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Autore: dirkfelpy89    22/07/2022    2 recensioni
La guerra è finita, Voldemort sconfitto. Una settimana dopo Severus Piton si risveglia in un letto al San Mungo pesantemente fasciato e in lotta tra la vita e la morte.
"Nagini." Sussurrò Piton.
Ma certo, tutto era chiaro. Voldemort avrebbe potuto utilizzare la bacchetta di Sambuco con qualsiasi altro Mangiamorte da due soldi ma con lui no, era troppo rischioso, meglio utilizzare Nagini. Ma quella bestia era un serpente e per quanto velenoso…
"Devo… devo fare un salto nel mio ufficio," sussurrò infine Severus.
Il ritratto annuì, sorridendo.
"Ti rimangono pochi minuti prima di insospettire Voldemort ma sono sicuro che assumere qualche pozione non potrà fare male."
Genere: Hurt/Comfort, Introspettivo, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Famiglia Weasley, Harry Potter, Hermione Granger, Severus Piton | Coppie: Harry/Ginny, Ron/Hermione
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Capitolo 2, Il Giorno Dopo

 



Non appena Harry, Ron ed Hermione uscirono dall'ufficio del preside provarono una sensazione che nel corso di quella battaglia sanguinosa non avevano ancora sperimentato: un'immensa stanchezza e il desiderio di riposare e dormire per ore e ore, se possibile.
Ne avevano abbastanza di guerra, dolore e lacrime.
Stavano solo allora iniziando, molto lentamente, a rendersi conto di quello che era accaduto, che Voldemort era stato sconfitto e che non sarebbe mai più tornato. Che ad attenderli non c'era l'ennesima avventura ma pace e tranquillità.

"Non so voi, ma ho una gran voglia di dormire," disse Ron, soffocando con molta fatica uno sbadiglio spaccamascella.
"Credete che riusciremo a trovare un letto nel nostro vecchio dormitorio?" Chiese Hermione, dubbiosa.
"Non resta che andare su alla torre di Grifondoro e provare," propose Harry. "Potremmo provare a materializzarci, le difese di Hogwarts non sono ancora state ripristinate, ma secondo me è meglio camminare, in queste condizioni rischiamo di spaccarci!"

Gli altri annuirono e, con un'andatura un po' ciondolante, il trio si diresse lentamente verso la scalinata principale.
Arrivati in un grande corridoio che portava direttamente alle scale però Harry, Ron ed Hermione si fermarono di colpo.
La professoressa Sprite, in compagnia di due grossi ragazzi di Tassorosso, stava trasportando una barella con sopra un cadavere coperto da un lenzuolo grigio. Un braccio ciondolava quasi per terra, un arto minuto con unghie colorate; una ragazza.
Ad Harry venne in mente, come un flash, il ricordo del corpo di Mirtilla Malcontenta trasportato nell'atrio della Hogwarts di numerosi anni prima e rabbrividì.

"L'abbiamo trovata in bagno," sussurrò la professoressa Sprite, gli occhi lucidi, "forse stava cercando di scappare dalla battaglia…"
"Ma tutti i corpi non sono già stati ritrovati?" chiese Ron, sorpreso.
"Hogwarts è grande e ci sono tanti passaggi segreti e piccole stanze che ancora non sono state controllate. Forse ci vorranno ore o giorni per sgomberare tutti i corpi," rispose uno dei ragazzi che trasportava la barella.
"Con permesso," borbottò la Sprite, avanzando e facendo strada al triste gruppetto.

"Miseriaccia, era così giovane," borbottò Ron, stringendo la mano di Hermione.
I due però trasalirono quando Harry esclamò ad alta voce: "Accidenti, ce ne stavamo dimenticando!"
"Di cosa stai parlando, Harry?" Disse Hermione, osservando Harry, sbigottita.
"Piton…"
"Piton… cosa?" Chiese Ron.
"Non hanno ancora recuperato il suo corpo!" sussurrò Hermione, portandosi una mano alla bocca.
"E nessuno sa che si trova alla Stamberga Strillante," concluse Harry.
"È vero," esclamò Ron, "ma allora dobbiamo avvertire qualcuno…"

"No, non possiamo," disse Harry, deciso.
"Ma…"
"Ascoltami, Hermione," Harry esclamò, "la gente non sa ancora quello che è accaduto, non conosce la storia di Piton fino in fondo. Certo, durante la battaglia ho spiegato alcune cose su di lui, ma in molti non hanno prestato attenzione, o semplicemente potrebbero non crederci. Stanno arrivando numerose persone che non hanno nemmeno preso la battaglia e loro non sanno assolutamente nulla."
"Solo noi sappiamo come si arriva alla Stamberga Strillante e perderemo troppo tempo a spiegare a un professore perché dobbiamo recuperare il corpo di Piton e come farlo," osservò Ron.
"Esatto, inoltre se lasciamo che qualcun altro se ne occupi c'è il rischio che sfoghi la sua rabbia sul cadavere," aggiunse Harry. "E, non so voi, ma adesso non ho proprio la forza per spiegare tutta la storia di Severus."
"Hai ragione, Harry," disse Hermione dopo qualche istante di silenzio, "ma saremo io e Ron a occuparci del corpo di Severus."
"Cosa? No…"
"Hermione ha ragione," replicò Ron, "sei troppo stanco, Harry, tu più di tutti hai bisogno di riposare."
"Ma io…"
"Tutti noi abbiamo serbato un immenso rancore per il professor Piton, nel corso degli anni," spiegò Hermione. "Tu hai avuto modo di onorarlo, sconfiggendo Voldemort, adesso tocca a noi cercare di sdebitarci con lui."
Ad Harry quella cosa non sembrava molto sensata ma dalle espressioni dei due amici capì che non aveva molta scelta.
"D'accordo," sospirò, "vi aspetterò su alla torre di Grifondoro ma non dormirò fino a quando non tornerete."
"Sta bene," annuì Ron.
"Andiamo, senza materializzazione ci impiegheremo un bel po',” disse Hermione, prendendo, insieme a Ron, la direzione opposta a quella di Harry

/ / / / / / /



Ron e Hermione scesero fino al piano terra non utilizzando la scalinata principale, preferendo passare da alcuni passaggi segreti che avrebbero reso la loro missione molto più veloce e segreta.
Arrivati nel salone d'ingresso però Ron si bloccò, osservando con sgomento le porte divelte dai cardini della Sala Grande. Hermione comprese che cosa dovesse passare per la testa del ragazzo perché si affrettò ad avvicinarsi a lui e a stringergli forte la mano; questo sembrò distrarre Ron dalle sue fantasticherie.
Scosse la testa e senza dire niente si allontanò dal luogo dove giaceva il corpo di suo fratello per dirigersi, a lunghe falcate, verso madama Chips, intenta, in un angolo della Sala, a curare alcuni ragazzi rimasti feriti nello scontro.

"Madama Chips, come mai si trova qui a curare i feriti?" Chiese Hermione, stupita.
"L'infermeria è praticamente esplosa per aria e con lei quasi tutte le pozioni che conteneva," borbottò la donna, intenta a fasciare il polso di un ragazzino.
"Non è che avrebbe, per caso, una pozione Corroborante in più per noi?" Chiese Ron. "Sa, questo scontro ci ha lasciato parecchio devastati," aggiunse.
"Oh sì, certo, si capisce," borbottò la donna, "sono stata appena rifornita da alcuni Guaritori del San Mungo…" prese una boccetta che porse a Hermione.
"Questa potete usarla. Dovrebbe bastare per tre sorsi, immagino che la porterete anche al signor Potter."
"Certo, certo," annuì Hermione, prendendo la boccetta tra le mani.
Con un'ultima occhiata tremolante, madama Chips li congedò per tornare a concentrarsi sui feriti.

"Bevi un sorso e poi passamela," sussurrò Ron, dirigendosi verso il portone d'entrata.
"Che cosa hai in mente, Ron?" Chiese la ragazza dopo aver bevuto un po' di pozione.
Arrivati fuori da Hogwarts, Ron a sua volta bevve un sorso di porzione e infilò poi la boccetta in una delle tasche interne della giacca.
"Per arrivare a piedi fino alla Stamberga Strillante ci vuole fin troppo tempo," disse, "ho pensato che fosse giusto, adesso che siamo un pochino più in forze, materializzarci davanti al Platano Picchiatore. Risparmieremo molto più tempo e potremmo tenerci l'ultimo sorso di pozione in caso di pericolo."
"Ron è un piano…"
"Sciocco, inutile?"
"No," esclamò la ragazza, sorridendo, "perfetto."
"Sempre questo tono sorpreso," rispose il ragazzo, prendendo sotto braccio Hermione e sparendo nella notte.

Del Platano Picchiatore, l'albero mostruoso che così tanto aveva terrorizzato i ragazzi durante i loro anni scolastici, rimaneva ben poco dopo la notte di guerra.
Quasi tutti i rami erano stati bruciati, la corteccia annerita e rovinata in più punti.
"Adesso non sembra poi così spaventoso, eh?" Disse Ron, di fronte alla carcassa dell'albero.
"Sì, non ha fatto proprio una bella fine," ammise Hermione.
"Il nodo sull'albero che apre il passaggio segreto però mi sembra che ci sia ancora. Chissà se funzionerà."
Per tutta risposta Hermione fece levitare una piccolo sasso che si trovava ai suoi piedi e lo scagliò contro il nodo. L'albero si afflosciò ulteriormente e il passaggio segreto apparve tra le poche radici rimaste ancora intatte. Con un bel po' di difficoltà i due ragazzi riuscirono a infilarsi dentro e, piegati praticamente in due per il basso soffitto e come guida solo la luce proveniente dalla bacchetta di Ron, che avanza per primo, percorsero il corridoio che portava alla Stamberga. Al corpo di Piton.

Dopo un quarto d'ora di avanzata silenziosa Ron Hermione dovettero fermarsi per qualche istante, sedendosi per terra per recuperare le forze e massaggiare le schiene doloranti.
"'Mione," Ron, a un certo punto, borbottò. "'Mione, quando arriveremo alla stamberga che cosa faremo?"
"Evocheremo una barella dove dovremmo adagiare… il professor Piton. Poi la faremo levitare e torneremo indietro per il tunnel," rispose Hermione, la voce bassa. Sembrava sicura, per niente intimorita dalla situazione, ma il ragazzo poteva intuire facilmente dallo sguardo di Hermione, rischiarata appena dalla luce tenue della sua bacchetta, che le cose non stavano proprio in quel modo.
"Un'immagine particolarmente incoraggiante," borbottò Ron. "Io, tu e il cadavere di Piton."
"Non abbiamo altra scelta, materializzarsi con un cadavere non credo che sia possibile e certo non voglio provarci stasera," rispose Hermione, stizzita.
"Scusami… è una situazione proprio assurda. Sono stravolto da questa giornata e non vedo l'ora di andare a letto e dormire per settimane e settimane," sussurrò Ron, accarezzando la mano della ragazza.
I due rimasero in silenzio per qualche secondo fino a quando la ragazza sussurrò: "Ron, mi dispiace per…"
"No, non adesso," rispose Ron un po' bruscamente, alzandosi in piedi con un grugnito. "Ci sarà tempo per pensare a Fred e a tutte le altre persone che non ci sono più… ma non posso permettermi di farlo adesso. Se mi fermassi non troverei il coraggio di fare quello che ci aspetta."
Hermione annuì leggermente e a sua volta si rialzò. I due, senza dire una parola, continuarono la loro penosa avanzata che si concluse un quarto d'ora dopo quando finalmente trovarono la fine del tunnel e la scaletta che portava all'interno della stamberga.

Non appena la coppia fece il suo ingresso al piano terra della Stamberga Strillante si accorsero subito che, fortunatamente, non si era introdotto nessuno all'interno della casa, dopo la morte di Voldemort. Un silenzio pesante circondava Ron ed Hermione, era ovvio che non ci fosse nessuno tranne loro e, al piano superiore, il corpo di Piton.
Al solo pensiero il ragazzo sentì le budella attorcigliarsi.
Tenendo sempre bene in alto le bacchette illuminate, cercando di fare più luce possibile, Ron si diresse verso le scale seguito da Hermione.
L'atmosfera era pesante, il ragazzo avrebbe voluto cercare di attenuare un po' quella tensione palpabile nell'aria ma la verità era che aveva la gola serrata da una morsa che non sembrava volerlo lasciare.

Sto per osservare il corpo senza vita di Piton, sto per compiere un viaggio lunghissimo nell'oscurità, in uno stretto corridoio, con il cadavere di Piton…

Trovarono il corpo del preside esattamente dov'èra morto, riverso per terra, la testa appoggiata a una parete rovinata.
Il volto, incorniciato dai lunghi capelli unticci, per la prima volta ai loro occhi appariva sereno.
Sembrava che dormisse, se non fosse per le ferite inferte dal serpente e per una chiazza di sangue che si allungava sotto il suo corpo.

"Povero professor Piton… e pensare che per tutti questi anni abbiamo dubitato di lui," sospirò Hermione.
"Sì, beh, diciamo che ci ha reso le cose molto facili, visto come si è comportato con noi," borbottò Ron, suo malgrado. "Sì insomma, lui e Silente avrebbero potuto avvertire Harry… 'Ehi ragazzo, a fine anno tirerò le cuoia e dev'essere Piton a uccidermi, per motivi che non vi riguardano al momento, ma non dubitate di lui!' Ci avrebbe reso le cose più facili."
Hermione scosse la testa, avvicinandosi a Piton. "Non avrebbe mai potuto rivelarci quelle informazioni, non con Harry che condivideva un pezzo d'anima con Voldemort!"
Ron alzò le spalle, non propriamente convinto, ma poi a sua volta si avvicinò alla ragazza che, nel frattempo, si era chinata sul corpo del preside.
"Cosa facciamo per prima cosa, evochiamo la barella? Hermione cos…"

La ragazza si era rialzata con uno scatto e osservava Piton con gli occhi sbarrati.
"Ro… Ron, ho distintamente sentito un respiro," disse, il tono acutissimo.
"Non dire sciocchezze, avrai sentito il mio!"
Per tutta risposta Hermione puntò con mano tremante la bacchetta alla gola dell'uomo e con enorme difficoltà sussurrò: "Sonorus!"

Distintamente, in quella stanza ormai in decadenza, i due poterono sentire un respiro debole che inequivocabilmente proveniva da Piton.
Ron ed Hermione si osservarono attoniti, il ragazzo si chinò sull'uomo e appoggiò l'orecchio al petto.
Tonf
Un lontano, debole, appena percettibile battito del cuore.
"Miseriaccia…. è vivo!"

/ / / / / / /



Arrivato davanti alla Signora Grassa, a Harry non servì nemmeno pronunciare una parola d'ordine perché subito il ritratto si aprì e il ragazzo poté entrare nella sua vecchia sala comune.
Non c'era anima viva, Harry lo aveva sospettato perché tutti erano ancora riuniti nella Sala Grande: nessuno aveva voglia di dormire ma la cosa non valeva per lui.
Non appena mise piede in quello spazio così comodo e familiare, però, il ragazzo dovette reprimere il desiderio di correre alla piccola scala a chiocciola che portava ai dormitori. Ma non era giusto che lui dormisse mentre i suoi amici cercavano di compiere da soli un gesto così bello ma allo stesso tempo gravoso.
Si sarebbe seduto su una poltrona e gli avrebbe aspettati, decise.

"Harry?"
Il ragazzo si voltò, sorpreso. Chi c’era?.
"Ginny."
Il cuore di Harry perse un colpo. La giovane Weasley era in piedi, di fronte alla scala dei dormitori.
Nei suoi piani le avrebbe parlato, certo, le avrebbe raccontato tutto quello che era accaduto e che cosa provava per lei… ma con calma, dopo essersi riposato e aver scelto le parole giuste da dire.
Non così, con lui insanguinato, stanco e pronto ad addormentarsi anche in piedi da tanta stanchezza provava.
"Cosa.. non eri…" balbettò, cercando con tutte le sue forze di reprimere l'ennesimo sbadiglio.
"Mi ha mandato Bill a cercare George, non sappiamo dove sia andato," disse lei.

Ginny piangeva raramente ma le sue guance portavano ancora i segni di numerose lacrime versate quella notte.
Era incredibilmente fragile e lui avrebbe dovuto rassicurarla, mostrarsi come il suo scudo alle cattiverie della vita, la verità era che non ce la faceva. Il suo cervello, ormai stanco, era dominato dal solo stimolo di dormire per recuperare le forze e affrontare quella conversazione il giorno dopo.
"Mi dispiace tanto per Fred e per tutti gli altri, non sai quanto," borbottò Harry, le parole che incespicavano, "ma è finita, Voldemort non c'è più."
"Più…" sussurrò Ginny, osservano l’altro intensamente.
"È dura, lo so, ma finalmente potremo pensare alle nostre vite senza la sua ombra…" continuò Harry ma si bloccò immediatamente perché l'espressione di Ginny era mutata.
"Le nostre vite?"
"Sì, insomma…"
"Sei sparito per un anno senza dirmi niente della tua missione o di quello che ti aspettava, stasera sei comparso all'improvviso e hai finto la tua morte," disse la ragazza, il tono duro.
Sapeva di essere ingiusta, stava sfogando le sue frustrazioni per quell'anno tremendo e maledetto con la persona sbagliata. Eppure Ginny non riusciva a fermare le sue parole e quei pensieri provati nei momenti più bui nella sua vita.
"Io… io non ho finto…" balbettò Harry, preso completamente alla sprovvista da quella reazione.
"E adesso che tutto è finito, Tac, la povera stupida, Ginny Weasley deve cadere tra le braccia del Salvatore del Mondo Magico?"

Quelle parole colpirono Harry come un pugno allo stomaco. Davvero? Davvero pensava questo di lui? Davvero questa era tutta la sua considerazione?
Non ebbe tempo di rispondere, però, perché improvvisamente alla sua destra si udì un crac e Hermione apparve.
"Hermione…"
La ragazza sembrava agitata come Harry non la vedeva da tempo.
"Harry, sono riuscita a materializzarmi qui, grazie alla Pozione Corroborante," disse Hermione, "pensavo di spaccarmi da quanto sono sconvolta."
"Cosa è successo, dov'è Ron?" Chiese Harry, per un attimo dimenticandosi completamente la discussione con Ginny, che a sua volta osservava i due con espressione accigliata.
"Harry… Ron è nel cunicolo con Piton," rispose Hermione, agitatissima, "Presto, devi venire con me, dobbiamo avvertire anche madama Chips e la Mcgranitt!"
"La Chips e la Mcgranitt?" chiese Ginny, "ma se Piton è morto…"
"È proprio questo il punto," esclamò Hermione, prendendo Harry per mano e avvicinandosi alla porta, "Piton… è vivo!"

/ / / / / / /



Eccoci qui. Ammetto che questo capitolo è stato un po' difficile da creare perché avevo mille idee su come far scoprire la verità ai ragazzi, e cioè che Piton è vivo.
Spero che questa soluzione vi sia piaciuta, la trovo quella forse più plausibile e ho voluto tanto inserire una scena della coppia Harry/Ginny. Ho cercato di mantenerli più Ic possibili, sappiamo che Harry non è proprio un genio per quanto riguarda le relazioni e dopo tutto quello che ha passato Ginny secondo me è plausibile che se la sia presa con la persona sbagliata.
Non preoccupatevi comunque ci sarà modo per rimediare nel futuro, anche se ora l'attenzione di Harry sarà concentrata inevitabilmente su Piton.

  
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