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Autore: EleAB98    18/09/2022    2 recensioni
Malcom Stone è un pretenzioso caporedattore, nonché affascinante quarantenne con una fissa smodata per le belle donne. Ma arriverà il giorno in cui tutto cambierà e l'incallito casanova sarà costretto a fare i conti con i propri demoni interiori, e non solo quelli... Riuscirà mai a guardare oltre l'orizzonte? Ma soprattutto, chi lo aiuterà nell'ardua impresa?
[...]
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[...]
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*Opera Registrata su Patamù*
Genere: Drammatico, Erotico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Lemon, Lime | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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Capitolo V – Chiamami Ancora "Amore"*



La notte appena trascorsa non era stata delle migliori per Alex. Come spesso accadeva negli ultimi tempi, si risvegliava madido di sudore e con il cuore in gola, completamente preda dell'agitazione e di innumerevoli pensieri negativi che gli offuscavano la mente. Per l'ennesima volta, aveva fatto un incubo terribile: sua moglie Marta che preparava i bagagli e se ne andava di casa per non tornare mai più; lui che cercava, invano, di fermarla, tra urla e singhiozzi disperati. A seguito di quell'incubo, si era risvegliato di soprassalto e aveva istintivamente guardato alla sua sinistra. Quella situazione – non troppo surreale, tra l'altro – gli era sembrata così vivida e concreta, che aveva più volte dovuto regolarizzare il respiro.
La consorte, che poco prima dormiva beatamente, si era risvegliata anche lei di colpo e, vedendo il volto preoccupato del marito, gli aveva chiesto subito cosa non andasse.
Alex, questa volta, non ce l'aveva fatta a voltarsi dall'altra parte. Senza pensarci, l'aveva abbracciata forte e si era immediatamente sentito meglio. Non voleva che la sua storia con lei giungesse al termine. Certo, magari non sarebbero stati completamente felici, o magari lei si sarebbe stancata e un brutto giorno avrebbe davvero ceduto alle lusinghe di un altro uomo che potesse prometterle un bambino, ma lui di certo non avrebbe avuto la forza di abbandonare il suo porto sicuro.

Marta, a differenza sua, era sempre stata oggetto dei più sfrontati corteggiamenti. Era spesso accaduto che alcuni uomini, persino in sua presenza, le facessero degli apprezzamenti non proprio discreti, ma Alex non aveva mai dato troppo a vedere il fastidio che provava in quelle circostanze. Una parte di lui, anzi, si sentiva orgoglioso di aver scelto una ragazza così ambita dalla controparte maschile.
La solarità e la simpatia di Marta, assieme alla sua indiscussa bellezza, erano sempre state contagiose per chiunque la incontrasse, e anche Alex ci era caduto con tutte le scarpe. Aveva cercato in tutti i modi di farsi notare da lei e di entrare nelle sue grazie fin da subito, perché qualcosa gli diceva che quella ragazza, dietro l'intraprendenza che dimostrava, fosse in realtà di gusti difficili. E questo la rendeva, perlomeno ai suoi occhi, ancora più attraente e piena di qualità.
Così, un bel giorno si era fatto coraggio e l'aveva invitata a vedere un film al cinema. Prima di allora si era sempre comportato come un semplice amico, facendo però modo e maniera d'incontrarla per conoscerla sempre più a fondo. Ma poi, temendo di perderla, aveva deciso di passare all'azione.
Marta aveva accettato subito l'appuntamento. Ricordava ancora il suo sorriso imbarazzato non appena gli aveva detto . Da quell'incontro, tutto era diventato più facile.
Le prime confidenze, i primi baci, i primi, timidi approcci di natura sessuale. E poi le innumerevoli esperienze di viaggio che avevano condiviso insieme.
Nel giro di qualche mese, erano diventati praticamente inseparabili. E Alex il più invidiato della compagnia.

Marta gli aveva spesso raccontato di quanti rompiscatole avesse incontrato prima di lui, nonché durante la sua carriera lavorativa – non che tuttora fosse diverso –, e di quante volte li aveva rimessi in riga con un semplice mi basta il mio fantastico marito; non aveva mai nascosto nulla ad Alex, e lui aveva fatto lo stesso.
Nessuno dei due aveva mai pensato di coltivare delle tresche segrete per il semplice gusto di farlo a differenza di tante coppie di amici a loro conosciute, e tutto perché, nonostante gli anni che scorrevano inesorabili, i loro sentimenti rimanevano immutati.

«Alex, non smetterò mai di amarti, se di questo hai paura. Se ancora non te la senti di parlare di quel referto, rispetterò i tuoi tempi. Ma ti prego, non rifiutare la mia vicinanza», gli aveva detto Marta quella notte, dopo che lui l'aveva abbracciata.

«Non so se potrò tornare l'Alex di prima», aveva ribattuto lui, addolorato.

«Sei nella fase di rifiuto. È più che normale.»

Alex aveva, a stento, trattenuto un singulto. Era sul punto di esplodere. «Non so se riuscirò mai ad accettarlo. Forse potrei imparare a conviverci, ma accettarlo no.»

Marta aveva abbozzato un triste sorriso. «Non credere che per me sia più facile.»

«Lo so. E ti garantisco che se ti perdessi... potrei capirlo, per quanto...»

«Sì?»

«Se ti perdessi ne morirei», aveva finalmente ammesso, guardandola negli occhi.

A quelle parole, Marta aveva ribadito con forza la propria posizione. «Non mi perderai mai. Non desidero nessun altro che non sia tu. Te l'ho detto.»

A seguito di quella rassicurazione, aveva pregato Alex di tornare a dormire e lui, cullato dal dolce suono della sua voce, aveva trascorso serenamente il resto della nottata e quell'angosciante nodo in gola si era dissolto come neve al sole.
Il mattino dopo, però, la consapevolezza era tornata a gravare su di lui come un macigno.

Uscito fuori dalla doccia, si cinse la vita con il bianco asciugamano di cotone e si guardò allo specchio. Aveva un colorito piuttosto spento, ma non se ne sorprese. Se non fosse stato per Marta, avrebbe rimuginato per tutta la notte senza possibilità di scampo.
Sorrise al pensiero che stesse ancora dormendo e ne fu sollevato. Non avrebbe voluto che Marta lo vedesse in situazioni piuttosto compromettenti. Alex analizzò quell'ultimo pensiero con estrema freddezza. Da quando in qua poteva giudicare compromettente una situazione che per una coppia – ancor più se sposata da tempo – era da sempre considerata normale?
Entrambi avevano sempre adorato lasciarsi ammirare dal rispettivo partner, soprattutto Alex, da sempre piuttosto espansivo e a proprio agio in situazioni di quel tipo.
D'altronde, considerava il suo corpo come esclusiva proprietà di Marta, o perlomeno adorava pensare che soltanto lei lo conosceva a tal punto da riuscire a regalargli le sensazioni più intense anche solo sfiorandogli il collo. Da qualche tempo, però, non riusciva più a compiere determinati gesti davanti a lei, malgrado tentasse con tutte le forze di contrastare il sospetto crescente che Marta avesse capito cosa stesse tramando nella sua testa.
Proprio quando stava per togliersi l'asciugamano di dosso, sentì la porta aprirsi e imprecò mentalmente. Aveva scordato di chiuderla a chiave un'altra volta.

Provò a fingere di non aver sentito nulla e fissò di nuovo l'asciugamano, quindi agguantò una maglietta piuttosto vecchia che aveva estratto poco prima dall'armadio della camera e la indossò. Con la coda dell'occhio notò l'espressione affascinata della moglie. Alex si sorprendeva spesso del fatto che lei lo guardasse ancora come dieci anni fa, quando erano soltanto dei novelli sposi alle prese con la continua voglia di fare l'amore, con le prime spese importanti e con mille progetti in mente. Ma d'altra parte... lui non faceva esattamente lo stesso?

«Marta... puoi anche smettere di stare lì impalata», la redarguì, imbarazzato.

«Pensavo che ammirare da capo a piedi il mio uomo dopo una bella doccia non fosse un delitto.»

Alex le diede le spalle. In altre circostanze, l'avrebbe fatta sua senza esitare. «Ascolta, non sono in vena. E non ho ancora finito.»

Lei non si lasciò scoraggiare e gli si avvicinò. Lo abbracciò da dietro con dolcezza e inspirò il suo profumo. «Dove sono finiti i bei discorsi di stanotte?»

Alex fece un respiro profondo e si voltò verso di lei. Stava di nuovo facendo lo scontroso e doveva darsi una regolata. Le sfiorò il viso con le dita, cercando di calmare le sue ansie. «Scusa, hai ragione. Sono solo un po' stanco. E se non fosse stato per te lo sarei ancora di più.»

«Sei sicuro che si tratti di questo?»

Alex cercò di non lasciarsi sopraffare dalla tentazione di dirle la verità. «Come mai ti sei svegliata così presto?» Con aria calma, continuò ad accarezzarle le braccia beandosi del calore sprigionato dal suo corpo, ricoperto da una leggera camicia da notte di seta lilla.

«Volevo solo dirti che stasera abbiamo una cena con i coniugi Martinelli. Ho rincontrato Serena giusto un paio di giorni fa, non ci vedevamo da una vita. Così ha organizzato un bell'incontro alla Rosticceria Giuliano e non ho saputo dirgli di no.»

Alex scosse la testa, contrariato e ben poco entusiasta. «Lo sai che non sono in vena di incontri. Avresti almeno potuto dirmelo prima.»

«Lo so, ma cerca di capirmi—»

«E tu cerca di capire me!» sbottò Alex, voltandole di nuovo le spalle. «Non sarei di compagnia, non me la sento.»

«Nemmeno io sono poi così entusiasta, tesoro. Però lei è stata così carina, non potevo rifiutare. Ti prego, fa' uno sforzo e vieni con me. Non voglio andarci da sola come se fossi una vedova.» Marta gli toccò la spalla. «Oh, Alex... scusami tanto per non averti detto niente, però... credo che possa farci bene un'uscita, no?»

L'altro si passò una mano tra i capelli. «D'accordo. Ma sia chiaro, lo faccio solo per te.»

«Grazie, amore, sei il migliore!» Marta gli scoccò un bacio fugace sulle labbra e uscì finalmente dal bagno, donandogli quella privacy che tanto ricercava.

Ad Alex sfuggì un breve sorriso e terminò di vestirsi. Nonostante tutto, il fatto che lei lo chiamasse ancora amore gli faceva gioire il cuore.

 

*

 

L'appuntamento con i coniugi Martinelli era fissato per le venti e trenta. Alex e Marta stavano aspettando da una decina di minuti, non mancando di gettare occhiate furtive fuori dal locale nel caso in cui li avessero visti. La pioggia battente li aveva costretti a rintanarsi immediatamente all'interno della rosticceria e, non appena entrati, un delizioso profumo di pizza e altri piatti tipici gli avevano fatto venire la voglia di ordinare almeno qualche stuzzichino per ingannare l'attesa. «Non mi hai ancora detto come procede al lavoro», domandò Marta, scrutando a fondo l'espressione pensierosa del marito.

«Sono tutti in fermento per l'articolo che dovrei scrivere sul caso Mozzi», rispose lui, dopo aver addentato un altro grissino. «Ammetto di non essere particolarmente ispirato, senza contare che manca poco meno di una settimana al suo invio.»

«Maddai, sei sempre stato un portento nella scrittura, sono sicura che ce la farai anche stavolta.»

«Tu credi?» Alex scosse la testa, poco fiducioso e non meno scoraggiato. «Non lo so, su di me hanno tutti delle aspettative molto alte, come sempre. E per la prima volta, be'... ho paura di deluderli.» Di deluderli come ho fatto con te, avrebbe tanto voluto aggiungere, ma si trattenne.

«Non deluderai nessuno», affermò l'altra, allungando la mano verso di lui. Gliela strinse appena e, proprio in quel momento, i coniugi Martinelli si palesarono davanti a loro.

«Ma guarda guarda! Piccioncini erano, e piccioncini sono rimasti!» esordì Fabio, rivolgendosi alla moglie Serena. «Allora? Come state?» Porse la mano ad Alex che, a seguito di quel commento, non riuscì a non trattenere un sorriso.

«Non c'è male, ti ringrazio», gli rispose, dando una pacca sulla spalla al suo amico di vecchia data. Non lo vedeva da una vita, in effetti. Lo squadrò per un momento. Occhiali da vista dalla montatura spessa, naso bulbiforme e bocca sottile. Capelli castano scuro, decorati da qualche striatura biancastra. Tutto sommato, non era cambiato molto dall'ultima volta che l'aveva visto. «Tu che mi racconti?»

Nel frattempo, Fabio salutò anche Marta e Serena fece lo stesso. «Non mi posso lamentare, dai. Alla fine ho scelto di lavorare nell'industria manifatturiera di mio padre, e a oggi posso dire di portare avanti con successo la sua attività.»

«Sono contento per te», rispose Alex. «Allora, vogliamo sederci e ordinare una bella pizza?»

Serena annuì, entusiasta. Anche lei era sulla quarantina e Alex constatò che fosse proprio una bella donna. Era vestita in modo sobrio, proprio come Marta, con dei pantaloncini scuri a sigaretta e una maglietta a mezze maniche con scollo a V, però aveva dei tratti distintivi che la rendevano più interessante di quanto non fosse mai stata in passato. Da ragazzo non era mai stato particolarmente attratto dalla sua persona, l'aveva sempre considerata sin troppo mingherlina e piuttosto anonima. Evidentemente, il fidanzamento con Fabio l'aveva fatta rinascere a nuova vita. Nei suoi occhi, ambrati proprio come i suoi capelli, gli sembrava d'intravedere una luce particolare; una luce che Alex stesso conosceva e che aveva sempre visto riflessa nella sua Marta. Si notava a pelle quanto amasse suo marito, e si notava anche quanto fosse felice di trovarsi insieme a loro. 

Per un momento, l'uomo la invidiò senza sapere il perché. Tornò a guardare Marta, cercando di nutrirsi del suo contagioso sorriso. Sorrise anche lui, sopraffatto da uno strano senso di malinconia che tentò di scacciare all'istante. 

In fin dei conti, perché avrebbe dovuto guastarsi la serata?

«Ormai siamo sposati da quasi sette anni», chiarì Serena a un certo punto, mentre assaggiava la pizza margherita che aveva ordinato. Alex, che fino a quel momento aveva cercato di seguire i discorsi di Fabio, riaddrizzò le antenne. Provava una strana sensazione, sentiva come se sopra di lui dovesse abbattersi un uragano di cui sarebbe stato del tutto incapace di arginare gli effetti. Non riusciva a tranquillizzarsi nemmeno incrociando lo sguardo di Marta. Serena allungò la mano verso quella di Fabio, richiamando la sua attenzione. «E siamo felici di annunciare che aspettiamo una femminuccia. Lo abbiamo scoperto solo qualche settimana fa.»

Alex smise di sorseggiare la birra e spalancò gli occhi. Ora sì che riusciva a spiegarsela, quella luce che vedeva in Serena.

«Ma congratulazioni!» intervenne Marta, sbalordita quanto Alex.

Fabio e Serena si guardarono emozionati. «Spero possa capitare anche a voi una simile gioia in futuro», proferì l'uomo. «Sono convinto che sareste degli ottimi genitori. D'altronde, Alex mi ha sempre detto quanto desiderasse avere una famiglia tutta sua... o sbaglio?»

Quell'affermazione fece andare definitivamente di traverso la birra ad Alex. Posò il bicchiere e deglutì, a fatica. Non lo guardò neppure. «Scusatemi», si limitò a dire, mentre si alzava dalla postazione e si recava in bagno. No, non poteva riuscirci.

Per sua fortuna, riuscì a calmarsi quel poco che bastava a non rigettare la pizza che aveva mangiato. Qualche secondo dopo, sentì la porta spalancarsi e per un momento ebbe paura che si trattasse di un estraneo, invece... ancora una volta, la sua Marta era venuta in suo soccorso. Si girò verso di lei, ma non osò guardarla negli occhi. «Mi dispiace», sussurrò, incapace di dirle altro.

Marta gli si fiondò tra le braccia. «Non dirlo neanche.» Rimasero abbracciati per un tempo indefinito, del tutto incapaci di staccarsi l'uno dall'altra.

«Mi dispiace, non sono riuscito a resistere», reiterò Alex, lasciando che le lacrime sgorgassero liberamente dal suo viso.

«Neppure io. Vederti in questo stato mi distrugge. Non avrei dovuto dirti di venire con me. Scusami tanto, davvero.»

Alex scosse la testa e si sorprese quando, staccandosi da lei, vide il suo viso incorniciato da qualche lacrima sottile. «No, per favore... non piangere anche tu, adesso», biascicò, sbattendo più volte le palpebre per contenere il senso di disperazione che richiamava un altro pianto. Non sopportava di vedere Marta così fragile. Posò la fronte contro la sua e le asciugò il viso con le dita. «Dai, torna pure di là», le disse, dolcemente. «Non preoccuparti, io ti raggiungo subito.»

«Me lo prometti?»

«Non vado da nessuna parte. Anche perché...» le sorrise per un istante. «Non potrei scappare da qui senza farmi notare nemmeno volendo, non credi?»

A Marta scappò una leggera risata. «Questo è l'Alex che mi piace.» Poco prima di uscire dal bagno, gli diede un bacio sulla guancia e gli dispensò un ultimo sorriso.

Alex estrasse un fazzoletto dalla tasca dei pantaloni e si asciugò le lacrime. Fece un respiro profondo e si prese qualche altro minuto per resettare quanto accaduto. Dopotutto, vedere Marta serena era il suo unico desiderio. E avrebbe anche lui fatto di tutto per chiamarla, nonostante tutto e tutti, ancora amore.

 

*Chiamami Ancora Amore: brano del cantautore Roberto Vecchioni (2011), dall'album omonimo.

   
 
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