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Autore: Flying_lotus95    16/07/2022    0 recensioni
"Aveva quasi come l’impressione di essere tornato indietro nel tempo.
Un piacevole dejà vu che sapeva di liceo, giovinezza e spensieratezza.
Non era da lui essere nostalgico, ma di tempo, in effetti, ne era passato parecchio.
« Cosa c’è, Nishinoya-kun? » La domanda incuriosita di Shimizu lo riportò al presente.
«Nulla» Commentò Yū facendo spallucce. «Stavo solo pensando a quante ne avessero passate quei tre per arrivare fin qui».
Kiyoko osservò Maria, Asahi e Daichi solo per un breve istante e non rispose.
Non c’era davvero bisogno di troppe parole."

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La storia di Maria e di come abbia imparato ad amare sé stessa e il prossimo, oltre le paure e i traumi del passato.
La storia dell'amicizia indissolubile di tre ragazzi, cresciuti con l'amore per la pallavolo, divisi dalla vita e ritrovati dall'affetto.
La storia di Hikaru e del suo sogno di diventare, un giorno, un grande pallavolista.
E la storia di come gli errori di ieri possono diventare la speranza di un domani migliore.
[Storia scritta a quattro mani con effe_95]
Genere: Romantico, Slice of life, Sportivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Asahi Azumane, Daichi Sawamura, Nuovo personaggio
Note: Lemon, Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Prologo

 
Non si può volare senza avere un cielo
Che cielo sceglierai tu?
 
Fai un bel respiro, andrà tutto bene.
Attraverso le palpebre chiuse, Hikaru ripeteva quelle parole come un mantra.
Fai un bel respiro, andrà tutto alla grande.
Tra le mani il tessuto della palla sfregava sui polpastrelli, la pressione troppo forte della stretta doveva avergli bloccato la circolazione sanguigna, il cuore galoppava frenetico.
Con gli occhi chiusi era facile percepire ogni singolo rumore.
Lo stridio delle scarpe da ginnastica, il rimbalzare delle palle, il vociare degli spettatori, le risate degli altri ragazzi sul campo da gioco e la tensione nell’aria, l’aspettativa.
Trasse un respiro profondo, cercando di calmare il proprio cuore e …
«Hikaru, hai ascoltato?».
Hikaru spalancò gli occhi di colpo, i rumori salirono di un’ottava contemporaneamente, quasi come se qualcuno avesse automaticamente alzato il volume di una radio; i colori gli ferirono le iridi, la luce del sole sul campo, la rete bianca …
E gli occhi imperscrutabili e gentili del suo allenatore, fissi su di lui.
«Ah, certo Suga-san!» Si affrettò a commentare, avvertiva uno spiacevole formicolio alle dita di entrambe le mani, a quel punto si accorse di star stringendo la palla troppo forte.
Allentò la stretta e abbassò le braccia, l’adrenalina pompava a mille nelle vene.
Sugawara lo guardò ancora per un po’, lo sguardo sereno che Hikaru sostenne risoluto.
Lo zio Kōshi doveva aver percepito la sua inquietudine, la sua agitazione, era un tipo di empatia che aveva sempre avuto con lui, fin da quando era bambino.
Quel tipo di empatia silenziosa, fatta di sguardi, di pelle e di ricordi.
«È normale che ci sia un po’ di agitazione» Riprese a parlare Sugawara, «Per alcuni di voi questa potrebbe essere l’ultima partita» Hikaru strinse nuovamente la palla tra le mani, guardandola. «Ma non dobbiamo avere nessun tipo di rimpianto, comunque vada, non ci siamo mai risparmiati. Dovete andar fieri di essere arrivati fin qui, mettetecela tutta!».
Hikaru aveva sempre trovato rassicurante la voce di zio Kōshi.
Se avesse chiuso gli occhi anche solo per un istante, le immagini di quando era bambino avrebbero cominciato a scorrere freneticamente dietro le palpebre, come una pellicola cinematografica, una cacofonia di voci, tra cui quella di Suga-san.
Che spiccava tra le altre, evocata dal marasma di ricordi.
Quella sarebbe potuta essere la sua ultima partita.
L’ultima partita alla Karasuno se avessero perso, l’ultima partita della prefettura ad un passo dalle Nazionali a Tokyo. Hikaru era agitato, ma l’agitazione che aveva percepito non era esattamente quella che si sarebbe aspettato, era un misto di paura e incoscienza.
La voglia matta di giocare e quella folle di pericolo data dalla possibile sconfitta.
Aveva diciotto anni ormai, era al terzo anno, ne aveva passate così tante in quella palestra.
Drizzò le spalle e guardò i suoi compagni di squadra uno per uno, era l’asso, il capitano di quella squadra, ancora una volta, con tutto sé stesso, li avrebbe portati alla vittoria.
«Ce la metteremo tutta, Suga-san!» Replicò risoluto, respirando profondamente.
Sugawara appoggiò entrambe le mani sui fianchi e sorrise, gli occhi scintillanti.
Quando si entusiasmava in quel modo sembrava ancora un ragazzino.
«Bene, andiamo in campo a -»
«FORZA HIKARU! FAI IL CULO A TUTTI!»
Hikaru rischiò di inciampare nei suoi stessi piedi quando quella voce estremamente familiare sovrastò tutte le altre, mettendolo visibilmente in imbarazzo.
Cercò di ignorare le risate divertite dei suoi compagni di squadra, o la pacca violenta di Tomomi Nakajima, suo vice e amico, sulla spalla, si grattò con fare imbarazzato la nuca, rosso in faccia.
Avrebbe dovuto aspettarsela una reazione del genere dal suo migliore amico.
Hikaru azzardò un’occhiata agli spalti, aveva evitato di farlo per tutto il tempo, perché proprio non sopportava essere al centro dell’attenzione, ma Kansuke si sbracciava così tanto che era davvero impossibile cercare di ignorarlo deliberatamente.
Oh, pensò Hikaru abbassando il braccio, ci sono proprio tutti.
«Ah!»Fu il sospiro esasperato di zio Kōshi a distrarlo «Vorrei proprio sapere perché il mio primogenito è così esuberante!» commentò sospirando sonoramente.
Hikaru si lasciò scappare un sorrisetto, mentre riportava l’attenzione sugli spalti.
Kansuke Sugawara era il suo migliore amico da quando aveva imparato a ricordare.
Avevano tre anni di differenza, ma non erano mai stati davvero un problema per loro due, erano entrambi così agli antipodi che diventare migliori amici si era rivelata una necessità.
«Andiamo a scaldarci in campo, capitano!».
La pacca sulla spalla di Tomomi lo allontanò nuovamente dai suoi pensieri, Hikaru scosse la testa, non avrebbe dovuto distrarsi quel giorno.
Rivolse ancora una volta un’occhiata veloce agli spalti, in direzione del suo migliore amico, e sollevò una mano in segno di saluto generale, anche a zia Kiyoko che stava sgridando suo figlio Kansuke e agli altri, intenti a parlottare.
Hikaru scoppiò a ridere felice e corse verso il campo, aggiustandosi prontamente il cerchietto che gli teneva fermo il ciuffo nero e ribelle che gli cadeva sulla fronte.
«Non voglio sentirti frignare negli spogliatoi, perciò facci vincere idiota!».
Hikaru accolse passivamente il pugno poco gentile che gli tirò sulla spalla l’altro suo compagno di squadra, Takeru Izumi, il miglior centrale della sua squadra.
Senza lui e Tomomi, Hikaru non sarebbe mai stato in grado di portare la squadra così lontano. Senza di loro, non avrebbe fatto praticamente nulla.
Erano tutti lì, mancava solo sua madre, ma Hikaru sapeva sarebbe arrivata presto, andava tutto bene, non doveva aver timore di nulla.
Avrebbe vinto anche quella partita.
 
«Ah! Tani-chan sta tardando! Così si perderà l’inizio della partita!».
Lo strepitio rumoroso di Nishinoya fece voltare gli sguardi di tutti i presenti su di lui.
Shimizu smise di rimproverare Kansuke, che per tutto il tempo sembrava non averla nemmeno ascoltata, troppo impegnato a sbracciarsi oltre la ringhiera.
Asahi e Daichi, l’uno vicino all’altro, smisero di parlottare, fissando l’amico.
«Tranquillo Noya, sono sicuro che Maria sarà qui tra poco».
Commentò Asahi con aria tranquilla, scrutando l’amic0 di una vita con occhi gentili.
Nishinoya sembrava emozionato ed esuberante tanto quanto Kansuke, non riusciva a starsene fermo in nessun modo, l’esatto opposto di Shimizu, che se ne stava invece tutta composta accanto a lui.
«Dopotutto potrebbe essere l’ultima partita di Hikaru, non se la perderebbe mai».
Il commento pacato di Daichi venne pronunciato dal proprietario mentre aveva gli occhi fissi sul campo, precisamente sul ragazzo con la zazzera di capelli neri come la pece.
«È cresciuto bene, vero?» La domanda di Asahi, posta in maniera un po’ distratta, fece riscuotere Daichi dai suoi pensieri. Come lui, anche l’amico stava guardando Hikaru, lo sguardo attento e un po’ nostalgico, gentile come sempre.
«Sta diventando un uomo ormai. Ah, mi sento proprio vecchio!»
Asahi ridacchiò al commento fintamente esasperato di uno dei suoi migliori amici.
Incrociò le braccia al petto e seguì distrattamente un’azione in campo.
«Suga li ha allenati proprio bene eh?» La voce allegra di Nishinoya ancora una volta risuonò estremamente rumorosa comparata alle loro chiacchiere pacate.
Daichi aprì la bocca per replicare qualcosa, ma fu ampiamente anticipato da Shimizu.
«Certo che li ha allenati bene, mio marito ama il suo lavoro».
Erano rare le volte in cui Shimizu interveniva spontaneamente in una conversazione, quindi i tre uomini rimasero in silenzio per un po’, finché Nishinoya non cominciò a far nuovamente chiasso insieme a Kansuke, tifando sfacciatamente per Hikaru e Takeru.
«Buongiorno, non sono in ritardo, vero?».
Nel sentire quella voce cristallina, ancora una volta tutti i presenti si voltarono.
A parlare era stata una donna, minuta ed esile, era appena salita sugli spalti e aveva un leggero affanno. La lunga sciarpa rossa che le avvolgeva il collo si era aperta pendendo eccessivamente sulla spalla destra, mentre alcune ciocche di capelli neri come il carbone le svolazzavano sul viso con aria ribelle.
Gli occhi azzurri e grandi osservavano i presenti.
«No, Maria-chan, si stanno ancora riscaldando» commentò Shimizu riportando l’attenzione sul campo.
Maria tirò un sospiro di sollievo, si aggiustò una ciocca di capelli dietro l’orecchio sinistro e la fede che portava al dito scintillò in contrasto con un raggio di sole piuttosto insistente.
«Meno male, Hikaru mi avrebbe odiata a vita se non fossi arrivata in tempo!»
«Tani-chan!» Esplose Nishinoya salutando la donna con eccessivo entusiasmo «Com’è andata l’ecografia, Tani-chan!?».
Maria sussultò quando sentì quelle parole, era evidente che avesse completamente dimenticato l’ecografia, al suo fianco anche Asahi e Daichi si fecero attenti.
«L’ho fatta! Ho saputo il sesso del bambino!» Commentò vittoriosa sventolando per aria quei fogli che fino ad alcuni istanti prima aveva dimenticato di avere tra le mani.
«Davvero?» Domandarono Asahi e Daichi contemporaneamente, posando entrambi lo sguardo sul ventre rigonfio della donna, avevano gli occhi brillanti d’emozione.
Maria sorrise e avanzò verso i due, posizionandosi esattamente tra di loro li prese entrambi per un braccio, continuando a guardare suo figlio riscaldarsi per la partita.
«Allora Tani-chan! È un maschietto come il mio Hiro-chan, vero?» domandò Nishinoya emozionato.
Maria mise su un sorriso furbo, guardando prima Asahi e poi Daichi negli occhi, erano evidentemente i più emozionati e vogliosi di avere la notizia.
«È una femminuccia!».
Dichiarò, stringendo maggiormente le braccia di entrambi gli uomini.
Al suo fianco, Asahi si mosse leggermente, cambiando il peso da una gamba all’altra.
«Ehi, la partita sta per cominciare!» Esclamò all’improvviso Kansuke, gridando.
Shimizu lo rimproverò ancora una volta, facendo ridere Nishinoya di gusto.
Yū guardò la scena divertito, appoggiandosi al corrimano di ferro con entrambe le braccia, poi lo sguardo gli ricadde su Daichi, Maria ed Asahi, intenti a parlare ancora di qualcosa.
Aveva quasi come l’impressione di essere tornato indietro nel tempo.
Un piacevole dejà vu che sapeva di liceo, giovinezza e spensieratezza.
Non era da lui essere nostalgico, ma di tempo, in effetti, ne era passato parecchio.
« Cosa c’è, Nishinoya-kun? » La domanda incuriosita di Shimizu lo riportò al presente.
« Nulla » Commentò Yū facendo spallucce. «Stavo solo pensando a quante ne avessero passate quei tre per arrivare fin qui ».
Kiyoko osservò Maria, Asahi e Daichi solo per un breve istante e non rispose.
Non c’era davvero bisogno di troppe parole.
Nishinoya riportò lo sguardo sulla partita, Hikaru stava prendendo posizione in campo, tra le mani stringeva qualcosa, un oggetto, un portafortuna, lo strinse sul cuore e poi lo baciò.
Ne hanno passate tante, ma ne è davvero valsa la pena.
Pensò Nishinoya, mentre osservava un raggio di luce accarezzare i capelli scuri di Hikaru.
 
Ti alzerai senza far rumore
Saluterai il sole quando muore
Non conta troppo essere forti ma sentirsi vivi sì

 
Francesca Michielin – 25 Febbraio


 

Ma buonasera a tutti voi, cari lettori!
Mi presento con questa piccola sorpresa scritta a quattro mani con la mia cara amica effe_95 (infatti noterete un notevole miglioramento di stesura nel leggere rispetto al mio :D) 
Era da un pò che la tenevamo in pentola, aspettando tempi migliori, ma a quanto pare, il momento di essere presentata a voi è finalmente giunto, e non immaginate quanto siamo emozionate per questa cosa!
Adesso passo ad un brevissimo quanto fondamentale "avviso ai naviganti", così da placare già in partenza domande, curiosità e simili.
- La storia dovete concepirla come un "What if/Missing Moment": segue le vicende del manga, ma fino ad un certo punto. Quindi se troverete momenti in cui alcuni eventi vengono stravolti o vedrete spuntare fuori personaggi che ancora, in quel particolare momento narrativo, non sono ancora usciti, qui è normale :)
- Questa NON è una storia basata sulle ship classiche. L'amore è presente, ma in forme che vedrete man mano che avanzerete nella lettura. Abbiamo un pò "giocato" con alcune coppie per il semplice gusto di vedere come ci uscivano. Ci direte voi se l'esperimento è riuscito ;)
- L'idea della trama è mia, mentre il testo scritto è totalmente a cura di effe_95. Abbiamo deciso di comune accordo di pubblicarla sul mio profilo, e risponderemo entrambe a curiosità e domande che verranno poste nelle recensioni, se ne lascerete :*
- La storia sarà divisa in due parti, la prima parte, come vi ho già detto, seguirà più o meno la storyline del manga, la seconda parte invece no, poi vedrete ;) I capitoli sono ancora in fase di scrittura, e occuperà un arco temporale piuttosto lungo.
Abbiamo detto tutto per ora! Spero che questo prologo vi abbia lasciato un pochino di hype e vi lasci qualche domanda riguardo a chi possano essere i giovanotti menzionati nel testo ;)
Vi lasciamo col dirvi che i capitoli verranno pubblicati ogni due settimane a partire da questo sabato, quindi dateci tutto il vostro affetto e la vostra partecipazione, in cambio vi offriremo una pizza simbolica :D
Non ci resta che augurarvi buona lettura! :)

Flying_lotus95
Effe_95

 
   
 
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