Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: Nemesis01    01/11/2022    1 recensioni
La prima cosa che suo padre gli aveva detto, appena dopo aver ricevuto la lettera d'ammissione ad Hogwarts, era stata: "stai lontano dai Potter". Glielo aveva ripetuto più o meno ogni volta che era rientrato a scuola negli ultimi quattro anni, era diventato un vero e proprio mantra: "fai attenzione alle scale, non infilarti in stanze nascoste, non usare la magia al di fuori delle lezioni, gioca pulito a Quidditch e stai lontano dai Potter".
[Draco/Harry e forse un tocco di James Sirius/Scorpius, ci penso.]
Genere: Angst, Hurt/Comfort, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter, James Sirius Potter, Scorpius Malfoy | Coppie: Draco/Harry
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace, Contesto generale/vago
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
 




Disclaimer!
Questa fan fiction tratterà di coppie slash (Draco/Harry e anche James Sirius/Scorpius). Per cui, se non vi piace lo slash né siete fan di queste ship, vi chiedo il favore di tenere in considerazione questo dettaglio prima di iniziare a leggere.  
Grazie mille.


*




Stai lontano dai Potter







II.

Se c'era una cosa che, negli anni, Harry aveva capito era che la vita è imprevedibile. Non avrebbe mai pensato di sopravvivere alla battaglia contro Lord Voldemort, né di sposarsi, avere figli e divorziare. A onor del vero, forse quest'ultima cosa se l'aspettava. 
Aveva avuto un matrimonio abbastanza felice con Ginny; lei era stata una ragazza coraggiosa trasformatasi in una donna altrettanto tosta. Avevano condiviso molto, esperienze, emozioni, quotidianità ed era stata proprio quest'ultima cosa ad averli uccisi. Si erano dati così tanto per scontati che avevano smesso di guardarsi, capirsi, cercarsi, raccontarsi. Capitava sempre più spesso che dormissero separati o che non si rivolgessero la parola per giorni interi: il loro amore, nato nell'avversità, era sfociato nella noia e nell'apatia. Nessuno dei due era felice di come le cose si stavano muovendo e un giorno avevano cominciato a parlare di divorzio.

Era accaduto una mattina qualunque. I loro figli erano a Hogwarts e loro due stavano annegando nel silenzio di Grimmauld Place.
"Harry, credo che dovremmo finirla qui."
Le parole di Ginny gli erano arrivate addosso come un fulmine a ciel sereno; si era accorto di alcuni cambiamenti, incluso il diminuire dei loro rapporti sessuali, ma non aveva mai vagliato l'ipotesi di poter chiudere la loro storia.
"Dovremmo finirla?"
"Ci ho pensato su, Harry. Io... Ti voglio bene, rispetto tutto quello che hai fatto e ti stimo tantissimo ma..."
"Non mi ami più."
"Non ti amo più."
Tanto gli era bastato e aveva annuito. Era stata l'accettazione tanto spontanea a fargli aprire gli occhi: anche lui non l'amava più, sebbene fosse legato all'idea di quella che era stata la loro storia d'amore.

La parte più difficile era stata quella di comunicarlo ai loro figli. Avevano entrambi paura che non avrebbero capito, che si sarebbero arrabbiati da morire... E invece non lo avevano fatto. Solo Lily aveva piagnucolato un po' ma era bastato un lungo abbraccio per farla stare meglio.

Il suo matrimonio era finito così, con un abbraccio e una firma su un documento ministeriale. Lui e Ginny non avevano neanche litigato sull'affidamento dei bambini: da settembre a luglio sarebbero stati a Hogwarts e durante le vacanze avrebbero potuto scegliere loro dove stare. Albus e Lily avevano preferito restare a Grimmauld Place con Ginny mentre James si era trasferito a Streatham Common con il padre: aveva conquistato una stanza tutta per sé! Sia Molly che Arthur, però, avevano insistito che Harry continuasse a prendere parte alle festività con i Weasley; d'altronde, loro erano stati la sua famiglia fin dai primi tempi della scuola, e questa cosa non sarebbe dovuta cambiare per nulla al mondo. Lui aveva accettato e, anche se all'inizio era stato un po' strano, Ron e Hermione gli erano rimasti accanto. Erano bastate un paio di battutacce di George per sciogliere la tensione e tutto era tornato alla normalità.

"Normalità".
Che parolone.

Rivolgersi a Ginny usando il suo nome piuttosto che un nomignolo affettuoso standard era stato difficile; un paio di volte gli era sfuggito un "cara" ma, per fortuna, era passato inosservato.
Era stato tutto così tranquillo e civile che Harry e Ginny si erano perfino scambiati un regalo di Natale. Lei gli aveva regalato una sciarpa di una bella tonalità di bordeaux mentre lui le aveva comprato un libro sulla storia del Quidditch comprensivo di fotografie storiche e replica del primo boccino d'oro. Entrambi erano parsi molto soddisfatti e avevano ripreso a scambiarsi informazioni sui loro figli.

Dopo cena James, Albus e Lily avevano espresso il desiderio di restare a dormire a "La Tana" insieme ai cugini; nessuno dei due aveva avuto il coraggio di negare loro la cosa e li avevano accontentati. Quando era passata la mezzanotte i due avevano salutato Molly e Arthur ed erano usciti con l'intento di ritirarsi ognuno a casa propria. In realtà Harry non aveva voglia di tornare a casa. Aveva trascorso tutto l'autunno da solo nell'appartamento a Streatham ma quella era la sera di Natale e non gli andava di restare a guardare le lucine dalla finestra in solitudine, gli ricordava troppo l'infanzia vissuta con i Dursley. Arrivò oltre i confini de "La Tana" e rimuginò sul fatto che c'era un unico posto in cui poteva trascorrere del tempo con qualcuno; si materializzò a Hogsmeade e camminò lungo la strada innevata che conduceva a "I Tre Manici di Scopa". Lì avrebbe potuto scambiare due chiacchiere con qualche mago e bere un paio di Whiskey Incendiari prima di andare a letto.
Fu sorpreso, però, di trovare un'altra persona ferma proprio fuori allo stesso locale. Istintivamente gli si avvicinò e riconobbe subito il mago che si nascondeva sotto al pesante mantello verde mirto. Restò accanto all'uomo in assoluto silenzio, si infilò le mani in tasca e si soffermò a guardare l'insegna contornata di lucine colorate. Non era sicuro ma ebbe l'impressione che, di tanto in tanto, anche l'altro gli avesse lanciato qualche sguardo. Anzi, fu proprio lui a rompere il ghiaccio.

"Cosa ci fai qui, Potter? Non hai nessuno stupido gioco da fare con la tua famigliola felice?"
"No, dormono tutti," aveva mentito Harry nascondendo un sorriso amareggiato. "Scorpius?"
"Dorme al Manor con i miei genitori," aveva detto l'altro. "Non mi andava di tornare a casa da solo."
"Ti capisco, Malfoy."
Draco aveva sogghignato incredulo. "Cosa vuoi capirne tu?"
Harry aveva scrollato le spalle e si era voltato verso l'altro. Non aveva avuto un anno traumatico come quello di Malfoy ma anche il suo non era stato proprio idilliaco. "Io e Ginny ci siamo lasciati," aveva ammesso con franchezza ed era tornato a guardare l'insegna del pub. Dirlo ad alta voce lo aveva reso immediatamente vero. Lui e Ginny si erano lasciati. 
Malfoy aveva storto le labbra e tirato un lungo sospiro. "Ne vogliamo parlare dentro?"
"Offri tu?"
"Sei tu quello ricco, Potter. Ho già offerto la volta scorsa, io."
Nel ricordare quella sera, Harry trattenne a stento un sorriso: non avrebbe mai pensato di trovare un amico in Draco Malfoy. 
In effetti, aveva iniziato a frequentarlo durante il periodo di malattia della strega Greengrass. Si erano ritrovati più volte a "I Tre Manici di Scopa" per bere e parlare; nessuno dei due si era dato appuntamento. Si erano solo trovati nel momento giusto ogni volta.

 

- Potter. -
- Uh? Malfoy? Che ci fai qui? -
- Devo fare una denuncia, - disse Draco.
- Oh, sì, ehm, ok, sono qui per questo. –
Malfoy era sempre stato un acuto osservatore delle sue regole che, in questo caso, gli vietavano di sedersi senza essere stato invitato a farlo. Non gli pesava stare in piedi e guardare come quello scellerato di Potter cercasse di trovare il modulo che gli occorreva. Quando l'ebbe recuperato si passò una mano tra i capelli già disordinati e alzò lo sguardo verso Draco.
- Perché sei ancora in piedi? Siediti! Alla tua età figurati se puoi ancora allungarti. –
L'uomo storse il muso e avrebbe voluto rispondergli con qualche battutina acida ma era troppo agitato per rivendicare la superiorità nei confronti di Harry. Si limitò a sedersi composto di fronte all'altro e a lanciargli contro un'occhiata indispettita. Potter doveva essersene accorto e, per questo, dopo aver sistemato gli occhiali, gli rivolse un sorriso affabile.
- Cosa è successo? –
- Ho smarrito la mia patente da Smaterializzazzione, - disse l'altro.
Harry alzò lo sguardo verso di lui e intinse la piuma nell'inchiostro blu. – La tua patente? –
- Sì. Quando stamattina ho accompagnato Scorpius alla stazione l'avevo in tasca ma, quando ho raggiunto il mio ufficio, mi sono reso conto di non averla più. –
Potter mugolò qualcosa di non meglio definito e scribacchiò qualcosa sul modulo. - Probabilmente ti sarà caduta. Non dovrai mai risostenere nuovamente l'esame ma ci vorranno un paio di settimane prima che te ne spediscano una copia nuova. -
- Che cazzo, ci mancava giusto questo, - sbuffò Malfoy.
- Ti posso rilasciare un Documento di Trasporto Provvisorio, così che tu possa ugualmente materializzarti senza problemi. –
- Grazie Potter, - rispose Draco. Lasciò che l'altro compilasse il modulo e, quando ebbe finito, lo firmò lì dove necessario.
- Figurati, è il mio lavoro. Farò spedire la patente al Manor o hai un altro indirizzo? –
- Preferirei riceverla all'Ufficio Misteri. Non sono molto a casa, ultimamente. –
- Settimane pesanti? –
- Puoi immaginare quanto lo sia stato, suppongo. –
- Anche qui c'è stato un bel via vai di gente, - disse Harry. – I maghi impazziscono durante il Natale. –
- Non guardano neanche dove mettono i piedi, - si lamentò Draco. – La settimana scorsa hanno schiacciato il rospo di Scorpius. Per fortuna non si è fatto molto male, però un poco d'attenzione in più sarebbe stata gradita. –
- Tuo figlio ha un rospo? – chiese Harry trattenendo una risata.
- Che hai contro i rospi? – domandò Draco assottigliando lo sguardo.
- Niente, è che... I Malfoy non mi sembrano tipi da rospi. Più da gatti o da furetti, - ridacchiò.
- Ah, ah, ah. Sto morendo dal ridere, - rispose l'altro stoico.
- Anche Lily ha un rospo, - raccontò Harry. – Albus ha un gatto mentre James ha un topo dorato. –

Malfoy avrebbe tanto voluto dirgli che non gli importava granché degli animali della prole di Potter ma si limitò a stringere le spalle. La verità era che, col tempo, aveva provato a cambiare atteggiamento. C'era riuscito grazie all'aiuto e al supporto di Astoria che, con il suo buon cuore, gli aveva insegnato ad amare il prossimo. O, almeno, ci aveva provato. Quando si era ammalata lei gli aveva chiesto di non tornare a essere lo stesso ragazzo di prima. Gli aveva chiesto di "far vedere al mondo quanto splendido fosse Draco Malfoy" ...Peccato che lui avrebbe voluto splendere solo per lei. Le mancava da morire nelle notti d'inverno e in quelle d'estate; guardarsi intorno nel letto e non trovarla accanto a sé era la sensazione più brutta del mondo. Da quando l'aveva persa, Draco aveva compreso il vero significato della solitudine. 
Astoria non sarebbe tornata indietro e tutto quello che Draco poteva fare per tenere vivo il ricordo era quello di sforzarsi di essere gentile anche con gli altri. Per fortuna, lui e Harry avevano ricucito i loro rapporti una notte di neve. Avevano parlato davanti a quattro boccali di Burrobirra e avevano condiviso esperienze ed emozioni; Draco aveva degli amici, i suoi compagni di scuola, ma non era riuscito a parlare con loro così apertamente come aveva fatto con Potter. 
C'era qualcosa di particolarmente esilarante in quella faccenda.

- Un topo? Pensavo che i Weasley avessero chiuso con i roditori. –
Harry rise e scosse piano la testa. – Infatti i suoi nonni hanno provato a opporsi ma tra James e Moody si è instaurato subito un legame indissolubile... Quindi non siamo proprio riusciti a dividerli! –
Malfoy si limitò a sorridergli con cortesia e, quando prese la copia del Documento di Trasporto, si rimise in piedi. – Resterei volentieri a chiacchierare dei vostri ratti di famiglia ma devo rientrare in ufficio. –
- Oh, sì, vero. Beh, allora, se dovessimo trovare la tua patente te lo faremo sapere. –
- Perfetto. In ogni caso attendo la nuova copia entro le prossime settimane. Grazie dell'aiuto, Potter. Ci vediamo in giro, - salutò Malfoy e lasciò l'ufficio.

L'Auror avrebbe tanto voluto fermarlo e chiedergli di vedersi ancora, magari di passare a bere una Burrobirra dopo il lavoro, ma non lo fece. Aveva bisogno di una persona che non gli ricordasse quanto fosse soddisfacente la vita matrimoniale o che gli raccontasse dell'ultimo flirt di Ginny. Draco sarebbe stato la persona perfetta con cui poter essere solo Harry. 

Quanto era strana la vita. Da adolescente, probabilmente, non avrebbe mai pensato di ritrovarsi a voler frequentare Draco Malfoy. Aveva trascorso parte del suo tempo a odiarlo o ignorarlo mentre ora, ogni qualvolta metteva piede al pub, sperava di incontrarlo seduto al bancone. Lo seguì con lo sguardo fino a quando la porta dell'ufficio non si chiuse con un tonfo e l'Auror sospirò; mancavano troppe ore alla fine del suo turno e la giornata gli sembrava interminabile. Forse avrebbe fatto meglio a uscire in missione per ammazzare il tempo, almeno avrebbe fatto qualcosa di diverso dal riempire scartoffie tutta la giornata. Si alzò e mise su il mantello, pronto per uscire, quando Ron entrò in scena.

- Ehi, amico! –
- Ciao Ron! –
- Stai uscendo? -
- Sì, volevo fare la ronda... Tu sei appena rientrato? Non ti ho visto in giro stamattina. –
- Sì, sono stato fuori tutta la notte. Non ho potuto neanche accompagnare i pargoli alla stazione. –
- Erano più che felici di essere andati con lo zio figo. Ovviamente parlo di me, - rise Harry. – Sono sicuro che siano già rientrati. –
- Grazie per averli accompagnati, fratello. –
- Dovere e piacere! –
- Stasera ci sarai anche tu a "La Tana"? I miei genitori festeggiano il loro anniversario. –
- Non ne sapevo nulla... Ma non credo di poter venire. Ho già un impegno, - spiegò Harry. In realtà era più che sicuro che Ginny gli avesse accennato qualcosa ma non se la sentiva di prendere parte all'evento. – Scriverò loro un gufo per gli auguri. –
Ron assunse un'espressione accondiscendente, salutò l'amico e firmò il cartellino d'uscita. Harry, invece, uscì dalla stanza e si diresse verso Hogsmeade con l'intento di verificare che fosse tutto okay. Si era dispiaciuto di aver snobbato il suo amico Ron ma non aveva bisogno di una predica o dell'ennesimo racconto sulla famiglia felice Weasley. 

Il pomeriggio fu abbastanza deludente. Purtroppo, o per fortuna, Harry non aveva trovato alcuna anomalia in giro per il paese e camminare non l'aveva aiutato a schiarirsi le idee. Così, alle 5 p.m., era rientrato in ufficio, aveva preso una tazza di Caffè Bolle-Bollenti e si era accomodato dietro la scrivania. Quando aveva accettato l'incarico che gli era stato offerto dal Dipartimento Auror, Harry lo aveva fatto senza battere ciglio: non capita tutti i giorni che un giovane mago, senza aver terminato la scuola, riceva una proposta del genere. 
All'inizio era stato divertente; andava in missione almeno una volta a settimana e la vita gli sembrava piena d'avventura. Quando erano nati i suoi figli, Harry aveva chiesto, dietro i suggerimenti di sua moglie, un periodo di assestamento. Aveva iniziato con una missione al mese e ora era fortunato se riusciva a farne una all'anno. Avrebbe pagato fior di galeoni per avere un caso su cui indagare e impegnare la mente su qualcosa di diverso dal chiedersi "ma perché Ginny mi ha lasciato?".

L'uomo, annoiato, iniziò a scrivere il report quotidiano. Non era accaduto nulla di anomalo e, parlando con Fortebraccio, quest'ultimo gli aveva riferito quanto fosse più tranquillo e vivibile il paese ora che Voldemort era definitivamente scomparso. Di questo Harry ne era felice. 
Sbuffò, fece un sorso dal suo caffè e riprese a svolgere il compito tanto noioso che prevedeva la prassi. Non sarebbe potuto andare via prima delle 8 p.m. Non che avesse molto da fare; anzi, l'idea di doversi mettere ai fornelli per prepararsi qualcosa da mangiare lo annoiava tanto da rimpiangere di non aver mai assunto un elfo domestico. Comunque, pensò che, fino alle 9 p.m., avrebbe sicuramente trovato una bella coscia di pollo con patate al forno a "I Tre Manici di Scopa". Il suo stomaco brontolò e Harry lo prese come un segno d'assenso. Soddisfatto alla sola idea di potersi godere una cena tanto gustosa, ritrovò la carica per portare a termine l'impresa di riordinare i fascicoli sulla scrivania. 

Quando Potter appose un timbro sull'ultimo fascicolo da sistemare, l'orologio segnava le 8:10 p.m.; l'uomo allungò le braccia per stiracchiarsi e poi si mise all'in piedi. Diede l'ultimo sguardo alla scrivania e, dopo aver spento la luce, uscì. Salutò qualche altro impiegato ministeriale incontrato nel tragitto che lo conduceva all'uscita e poi si materializzò direttamente fuori da Madama Rosmerta.
Faceva freddo e si lamentò tra sé e sé per aver dimenticato il mantello in ufficio nella fretta d'uscire. Aprì la porta ed entrò nel locale; salutò con un cenno alcuni dei camerieri e si accomodò a uno dei tavoli. Erano tutti occupati ma riconobbe subito chi era seduto al numero tre. Gli si accomodò di fronte e lo guardò soddisfatto.

- Buonasera Malfoy. –
- Potter, - salutò l'altro. – Hai mai mangiato qui? –
- Praticamente sempre, - rispose l'Auror. 
- Io ho solo bevuto qui. –
- Buonasera signori, - l'interruppe un cameriere. – Cosa posso portarvi? –
- Per me una zuppa di zucca, - ordinò Malfoy.
- Per me anche... Ma come antipasto! Poi gradirei il pollo con le patate. E un'insalata di zenzero. Con del pane, per favore. –
Il cameriere appuntò tutto sotto lo sguardo scettico di Draco. - Da bere? –
- Due Burrobirre, - ordinò Harry. Il cameriere prese nota anche di quello, sorrise ai due e si diresse verso la cucina.
- Perché mi guardi così? –
- Quanto cavolo mangi, Potter?! –
- Uhm? Io mi sono messo anche a dieta! –
- Questa la chiami dieta? –
- Normalmente avrei mangiato molto di più. –
- Ti odio, - commentò Draco. Harry aveva un fisico asciutto nonostante l'età e, sapendo quanta roba era capace di infilarsi nello stomaco, provò invidia estrema per la sua forma fisica. 
- Ho il metabolismo veloce, - si discolpò l'altro.
Malfoy gli rivolse l'ennesimo sguardo glaciale e poi, disgustato, strinse le spalle. 
- Allora, com'è andata al lavoro? –


 

*

 

NdA:
Mi prendo un minuto per ringraziare pubblicamente Abby_da_Edoras e Ladyriddle. Due autrici bravissime, due persone davvero favolose che ho piacevolmente ritrovato con questa fanfiction. Grazie mille, davvero. 
Questo capitolo è incentrato su Draco e Harry. Un capitolo un po' spiegone (anzi... lo dimo, cit), ma che mi serviva per introdurre queste due teste calde e creare un po' d'atmosfera... spero vi sia piaciuto!
Un abbraccio <3



*

NdA/09GIU23:
Sto correggendo la storia dai vari orrori ortografici, quindi faccio un appello a chiunque la legga dopo questa data: per favore, segnalatemi ogni strafalcione. Grazie. Un abbraccio <3

   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Nemesis01