Libri > Altro
Segui la storia  |       
Autore: ShanaStoryteller    09/08/2022    0 recensioni
[La Sirenetta]
La sirenetta è cresciuta.
Ma prendere il posto della strega del mare e diventare regina dettando le sue condizioni non era il modo in cui intendeva farlo.
Genere: Avventura, Guerra, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Traduzione | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Quando uscì dalle sue stanze il mattino seguente, Cetus era tornato nella sua forma di serpente argentato attorno al suo collo come una collana. Darius era lì ad aspettarla, e non ne fu sorpresa.

Fiona era lì, e ne fu sorpresa.

“Ciao.” Disse Tuyet, sorridendo.

Fiona non ricambiò il saluto e si limitò a fissarla stringendo le labbra, con gli occhi assottigliati agli angoli. “Ho visto la lettera per mia figlia.”

“Oh.” Che Fiona non volesse che Riley diventasse una dama di Tuyet? Avrebbe forse dovuto chiedere prima a lei? Non conoscere le usanze del posto era davvero sfibrante. Uno dei benefici di avere quelle dame al suo seguito tutto il tempo sarebbe stato quello di poter chiedere loro spiegazioni su ciò che per lei non aveva senso. “È un problema?”

Fiona si limitò a rimanere lì in piedi, e Tuyet si sentiva sempre più confusa. Alla fine, la sarta si chinò per saggiare i lembi della sua gonna. “È questo lo stile che desiderate?”

“Mi piace potermi muovere.” Disse lei. Indossava un vestito di seta grigio, solo che lo aveva modificato come gli altri, aprendo le spalle e tagliando degli spacchi lungo le cosce, portando un paio di leggings e stivali sotto. Le mancavano i pratici vestiti da pirata, ma così poteva muoversi, poteva combattere se necessario. Se non altro, la corona sulla sua testa era un’ottima arma contundente.

Fiona annuì e disse: “Bene.” Per poi allontanarsi.

Tuyet non era meno confusa di prima. Si voltò verso Darius e inarcò un sopracciglio.

Lui guardò il corridoio, controllando che Fiona avesse girato l’angolo prima di dire: “È molto, ciò che state facendo per Riley. L’hanno spostata nell’ala dei nobili la scorsa notte.”

“Sua madre è forse preoccupata perché non vive più con lei?” Gli domandò. “Anche Fiona può trasferirsi.” Non le era neanche passato per la testa che Riley si sarebbe dovuta spostare. Avrebbe dovuto ringraziare Isobel per aver gestito il tutto. Forse avere delle dame era una buona cosa; oltre che spiegarle cose, potevano occuparsi delle questioni da regina che a lei non importavano. Beh, Isobel e Riley potevano, ovviamente aveva altri piani per Maria e Ana.

“Fiona vi è molto grata per ciò che avete fatto.” Disse Darius. “In quanto dama della regina, non ha più importanza che Riley non sia nobile di nascita. Riuscirà a sposare un buon partito, qualche nobile minore.”

Se ciò che Riley poteva sperare di meglio era un matrimonio vantaggioso, Tuyet era sicura che ci fossero altre questioni in mezzo. Ma prese mentalmente nota di combinarglielo, se era ciò che Riley voleva, prima di andarsene. O perlomeno di chiedere a Elias di farlo in sua vece. Non voleva che la sua assenza rendesse le cose difficili per Riley, finendo per declassarla a servitù.

Darius spostò il peso da un piede all’altro. “Anch’io ve ne sono grato. Vi ringrazio per aver scelto Isobel.”

“Lei è già una nobile.” Sottolineò Tuyet. Non aveva bisogno anche lei di un buon partito, no?

Lui fece una smorfia. “Sì, ma nostro padre ha una certa reputazione, e i suoi genitori non sono di rango così elevato. È un bene per lei essere vista come parte della vostra casata.”

Tuyet fu quasi sul punto di domandargli com’era possibile che alcuni nobili fossero più importanti di altri, visto che nell’oceano il rango si basava su quanto in profondità un sirenide poteva nuotare prima che gli venisse un’embolia, ed era abbastanza certa che gli umani non aveva proprio questo metro di paragone, ma era certa che la risposta l’avrebbe o confusa o fatta infuriare, quindi tenne questo pensiero per sé. “Beh, è proprio dolce, e sono contenta di poter aiutare tua sorella. Anche se lei perlomeno mi ascolta, dunque in questo non vi assomigliate.”

Darius si limitò ad alzare gli occhi al cielo.

“Hai visto Elias?” Gli domandò. Uno dei vantaggi di avere la sua camera di fronte a quella di Elias era che le guardie lo vedevano andare e venire. Il fatto che al momento non ci fossero guardie fuori dalle stanze del re significava che se n’era già andato.

“Ha detto che andava nella sala riunioni dell’ala occidentale con i vostri,” Darius esitò, “ospiti.”

Oh, c’era già stata in quella stanza. Si incamminò e Darius rimase a mezzo passo di distanza da lei, il che era irritante ma le parlava senza alzare un polverone sul decoro, dunque decise di non farglielo notare. “Hai domande sui pirati.”

Rimase in silenzio, e Tuyet fu sul punto di sbottare quando lui disse: “Non riesco a capire come li avete trovati, figuriamoci convincerli ad aiutarci. Dovrebbero essere morti, e sono bellamente riusciti a convincere tutti, ma poi vi imbattete in loro per caso? E poi vengono in un posto dove potrebbero venire giustiziati o imprigionati? Non sono convinto che siano qui per aiutarci e che non stiano progettando di ucciderci e derubarci nel sonno.”

“Qualcosa del genere.” Disse lei. “Ho dato loro la mia parola che non sarebbero stati né giustiziati né imprigionati. Se non posso proteggere un paio di pirati, allora tutta questa questione della regina non ha molto senso, non ne convieni?”

Darius non sembrava ancora convinto, ma erano arrivati alla sala riunioni dell’ala occidentale, dunque si limitò a scuotere il capo. Avevano incontrato parecchie persone nei corridoi, e tutte lo avevano guardato con occhi sgranati e increduli. Anche se non potevano sentire cosa diceva, vedevano che parlava, il che a quanto pare era uno scandalo a sufficienza, anche se non sentivano le domande che le poneva.

La guardia di Elias li occhieggiava con un’espressione in volto che oscillava tra l’incredulo e il sospettoso. Tuyet gli rivolse un sorriso radioso e poi si rivolse a Darius. “Fa in modo che nessuno ci disturbi.”

Lui annuì e lei gli strinse il braccio con gratitudine prima di entrare.

Forse era meglio che le guardie dovessero rimanere fuori perché avrebbero dato di matto.

Elias si era tolto la sua giubba e la sua corona e stava combattendo contro Maria. Tiravano di spada mentre Ana e John facevano da spettatori, con Ariana che dormiva in una culla di vimini che qualcuno aveva recuperato chissà dove. Per un momento, Tuyet si domandò se avrebbe dovuto preoccuparsi visto che combattevano con spade vere, ma entrambi sapevano il fatto loro, e non le sarebbe costato poi molto ricucire un arto o due se necessario.

“Ho interrotto un incontro molto serio, vedo.” Disse lei, mettendosi vicino a John.

Ana la salutò con la mano. “Il vostro re ha insistito per aspettarvi prima di discutere seriamente, ma era uno spreco di tempo rimanere seduti a parlare. Dopo tocca a me.”

Tuyet ignorò il modo in cui le parole di Ana le avevano fatto fiorire un calore nel petto. “Aspettate da molto?”

Ana scosse il capo. John disse: “Ci svegliamo col sole, ma Re Elias ci ha convocati circa un’ora fa. Io ero in città per controllare la ciurma.”

“C’è bisogno che punisca qualcuno?” Domandò lei. Forse avrebbe dovuto capire come funzionavano le pene lì. Oppure avrebbe potuto lasciare che se ne occupasse Elias, solo che non sembrava che avrebbe punito qualcuno con il tipo di autorità che lei avrebbe approvato. Forse poteva allenarlo in tal senso? Avrebbe potuto prendergli un cane o qualcosa a cui potesse dire cosa fare senza testimoni che vedessero quanto fosse pessimo a farlo.

John scosse il capo. “Sono stati sistemati in una delle locande. Si sono rivelati un grattacapo al mercato, ma era da molto che non scendevano a terra. Si stanno crogiolando nella loro reputazione di temibili pirati.”

Tuyet inarcò un sopracciglio. Voleva che la ciurma fosse la benvenuta, ma non a costo della sicurezza della sua gente. Se doveva legare l’intera ciurma e sbatterla nelle segrete per evitare che venissero tormentati o che tormentassero, l’avrebbe fatto.

“Sono disperati e flirtano in modo patetico.” Chiarificò Ana. “Credo che abbiano imbastito una gara su quanta gente del posto riescono a portarsi a letto. Immagino che pensino che le storie di guerra facciano colpo su ragazze e ragazzi carini.”

“Ma davvero?” Domandò Tuyet. Parlare della distruzione che aveva causato non sarebbe certo stata la sua prima scelta per attaccare bottone, ma non era un’esperta su quel fronte.

“Dipende.” Disse John. “A volte. Con me ha sempre funzionato.”

Ana gli diede una pacca sulla coscia e lasciò la mano lì. “E sei molto carino, tesoro.”

Ci fu un urlo e un tintinnio, e Tuyet alzò lo sguardo vedendo Elias con le mani in alto e Maria con la punta della spada alla sua gola. Ana e John applaudirono e Tuyet poggiò le mani ai fianchi. “Elias, davvero?”

“È molto brava!” Disse lui mentre Maria abbassava la spada, con un ghigno sulle labbra passandosi il braccio sulla fronte. “Sei molto brava.”

“Ho fatto molta pratica.” Disse lei compiaciuta, poi si accucciò per recuperare la spada di Elias e rendergliela. “Sei abbastanza bravo per non aver avuto molta esperienza in combattimento.”

Tuyet conosceva un sacco di persone che si sarebbero offese per un commento simile. “Immagino che, rispetto a te, io non abbia molta esperienza.” Disse lui con grazia.

“Tocca a me!” Disse Ana, saltando in piedi con foga per dare il cambio a Maria.

Elias sollevò la spada, ma John disse: “Non mi sembra giusto nei suoi confronti, visto che ha appena combattuto con Maria.”

Ana ci pensò su e cambiò presa della spada dalla sinistra alla destra, portando la sinistra dietro la schiena. “Meglio?”

“Temo che mi farà fare solo una pessima figura quando mi batterai comunque, ma apprezzo la cortesia.” Disse Elias, poi le loro spade danzarono nell’aria, riempita dal suono ovattato del metallo contro metallo.

“Vuoi imparare?” Le chiese John, e le ci volle un momento per distogliere lo sguardo dallo sparring per capire che parlava con lei. “O non è il combattimento che guardi?”

Elias era bello così, ma era bello tutto il tempo. Parlò piano, cosicché non la potesse sentire: “Non rimarrò a lungo, credo.”

“Potresti.” Disse lui.

“Non ho un cuore umano, nemmeno uno difettato.” Disse lei. “La mia magia raggiungerà il suo limite e dovrò tornare nell’oceano.”

Lui si limitò a fare un verso di assenso, ma non sembrava molto convinto. La sua magia doveva sembrargli immensa, soprattutto se era stato un normale tritone, ma perfino le zone più profonde dell’oceano avevano un fondo.

Maria si sporse, posando la mano sulla spalla di John per tenersi in equilibrio. “Se vuoi imparare, posso insegnarti. Hai un corpo veloce e forte. Penso che impareresti in fretta.”

Sembrava uno spreco passare il poco tempo che aveva così, a imparare un’abilità che non avrebbe potuto usare nel mare, ma disse comunque: “Va bene.”

Un altro tintinnio e Tuyet sollevò lo sguardo vedendo Elias nella stessa posizione di prima, mani alzate e spada alla gola. Non sembrava turbato dalla sconfitta, ma sospettoso. Ana abbassò la spada e lui si rivolse a Maria: “Stavi giocando con me!”

“Un poco.” Ammise lei. “Ma solo perché mi piaceva combattere con voi. Abbiamo cercato di mantenere un basso profilo per un po’ e la ciurma non vuole più allenarsi con me, quindi i miei compagni di sparring sono o John o Ana.”

Elias si rabbonì e disse: “Mi farebbe piacere allenarmi con lei quando lo desidera, Miss Freeman.”

“Rimpiangerete quest’offerta.” Disse lei, ma era evidente che fosse emozionata all’idea.

“Non credo.” Disse lui. “Ma in ogni caso, credo che abbiamo rimandato a sufficienza. Avete la lista?”

John allungò il braccio dietro di sé e sollevo una pergamena. La srotolò poggiandola sul tavolo, e tutti si raggrupparono lì intorno. Era una lunga lista di nomi; Tuyet ne riconobbe alcuni, ma molti no. Erano tutti i capitani pirata che lui e le sue mogli pensavano che navigassero di frequente nelle acque vicine. Era una lista lunga.

“Mi ci vorrà almeno una settimana.” Sospirò lei.

“Solo una settimana?” Le domandò John, con un livello di incredulità che non era sicura le piacesse. “Ci sono circa un centinaio di nomi qui sopra.”

Lei fece spallucce, anche se Cetus si mosse sulla sua gola, toccandole il lato del collo in un modo che Tuyet interpretò essere assenso con John, quindi lo ignorò. “L’incantesimo di trasporto è molto più semplice quando devo usarlo solo su di me e non su una nave. Inoltre, posso lanciare un incantesimo di tracciamento prima di partire per raggrupparli in gruppi invece di andare da una parte all’altra dell’oceano, e questo renderebbe gli spostamenti più semplici.”

“Ne sei sicura?” Le domandò Elias. “Mi sembra faticoso per te.”

“Sembra qualcosa di impossibile se non ti avessi vista spostare la mia nave.” Aggiunse John.

Non alzò gli occhi al cielo, ma quasi. “Sentite, toglierci i pirati di torno è la parte più facile. Sono la strega del mare, sono terrorizzati da me, come dovrebbero esserlo. Spaventarli con minacce non è una soluzione a lungo termine, ed è per questo che non l’avevo fatto, ma li terrà lontani per un po’. Visto che non dovremo preoccuparci di difendere l’isola dai loro attacchi, saremo in una posizione migliore per colpire chi sta attaccando davvero la nostra isola. Sei certo che Kia organizzerà il ballo come richiesto? E che parteciperanno tutti?” A dire il vero, stava più chiedendo se Elias era sicuro di potersi fidare del fatto che quel regno isola non cospirasse contro di loro.

Lui dovette capirlo perché sospirò. “È stato uno dei pochi alleati a mandarci provviste, come da trattato. Inoltre, siamo sempre stati in rapporti amichevoli, e il loro attuale Re è un mio cugino, per quanto lontano. Non che questo fermerebbe chiunque, ma non ho motivo di dubitare né di lui né della sua isola.”

“E tutti gli altri verranno?” Ripeté Maria. “Kia non è molto grande. È possibile che gli altri regni snobbino il loro invito.”

Elias scosse il capo. “Non succederà. L’isola è piena di raffinerie, molti regni esportano lì le loro materie prime per trattarle. Non avrebbe senso fare storie per qualcosa di così poco importante come un ballo. Anche se non sono certo che fare questa cosa a una festa, tra tutti i momenti, sia l’idea migliore.”

“È l’unica idea che si adatta ai nostri scopi.” Disse Tuyet. “Devono essere tutti nello stesso posto per capire chi fa parte di questa storia e chi no, e i regni che ti sostengono devono condannare quelli che hanno agito contro di te, pubblicamente e in fretta. Non può funzionare se sono ognuno nel proprio paese, e non viaggerebbero mai per negoziare la pace sapendo che è per te. Farli partecipare a una festa con l’inganno è il modo migliore per raggrupparli, con il bonus aggiuntivo di coglierli di sorpresa, quando invece parteciperebbero a dei negoziati già con la guardia ben alta.”

Elias aveva ancora le sopracciglia aggrottate. “Sembra comunque un poco subdolo.”

Quella volta Tuyet non riuscì a non sollevare gli occhi al cielo. “Perché lo è. Sei un re ora, a volte devi essere meno che onesto per far funzionare le cose. Non puoi pensare di regnare tutto il tempo con onestà e rettitudine in tutto, non farai mai niente così.”

“Giusto.” Disse lui lentamente, rivolgendole una strana occhiata che Tuyet non comprese del tutto. Non la stava contraddicendo, dunque non capiva dove fosse il problema.

“Ma non così disonesto e falso da comprare tutti i pirati di questa parte di oceano per fargli attaccare i tuoi nemici per poter violare i trattati senza farsi beccare.” Aggiunse Ana.

Tuyet annuì. “Giusto. C’è un equilibrio.”

“Un equilibrio.” Ripeté lui lentamente. “Va bene.”

Capiva che fosse difficile per lui, forzato nel ruolo di re prima del tempo, ma non capiva come pensasse di governare un regno senza comportarsi da re. Lei era la più giovane delle sue sorelle, dunque pensava che non avrebbe mai dovuto regnare, ma era stata cresciuta per quello, cresciuta per sedersi sul trono se necessario, cresciuta con un senso di diritto nei confronti dell’oceano e del posto che vi occupava.

Non capiva come mai non fosse così per Elias né come insegnarli a cambiare, insegnarli che quella gente era sua, che quel regno era suo. Suo da proteggere, suo da custodire, ma che gli apparteneva al tempo stesso.

“Inizierò questa notte.” Disse. “Posso fare ora la chiaroveggenza e poi pensare a un piano di attacco.”

“Quindi sgattaiolerai via anche stanotte?” Le domandò Elias.

“Devo, no?” Domandò lei. “Tutti si innervosiscono quando me ne vado, e penso che sarebbe strano se stessi fuori tutta la notte. Perlomeno ora so come uscire.” Forse avrebbe dovuto dare istruzioni a Isobel così che non le venisse un infarto quando si calava sul suo balcone.

John incrociò le braccia. “Va bene, ma quando pensi di dormire? Anche tu ne hai bisogno ogni tanto.”

Era vero, anche se avrebbe desiderato il contrario. Soprattutto in quel momento, quando si costringeva in forma umana, e quella forma aveva bisogni umani da assecondare se voleva conservare la sua magia in modo efficace. “Ci penserò. Non ho bisogno di dormire quanto un umano.” Un paio di ore a notte erano sufficienti, se non l’ideale. “Le regine fanno pisolini?”

“Le regine fanno ciò che vogliono.” Disse Maria, il che era un ottimo punto. “Però non fareste una bella figura ad addormentarvi nel bel mezzo della giornata. Fortunatamente, avete una scusa pronta per sparire un paio d’ore nel bel mezzo della giornata che non è affatto male. È per il bene del regno, dopotutto.”

Il sorrisino di Maria era pericolosamente vicino al diventare lascivo. Ana e John risero ed Elias arrossì. “Quale?”

Ana si sporse per dare un colpetto allo stomaco di Tuyet e lei ne fu così confusa che non la fermò neppure. “Uno dei doveri più importanti di una nuova regina è di dare un principe al regno. Dopotutto, guardatevi, nessuno penserebbe che il loro neo-maritato re abbia problemi a tenere giù le mani da sua moglie.”

Oh, adesso capiva. “Non è brutto sparire nel bel mezzo del giorno, nel bel mezzo di una guerra, per fare sesso?”

Maria fece spallucce. “Vogliono un re felice e una linea di successione assicurata. I consiglieri ne saranno entusiasti.”

Odiava i consiglieri. Se non avesse reso la vita di Elias più difficile quando se ne sarebbe andata, li avrebbe licenziati tutti. Beh, un paio erano utili e seguivano i suoi ordini senza protestare, ma in generale causavano tutti più problemi di quanti ne risolvevano.

“Va bene.” Concordò lei. “C’è un orario prestabilito per questo genere di cose?” Gli umani erano così strani. Avrebbe potuto passare lì il resto della sua vita e non pensava che li avrebbe mai capiti.

“Prestabilito non direi.” Disse John, e lei gli lanciò un’occhiataccia perché era chiaro che si stesse trattenendo dal ridere. Non capiva cosa c’era di così divertente, ma non le piaceva non saperlo. “Ma dopo pranzo forse si noterebbe meno.”

“Può andar bene per te?” Chiese Tuyet a Elias. “Dovrai stare nelle tue stanze con me, altrimenti la bugia verrà smascherata prima o poi.”

Si dovette schiarire la voce prima di dire: “Nessun problema.”

Ana sbuffò col naso ed Elias le lanciò un’occhiataccia ma lei gli rispose con un sorriso radioso.

Umani.

***

Riley le era così riconoscente da metterla un poco a disagio, cosa che lei dovette notare perché la smise, continuando a sorriderle con un sorrisino soddisfatto, il che non era così male. Vestita un abito diverso, complicato, opulento e rigido per i ricami, che riusciva a risultare vistoso senza essere eccessivo. Essere la figlia della sarta aveva dei lati positivi, dopotutto.

Isobel lo nascondeva meglio, ma aveva preso il suo ruolo di dama molto seriamente, e quando passano vicino ad altri nobili, li guardava a stento in un modo che doveva essere intenzionale, soprattutto considerate le occhiate inviperite e gelose che le lanciavano alle spalle.

A quanto pareva, essere una delle dame della regina era un grande onore nonché status symbol. Tuyet pensò che per qualcuno che era stato guardato dall’alto in basso a corte per le azioni di suo padre, quella vittoria fosse ancora più dolce.

Bene. Avere qualcuno che partecipava alla politica di corte significava avere qualcuno che gliela poteva spiegare.

Sembrava che gran parte del loro lavoro fosse seguirla nel caso in cui decidesse di aver bisogno di qualcosa e non ci fossero dei servitori nei dintorni, il che era un poco ridicolo. Solo che averle con lei era perfetto perché Riley conosceva tutta la servitù e Isobel la nobiltà, dunque unendole conoscevano tutti, ed era proprio ciò di cui Tuyet aveva bisogno perché lei non conosceva nessuno. Passava la maggior parte della giornata girovagando per il palazzo, cercando di capire dove fossero le cose e facendosi presentare più persone possibili dalle sue dame, anche se ciò rendeva la servitù molto nervosa. Non sarebbe rimasta a lungo, ma fino ad allora, quel posto era la sua casa e doveva sapere dov’erano stanze come la sala da ballo e il ripostiglio delle scope.

Quella notte, srotolò la mappa, vagliando le sue opzioni. Era pregna della sua magia e brillava dell’incantesimo di locazione nell’oscurità della stanza. Cetus era accoccolato vicino alla mappa, saggiando l’aria con rapidi e curiosi schiocchi di lingua.

Aveva usato una mappa datata di un paio d’anni visto che usare l’incantesimo di locazione l’avrebbe resa comunque utilizzabile anche dopo aver interrotto l’incantesimo, dunque i luoghi erano sbagliati solo di poco. Fortunatamente, conosceva il mare e poteva sopperire ai punti non del tutto corretti sulla mappa.

A dire il vero, nessuna delle loro mappe era completamente giusta. Aggiunse il disegnargliene una nuova alla lista onnicrescente di cose da fare prima di andarsene.

“Cosa ne pensi, Cetus?” Mormorò, passando le mani sulla mappa e sui piccoli puntini che simboleggiavano i pirati che doveva intimidire. “Dal più lontano al più vicino?” Più rimaneva sulla terraferma e più si indeboliva. L’incantesimo di trasporto non la drenava troppo, ma non che darsi qualunque vantaggio riuscisse a mettere insieme potesse nuocere.

Cetus toccò col naso un punto in particolare, non uno che lei avrebbe scelto, poi strisciò lungo la mappa come se stesse solcando le onde e aprì le fauci snudando i denti alla mappa.

“Vuoi aiutarmi?” Gli chiese. “Ne sei sicuro? Non devi.”

Lui si limitò a sbattere le palpebre.

“Giusto, sei molto vecchio e molto potente, e puoi decidere da solo.” Disse lei. Le avrebbe reso il lavoro più semplice, e pensò che forse era per questo che lo faceva. “Grazie. Sei pronto a partire?”

Cetus sibilò piano e lei gli porse la mano per farlo arrotolare intorno al polso.

Aprì la finestra, lanciò una veloce occhiata ai dintorni per assicurarsi che nessuno la stesse guardando, poi saltò fuori e atterrò piano sul balcone di Isobel.

La portafinestra non era chiusa a chiave e Isobel era ancora sveglia quando Tuyet entrò. Era seduta a letto a leggere e si finse stupendamente non spaventata, anche se Tuyet l’aveva avvertita. “Vostra altezza.” La salutò, scendendo dal letto per farle una reverenza o qualcosa di altrettanto innecessario.

“Non preoccuparti, non serve che ti alzi.” Le disse Tuyet. “Buona notte.”

Isobel sospirò e riaffondò nei cuscini, riprendendo in mano il libro. “Anche a voi, vostra altezza.”

E così fu.

Era molto più facile spaventare pirati a dorso di un gigantesco mostro marino argentato, e quasi non dovette usare la magia con quelle sue zanne gocciolanti che incombevano sui capitani terrorizzati.

Anche Cetus si divertì, quindi vincevano proprio tutti.

***

Note dell’autrice:

Spero che vi sia piaciuto!

   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Altro / Vai alla pagina dell'autore: ShanaStoryteller