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Autore: Recensior    06/07/2022    1 recensioni
L'arrivo alla Hellsing di una fanciulla dal cuore puro porta a tante conseguenze inattese... il cuore di Alucard sembra risvegliarsi dopo tanto tempo e Seras trova nella sua nuova amica una luce in mezzo a un tunnel di oscurità... eppure un'ombra incombe su di loro, un'ombra che li osserva e li comanda notte e giorno senza scampo, un'ombra che forse trama contro Helèna per evitare che Alucard venga risvegliato del tutto e il suo potere da vampiro assetato di sangue distrutto. Cosa accadrà?
Genere: Azione, Comico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alucard, Integra Farburke Wingates Hellsing, Nuovo Personaggio, Seras Victoria
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Quella mattina Helèna fu svegliata dal suono assordante di una sirena, accompagnato da delle rimbombanti urla amplificate attraverso dei megafoni che, non si sa come, erano stati piazzati durante la notte all’interno di ogni stanza del maniero, compresa la camera da letto della ragazza.
“MA CHE ORE SONO????” si chiese la ragazza accarezzandosi i lunghi capelli dal colore del tramonto inondato di luce e stropicciandosi assonnata i grandi occhioni cangianti.
“SVEGLIA MEZZE CALZETTE, VI VOGLIO RADUNATI SUL RETRO DELLA HELLSING ENTRO 5 MINUTI!!!” gridava la voce indistinguibile di Integra Hellsing attraverso il megafono. Helèna balzò giù dal letto e si vestì in fretta e furia. Indossò uno dei suoi abitini preferiti, un vestito a balze viola con un corsetto rosso ben stretto in vita che enfatizzava i suoi fianchi e i suoi seni prosperosi, si pettinò i capelli e scese correndo, spaventata dalla reazione della padrona di casa se per caso l’avesse vista arrivare in ritardo.
“Quella è capace di farmi frustare...” sussurrò spaventata mentre correva. Integra era una donna colta, splendida, imperiosa, e per questo, a volte, la sua innata dote al comando poteva risultare violenta.  Mentre correva a perdi fiato, per sbaglio andò a sbattere contro qualcosa, anzi qualcuno... fece per cadere all’indietro ma una mano salda la sollevò, tirandola a sé. Quando Helèna aprì gli occhi si ritrovò davanti Pip Bernadotte, un mercenario che era appena stato assunto alla Hellsing.
“Cherie, una bella fanciulla come te dovrebbe stare più attenta... rischieresti di rovinare il tuo faccino e questo sarebbe un grosso peccato” sussurrò con un marcato accento francese, mentre masticava una cicca di sigaretta.
“T-ti chiedo scusa, è che andavo di fretta, Integra ci sta chiamando sul retro della villa e se non arriviamo in tempo noi...”
“Shhh” rispose mettendole un dito sulle labbra e facendola arrossire “non c’è alcuna fretta. Non capisco cosa ha quella donna da urlare tanto, non siamo mica sotto attacco!”
Helèna rise “Sì, ma a me non piace quando mi urla contro... mi spaventa... quindi preferisco andare!”
“Allora vuol dire che ti scorterò io. Non è sicuro per una principessa come te scorrazzare da sola in questa villa impolverata e piena di trappole medievali...” rispose, prendendola sottobraccio e facendola nuovamente arrossire.
Quando arrivarono sul retro della Hellsing, uscirono in uno spiazzale di cemento armato grande quanto un intero campo da calcio, che solitamente si utilizzava per gli allenamenti militari. Integra stava al centro, seduta in una poltrona che aveva evidentemente fatto trasportare lì apposta, coperta da un ombrello che la proteggeva dal sole e teneva in mano il megafono continuando a urlare ordini non poco chiari alle truppe disposte in ordine davanti a lei, mentre un soldato le lucidava gli stivali. Dietro la poltrona, Walter e Alucard stavano in piedi in silenzio.
“Alucard!” esclamò Helèna quando lo vide sotto al sole cocente, realizzando quanto ciò gli stesse facendo del male, e corse verso di lui.
“Alla buon’ora... cos’è, ti stavi lucidando i capelli con la polvere di fata? AHAHAHAHA” la rimproverò Integra ridendo di gusto e fulminandola con lo sguardo. Helèna era terrorizzata, ma ciò non l’aveva fermata dal raggiungere il suo Alucard. Gli prese la mano: era incandescente. Sudava e le sue occhiaie erano pesantemente segnate. Doveva farlo rientrare subito!
“Ehm m-mi scuso Signora Padrona Sir Integra... ho fatto prima che ho potuto! Ma adesso la prego, Alucard non dovrebbe stare qui fuori, è pericoloso per un vampiro stare a contatto col sole!” implorò la ragazza, quasi in lacrime.
“Con chi credi di parlare piccola ingenua!? Che sciocchezze! Alucard ha subito un intero ciclo di allenamenti per potersi temprare e sopravvivere anche sotto al sole, in questo momento si sta allenando, non vedi? Cosa credi che me ne debba fare di un comune vampiro, che al sole avrebbe l’utilità di un pinguino nel deserto?” La fissò inarcando il sopracciglio al massimo.
“M-ma signora... non si sente bene, lo guardi! È bollente!”
A quell’insistenza, Integra alzò lo sguardo direttamente verso il vampiro. “Di’ Alucard, per caso gradiresti mandare in fumo l’allenamento e rientrare nei suoi sotterranei?”
Alucard aprì la bocca e fece per parlare, un sospiro gli si spense in gola. “N-no, padrona. Voglio... voglio continuare l’allenamento.”
Un ghigno soddisfatto si dipanò sulle labbra della donna. “Molto bene. Come vedi, Helèna, le tue preoccupazioni sono infondate. Faresti meglio a restare al tuo posto la prossima volta.” E si accese un sigaro.
“Ma Alucard....” sussurrò la giovane, in lacrime. Cos’era accaduto? Perché Alucard non aveva detto la verità? C’era qualcosa che non le tornava in quella situazione, qualcosa che doveva assolutamente scoprire...
“Oh... ma cos’abbiamo qui? Un mercenario ritardatario.” Fece Integra spostando subito la sua attenzione su Pip, che stava tentando di inserirsi nella sua fila senza destare sospetti.
“Chiedo scusa padrona Integra, la mia sveglia non ha suonato.” Rispose con nonchalance.
“Ah, ma davvero? Forse allora avevi la stessa sveglia della nostra Seras Victoria...” disse, sbuffando fumo e guardandolo con gli occhi spalancati.
“E-ehm... non capisco cosa intende dire signora Integra...”
“Questa mattina Seras Victoria non si è fatta viva. Scommetto che tu sai dove possiamo trovarla... provo a indovinare, nel tuo letto?”
“N-no signora, si sbaglia lo giuro!”
“Davvero? Che ne dici di andare a controllare, mh? E se la troviamo...” disse, alzandosi dalla poltrona per stringere tra i guanti una pesante catena.
“Oh mon dieu!” esclamò Pip nella sua lingua madre, lasciando cadere la cicca per lo shock.
“No! Confesso, confesso! Sono stato io a trascinarla nel mio letto stanotte, lei non c’entra nulla, la prego, non faccia del male alla poliziotta signora Integra, se qui c’è qualcuno che dev’essere punito quello sono io!” esclamò lui coraggiosamente.
Integra strinse il sigaro tra i denti, mentre Helèna guardava la scena tramortita, attaccata al braccio di Alucard, che intanto trasudava come una cascata.
“Abbiamo un eroe... “ commentò la magnifica bionda “molto bene, soldato.” Si alzò, facendo segno a Walter di smontare la baracca. “Soldati, proseguite le vostre esercitazioni di oggi. Tu, soldato Bernadotte, seguimi nel mio ufficio.” Concluse, sparendo verso l’interno della villa con Pip alle sue spalle.
Finalmente, quando la padrona scomparve, Alucard cadde sfinito al pavimento.
“ALUCARD!!!” urlò la ragazza gettandosi su di lui per scuoterlo. Sembrava svenuto. “WALTER, TI PREGO, AIUTAMI A RIPORTARLO NEI SOTTERRANEI!”
Il maggiordomo li guardava con triste consapevolezza. Sapeva di non poterlo fare. In teoria, il vampiro sarebbe dovuto rimanere lì finché Integra non gli avesse dato il permesso di rientrare, ma vista la criticità della situazione decise di fare un’eccezione. A Integra avrebbe dato una giustificazione più che valida.
“Sì, dobbiamo agire immediatamente.” Rispose il maggiordomo, sollevando Alucard e poggiandolo di peso su una spalla. “Corri a prendere alcune sacche di sangue ghiacciate dal freezer e una siringa con su scritto il numero 14, poi raggiungimi nei sotterranei.”
   
 
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