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Autore: LadyStone    20/07/2022    0 recensioni
Dopo pił di due anni di un amore folle e tormentato una semplice frase, detta come se nulla fosse, fa crollare il suo mondo e lei si ritrova a ripensare a tutta la sua vita in quel periodo come una grande menzogna. Come guarire? Aprendo il suo cuore su pezzi di carta.
Genere: Introspettivo, Romantico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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1. Poetica

E poi arriva Cesare.

Sei sdraiata sul letto, ti rilassi con un giochino del cellulare, di quelli semplici che usano le nonne perché non è più di un solitario, non pensi a nulla e poi, all’improvviso, SBEM!

Un bel dritto in faccia. Dolce, delicato, come uno schiaffo dato con una rosa, ma che fa male come un destro da KO.

Cazzo Cesare, solo tu ci riesci! 

Ma come fai? Come? E maledetta Alexa tua complice. Vabbè, masochista anch’io, che senza pensarci le dico di riprodurre i tuoi brani, così mentre vinco l’ennesima partita da idolo delle vecchie del centro anziani, arriva Poetica, che mi strappa dagli allori e mi rigetta nella mia versione di Stoccolma privata.

Quelle spine cominciano a pungermi lente lente , una per una, ed ogni spina ha la forma un’espressione, di una foto, di un sorriso, di una delusione, di un’illusione, ma che tutte insieme sono un tornado di emozioni che mi crocefiggono e mi ritrovo pugile alle corde davanti a loro. Vorrei poter gridare TIME OUT, ma l’arbitro è palesemente sordo ed io continuo a cadere vittima dei colpi che mi sono autoinferta. Sì, autoinferta, perché l’avversario ha il mio stesso volto e nel riflesso dei mie stessi occhi c’è il volto di lui, perché quando permetti a qualcuno di farti del male, alla fine il mandante sei sempre tu. 

Provo a non ascoltare, a pensare che tra poco dovrò uscire, mi preparo che è meglio.  Neanche guardo cosa prendo dall’armadio, lo indosso solamente e vado a truccarmi, ma allo specchio quello che vedo è una mano tesa, una mano tesa fatta di tessuto elasticizzato e fiori in paillettes, che mi sussurra “Ricordati come ti sentivi quando lo hai comprato, le speranze che avevi, i sogni che hai fatto e ricordati cosa hai vissuto un paio di giorni dopo che lo hai comprato. Eri lì e lui volutamente non c’era. Ne vale la pena?”

Mi avvicino allo specchio non solo per mettermi la matita che mi donerà quello sguardo che mi piace tanto, ma anche per vedere se scovo qualche altra cosa, qualcun’altro.

No, non c’è nessuno stavolta. 

Prendo le chiavi della macchina ed esco, stavolta te ne sei andato, per oggi sono di nuovo libera. 
   
 
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