Serie TV > Merlin
Segui la storia  |       
Autore: susiguci    16/08/2022    1 recensioni
ll MERTHUR ll CIRCUS ll INIZIO SEC. XX ll CRACK PAIRING ll
Dal primo capitolo:
["Piacere, io sono Arthur!" si sporse allungando la mano verso il ragazzo.
"Merlin!" disse il più giovane, allungandosi a sua volta e stringendogli la mano con poca forza.
"Dai, non fare quella faccia. Non è poi così terribile qui! Almeno avrai qualcosa da mettere nello stomaco tutti i giorni!"]
Dal terzo capitolo:
[Il pubblico applaudiva e mentre il biondo aiutava Merlin a scendere, il ragazzo si fece prendere in braccio e gli schioccò un bacio sulla bocca. Il pubblico rideva e urlava. Arthur era rimasto a occhi e bocca spalancati...]
Dal quarto capitolo:
[Arthur si inginocchiò e si apprestò a slacciare la cintura dell'altro...
...Arthur chiuse gli occhi. Non sopportava di vedere quel che stava per fare...]
Genere: Angst, Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash, Crack Pairing | Personaggi: Gwen, I Cavalieri della Tavola Rotonda, Merlino, Principe Artù | Coppie: Merlino/Artù
Note: AU, Lemon, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Non-con, Tematiche delicate | Contesto: Nessuna stagione
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

To argue










 

La mattina seguente, durante la colazione, Arthur parlò agli artisti del circo.

“Ragazzi, ieri sera é andata così bene che oggi si replica!”

“Hai dato da vendere i biglietti del circo al ristorante dove abbiamo cenato?” chiese George.

“Sì, certo! In cambio dei nostri pasti, come di solito fa Alined! Come ristorante é un po’ caro, ma qui a Bath non ci sono locande economiche.”

 

I ragazzi erano certamente stanchi dopo la giornata campale del giorno prima, ma erano anche contenti: forse ci sarebbe stato un po’ di salario extra, quella settimana. E vuoi mettere la soddisfazione personale?

 

Alined era ancora piuttosto debole per andarsene in giro. L’uomo aveva visto giusto, quando in previsione di portare il suo circo a Bath, aveva stabilito di alzare il prezzo del biglietto. Quelle persone se lo potevano permettere e bisognava ammettere che in un posto del genere, il prezzo più alto del biglietto, invogliava i turisti a comprarlo, anziché il contrario.

 

Alla notizia, Merlin non aveva fatto una piega e continuò a mangiare in silenzio. Quando si allontanò da tavola, Arthur lo seguì.

Non appena fu sicuro che nessuno avrebbe potuto vederli o sentirli, lo chiamò: “Merlin, fermati un attimo. Devo parlarti!”

“Più tardi, Arthur, ho da fare adesso. Ho promesso a Gwaine di aiutarlo con i suoi numeri. Sai bene che Alined ha chiesto a me di sostituire Gwen nell’assisterlo.”

“Ti ruberò solo un minuto!”

Merlin sospirò seccato: “Fai presto, d’accordo?” 

 

Non aveva nessuna voglia di ascoltarlo, né tanto meno di guardarlo. Se lo guardava, lo rivedeva come la sera prima: nudo e abbracciato a Gwen. Per colpa sua aveva dormito poco e male. Si sentiva tutto anchilosato ed era ancora molto amareggiato dall’accaduto. Non avrebbe voluto starci male, ma era così e basta.

Avrebbe dovuto imparare a conviverci.

 

Arthur strinse le labbra impacciato: “Ieri sera, sai… credo di aver bevuto troppo e forse sono andato un po’ oltre. Mi capisci?”

“No, sinceramente non capisco.”

“Avrei dovuto trovare il modo di avvertirti. Mi dispiace!”

“Ma di che parli?”

“Del carro.”

“Continuo a non capire, Arthur e mi stai facendo perdere un mucchio di tempo. Arriva al sodo!” disse Merlin freddamente, anche se forse cominciava a capire.

“Gwen … io e Gwen … so che ci hai visti, stanotte!”

“Sì! Vi ho visti … ma come lo sai? Tu … dormivi?”

“Io … non dormivo!”

 

A Merlin prese un mezzo colpo. ‘Mi ha visto mentre li guardavo … mentre lo guardavo! Dio!’

Ma badò bene di non far trapelare nulla dal suo atteggiamento.

“E allora? Sono fatti vostri!”

“Io avrei dovuto portarla da un’altra parte. Non ero molto lucido e non ho pensato che saresti salito sul carro a prendere la coperta. Mi dispiace davvero!”

 

Merlin intravide la possibilità di una piccola vendetta e non se la fece scappare.

“Non preoccuparti! A me non é dispiaciuto poi tanto…”

“Che significa?” fece Arthur contrariato “ti piace guardare le coppiette nell'intimitá?”

“Ehi, Pendragon! Attento a come parli! Di te non m’importa niente, capito? É stata la vista di una bella ragazza nuda e dalle forme generose che, diciamo, mi ha commosso!”

Arthur sbarrò gli occhi, incredulo.

“Che ti prende? Non é da te essere così stronzo in genere. E come ti permetti di parlare così di Gwen? Lei é tua amica! E adesso sta con me!”

“Volevo solo dire che nuda é ancora più bella. Sei un uomo fortunato. Ma se non vuoi che parli così di lei, allora Gwen meriterebbe un uomo che la proteggesse dagli sguardi indiscreti di altri uomini.”

“Un uomo come te, vuoi dire?”

“No!” urlò Merlin. “Uno con la testa sulle spalle, però!”

“Sì, sono d’accordo e non accadrà più. Ma tu perché hai tutto questo astio verso di me. Sei geloso di lei?”

“Guarda che se qui c'è uno geloso, quello sei tu!

Talmente tanto che un solo bacio da parte di un altro alla tua bella, ti ha fatto capire che non volevi perderla.

Ma posso giurarti che quando ci siamo baciati, io non sapevo nulla di lei, di te, di voi..."

“Questo lo so…”

“Come si dice in questi casi? Auguri e figli maschi? (Che sciocchezza!)” disse con finta allegria, andandosene.

“Aspetta, Merlin!”

“Non posso! Gwaine mi aspetta!”






Quella sera, lo spettacolo non andò bene come la sera precedente, almeno agli occhi degli addetti ai lavori, perché il pubblico parve non accorgersene più di tanto.

Il vecchio leone era riuscito a togliersi la parrucca e la gente rideva. Percival non sapeva più che fare.

Lancelot sostituiva Alined come presentatore e rappezzò la cosa parlando al megafono: 

“Ed eccola qui, signore e signori, la nostra grande sorpresa! Ribbon é il leone più vecchio che si sia mai esibito in un circo; pensate che ha la bellezza di ventisette anni*, che corrispondono a più di cento anni per un uomo. Ed é ancora in splendida forma. Notate la leggera peluria che ha sul capo: anche i leoni perdono la criniera proprio come gli uomini perdono i capelli!” E la gente applaudiva, convinta di aver visto un’autentica rarità.

 

Gwen riuscì a stare in piedi sul suo cavallo solo per metà giro della pista e poi si buttò giù, per evitare di cadere, ovviamente sorridendo, come se il suo esercizio fosse finito nel migliore dei modi. 

Lancelot cominciò a sudare e a inventare altre bugie. “Alpaca é uno stallone selvaggio che mai nessuno é riuscito a cavalcare. Solo la splendida Gwen riesce a starci sopra per così tanto tempo! Un grandissimo applauso alla straordinaria, bellissima amazzone Gwen!”

Alpaca era in realtà uno dei cavalli più docili che si fossero mai visti. 

 

Merlin avrebbe dovuto alternare qualche esercizio di giocoleria a quelli di Gwaine, ma fisicamente non era per niente in forma e non se la sentì, avvertendo il compagno, poco prima di entrare in pista. Anche come assistente, Merlin non brillò. Ricordava l’esatto ordine dei numeri di Gwaine, ma non tutte le cose che aveva dovuto imparare in un solo giorno. Non era colpa sua. La cosa non era indubbiamente fattibile.

Le lunghe pause tra un esercizio di Gwaine e l’altro, furono riempite dalla voce di Lancelot che si fece prendere un po’ troppo la mano, oltrepassando decisamente i limiti.

“Guardate adesso, cosa sta preparando per voi il nostro grandissimo Gwaine, famoso in tutta l’Inghilterra per la sua destrezza nella difficilissima arte della giocoleria e considerato, a ragion veduta uno degli uomini più affascinanti e misteriosi del Regno Unito…”

“... l’uomo dal fascino tenebroso e intrigante, e ora mi rivolgo alle gentilissime dame qui presenti. C’è forse qualcuna tra voi che non si trova d’accordo con me? Nessuna, vedo, come immaginavo…”

“... avete modo di ammirare la splendida capigliatura che da sempre lo contraddistingue…”

 

A Merlin veniva da ridere, ma ce ne fu anche per lui.

“Gwaine é assistito per la prima volta da un ragazzo giovanissimo: il delizioso Merlin!”

Ora era Gwaine a ridere sotto i baffi.

“Merlin si é aggiunto solo da poco alla grande famiglia dell’Albionstars, ma si é dimostrato subito pieno di talento e passione in vari campi dell'arte circense. Ha già un ruolo da protagonista in un numero complesso e molto apprezzato. Ma non lo riconoscerete … Divertitevi a indovinare in quale ruolo si esibirà il nostro Merlin! Rimarrete a bocca aperta, signore e signori, e vi assicuro che sarà una sorpresa molto piacevole.”

‘Qualcuno lo fermi!’ supplicò Merlin internamente.

Merlin era arrabbiato con se stesso. Non era stato chiaro su questo punto con i suoi compagni. Solo Alined, Arthur e Gwen erano al corrente che lui voleva nascondere il fatto di essere un uomo agli occhi del pubblico.

Gwaine fu bravissimo, nonostante il forte rossore che gli bruciava il viso, attenuato fortunatamente da un buon strato di cerone.

 

Persino George sbagliò disco e durante un numero particolarmente difficile degli ‘indiani’ mise su una musichetta allegra tipica dei numeri con i pagliacci. Gwen era al megafono e fece finta di nulla.

Per finire ci fu la parte di Arthur e Merlin insieme, l'unico momento, insieme al numero dei pagliacci, che non necessitava di un commento esterno da parte del presentatore, ma solo di qualche musica di sottofondo.





Al primo bacio, la ragazza pagliaccio appoggiò le labbra tra il mento e la bocca del suo amato e solo per un istante, prima di staccarsi, strisciò velocemente il rossetto sulle labbra dell'altro, giusto per dare al pubblico l'illusione di un bacio vero.

Il fusto biondo pensò che la ragazzina avesse semplicemente sbagliato mira. O forse era sull'orlo di un nuovo attacco di panico.

 

Al secondo bacio, quello con il casquet, miss Merlin, come veniva spesso chiamata dai compagni, insaccó la testa talmente indietro, che Mister Muscolo si ritrovò a baciare il naso rosso da pagliaccio dell'altra e si sentì un cretino. La gente però non se ne accorse poiché lei lo aveva abbrancato strettamente per la testa, in modo da nascondere i loro visi.

Con la testa sovraccaricata dal peso della sua amata, ed essendo già chinato in avanti, l’uomo perse l'equilibrio e rovinò addosso alla biondina, cosa che scatenò grasse risate tra il pubblico.

 

Cosa si era messa in testa quell'idiota? Di sabotare il loro numero?

 

Ora c'era un nuovo problema. La bella clown era sdraiata a terra, svenuta, non si sapeva più neanche per cosa: se per l'emozione di un bacio fiammante del suo amore o a causa del colpo subito quando il suo amore gli era collassato addosso. L'eroe provò ripetutamente a prenderla in braccio, ma non riusciva. Accidenti a lei! La ragazza non lo stava aiutando per niente, così spalmata  a terra, a peso morto. Avrebbe potuto sollevare un po' le ginocchia e la testa.

A ogni nuovo tentativo fallito, la gente moriva dalle risate.

Sfinito, ma non sconfitto, si drizzò in piedi e mise le mani sui fianchi, osservando attentamente la ragazza dall'alto in basso per cercare un modo di uscire a testa alta da quella situazione.

Per un attimo gli parve di vedere comparire un piccolo sorriso sul volto della 'sua' ragazza.

'Bene, allora! Se è quello che vuoi!' pensò il giovane, furente.

Tirandola forte per le braccia, riuscì a sollevarle la parte superiore del corpo, poi si accucciò accanto a lei e se la caricò in spalla come un sacco di patate.

Alte risa si alzarono fra gli spettatori e il ragazzo salutò il pubblico con la mano, sfoggiando un gran sorriso.

Poi ci pensò su un attimo e non resistendo alla voglia di vendicarsi della giovane, le diede una pacca sul sedere così forte che Miss Merlin urlò e cominciò a sgambettare furiosa, quando stavano ormai per entrare dietro le quinte. Seguirono applausi e risate a non finire.

 

"Ma sei pazzo?" gridò Merlin all'indirizzo dell'altro, saltando giù da lui come se Arthur avesse la peste e massaggiandosi la natica offesa.

 

Qualcuno li richiamò perché tornassero a ringraziare il pubblico che li acclamava.

Merlin si sincerò di trovarsi a una debita distanza da Arthur.

Se avesse provato a baciargli la mano in quel frangente, Merlin sapeva che non l'avrebbe sopportato e sarebbe potuta finire in rissa, lì davanti al pubblico. 

 

Finiti gli applausi, Merlin lo affrontò di nuovo.

"Mi hai fatto male! Che bisogno c'era?"

"Così impari! Mi hai fatto cadere apposta e dopo non ti facevi sollevare! Imbecille!"

"Non volevo farti cadere: quello è stato un errore di valutazione. E dopo, visto che il pubblico gradiva, ho lasciato che tu improvvisassi…"

"É quello che ho fatto! Non hai sentito come ridevano?"

"Oltre al male, la pacca sul sedere è volgare e maschilista! Non siamo più in campagna!"

"Stai pur sicuro che se tu fossi stata una donna vera non l'avrei mai fatto!"

"Ma il pubblico pensa che Miss Merlin sia una donna vera!"

"Questi che fanno tanto gli snob, sappi che sono molto peggio dei contadini! Persino le donne! E tutto questo è nato per evitare di baciarmi! L'ho capito, sai? Non sono mica scemo!"

 

Merlin tentennò per un attimo: "Non mi andava stasera, ok? Hai l'alito che sa di aglio!" mentì il ragazzo.

 

Arthur afferrò per la collottola il povero George, che, ignaro, stava passando di lì in quel momento e gli alitò a lungo con la bocca aperta davanti al naso. "Ho l'alito che puzza?"

"No!" Rispose George, allontanandosi 

repentinamente. Non tirava una buona aria da quelle parti.

"Visto? Trova altri scuse, Emrys!"

"Va bene! Se lo vuoi sapere sono stanco di baciarti! Tu sei un uomo e non mi va più di farlo!"

"Perché io invece non vedo l'ora di saltarti addosso, vero?" Arthur era sempre più agitato.

"Tu mi sembri più a tuo agio di me. Ti viene piuttosto naturale, ma per me non é così! Io mi vergogno. Certe cose é meglio non farle…"

"Sei diventato un puritano tutto in una volta?" chiese Arthur tutt'altro che convinto. "Fino a ieri sera non ti vergognavi ma ora all'improvviso sì?"

"Esatto!" Rispose Merlin con aria di sfida.

 

Ogni tanto passava qualcuno che vedendo le facce rosse dei due, se ne andava a gambe levate.

 

"E la professionalità dell'attore?" chiese Arthur con più calma.

"La professionalitá dell'attore va bene finché non supera quelle che sono le proprie convinzioni più intime!"

"Forse ho capito!" Replicò Arthur con un sorriso maligno sul viso. "Baciarmi comincia a piacerti un po' troppo e questo ti spaventa!"

 

Merlin vide rosso dalla rabbia. Sapeva che quel cretino lo stava facendo apposta per mandarlo fuori dai gangheri, ma non riuscì lo stesso a trattenersi. Si avvicinò con il viso alla faccia da schiaffi di Arthur e sibilò:

"Hai ragione! Mi spaventa! Ma non perché mi piace troppo, bensì il contrario … perché mi fa ribrezzo."

 

Merlin respirava velocemente e la sua voce tremava dal nervoso.

"Se penso a cosa fai con la tua faccia e con la bocca … capisci? Non vorrei prendermi una brutta malattia!"

 

Il livore contenuto nelle parole e nel tono di Merlin, accesero del tutto l'ira di Arthur.

"Arrivi tardi, Merlin! Se veramente tu sapessi cosa ho fatto con questa faccia e con questa bocca … e non solo con Gwen… non ti saresti mai arrischiato ad avvicinarti a me, con le tue sante labbra!" sussurrò con un ghigno impudente.

"Sei disgustoso!" Merlin chiuse gli occhi e si allontanò dall'altro.

 

Entrambi rimasero in silenzio per diverso tempo, poi Merlin parlò con più calma.

"Chiederò ad Alined di farmi sostituire da Gwen!"

L'altro non se l'aspettava e sembrò rimanerci male. "Sei sicuro? È la tua esibizione, la tua scena, l'hai scritta e interpretata. Così non avrai altri ruoli da protagonista per il momento."

"Non importa. É già dall'altro giorno che pensavo di lasciare il circo…"

 

Arthur rimase senza parole. Non poteva credere che Merlin volesse arrendersi. Si era impegnato così tanto. Dove era finito il suo entusiasmo di qualche giorno prima? L'idea che se ne sarebbe potuto andare gli dispiacque molto di più di quello che riusciva ad ammettere.

"Non credevo fossi un codardo! Anzi, no! Non é vero! La prima volta che ti ho visto ho pensato che avresti durato una settimana al massimo. Non mi sono poi sbagliato di molto!" 

 

Arthur capì dall'espressione carica di odio di Merlin che avrebbe fatto bene a risparmiargli quell'ultima frase.

Le parole gli erano uscite male probabilmente. Voleva essergli di stimolo e non farlo sentire un perdente, come Merlin sembrava aver capito.

Ma con il ragazzo oggi le cose non andavano. Sembrava che ogni parola uscisse dalle loro bocche non fosse detta per altro che per ferire.

Merlin si girò e s'incamminò lontano da Arthur.

"Bravo, Merlin. Scappa pure. Scappa da me, scappa dal circo. Continua a scappare dalla tua vita!"

 

Merlin si volse verso di lui, con i pugni chiusi, fissando trucemente l'altro negli occhi.

Arthur si accorse con sgomento delle lacrime, forse di rabbia, di disprezzo o di dolore, che fuoriuscivano dagli occhi di Merlin.

 

"Che cosa vuoi da me, Arthur? Tu non mi conosci… tu non sai un bel niente di me!"


















*I leoni possono vivere fino a poco più di 20 anni, in cattività, mentre in natura vivono al massimo 16-17 anni.



Ciao a tutt* Qui mi sono fatta prendere la mano, di nuovo. Ma le liti tra i due protagonisti, mi piacciono ancora più dei baci (forse). Se ne sono dette parecchie, senza esclusioni di colpi. Però spero che facciano pace. Ho sempre letto di autori che dicono che i personaggi fanno un po' come gli pare. Mi sembrava una sciocchezza e invece ... spesso ho anch'io la stessa sensazione! Ringrazio chi è arrivato fin qui. Un abbraccio



   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Merlin / Vai alla pagina dell'autore: susiguci