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Autore: AlysSilver    15/10/2022    0 recensioni
Raccolta di one-shot che vanno a raccontare alcuni avvenimenti importanti a partire dall'ultimo anno alla Raimon di Mark, Jude e Axel fino alla storia di Inazuma Eleven New Dream*, la quale parla dei figli della prima generazione e che trovate qui su Wattpad. Lo scopo della raccolta è di narrare alcuni eventi simpatici e significativi che altrimenti non verrebbero mai trattati nella storia principale
*Disponibile qui su Efp: Inazuma Eleven New Dream [6,85K di visualizzazioni su Wattpad]
Genere: Comico, Sentimentale, Sportivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yaoi, Yuri | Personaggi: Axel/Shuuya, Caleb/Akio, Celia/Haruna, Jude/Yuuto, Mark/Mamoru, Shuu
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Era un pomeriggio d'estate del 2024 e il centro di Tokyo era affollato di turisti venuti da tutto il mondo per ammirare la cultura del sollevante. La fine della pandemia finalmente aveva riportato alla normalità la vita delle persone e le strade erano tornate a riempirsi di persone. Nel quartiere della Città di Inazuma però la situazione era molto diversa, essendo pressoché residenziale l'ambiente era calmo e sereno, adatto alle famiglie. Tra di esse c'era la Evans, che cercava di godersi al massimo quelle settimane in cui finalmente il padrone di casa era in vacanza. Non c'era nulla che il ventottenne Mark amasse di più al mondo di quelle giornate. In più, da quando aveva letto su un libro che dopo circa un anno si iniziava a parlare, si era fissato che avrebbe aiutato Gabriella a riuscirci. Stava seduto perciò su un tappeto per bambini da quasi un'ora a cercare in ogni modo possibile di convincere sua figlia a dire le sue prime parole e conoscendolo non avrebbe mollato finché non avesse raggiunto il suo obiettivo, anche se ci fossero voluti secoli. Il giorno precedente era successa la stessa cosa e la piccola oramai sfinita aveva deciso di tirargli il suo peluche in faccia per farlo stare zitto. Oramai era chiaro, se avesse voluto qualcosa avrebbe saputo come farsi capire anche rimanendo in silenzio.

-Andiamo tesoro di papà, forza! Pa-pà. Non puoi farti battere da quel nanerottolo di Sirius che è più piccolo di te, Jude me lo rinfaccerebbe a vita. In più se lo fai entro questo agosto ci avrai impiegato un mese meno di Ethan e sarai stata quella che ci ha messo meno tempo.- La piccola inclinò la testa a lato quasi confusa. Imperterrita continuava a ciucciare il suo pallone da calcio giocattolo e non sembrava minimamente interessata ad assecondarlo. In realtà il ragionamento del leggendario portiere aveva senso, il piccolo Blaze aveva iniziato a parlare solo a giugno alla veneranda età di un anno e sei mesi. Avere tre figli così vicini aveva fatto scattare nel trio una specie di competizione, che inevitabilmente aveva coinvolto quei poveri ragazzini indifesi e forse annoiati dal comportamento dei padri. Se né Luna né Alyxia a causa del lavoro se ne erano rese conto, la casalinga Nelly, le cui giornate erano incentrate sulla figlia, ovviamente aveva fiutato la cosa a chilometri di distanza. In più se c'era qualcosa in cui era brava, era tenere quell'impulsivo del marito sotto controllo. Stava in silenzio a sciacquare i piatti rimasti dal pranzo, osservando i due giocare. -Niente eh? Ti insegno a usare questo pallone nel modo giusto? Potrei finalmente iniziarti al calcio. Diventerai la calciatrice più brava al mondo, lo so!- Un rumore sordo riempì l'open space e costrinse l'uomo a girarsi verso la zona dedicata alla cucina.

-MARK EVANS!- Un brivido gli percorse tutto il corpo e un'espressione spaventata gli comparse sul volto. Persino il mondo in pericolo lo terrorizzava meno di sua moglie arrabbiata.

-Che ho fatto ora?

-Ha cominciato a camminare da poco e tu vuoi insegnarle a giocare a calcio?- Domandò sconvolta. Prima o poi lo avrebbe ucciso ne era certa. La sua fissazione per quello sport era una cosa, ma trasmetterla a lei era un'altra. Quella era una battaglia che non avrebbe perso nemmeno morta, era in ballo il futuro del suo angioletto.

-Non vedo quale sia il problema.- Rispose con il suo solito tono angelico e un po' da finto tonto, quando in realtà sapeva perfettamente dove voleva andare a parare.

-Prima di tutto è troppo piccola, secondo è una femmina! Non ti permetterò di trasformare la mia principessa in un maschiaccio!

-Ma quale maschiaccio e maschiaccio, sarà una giocatrice di livello mondiale!

-No, lei farà danza o ginnastica artistica e si metterà sempre vestiti. Sarà una ragazza molto elegante, proprio come me. Già la vedo andare in giro per la Raimon attirando l'attenzione di tutti i maschi e diventando la reginetta del ballo.

-Sei impazzita? Nessun moccioso si avvicinerà a lei finché io sarò in vita!- Lo scambio di battute durò ore, mentre entrambi sembravano non voler cedere di un millimetro. Nel frattempo, molto confusa e stanca di sentirli, una mini-Ella decise di prendere la situazione in mano.

-Calcio.- A quanto pareva aveva già scelto il suo destino da sola. Si voltarono immediatamente verso di lei sbigottiti. Ci vollero solo pochi istanti perché il portiere afferrasse Gabriella e iniziasse a saltellare per il soggiorno allegro. Non curante della furia crescente della donna che aveva sposato.

-Bravissima, si vede che sei mia figlia! Diventerei una fuoriclasse lo so!

-EVANS! Ti avevo detto di piantarla. Ora per colpa tua la sua prima parola è stata questa!

-Tesoro non te la prendere, era la cosa migliore che potesse dire! Devo dirlo agli altri.- Afferrò il cellulare dalla tasca e attivò una ripresa. -Forza ripetilo!

-Calcio ... calcio!- Urlò lei entusiasta. Se la somiglianza fisica non fosse bastata, non c'era impronta migliore che potesse far riconoscere i suoi geni. Solo una Evans avrebbe potuto uscirsene con una prima parola del genere. Un'ombra sempre più scura comparve intorno a Nelly, la cui collera sembrava incapace di diminuire. I due ci misero alcuni minuti prima di accorgersene. Si congelarono sul posto e la piccola si aggrappò al collo del padre.

-Va tutto bene?

-Tu oggi dormi sul divano.- Sconvolto gli si formarono delle finte lacrime vicino agli occhi, quasi cercasse di creare lo sguardo da cucciolo migliore che fosse in grado di fare.

-Ma perché?

-Perché è colpa tua come al solito!

-Non è giusto!

-Zitto non voglio più sentire un fiato da te.- Afferrò la bambina staccandola dall'uomo. -Andiamo amore mio, allontaniamoci da questo tizio che ha una brutta influenza su di te.- Lei però non sembrava molto d'accordo con questa affermazione e immediatamente scoppiò a piangere disperata. Con le sue braccine tentava di arrivare al padre, mentre la madre con passo svelto lasciava la stanza.

-GABRIELLA!- Gridò l'uomo disperato.

E questa è la storia di quando Gabriella Evans iniziò a parlare e Mark rischiò di venire ucciso da sua moglie per questo.

 

   
 
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