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Autore: May Jeevas    31/10/2022    1 recensioni
Scorci delle vite di Arthur Kirkland e Alfred F Jones in 31 universi differenti. (HumanAU)
UsUk con accenni ad altre coppie.
Raccolta di ona shot, drabble e flash fic.
Avvertimenti e rating potrebbro cambiare durante la pubblicazione.
[Questa storia partecipa al Writober di Fanwriter.it, lista PumpAU]
Genere: Angst, Generale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: America/Alfred F. Jones, Inghilterra/Arthur Kirkland
Note: AU, Otherverse, Soulmate!AU | Avvertimenti: nessuno
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Arthur non riesce a dormire. Si accuccia di più tra la braccia di Alfred, cerca di farsi cullare dal respiro regolare e caldo sui suoi capelli. La iride verde si sposta, per quanto la posizione lo permette, sulla finestra della stanza. Hanno passato i primi giorni a inchiodare tutte le porte e uscite con delle pesanti travi di legno per proteggersi da quei mostri. Un’ulteriore protezione necessaria ormai. Dalle fessure del legno un flebile raggio di luna si fa strada attraverso la parete, rivelando pulviscolo che pare argentato.
Arthur si sente soffocare. Deve rinfrescarsi. Con movimenti lenti, per non svegliare il compagno, si libera dall’intreccio dei loro corpi, lasciando il tepore e affrontando l’aria gelida della notte. Sta per uscire dalla stanza, quando una voce lo ferma.
“Arthur..?”
“Al, va tutto b…” il ragazzo non fa in tempo a finire la frase e rassicurare l’americano che Alfred è già scattato seduto, il fucile che tiene sempre di fianco alla sua parte del materasso già pronto nelle mani puntato verso Arthur.
“Alfred!” esclama l’inglese, scocciato. “Sto solo andando a prendere un bicchiere d’acqua! Non sono uno zombie che ha oltrepassato la recinzione!” si pente un po’ della veemenza della voce quando incrocia gli occhi del partner e li trova spalancati, impauriti e pieni di una furia che ormai domina su tutti loro.
Arthur sospira e torna a sedersi accanto ad Alfred. Senza staccare gli occhi dai suoi, gli toglie dalle mani il fucile e lo appoggia sul pavimento.
“Vuoi parlarne?” chiede, perché ha capito che il compagno ha vissuto malissimo l’incidente capitato quel giorno. Alfred è sempre in prima linea quando c’è da affrontare gli zombie, ha preso con serietà il titolo di leader del gruppo dei sopravvissuti e non si è mai tirato indietro nel combattere e nell’uccidere i nemici. Ma quello che è successo nel tardo pomeriggio, beh… non era un nemico. Era… Il cuore di Arthur si stringe, provocandogli una fitta al petto. Dopotutto, anche lui non riusciva a chiudere occhio proprio a causa di quella scena, che continuava inesorabilmente a ripetersi davanti agli occhi.
Le iridi ormai grige piene di dolore e furia, ogni traccia di umanità ormai sparita dal volto, le lacrime sulle guance che ormai tendevano verso il colore blu, le labbra che cercavano di azzannare, la pelle ormai che stava marcendo rivelando i primi segni di decomposizione… E infine lo sparo. Il corpo che cade a terra. Eduard che abbassa la pistola ancora fumante e prende quel corpicino ormai senza vita, allontanandosi dagli altri.
“Non siamo stati in grado di salvarlo.” mormora Alfred, riportando la mente di Arthur al presente.
“Era uno di noi. Uno del gruppo. Il gruppo che è sotto la mia responsabilità. E non sono stato in grado di fare niente per salvarlo, né di dire a Eduard qualcosa dopo che è stato costretto a…”
Arthur gli posa una mano sui capelli e l’altra sulla spalla, posando la testa del compagno sul petto.
“Non darti colpe che non hai. Nel caso non te ne fossi ancora ancora accorto, Capitan America, tutta questa situazione è più grande di noi.”
Arthur ingoia un groppo. Si sente anche lui minuscolo, ogni giorno di più, la lotta per la sopravvivenza sempre più feroce e mantenere la loro umanità sembra sempre più difficile. Ma capisce che ora è Alfred ad aver bisogno di conforto, esattamente come lui stesso ogni giorno conforta tutti i sopravvissuti. Sempre stoico, sempre nel ruolo del leader senza paura. Solo al buio della notte riesce a rivelare le sue fragilità. E Arthur sarà sempre al suo fianco per aiutarlo, finché gli sarà concesso.
“Non potrai sempre salvare tutti, e non sarà l’ultima vita che perderemo in questo modo.” Dio, quel pensiero lo gela nel profondo, ma stringe più forte Alfred e continua. “Ma tutti hanno fiducia in te. E nessuno ti incolperà delle perdite. Abbiamo fatto una promessa: rimanere uniti. E ti posso assicurare che tutti intendiamo mantenerla.”
Alfred si rilassa un po’ tra le braccia di Arthur, trovando una posizione più comoda. Rimangono così, i corpi intrecciati che cercando calore e conforto, cercando di ignorare i lamenti delle creature che da fuori sono un ronzio continuo, e cercano di non pensare a quello che porterà il domani, anche se solo per un fugace momento.
 


Angolino di May.
Okay, non so se si capisce bene la situazione… spero di sì e spero non vi abbia schifato troppo.
Piccolo spoiler: questo potrebbe essere un missing moment della storia che in realtà avevo in mente per questo prompt. Solo che mentre la scrivevo ho capito che sarebbe venuta troppo lunga, quindi l’ho messa da parte per magari una futura ff. Non garantisco niente, ma chissà.
E… è finito anche questo Writober. Ringrazio chiunque abbia voluto seguirmi in questa avventura, spero di avervi intrattenuto.
Al solito, critiche e pomodori marci sono ben accetti.
Mata ne!

   
 
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