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Autore: Mary P_Stark    29/07/2022    1 recensioni
Muspellheimr - Regno di Surtr
Il giovane Gigante di Fuoco Sthiggar, discendente della dea Sòl e figlio del Sommo Sacerdote Snorri, non conosce né paura né tanto meno vergogna e, a causa di ciò, finirà dapprima per essere punito dal re, e in seguito confinato sullo sperduto Regno di Manaheimr (Terra), nell'ancor più sperduto paesino di Lulea, in Svezia. Questo confino - agli occhi di Sthiggar più che ingiusto - porterà a sconvolgenti verità e alla scoperta di un destino a cui non sapeva di essere designato fin dalla sua nascita. L'aiuto della berserkr Ragnhild sarà vitale per comprendere meglio se stesso e il ruolo che gli compete nella complessa rete del Fato che si è stretta attorno a lui, ma saranno antiche divinità e nuovi nemici a mettere definitivamente alla prova il guerriero muspell. (per una totale comprensione, si devono leggere prima le altre storie legate a questa raccolta)
Genere: Mistero, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'TRILOGIA DELLA LUNA'
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Cap. 19

 

 

 

 

Tenendo dubbiosa in mano la scatoletta rettangolare che la berserkr aveva chiamato cellulare, la regina Ilya vi avvicinò il volto e disse scettica: "Sono Ilya di Hindarall, regina di Muspellheimr e Signora delle Fiamme."

"Niente meno che la fascinosa moglie di Surtr! Ma che piacere risentirti!" esclamò una voce conosciuta all'altro capo.

Aggrottando immediatamente la fronte, Ilya squadrò male il cellulare prima di proseguire nella conversazione e dire più sicura di sé: "Riconoscerei questa voce tra un milione, Occhiosolo. Cosa ti porta su questo remoto pianeta?"

"La compagnia squisita, direi. Non hai idea di chi io abbia trovato, quaggiù!" rise Odino, portandola a scuotere il capo per l'esasperazione.

C'era un motivo se muspell ed ӕsir non andavano propriamente d'accordo.

"Sei in grado di aiutare i miei figli a tornare su Muspellheimr senza che i loro corpi vengano distrutti dal veleno?" domandò a bruciapelo la regina, andando subito al punto.

"Piano, piano, mia cara. Prima dobbiamo trattare un po', o non godrò neppure un poco della tua squisita compagnia" dichiarò per contro Odino, prima che qualcuno lo obbligasse a cedergli il telefono.

Ancora, Ilya scostò il cellulare per guardarlo in malo modo e Sthiggar, dubbioso, le domandò: "Qualcosa non va?"

"Pare che stia litigando con qualcuno" borbottò lei prima di aggiungere: "E' sempre il solito fanfarone. I millenni non lo hanno cambiato."

Ragnhild e Mattias deglutirono impressionati, di fronte a quell'ultima affermazione e Sthiggar, nel guardare gli amici, sorrise spiacente e disse: "Difetti del sistema. Sai, quando si vive per tanto tempo..."

"Chiamalo difetto..." borbottò lei, scuotendo esasperata il capo.

Quando finalmente qualcuno riprese la conversazione, Ilya sentì un'altra voce familiare e, stavolta sorridendo, esclamò: "Oh, Fenrir caro! Ma cosa ci fai al fianco di quel mammalucco di Odino?!"

La risata piacente di Fenrir giunse fino a Ilya. Conciliante, quindi, disse: "Siamo più o meno arrivati a una tregua perciò, quando le sue sacerdotesse berserkir mi hanno avvisato della loro visione nel Sopramondo, sono venuto qui assieme alla mia famiglia per attendere la vostra venuta."

"Famiglia? Ti sei riunito alla tua genia, caro?"

"Direi di sì. Ma vorrei tranquillizzare Sól e Mani. I miei figli non hanno alcuna intenzione di dare loro la caccia, per ora."

"Il mio piccolo Sthiggar ne sarà felice, visto quanto tiene alla nonna" sorrise Ilya, strizzando l'occhio a un sorpreso Sthigg.

"Oh, abbiamo un giovane di stirpe divina che cammina tra noi? Buono a sapersi. Sarà per questo che le mie veggenti erano un po' sul piede di guerra" ironizzò Fenrir. "La giovane che ha chiamato ci ha accennato a un problema di interdizioni magiche, per cui verremo da voi nel più breve tempo possibile e troveremo il sistema di risolvere la cosa. Nessuno di noi vuole che si scateni il Ragnarök e, se jotun e dokkalfar hanno attaccato Surtr, non può essere un buon affare."

"Parole di pace che sgorgano dalla tua bellissima bocca diabolica, Fenrir? La tua umana ha davvero compiuto il miracolo più grande di tutti" sorrise Ilya. "Vi attenderemo qui, allora."

"Non tarderemo, promesso" terminò di dire Fenrir, chiudendo la chiamata.

Ilya, a quel punto, riconsegnò il cellulare a Ragnhild e, nel guardare Sthiggar, disse: "Fenrir mi ha garantito che i suoi figlioli non faranno nulla a Sól."

Annuendo, Sthigg dichiarò: "Fenrir può essere tante cose, ma è un dio di parola, non certo come suo padre. Lo accoglierò come un amico, promesso."

"Benissimo, caro" ciangottò Ilya, dandogli una carezza per poi guardarsi intorno e domandare: "C'è un posto in cui io mi possa accomodare senza sporcarmi i pantaloni?"

Subito, Thrym si tolse la giacca per coprire un tronco caduto e, mentre la regina si faceva accompagnare da Snorri per sistemarsi sotto le fronde di un abete, Ragnhild mormorò: "Ma sei sicuro che non sia lei ad avere una cotta per te?"

"Ilya è solo affettuosa" sospirò esasperato Sthiggar.

"Se lo dici tu..." ghignò Ragnhild, portandolo a sospirare con ancor maggiore enfasi.

***

Il cielo stellato brillava sopra di loro e un meteorite, nel solcare la calotta oscura e punteggiata di stelle, scintillò per un momento prima di svanire nell'atmosfera.

Sorridendo pensierosa, Ragnhild mormorò: "La nostra mitologia dice che le comete e le meteore sono scintille di Muspellheimr che cadono su Midghardr."

"Posso giurarti che non perdiamo pezzi in giro per il cosmo" replicò con un sorrisino Sthiggar, sdraiato al pari suo su una stuola, la mano sinistra stretta alla destra di lei.

Mattias, sdraiato accanto alla sorella, dormiva saporitamente e Ragnhild, nel sollevare le loro mani giunte, domandò: "Hildur, quindi, non sa esattamente cosa stiamo combinando?"

"Dice solo che potresti essere un catalizzatore, una sorta di persona in grado di aiutarmi a... mettere a fuoco le correnti di potere. Visto che siamo su Midghardr, il tuo corpo è sintonizzato su queste frequenze e, a rigor di logica, aiuta me a sintonizzarsi su di esse" mormorò lui, lanciandole uno sguardo dubbioso. "Non so se per te sia una cosa bella o brutta, ma a me fa piacere."

"In un qualche modo perverso, potrebbe anche spiegare perché siamo in grado di colmare i rispettivi vuoti, ma questo fa sembrare il resto solo una bugia" sospirò lei, sciogliendo la stretta per poggiare la mano in corrispondenza del proprio cuore. "Credi che questa mia capacità mi abbia indotto a credere cose false su di te?"

"Tipo questa?" mormorò lui, sollevandosi su un gomito per portarsi sopra di lei e baciarla.

Lei ansimò per un istante, apprezzando il suo tocco, dopodiché lo respinse gentilmente e borbottò: "Come minimo, ci stanno guardando tutti e rideranno di me non appena ve ne sarete andati."

"Posso assicurarti che dormono tutti della grossa. Dopo una giornata simile, chi vuoi che non abbia i nervi abbastanza a pezzi per dormire?" cercò di tranquillizzarla lui.

"E noi due?" si indicò Ragnhild prima di fissarlo con intenzione.

"Siamo speciali, lo abbiamo già appurato" le sorrise lui prima di tornare serio e ammettere: "Non credere che non ci abbia pensato, ma trovo assurdo credere di essere così manipolabile da non capire la differenza."

"Differenza tra cosa?"

"Tra il potere e l'affetto" replicò lui. "Sento che tu mi aiuti a gestire il potere che ho dentro di me ma, prima di scoprire che potevo usare la Fiamma anche qui, sentivo che tu e io, beh..."

"Il giorno in barca?" ipotizzò lei.

Annuendo, Sthiggar ammise: "La sera che sei venuta da me e abbiamo parlato e cenato assieme. Ero completamente assorbito da te, non pensavo ad altro che a te. Non esistevano i miei problemi, o Muspellheimr. Nulla. C'eri solo tu. E vorrà pur dire qualcosa."

"Beh, anche questo, in un modo assai perverso, potrebbe spiegare perché non volevo tornare a casa, quella notte" ammise lei, sorridendogli a mezzo.

Lui sorrise speranzoso e, nell'attirarla nel suo abbraccio, mormorò: "Mi permetterai di tornare da te?"

"No. Te l'ho già detto. Non voglio ridurti a una Monna Lisa stagliuzzata" brontolò lei, pur affondando il viso contro la sua spalla.

"Di tutte le opere eccelse che ci sono su questo mondo... mi paragoni al ritratto di una donna?" ironizzò a quel punto Sthiggar.

"Vorresti il David di Michelangelo?" gli propose allora lei con una punta di malizia.

"Beh, si attesta di più sui miei standard... più o meno" ironizzò lui, scrutandola con occhi fiammeggianti.

Dubbiosa, lei si sollevò a mezzo per squadrarlo dall'alto al basso e, accigliandosi, gli domandò: "In che senso, più o meno? Il David è un pezzo d'uomo!"

Sthiggar, allora, intrecciò le mani dietro la nuca con espressione truffaldina e replicò bonario: "Beh, non è abbastanza... dotato."

Inevitabilmente, gli occhi di Ragnhild corsero per un attimo al cavallo dei jeans di Sthiggar e, arrossendo copiosamente, lei li richiamò all'ordine per poi bofonchiare contrariata: "Oh, tu... non giocare su queste cose!"

"Non sto giocando. E' vero" sottolineò lui. "Sai che non mento mai. Inoltre, lo hai sperimentato  di persona, no?"

Avvampando come un cerino, Ragnhild tornò a sdraiarsi, scostò Mattias in modo tale da usarlo come separé tra lei e Sthiggar e, irritata, bofonchiò: "Ora sarà impossibile dormire. Grazie."

"Farai solo bei sogni" le promise lui sdraiandosi e, col braccio, avvolse sia il piccolo Mattias che Ragnhild. 

Ciò detto, sospirò e chiuse gli occhi, lasciando che le sue stesse parole lo conducessero la riposo tanto sperato.

***

Accucciata accanto a Sthiggar, l'aria sognante e gli occhi lucidi, la regina Ilya mosse una mano in direzione di Snorri, impegnato a sistemare la stuoia su cui aveva dormito, e mormorò eccitata: "Snorri, Snorri, vieni qui."

"Sì, mia regina" acconsentì l'uomo per poi notare cosa Ilya stesse ammirando con tanto interesse.

Sthiggar stava abbracciando il piccolo berserkr e la sorella come se, anche nel sonno, volesse proteggerli dal mondo intero e i loro volti, rilassati e sereni, erano specchio di questa certezza inconscia.

"Non sono carini?" cinguettò la regina, rialzandosi. 

"Credo di non averlo mai visto così sereno. Non posso dire per gli anni passati con Yothan ma, almeno con me, non è mai stato così pacifico e tranquillo" ammise Snorri, sorridendo.

Sthiggar scelse quel momento per risvegliarsi e, nel notare la coppia a pochi passi da lui, sorrise a mezzo e disse insonnolito: "Buongiorno. Vi godevate lo spettacolo?"

"Ho visto così tante brutture che, se posso approfittarne un po' per ritemprarmi, ben venga" replicò la regina, divenendo del tutto seria.

Sthiggar si alzò senza svegliare Mattias e Ragnhild e, nel poggiare una mano sulla spalla della regina, disse: "Vi prometto che non sarete più costretta a vedere simili scempi."

Lei assentì con fare leggermente tremante, ben sapendo che il giovane voleva solo rincuorarla, pur non potendole promettere realmente una simile eventualità. Per quanto capace e dotato di immensi poteri, Sthiggar avrebbe trovato un mondo in fiamme e una guerra da affrontare, al loro ritorno perciò, volente o nolente, avrebbe nuovamente visto morte e fuoco.

Poggiando in ogni caso una mano su quella del giovane, dichiarò con tono solenne: "Fosse anche l'ultima cosa che faccio, ma riabiliteremo il tuo nome, caro."

"Ora come ora, mi interessa di più tornare a casa e aiutare il re" dichiarò lui prima di irrigidirsi e puntare lo sguardo verso ovest, ritrovandosi così addosso le occhiate curiose della regina e Snorri.

Sthiggar fece loro segno di mantenere il più assoluto silenzio e, quando anche Hildur diede segni di risveglio, il cugino fu lesto a tapparle la bocca, prima che potesse emettere qualsiasi suono.

Lo sguardo interrogativo della cugina lo portò a sussurrare la parola ‘ospiti’ prima di risollevarsi e fare cenno a Thrym e Flyka – a loro volta destatisi – di prepararsi ai nuovi arrivi.

L’avvicinarsi di quattro divinità ӕsir non poteva di certo passare inosservata a chi, come Sthiggar, era dotato di poteri sovraumani ed era in grado di percepire le auree delle persone, grazie al risveglio della sua Fiamma.

A sorpresa, però, anche Ragnhild si destò e, nel vederli in piedi e vigili, si passò una mano sugli occhi e mormorò: "Sta succedendo qualcosa?"

Sthiggar si accucciò per darle un bacetto sulla fronte e, sorridendole, disse: "Sono arrivati i visitatori che aspettavamo. Tu resta qui con Mattias e gli altri. Andremo io e la regina, ad accoglierli."

"D'accordo" mormorò lei mentre Snorri si accomodava al fianco di Mattias, poggiando protettivo una mano sulla sua spalla.

Rivolto a Hildur e Thrym, Sthiggar disse: "Voi controllate il perimetro. Flyka, tu rimani qui con loro."

Tutti assentirono recisamente e Ilya, nel sollevare una mano perché Sthiggar potesse scortarla, sorrise e disse: "Detto da vero comandante."

Sthigg ghignò a mezzo senza dire nulla e, nel far poggiare la mano della regina sul suo braccio, la scortò attraverso il sottobosco, allontanandosi dal campo.

Per quanto fossero buone le intenzioni dei nuovi venuti, non voleva mettere a repentaglio la vita di tutti per non aver seguito le più semplici regole d’ingaggio. Al tempo stesso, però, la regina doveva essere presente in quanto membro più alto in grado del regno muspell.

Sperò soltanto di essere in grado di usare la Fiamma, se necessario, senza causare danni seri a nessuno.

Quando si furono allontanati di quasi mezzo chilometro, quattro figure comparvero dinanzi a loro e Sthiggar, bloccandosi, esordì dicendo: "Do il mio benvenuto a Odino Occhiosolo, signore degli Æsir e sovrano di Asghardr. Il mio benvenuto anche a Fenrir e alla sua progenie, Hati e Sköll, figli di Avya."

Il primo a prendere la parola e a rendersi visibile fu Odino che, abbigliato come si conveniva a un dio guerriero, poggiò le mani sulla cintura che sorreggeva la pesante spada e replicò: "E io ti ringrazio della cortesia, giovane scudiero della regina Ilya, signora di Muspellheimr e degna erede della bellezza sopraffina delle donne muspell."

Ilya sorrise divertita da tanta ampollosa serietà e, con candore, replicò con ironia: "Voi uomini sapete davvero come riempirvi la bocca con paroloni altisonanti. Sarà anche per questo che mi piace tanto ascoltarvi."

"Si fa quel che si può per piacere, mia cara" ghignò furbo Odino, mentre Fenrir e i suoi figli avanzavano per porsi al suo fianco.

Sthiggar si irrigidì un poco, alla vista di Sköll ma quest'ultimo, sollevando le mani in atteggiamento remissivo, chiosò: "Giuro che non voglio mordere le caviglie di nessuno, ancora per un bel po'."

"Sköll" lo richiamò all'ordine Hati, da sempre più serioso e calmo rispetto al più pimpante fratello.

"Ragazzi" intervenne quindi Fenrir prima di inchinarsi leggermente e dire: "Siamo lieti di incontrarvi in pace. E' così raro poterlo fare."

"Madre è stata generosa, concedendovi di rinascere nella stessa Era. E' dunque con voi anche Avya?" domandò Ilya, guardandosi intorno.

Sospirando, Fenrir scosse il capo e replicò: "Non ci è concesso camminare assieme in queste forme, né parlarci in nessun caso. E' questo il patto che strinsi per poter rinascere al tempo dei miei figli e della mia diletta amata, ma il Caso...o il Caos, vedete voi, ci ha permesso di essere comunque una famiglia."

"Paparino, in realtà, è il più piccolo della cucciolata, a questo giro, e vive nel corpo di una donna" ironizzò Sköll, guadagnandosi una gomitata da parte del fratello.

Fenrir sospirò con espressione di dolce esasperazione, chiosando rassegnato: "Mio Sköll, prima della fine di questa impresa lascerò che Brianna ti abbia tra le sue grinfie. Te lo giuro su quanto ho di più caro."

Sköll impallidì leggermente, di fronte a questa promessa e, nel mettere il broncio, borbottò: "Non si può mai scherzare, con voi."

A mo' di spiegazione, Fenrir quindi disse: "Brianna è il nome della splendida donna in cui ho la fortuna di vivere e che, tra le altre cose, è la wicca più potente mai esistita, dopo la mia Avya."

"Capisco le reticenze di tuo figlio a incontrarla, allora" chiosò la regina prima di tornare a guardare Odino e domandare: "Puoi tu dunque aiutarci, Occhiosolo? Il mio re sta combattendo senza la sua arma più formidabile, e questo mi mette in grande ansia."

"Avete portato qui la Spada Fiammeggiante?" esalò turbato la divinità.

Sbuffando, Ilya lo fissò sprezzante e replicò: "Su questo microscopico pianeta? Lo avremmo distrutto al solo sguainarla. No, parlavo del pupillo al mio fianco. E' una Fiamma Viva come mio marito."

"E perché è qui?" sbottò confuso il dio orbo.

"Ma non sei troppo anziano per essere ancora nella fase dei perché?" domandò piccata la regina, subito chetata da Sthiggar.

"Ha mille ragioni per chiedere spiegazioni, mia signora" replicò cauto Sthiggar prima di spiegare, a grandi linee, cosa fosse successo su Muspellheimr.

Alla fine del racconto, Odino borbottò: "Un autentico cul de sac. Qualsiasi cosa avesse deciso, sarebbe stata un errore."

"Esatto. La scelta meno dolorosa è stata quindi inviarlo qui, ma ora dobbiamo tornare, e l'unico modo per farlo lo ucciderebbe" sospirò Ilya, sollevando il polso di Sthiggar dove era ben evidente il tatuaggio costrittivo che lo legava a Midghardr.

Odino assottigliò le palpebre, a quella vista e, nello sfiorare l'intricata rete di arabeschi dipinti sul polso di Sthigg, borbottò: "Una magia davvero potente che, ahimé, non sono in grado di spezzare. Ma so chi potrebbe farlo."

"Siamo tutt'orecchi" sussurrò speranzosa la regina.

"Dovremo prendere una via traversa e raggiungere Yggdrasil attraverso un passaggio diverso da Bifröst" spiegò a sorpresa Odino, lasciandoli senza parole. "A quel punto, parleremo con le Norne che sorvegliano la Sorgente di Vita di Madre e..."

"Norne?" esalò Sthiggar, guardandosi indietro con aria speranzosa. "Ecco perché è venuto!"

"Che intendi, ragazzo?" domandò curioso Odino.

"Con noi abbiamo Urd" dichiarò allora a sorpresa Sthiggar, sorprendendo tutti i presenti.

"Beh, allora dovremo convincere solo Verdandi e Skuld, a darci una mano. E' già qualcosa" sospirò sollevato Odino per poi celiare: "Certo che Midghardr sta diventando davvero affollato!"

***

L'arrivo delle divinità nel piccolo accampamento provocò un certo trambusto, come prevedibile.

I berserkir si inchinarono ossequiosi verso il loro dio mentre i muspell, un poco più sospettosi, rimasero a debita distanza, nonostante la regina e Sthiggar apparissero piuttosto rilassati, in sua presenza.

Quanto a Fenrir e ai suoi figli, nessuno disse nulla in merito, poiché la loro partecipazione a quella strana avventura rappresentava un'incognita gigantesca e di difficile comprensione.

Quando, però, Odino prese parola, l'intera faccenda cominciò a prendere tutt'altra piega.

Rivolgendosi a Mattias con tono formale, Odino domandò: "E' un'occasione ben strana in cui incontrarsi, mia vecchia amica. Avevi tu dunque visto questa opportunità insolita di rivederci?"

"E' ancor più strana per me, Odino, ma sì, sapevo che ci saremmo rivisti lontano dalla Sorgente di Ogni Vita, pur se non avevo idea del quando. Voglio però approfittare di questo momento per scusarmi con te, Fenrir, per i dolori infiniti che ti ho fatto patire, e che ho fatto patire alla tua famiglia. Asservendo il mio compito, non ho però badato al dolore che avrei provocato, e questo ha dato il via a un conto alla rovescia che avrei preferito non far avviare" mormorò Urd, tramite la bocca di Mattias.

Fenrir sospirò, ben sapendo a cosa si stesse riferendo la dea del Fato. Le sue parole di monito avevano spinto Odino a ritenere lui, Jörmungandr e sua sorella Hel dei pericoli per l'intera esistenza dei Nove Regni, e questo aveva portato a un'infinita serie di nefandezze nei loro confronti.

Come ultimo spregio, lui era morto nella menzogna e sua moglie aveva dovuto lottare per difendere se  stessa e i loro figli, scatenando così una faida secolare ancora viva e feroce.

Era però convinto che la permanenza su Midghardr, e la possibilità di parlare con Odino a cuore aperto, potesse aver cambiato le sorti degli altri Regni, oltre che della Terra. Quanto meno, ci sperava.

Perciò, con tono pacato, Fenrir disse: "E' tutto perdonato, Urd. Ognuno di noi ha un ruolo da compiere, e Madre sola sa perché certe cose sono state dette o fatte. Per parte mia, ho cercato di rimediare ai miei errori e, per parte sua, credo che anche Odino lo abbia fatto, o stia cercando di farlo."

Nel dirlo, lanciò un'occhiata obliqua al barbuto dio che, per bella posta, rise imbarazzato e annuì.

"Vero, vero. Questo ragazzo me ne ha fatte passare di tutti i colori, ma va anche detto che pure io non sono stato un santarellino. Ergo, la tua presenza qui ha qualcosa a che fare con ciò che sta succedendo a Muspellheimr?"

"Niente avviene mai per caso anche se, tra un Evento e l'altro, le genti hanno più o meno libertà di azione" asserì la dea, provocando una serie di mugugni di disgusto.

L'avere un libero arbitrio 'a tempo' non piaceva mai a nessuno.

"Ergo, immagino che la presenza di Fenrir al mio villaggio non fosse casuale. Vuoi qualcosa da lui e da me" sottolineò Odino con tono furbo.

"Ciò che hanno fatto gli jotun, i dokkalfar, i liòsalfar e i muspell non deve e non può portare a Ragnarök, perché non è né il tempo né il luogo" assentì Urd, facendo rabbrividire tutti nel sentir nominare quella terribile parola dall’ancestrale sapore di morte.

Fu però Hildur a chiedere dubbiosa: "E' quindi certo che ci sia di mezzo più di un muspell, in questa cospirazione?"

"Ben più d'uno, anche se non è mio compito svelare l'arcano" asserì Urd, rivolgendosi all’alta guerriera muspell. "Ciò che dovete fare ora è raggiungere la Fonte della Vita di Yggdrasil, e io verrò con voi per parlare con le mie sorelle."

"Ora ho capito a cosa servo io, allora" chiosò Fenrir, aprendosi in un mezzo sorriso.

"Caro mio, io posso aprire il varco tra i Baffi di Ymir1, ma sei tu che hai parenti stretti oltre la Barriera" celiò Odino, scrollando le spalle.

I  presenti apparirono assai dubbiosi, di fronte a quelle parole, così Odino si schiarì la voce e si spiegò meglio: "Oltre i confini di Midghardr, esiste una barriera anti-mostro formata dai baffi di Ymir. Essa venne eretta da colui che nacque prima di tutti noi e che, tutt'ora, protegge il vostro pianeta dall'invasione di..."

"Attento a come ti esprimi" sottolineò Fenrir, ammutolendo Odino per un istante.

"Ehm, sì..., ecco, diciamo che impedisce a Jörmungandr di cadere inavvertitamente di sotto, per così dire, e tiene lontani i tipacci più scontrosi e antipatici dalla Terra" tossicchiò imbarazzato Odino.

"Ecco, bravo. Se vogliamo il suo aiuto, non è il caso di essere scortesi" sottolineò Fenrir, sgomentando tutti.

Fu Ragnhild, però, a mettere a voce la perplessità di tutti e, dubbiosa, domandò: "Ehm... ho capito bene e state parlando del serpente che... che, secondo il mito, circonda Midghardr?"

"Esattamente" disse con semplicità Fenrir.

Scuotendo nervosamente il capo, Ragnhild esalò: "No, aspettate un attimo. Forse dimenticate un particolare non da poco. La Terra non ha confini. E' sferica!"

"Ragazza di poca fede" ironizzò Odino, dandole una pacca leggera sulla spalla.

Per quanto leggera, comunque, quella pacca fece tossire la giovane per mancanza d'aria e Sthiggar, protettivo, le avvolse le spalle dicendo: "Ricorda che sono creature delicate, Occhiosolo. Sono nate da frassino e olmo2."

"Sì, sì... forse sarebbe stato meglio usare tek e palissandro, ma sai che caratteracci avrebbero ammucchiato, con gli anni?" brontolò Odino, scuotendo esasperato il capo.

Ragnhild squadrò le divinità con espressione esacerbata e, passandosi una mano sul volto, borbottò: "Preferisco non sapere altro, al momento. E' già troppo, per i miei gusti."

"Scusa" mormorò Sthiggar, dandole un bacetto sui capelli prima di allontanarsi per parlare con Fenrir e gli altri in merito alle strategie da tenersi per l'incontro con Jörmungandr.

Questo impedì a Ragnhild di avere uno scudo umano contro i curiosi così, arrossendo come uno stoppino, bofonchiò minacciosa all’indirizzo del fratello: "Se parli, Mattias, ti faccio incenerire anche sei hai Urd dentro di te. Ho la mia palla da cannone personale, adesso."

Per tutta risposta, il fratellino si tappò la bocca per non ridere e la sorella, assottigliando ulteriormente le palpebre, ringhiò: “Non sei divertente, sai?”

“Scusa, ma… è così strano vederti con un uomo senza dare in escandescenze” celiò Mattias dopo alcuni momenti di inutile lotta per tenere la bocca chiusa.

Thrym tossicchiò nervosamente, a quell'accenno, mentre Flyka sospirava esasperata, scuotendo il capo. Hildur, invece, passò silenziosamente uno stiletto a Ragnhild prima di mormorare: "Quando vuoi, ragazza."

"Oh, cielo!" esalò Ilya, coprendosi la bocca per non ridere sguaiata.

Snorri, per parte sua, poggiò una mano sulla spalla di Ragnhild per rasserenarla, nonostante la giovane apparisse sempre più pronta a un’esplosione di rabbia, e disse: "Non avertene a male, cara. Sono certo che tuo fratello non volesse denigrare ciò che senti per mio figlio."

Ancor più imbarazzata, Ragnhild si fece purpurea in volto e Mattias, scoppiando ora in una frenetica risata, le indirizzò il più malizioso dei sorrisi prima di piegarsi in due dal ridere.

Era più che chiaro che Urd doveva essersi rintanata in un angolino, lasciando che Mattias tornasse il dodicenne quale era normalmente… ma questo non aiutò Ragnhild a calmarsi. Per niente.

Hildur, a quel punto, celiò divertita: "E' la tua morte, ragazzino. Non si scherniscono così i sentimenti di una donna, pensando poi di passarla liscia.”

"Poco. Ma. Sicuro" ringhiò Ragnhild prima di scusarsi gentilmente con Snorri e sollevare su una spalla Mattias, ancora intento a ridersela a crepapelle.

"Digliene quattro, Ragnhild!" gridò a quel punto Flyka, del tutto dalla sua parte, mentre Thrym si esibiva in uno scongiuro silenzioso.

La giovane avanzò bellicosa per allontanarsi dal gruppo e dirne quattro al beffardo fratellino ma, prima di poter parlare a quattr’occhi con Mattias, Sthiggar la intercettò, fece scendere Mattias dalla sua spalla e, in fretta, intimò al ragazzo di tornare nel gruppo.

Ciò fatto, prese per mano Ragnhild e si allontanò dai presenti per parlare con la giovane senza orecchie a disturbare il loro dialogo.

Ragnhild lo seguì silenziosa e furente, già pronta a cantarne quattro anche a lui, a quel punto, visto che il fratellino era stato salvato dalle sue tenere attenzioni.

"Mi spieghi perché te la prendi nel momento stesso in cui Mattias ti punzecchia?" la redarguì bonariamente lui, quando furono abbastanza lontani per non essere a portata d’orecchio. “Ha dodici anni e, anche se Urd vive in lui, è pur sempre un ragazzino. Lo sai che sono pestiferi per natura.”

"Non fa che prendermi in giro, quando sa benissimo che non sono abituata a certe situazioni!" sbottò lei, inferocita.

"Perché tu glielo permetti" disse con semplicità Sthiggar, azzittendola con quelle semplici parole. "Perché ti vergogni di mostrare agli altri che provi affetto per me? Non ci vedo niente di male."

"Solo perché tu sei la Bocca della Verità" bofonchiò lei, pur se in parte ammansita.

"Non so cosa vuoi dire, con questo, ma tant'è. Lui ti prende in giro perché sa che tu reagirai proprio come stavi per fare. Dopotutto, è ancora un bambino e il suo ruolo di fratello minore è punzecchiare la sorella maggiore. Questo, per lo meno, è quel che dicono tutti. Vuoi davvero darla vinta a un bambino?"

Nel dirlo, le sorrise gentilmente, carezzandole una guancia con le nocche e Ragnhild, sospirando suo malgrado, ammise in un borbottio: “Non so ancora cosa io senta di preciso per te e, quando Mattias ne ride, mi sento stupida.”

“Non lo sei, e dovresti saperlo” sospirò Sthiggar, abbracciandola d’istinto. “Ciò che ti hanno fatto i tuoi genitori è impedirti di credere pienamente in te stessa, ma tu sei più forte di così. Mattias, dal canto suo, si comporta come un normale dodicenne, perciò non devi prendertela se, ogni tanto, usa i tuoi punti deboli per farti inalberare. Dopotutto, l’affetto si dimostra anche così.”

“Lo so… ma quando ci sei di mezzo tu, perdo il controllo” sospirò Ragnhild, nascondendo per un momento il viso contro il suo torace.

Sthiggar sorrise a quelle parole e, nello scostarsi da lei, le sorrise incoraggiante prima di prenderla per mano e riaccompagnarla in mezzo al gruppo, dove Mattias ora attendeva pieno di contrizione.

Il giovane muspell, nel notarlo, domandò: “Ti sei pentito di aver parlato, amico mio?”

“Un po’. Urd mi ha detto che dovrei starmene zitto, a volte” borbottò Mattias, spiacente.

Sthiggar allora accentuò il proprio sorriso, si inginocchiò dinanzi al ragazzino per essere più o meno alla sua altezza e, pieno di serietà, mormorò: "Sento per tua sorella un profondo legame, e lei ha saputo trovare la forza per aprirsi a me quando maggiormente temeva di venire ferita. Questo suo coraggio mi ha permesso di scorgere la luce che è dentro di lei, e questa luce mi ha dato altresì la possibilità di risvegliare l'aura che pensavo non avrebbe mai potuto destarsi, su Midghardr."

"Come?" esalò lei, sorprendendosi nel sentirgli dire ciò.

Lui accennò un sorrisino al suo indirizzo prima di proseguire il suo monologo a beneficio di Mattias e, serio, aggiunse: “So che a volte, tra fratelli, viene spontaneo prendersi in giro e battibeccare, ma ti prego, non usare il suo legame con me per punzecchiarla. Stiamo entrambi affrontando un momento molto difficile.”

Mattias annuì contrito e si fece immediatamente triste, ma Sthiggar lo abbracciò dolcemente, terminando di dire: “Lei ti vuole un bene dell’anima ma, a volte, è fragile. Sei tu, allora, a doverla proteggere da quelle fragilità ed essere il suo Campione.”

“Lo farò. Scusami, Sthigg” gorgogliò dolente il ragazzino.

“Non c’è niente da scusare, Mattias. Davvero.”

A quel punto, anche Ragnhild si unì all’abbracciò e Snorri, nell’osservare il sorriso della regina e i suoi occhi lucidi, mormorò: “Oserei dire che è diventato grande.”

“Oh, direi proprio di sì” sussurrò la regina, asciugandosi le lacrime ribelli che sfuggirono ai suoi occhi.

***

Ragnhild stava ancora piangendo, quando disse imbronciata: "Mi hai fatto diventare una pappamolle. E di fronte a tuo padre, poi!"

Nell’osservare il gruppo di persone che stavano abbandonando la taiga per raggiungere il confine con la Norvegia, Sthiggar sorrise per tutta risposta e replicò con candore: "Guarda che mio padre stenderebbe tappeti d'oro al tuo passaggio, cara mia, per il solo fatto che hai saputo cambiare in meglio il suo figliolo.”

"Ah" gracchiò lei, facendo tanto d'occhi e smettendo così di piangere. 

"Ammetto di essere stato un po’ melodrammatico, con Mattias ma, a volte, è giusto che certe cose vengano dette. Inoltre, non ho che elencato la verità nuda e cruda, e tuo fratello doveva conoscerla" le spiegò quindi lui, asciugandole le lacrime con un gesti gentili.

"Puoi essere un po' vanaglorioso, te lo concedo" ammise a quel punto Ragnhild.

"Troppo buona" sorrise allora Sthiggar, tornando serio. "Quel che ho detto, comunque, è vero. Senza il tuo aiuto, non avrei trovato la scintilla dentro di me in grado di connettermi con Midghardr e, da lì, alla mia Fiamma, e di questo ti ringrazio. Ma ciò non vuol dire che io non senta anche altro, per te, oltre a riconoscenza. Vorrei fosse chiaro."

"Sei così gentile e premuroso che, a volte, mi dimentico che sei anche e soprattutto un uomo" motteggiò la giovane, tornando a sorridere.

Lui si accigliò appena, replicando: "In che senso, scusa? Dovrei essere più... fisico, nelle esternazioni?"

"Sono cresciuta in mezzo agli orsi, Sthiggar" ironizzò lei.

"Questo è vero. Forse, allora, dovrei fare questo" mormorò roco lui, guardandosi intorno per un attimo per poi sospingenrla contro una pianta perché i loro due corpi aderissero completamente. "E questo."

Ciò detto, si piegò su di lei per un bacio per nulla educato e, mentre le mani di Sthiggar risalivano lungo i fianchi, la sua lingua la depredò fino a farla sciogliere completamente sotto il suo tocco.

Scostandosi quel poco per poter parlare, Sthiggar allora domandò: "Così va meglio?"

Lei assentì rapida, aggrappandosi a lui per non cadere a terra e, con un risolino, esalò: "Hai ragione, il David dovrebbe nascondersi."

"Il che presuppone un problemino non da poco..." ridacchiò lui, scostandosi per poi poggiare la fronte contro quella di Ragnhild. "... non posso certo tornare in mezzo al gruppo, e al cospetto della regina, con un’erezione più che evidente nei calzoni, ti pare?"

Ragnhild scoppiò a ridere, strinse le sue braccia al collo di Sthigg e mormorò al suo orecchio: "Come fai a farmi sorridere ogni volta?"

"So chi sei" disse semplicemente lui.

Lei assentì, tornò a poggiare i piedi a terra - aggrapparsi a Sthiggar era un'impresa! - e, annuendo, ammise: "Non dici solo la verità. La vedi."

"Così parrebbe" ammiccò lui, afferrandola per le spalle per poi piazzarsela dinanzi e aggiungere: "Resta lì finché non te lo dico io."

Ragnhild assentì con un risolino e, insieme, tornarono in coda al gruppo camminando con molta, moltissima calma.

Mattias, che stava avanzando mano nella mano con Thrym, sorrise loro e li salutò con una mano ma, ben sapendo di non dover calcare la mano con la sorella, non disse nulla e tornò alla sua chiacchierata con il nuovo amico muspell.

Quando infine raggiunsero il gruppo, Odino si rivolse a Sthiggar e, facendo finta di non notare la strategica posizione di Ragnhild, disse: "Porgimi il braccio senza tatuaggio, ragazzo."

Lui assentì, allungandolo senza problemi e Odino, nell'incidere la propria mano e quella del muspell con uno stiletto, disse roco: "Sia cancellata la nera gabbia che si intreccia alla rossa fiamma. Il dio onniveggente così comanda."

Ciò detto, la divinità unì le due ferite e, subito, uno strano sfrigolio percorse il corpo di Sthiggar, portandolo a rabbrividire per diretta conseguenza. Nel notarlo, Thrym chiosò: "Passa tra un minuto, più o meno."

"Buono a sapersi. Mi sembrava di aver preso la scossa" esalò Sthiggar, grattandosi il braccio della mano incisa.

"Tutto bene?" domandò turbata Ragnhild.

"Ho sentito di peggio" ammiccò lui.

"Bene. Ora che potete almeno attraversare il confine, possiamo raggiungere le jeep e dirigerci verso le Isole Lofoten. Non abbiamo tempo da perdere, e le chiacchiere ormai stanno a zero" dichiarò Odino, sfregandosi le mani per l'impazienza.

Il gruppo assentì all'unisono e, senza indugiare oltre, riprese la via per la Norvegia senza alcun impedimento a bloccare i loro passi.

E, se mai gli jotun avessero attaccato un'altra volta, avrebbero trovato pane per i loro denti.

 

 

 

1 “Baffi di Ymir”: Ciò che rimane del corpo di Ymir, il primo Essere nato dal nulla che era Ginnungagap. I suoi baffi proteggono i confini della Terra dall’assalto dei mostri.

2 “… Frassino e olmo”: secondo il mito norreno, gli uomini sono stati plasmati utilizzando il legno di queste due piante.

 

 

 




N.d.A.: questa settimana ho postato due capitoli in più perché, per un po', sarò via e non potrò postare. Ci rivediamo verso metà agosto. 

  
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