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Autore: anaaa4radaelli2007    30/08/2022    0 recensioni
Tratto dalla storia:
"Tocca come sono ruvido
Pelle, mente, cuore
Tocca come sono ruvido"
Serie di one-shot di tutto ciò che non è stato detto.
Se lontano dagli occhi, non è poi lontano anche dal cuore?
Tratto dalla storia:
"Guardami bruciare mentre appicchi il fuoco. Ascoltati urlare e sentimi ringraziare".
Genere: Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: I Malandrini
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
Capitoli:
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Note:
Si raccomanda, durante la lettura, l'ascolto del brano qui sotto indicato. Anzi, è d'obbligo.

(I 'm not the only one, Sam Smith) 

<< Tu ed io abbiamo fatto un voto: “nel bene e nel male”, avevi detto. Non posso credere che tu mi abbia deluso, ho sempre pensato che rimanere deluso da James Potter fosse la cosa più assurdamente impossibile che potesse accadere. James Potter, il ragazzo perfetto, sotto ogni punto di vista, che sbaglia? Infattibile. >> Rise senza divertimento. 

<< E poi, solo le persone che ami, possono ferirti. Eppure. La prova è nel modo in cui fa male. Per mesi e mesi ho avuto i miei dubbi, mi chiedevo se non mi stavo forse affezionando morbosamente in fretta. Mi domandavo se forse non stavo iniziando a considerarti più di quanto avrei dovuto solo perché eri l’unico che c’era. Che c’era davvero. Come una calamita che viene attratta dall’unico pezzo di ferro nelle vicinanze. Negavo ogni lacrima, ogni sensazione, ogni sentimento. Non volevo soffrire per te, perché sennò avrebbe comportato anche tenere, a te. Ora mi chiedo se forse non è troppo tardi per negare tutto. Vorrei che questo finisse ora, ma so che ho ancora bisogno di te qui>> . 

Si fermò, mordendosi il labbro e guardandosi le mani, valutando se fosse più saggio fermarsi o meno. Dopo poco però, alzò gli occhi, e con un’arrendevolezza inaspettata, riprese a parlare. 

<< Tu pensi che non mi interessi ciò che fai quando non siamo rinchiusi qua, al sicuro tra queste quattro mura. Tu pensi che tu non mi interessi al di fuori di questa stanza. E come potrei biasimarti? Non dovrebbe importarmi della tua vita quando non mi riguarda direttamente. Chi sono io per dettare legge sulle tue relazioni o amicizie o conoscenze? Ma la verità è che non posso far a meno di voler fare parte di quella tua vita fuori da qui, delle tue relazioni, amicizie e conoscenze. E, Dio->> Sospirò frustrato passandosi una mano tra i capelli, senza sapere come esprimere tutte le sensazioni che da tempo lo logoravano dall’interno.  

<< Non voglio sembrare un pazzo ossessivo e possessivo, solo, voglio essere qualcosa che valga la pena di ricordare prima di finire a baciare un altro nel mezzo della sala grande. Solo essere qualcuno, essere l'unico. Ma quando mi chiami “amore”, so di non essere l'unico, e questo mi strazia il cuore. Ma ciò che mi duole più di tutto, è sapere di non avere il diritto di esserlo. Forse non sono abbastanza, ma vorrei poterlo essere. È la sola cosa che ho sempre desiderato. So di non essere l’unico, ma ti chiedo, James, posso diventarlo? >>  

Come un bambino che supplica la madre per il perdono, Regulus fissò lo sguardo in quello di James, e con gli occhi lucidi per le lacrime, attese. 

James lo fissava di rimando senza parole, la bocca leggermente aperta e nessun'idea di come fare a esprimere tutto ciò che si agitava nel suo petto. 

E cosa fa James Potter quando non trova le parole? Beh, lascia che sia il cuore a guidarlo, e non la ragione. 

Fece dunque uno scatto improvviso verso il ragazzo che aveva di fronte e non gli lasciò il tempo di reagire o di allontanarsi, fiondandosi su di lui e stringendolo tra le braccia.  

<< Oh Regulus >> sospirò col viso sepolto nel suo collo. 

<< Sei abbastanza Regulus, sei tutto ciò che io possa desiderare. Sei l’unico, lo sei sempre stato. Mi spiace di non esser riuscito a fartelo capire prima. >> 

Lo strinse più forte, come se volesse fargli comprendere la sincerità delle sue parole, e finalmente Regulus ricambiò l’abbraccio improvviso, e un po’ incerto avvolse le braccia attorno al torace dell’altro. 

Dopo qualche breve minuto nei quali James non aveva dato segno di volersi staccare e Regulus non aveva dato segni di voler protestare, il primo ruppe il tranquillo silenzio nel quale la stanza era piombata. 

<< Reg, non sembravi un pazzo ossessivo possessivo. Solo un pazzo innamorato un po’ ossessivo e possessivo. >> 

Il più giovane sbottò in una melodica risata spontanea che James desiderò di poter ascoltare ogni sera prima di addormentarsi. 

<< Grazie, ora sto decisamente meglio >> 

<< Quando vuoi, sono qui per questo >> 

Mentre si spostavano sul letto e si sistemavano – uno gettandosi disordinatamente sul morbido materasso e l’altro sedendosi compostamente con una gamba piegata e l’altra allungata – James, come era giusto che uno come lui facesse, mise la bacchetta nella piaga.  

<< Quindi, ora che sei ufficialmente il solo e unico uomo degno del mio amore, non posso più baciare altri ragazzi in mezzo alla sala grande? >> 

Regulus, voltando le spalle all’altro e emettendo un mugolio di pura agonia, si coprì il viso con un cuscino color cremisi.  

<< Ti prego, non rendere il mio punto più ridicolo di quanto già non fosse >> 

<< E in mezzo alla sala comune? Non posso limonare nessuno? >> Come se non lo avesse sentito, James continuò con un sorriso grande e radioso sul volto. 

<< Sai, sarebbe comunque per un pubblico molto più ristretto, se è quello che ti preoccupa. O forse è il ragazzo, il problema? Beh, posso sempre baciare una ragazza sai? Sono particolarmente aperto anche all'universo femminile, non mi faccio problemi, se sai cosa intendo. E poi ce n’è una nella squadra di quidditch di tassorosso molto carin- >> 

<< Bene! Va bene, ho capito, hai reso l’idea >> Urlò Regulus ancora da sotto il cuscino. 

Ridendo sguaiatamente, James si avvicinò al lato del letto nel quale era rannicchiato Regulus, e premendo tutto il suo corpo sul suo, abbracciò il suo torace in un gesto affettuoso molto poco delicato. 

Regulus non riuscì a trattenere un lamento di dolore sentendosi improvvisamente schiacciato dal colosso di muscoli da Quidditch James Potter, e gemette dal dolore bloccando però anche una risata quando sentì l’altro stringere ancora di più il suo povero tronco. 

<< Mi fai male, James >> 

<< Reg, lo sai che ti amo? >> 

Arrossendo leggermente e emettendo una risata soffocata dal peso che gli comprimeva i polmoni, divertito dall’infantilità del ragazzo che tanto gli faceva battere il cuore – e in quel momento gli bloccava il respiro, letteralmente – rispose: 

<< James, lo sai che non respiro? >> 

<< Si, ma tu lo sai che ti amo, Reg? >> Alzò la testa e lo guardò negli occhi come un cucciolo che scruta amorevolmente la madre, e Regulus, intenerito, non riuscì a trattenersi dall’accarezzargli una guancia. 

<< Si, lo so James. Anche io ti amo >> 

E soddisfatto, James tornò a stringerlo affettuosamente.  

Dopo qualche attimo di silenzio:  

<< Però James, non respiro davvero >> 

E tutto era tornato alla normalità. 

 

 

 

   
 
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