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Autore: HermaMora    01/10/2022    1 recensioni
Anno scolastico 1998-1999. Hogwarts è stata teatro degli orrori della Secondo Guerra Magica. Prima posta sotto il controllo dei Mangiamorte, poi teatro dell'ultima grande battaglia tra il Signore Oscuro e l'Ordine della Fenice, la scuola di magia e stregoneria inglese porta le cicatrici di anno più che tetro. I protagonisti delle avventure che ci hanno accompagnato fino alla dipartita di Voldemort hanno preso le loro strade: Ron ed Harry hanno iniziato il loro apprendistato come Auror, mentre Hermione sta per cominciare il suo settimo anno ad Hogwarts. Con lei, pochi studenti inglesi si presenteranno alle porte della storica scuola e la nuova Preside, seguendo la politica del predecessore Albus Silente, sceglie di chiedere aiuto ai maghi di tutta Europa, per dare nuova vita alla sua scuola.
(Aggiornamento settimanale)
Genere: Erotico, Fantasy, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hermione Granger, Minerva McGranitt, Nuovo personaggio, Serpeverde | Coppie: Draco/Hermione, Harry/Ginny, Pansy/Theodore
Note: Lemon, OOC, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace, Da Epilogo alternativo
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ATTO I “ANTIPASTI”

Capitolo 6 “Cozze alla tarantina
 

Quando il sole fu completamente oscurato dalle montagne e i due italiani si fossero finalmente ripresi, si avviarono lentamente verso il Castello.

Mentre camminavano disillusi, non poterono fare a meno di notare due figure, non troppo distanti dal portone, entrambe sedute sotto un faggio.

Si sentiva uno strano e bizzarro motivetto provenire dalla stessa direzione.

Vieni, mescola il mio calderone
e, se con passione ti riuscirà,
il mio forte amor bollente
questa notte ti scalderà”.

Pur senza vederla, sentì la risatina di Angela. La canzone proveniva una vecchia magiradio di legno scuro.

Più si avvicinavano, più si le figure in lontananza si facevano nitide.

Fu a quel punto che anche Valentino ridacchiò.

Luna Lovegood agitava le braccia compulsivamente, in un ballo davvero ridicolo.

Vederla lì, seduta, mentre agitava gli arti come un polpo faceva pensare a delle convulsioni.

Al suo fianco, un Leonida piuttosto intimidito agitava pigramente le mani e fissava preoccupato la sua nuova amica, evidentemente intenzionato a non tradire la sua evidente inesperienza in quella sorta di balletto, ma anche riluttante a darci dentro come Luna.
"Oh, mio povero cuore, dov’è andato?
Per un incantesimo mi ha lasciato…”

Valentino sentì il peso di Angela sulla sua spalla. Lei rideva istericamente e il buon Leo aveva iniziato a guardarsi intorno nervoso, avendo evidentemente sentito qualcosa.

Valentino, agguantando la vita trasparente di Angela, la spinse in fretta verso i portoni del Castello.

“Ma sei scema?”. Chiese Valentino all'amica.

“...Il mio forte amor bollente...”. Angela continuava a ridacchiare.

Valentino scosse la testa.

Erano arrivati finalmente all'ombra dell'enorme portone, quando sentirono di nuovo la voce dalla cantante proveniente dalla magiradio farsi più forte.

“… e adesso che per bene l’hai spezzato,
ridammi, ti prego, il mio cuore innamorato”.

Luna e Leo stavano venendo verso di loro.

Angela era ancora piegata in due dal ridere, forse per il testo ridicolo della canzone, forse per il ballo forsennato di Luna. Valentino decise di aspettare ai lati del portone che la bizzarra coppia ballerina.

Per un attimo a Valentino parve che Leo si fosse girato verso di loro, forse attirato dai singhiozzi di Angela, ma dopo pochi attimi decise di essersi sbagliato e prosegui.

Dopo che lo strano duo fosse scomparso oltre le porte della Sala Grande, diretti al banchetto, Valentino fece un sospiro di sollievo.

Rimosse il proprio incantesimo di disillusione e venne imitato da un'Angela che ancora cercava di rimettersi ritta, scossa da risolini nervosi.

Valentino la guardò esasperato.

“Riprenditi Doragon”. Sibilò Valentino, irritato.

Dopo qualche decina di secondi Angela si riprese e dopo aver fatto due respiri profondi si diresse verso la Sala Grande, seguita da Valentino.

La tavola era apparecchiata riccamente, anche se non era ricca come quella della sera precedente. I piatti d'oro erano già ricolmi dell'ottimo cibo di Hogwats. Angela e Valentino non si fecero aspettare; camminarono spediti verso il loro tavolo e si sedettero, l'uno accanto all'altro, vicino ai soliti Slytherin: Draco, Daphne, Blaise, Pansy e Theodore.

Valentino alzò la testa verso l'alto: un cielo stellato risplendeva sopra le loro teste. Il ragazzo cerco di riconoscere le costellazioni che svettavano luminose sulla Sala Grande, ma essendo sempre stato una frana totale in Astronomia, non ebbe fortuna.

Riportò la sua attenzione sui suoi compagni: erano impiegati in una discussione accesa; a quanto pare l'oggetto della contesa era la frequentazione di Draco con quella Gryffindor del loro anno, Hermione Granger.

Pancy, Daphne e Blaise facevano pressioni per saperne di più, mentre Theo sosteneva Draco nel mantenere una certa riservatezza sulla questione.

“Dai Draco”. Pancy gli aveva artigliato la mano e lo guardava con una vena sadica negli occhi.

“Dopo questi anni così tristi ci devi qualche gossip. Io e Theo ti abbiamo già spiegato come ci siamo messi insieme”.

Draco sembrava imbarazzato.

“Nessuno si è messo insieme con nessuno, Pans”.

Pancy strinse ancora più forte la mano del povero Malfoy, che guardava Theo con una tacita richiesta d'aiuto.

“Non ti fidi dei tuoi amici, Draco?”. Disse Pancy, con un tono molto divertito.

Pansy Parkinson era, contrariamente a quanto si potesse pensare, una ragazza discretamente intelligente e Valentino questo lo aveva capito. Non aveva la fredda genialità di Daphne, né la logica di Draco o la lungimiranza di Blaise, ma sapeva impegnarsi a ottenere ciò che voleva. Sembrava decidere le sue strategie in base alla conoscenza dei punti deboli altrui, agevolata dalla sua innata capacità di coglierli nelle persone, a mano a mano che quelli venivano fuori. Draco era indubbiamente capace di cavarsela in una conversazione, ma con Pancy era indubbiamente in svantaggio. Pancy si volto verso Daphne con un espressione divertita sul volto. Sembrava davvero soddisfatta da piccolo interrogatorio che aveva imbastito.
"Tu cosa ne dici Daph?". Chiese all'amica.
"Sono d'accordo con Te, Pans. Dai Draco, di noi ti puoi fidare. Siamo semplicemente curiosi e di certo non puoi biasimarci. Hai passato sei anni a detestarla e ora accenni al fatto che vi siete visti per mezza estate".

La stoccata di Daphne trafisse Draco, tanto da costringerlo ad abbassare lo sguardo verso il suo piatto, dove l'unica visione possibile era un'aletta di pollo a malapena toccata dallo Slytherin.
Angela intervenne, rompendo l'incantesimo che Pancy e Daphne stavano lanciando. "La Granger è quella contro cui mi sono battuta 'sta mattina, giusto? Sembrava molto, molto abile".

"Lo è". Draco aveva alzato lo sguardo e fissava Angela con la luce della speranza negli occhi.

"Davvero eccezionale: all'Accademia, al corso nostro anno c'era veramente poca gente che poteva tenermi testa nei duelli, e nessuno che ci sarebbe riuscito per tutto quel tempo. Ci sono sono stati dei momenti in cui sono stata sul punto di perdere". Continuò la Doragon.

Pancy, Blaise e Daphne la guardavano scocciati. Evidentemente la bravura di Hermione Granger era un argomento molto meno interessante della sua amicizia con Draco Malfoy.
"Che la Granger sia brava lo sappiamo tutti". Si decise finalmente ad intervenire Blaise. "Quello che ci stupisce è come questo anatroccolo di un Malfoy si sia avvicinato ad un cigno tanto in vista senza che nessuno se ne accorgesse".

Draco rifilò a Blaise un'occhiata mesta. "Non sono affari tuoi Zabini". Gli sibilò contro.

"Ma devi ammettere che questa amicizia sia tutto meno che poco interessante, Draco". Gli rispose il moro.

"Anni di insulti, la guerra, la morte del Signore Oscuro e ora questo. Non puoi non dirci qualcosa. Vi siete già...?".

Con un sorriso sornione sul viso, fece un gesto osceno così palese che anche Daphne sbuffò per irritazione. Finalmente Valentino si decise ad intervenire. "Non capisco bene. Lei era di Gryffindor e per questo non eravate in buoni rapporti, giusto? Se si tratta solo di questo non riesco proprio a comprendere tanto stupore. Dopo una certa età certe buffonate come le cricche, i club o le Case perdono di significato, no?".

Gli Slytherin lo guardarono storto, come se il fatto che considerasse l'assegnazione ad una Casa una questione per ragazzini fosse una gravissima offesa. Alla fine fu Daphne a parlare. "Glissando sul commento insulso sulle Case, che hanno molta più importanza di quanto tu possa ritenere, Marchetti, la questione Granger è più complicata di così".

Valentino ed Angela la guardarono, curiosi e lei continuò. "Vedete, la Granger è una Nata Babbana, una Sanguemarcio, detto volgarmente". Valentino scoppiò a ridere, imitato da Angela. "Sanguemarcio? Si dice così qui?". Theodore, che evidentemente non ci trovava proprio nulla di divertente, gli scoccò uno sguardo velenoso. "Volete farmi credere che in Italia non ci sono modi offensivi per riferirsi ai Nati Babbani?".

Angela, prevenendo un'altra risposta secca di Valentino, parlò per prima. "Diciamo che in Italia le discriminazione sono di tipo diverso. La questione del sangue non interessa praticamente a nessuno. Dai noi maghi e streghe infrangono lo Statuto Internazionale di Segretezza continuamente e c'è un rapporto molto solido fra l'elite industriale e politica del mondo babbano con i maghi italiani". Ora tutti gli Slytherin guardavano curiosi Angela, che continuò, evidentemente compiaciuta di aver attirato l'attenzione del gruppo. "Il punto è che da noi c'è un forte arrivismo economico. Nessuno si fa problemi a trattare con i babbani, o usare mezzi e tecnologia babbana se è necessario. Prendete Valentino".

Cinque paia di occhi si puntarono su sul ragazzo.

"La madre di Valentino è una strega, figlia di una famosa e illustre famiglia del Nord Italia, mentre suo padre un un babbano un po' tocco, che però gestisce un'azienda cosmetica. Pensate che sia stato l'amore a consolidare un'unione tanto strana? Certo che no! Sono stati i soldi".

Angela bevve un sorso di succo di zucca e continuò, appassionata. Valentino la capiva: lo spirito pratico che avevano i maghi italiani era qualcosa di cui era molto fiero e gli sembrava una medaglia al valore in mezzo a tanti stigmi e valori medioevali portati avanti da l'elite dei maghi inglesi. "Semplicemente i due si sono messi assieme per profitto. Elena è una grande pozionista e aiuta sensibilmente il marito, che invece ha i mezzi per una grande distribuzione, impossibili da ottenere per un mago, che per quanto abile avrà comunque meno clienti di un babbano. Se pensate alla enorme sproporzione della popolazione tra noi e loro unirsi e assicurarsi un benessere maggiore non appare certo stupido". Valentino annuì piuttosto soddisfatto della spiegazione dell'amica.

"Non è che in Italia non ci siano gli stronzi, che sia chiaro. C'è un grande senso di rivalità e competizione tra i maghi del Sud e del Nord, che non si piacciono molto, un problema che condividono anche i babbani". Angela, con il tono di chi ha finito il suo discorso, smise di parlare. Gli Slytherin sembravano sconvolti.

"Quindi nessuna discriminazione fondata sul sangue?". Chiese stupito Blaise.

"Non sul sangue, come ho detto. Diciamo che i problemi ci sono comunque: ceto sociale, abilità, provenienza territoriale... Anche noi abbiamo i nostri conflitti interni. Ci sono state tante tensioni tra Accademia Profonda e Accademia Ardente, le nostre due piccole scuole, tensioni che sono spesso sfociate in gravi crisi nazionali. Il vantaggio rispetto a voi altri è proprio la liberalizzazione delle Arti Oscure". Spiego Valentino.

Daphne sembrava ancora perplessa. "Scusate, ma non è peggio? Chiunque potrebbe uccidersi se addestrato nelle arti Oscure. Ogni lite tra gruppi di maghi potrebbe finire in guerra civile!".

Angela sorrise. "Questo è il punto, Daphne! Nessuno ha il coraggio di fare nulla di troppo estremo, perché teme la reazione dell'avversario. Abbiamo una lunga storia di Signori Oscuri in Italia. Da migliaia di anni, in realtà, la penisola è stata teatro di grandi movimenti guidati dal Signore Oscuro di turno. Nessuno di questi a avuto la fortuna di rimanere vivo troppo a lungo. Nel tempo si è creata una stasi, una situazione in cui nessuno rischia di prendere il potere per paura di esporsi troppo".

Draco fissava pensoso i due. "Ma non mette paura vivere in una comunità magica del genere? Non rischi di morire per un nonnulla?".

"Proprio come ha detto Angela, assolutamente no". Rispese Valentino. "Nessuno rischia di fare la voce grossa, nessuno provoca liti e nessuno muove guerre sociali. In realtà la comunità magica italiana è molto tranquilla da sessant'anni a questa parte. Di certo Grindelwald aveva moltissimi sostenitori in Italia, ma non ha mai avuto il coraggio di volersi imporre personalmente come guida del paese. Sono sicuro che in quel caso sarebbe stato assassinato molto prima di essere catturato dal vostro Dumbledore".

Gli Slytherin rimanevano perplessi. La società descritta da due compagni di Casa era molto diversa dalla loro e gli era difficile immaginarla. Il pregiudizio del Sangue e il ripudio delle Arti Oscure, almeno per apparenza, erano fondamenti della società magica inglese. Sapevano bene che anche quella dell'est Europa, come delle lontane Americhe, non differivano.

"Come mai il pregiudizio del sangue non ha attecchito in Italia?". Chiese Pancy, dando voce ai pensieri dei loro amici.

"Non penso ci sia una sola ragione. Immagino che il motivo principale sia che le famiglie purosangue in Italia siano davvero poche, molte meno che in Inghilterra. L'Italia nei secoli è stata spesso invasa da popolazioni estere: germanici, austriaci, francesi, spagnoli, arabi... le contaminazioni culturali sono state molti e i maghi di ogni epoca, per sopravvivere e prosperare sono spesso saltati sul carrozzone del vincitore, con il mezzo più comune di tutti: il matrimonio. Quindi le famiglie purosangue in Italia saranno rimaste tre o quattro: un esempio è Angela. La famiglia Doragon è rispettata in Italia come uno dei pochissimi nuclei purosangue del paese, ma non è nemmeno lontanamente influente come certe famiglie di mezzosangue o nati babbani". Valentino si lasciò cadere sulla sedia, stanco di spiegare.

"Precisamente". Confermò Angela. "Diciamo che oltre alla questione storica in Italia c'è un forte senso pratico e tendiamo tutti a fare il massimo con quello che abbiamo. Non importa poi a molti di chi tu sia figlio, quanto piuttosto tu possa essere utile o abile".

Sperando che la curiosità dei compagni fosse stata appagata, i due italiani si tuffarono sul cibo.

Blaise, evidentemente soddisfatto delle informazioni ricevute sul mondo magico italiano, si girò verso Draco con una rinata scintilla di malignità negli occhi. "E allora Draco, come ti sei infilato sotto la lunghissima gonna della Gr...".

Tutti gli Slytherin videro la lingua di Blaise annodarsi su sé stessa. Draco aveva alzato la bacchetta così in fretta che nessuno se n'era accorto e con un formidabile Languelingua aveva sistemato la curiosità del migliore amico.

Tutti risero, compreso Blaise, che emise degli strani suoni gutturali.

Nessuno nominò più Hermione Granger e la cena finì in modo tranquillo. Blaise si liberò della Maledizione di Draco solo dopo che tutti furono arrivati al dormitorio. I gruppo si impossessò dei divani in pelle vicino al camino e sferrando occhiate di fuoco, Draco scacciò ogni altro Slytherin interessato a passare la serata in Sala Grande.

Valentino era stanco: tra le lezioni, il Loto e le lunghe chiacchierate non vedeva l'ora di coricarsi e non pensare proprio a nulla. I ragazzi si scambiarono qualche battuta, ma era chiaro che tutti loro fossero spossati dal primo giorno di scuola. Dopo poco più di mezz'ora i ragazzi corsero a farsi la doccia e Valentino, dopo l'esperienza della mattinata, fu lesto e riuscì a farsela per primo.

Infilato il pigiama, percorse il corridoio del dormitorio maschile, quando Daphne comparve all'improvviso dalla porta che dava alla scala per la Sala Comune. Apparì così in fretta che Valentino per lo spavento scivolò e sbatté di schiena sul duro pavimento di pietra. Si accorse troppo tardi che nella caduta due bottoni del pigiama erano salati e avevano esposto il suo ventre, pieno di strane cicatrici dalle sfumature che andavano dal verde al viola, che si allungavano come crepe sulla sua pelle.

Daphne lo guardava stupefatta, con la bocca aperta. Valentino, pieno di paura e di vergogna si rialzò e si sistemò la vestaglia con un colpo di bacchetta, per poi alzare lo sguardo verso la compagna.

"Daphne, scusami, non mi aspettavo che spuntassi così, da un momento all'altro...". Il ragazzo si mangiava le parole e parlava a basse voce.

"Cosa sono quelle?" Chiese con un freddezza micidiale la bionda, indicando la pancia di Valentino.

"Nulla Daphne, davvero". Rispose Valentino, questa volta troppo velocemente. Era rosso per il disagio.

Daphne sembrava serissima. Si avvicinò al ragazzo e il piccolo tacco delle sue scarpe scandì ogni passo. Era talmente tanto vicina che Valentino poteva sentire il suo profumo: una fragranza floreale, rosa forse, o qualcosa di ancor più delicato.

"Noi di Slytherin ci copriamo e ci aiutiamo, Marchetti. Questo dormitorio è una famiglia e tra famigliari ci si protegge. Se hai bisogno di parlarne, sto nella stanza con Pancy e Millicent. Sentiti libero di passare per fare due chiacchiere".

Valentino annuì, poco convinto.

Le passò di fianco camminando svelto fino alla porta della sua camera e la saluto con una timido "Buona notte", prima di chiamare Theo per dirgli il cambio alla doccia.

Corse sotto il lenzuolo del comodo letto a castello e vi si coricò. Non ascoltò le ultime chiacchiere tra i compagni e rimase sveglio anche quando l'ultimo di loro ebbe finito di parlare.

La mattina seguente, Valentino guardandosi allo specchio emise un sibilo di frustrazione. Era rimasto sveglio per diverse ore, prima di essere sconfitto dal sonno. Aveva due segni grigi sotto gli occhi, che gli davano l'aria di un vampiro.

Mandò al diavolo il suo aspettò e si lavò in fretta il corpo, si vestì e corse in Sala Comune, solo per essere accolto dallo sguardo indagatore di Daphne, seduta già pronta al fianco di Blaise. Sembrava che fosse destino che i primi tre a prepararsi fossero sempre loro.

Mentre si avviavano per fare colazione Valentino sentì lo sguardo della bionda trafiggergli la schiena per tutto il viaggio. Ma che voleva, maledizione? Aveva capito a cosa erano dovute quelle cicatrici? Forse voleva denunciarlo alla Preside? Probabilmente no. Forse era solo preoccupata perché in fondo era stata sincera la sera prima, dichiarando che Slytherin era una famiglia che proteggeva i suoi membri.

“Praticamente come una Mafia”. Penso l'italiano, mentre si sedeva al suo posto in Sala Grande e iniziava a servirsi un'abbondante tazza di caffè. Quel giorno avrebbe avuto la sua prima lezione di Trasfigurazione, di ben due ore, seguita, nel pomeriggio, da altrettante ore di Incantesimi.

Sarebbe stata una giornata sicuramente impegnativa.

Mentre beveva il suo concentrato di caffeina, scoccò un'occhiata furtiva a Daphne, che stava parlando con Blaise della Trasfigurazione Umana. Si era spettato un terzo grado, ma la ragazza aveva deciso di non metterlo a disagio di fronte al compagno. L'italiano strinse la banconota da mille lire che aveva sempre con sé.

In realtà la banconota era una bacchetta che si era fatto fare di nascosto dai genitori quell'estate, per poi trasfigurarla dopo aver compiuto diciassette anni il ventuno di luglio. Se fosse stato costretto, avrebbe Obliviato Daphne con quella bacchetta, per non essere rintracciabile da un esame Prior Incantatio.

Era la sua unica arma in Inghilterra per emergenze che avrebbero richiesto qualche incantesimo illegale e gli sarebbe dispiaciuto usarla sulla compagna, che tutto sommato era sempre stata gentile con lui. Il problema era che se Daphne ne avesse parlato con un insegnante, sarebbe stato facile per la Prewett, che era stata Auror, scoprire che si trattava di cicatrici da magie parecchio oscure. A quel punto avrebbero potuto venire a sapere degli esperimenti di Beatrice e magari risalire persino a Pietro; un'evenienza che Valentino doveva scongiurare a tutti i costi.

Angela si sedette stancamente al suo fianco e si verso del caffè, forse persino in quantità più massicce del compagno.

Anche lei sembrava giù, ma Valentino preferì parlarle più tardi, lontano della orecchie troppo attente dei loro compagni di Casa. Venne fuori che tutti gli Slytherin meno Pancy avevano Trasfigurazione e si avviarono compatti verso l'aula di Rosier, che a detta dei loro più esperti amici, si trovava al pianterreno, non troppo distante dalla Sala Grande.

La loro sfilata attirò gli sguardi incattiviti dalle tavole di Gryffindor, Ravenclaw e Hufflepuff. Valentino, che era abituato all'essere detestato dai compagni in Accademia, non ci fece caso, ma Angela digrignò i denti.

Un ragazzo si alzò dal tavolo dei Gryffindor: era lo studente che aveva insultato Draco la sera dello Smistamento, un ragazzotto dai capelli color sabbia, che, se Valentino non sbagliava, si chiamava Seamus Finnigan.

Camminò spedito verso il gruppo, bacchetta alla mano, ed era talmente rosso dalla rabbia da emanare una sorta di bagliore cremisi, come un grosso lampadario ambulante. Valentino si fermò, notando la sua aggressività, imitato da Angela e Blaise. Tuttavia Daphne, Theo e Draco fecero finta di non notarlo. Valentino vide Pancy fissare la scena con aria spaventata dal tavolo.

“Hey, Mangiamorte!”. Urlò Seamus.

Tutti nella Sala Grande tacquero. I pochi professori presenti al tavolo, che non dovevano preparare una lezione alla prima ora, intuendo che qualcosa non andava, si alzarono di gran carriera e iniziarono a dirigersi verso il ragazzo, che alzò la bacchetta verso Malfoy, o meglio, verso la sua schiena, dato che il biondo continuava ad ignorarlo e ad incamminarsi verso l'uscita.

Seamus, che fremeva dalla rabbia, scagliò un Maledizione Gambemolli sul ragazzo, ma non tenne conto di Angela. La ragazza, che Valentino sapeva estremamente appassionata di duelli, non si faceva problemi ad usare incantesimi illegali per vincere quando si trovava faccia a faccia con l'avversario, ma non sopportava i codardi che colpivano alle spalle.

Alzò la bacchetta che evidentemente aveva estratto di nascosto, intuendo il pericolo, e tagliando l'aria respinse la Maledizione al mittente, che crollo a terra quando legacci invisibili legarono le sue caviglie.

“Signor Finnigan, Signorina Doragon, che cosa succede?” Domando allarmato Lumacorno, che era stato, nonostante la stazza non indifferente, il primo ad accorrere.

Valentino fu rapido. “Professore, Finnigan ha aggredito Malfoy mentre quello gli dava e spalle e Angela si è limitata a respingere l'incantesimo. Immagino che questa aggressione meriti l'attenzione della Preside, dico bene?”.

Finnigan alzò la testa da terra, guardando in cagnesco Angela e Valentino.

“Ha ragione, Professore”. Una voce ancora piuttosto roca arrivò alla spalle di Lumacorno. La Granger doveva essere scivolata sul lato esterno della tavolata di Gryffindor. Con lei c'erano Maria Repaldi e Ginny Weasley, che sembrava non voler essere lì.

“Seamus è della mia Casa. L'ho visto aggredire Malfoy e beccarsi la sua stessa fattura”. La Granger aveva gli occhi ridotti a fessure e gli occhi lampeggianti. Sembrava incredibilmente simile alla McGonagall. Seamus si girò per guardare la sua compagna di Casa, con un sguardo omicida.

“Come fai a tollerarlo Hermione? Lui è qui, cammina tranquillo tra i corridoi, mentre Lavanda e gli altri...”.

“Non hanno dato la vita perché tu ti comportassi in questo modo, Seamus”. La Granger sembrava poter esplodere. Poi si rivolse verso Lumacorno, che continuava a fissare a turno Seamus, Malfoy, che si era fermato e ora guardava il professore, e la Granger.

“Professore, sono Caposcuola di Gryffindor. Mi conceda di provvedere a scortare Seamus dalla Professoressa McGonagall, perché decida la sua punizione”.

Il Professore sembrava combattuto, come se avesse un'idea chiara e spiacevole della punizione che sarebbe spettata a Finnigan se fosse stata la Preside ad emettere il verdetto. Sembrò pensarci molto, ma alla fine, dopo aver scoccato un'ultima occhiata rassegnata verso Finnigan, annuì alla Granger. Quella, dopo aver sciolto la Maledizione con un colpo di bacchetta, afferrò Finnigan per il braccio e lo spinse fino all'uscita.

Si sentì qualche lamentela, ma presto i rumori dei due Gryffindor si attenuarono.

Maria si avvicinò a Valentino ed Angela, con aria sollevata.

“Non sapete quanto sia contenta. Seamus è davvero terribile. Sarà un sollievo quando la McGonagall lo espellerà”.

Evidentemente parlò troppo forte, perché la Weasley sembrò rabbuiarsi ancora di più e, tirando una spallata a Valentino, a cui cadde la borsa di mano, oltrepassò il gruppo di Slytherin e sparì oltre l'arcata d'ingresso.

“Che peperino”. Commentò irritato Valentino, risistemandosi la borsa sulla spalla.

“Te l'ho detto Valentino”. Gli disse Daphne. “Lasciala perdere. Ha subito una perdita e non è stata lei a tentare di affatturare Draco”.

Valentino alzò le spalle. “Sai cosa ne penso”.

I due si guardarono per un attimo. Valentino si pentì subito della risposta secca. Doveva tenersi buona quella ragazza, finché non avesse chiarito le cose.

“Qual è la scusa di quel Finnigan allora?”. Chiese acida Angela.

“L'anno scorso ha fatto l'impossibile per opporsi al regime di terrore dei mangiamorte qui ad Hogwarts. L'hanno torturato non so quante volte con la Cruciatus. Poi durante la Battaglia ha combattuto con la resistenza fianco a fianco con la Granger, la Lovegood, Potter, Weasley e il corpo insegnanti”. Disse Draco. Il ragazzo evidentemente era tornato sui suoi passi ed era arrivato alle spalle della comitiva.

Angela si fece pensosa. “Ma cosa c'entri tu?”.

Theodore sbuffò, assieme a Daphne e Draco.

“Andiamo, che è meglio”. Concluse Draco, lapidario.

Il gruppo si avviò in silenzio verso l'aula.

Oltrepassarono insieme il cortile interno ed entrarono nell'aula. L'aula era grande, circondata da alte finestre, ha quattro file da tre banchi, e uno spazio sufficiente per diverse gabbie e librerie, due lavagne, e una scrivania.

Rosier non c'era, come anche la Granger e Finnigan. Al loro posto la Weasley sedeva immobile come una statua, con gli occhi che lampeggiavano. Al suo fianco c'era un ragazzo alto e piantato, dai capelli neri e le guance rotonde. Stava dicendo qualcosa alla rossa.

“Ginny, Malfoy è un Mangiamorte più di quanto non lo sia io. Seamus è stato uno stupido, ha seguito un impulso stupido. Malfoy non ha fatto nulla per provocarlo. Mi dispiace molto, ma se la McGonagall decide di buttarlo fuori, non potrò che concordare". Disse il ragazzo, tenendo gli occhi bassi.

Il ragazzo si alzò veloce dalla sedie, e uscì dalla classe, incrociando lo sguardo di Valentino.

La mandibola della Weasley tremolava. Altri Gryffindor si erano seduti vicino a quella coppia e parlottavano concitati. Quando Draco si decise ad entrare nell'aula gli occhi di tutti si puntarono su di lui. C'era chi lo fissava come si fissa un colpevole, altri con sincera curiosità. Anche Angela attirò qualche commento.

La voce autoritaria della McGonagall riverberò lungo il corridoio, facendo rabbrividire dallo spavento tutti i presenti.

"Granger!". Chiamò la Preside, da un punto sconosciuto del corridoio, fuori dall'aula. "Mentre io mi occupo di questo gentiluomo, fammi il favore di rimproverare i tuoi compagni di Casa. Tutti i professori si riuniranno per discutere di quanto è appena successo. Pensa ad una punizione per i tuoi compagni che sapevano cosa Finnigan aveva in mente di fare, Granger, e mi raccomando, non andarci né troppo leggera né troppo pesante. Quei quattro hanno organizzato questa bravata idiota e pagheranno per il loro errore. Il Professor Rosier arriverà in classe dieci minuti, ha avuto un malore e Madama Pomfrey lo sta dimettendo in questo momento".

A quella notizia i Gryffindor imprecarono. Valentino si sedette assieme ad Angela in ultimo banco, mentre Daphne, Blaise e Draco preferirono stare di fronte alla cattedra. Dopo pochi secondi, pieni di bisbigli, Hermione Granger entrò nella classe, l'aria feroce e le mani ad artiglio.

"Spero che siate soddisfatti: Thomas, Swann, Dumbar, con me. Sarete felici di aiutare Flich a raccogliere le foglie del parco, senza magia". Sputò quella frase come fosse veleno. Draco non aveva nemmeno girato la testa per guardarla. Evidentemente quello sciocco Malfoy pensava davvero di meritarsi quel trattamento. Uno dei ragazzi nominati da Hermione provò a protestare a bassa voce, ma l'occhiataccia che gli rifilò la Granger lo ammutolì. Il terzetto si alzò e seguì la Granger in corridoio.

Prima di uscire dalla stanza, Hermione scoccò un'altra occhiata furente agli studenti della sua Casa che erano rimasti a guardarla a bocca aperta.

"Spero davvero che nessun altro Gryffindor faccia un'idiozia simile. Nel caso, chiederò alla Preside di espellere esecutori e complici, senza fare un distinguo tra le colpe". Sibilò, per poi sbattere la porta dietro di sé.

Passarono due minuti pieni di silenzio.

La porta si aprì di nuovo: Laurent, Leonida, la Maregnolo e la Chang entrarono di gran carriera nella classe. Il mago francese sembrava essere piuttosto scocciato e si allontanò da Maria con aria infastidita, per fuggire in ultima fila a far compagnia ad Angela e Valentino, che lo salutarono. Leonida scambiò con loro un piccolo cenno del capo e poi si sedette vicino agli Slytherin in prima fila. La Chang e Maria si misero davanti ai due italiani. Valentino era sicuro che Maria stesse ghignando. La ragazza, incapace di nascondere la sua soddisfazione, si girò verso i due vecchi compagni di scuola.

"Come ti senti, Valentino?". Gli chiese con una falsa dolcezza, in italiano.

"Una principessa, Maregnolo. Leggero e aggraziato". Valentino le fece un mezzo sorriso storto e iniziò a tirare fuori dalla borsa i materiali, imitato da Angela e Laurent. Non aveva proprio voglia di sorbirsi anche le provocazioni della ragazza. Aveva altro a cui pensare.

"Spiritoso, Marchetti". La voce di Maria rimase dolce. "Spero che tu ti stia godendo la tua nuova vita qui. Vedo che hai fatto amicizia con gli studenti più amati della scuola". La ragazza guardava Draco e gli altri con quel sorriso irritante sul volto.

"Sono sicura che ti sarai sentito a casa, in un dormitorio pieno di criminali e reietti". Il suo tono ora era freddo e basso. Parlava ancora in italiano, per fare in modo che nessuno capisse cosa stava dicendo. "Non temere però. Dammi una settimana e tutti nella scuola sapranno quanto siate schifosi voi due mostri".

Valentino sbuffò, con aria stanca. Angela scelse di girarsi verso Laurent e chiedergli come facesse a mantener i suoi capelli così lisci e morbidi. Maria fece una smorfia di disappunto.

La porta si aprì una terza volta. Il Professor Rosier percorsa ad ampie falcate il lato sinistro dell'aula e si sedette dietro la scrivania. Aveva la fronte aggrottata e le sopracciglia inarcate.

Tutti tacquero.

"Bene, possiamo cominciare". Esordì, facendo chiudere bruscamente la porta con un colpo di bacchetta.

"Come ben sapete il mio nome è Anthony Rosier eoltre ad essere un saggista nel privato, da quest'anno ricopro questa cattedra. Di certo saprete bene che quest'anno dovrete tutti sostenere gli M.A.G.O. e questo vuol dire che lo sforzo che vi sarà richiesto sarà il più grande da quando avete messo piede in questa scuola, o in altre scuole”. Concluse la frase fissando uno ad uno i visi dei nuovi studenti.

Angela emise un altro sbuffo, mentre Valentino intinse la sua piuma nel calamaio, pronto a prendere appunti.

"Tuttavia lo stress per gli esami che sosterrete a giugno non sono una giustificazione per comportamenti idioti come quelli a cui abbiamo assistito questa mattina. La Preside si è già espressa in merito due sere fa. Nemmeno io tollererò problemi dovuti al rancore generatosi l'anno scorso e non farò sconti a nessuno. Studenti e maghi dell'ordine della Fenice hanno dato la vita per lottare contro l'odio fra maghi. Ogni violazione del regolamento che vada ai danni di un qualsiasi studente sarà punita con l'espulsione. La Preside ha affidato il Signor Finnigan alle cure di Madame Pomfrey e questa sera sua madre lo accompagnerà a casa. Spero davvero che sia di lezione a tutti voi".

Fece una pausa. Il silenzio nell'aula sembrava vibrare. Ogni studente. meno quelli trasferiti, fissava con intensità il Professore. Angela aveva iniziato a giocare con la bacchetta, rigirandosela tra le mani; Laurent e Valentino stavano leggendo il primo capitolo di Trasfigurazione Avanzata, volume secondo; Maria Maregnolo invece fissava ancora in cagnesco i ragazzi alle sue spalle.
Se Rosier si rese conto di queste circostanze, scelse di ignorarle.
"Fette le dovute premesse, vecchi studenti di Hogwarts, vi auguro di continuare ad impegnarvi in Trasfigurazione quanto, se non più, negli scorsi anni. Nuovi arrivi, da quanto ho letto nei documenti che le vostre scuole d'appartenenza ci hanno spedito, non avrete difficoltà a sostenete i ritmi delle mie lezioni. Iniziamo pure".
Valentino alzò la testa dal manuale.
Aveva studiato tutta l'estate per quel momento.

Due ore dopo la comitiva di Slytherin uscì dalla classe con delle smorfie di dolore tanto appariscenti da attirare gli sguardi di molti compagni che squadravano il gruppo, curiosi, nel corridoio.
Era stata la lezione di Trasfigurazione più difficile che avessero mai sostenuto. Persino Angela aveva ammesso, sotto voce, in modo che solo Valentino la sentisse, che sarebbe stato meglio organizzare un ripasso.
L'italiano era completamente spiazzato: che fosse solo a causa di Rosier, che fosse colpa di quei stramaledetti M.A.G.O., gli standard di Hogwarts per la Trasfiguazione erano molto più alti di quelli dell'Accademia.
La Trasfigurazione Umana. che sarebbe stata il fulcro del programma per quell'anno sembrava quantomeno ardua. Anche la Granger, rientrata dopo alcuni minuti dall'inizio della lezione, non aveva fatto altro che prendere appunti per tutte le due ore di Trasfigurazione, senza permettersi di alzare la mano per fare domande. La quantità di informazioni era semplicemente troppa.
Per altro Rosier aveva richiesto un tema di cinquanta centimetri di pergamena sull'argomento della lezione. Angela e Valentino avevano deciso di correre in dormitorio per iniziare subito a lavorarci e sia Daphne che Theo si erano aggregati.
Draco e Blaise avevano l'allenamento di Quidditch, programmato così presto per prendersi avanti rispetto alle altre squadre.
Erano le undici. Se i quattro compagni di studio se la fossero sbrigata in un paio di ore, avrebbero potuto correre in Sala Grande, trangugiare qualcosa e volare al terzo pieno per la lezione di Incantesimi. Draco, prima di correre al campo aveva rassicurato Valentino e Angela. dicendogli che Flitwick era un insegnante molto meno tirannico di Rosier, ma il dubbio di trovarsi a studiare fino a tarda notte per tenersi in pari con i compiti non li aveva abbandonati.
Arrivati nel dormitorio i quattro si erano lanciati sui divanetti in pelle, con fogli di pergamena e Penne Autocorreggenti alla mano, avevano cominciato a lavorare, scambiandosi domande e consigli.
Dopo un'ora e mezza, Daphne e Angela avevano finito e si erano buttate in un'accesa conversazione che verteva sulla lucentezza dei capelli di Laurent, su che prodotti usasse e se era fidanzato.
Theodore, stufo di lavorare, decise di scrivere le ultime tre righe del tema ripetendo con alcuni sinonimi ciò che aveva già scritto sulla pergamena. Una volta fatto corse oltre l'entrata segreta del dormitorio per andare a cercare Pancy.
A Valentino ci volle più tempo, e quando decise che il lavoro svolto era soddisfacente, Daphne e Angela si stavano già dirigendo verso la Sala Grande.
L'italiano sistemò alla bene e meglio piuma, boccetta d'inchiostro e tema nella borsa, per correre dietro alle due ragazze.
Valentino, sudato e con il fiatone, le raggiunse alle porte della Sala Grande. Si sedettero alla loro tavolata e mangiarono in fretta del pasticcio di carne.
Theodore stava chiacchierando animatamente con Pancy, a qualche metro di distanza.
Valentino invece pensava solo a mangiare, stanco com'era, ed ad accompagnare ogni boccone con un bicchiere di zucca di zucca. Angela era dello stesso avviso e Daphne li guardava abbuffarsi con un cipiglio divertito, mentre spulciava il suo pranzo con tutta la dignità di una purosangue.
Quando scoccò l'ora i quattro Slytherin si avviarono, un po" stravolti, verso il terzo piano per l'ora di Incantesimi.

   
 
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