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Autore: Faith_03    06/07/2022    0 recensioni
[Attaco dei giganti]
Celine è una giovane soldatessa della Guarnigione piena di speranze e aspettative nell'aiutare soprattutto le persone di Trost.
Levi è il soldato più forte dell'umanità con un passato alle spalle da dimenticare ma porta tutti i giorni i segni sulla pelle e anche nel carattere.
Due soldati di due legioni diverse si incontrano varie volte e dopo un incidente sulle mura riescono a stare molto a contatto e finiscono per conoscersi e anche a parlare.
Così si intrecciano le loro vite diverse e nel soldato più forte dell'umanità scatta un sentimento nuovo e mai provato fin'ora: l'amore.
Riusciranno i due soldati a stare insieme mentre fuori dalle mura il pericolo è sempre pronto a cercare di far male all'umanità?
Genere: Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Raccolta | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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Da quella volta, Celine riuscì a parlare di più con Zoe nei giorni successivi, mentre con Levi si poteva dire che, in alcuni momenti, c'era ancora una specie di tensione da parte della ragazza. 

Soprattutto se parlava con quel tono duro verso la caposquadra che era un suo superiore, poi però notava che Hanji non si faceva scalfire dalle sue parole, anzi, riprendeva a lavorare come se nulla fosse successo.  

Pur non essendo di quell'esercito, Celine continuava a portare sempre rispetto ad entrambi e ad altri che vedeva di rado, anche se forse erano soldati del suo stesso grado. 

Inoltre riuscì anche a dirle che doveva fermarsi, ad un certo orario doveva proprio smettere per tornare alla sua base. 

Ovviamente qualcuno che l'accompagnava la sera c'era sempre, la sicurezza non era mai troppa, diceva Zoe, soprattutto per chi è indifesa e inabile. 

Una volta in stanza sua era talmente stanca che voleva solo andare a letto, ma le sue compagne di stanza volevano sapere tutto, dalla A alla Z di quei soldati. soprattutto del Capitano Levi. 

Tutte lo conoscevano tranne lei, quando lo notò si sentiva quasi come se fosse stata fuori dal mondo, per fortuna che anche nella sua camerata ci fu una novità, una delle due nuove compagne fu quella ragazza che l'aveva aiutato a salire la prima volta sulle mura: Doreen. 

Le due si riconobbero subito e la nuova cercò di aiutare la ragazza ferita a cambiarsi, lavarsi e anche a lavare i vestiti come solo Celine voleva. 

In tutto questo clima però riceveva sempre lettere dai suoi genitori dicendole in una che Tyron stava ancora male e bloccato a Ragako e poi le lettere da lui smisero dall’oggi al domani. 

Non avevano più notizie del primo figlio e non c’era modo di poter uscire a cercarlo fino a quel paese. 

Avevano chiesto aiuto anche ad alcuni soldati della Legione Esplorativa per andarlo a cercare, purtroppo la richiesta ancora non era stata accettata e pregavano ancora che fosse sano e salvo. 

Ovviamente la sorella minore non viveva per niente bene questa situazione e si sentiva di nuovo il cuore pesante, anche se la caposquadra le dava sempre delle ottime scuse per distrarsi, senza però sapere la verità, e la ragazza obbediva senza protestare. 

Erwin aveva anche avvertito la caposquadra del giorno libero del soldato della Guarnigione, e ciò voleva dire di lasciarla in pace, invece proprio quel dì Celine era sempre al loro quartier generale ma nell'infermeria. 

Dato che erano stati loro a soccorrerla giorni fa, erano anche quelli che conoscevano di più la ferita e sapevano come organizzarsi per le cure e anche come metterle le fasciature. 

Inoltre le dicevano che non doveva fare inutili sforzi con quel braccio, evitare movimenti bruschi e, cosa molto importante, non toccare mai la ferita con le mani infette o esporre il braccio a cose estranee e sporche. 

Meno male che sempre da quelle persone Celine riceveva parole di conforto: 

  - La ferita sta andando bene, il braccio però è ancora troppo debole per usarlo come prima e sottoporlo agli sforzi. Pensavamo peggio.- 

Le diedero delle garze pulite nel caso le dovesse cambiare. 

Finita la visita, Celine uscì dall'infermiera per recarsi alla sua base, aveva bisogno di riposare anche l'altro braccio dato che lo usava per scrivere gli appunti verbali e si avviò verso l'uscita che ormai conosceva. 

Mentre il soldato in borghese attraversava i corridoi del quartier generale, puntualmente si sentiva come degli occhi addosso che sembravano giudicarla o parlottare fitto fitto appena passava lei. 

Non era nella sua natura essere paranoica anche se, quando si voltava verso alcuni capanelli di soldati del Corpo di Ricerca, essi smettevano subito di parlare. 

  "Spero sia un'assurdità coincidenza." 

Pensò lei continuando a camminare. 

Quando attraversò il piazzale centrale per uscire si sentì chiamare a gran voce: 

  - CELIIIIIIINE!!! -

La ragazza si bloccò sul posto, solo una persona poteva chiamarla in quel modo e, anche se la conosceva da poco, si sentì un po' in imbrazzo, forse ora tutti intorno a lei sapevano qual era il suo nome. 

Si voltò verso la fonte della voce, al centro di un altro gruppo abbastanza numeroso di ragazzi, si trovava Zoe che la salutava agitando una mano. 

Lì per lì la ragazza salutò con quella buona solo lei, e poi notò che la caposquadra le intimava di avvicinarsi: 

  - VIENI CELINE, VIENI... AVVICINATI. - 

Un po' sorpresa dalla richiesta, Celine cambiò direzione ed avanzò verso di lei, e anche tutti quei soldati che non aveva mai visto. 

Stando sempre chiusa in un laboratorio usciva solo di rado, anche per mangiare restava lì. 

Non voleva sapere cosa pensavano di lei anche in quelle condizioni o che la giudicassero perché non era del loro esercito anche se si dava da fare. 

Prima di arrivare notò che la ragazza alta continuò a parlare al gruppo come se lei non fosse lì presente per il momento: 

  - Credetemi ragazzi, è fantastica. - quando arrivò Zoe si rivolse a lei - Celine cara, com'è andata la visita? - 

La ragazza si tranquillizzò anche davanti a tutti loro: 

  - Bene... Il braccio però è ancora molto debole, e mi fa male se muovo le dita. 

Mi hanno detto anche di continuare a cambiare al fasciatura ogni due giorni o se si rovina per qualche altra cosa, e soprattutto l'hanno trovato un po’ migliorato. - 

Sembrava che c'erano solo loro due quando raccontò della visita, gli altri intanto ascoltavano come interessati ed in silenzio. 

  - Beh certo, meno male che si sta riprendendo... Allora, dato che sei qua, e che passerai un bel po' di tempo nel nostro esercito, ho deciso di presentarti la squadra mia e di Levi. - aprì entrambe le braccia come se li volesse raccogliere tutti quanti. - Sono solo una piccola parte, gli altri li conoscerai col tempo. 

Ed ecco le presentazioni. 

Alla tua destra ti presento i giovani ragazzi di Levi: Jean, Connie, Sasha, Christa, Nifa, Armin, Mikasa ed Eren. - 

Celine li osservò tutti, erano davvero giovani, dei ragazzini, forse avevano la stessa età di quando lei aveva fatto giuramento. 

Non si ricordò di averli mai visti in giro, anche se... Quella ragazza chiamata Sasha le ricordava qualcuno e qualcosa, anche quel ragazzo chiamato Jean, li aveva già visti da qualche parte... Ma dove?  

Hanji intanto continuò:  

  - E poi loro sono i miei compagni e amici, Moblit, Nanaba, Belto, Nile, Mitami, Hanna, Daz e quello dietro di te è Mike. - 

D'un tratto si sentì come oscurata da qualcosa che aveva coperto il sole, poteva forse essere una nuvola carica di pioggia, forse un eclisse, invece era questo uomo altissimo che riusciva a coprire la luce del giorno per cosa? Annusare a sorpresa dietro il collo del soldato in borghese davanti a tutti. 

A sorpresa poi fece una specie di verso strano con la voce e cadde all'indietro con una faccia da ebete, mentre rideva anche come un ebete. 

  - Ehehehehehehe... - 

  - Non ti preoccupare Celine cara, fa così con tutti, anche se è la prima volta che reagisce così con qualcuno. 

Questo non me lo spiego pure io. - 

Tra le tante occasioni in cui Celine si sentì veramente tanto imbarazzata nella sua vita, ora c'era da aggiungere anche questo momento. 

Inoltre era stato fatto davanti a dei soldati che aveva conosciuto da appena cinque secondi, chissà che pensavano adesso di lei, di sicuro che puzzava tanto da far svenire un soldato come quello. 

Proprio in quell'istante arrivò il Capitano Levi che, fermandosi vicino a Mike, sospirò senza dire niente e poi lo superò raggiungendo la ragazza: 

  - Oh, è arrivato anche Levi, già vi siete conosciuti con lui, vero? - continuò la ragazza alza - E lei, ragazzi è Celine, quel soldato della Guarnigione che sulle mura ha cercato di aiutarci con Berthold. 

Dire che è stata coraggiosa è dir poco, vero? -

  - Tsk, come sei plateale oggi, quattr'occhi, per una semplice ragazza. - intervenne l'uomo che stava accanto a Celine - Non pensi che così la metti solo in imbarazzo? - 

  - Ma che dici Levi? È come una ventata d'aria fresca per tutti quanti, lo sai anche te no? È molto gentile, disponibile e anche molto attenta a detta di Pixis. - 

A proposito di aria fresca, proprio in quel momento si alzò un po' il vento verso di loro facendo volare foglie e ciuffi di capelli di tutti loro verso un'unica direzione, a sinistra. 

Questo fece anche un'altra cosa: dato che pure Levi si trovava alla sinistra di Celine, venne invaso d'un tratto da un buonissimo odore che lo riconobbe tra mille, era il profumo di the. 

D'un tratto si sentì confuso. 

Com'era successo? 

Eppure loro erano in uno spiazzo aperto, chi stava preparando del the fuori? 

Si guardò un attimo intorno al cortile, nessuno stava facendo nulla, nessuno aveva un the pronto. 

Stranamente qualcosa non gli tornava, non era la prima volta che sentiva quel profumo. 

Intanto Zoe riprese a parlare: 

  - Bene, dato che ha un braccio fuori uso, per ora, fatela sentire tranquilla, e se ha bisogno aiutatela senza che sia lei a chiedere. 

Visto che bella schiera di aiutanti, che hai? - 

Al contrario della spaventata Celine, la caposquadra era sempre molto esaltata anche se non si trattava di studiare qualcosa che riguardava i giganti. 

La ragazza della Guarnigione cercò di riprendere il controllo e anche di apparire normale, nonostante l'accaduto con quel ragazzo ancora a terra. 

  - Ciao e piacere a tutti... Mi chiamo Celine De Clairk, faccio parte della squadra che sta sopra le mura, e sono della Guarnigione. 

Scusate la mia strana... Presenza. Non vi darò alcun fastidio. -

  "Non come a questo ragazzo che è svenuto." 

Eppure la doccia se l'era fatta ieri sera. 

A sorpresa, uno dei giovani ragazzi di Levi, uno con la testa completamente rasata, si avvicinò alla ragazza guardandola da capo a piedi. 

I suoi occhi avevano una particolare sfumatura cerulea chiarissima, alla ragazza ricordarono le iridi di un gatto, le rivolse una mano per poi invece dire: 

  - Posso rimorchiarti? - 

All'inizio Celine stava per ricambiare il gesto, quando però sentì la frase bloccò la mano e guardò il ragazzo confusa: 

  - Cosa? - 

  - Connie! - lo riprese una dietro di lui, subito gli si avvicinò, lo prese dal colletto della giacca e lo allontanò dalla ragazza della Guarnigione - Scusalo, è solo un deficiente. - 

  - Sasha... Lasciami.... Stavo scherzando, volevo solo presentarmi. - 

Durante quello show Celine ritirò la mano senza dire niente. 

  - Che figuraccia, Connie... - 

disse invece un altro ragazzo con i capelli chiari. 

Dopo che Sasha fu di spalle la riconobbe subito. 

Era lei la ragazza che aveva rubato quel pezzo di carne da la loro dispensa quel giorno... 

  "È davvero lei..." 

Pensò senza però lasciar trapelare la sorpresa del momento, anche perché la caposquadra stava parlando di nuovo. 

  - Visto com'è gentile? E pensate che non l'ho mai vista bere come alcuni suoi colleghi. - 

  - Hannes era un eccezione. - 

A quelle parole in molti si votarono verso il ragazzo che aveva espresso la sua opinione, questo ragazzo era Eren. 

  - Eren... - lo riprese un ragazzo biondo - Non dire certe cose, non davanti ad una sua collega. - 

  -Esatto Eren, – di nuovo parlò il ragazzo alto – devi essere sempre quello che parla troppo e a sproposito. - 

Prima che tra loro due iniziasse un battibecco infinito, senza volerlo la ragazza intervenne: 

  - Voi conoscete Hannes? -

Celine si ricordava di questo soldato, anche se lo aveva incontrato solo un paio di volte. D'improvviso si era resa conto che era da un bel po' che non lo vedeva. 

A parte i turni, l'evento avvenuto sulle mura, e ora che lei doveva passare il suo periodo di convalescenza in un altro esercito, non lo aveva più visto nemmeno durante il tragitto tra le due basi. 

  - Certo che lo conosciamo. - continuò Eren - Da una vita. -      

  - Viveva a Shiganshina con noi. - intervenne il biondino - E ci ha aiutato a scappare quel giorno. -  

Hanji interruppe di nuovo le chiacchiere di tutti. 

  - Prima di dirvi il reale motivo di tutti quanti voi in questo luogo... Celine, hai portato ciò che ti ho chiesto? -

Dalla chiacchierata della sera precedente, prima che qualcuno della Guarnigione la venisse a prendere, la ragazza disse che si trovava scomoda a tenere i capelli liberi anche se le sue compagne l'aiutavano a lavarsi e vestirsi, lei però chiedeva sempre il meno possibile. 

Fu così che la caposquadra le propose se l'indomani, anche se era il suo giorno libero ed aveva la visita alla loro infermeria, di portare un paio di cose sue, due oggetti molto importanti. 

Il soldato in borghese si ricordò e le mostrò la spazzola ed i legacci che all'inizio usava per legarsi i capelli. 

Intanto la squadra di Hanji, Mike compreso, se n'era andata, l'uomo però fu l'unico ad averle dedicato un ultimo saluto con una faccia sognante. 

  "Che strano tipo anche lui." 

Pensò la ragazza. 

Rimasti solo i più giovani, la caposquadra parlò per l'ennesima volta: 

  -Benissimo. Ragazzi, vi voglio avvisare di una cosa.  

Dato che oggi è il giorno libero di Celine, anche voi potete passarlo in tranquillità. -

I presenti esultano solo per pochi secondi alla notizia perché la voce di Levi li rimise all'ordine: 

  - Andate a controllare i cavalli. - 

E subito il gruppo emise un disappunto in coro. 

  - Ma Capitano Levi, non è giusto... - ancora Connie parlò, anche se questa volta per tutti - Anche noi vorremmo riposarci. - 

Sotto gli occhi dei presenti, Celine compresa, Levi fece pochi passi che separavano i due, il capitano lo guardò fisso nei occhi, mentre il ragazzo più giovane sembrò farsi più piccolo di statura. 

  - Ti consiglio di eseguire l'ordine, Springer. Se il tuo cavallo avrà problemi a correre mentre ti porta in salvo da un gigante, esso non aspetterà che scappi via. 

Andate a controllare i cavalli. - 

Quel tono di voce mise i brividi a tutti, anche alla ragazza della Guarnigione, che non faceva parte della sua squadra, ma dato che era lì avrebbe voluto aiutarli per davvero, soprattutto se c'erano di mezzo gli equini, e invece doveva stare ferma. 

Tutti si recarono alle stalle, una volta lì Zoe chiese a Sasha se si poteva occupare dei capelli di Celine, la ragazza acconsentì. 

Loro due si misero in disparte, dove potevano anche vedere gli altri ragazzi che si prendevano cura degli animali. 

Proprio in quel punto c'erano alcuni di blocchi di paglia che qualcuno era riuscito a raccogliere e a sistemare in semplici rettangoli legati ai due estremi.   

Celine si sedette su uno di quelli e Sasha da dietro restava in piedi per stare più comoda, era alta anche lei. 

Cercò di non farle molto male quando la pettinava e si ricordò, senza però dirlo, che anche una sua compagna di stanza aveva fatto la stessa cosa con lei. 

Quanto le mancava Mina. 

 

Per non farsi prendere di più dalla malinconia, cercò di parlare con lei per farla sentire a suo agio: 

  - Hai dei capelli molto belli e morbidi. -

Anche Celine stava cercando un approccio per dirle che l'aveva riconosciuta e che si ricordava di lei, soprattutto per il fatto della carne della loro dispensa, solo che non trovava le parole adatte per evitare che si spaventasse. 

Poi per fortuna fu l'altra a trovare un valido argomento di conversazione. 

  - Oh, grazie... - 

  - Come fai a renderli così morbidi? Alcune ciocche poi sono più chiare delle altre... Sono davvero stupendi. - 

  - Sinceramente non lo so... Ma forse è grazie al the che sono così. - 

  - Il the?! Li lavi col the?! - 

  - Sì. - ammise lei in tranquillità - Lo uso anche sui vestiti per togliere l'odore di sporcizia, solo che ora, con il braccio così, non riesco... - 

Mentre parlavano una loro compagna, bionda e dagli occhi azzuri come il cielo, si avvicinò alle due, anche lei voleva forse conoscere la nuova ragazza, oppure era solo curiosa? 

  - La caposquadra Hanji ed Erwin ci hanno raccontato di te da un po'di tempo, soprattutto hanno detto che hai cercato di dare una mano quando Berthold e Reiner hanno combinato quel caos. - 

Appena Celine la vide notò subito il colore delle iridi di questa bella ragazza, così minuta le sembrava una bambola, una di quelle bellissime e rare, che solo le principesse potevano avere, oppure anche le bambine molto ricche. 

Sentendo poi quei due nomi il soldato in borghese non li associò a nessuno di quei ragazzi che stavano distanti da loro. 

  - Chi sono Berthold e Reiner? - 

Sasha da dietro rispose: 

  - Erano due nostro compagni che si sono rivelati dei nemici... Peccato.  

Non mi sarei mai aspettata un voltafaccia così... -

  - Non lo sapeva nessuno, Sasha. - precisò Christa - Nessuno va in giro con un cartello sulla schiena con scritto "Gigante". - 

Celine spalancò gli occhi a quelle parole: 

  - Giganti?! Erano giganti?! -

  - Purtroppo sì. E nessuno di noi lo sapeva, anche se loro sapevano di Eren. - 

Sentendo il nome del ragazzo da Sasha, questa volta a ragazza ricordò che lo aveva visto poco fa, aveva nominato Hannes. 

  "Lui è un gigante?!" 

  - Ma com'è possibile... - 

Il pensiero che tra quei giovani ci fosse un gigante, anche se per ora era una persona normale, la fece preoccupare e spaventare molto, infatti iniziò a tremare. 

Christa se ne accorse e intimò alla compagna d'armi di fermarsi, poi sempre la bionda si inginocchiò davanti a lei per guardarla negli occhi: 

  - Ehi calma, non sapevi di Eren? Sta tranquilla, non è pericoloso... - 

La ragazza della Guarnigione cercò di concentrarsi sulle parole della biondina, anche se i suoi occhi fecero il lavoro più grande. 

Erano davvero belli, non c'era altro da dire. 

  - Scusa se te lo abbiamo detto così, non sapevamo se la caposquadra Hanji ti avesse avvisato riguardo a lui. - 

Anche la ragazza bruna era davanti a lei in ginocchio, era davvero dispiaciuta per la situazione creata: 

  - Ma ti giuriamo che non è come gli altri. - continuò - Lui è diverso, lui non ci mangia, anzi, ha aiutato lui a chiudere le mura a Trost... Dovevi vederlo, ha sollevato tutto da solo un grosso pezzo di roccia per bloccare l'entrata di altri giganti. - 

Doveva vederlo, diceva Sasha? 

Se lo ricordava eccome, anche lei era lì quel giorno... 

Aveva ancora nella mente quel gigante che, mentre camminava, trasportava un macigno davvero enorme, forse più grande di lui, pensava fosse solo un anomalo, non un ragazzo della loro età. 

  - Io c'ero... L'ho visto... - le tre si guardarono - Ma come può essere quel ragazzo un gigante? È impensabile. - 

  - Non lo sappiamo nemmeno noi, Celine. 

E davvero non ci ha mai fatto del male, anzi, l'ultima volta non si è nemmeno riuscito a trasformare... Nemmeno lui lo sa come ci riesce. - 

La ragazza col braccio offeso alzò lo sguardo per poter osservare quel giovane chiamato Eren che stava pulendo uno stallone nero. 

Come poteva essere lui gigante? 

Se altri si nascondevano tra le persone sarebbe stata la fine. Mentre pensava a questo anche un altro cavallo nero, uscito dalla stalla per farsi fare la pulizia, si avvicinò alle tre ragazze e se non avesse sbruffato non si sarebbero accorte della sua presenza. 

Si fermò a pochi centimetri dal viso di Celine, fu allora che la ragazza riconobbe anche lui. 

Tempo fa gli aveva regalato una mela: 

  - Ma sei tu... Ciao... -

Di corsa arrivò di nuovo Levi che lo prese dalle briglie: 

  - Ehi, non disturbare. - 

e allontanò il cavallo che lo seguì prima col collo e poi con le zampe. 

  - Scusi Capitano. - Celine ebbe il coraggio di parlargli ancora - Non si preoccupi. Non mi stava dando fastidio, anzi, è un bellissimo cavallo. - 

Nonostante la chiacchierata tra di loro a colazione, tra lui e Celine non ci furono molti altri momenti in cui potevano conoscersi meglio, anche perché era l'assistente di Hanji non di Levi. 

Senza voltarsi il capitano rispose: 

  - È scappato da solo, non pensavo che sarebbe venuto fin qui. E grazie, è uno come tutti. Spero non ti abbia spaventato. -

Dopo questo momento le due ragazze finirono di sistemarle meglio i capelli insieme, Sasha non era brava a fare una treccia, allora Christa non solo l'aiutò, ma fece una diversa acconciatura che avrebbe aiutato ad illuminarle di più il viso della ragazza. 

Lasciò due piccoli ciuffi di capelli al lati del viso, fece una mezza coda con un legaccio e con l'altro poi legò una treccia più piccola alla fine. 

La bruna intanto stava osservando tutto e poi quando vide la ragazza in faccia ne rimase sorpresa: 

  - Wow... Christa, sei stata bravissima... Celine, se potessi vederti, sembri un'altra persona. - 

  - Posso rimorchiarti? -

A sorpresa Connie si era riavvicinato, e non solo lui. 

Dato che era quasi arrivato l'ora del pranzo, si erano fermati per fare una pausa e intanto avevano anche raggiunto le due compagne, anche loro erano anche molto curiosi di conoscere il soldato di un’altra legione. 

  - Connie... - lo riprese ancora Sasha - Sei davvero impossibile. - 

Anche Eren, Mikasa ed Armin si erano avvicinati ai compagni e allora Celine ne approfittò per parlare ancora con loro, anche se ora sapeva cos'era il ragazzo dagli occhi verdi. 

  - Scusa Eren, hai detto prima che conosci Hannes? -  

  - Eccome se lo conoscevo. Beveva in continuazione. -

  - Eren... - di nuovo il ragazzo biondo lo riprese - Non parlare così... Vi ha portato via da quel gigante. - 

  - Ma non ha salvato mia madre. Potevamo farcela. - 

  - Restare a Shiganshina era diventato troppo pericoloso anche per noi. - stavolta a parlare fu la ragazzina con una sciarpa rossa al collo - Ha fatto solo del suo meglio. - 

Al nome della città, il soldato col braccio offeso cercò di andare a logica sul giorno di cui stavano parlando loro. 

Era quello in cui lei aveva fatto giuramento, ed era stata messa anche in punizione per via di uno sbaglio... 

  - State parlando di quando... Quando i giganti sono entrati in quella città? -

chiese lo stesso per confermare. 

  - Sì. Se siamo qui lo dobbiamo ad Hannes. - 

Alle parole del ragazzo biondo, Celine collegò che forse l'uomo avesse detto il vero, erano loro tre i bambuni a cui si stava riferendo, non stava cercando di farla mettere ancora di più in punizione. 

Nonostante gli anni passati si sentì in colpa. 

La ragazza si alzò e avvicinò ai tre: 

  - Hannes allora diceva la verità... Eravate voi tre... Scusatemi ragazzi... - 

  - Per cosa? Ti abbiamo conosciuto solo ora. - 

Fece notare il ragazzo moro e dagli occhi verdi, Celine continuò: 

  - Per non avervi aiutato... Hannes era venuto da me alcuni giorni dopo, e mi aveva detto che... Che aveva bisogno di aiuto con tre bambini... Io ero in punizione quel giorno e non gli ho dato retta. - 

Le veniva anche da piangere. 

Per rabbia aveva fatto una stupidaggine davvero grossa. 

  - Tu in punizione? - intervenne un altro del gruppo, sempre quello con i capelli chiari e anche un po' più alto di tutti - Cos'hai combinato di tanto grave per farti punire? - 

  - Jean, anche tu, non fare l'inopportuno. - 

Sasha non sapeva più che fare con quei due, anche se Celine rispose col rischio di essere forse giudicata male da loro: 

  - Ho dato dei panini in più ad un signore. - 

Il piccolo gruppo della squadra di ricerca l'ascolto con attenzione a questa rivelazione, soprattutto uno. 

  - Mi aveva detto che aveva tre nipoti e me l'aveva chiesto solo uno in più... Invece gliene ho dati quattro e poi ho scoperto una brutta cosa. Non c'era abbastanza cibo per tutti. 

Ricordo quel giorno non solo per essermi messa nei guai il giorno stesso del giuramento, ma anche per quel signore. - 

  - Era mio nonno. - Armin interruppe la ragazza a sorpresa - Lui mi ha detto che un soldato l'aveva ascoltato e poi mi ha dato il pane per noi tre... Eri tu? - 

Alla rivelazione il cuore della ragazza riprese a battere più forte di prima dall'emozione ed escamò: 

  - Lo sapevo che mi aveva detto la verità. - 

Senza rendersene conto aveva lo stesso aiutato quei tre bambini, che ora erano diventati tre giovani soldati, e si trovavano davanti a lei. 

Non ebbe il tempo di dire altro perché si trovò qualcosa, anzi qualcuno addosso a lei che l'abbracciava dalla parte sana almeno. 

Il giovane chiamato Armin, nonostante non la conoscesse, aveva fatto quel gesto pieno di rispetto e anche affetto per chi li aveva aiutati. 

E in tutto questo qualcuno, distante da loro, notò questo approccio e strinse le mani, con cui stava ancora tenendo le brighe del cavallo, a pugno. 

Forse gli dava fastidio qualcosa di questo gesto del soldato? 

Dopo un po' il biondino si staccò da lei, per fortuna non le aveva fatto male, ed iniziò a ringraziarla per quel momento, invece la ragazza confessò che se avesse saputo che erano sempre loro tre quei bambini salvati da Hannes avrebbe rischiato lo stesso altre settimane di dura punizione per aiutarli. 

Chissà se Pixis l'avrebbe salvata anche in quel caso. 

  - Se mi capita di vederlo in giro devo chiedere scusa ad Hannes, mi dispiace non avergli creduto e... - Mikasa, Armin ed Eren si incupirono di colpo a quelle parole - Che c'è? -

Questo comportamento fece preoccupare molto la ragazza della Guarnigione, il motivo non si fece attendere: 

  - Purtroppo è tardi... È morto... L'ha mangiato lo stesso gigante che ha mangiato mia madre. - 

Anche gli altri ragazzi, che erano presenti quel giorno divennero tristi di colpo, a mente lucida avevano capito solo dopo quante e quali persone avevano perso, non solo per salvare Eren. 

Dall'altra parte, invece, Celine alla notizia sentì di nuovo i sensi di colpa riaffiorare in lei, e questa volta erano più forti di prima. 

Non poteva credere a questa notizia...  

Non adesso... 

  - Cosa...? - 

Riuscì solo a dire. 

  - Ha combattuto con onore... - intervenne sempre Eren - Anche se beveva molto... Ha rischiato molte volte di salvarci la vita, e ci è riuscito. -

La ragazza non poteva ancora crederci, quel soldato era riuscito a fare quello che lei avrebbe voluto poter dimostrare nonostante il giuramento alla Legione della Guarnigione.  

Peccato che ad averlo eseguito alla lettera era stato un altro. 

Di punto in bianco inventò con una scusa, salutò il gruppo e poi si allontanò cercando di essere il più veloce possibile, anche in questo caso fu notata lo stesso, sempre da quel paio di occhi che la osservavano da lontano. 

Celine non si era distanziata solo per non piangere davanti a loro, ma per confermare il fatto che quel collega non ci fosse davvero più.  

Si recò all'ultimo posto in cui lo aveva visto l’ultima volta, se lo ricordava ancora. 

Svoltato l'angolo infatti non vide nessuno seduto su delle casse di legno, anche se delle bottiglie per terra c'erano. 

Eppure il punto era quello... 

Non pensò che forse era sulle mura, alla base, o in un altro posto strategico a bere. 

Si appoggiò con la schiena al muro, scese a sedersi per terra e pianse per essersi comportata da stupida quella volta, e soprattutto per non aver creduto ad un suo compagno di legione. 

Confermò anche di non essere migliore di nessuno, anche lei era cattiva, e quel momento lo aveva confermato. 

  - Dovresti abituati a queste perdite. - 

Sentendo una voce all'inizio Celine si spaventò, poi scoprì che altro non era che il Capitano Levi che l'aveva seguita, inoltre l'aveva anche più o meno imitata, aveva appoggiato la schiena alla parete di mattoni, solo che non la stava guardando in faccia, ma avanti. 

Ora il suo tono di voce non era duro come prima con i suoi sottoposti, non con lei. 

  - Non ho capito cosa intende. -

La ragazza voleva asciutarsi gli occhi, poi si ricordò che l'unico pezzo di stoffa che le poteva servire in questi casi non le apparteneva, a sorpresa Levi gliene porse uno. 

  - Celine, sei un soldato anche tu, non esistono persone che sopravvivono o persone che vengono addestrate per essere mangiati dai giganti. 

Noi facciamo quello che possiamo. 

Nemmeno noi capiamo da dove vengono o come nascono... Sappiamo solo che sono una minaccia. - 

Forse l'uomo le voleva dare un consiglio sul fatto che tutti i soldati, che siano della Legione Esplorativa oppure della Guarnigione, se capita che non sanno combattere un gigante, muoiono. 

Anche a Celine stava per succedere, ed era ancora lì perché la prima volta si era nascosta per pura paura, la seconda invece ancora doveva capire che era realmente successo. 

La ragazza poi si ricordò del terzo gruppo: 

  - E i soldati della Gendarmeria? Loro sono quelli più protetti e più al sicuro di tutti. - 

  - Quelli non sono soldati. Proteggono solo i loro interessi e pensano ai loro comodi... Infatti non sono da considerare tali.>> 

Celine sospirò a quelle parole: 

  - Capitano, non sia duro con chi ha la fortuna di... Di non vedere quei mangiatori di uomini... E non è vero che non penso a quello che ha detto prima... 

Anch'io li ho affrontati, e sono ancora qui per... Per... Non lo so... So solo che quando mi sono arruolata volevo aiutare le persone in difficoltà, e invece ho trattato male un mio collega per paura di un aumento di punizione... 

Non sono una persona buona... - 

Levi ascoltò in silenzio la ragazza, senza però raggiungerla a sedere accanto, era già tanto che era in quel vicolo con lei. 

  - Ognuno di noi ha un periodo no, non te la devi prendere con te stessa se eri nervosa. 

Pensa almeno che hai sbagliato a giudicare male un collega che alla fine è riuscito ad uscire dalle mura e ha provato a salvare dei ragazzi... 

Ha fatto il suo dovere. -   

  - Lo so... Ma non me lo sarei aspettato da uno che vedevo qui quasi ogni giorno a bere e a parlare di quel gigante. 

È stato coraggioso, mi dispiace non avergli creduto prima... E non gli ho nemmeno chiesto scusa quando potevo. 

Non sono migliore di nessuno, mi sono messa solo nei guai e c'è anche altro... - alzò lo sguardo verso il capitano del corpo di ricerca - È da giorni che sono anche preoccupata per una cosa, mio fratello è... Sparito... 

Aveva il permesso per uscire e anche per recarsi in altri posti, ma non è più tornato... Non so nemmeno perché glielo sto dicendo... Non so cosa fare... - 

Piegò le gambe per mettere sulle ginocchia il braccio buono e appoggiarsi la fronte per lasciarsi andare di nuovo al pianto. 

Levi nemmeno sapeva cosa fare, non l'era mai capitato una situazione così, mantenne la calma e cercò di aiutarla ancora con le parole: 

  - Non so che tipo di permesso aveva per uscire, spero che non abbia incontrato i giganti. 

Anche noi per uscire pure dobbiamo avere uno speciale permesso, non possiamo andarcene fuori dalle mura quando vogliamo... Proverò a chiedere ad Erwin se possiamo andare alla ricerca di un civile, se ti ricordi il posto preciso dove doveva recarsi. -

A quelle parole Celine smise si piangere e alzò lo sguardo verso Levi: 

  - Dice sul serio?! - 

  - I cittadini non possono stare fuori dalle mura, se è ancora vivo dobbiamo cercarlo e riportarlo a casa.>> 

Forse quelle parole erano una speranza per lei. 

Forse suo fratello poteva essere ancora salvo e nascosto da qualche parte, stava solo aspettando che qualcuno lo andasse a cercare. 

Doveva essere così. 

  "Fratello mio... Se sei ancora salvo, ti prego, fatti trovare." 

Nonostante la bella notizia, però Celine continuò a sentirsi un po' in colpa per Hannes. 

Capì di non essere migliore di nessuno, anche se si faceva in quattro per tanti. 

  - Lei c'era quando Hannes è morto? - 

  - No, non ero nemmeno in divisa. 

I miei sottoposti si sono salvati da soli. - 

  - Scusi se le ho detto di mio fratello, non sapevo come, e se, dirvelo... Non volevo farvi affrontare ancora i giganti. - 

  - Non è detto che possiamo uscire a cercarlo. - cercò di dirle un’amara verità - Ma farò del mio meglio per convincere chi sta sopra Erwin. 

E poi... Non so se hai notato che manca qualcuno nella squadra. Qualcuno che hai conosciuto. -

Celine cercò di fare mente locale, in effetti non aveva visto nemmeno in giro alcuni ragazzi... Che stavano vicini a lui. 

  - Isabel e... - 

  - Furlan. - concluse lui, e stavolta usò un altro tono diverso, più triste - Anche loro sono morti... Sempre durante una missione. - 

Celine rimase ancora senza parole. 

Si ricordava di quei due ragazzi, soprattutto di Isabel per via del fazzoletto, non avrebbe mai pensato che avessero fatto una fine così brutta. 

  - Mi dispiace. - 

Riuscì solo a dire, il capitano continuò: 

  - Anch'io ho reagito malissimo. 

Ho ucciso quel gigante da solo, sono impazzito dal dolore e dalla rabbia... Ancora mi sento in colpa nonostante gli anni. 

E dopo di loro ho anche perso la squadra che avevo prima... 

Erano quattro ragazzi, ed il padre dell'unica ragazza... Mi ha detto qualcosa riguardo al matrimonio con lei... 

Non avevo nemmeno io la lucidità giusta quel giorno. 

È normale tutto, ed è per questo che ti dico che devi essere pronta e preparata a queste perdite. 

È brutto da dire, ma se vuoi sopravvivere senza impazzire devi prendere tutto di petto. -

Poi l'uomo le porse una mano per aiutarla ad alzarsi, in quei pochi secondi in cui la ragazza la vide, notò che lui aveva davvero una bella mano. 

  “È davvero un principe... E non mi ha fatto ancora espellere... Perchè?” 

Pensò. 

Quando la prese Levi riuscì a tirarla su e non solo, l'accompagnò anche fino alla base della Guarnigione. 

   
 
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