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Autore: paiton    08/07/2022    0 recensioni
In una valle pacifica, Illigar è una città gestita da un governo di Nani e Stregoni. Re Garring, detto anche il Nobile, è benvoluto dai cittadini in quanto è sempre riuscito a mantenere la pace. La città sorge in una valle: a sud abbiamo il Mar Cristallo mentre a nord si ergono le montagne di Drekoik. Urum Voldran è un altra città della valle, famosa per il suo palio, governata da uno dei tanti cugini del Nobile Garring mentre Fordan è più lontana e separate dagli altri centri abitati da una foresta insidiosa e pericolosa. Tale foresta ha reso gli scambi commerciali fra le città sempre più difficoltosi tanto che negli ultimi anni i mercanti si sono limitati a scambiare solo beni molto rari e introvabili, quali erbe medicinali, oggetti magici e pietre preziose. L'avanzata della foresta e delle bestie selvatiche rende rischioso avventurarsi fino a Fordan e i cittadini, preferiscono di gran lunga vivere al sicuro nel proprio regno.
Il racconto continua nella sezione Fantasy "Il ritorno di Dhaitus parte II" e nella sezione Fantascienza "Alla ricerca di Dhaitus"
Benvenuta lettrice e benvenuto lettore!
Genere: Avventura, Azione, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Cross-over | Avvertimenti: Violenza
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Se i soldati non avessero trasportato un barile di pece1* anche al piano di sotto, se la torcia appesa al muro non fosse stata accesa e non si fosse staccata dalla parete, se Bran non fosse caduto proprio in quel preciso punto non si sarebbe incendiato.
Frittun, dopo aver attraversato metri di spazio vuoto, gli cade sopra malamente ed entrambi vengono scottati dalle fiamme.
 
Darean con la sua agilità, leggerezza ed equilibrio riesce ad atterrare perfettamente in piedi, saltando sulle macerie, come il mostro che si trova alle sue spalle, entrambi illesi. Il secondo Destrachan invece, anche a causa delle frecce conficcate nella sua carne, non riesce ad ammortizzare la caduta e si accascia di lato emettendo un rantolo.
 
I soldati del Re, vedendo l’enorme creatura sofferente sdraiata sul fianco, si lanciano all’attacco sguainando le spade mentre l’altro dinosauro inizia a caricare la ranger.
 
Anche Draco è riuscito ad arrivare al piano sottostante senza ferirsi ed è finito in una zona d’ombra, dal lato opposto del corridoio rispetto a Frittun e Bran, nessuno l’ha notato visto il trambusto, e adesso sta pronunciando l’incantesimo:
un muro di fuoco appare fra Darean e il Destrachan, corre da parete e parete illuminando a giorno la zona del combattimento.
 
“Questo lo fermerà per un po'!” Urla Draco “Spegniamo questi due!”
 
Frittun è appena riuscito ad alzarsi e si strappa, tirando forte con le mani, parte della tunica incendiata e imbevuta di pece, sente dolore alla gamba destra e informa gli altri: “Gli sono caduto addosso” e indica una sagoma infuocata che sta rotolando a destra e a sinistra urlando.
 
Il monaco allora tira fuori uno dei suoi assi nella manica, mentre il draconide cerca di togliere la pece che continua a bruciare la sua pelle, diffondendo nell’aria un acre odore di peli bruciati, una quantità di acqua appare dal nulla e si riversa sul corpo del guerriero.
 
“Aaaa!” Bran sta soffrendo brutalmente. Il bruciore è talmente intenso che non riesce nemmeno ad alzarsi, continua a dimenarsi a destra e a sinstra quasi incosciente, fuori di sé.
 
“Smettila ti tagliare le patate su di lui e toglili di dosso i rametti di rosmarino! Voi draconiani non avete nessun rispetto per la vita umana.” Ordina Frittun molto seriamente.
 
“Noi Draconiani non siamo cannibali. Non temiamo la morte, non la mistifichiamo, non la animifichiamo e neppure la rendiamo puramente razionale e logica, sterile… Noi la sbeffeggiamo, gli facciamo le pernacchie in faccia! Chi teme la morte è fottuto.
Quando c’è la morte non ci siamo noi e quando ci siamo noi non c’è la morte, perché temere allora?” Pronuncia serio mentre ripone lentamente il coltello per tagliare i tuberi nello zaino.
 
“È finito… io non lo riesco a guarire in quelle condizioni… tu hai qualche altro trucchetto di magia dentro al cappello?”
 
Mentre Draco pronuncia quell’ultima parola un Destrachan inferocito attraversa il muro di fuoco e viene prontamente colpito da Darean, che lo teneva sotto tiro da qualche secondo. Le lacrime scendono dai suoi occhi verdi, rigandogli il viso come tanti ruscelli azzurri giù per la montagna; è incredula rispetto alla scena a cui sta assistendo con la coda dell’occhio.
 
“Il dolore resta per chi vede morire infatti.”
 
Bran smette di divincolarsi, potrebbe aver solo perso i sensi.
 
La freccia appena scoccata entra nella bocca aperta del mostro e gli si conficca in gola. Lei gode di allegria per aver centrato in pieno il suo bersaglio, non si riconosce… mai avrebbe provato emozioni positive, prima di oggi, per aver ucciso una creatura del bosco antico; ma adesso è cambiata, a causa della tristezza e dell’odio… non è più quella di prima.
 
Ansimante e senza fiato la bestia cammina barcollando in avanti e inciampa in una grossa trave di legno…
 
Il suo pesante capo finisce sopra il petto di Bran, mentre Draco pianta la spada nel suo collo con un colpo deciso. “Sangue su sangue versato. Vendetta è stata fatta” Draco si prepara ad uscire dalle mura.
 
Frittun estrae l’amuleto di Hula dalla tunica, lo stringe forte nelle mani e prega “Nel nome della Terra, accetta questi doni, che le loro anime liberate ci aiutino nella rinascita spirituale. Placa la malvagità che si sta diffondendo.” Una fievole aurea verde smeraldo li abbraccia.
 
“Sei morto lottando con onore” lo accomiata Darean china su di lui pulendo la sua faccia ustionata e coperta dal sangue che continua a sgorgare dal collo mozzato della bestia.
 
I tre amici sopravvissuti odono il suono del corno, poi un gran trambusto di guerrieri e infine lo sferragliamento di armature in movimento.
 
“RITIRATAAAA!!!” Il boato si diffonde nell’aria mentre Draco fa svanire il muro di fuoco che li separa dai nani loro compagni.
 
Darean nota, in fondo al corridoio, che una grossa e mostruosa figura li sta ricorrendo: si muove come un insetto, un artropode con le zampette scattanti e veloci, ha delle fauci che sembrano lame ed è grosso come i due mostri che hanno appena ucciso.
 
Quando tutti gli altri iniziano a correre lei scocca l’ennesima freccia che si va a conficcare da qualche parte nel suo esoscheletro, per tentare di rallentare la sua corsa, poi si accoda dietro agli altri guardando per l’ultima volta il corpo esanime del compagno sventurato.
 
Passano in fila indiana sotto al portone e finiscono direttamente nel giardino interno, fra urla di dolore che arrivano da tutte le parti… il terreno trema dopo le acute urla dei Destrachan; il corpo esile di un elfo capitombola dal cielo urlando e atterra proprio davanti ai piedi di Frittun che lo osserva attentamente: è come se un potente morso gli avesse aperto l’addome e le budella fuoriescono assieme al sangue mischiato con una sostanza giallognola, spigiona odore di cloaca.
 
Draco vede che in alto, attaccate alle mura, sono appese delle lunghe e possenti catene metalliche che arrivano fino al castello, lungo le quali stanno scendendo velocemente tutti gli elfi seguiti dai nani, a mo’ di zip line; un’altra creatura, uguale a quella che li sta seguendo prova a camminare sulle medesime catene, avanzando con le sue otto zampe; ma scivola e resta a penzoloni.
 
“Filiamocela signore e signori” Consiglia Frittun
 
Così i tre si mischiano con il flusso di soldati che stanno scappando, ritornano nel lungo corridoio interno finché trovano, sotto ad una fiaccola, una brandina su cui sta sdraiato Yugi: ha una benda legata stretta attorno alla testa che è leggermente sporca di sangue.
 
“Dovete aiutarmi a trasportarlo! Una pietra si è staccata dal soffitto e l’ha colpito in testa!” Spiega un soldato guardando Frittun con piccoli occhi scuri, dalle pupille molto dilatate; è visibilmente agitato e preoccupato
 
“Ho sentito un rumore secco, una botta! Ho provato a chiamarlo ma non sentivo risposta! Poi sono entrato nella sua stanza e l’ho trovato sdraiato nel letto con una ferita aperta sulla fronte.”
 
“Ti aiuto io con la barella” Draco impugna le manopole in legno “avanti solleviamolo! Scappiamo da questo inferno!”
 
Darean si mette davanti ad aprire la strada mentre Frittun controlla che da dietro non arrivino altre creature bel Bosco Antico.
 
Usciti dall’ingresso principale del castello cercano una carrozza, ci adagiano sopra l’infermo e partono tutti assieme seguendo le indicazioni delle autorità per il piano di evacuazione della città.
 
Molte carrozze viaggiano ora sulla strada e Darean si sente una privilegiata a cui è stato concesso un sedile d’onore per raggiungere le scialuppe di salvataggio. Tra urla di terrore degli anziani, piagnistei dei bambini, disperazione e lacrime dei cittadini che camminano per strada in direzione del porto, Draco cavalca un destriero che ha trovato abbandonato.
 
Al Porto ci sono tre grandi vascelli che erano stati organizzati in precedenza dal Re e dai suoi consiglieri come piano d’emergenza.
 
“Guardate!” Frittun indica in direzione del castello: Un’enorme montagna sta crescendo sempre più, creature alate iniziano a volare in cerchio mentre un potente terremoto fa vibrare il terreno; lingue di magma iniziano a discendere per i lati del pendio mentre dal cratere centrale vengono proiettati grossi lapilli.
 
Nell’incredulità generale Re Garring in persona sta controllando che tutti gli abitanti di Illigar salgano sui vascelli, quando vede Yugi con la testa fasciata corre subito verso il loro gruppo.
 
Il generale Voltok arriva subito dopo, estrae una pozione dalla bisaccia e la lancia sul terreno: appena il vetro si rompe esce una polvere verde che piano piano si trasforma in un Mārid2* .
 
“Non lasciar passare nessuno finché le nostre navi si spingeranno lontane dalla costa e sarai di nuovo libero” Ordina il generale alla grande creatura che si libra in aria. Il suo capo è rotondo, assomiglia ad una grossa rana, indossa una veste bianca larga e spiegazzata con sopra un gilet costruito interamente da conchiglie.
 
“Affare fatto.” Risponde sorridendo la grossa creatura fluttuante.
“Tenete sempre d’occhio Yugi finché arriviamo all’isola, non possiamo permetterci di perdere anche lui” Ordina Re Garring ai tre avventurieri rimasti “Dov’è finito il vostro amico?”
 
“Non ce l’ha fatta purtroppo” Risponde Frittun con rammarico
 
“Ho perso molti uomini coraggiosi oggi. Vi giuro che ci riprenderemo la Città! Appena si riprenderà, il saggio saprà come ricompensarvi per l’aiuto che ci state offrendo, non temete…”  
 
Gli ultimi guerrieri stanno salendo sui vascelli, i loro passi rimbombano mentre calpestano le assi di legno della poppa, le piccole onde del mare brillano fievolmente sotto la luce degli astri e un dubbio prende forma nella mente di Draco: “Tutta questa fatica a remare nel mare per raggiungere la terraferma e stiamo già tornando sulla stessa isoletta!?”
 
   
 
 
[Per i miei cari lettori: Coloro che sono curiosi e vogliono sapere se esiste un mondo oltre la morte nel mio universo di Dungeons&Dragons sono invitati a recarsi nella sezione fantascienza, forse continuerà proprio lì il volere del fato, il percorso spirituale del coraggioso Bran Latewind]
 
 
 
1*] È una tecnologia bellica che non ha nulla a che vedere con la normale pece per rivestire il fondo dei mezzi acquatici. La pece incendiaria è stata ideata a Fordan, in tempi antichi: è una particolare mistura di materiale colloso e polvere magica nera; il composto risulta assai leggero e la freccia può essere scagliata a qualsiasi velocità senza spegnarsi. Il suo costo non è basso in questo lato del Mondo esplorato, la ricetta segreta.
 
2*] Il Marid è una tipologia di Jinn del credo arabo preislamico pagano dapprima e di quello islamico successivamente. In D&D sono una sottospecie malvagia dei geni e rappresentano l’elemento dell’acqua. 
   
 
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