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Autore: inzaghina    27/09/2022    2 recensioni
Tutti nel corso della nostra vita, ci troviamo prima o poi ad affrontare lutti che ci costringono ad attraversare le diverse fasi del dolore, è quello che accadde a cinque sopravvissuti della Battaglia del due maggio, che fronteggiano il dolore e fanno del proprio meglio per sconfiggerlo — o per lo meno imparare a conviverci.
Lei, che si era sempre vantata del proprio ottimismo e che era stata convinta che, non solo avrebbero sconfitto Voldemort, ma che tutti ce l’avrebbero fatta, si è ritrovata a far fronte a un quotidiano stravolto dalla battaglia avvenuta all’alba del due maggio dell’anno passato.
Genere: Angst, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bill Weasley, Dean Thomas, Ginny Weasley, Roger Davies, Ron Weasley | Coppie: Bill/Fleur, Harry/Ginny, Ron/Hermione
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Prompt estratto per il secondo capitolo: Let it go.

 




2. Rabbia 

 

 

“When you feel so tired, but you can’t sleep  

stuck in reverse” 

 
 

La divisa da Auror gli aderisce in maniera impeccabile al fisico faticosamente colpito, dopo quasi un anno di allenamenti intensi intervallati dallo studio, eppure Dean non riesce a essere orgoglioso dei propri traguardi e combatte costantemente con un demone che non è affatto certo di riuscire a sconfiggere. Il senso di colpa e l’incredulità hanno velocemente lasciato spazio alla rabbia che permea ogni fibra del suo corpo e che lo intossica giorno per giorno, come un veleno di cui non conosce l’antidoto. Quando ha scelto di tentare l’ammissione all’Accademia, l’ha fatto per tutti i motivi sbagliati: sete di vendetta, voglia di rivalsa, ma soprattutto per cercare di mitigare la collera che sentiva montare senza alcun freno - qualcosa che lo stava erodendo lentamente e implacabilmente. La gioia che ha provato quando gli hanno comunicato la data d’inizio delle lezioni è stata effimera; rimasto senza un obiettivo sul quale concentrare ogni suo sforzo, ha finito con il tornare ad avere la collera come unica compagnia ed è solo grazie agli allenamenti se ha imparato a conviverci e a tenerla a bada. Si era ripromesso di non lasciarsi cambiare dall’anno appena lasciatosi alle spalle, ma era stato troppo naive — e non c’era spazio per l’ingenuità ora che era stata scritta la parola fine sulla sua adolescenza. Aveva spesso immaginato il suo settimo anno scolastico, fantasticando sulle feste che avrebbe organizzato insieme a Seamus nella Stanza delle Necessità, o sul quantitativo di Whiskey Incendiario che sarebbero riusciti a introdurre sotto al naso di Gazza, e aveva anche pensato che c’erano svariate ragazze che avrebbe volentieri invitato a Hogsmeade. Poi era morto Silente e il mondo come lo conosceva, già disseminatosi di crepe profonde e di fratture difficili da ricomporre, era imploso su sé stesso investendo tutti e stravolgendo la vita di ognuno di loro — di qualcuno, come lui, in particolare. 

 
 

Sdraiato sulle rive del Lago Nero, quando mancano pochi minuti all’inizio della cena commemorativa, contempla le nuvole rincorrersi nel cielo e riesce finalmente a respirare. La cerimonia pomeridiana gli è parsa priva di significato, anche se non ha avuto il coraggio di confessarlo a nessuno, ma la cruda realtà è che nulla di tutto questo restituirà la vita ai caduti. Si rende conto di quanto sia importante ricordare il loro sacrificio, trasmetterne ricordo alle generazioni future nella speranza che tutto questo non accada più, eppure tutto questo potrebbe comunque non bastare — e le loro morti si trasformerebbero in uno dei tanti momenti che il professor Rüf è solito sciorinare durante le lezioni. Questo concetto lo spaventa ed è come benzina sulle braci di un fuoco, la cui scintilla è stata la scelta di mettersi in fuga per preservare la propria famiglia, che per mesi si è alimentato di quella rabbia mai davvero sopita, diventata una fedele anche se indesiderata compagna. È un lato che lotta per far rimanere sconosciuto ai più: qualcosa che lo inquieta e che teme potrebbe finire per distruggerlo, se non riuscirà a porvi un freno, ciononostante sente che ormai è parte di lui e non gli pesa conviverci. E forse è questo che lo terrorizza più di tutto il resto, il fatto di aver stravolto così tanto la sua personalità senza aver posto una resistenza abbastanza forte per dimostrarsi migliore di loro 

 

Quando sente qualcuno prendere posto al suo fianco, non distoglie nemmeno per un attimo lo sguardo dal cielo, perché il profumo fiorito che l’accompagna è sufficiente a confermargli che si tratta di Ginny. Non sa per quanto, esattamente, sia rimasta lì ad osservarlo in silenzio, però nel periodo in cui si sono frequentati hanno passato numerosi pigri pomeriggi sdraiati in questo stesso posto a baciarsi e parlare di tutto e di niente - quindi sapeva di poterlo trovare lì. E non può negare che gli faccia piacere che abbia scelto di venire a cercarlo, anche se non era affatto convinto di voler essere trovato, fino a pochi attimi prima.  

“Temo di non essere una gran compagnia…” 

“Se avessi voluto compagnia, sarei rimasta nel castello.” 

“Se avevi paura che non sarei rientrato per la cena, ti rassicuro subito, perché stavo per farlo,” è una bugia bella e buona, ma se sarà fortunato Ginny potrebbe cascarci. 

“Non mi interessa niente del fatto che tu stia cercando di saltare una ridicola cena, Dean.” 

“Oh… è così evidente?” 

“Considerando che il banchetto inizierà tra circa 60 secondi, direi di sì.” 

È solo che, ecco, sembra tutto così… così inutile…” confessa, riuscendo a togliersi un piccolo macigno dal cuore “e mi sento un emerito idiota nel dire tutto questo ad alta voce, ma è quello che penso e non riesco a fingere che mi vada bene…” 

“Non sei affatto un idiota, Dean.” 

Sentendole pronunciare quelle parole, il ragazzo annuisce senza convinzione, strappando una manciata di fili d’erba e lasciandoseli scivolare tra le dita, un po’ come hanno fatto i mesi che si sono susseguiti tra il due maggio dell’anno precedente e questo. 

“Non oso nemmeno immaginare cosa tu abbia passato nel periodo in fuga, un po’ come tu non puoi sapere come sia stata la vita qui per me e gli altri, o cosa abbiano affrontato Harry, Hermione e mio fratello nella ricerca degli Horcrux, ma se c’è una cosa che so è che gli amici che abbiamo perso meritano di essere ricordati da noi e celebrati, anche se questa festa non sarebbe stata la mia prima scelta. Quindi credo che dovremmo raggiungere insieme la Sala Grande e fare un brindisi a Colin, e Fred, e Tonks, e Lupin, e a tutti loro…” 

“Per un attimo avevo scordato che anche la figlia di Ted era morta,” confessa Dean, incrociando lo sguardo di Ginny. 

“E così suo marito, lasciando un orfano di poche settimane.” 

“Mi spieghi cosa c’è di giusto in tutto questo?” s’infervora Dean, scuotendo con veemenza la testa. 

“E chi ti ha detto che dovrebbe esserci qualcosa di giusto?” 

“Non lo so, vorrei solo credere che questa guerra sia servita a qualcosa, ma più passa il tempo e più temo di essermelo dimenticato, o di non averlo mai capito.” 

“La guerra è servita a riportare la pace dopo mesi di terrore, dopo eventi difficili da dimenticare e dopo una serie di morti che sono state decisamente troppe e soprattutto dolorose. Purtroppo non possiamo fare nulla per cambiare il passato, Dean, ma possiamo scegliere ogni giorno di vivere al meglio il nostro presente e sperare che questo ci aiuti a scrivere un futuro pacifico.” 

“Vorrei avere le tue stesse certezze…” 

“Le mie sono speranze di qualcuno che ancora stenta a credere di aver perso un fratello, oltre a tanti amici a cui volevo bene.” 

Una singola lacrima sfugge al controllo della ragazza, che la cancella con un gesto veloce della mano destra, per poi sospirare e mordicchiarsi il labbro inferiore. 

“Io sono furioso, Ginny, e temo che se non riuscirò a parlarne con qualcuno potrebbe avere effetto sulla mia salute mentale, presto o tardi…” 

“Sai che potrai sempre parlare con me, vero?” mormora la ragazza, afferrandogli con impeto la mano nel tentativo di dare ancor più forza alle proprie parole.  

Dean si sofferma per un fugace attimo sulle loro dita intrecciate, una reminiscenza dolorosa di quanto insieme hanno condiviso, ma sceglie di non ostacolare quel semplice contatto, quanto invece accoglierlo e ricambiare quella stretta che si presenta come un’ancora di salvezza che lo possa condurre fuori da questo periodo sofferto e a tratti maledetto. 

“Non vorrei finire con l’incupirti… i pensieri che ho sono decisamente negativi e poco confortanti,” le confessa quindi, alleggerendo di qualche altro grammo il proprio fardello.  

“Non crederai forse di essere il solo, vero? Chi più e chi meno, stiamo tutti cercando di venire a patti con la realtà di essere sopravvissuti, a discapito di altri…” le parole di Ginny riescono ad alimentare, anche se a stento, la speranza di Dean - un sentimento che era ormai diventato sconosciuto. 

“Mia madre pensa che dovrei andare in analisi...” 

“Se pensi che ti sia utile, dovresti farlo.” 

“Sì, mi ci vedi a raccontare a uno strizzacervelli quanto mi sento in colpa per essere vivo, quando invece Ted che aveva una famiglia è stato brutalmente ucciso? O quanto mi senta inutile in questo tentativo di diventare Auror, visto che il povero Colin non ha nemmeno festeggiato i suoi 17 anni?!” 

“In effetti potrebbe non essere il caso di parlarne con un professionista, ma potresti farlo con qualcun altro… per esempio con me, se credi che possa servirti.” 

“Davvero saresti disposta a perdere il tuo tempo con me?” 

“Quello passato ad aiutare gli amici non è mai tempo perso,” sentenzia Ginny, alzandosi in piedi e tendendogli la mano, il miglior gesto per simboleggiare questa rinnovata affinità tra loro. 
 

Dean si dice che potrà farcela, un passo alla volta, comincia con il tentare di godersi la serata, anche se non è certo di esserci riuscito appieno. Quando scocca la mezzanotte sta brindando con Ginny, Seamus, Harry, Ron, Hermione, Neville, Calì e con Lavanda che ha fatto del suo meglio per esserci e lancia un’occhiata al cielo incantato della Sala Grande e ripensa alle numerose serate passate in fuga con Ted e a come l’uomo più grande gli abbia salvato la vita in un paio di occasioni. Forse il suo primo amore aveva ragione… Ted e tutti gli altri meritano di essere celebrati. 
 

Una volta tornato alla sua nuova quotidianità, prende l’ex ragazza in parola, e le scrive settimanalmente, confessandole per lettera quello che ad alta voce ha ancora una gran paura di ammettere. Tutto questo gli fa bene, molto più di uno stupido analista, eppure per tranquillizzare sua madre si inventa che G. Weasley sia uno psicologo magico da cui sta andando. Settimana dopo settimana percepisce la furia affievolirsi, mentre la fiducia in sé e nel proprio futuro cominciano pian piano a crescere e a farlo sentire più simile al sedicenne che era stato - prima che avesse inizio tutto questo. È felice di essere invitato alla cerimonia del diploma, innanzitutto perché l’anno precedente, quando era il suo turno, l’evento è stato decisamente funestato da quanto appena accaduto e in secondo luogo perché vuole rivedere Hogwarts per riviverla e godersi il weekend, come non ha fatto in occasione della cerimonia commemorativa. 

 

* 

 

L’abbraccio spontaneo di Ginny, seguito da quello con Hermione e con Luna, riescono a strappargli un vero sorriso, così come la presenza di Seamus e di tutti i compagni con cui avrebbe dovuto, e voluto, condividere il suo settimo anno. Il discorso della McGranitt tratta tanti argomenti, con una particolare attenzione alla criticità del periodo che stanno vivendo e al ruolo che tutti loro sono chiamati a interpretare; Dean riesce a trovare conforto nelle parole della sua ex Capocasa e si rende conto che la strada accidentata che ha davanti a sé non è mai sembrata più luminosa che in questo momento. 

Dopo la consegna dei diplomi, si stupisce nel trovarsi faccia a faccia con il suo compagno d’Accademia Roger Davies, che si affretta a presentargli la sorella minore Emily, raggiante nella sua divisa Corvonero. 

“Ecco chi ha ereditato il cervello in famiglia,” confessa a mezza voce Roger, schivando una gomitata della sorella maggiore Sally. 

“Congratulazioni,” commenta Dean, notando la somiglianza tra loro e la straordinaria avvenenza dei fratelli Davies. 

“Grazie,” ribatte Emily, dedicandogli un sorriso radioso che tornerà a far capolino nella sua mente quella stessa sera, dopo essere rientrato nell’appartamento che condivide con Seamus. 

 
 



Nota dell'autrice:
In questo secondo capitolo affrontiamo la rabbia insieme a Dean, che ha tutte le ragioni per essersi abbandonato a questo sentimento, ma che merita anche tantissima feicità, secondo la mia modesta opinione, quindi spero che questo excursus nella vita del giovane Grifondoro vi sia piaciuto e lo abbiate trovato credibile. Ci aggiorniamo domani con il prossimo protagonista e la fase del dolore successiva...

   
 
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