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Autore: LondonRiver16    14/08/2022    0 recensioni
“Ho solo cercato di proteggere delle vite innocenti, quel giorno” fremetti, ancora nudo dalla cintola in su, ancora scosso per una punizione che ormai mi era entrata sottopelle e sarebbe sempre stata parte di me. “Un amore.”
La sua esitazione durò solo un battito di ciglia.
“Erano le vite sbagliate. Un amore sbagliato” decretò lapidario. “Tu fai parte di una famiglia privilegiata, Arlen. Questo comporta sacrifici. Comporta non poter scegliere chi amare. Ti rendi conto di quanto sia grave ciò che è successo? Questo tipo di scosse politiche può risolversi in un’onda come in un maremoto. Se vogliamo che l’Accademia e assieme a lei l’intero Continente rimanga stabile, questi errori da principianti non possono e non devono essere commessi. Un abbaglio può costarci ogni cosa.”
Genere: Angst, Drammatico, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash
Note: Lemon | Avvertimenti: Tematiche delicate, Violenza
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VIII. Tre fratelli

(seconda parte)

 

Per l’attimo più lungo della mia vita, dimenticai come far arrivare l’aria ai polmoni. Mi persi nella voragine cerulea degli occhi dell’uomo che fino a quel giorno avevo chiamato padre senza il minimo sospetto che un appellativo talmente semplice, talmente familiare potesse nascondere una bugia tanto amara da perforarmi lo stomaco. Rimasi senza fiato, assalito da innumerevoli particolari e ricordi della mia vita che davano ragione alle parole di Morven, privandomi di ogni certezza mi avesse sostenuto fino a quel momento. I miei occhi verdi e la pelle olivastra, come prima cosa, dovevano essere segni delle origini di mia madre.

Solo dopo qualche secondo mi resi conto che avevo tutti gli sguardi dei presenti addosso. Ero figlio di un ammirevole curatore sacrificatosi in battaglia per salvare la vita del fratello. Cercai di trattenere l’emozione, ma la nota commossa che io stesso percepii nella mia voce tradì il terremoto che mi aveva travolto.

Se mio padre è morto in guerra, che ne è stato di mia madre? Perché siete stati solo voi a crescermi?”

Fu la donna che aveva curato tutte le mie sbucciature alle ginocchia a rispondermi, dopo aver allungato il braccio attraverso il tavolo, verso di me, e aver posato una mano pallida sulla mia.

“Eireen ti diede alla luce qualche giorno dopo il solstizio d’inverno dell’anno di quella battaglia, l’anno in cui la guerra finì. Dopo la morte del marito non era più la stessa, non superò mai il lutto. Il dolore la rese quasi del tutto distaccata perfino nei confronti del primo figlio, per quanto lo amasse. Per non contare il fatto che era dimagrita molto e la gravidanza venne portata avanti con difficoltà” mi raccontò Esyld, nella cui voce si percepiva l’amarezza malgrado stesse facendo del suo meglio per incoraggiarmi. “Purtroppo il suo corpo debilitato non resistette al parto e lei ci lasciò, ma tu nascesti sano. Un amico di tuo padre ti affidò a Morven e a me per poi partire assieme a tuo fratello maggiore Aidan, che allora aveva appena tre anni, per portarlo al Sud, farlo crescere fra la gente di tua madre e istruirlo come curatore, come Ian aveva lasciato scritto in caso gli fosse successo qualcosa di irreparabile.”

Assimilando la tragicità di quelle informazioni come diversi pugni in pancia, abbassai il capo e svuotai del tutto i polmoni, rimanendo a fissare il pavimento a occhi sbarrati per qualche secondo. Avevo la bocca aperta a testimoniare la mia indecisione riguardo alla domanda alla quale concedere la precedenza, il dubbio da colmare per primo fra tutti quelli che mi facevano pulsare le tempie.

Perché portare via solamente mio fratello e lasciare me qui?” scelsi infine, cercando di immaginarmi il viso del parente di sangue che non avevo mai conosciuto e non riuscendo a trovargli degli occhi. “Perché separare la famiglia in questo modo se anch’io sono figlio di Ian?”

Contro ogni mia aspettativa, Morven accennò un sorriso storto, abbracciando vecchi ricordi da cui fui precluso, ma mi rispose con tono amabile.

Tuo padre aveva deciso del futuro che desiderava per tuo fratello soltanto perché non ebbe il tempo utile per pensare al tuo. Forse Karim si sarebbe potuto occupare anche di te, ma...”

Ma non dimenticare,” intervenne Esyld, “che ai tempi tu eri solo un neonato, bisognoso delle cure di una donna. Quando nascesti, Kenneth aveva un paio di settimane di vita e io ero quella che si dice la candidata ideale per farti da madre. Avresti rischiato di non sopravvivere al viaggio che Karim insistette per intraprendere al più presto. Noi avremmo voluto che anche Aidan rimanesse con noi, dopotutto eravamo l’unica famiglia che avesse mai conosciuto. Ma quell’uomo si intestardì per far valere il testamento di Ian e ci ritenemmo fortunati per aver potuto adottare almeno te.”

Alla fine mi limitai a ricambiare il suo sorriso, sollevato, e ad accogliere come miele le sue parole di conforto. Il mio cuore non era ancora sereno – e forse non lo sarebbe stato mai più – ma avevo bisogno di tempo per elaborare tutto ciò che avevo sentito.

Fosti un dono più che gradito per me e Morven, Arlen. E credimi quando ti dico che Ian sarebbe fiero della persona che sei diventato.”

Quando Morven cominciò a torcersi nervosamente le mani, facendo scivolare un palmo contro l’altro con finta noncuranza e finì con l’incontrare il suo sguardo glaciale, Devin comprese che era arrivato il suo turno e inconsciamente si ritirò un poco verso lo schienale della sedia.

La storia della tua nascita, Devin, è forse la più complicata” mormorò l’uomo fra un respiro profondo e l’altro, non badandoci. “Ma anche tu hai diritto a non essere più tenuto all’oscuro su una faccenda tanto importante come le tue origini.”

Sono figlio di Connor Terzogenito?” azzardò il ragazzo, ormai poco sorpreso.

Esattamente.”

L’uomo piantò gli occhi severi in quelli apparentemente neutri di Devin, della stessa tonalità cerulea.

Sei figlio del più inguaribile ribelle testardo che io abbia mai visto calpestare queste terre. Essendo nato ben cinque anni dopo di me, sia io che Ian lo vedemmo sempre come un bambino. Certo gli volevamo bene, ma ai nostri occhi rimase sempre un marmocchio col quale molto raramente parlavamo senza scherzare o schernirlo in qualche modo. D’altronde, non avemmo il tempo di vederlo crescere.”

A quel punto vidi le gote di Devin perdere colore fino ad assumere un pallore febbrile.

È morto anche lui?”

Non posso affermarlo con certezza. Però ho paura di non poterti neppure assicurare che sia vivo” replicò l’uomo a bassa voce, come se stesse rivivendo il passato all’interno della sua mente per prepararsi a discuterne. “Sappi che quasi tutto ciò che so di questa storia mi fu raccontato a mia volta da terzi, quindi ti prego di perdonare le mie manchevolezze.”

Devin annuì, riuscendo a stento a riassumere l’espressione intoccabile che lo contraddistingueva fin dall’infanzia. Sedeva di fronte a me, cosicché notai che una goccia di sudore iniziò a scorrergli lungo l’attaccatura dei capelli nel medesimo istante in cui le prime avvisaglie del temporale cominciarono a percuotere il fine vetro colorato delle finestre.

Ci perdemmo così nelle parole acri di Morven, avidi di sapere cosa rendeva Connor Terzogenito un argomento tanto arduo da affrontare.

L’ultima volta che vidi mio fratello minore fu il giorno in cui mi sposai, quando cioè aveva appena quindici anni. Non c’è bisogno che te lo descriva in aspetto, Devin: guardati allo specchio e vedrai tuo padre, un po’ più uomo di come lo lasciai.”

I capelli” s’intromise ancora Esyld, accennando alla chioma castana di Devin. “Ricordo che i capelli di Connor erano dello stesso biondo di vostra madre, Morven. Devin deve avere i capelli di sua madre.”

Il grugnito di Morven risvegliò il sospetto di Devin, che fece spaziare più volte lo sguardo dall’uomo a sua moglie, rapido, cercando di scoprire nei loro occhi ciò che pareva aver reso gli schienali dei loro scranni improvvisamente scomodi come letti di chiodi.

Chi era mia madre?” si decise infine a domandare.

A quanto mi raccontò vostra nonna al mio ritorno a casa dalla guerra, con gli anni in Connor crebbero la prepotenza, la cocciutaggine, il desiderio di prevalere su tutti e di distinguersi dalla massa. Non nel modo più sano, però. All’alba dei diciott’anni mise incinta una ragazza del paese, una donna con cui passò una notte soltanto, e i nostri genitori lo vennero a sapere senza grosse difficoltà.”

Fece una pausa per grattarsi il mento con aria indifferente e io immaginai il cuore di Devin piombare nel vuoto alla stessa stregua del mio, mentre il pianto di quella ragazza bionda distesa nuda contro il corpo di mio fratello nel tanfo di una stalla mi rimbombava nelle orecchie, rendendo fastidioso lo scranno su cui ero seduto.

Ricordare mio padre equivale a riportarmi indietro a interminabili notti di pioggia torrenziale durante le quali io e Ian dovevamo allenarci all’aperto nonostante il gelo. Ma ricordo anche discorsi profondi ascoltati dopo cena, davanti al fuoco, e il suo senso del dovere.”

Morven cercò gli occhi di Devin, dandogli per una volta la precedenza rispetto a me e Kenneth.

Era un uomo con principi ben radicati nell’animo e badava che anche noi figli li rispettassimo col suo stesso rigore. Era equo, ma severo con noi non meno che con chiunque altro.”

Per questo non esitò a punire Connor, esiliandolo non appena la verità venne appurata. Da quel giorno Connor non è più tornato a casa, neppure dopo che la notizia della morte di nostro padre, qualche anno dopo, attraversò il continente.”

Non c’è da stupirsene, dato che l’esilio è a vita” osservò Devin, statico.

Sensibile come sempre alle emozioni delle persone che le stavano attorno, Esyld allungò le dita affusolate sopra la mano destra di Devin, così come aveva fatto con la mia, e gli offrì la consolazione del suo punto di vista.

Se solo fosse tornato, non saremmo stati tanto intransigenti quanto lo fu tuo nonno a suo tempo.”

Cercò gli occhi del marito in cerca di appoggio.

Morven si sarebbe seduto in questa sala e assieme a lui avrebbe parlato di perdono.”

L’uomo incrociò tra loro le dita delle mani per poi appoggiarsi allo schienale del seggio con un’espressione combattuta.

“Nonostante io non la pensi troppo differentemente da mio padre, credo che trattandosi di un parente così stretto avrei acconsentito a rifletterci sopra.”

Forse è proprio per questo motivo che non ha ardito fare ritorno” azzardò allora Devin, tornando alla carica. “Sapeva di avere un fratello che non avrebbe dimenticato facilmente il suo errore di gioventù.”

Errore! esclamò Morven, sgranando gli occhi. “È a causa di quell’errore che nascesti tu, Devin. Non si trattò di un diverbio né di un’impertinenza, ma di lasciarsi alle spalle tutte le responsabilità che uno Hjallmar sa di avere, mirando al mero piacere che può derivare dal rapporto occasionale con una donna. Spiacente, ma mai sono stato e mai sarò pronto a ignorare facilmente certi errori.”

Spiazzato, Devin allontanò lo sguardo dagli occhi infuocati dell’uomo e finì col posarlo sulle proprie ginocchia, mordendosi un labbro per costringersi a tacere, a non ribattere una volta di troppo.

Poiché ero l’unico a conoscere il suo segreto, solo io potei accorgermi del fatto che non stava mettendo in campo la propria testardaggine solo per difendere il ragazzo che suo padre era stato, ma più che altro se stesso dalle medesime accuse, recuperate dalla sua coscienza dal fervore di Morven e gettategli addosso senza pietà.

Mia madre” bisbigliò dopo alcuni istanti, dandomi l’impressione di vergognarsi. “Che ne è stato di lei?”

Secondo le nostre leggi avrebbe dovuto essere giustiziata per il semplice fatto di aver giaciuto illegalmente con un uomo di lignaggio superiore, ma tua nonna convinse il marito a risparmiarla per rispetto della creatura che portava in grembo, affermando che era l’unica innocente in quella faccenda. Non ne sapemmo più niente finché, la sera del solstizio d’inverno, quella donna bussò alla nostra porta.”

Era vestita di stracci, sudicia ed esausta, ma tu dormivi serenamente fra le sue braccia, nato da poche ore” proseguì sua moglie, senza nascondere la commozione negli occhi lucidi. “Ci pregò di prenderti con noi nonostante il tuo sangue non fosse del tutto puro. Disse che restando con lei saresti andato incontro a morte certa, poiché lei non era che una ragazza della plebe e non possedeva il denaro necessario a mantenere un figlio da sola.”

“E voi accettaste per pietà” completò Devin, muovendo appena le labbra con un che di feroce.

Accettammo perché, nonostante tutto, ai nostri occhi apparivi come un membro della famiglia.”

Sono solo un bastardo.”

Quell’unico sussurro pregno di un odio di tutt’altra natura mi raggiunse il cuore e lo fece sanguinare tanto da spingermi a scattare in piedi per dare libero sfogo alla mia indignazione.

Non devi dirlo. Sei un discendente del fondatore dell’Accademia quanto me e Kenneth. Hai tutto il diritto di ricevere un’educazione degna di questo titolo, di vivere sotto questo tetto, di chiamarti Hjallmar” reiterai, utilizzando l’antico nome di famiglia così come aveva fatto nostro padre. “Non pensare neanche per un secondo di non esserne degno.”

Lui si limitò a fissarmi per alcuni secondi, spaventandomi con la sua immobilità, poi tornò a guardarsi le ginocchia senza lasciar trasparire i propri pensieri.

Infine si alzò in piedi a sua volta, ben attento a tenere il capo chino.

Chiedo il permesso di ritirarmi. O ci sono altri piccoli particolari del mio passato che mi avete tenuto nascosti per timore e che ora siete pronti a rivelarmi con tanta magnanimità?”

Pensavo che avresti avuto più domande da pormi” confessò Morven, interdetto. “Ma se non è così, non ho motivo di trattenerti.”

Allora, senza sprecare una parola in più per augurare la buonanotte, Devin lasciò la stanza a passi veloci, chiudendosi alle spalle il portone con fermezza.

Morven rimase a fissare il battente dietro il quale era scomparso fino a che i suoi passi che si allontanavano non terminarono di scandire i secondi. Poi archiviò la faccenda con un cenno della testa e si rivolse a me con benevolenza.

Come ti senti, figliolo?”

In concreto, non molto diverso da quando credevo di conoscere tutta la mia famiglia,” buttai lì con un sorriso, per poi aggiungere con qualche riserva: “signore.”

Lui accolse la mia insicurezza con una piccola smorfia che si affrettò a camuffare da mezzo sorriso.

Credi che riuscirai ancora a chiamarmi padre?”

Nulla è cambiato” mentii spudoratamente, forse con l’unico obiettivo di cancellare quell’espressione contrita dal suo volto. “Ora so chi mi ha messo al mondo, ma per il resto… sono ancora la stessa persona che ero stamattina, così come lo siete voi.”

Mi aspettavo un sorriso, ma lui rimase ad osservare il muro a braccia conserte, perso in ricordi che oramai non condivideva più con alcuna persona viva e nei quali noi tutti lo lasciammo navigare finché non ne riemerse, svuotato e con gli occhi rossi per la stanchezza.

Un giorno ti parlerò di tuo padre” mi promise allora, annuendo. “Ti parlerò delle paure che da bambino mi confessava durante la notte, di come covava in segreto la sua aspirazione di diventare curatore, del suo valore, della sua generosità e del sentimento ineguagliabile che lo univa a tua madre e lo ha reso insonne per molte notti, al fronte. Ti dirò tutto, ma non stanotte. Stanotte non potrei rendere onore alle sue gesta col giusto riguardo.”

Padre” lo chiamai allora, turbato. “Perché non fate la stessa cosa per Devin? Forse sentir raccontare di suo padre lo aiuterebbe a comprendere e a superare questo momento. Anche il poco che ricordate di vostro fratello Connor potrebbe essere d’aiuto, ne sono certo.”

La sua bocca si fece più sottile e nelle sue guance tornò a diffondersi il lividore. Nel discorso che seguì non potei fare a meno di avvertire il dramma di mio fratello Devin bruciare più che mai sulla mia stessa pelle.

Mi dispiace, Arlen” sospirò l’uomo, pur non apparendo per niente addolorato. “Vostra madre mi ha chiesto di non dirlo di fronte a Devin per non ferirlo più del necessario, ma la verità è che io, come mio padre, non ho mai perdonato mio fratello minore per ciò che fece. Penso invece che fu corretto punirlo con l’esilio e che, se tornasse chiedendo asilo, non glielo concederei.”

Di fronte allo stupore mio e di Kenneth, che ci trovammo entrambi sul punto di subissarlo con altre domande, curvò un angolo della bocca in una specie di sorriso volto a consolare se stesso.

Voi siete giovani e posso comprendere come per voi sia difficile capire il motivo di tanto risentimento. Ma il fatto che si tratti di mio fratello non cambia la sua colpa e gli effetti che ebbe in passato e ha tutt’oggi. Al solo ricordo di Connor mi prudono le mani. E purtroppo, essendo Devin il sosia del ragazzino che conobbi, io…”

Morven, no” provò a dissuaderlo dal parlarne la moglie, ma invano.

Io mi accorgo che molte volte rovescio su Devin colpe che non ha del tutto” seguitò invece l’uomo, fissandosi le mani abbandonate sul tavolo. “Ma guardandolo rivedo Connor, la sua stessa boria, lo stesso disprezzo per le regole, e sento di doverlo frenare con più decisione possibile. Temo che se non lo facessi, Devin finirebbe per sfuggire al mio controllo e la storia per ripetersi.”

Fu Kenneth che, non sapendo ciò che sapevo io, si fece avanti per difendere nostro fratello.

Ma padre, lui non…”

Non vi chiedo di capirmi” lo bloccò immediatamente l’uomo con tono esausto. “Non credo neppure di essere un genitore inetto per questo. Anzi, sono fiero dell’educazione che sto impartendo a Devin come a voialtri due. Ho solo creduto fosse giusto dirvelo, perché non mi fraintendeste e in futuro non...”

Ma non riuscì a completare la frase, perché un urlo di terrore rimbombò all’interno dell’intera costruzione, così intenso da farmi scorrere brividi gelidi lungo la spina dorsale e da spingermi a chiedermi quale bestia avesse potuto portare un essere umano a lanciare simili strilli di morte.

 

   
 
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