando cadere il discorso.

Certo Ise, non incontrare il proprio padre da anni equivale a non avere una famiglia numerosa.

Il silenzio li culla per un po’, ma la voce metallica proveniente da un altoparlante li avvisa dell’arrivo della metro.

Passano rapidamente l’abbonamento nella macchinetta e si affrettano a salire sulla prima carrozza disponibile.

È una questione di minuti e presto si troverà davanti l’heroine Creati, al vertice della sua carriera.

 

Ha ovviamente fatto qualche breva ricerca, come se non conoscesse vita, morte e miracoli di chiunque abbia a che fare con quel mondo.

Tsuji le rivolge un sorriso affettuoso mentre stringe tra le mani la borsa con tutto l’occorente.

Purtroppo quella stazione è conosciuta per essere luogo di borseggiatori,quindi meglio prestare attenzione.

 

Ise gira la testa, a disagio, sentendo lo sguardo di una donna su di sé. In un gesto quasi meccanico sistema la sciarpa leggera che indossa per coprire più possibile il collo e il mento.

 

La carrozza si arresta improvvisamente e tutti i passeggieri si mettono in fila per scendere. Questa è infatti l’ultima fermata che collega le zone medio-centrali ai quartieri finanziari della città, dove le più famose agenzie di heroes hanno sede.

 

L’agenzia Meiyo* si trova in uno dei tanti palazzi moderni, ma salta subito all’occhio grazie alle ampie vetrate con cui è ricoperto.Si può accedere ai piani più alti, letteralmente, grazie ad un grande ascensore che lo atterversa interamente. 

Per le emergenze, o per chi prefrisce non usare l’ascensore, si può percorrere una trentina di rampe di scale interamente in acciaio laminato.

 

Alla reception c’è come al solito un ragazzo dal viso serio e squadrato, che con il suo quirk funge da scanner, un po’ come all’aereoporto.

Fortunatamente non ci sono intoppi ed è lì che la questione inizia a farsi seria.

 

I loro tesserini vengono timbrati per ogni piano raggiunto dall’ascensore. L’addetto, con cui Tsuji è riuscito ad attaccare bottone, all’occorrenza pressa un timbro elettronico e digita un codice sul suo cellulare.

-Teniamo molto alla sicurezza dei nostri heroes e dei visitatori.- Ise non può far a meno di notare quanto scandisca bene le parole e che bella dizione abbia. Ugh, lo invidia terribilmente.

-Immagino…- mormora Ise in risposta.

 

È concentrata ad osservare le varie stanze di ricevimento dell’agenzia, che si intravedono chiaramente dalle vetrate dell’ascensore. 

 Quest’ agenzia è relativamente giovane. A fondarla è stato un ricco magnate giapponese, il cui nome è sconosciuto. A tirarne le redini in tutto e per tutto è però  sua nipote, Norie Ushijima. Ha reso l’agenzia specializzata in operazioni di soccorso e rinforzo in battaglie che richiedono la messa in sicurezza di luoghi e persone. Sono sotto contratto alcuni degli heroes più famosi e apprezzati dalla popolazione: come per esempio la preparata heroine Creati, che Ise potrà incontrare tra meno di qualche minuto e l’hero Chargebolt.

 

L’ultimo piano che raggiungono è composto da un lungo corridoio dalle pareti smaltate di bianco e in ogni direzione si trovano svariate porte e altrettanti uffici. 

Jin-nonriescoasdavereunarelazionestabileperpiùdiduemesi,è incredibile come Tsuji sia riuscito a ricavare una così ingente quantità di informazioni in un minuto, apre loro la porta dell’ascensore. Chiama poi una ragazza minuta e dai capelli molto lunghi che li fa accomodare su due graziose poltroncine all’angolo.

 

-Sei nervosa?- chiede Tsuji mentre cambia l’obiettivo della telecamera.

-Hhh… Sei la seconda persona ad avermelo chiesto oggi.Nervosa non direi,ma è un po’ come diceva la mia professoressa del liceo: «Prima di un esame importante è necessario avere un po’ di ansietta e in questo modo lo affronterete meglio!»

-Sadica…- borbotta il ragazzo, impegnato a sistemare l’attrezzatura.

-Pensa che voleva bocciare più di metà della classe.

-Auch, ed io che mi sono sempre lamentato dei miei professori. Forse l’ho raccontato a Megumi e a te no, ma una volta abbia fatto uno scherzo con un secchio di marmellata e-

 

-E preferirei non saperlo.- a dirlo è niente meno che il commissario Tsukachi, che salutandoli con un sorriso si avvicina.

-Non voglio neanche immaginare che cosa hai fatto passare a quei poveri insegnanti… Signorina Itou, due parole?

 

La ragazza assottiglia gli occhi, capendo al volo la questione e lanciando un’occhiata rassicurante in direzione di Tsuji.

Appena spariscono dal radar dell’addetto alla sicurezza con problemi sentimentali il poliziotto la conduce dietro alcuni scaffali pieni di scartoffie.

-Pronta per oggi signorina?

Ise annuisce, intuendo le intenzioni del commissario.

-Non vorrei sembrarle inopportuna, ma c’è qualcosa che deve dirmi?

Tsukuachi estrae un piccolo cofanetto viola dalla tasca della giacca e lo apre con delicatezza. Al suo interno ci sono due minuscoli auricolari neri e sottili.

 

Ise vorrebbe tanto, ma tanto, ridergli in faccia.

Seriamente, degli auricolari?

Al momento ha due ipotesi in mente: o il suo sogno di bambina si sta realizzando, chi non vorrebbe avere dei fottuti auricolari da spia?, oppure si è andata a cacciare in qualcosa di decisamente più grande di lei.

Hm, sì. Il suo sesto senso non sbaglia mai.

O quasi.

Tranne per quanto riguarda la cottura dei-

Ok, basta.

Tsukuachi la guarda intanto in attesa della risposta, cercando forse di decifrare i suoi pensieri dai movimenti veloci delle pupille che viaggiano dalle mensole dello scaffale alla scatolina viola.

-Quale tipo di informazioni è necessario che lei ascolti? Giusto per informarla, normalmente uso anche un registratore.

-Lo immaginavo, mi ha già fregato altre volte… Comunque questi auricolari hanno un circuito chiuso: Io posso sentire tutto quello che le accade intorno, ma non possiamo comunicare. Per cessare il collegamento deve solamente girare questa rotellina.

Le mostra come farlo e la osserva indossare i dispositivi.

Sono sagomati e rivestiti in un tessuto morbido, simile alla gommapiuma. 

Il commissario le passa uno specchietto portatile con la spazzola incorporato e leggermente sbeccato.

-Ha qualcos’altro in quelle tasche, commissario?

L’uomo sbuffa, vagamente divertito.

 

Nello specchietto Ise vede la sua immagine:i capelli sono un po’ arruffati e sul viso è diffuso un rossore che le colora le guance piene e macchiate di arancione. 

Con la spazzola sistema la piega dei capelli in modo da coprire completamente gli auricolari ed onde evitare problemi porta più ciocche possibile in avanti.

Ise prende un bel respiro e prova un sorriso,che nella sua mente doveva suonare accattivante, ma che la fa sembrare una giornalista alle prime armi.

Ok, tecnicamente non ha anni di esperienza alle spalle, ma ha già fatto lavori del genere!

Allora che cos’è che la rende così nervosa?

La risposta ai suoi dubbi l’aspetta sicuramente al di là di una di quelle porte, con la sua postura impeccabile e il sorriso da copertina. Momo Yaoyorozu è allo stesso tempo ciò che potrebbe far decollare o precipitare  la sua carriera.

 

Un’intervista vincente sarebbe proprio quello di cui il giornale avrebbe bisogno.

-Commissario,- Ise si schiarisce la voce quando ne nota il tono incrinato,- prima non mi ha risposto.Che tipo di informazioni le interessano?

-Tutto ciò riguardo l’agenzia e le recenti missioni… Non so quanto la signorina Yaoyorozu si aprirà con lei… Ma ogni piccolo particolare potrebbe essere utile.

Ise tenta l’ultima carta per ricevere più dettagli:- Temete un qualche suo coinvolgimento nelle indagini?

-Signorina Itou le ricordo che non è me che deve intervistare. Anche se forse… No, non crediamo abbia un ruolo principale nella questione, ma ovviamente è ancora presto per parlare.

 

Ise annuisce pensierosa.

Non conosce affatto Creati, ma quando un hero è in mezzo ad uno scandalo nessuno esce illeso.

 

Saluta con un inchino Tsukuachi e torna a passo svelto da Tsuji, che la sta aspettando con una faccia dubbiosa.

-Allora?

-Allora niente, le solite raccomandazioni.Nulla di nuovo.

Ise si stupisce ogni volta: ha sempre mentito così bene? Anche se non vuole ammetterlo, sì.

Può sembrare strano, ma ha costruito gran parte della sua vita su delle bugie. Al liceo tranne Katsuki nessuno sapeva nulla su di lei e riusciva a eludere tutte le domande più scomode con sorrisi di circostanza e scuse ben costruite.

Essere educati e convinti delle proprie affermazioni: queste sono state le sue armi di salvezza per quei tre lunghi anni. Usarle con Tsuji le crea però un vuoto al centro del petto.

 

Il ragazzo riprende a parlare:- Bakugou non ti ha detto nulla su di lei?

-No, è ancora in ospedale e purtroppo ho dimenticato di chiederglielo.

-Non devi preoccuparti troppo e nel caso l’intervista andasse male, ci saranno sempre le mie foto meravigliose a salvare la situazione!

-Spiritoso…

 

Ise sente un bip provenire dal suo cellulare.

-Cavolo, ho dimenticato di mettere il silenzioso…

Ricevere un messaggio da Bakugou le riscalda sempre il petto, anche se  come al solito è stato sintetico e pragmatico. Deve assolutamente passarlo a trovare dopo aver lavorato, magari presentandosi con qualcosa di migliore del ramen confezionato.

 

In questi anni di infortuni sul lavoro da parte del ragazzo ha capito che Katsuki odia, più di quanto possa odiare qualcosa in generale, il cibo degli ospedali. E ovviamente tocca a lei, e a quel santo di Todoroki, provvedere alla situazione.

Una donna sulla cinquantina, ma con il viso liscio e tirato, si avvicina verso di loro. Il ticchettio dei suoi tacchi alti e sottile ne accompagna la camminata fiera e dritta.

 

-Buonngiorno, siamo pronti. Sono Niki Miyazaki, la segretaria della signorina Ushijima.La direttrice ci tiene a farvi sapere che alla fine dell’intervista, sarebbe disponibile anche lei per un breve colloquio. Accettate?

 

La testa di Ise scatta verso Tsuji, lo sguardo incredulo.

-O-Ovviamente! E per favore, dica alla signorina Ushijima quanto le siamo grati per questa opportunità.

 

La segretaria rivolge ad entrambi un sorriso plasticoso e appunta qualcosa sul tablet nuovo di zecca,tenuto nella mano smaltata di rosso.

 

-Ottima notizia, sono sicura che la direttrice vi aspetta con entusiasmo. La porta della signorina Yaoyorozu è l’ultima in fondo a destra.

 

Digita per un paio di secondi, continuandoli a fissare, poi si siede alla sua scrivania. Ha una visuale centrale ed è molto vicina alla loro destinazione.

Dopo essersi accomodata sulla sedia rivestita in pelle nere indica con la mano la porta.

Ise nota un grande anello con una pietra blu, ma che risulta leggermente sbeccato su un angolo.

 

Tsuji le da un colpetto sulla spalla.

-Sei stata così smielata da farmi venire diabete e carie in un colpo solo.

-Dovevo… Quando ci ricapita un’opportunità del genere?

 

Ise apre lentamente la porta,sentendosi sull’orlo di un precipizio. Nonostante lo nasconda piuttosto bene, le capita spesso di essere nervosa prima di un’intervista. 

Non vuole di certo paragonarsi ad un hero, anche se non sono di certo gli unici a rischiare la vita, ma l’adrenalina che le circola nelle vene è la stessa.

Si considera una persona calma, a tratti un tantino apatica

Eppure quando tiene sotto torchio l’intervistato di turno, perché alla fine quello è il suo lavoro, o scava negli archivi che non dovrebbe conoscere, si sente viva. Pervasa da una sensazione così bella da non volerla condividere con nessuno.

 

Ise socchiude gli occhi, come se davanti avesse un drago dai canini affilati e non una heroine pronta a dimenticarsi di lei appena l’intervista si sarà conclusa. Questi sono i famosi quindici minuti di celebrità predetti da  Andy Warhol? L’incontro con un personaggio famoso?

 

Si distoglie dai suoi pensieri maniacali giusto in tempo per notare che lo sguardo dolce di Momo Yaoyorozu la sta studiando attentamente.

Ise guarda Tsuji per un millesimo di secondo e poi si decide a parlare.

-Signorina Yaoyorozu,sono Ise Itou ed  è un vero piacere poterla intervistare.

 

Lei si alza, rivelandosi in tutta la sua bellezza.

Indossa una semplicissima blusa rossa che le accarezza i fianchi in una morbida curva, un paio di jeans neri e uno stivale del medesimo colore.

-Non c’è bisogno di essere così formali… Bakugou mi ha parlato di lei!

-Oh, spero lo abbia fatto bene, allora.- risponde Ise,ridendo nervosamente.

 

Per fortuna non è da sola e quindi ci pensa Tsuji a sbloccare la situazione. 

-Preferisce fare prima le foto?

Yaoyorozu annuisce convinta e segue passo passo le direttive del ragazzo.

Lei intanto si apposta in un angolo dell’ampio salottino a vetrate, sfogliando i propri appunti. 

La luce naturale delle finestre le dona moltissimo. Sapeva quanto l’heroine fosse bella e fotogenica, ma non si aspettava così tanto.

Capisce anche perché al liceo era comparsa in tutte quelle pubblicità.

Mettersi in posa le viene naturale e nulla è forzato: al termine del servizio Tsuji si reca gongolando verso i suoi attrezzi, soddisfatto di aver trovato una modella del genere.

 

Ora tocca a lei.

Yaoyorozu si è accomodata su un divanetto di velluto bianco, lasciando a lei una poltrona sui toni dell’azzurro. L’heroine si trova esattamente davanti ad una finestra e la luce le conferisce un’ aura angelica.

NON DISTRARTI!

 

Gli auricolari di Tsukuachi pesano improvvisamente di più, ma è lavoro no?

 

-Sono  del quotidiano Asahi Shibun.

-Io vi conosco… siete un giornale famosissimo.

 

-Grazie, ma quello non è di certo merito mio ma-

-Delle mie foto!- esplode Tsuji in tutta la sua vivacità.

 

La risata di Yaoyorozu è cristallina come poche.

-Sa, normalmente scatto foto alle scene di omicidi e incidenti, ma all’occorrenza mi adatto a tutto. Matrimoni,compleanni, premiazioni… Con la crisi che c’è un po’ di soldi in tasca in più non guastano mai! Per questo le lascio il mio biglietto da visita!

 

Tsuji si inchina in modo drammatico, distende il lungo braccio e le porge uno di quei suoi biglietti da visita colorati. Li cambia ogni anno e nessuno sa dove vadano a finire quelli degli anni precedenti. 

Questa volta ha optato per una sua foto che ricopre l'intera superficie del foglietto e una scritta elegante proprio al centro.

 

Poco egocentrico, dicevano.

 

-Grazie mille… Se avrò bisogno la chiamerò sicuramente.

 

-Iniziamo?- domanda Ise. Sta sudando freddo.

Lei annuisce quando la più bassa estrae il registratore e preme il pulsante rosso di avvio.

 

Ise guarda per un paio di secondi le domande appuntate sul taccuino.

Che il gioco abbia inizio e che Tsukuachi abbia il suo spettacolo.

 

-Il pubblico giapponese, e da qualche tempo non solo, la conosce fin da quando era una delle promesse del liceo Yuei.È rimasto qualcosa di quella ragazzina spensierata?

-Sicuramente i miei ideali e le mie convinzioni, ciò che mi ha spinto a diventare un hero. Ma anche da ragazzi abbiamo capito subito che i tempi spensierati erano finiti. Eravamo una classe molto unita, siamo ancora tutti in contatto, ma la nostra annata è stata molto… particolare. I vari scontri, la nascita della League of Villains… Viverlo a quell’età e in un ruolo d’azione è stato intenso. Credo che però questi eventi mi abbiano resa ancora più convinta riguardo il mio futuro. Ogni insegnante dello Yuei è stato per me un punto di riferimento, non siamo mai stati veramente soli.

 

-Crede che il nome della sua famiglia sia stato un ostacolo o un’ agevolazione?

-Sicuramente ho avuto molto supporto dalla mia famiglia e, sinceramente, ero in qualche modo già inserita nell’ambiente. A volte il mio cognome è stato usato per sminuire il mio operato e le mie capacità, ma sul campo ci sono io, non i miei genitori.

Yaoyorozu  abbozza un sorriso che Ise non può far a meno di ricambiare.

 

-Per un periodo è comparsa in molti spot pubblicitari.Come valuta questa esperienza?

-Onestamente all’epoca ero un po’ delusa da me stessa: credevo di non essere abbastanza forte per svolgere operazioni sul campo. Ho capito invece che esperienze del genere sono fondamentali per gli heroes di oggi, dato che viviamo in una società sempre più tecnologica.

Imparare a relazionarsi con i media è molto importante.

 

-Ogni heroes dovrebbe sapersi difendere da avvoltoi come noi.

Yaoyorozu ride di nuovo e Ise sta registrando mentalmente tutti i suoi sorrisi perfetti.

 

-Beh, fa tutto parte del pacchetto.

-Torniamo invece al presente: in circa tre mesi, - dice Ise sfogliando con le dita umettate dei fogli spillati.- ha scalato ben dieci posizioni del Ranking Hero. A cosa deve tutto questo successo?

-Credo dipenda unicamente dalla forza di volontà e dal lavoro di squadra. A volte collaborare con i propri colleghi non è semplice neanche per i professionisti più esperti. In questo però il Liceo Yuei ci aveva preparato in modo adeguato, infatti si  svolgevano spesso esercitazioni in gruppo.

 

Bene, l’intervista sta andando meglio di quanto avesse immaginato. Ora però è tempo di passare agli argomenti preferiti da Tsuji.

 

-Invece per quanto riguarda la sua vita sentimentale? Ormai è stata paparazzata svariate volte con il suo fidanzato, l’imprenditore Nishimura Riki.

 

Il sorriso di Yaoyorozu si inclina di pochissimo: neanche lei sarà però immune dalla raffica di domande sulla sua vita privata.

Quella è la parte che Ise salterebbe più volentieri di tutte, ma una buona intervista, o meglio: un’intervista che la gente abbia voglia di leggere, deve avere la giusta dose di fatti e pettegolezzi.

 

-Io e il mio fidanzato teniamo molto alla nostra privacy, ma siamo comparsi insieme in numerose occasioni pubbliche.

 

-Quando vi siete conosciuti?

-Ci siamo incontrati tre anni fa ad una festa a cui ero stata invitata per rappresentare l’agenzia… Possiamo dire che è stato amore a prima vista.

 

Ride di nuovo e Ise la osserva assorta.

Si è sempre chiesta cosa pensassero, cosa fossero veramente gli heroes. 

Ci sono cose che lei non potrà mai sapere e deve farsene una ragione.

Ma darebbe qualsiasi cosa per conoscere il motivo della luce che risplende negli occhi di Yaoyorozu. Sembra ferita da qualcosa che non avrebbe dovuto farlo,che aveva l’unico scopo di avvolgere e proteggere.

 

O forse, semplicemente sta notando crepe e difetti in un muro immacolato che non ne ha. Del resto,chi è lei per conoscere Momo Yaoyorozu?

 

-E invece cosa pensa dell’indice di criminalità in aumento tra i liceali?

-Credo che sia sempre stata una piaga della nostra società. Avere un quirk e non saperlo gestire è un bel problema, soprattutto se si hanno tendenze violente. Penso anche che la scuola, in quanto istituzione, debba istruire i ragazzi a vivere in armonia insieme, arginando i divari culturali che possono esserci tra gli alunni per esempio.

 

-Hmm… E qual è la sua opinione riguardo gli atti di bullismo verso il bambino quirkless della prefettura di Miyagi?

-Comprendo benissimo come possano sentirsi i genitori di quel bambino e sono ovviamente favorevole a tutta l’esposizione mediatica che il caso sta ricevendo. Trovo che dopo questa vicenda assurda le persone saranno più sensibili all'argomento.

 

Ise spunta l’ultima domanda dal suo taccuino.

-Bene, qui abbiamo finito. La ringrazio moltissimo per l’attenzione che ci ha dedicato.

 

-Si figuri… Ho letto alcuni suoi articoli e li ho apprezzati molto.

 

Ok,ora potrebbe sprofondare definitivamente.

Momo Yaoyorozu la conosceva.

Ise potrebbe dire di non essersi mai sentita tanto orgogliosa come in questo momento.

 

-Signorina Yaoyorozu sa che la mia collega qui era incredibilmente nervos-

 

Sta morendo dalla voglia di urlare che era nervosa perché un commissario, che evidentemente è a corto di poliziotti, si diverte a giocare all’agente segreto.

Fortunatamente si trattiene, ma non dall’assestare una gomitata a Tsuji.

Lui ha già raccolto tutta la sua attrezzatura e l’aspetta alla porta.

 

Salutano per un’ultima volta Yaoyorozu.

 

Non sa bene cosa aspettarsi da questo incontro con Nori Ushijima, ma sicuramente Tsukuachi ne sarà contentissimo.

 

Ad aspettarli fuori dal corridoio c’è la segretaria di prima, quella con il sorriso plasticoso. Si avvicina ad Ise e le cinge le spalle con un braccio. Il suo vestito di chiffon l’accompagna nei movimenti e la fa sembrare un folletto sempre in movimento.

 

-La signorina Ushijima è rimasta impressionata dal vostro impegno riguardo il caso di Miyagi.

-Oh,grazie mille. Ho notato che anche l’Agenzia ha rilasciato delle dichiarazioni a riguardo.

-I giovani sono il nostro futuro e la signorina Ushijima lo sa bene.

 

Ise non riesce a non essere tesa. Sente costantemente lo sguardo felino della donna su di lei. La presa sulle sue spalle si stringe ulteriormente e per poco non geme.

 

Ha una presa incredibilmente forte e con le unghie appuntite fa pressione sulla sua pelle. Ise le sente anche attraverso gli strati di vestiti che indossa.

-D'altronde sono le nuove generazioni che devono avere dei punti di riferimento carismatici e che sanno prendere una posizione.

 

Fortunatamente i capelli le nascondono gli auricolari ed è rincuorata solo dal fatto che Tsukuachi stia ascoltando tutto.

Tsuji cammina davanti a loro, canticchiando senza accorgersi di nulla.

 

Improvvisamente la donna la libera dalla sua presa ferrea,superando Tsuji e bussando un paio di volte alla porta.

 

Il silenzio in quel corridoio è quasi disumano. Sono solamente loro tre e al di là di quella porta c’è invece la direttrice dell’agenzia.

La figura di Nori Ushijima non le ha mai trasmesso nulla.

Non è d’accordo sulla sua politica “aziendale”, è infatti innegabile che tutti gli heroes affiliati alla sua compagnia sembrino una specie di marionette sempre al comando.

Nessun commento, nessuna emozione che traspare dai loro volti dopo una missione. Norie Ushijima è il ritratto dell’impassibilità e i suoi collaboratori con lei.

 

Finalmente entrano nello studio,grande e spazioso.

Le pareti sono interamente in vetro,come il resto dell’edificio, mentre ai lati della stanza si trovano delle poltroncine in mogano con dei cuscini color panna.

Immancabile il solito minifrigo che Ise ha visto in tutti gli uffici che ha visitato, l’unico elemento d’arredo più particolare è una serie di statuette in vetro, disposte su un elegante mobile dietro la scrivania.

Anch’essa in mogano, ospita la figura imperiosa e affascinante di Norie Ushijima.

Tutte le foto che i paparazzi, tra cui Tsuji, sono riusciti a scattare la ritraggono durante un paio di cerimonie ufficiali in veste di rappresentante o di vincitrice.

La sua agenzia infatti ha ricevuto una medaglia d’onore per l’intervento in alcune zone terremotate a Sud del paese. 

Ise la ricordava bene,ma vederla dal vivo è ancora più destabilizzante.

Il volto fiero, la postura impeccabilmente dritta, le spalle in fuori e il petto in dentro.Gli occhi hanno un taglio preciso, sembra essere stato realizzato da un coltello affilato, le pupille sono scure quasi tendenti al viola.

Il viso è molto armonioso anche grazie al naso, che Tsuji sospetta sia rifatto, che mostra la sua punta all’insù in tutta la sua gloria. 

Le labbra piccole ma piene, gli zigomi alti al punto giusto. Per completare quel quadro bastano ciocche liscissime e castane che le arrivano poco sotto le spalle. 

Ha capito perché la maggior parte della popolazione maschile, e non solo, straveda per lei. La sua figura, calzata a pennello in un completo color pastello, emana un’aura di potere nonostante non abbia ancora fiatato.

Forse ha ventisette o comunque poco più di lei.

Ise si sente una nullità, quasi non degna di parlare a faccia a faccia con la donna più ricca del paese degli ultimi sette anni.

 

Si inchinano entrambi e lei invece si accomoda con estrema grazia sulla sua sedia, sicuramente da un valore superiore a quello dei loro stipendi annuali.

 

-Dopo l’intervista della heroine Creati mi è sembrato opportuno rilasciare una dichiarazione.

La sua voce è chiara, senza nessuna calata o accento particolare.

 

-Certo e l’ Asahi Shibun è onorato di poterla raccogliere. Posso usare il registratore?

 

Al cenno affermativo della dirigente, Ise sfodera il suo fedele compagno e preme il tasto rosso.

-Di quale argomento particolare desiderava parlare?

-La prefettura di Miyagi. Ho già dedicato molta attenzione al caso, ma voglio rimarcare che la mia agenzia sta svolgendo un’azione insieme alla polizia. Essa prevede il riconoscimento e l’immediato blocco di tutte le azioni mirate verso persone quirkless. Voglio quindi comunicare ai vostri lettori che da oggi è stato ufficialmente aperto uno sportello per l’ascolto e la denuncia, attivo ventiquattr'ore su ventiquattro con la consulenza di alcuni agenti.

 

-Ammiro veramente molto quello che state facendo, signorina Ushijima.

 

La direttrice non le rivolge che un’occhiata di superiorità.

Decisamente non è la persona più simpatica del mondo.

Dichiarato concluso quel siparietto imbarazzante, Ise stoppa la registrazione. Tsuji ha però impugnato la propria macchina fotografica, assumendo quell’espressione che, oramai Ise ha imparato, sfoggia per attuare le sue idee “geniali”.

 

-Signorina, che ne dice di fare un paio di scatti con l’heroine Creati?

 

Nel caso il giornale fallisse, Tsuji avrebbe sicuramente una porta già aperta per qualche altra professione.Ise non sa come ma è riuscito a convincere in tempo record Norie Ushijima a farsi scattare delle foto.

 

Perciò ora posano insieme davanti alla macchina fotografica di Tsuji, entrambe impeccabili nelle loro espressioni di porcellana.

Yaoyorozu è più alta di un paio di centimetri, ma il tacco ghiaccio di Ushijima compensa quella piccolissima differenza.

 

Ecco, hanno davanti a loro due delle donne più influenti della nazione che faranno la storia.

O che probabilmente la stanno già facendo.

ANGOLO AUTRICE
Voglio essere sincera, ho avuto più esaurimenti nervosi oggi che in tutta la mia vita. Sono su EFP da un paio di anni e non ho dimestichezza con tinypic (Ho scoperto solo oggi che tutte quelle foto che non mi si caricavano durante la lettura delle ff dipende da questo :]) Non sono bravissima con il computer, ma ho tentato di tutto per inserire l'immagine. Mi piace molto questo modo di illustrare gli sms e ci ho messo anche un bel po' a scrivere il capitolo, quindi non mi sono arresa.
E ho perso la voglia di pubblicarlo, ma vabbè.
Che comunque tutti i tutorial (1) che ho trovato sdu YT risalgono al 2009... e anche le app che ho scaricato.
Per me il coding rimarrà sempre quella cosa sentita nominare cento volte che però non ho mai imparato.
Tralasciando,mi farebbe molto piacere sapere se la storia vi sta piacendo.
Ringrazio chi l'ha aggiunta tra i preferiti/ricordate ecc...
Lunaharry66

 
   
 
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