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Autore: Lartisteconfuse    23/07/2022    1 recensioni
è il terzo anno di liceo e Katsuki si rende conto di amare Izuku. Questa rivelazione lo spaventa, perchè amare Izuku significa dimenticare Kariage, il suo primo amore.
Questa è la storia di come Katsuki e Kariage hanno avuto una relazione e del perchè Katsuki si ritrova a piangerci alla fine del liceo.
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Dkbk (past Karibaku)
Genere: Angst, Hurt/Comfort, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Altri, Izuku Midoriya, Katsuki Bakugou, Nuovo personaggio
Note: Lime | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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Note: ciaooo, ecco qui il primo capitolo, buona lettura e se vi va lasciate pure una recensione 💖

Tre
anni prima - post Sludge Villain
 
Katsuki arrivò al quinto piano di un condominio che era quasi certo sarebbe crollato da lì a breve. 
Mai nella sua vita avrebbe immaginato che Kariage potesse vivere in un posto simile, ma alla fine, in tutti quegli anni di amicizia non si era mai chiesto dove l'altro abitasse e non aveva mai sollevato l'interesse di andarlo a trovare. 
Alla fine i giochi migliori, i fumetti migliori, i dvd migliori ce li aveva lui, quindi era scontato che il ritrovo per il loro gruppetto fosse casa Bakugou.
Non appena aveva messo piede all'interno del palazzo era stato colpito dal forte odore di erba che impregnava l'intero edificio. E ora che ci rifletteva aveva sentito spesso quell'odore addosso a Kariage anche se nettamente più flebile. 
Katsuki sapeva che Kariage e Nagai fumavano, avevano entrambi iniziato abbastanza presto e spesso avevano provato a convincere Katsuki a provare, ma lui si era sempre categoricamente rifiutato. 
Mentre suonava il campanello dell'appartamento di Kariage, Katsuki si domandò se quei due avessero mai provato a fumare altro oltre alle solite sigarette che si portavano sempre dietro, nascoste nelle tasche della divisa. 
Katsuki fu distolto dai suoi pensieri quando la porta fu aperta. 
"Katsukiiii ben arrivato!" 
"Hai aperto senza chiedere chi ero?" 
Kariage scrollò le spalle. "Chi vuoi che bussi qui." 
Katsuki avrebbe voluto replicare, ma rimase in silenzio ed entró. "Con permesso." 
"Nagai ha detto che non viene più, sua madre lo ha incastrato con qualcosa da fare" disse Kariage, dando una botta alla porta, che si chiuse con un tonfo. 
"Mh." 
Kariage rimase in piedi accanto a Katsuki, sembrava nervoso, ballava sulla punta delle dita e si guardava intorno. 
"Tutto bene?" domandò Katsuki stranito. 
Kariage ridacchiò. "Scusa, è che non sei mai venuto qui e sembra strano. Alla fine perché avresti dovuto venire qui, a proposito perché hai accettato questa volta?" 
Katsuki lo guardò attentamente, restando in silenzio per un bel po'. 
Perché era lì? 
Gli venne in mente subito lo Sludge Villain, erano trascorsi pochi giorni da quando era successo quell'incidente e lo stupido Deku aveva cercato di salvarlo. 
La rabbia montò dentro di lui al ricordo. Ormai non riusciva a non pensare ad altro e questo lo faceva incazzare. 
Perché Deku si era dovuto mettere in mezzo? Che cosa aveva voluto dimostrare? Non era nessuno. 
E inoltre, perché lui, Katsuki, non era riuscito a fare niente? Ormai era la vittima di quell'incidente. Lui, che si allenava tutti i giorni, che si vantava davanti ai compagni di classe della sua bravura, del suo futuro da eroe.
Dopo quanto successo Katsuki non aveva più detto nulla a riguardo, perché ormai tutti sapevano che non era imbattibile. 
Se tutti sapevano che Katsuki non era perfetto, allora forse Katsuki poteva smettere di esserlo e trascorrere un po' di tempo con i suoi amici. 
"Ehm, vieni" disse Kariage quando Katsuki non sembrò avere l'intenzione di rispondere e lo guidò verso un stanza che fungeva da salone, sala da pranzo e cucina. 
"Mio fratello e i suoi amici torneranno tra poco con la roba." 
"Roba?" domandò Katsuki.
"Sì, erba, sigarette, alcool. Io non posso comprare nulla per ovvie ragioni."
"Ah, certo."
Kariage viveva da solo con il fratello maggiore, che aveva 25 anni. Non sapeva che occupazione avesse ma da come poteva notare non se la passavano molto bene. 
Da quando Katsuki era entrato Kariage lo aveva visto nervoso e circospetto, si guardava continuamente intorno e sembrava a disagio. Era comprensibile, per uno come lui, che aveva una bella casa, genitori sempre a posto e veniva servito e riverito, quell'ambiente doveva essere davvero uno choc. 
"Non sei obbligato a restare" disse di punto in bianco. 
Katsuki trasalí. "Cosa?" 
"Se non vuoi stare qui lo capisco, puoi tornare a casa, non ti obbligo mica." 
"No, va bene."
Kariage alzò le spalle e prese posto sul divano, poggiò i piedi sul tavolino mezzo rotto e accese la tv. 
"Siediti pure o vuoi restare lì in piedi tutto il pomeriggio?"
Katsuki prese posto accanto a lui con un tonfo, come era solito sedersi e il divano scricchiolò.
Kariage non disse niente e portò la sua attenzione sulla tv. 
Rimasero in silenzio per tutto il tempo, nessuno dei due sapeva cosa dire. Normalmente le giornate le trascorrevano sempre fuori a giocare in qualche arcade o in qualche tavola calda, circondati da milioni di stimoli per avere una conversazione. Quando si rifugiavano a casa di Katsuki, invece, avevano i videogames, i fumetti o i compiti che li tenevano occupati. 
Ma ora che avevano solo la televisione, che non stava nemmeno trasmettendo qualcosa di importante, non c'era nulla da dire. 
A salvare quel momento così incomodo, che stava progredendo per troppo tempo, fu il suono del campanello. Kariage saltò in piedi e corse ad aprire. 
Il fratello di Kariage era simile a lui, solo molto più alto e con i capelli completamente rasati. Lanciò un'occhiata scocciata al fratello e poi i suoi occhi si spostarono su Katsuki, che si era alzato dal divano, ma era rimasto immobile. 
"Tieni” disse e lanciò al fratello un pacchetto di sigarette. "Ora sparite, non vogliamo dei bambini in mezzo." 
Kariage annuì, afferrò Katsuki per un braccio e lo trascinò in camera sua. 
La camera di Kariage era completamente diversa dal resto di casa: era ordinata, piena di cose e rappresentava una tipica stanza di un'adolescente. 
Kariage chiuse la porta sempre sbattendo. 
"Siediti dove ti pare. Ah che idiota non ti ho chiesto se volevi qualcosa da mangiare." 
Katsuki si sedette sulla sedia accanto alla scrivania e scosse la testa. "No sto apposto." 
"Ok." afferrò un accendino poggiato sulla scrivania, accanto ai quaderni di scuola lasciati aperti. Si sedette per terra con le spalle addosso al letto e tirò una sigaretta fuori dal pacchetto nuovo e se la portò alle labbra. 
Katsuki osservò con attenzione i movimenti di Kariage e quando l'altro notò di essere osservato ghignò. 
"Il signor Perfetto per caso vuole provare?" chiese ed espirò il fumo in direzione di Katsuki. Poi spalancò la bocca quando Katsuki annuì, per nulla toccato dal fumo che gli era stato soffiato in faccia. 
"Davvero?" 
"Perché quella faccia sconvolta, idiota?" 
"Non hai sempre detto che non vuoi finire nei guai perché poi avresti problemi alla UA?" 
Katsuki alzò le spalle e allungò una mano verso Kariage. "Qui non c'è nessuno. Dammi." 
Katsuki lo raggiunse per terra e si sedette accanto a lui. 
Kariage non sapeva se preoccuparsi o provare ammirazione per l'atteggiamento di Katsuki. 
Gli passò sigaretta e accendino. "Sai come si fa?" Non fece in tempo nemmeno a pensare di iniziare una spiegazione, che Katsuki aveva già la sigaretta accesa tra le labbra e stava ispirando con una tranquillità assoluta. 
Ghignò quando si accorse della sorpresa sul volto di Kariage. "Cosa c'è?" domandò, ben sapendo. 
"Come fai ad essere così perfetto?" sussurrò Kariage incantato. Katsuki era davvero perfetto, da quando lo conosceva non lo aveva mai visto fallire, tutto gli riusciva. Aveva tutto: talento, intelligenza, un quirk perfetto per essere un eroe ed era anche bellissimo. 
Era stata proprio la bellezza di Katsuki a far capire a Kariage che forse non era solo interessato alle ragazze e ora che Katsuki era così vicino a lui poteva davvero confermarlo. 
Katsuki ridacchiò, ma c'era una punta di amarezza in quella risata. "Non sono perfetto" disse per poi portarsi la sigaretta alle labbra. "Non lo sono mai stato." 
"E invece sì, lo sei!" 
Katsuki scosse la testa, poi sorrise come suo solito. "Come posso essere perfetto se sono qui con te a fumare?" 
"Fumi in maniera perfetta, rientra tra le tue perfezioni." 
"Sembri Deku." 
"Deku?" 
"Sì, quell'idiota quand'era piccolo non faceva che dirmi quanto fossi fantastico e perfetto. Bah." Katsuki prese un altro tiro della sigaretta ed espirò pesantemente. 
"Perché lo tratti male? Vi conoscete da sempre."
Katsuki lanciò un'occhiataccia a Kariage e il ragazzo era pronto a sentire una delle solite esplosioni di rabbia da parte del biondo, ma non arrivò. 
"Perché non ha un quirk e ha un sogno impossibile."
Katsuki ripensò a quello che era successo con lo Sludge Villain: Deku si era precipitato a salvarlo con gli occhi colmi di lacrime e l'espressione terrorizzata. Non avrebbe potuto fare nulla per lui, ma Deku si era comunque precipitato nel mezzo del pericolo, quando nemmeno i pro heroes lì accanto lo avevano fatto. 
Ovviamente, se non fosse arrivato All Might sia Katsuki che Deku sarebbero morti. Il primo per non essere stato abbastanza forte, Katsuki non faceva che ripeterselo, e il secondo perché era un idiota senza nemmeno un quirk. 
Solo che a Deku non sembrava importare granché e questo faceva incazzare Katsuki. 
Quando la sigaretta terminò Katsuki si alzò e iniziò a curiosare nella stanza, aprì cassetti, armadi, prendeva in mano oggetti, li osservava e poi li rimetteva al loro posto. 
Kariage lo lasciò fare, non aveva nulla da nascondere, non a Katsuki sicuramente. 
Katsuki non sembrò trovare nulla di ridicolo o orribile perché non commentò niente, si limitò ad osservare, toccare e riporre. 
Al di fuori di quel piccolo spazio privato che si erano creati provenivano le voci del fratello di Kariage e dei suoi amici: discorsi volgari e pieni di parolacce e tintinnio di bottiglie e bicchieri. 
"Lo fanno sempre?" domandò a un certo punto Katsuki, fissando la porta chiusa. 
"Cosa?" 
"Qualsiasi cosa stiano facendo di là." 
Kariage alzò le spalle. "No o almeno non qui a casa nostra. Spesso sono da solo e non rivedo mio fratello per giorni. Una volta ho dovuto chiamare tutti i suoi amici per trovarlo per farmi firmare un permesso per una gita."
"Che schifo. Non hai nessun altro?" 
"No." Kariage spostò lo sguardo sul pavimento, imbarazzato per la conservazione. 
La sua vita faceva schifo, lo sapeva e parlarne con Katsuki lo imbarazzava. Katsuki aveva praticamente tutto: una bella casa, dei genitori che gli volevano bene e si preoccupavano per lui e non solo. Kariage sapeva che Katsuki poteva contare anche su Midoriya e la sua famiglia anche se l'amico non lo avrebbe mai ammesso. 
"Se non ti va di stare qui puoi venire da me." 
Kariage portò l'attenzione su Katsuki e lo guardò sbalordito. Aveva sentito bene? 
"Eh?"
Katsuki ruotò gli occhi, scocciato. "Ho detto che se non vuoi stare qui da solo o con tuo fratello, posso ospitarti. Ai miei non importerebbe."
"Ah, ehm, grazie." 
Nella stanza calò un silenzio imbarazzato. 
"Credo che sia ora di andare" disse ad un certo punto Katsuki. "Oggi devo occuparmi della cena." 
"Ah, ok, certo. Ti accompagno alla porta." 
Kariage aprì la porta della sua camera silenziosamente e senza dare nell'occhio guidò Katsuki verso l'ingresso. Ovviamente fallirono. 
"Vai già via ragazzino?" domandò suo fratello dal divano. 
Katsuki lo guardò con sufficienza. "Sì, grazie dell'ospitalità" disse, ma non gli uscì un tono gentile, però il ragazzo non sembrò farci caso, forse già troppo ubriaco per prestarvi attenzione. 
"Bè Kat, ci vediamo domani a scuola" tagliò corte Kariage. Non voleva sembrare di star cacciando Katsuki, ma non voleva che suo fratello ci interagisse. 
Katsuki annuì e accennò a un saluto. 
Quando Kariage chiuse la porta sospirò sollevato. 
"Carino il tuo amichetto" disse suo fratello e Kariage si immobilizzò. 
"Già, la prossima volta digli che può unirsi a noi" commentò un suo amico. 
Il gruppetto scoppiò a ridere sguaiatamente e Kariage si voltò di scatto, infuriato. 
"Non azzardatevi a dargli fastidio o a toccarlo! Anzi non dovete guardarlo!" 
"Va bene, va bene, il biondino è roba tua" rispose suo fratello. "In fondo stai crescendo pure tu" e scoppiò a ridere seguito dai suoi amici. 
 
***
 
Il giorno dopo, durante la pausa pranzo Katsuki prese da parte Kariage e lo fece allontanare dal resto dei compagni con cui si erano seduti a mangiare. 
"Senti stavo pensando se puoi chiedere a tuo fratello di procurare le sigarette anche per me." 
Kariage guardò Katsuki allibito. "Scherzi?" 
L'altro si corrucciò, il volto aveva preso quell'espressione arrabbiata/scocciata che Kariage conosceva fin troppo bene. 
"No" disse Katsuki con fermezza. "C'è qualche problema?" Era pronto allo scontro, Kariage lo sapeva. Sospirò. "No, a mio fratello importa solo che hai i soldi con cui pagarle-" 
"Per quello non è un problema" lo interruppe subito Katsuki. 
"Lo so. Ma perché? Insomma tu non vuoi entrare alla UA? Non vuoi essere un eroe?" 
"Sono sigarette Kariage, non sto chiedendo niente di sconvolgente." 
"Per uno come te sì." 
Katsuki si imbronciò, strinse i pugni lungo i fianchi, tremava per la rabbia. "Se non vuoi chiedere a tuo fratello, ci parlerò io o cercherò qualcun altro!"
Kariage spalancò gli occhi. Assolutamente no. 
Katsuki non doveva avvicinarsi a suo fratello, mai. E il pensiero che provasse a cercare qualcun altro disposto a comprare delle sigarette a un quindicenne lo spaventò. Per quanto Katsuki potesse sembrare uno tosto e un bullo, fuori dal loro giro scolastico era solo un ragazzino ingenuo. Sarebbe finito nei guai con il temperamento e carattere che si trovava. 
"No, va bene. Ci penso io" disse. "Glielo dico oggi e poi appena avrà voglia e tempo andrà a comprarle." 
Katsuki lo guardò sospettoso, poi sembrò capire che Kariage era sincero e si rilassò. "Bene." Katsuki si girò per avviarsi verso il gruppetto che avevano lasciato, ma Kariage lo fermò per un braccio. "Aspetta…" 
"Mh?" 
"È successo qualcosa?" Kariage non aveva potuto fare a meno di fare quella domanda. Era preoccupato. 
Katsuki si liberó dalla sua presa e scrollò le spalle. "Niente."
Katsuki non capiva perché Kariage lo stesse trattando come un bambino. Lo infuriava questo comportamento. Cosa ci stava di così scandaloso se anche lui voleva fumare? 
Non era raro vedere qualcuno della loro età fumare, Kariage stesso fumava, perché Katsuki non poteva? Perché doveva per forza esserci qualcosa che non andava? 
Andava tutto bene: studiava, si allenava, andava a scuola, aiutava a casa e a volte veniva trascinato dai suoi genitori anche a lavoro con loro nei weekend. Ma se voleva fumare un po' sembrava che stesse cascando il mondo. 
Questa cosa lo imbestialiva. Fu in quel momento che i suoi occhi incrociarono quelli di Deku, che da lontano lo stava guardando. 
"Che cazzo vuoi Deku?" urlò. 
Izuku trasalì e si accorse che Kacchan lo stava guardando minaccioso da poco lontano. Cavolo, si era incantato mentre ripensava a quello che aveva fatto il giorno prima con All Might. 
Sorrise nervoso. "N-nulla Kacchan." Si preparò alla sfuriata che sarebbe arrivata da lì a breve, ma Kacchan lo stupì. Fece solo un "tch" con la lingua e si incamminò verso il gruppo con cui stava mangiando, seguito da Kariage che aveva un'espressione preoccupata. 
   
 
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