Serie TV > House of the dragon
Segui la storia  |       
Autore: LadyPalma    22/10/2022    6 recensioni
"Vi avevo detto che per i miei servigi mi avreste ripagato a tempo debito, ricordate? Beh, quel tempo potrebbe essere adesso. Sposate me".
Alicent/Larys
What if. Segue gli eventi del libro, ma con determinati cambiamenti.
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alicent Hightower, Altri, Larys Strong
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'Larycent [Alicent/Larys]'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Terzo capitolo





Se Alicent nutre ancora qualche dubbio in merito al desiderio di Larys nei suoi confronti, viene spazzato via nei giorni successivi. La sua presenza è costante, assidua e il modo in cui la guarda è inequivocabile – non è come se volesse possederla, è più come se volesse proprio mangiarla. Basterebbe già solo questo sguardo impudente a rendere palese il diverso stato del loro rapporto, ma è Otto a dirlo apertamente a tutti nella sala del Concilio, tra la ricerca di un nuovo alleato e il modo in cui gestire i fedeli a Rhaenyra rimasti a corte. 

"Per Delta delle Acque non possiamo più proporre l'alleanza matrimoniale, dato che la regina madre si è sposata con il Lord di Harrenhal. Avete altre proposte?" 

Lo dice come se fosse una cosa normale, pianificata quasi, e passata la sorpresa iniziale (che è tanta, è evidente), normale è anche il modo in cui la notizia viene accolta. Aegon fa una smorfia infastidita ma non dice nulla, come probabilmente farebbe anche se la madre avesse sposato un garzone. Gli altri Lord si guardano l'un l'altro come per ricalcolare il peso di ognuno nelle discussioni future, ma ad alta voce si limitano a mormorare delle caute congratulazioni. 

Il più seccato è Aemond che non nasconde il disappunto verso sua madre e il disprezzo verso il suo nuovo marito, mentre solleva un calice di vino come parodia di un altro recente brindisi. 

"Avere dei nipoti forti non era abbastanza, adesso devo avere anche un patrigno forte… anche se non è la parola esatta che userei per descriverlo".

La più lieta è Helaena che batte le mani e sorride con aria trasognata, mormorando parole che nessuno si degna di comprendere.

"È molto importante per i cuccioli se la torre diventa più forte".


La vita coniugale è, di fatto, nulla più di una parentesi dalle trame politiche; e tra pianificazione e pausa è suo marito, in effetti, il filo rosso: accanto a lei tanto nella sala del Concilio, quanto nelle stanze private. Non resta mai nelle sue stanze di notte, su questo è stato sincero, ma si trattiene per i pasti ed è avido della sua compagnia, adesso che lei non è nella condizione di rifiutargliela. In certi momenti, mentre parlano di mosse politiche e intrighi diplomatici, ad Alicent quasi pare che nulla sia cambiato rispetto ai loro soliti incontri settimanali durante tutti quegli anni, ma ci sono piccoli dettagli che tradiscono puntualmente l'illusione: il modo in cui le afferra le mani con dolcezza e soprattutto i fiori che le porta ogni mattina e ogni sera, fiori rossi che coglie appositamente per lei e talvolta le incastra con sapienza dietro l'orecchio. Come se fossero dei ragazzini, come se fosse una sorta di cortese corteggiamento. E lei quei fiori ogni tanto li strappa con rabbia e ogni tanto, invece, se li tiene sul cuscino e ne respira il profumo. Non riesce proprio a decidere se odia o apprezza quell'inquietante interessamento, perché è comunque il livello di galanteria più alto che ha mai ricevuto da un uomo – ed è quando pensa a questa mancanza nella sua vita che, in genere, finisce per strappare uno ad uno tutti i petali.

Tuttavia, quello che prova è soltanto orrore quando una mattina invece dei fiori si ritrova sul suo tavolo una scatolina rettangolare. Al suo interno, una creatura scura non meglio identificata, grossa e lunga, che si arrotola su se stessa strisciando.

Alicent sobbalza, allontanandosi di scatto e iniziando a urlare. Accorrono due serve, Ser Criston e Larys stesso, a cui è stata assegnata una stanza molto più vicina ai suoi appartamenti.

"Che succede, mia lady?" domanda perplesso, dopo aver scrutato la stanza senza aver rilevato alcun pericolo. Poi il suo sguardo si posa sulla scatola e sorprendentemente accenna un sorriso. "È solo un innocuo millepiedi, una specie molto rara però, ne esistono ormai solo pochi esemplari qui, è originario di Dorne".

"I-io pensavo fosse una minaccia, qualcosa spedito da Rhaenyra o…" S'interrompe, realizzando quanto sciocche debbano sembrare le sue parole, così dense di paranoia e preoccupazione. Ma un'altra sensazione si fa strada lentamente nella sua mente. "Come fai a sapere di cosa si tratta? Lo hai lasciato tu per me? Come puoi aver pensato che fosse stato qualcosa che io avrei gradito?"

"Non era per te, ovviamente" replica lui, imperturbabile, "ma per la nostra amata regina Helaena, so bene che viene ogni giorno a farti visita con i principi e sono certo che lei saprà apprezzare la creatura".

E difatti quando poco dopo sua figlia arriva alla vista del millepiedi sorride per la prima volta da giorni, e sembra tornare bambina mentre fa avvicinare i suoi di bambini. Stranamente quella stessa sera, nonostante il terrore e il disgusto provato, Alicent si sente solo grata per quella variazione di regalo e non pensa neanche a strappare il fiore della giornata. Larys ha toccato, del resto, il suo punto più debole: non ha corteggiato una regina, ma una madre.


Il giorno dopo, a mente più lucida, la diffidenza imperitura torna con ancora più forza, se possibile. Difficile credere che tutte quelle attenzioni, inclusa quella nei riguardi di sua figlia, derivino da un sentimento genuino e disinteressato; difficile non vedere dietro quella mossa un altro calcolo, una manipolazione perfino. Alicent non può fare a meno di sentirsi attratta, lusingata (perché è pur sempre ancora la ragazza dolce che sognava le ballate), ma allo stesso tempo ha sviluppato una sorta di immunità alla gentilezza offerta (perché nel frattempo è diventata una madre e una regina, e adesso conosce gli incubi dei giochi del trono). È un paradosso, anela a qualsiasi briciola di affetto ma crede siano tutte avvelenate, e quel paradosso potrebbe sciogliersi, forse, soltanto con una risposta precisa a una domanda: qual è il grande piano del suo nuovo marito e precisamente cosa vuole da lei?

"Non c'è bisogno che continui con questa farsa da perfetto gentiluomo, onestamente" esordisce in tono seccato all'ora di pranzo. Stanno mangiando insieme, secondo quella che è ormai la nuova prassi, quando lui solleva un coperchio per rivelare un tortino al limone che ha fatto preparare appositamente per lei. Come ogni sua singola mossa riesca a essere insieme premurosa e controllante è oltre la capacità di comprensione di Alicent. Perché lui sembra sapere benissimo che quel dolce è il suo preferito, e lei non può fare a meno di domandarsi quante altre cose – più segrete, più pericolose, più importanti – sia riuscito a osservare e a registrare in tutti quegli anni, pronto a usarle a tempo debito.

Larys posa lentamente le posate nel piatto e la guarda confuso, come se non capisse. "Sto corteggiando mia moglie, ed è qualcosa che mi piace fare, a dire il vero".

"Esattamente, sono già tua moglie, non c'è alcun bisogno che mi corteggi".

Larys la fissa a lungo, fino al punto di renderla nervosa e costringerla ad abbassare lo sguardo – sensazione che le sue successive parole rendono soltanto peggiore.

"Ti ho detto che possedere una donna significa molto più che possedere il suo corpo, ma è anche di più che sigillarla con un nome o un titolo, e io intendo averti completamente, Alicent. Ma non posso farlo a meno che tu non inizi a fidarti di me… se non smetti di avere paura".

L'inquietudine che le crea la sua dichiarazione all'idea di essere del tutto in suo potere, soggiogata a lui, non riesce a sopraffare quel bisogno di sostenere la sua posizione, di mostrarsi combattiva.

"Pensi che io abbia paura di te?" Si impone di sollevare di nuovo gli occhi e di forzare un sorriso fintamente divertito.

"Sì, anche se non dovresti. Non riesci a sostenere il mio sguardo troppo a lungo, rifiuti le mie piccole gentilezze e stamattina, addirittura, pensavi che io avrei potuto portare nelle tue stanze un pericolo. Ma io non sono un pericolo, non sono un menico".

Il suo tono è carezzevole, la sua espressione seria, il suo sguardo intenso come sempre: forse Alicent gli crederebbe se non sapesse anche lei, dopo tutto, alcuni segreti sul suo conto. Non molti, anzi neanche lontanamente la metà di quelli che vorrebbe sapere, ma almeno abbastanza da sapere che no, fidarsi è impossibile.

"Forse dimentichi che so benissimo di cosa sei capace".

"Forse sei tu a dimenticare che tutto ciò che ho fatto l'ho fatto per te, al tuo servizio".

Alicent scuote la testa decisa, mentre punta un dito contro di lui. "No, lo hai fatto per te, hai ucciso tuo padre e tuo fratello per te, così come è sempre per te che hai chiesto di sposarmi. E non riesco a capire cosa tu speri di ricavare da tutto questo, ma dovresti smetterla di considerarmi complice dei tuoi crimini–".

S’interrompe bruscamente quando sente un suono che non ha mai sentito prima, un suono che le ghiaccia il sangue nelle vene. Larys sta ridendo. Una risata bassa, sgraziata, stonata, ma pur sempre una risata che si trascina al punto che l'uomo si ritrova a tossire.

"Perdonami, è in qualche modo divertente. Vedi, io non ho soltanto ucciso per te, ma anche per colpa tua. Tu non hai idea, mio piccolo fiore, di quanto le tue mani siano sporche di sangue".

Alicent sbarra gli occhi e Larys, quasi beandosi un istante di quel terrore, fa un sorriso distante.

Poi, inizia a raccontare una storia. Ed è la storia di una caduta.


















 
NDA: Nel prossimo capitolo mi lancerò in un volo pindarico nel passato di Larys, per raccontare la "sua storia" e in che senso ha ucciso per colpa di Alicent. Come nota per questo titolo, vorrei solo precisare il motivo per cui tutti sembrano prendere bene la notiza del matrimonio: tralasciando Otto che potrebbe sapere qualcosa di più, in ogni caso volevo enfatizzare l'idea di come, per motivi strategici o anche solo come risposta a un ricatto, nessuno davvero impedirebbe a Alicent un (altro) matrimonio forzato, nemmeno con l'ambiguissimo storpio di Harrenhal... che, comunque, continua a essere un cupcake anche in questo capitolo, se non fosse per la parte finale ahah
   
 
Leggi le 6 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > House of the dragon / Vai alla pagina dell'autore: LadyPalma