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Autore: sushiprecotto_chan    10/09/2009    2 recensioni
Raccolta esclusivamente dedicata ad alcuni possibili (ed impossibili) pairing con Shino Aburame, tutti a tema introspettivo.
1) Rassicurante Silenzio - ShinoHina: Shino era sempre coperto da due giacche, ed una di queste gli arrivava ben oltre del mento.
2) Gelosia - ShinoKiba: Lo avrebbe potuto notare perfino un bambino: Kiba aveva qualcosa che non andava, in quegli ultimi giorni.
3) First Time - ShinoTema: La prima volta che aveva visto Shino era stata alla seconda prova dell’esame dei Chuunin.
4) Crescita - ShinoKure: Kurenai aveva sempre considerato i membri del suo gruppo come dei figli, non aveva mai potuto farci nulla.
{Questa raccolta ha partecipato al contest "Missione: una fidanzata per Shino!" classificandosi seconda a pari merito.}
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Kiba Inuzuka, Kurenai Yuhi, Shino Aburame, Temari | Coppie: Shino/Kiba
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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About Shino's Pairing
Seconda parte. <3




.3.
First Time

[ShinoTema]


La prima volta che aveva visto Shino era stata alla seconda prova dell’Esame dei Chuunin, quando il ragazzo aveva dodici anni e lei quattordici.
Probabilmente l’aveva guardato di sfuggita anche all’esame scritto, ma chi se lo ricordava più.
Tuttavia di una cosa era sicura: guardandolo lottare contro quel ninja del Suono, uno del trio alleato se non andava errata, aveva pensato che era abbastanza forte, e di sicuro una persona terribilmente calcolatrice. Ed arrogante, pure, nel suo comportamento.
Poi era arrivato l’incontro successivo, e la sua attenzione si era spostata di nuovo sul combattimento che stava per avvenire e su Gaara, che in quel momento sembrava quasi impazzito.
Per quanto riguardava il resto, nella mente di Temari era pressoché avvolto nella nebbia.
Ricordava solo che, durante l’attacco a Konoha, chi aveva ridotto in fin di vita suo fratello Kankuro era stato proprio Shino. Dopo questo episodio, per anni non aveva mai più sentito parlare dell’entomologo, né le era mai interessato incontrarlo di nuovo.



La prima volta che aveva parlato con Shino era stato a Suna, in un estate a dir poco soffocante.
In quei giorni Gaara era stato nominato da poco Kazekage, e Temari, insieme ai suoi fratelli, si era dovuta trasferire nel palazzo riservato al capo del villaggio, situato parecchio lontano dalla loro precedente casa.
Lo aveva incontrato per puro caso in una via, e all’inizio non l’aveva neppure riconosciuto, perché troppo coperto da strati e strati di maglie.
Si era fermata di colpo, con uno scatolone dalle dimensioni discutibili tra le braccia, e lo aveva guardato, con la bocca semi aperta dalla sorpresa.
Lui l’aveva guardata a sua volta e le aveva chiesto se voleva una mano.
Temari aveva annuito.
In seguito aveva scoperto chi era, ed avevano parlato. E, per quanto il ragazzo potesse essere silenzioso, la kuronichi aveva trovato la chiacchierata piuttosto piacevole.
Lui l’aveva accompagnata fin dentro al palazzo del Kazekage, per poi riferire un messaggio proveniente da Konoha a Gaara stesso.
Poi se n’era tornato al Villaggio della Foglia, salutandola con un cenno.
Temari gli aveva sorriso.



La prima volta che aveva abbracciato Shino era totalmente ubriaca.
Non che succedesse spesso, ma quella sera lei, i suoi fratelli e gran parte della popolazione di Suna si erano riuniti tutti in un pub, per festeggiare il ritorno di Gaara al villaggio.
Molti si erano fatti prendere la mano nel brindisi, ed in quel momento giacevano accasciati al suolo, dormienti, ma Temari non era con loro.
La kunoichi di Suna stava infatti ancora al bancone, ubriaca fradicia ma ancora sveglia, e cercava di desistere alla voglia di vomitare e al sonno.
In quel momento aveva paura di addormentarsi. Aveva il terrore di rivedere tutto: la notizia del rapimento di suo fratello Gaara, la vista di Kankuro sul letto d’ospedale, ad un passo dalla morte, l’attesa insonne prima di poter andare finalmente a recuperare il Kazekage dal covo dell’Akatsuki, l’immagine di suo fratello morto, poco prima che rinvenisse... E poi, infine, quel sentimento di impotenza che l’aveva pervasa per tutti e quanti quei giorni, inesorabilmente.
Quando il villaggio era stato attaccato dall’organizzazione Aka, lei non c’era. Quando Gaara aveva lottato contro Deidara, lei era a Konoha, e lo aveva saputo solo quando il risultato dello scontro era già avvenuto ed ogni tentativo di rimediare era svanito. Quando alcuni ninja avevano ritrovato Kankuro, in fin di vita, la kunoichi era ancora per strada. Quando Kankuro era rinvenuto tra le braccia degli infermieri, Temari ancora non c’era. Ed era stata l’Haruno, a salvarlo.
Non aveva potuto fare nulla neppure per Gaara, e ringraziava con tutto il cuore Naruto per essere andato al suo posto, per essere riuscito a fare qualcosa. Ringraziava la vecchia Chiyo, per aver donato la vita al fratello. Ma, in tutto questo, lei cosa aveva fatto?
Era accorsa il prima possibile, togliendosi il tempo per dormire, uccidendosi i polmoni per il ritmo della corsa… ma alla fin fine non era riuscita a fare nulla, per i suoi fratelli.
Ed ora aveva paura che tutto quello che aveva provato -tutto quello che provava- si ritorcesse nei suoi sogni, trasmettendole di nuovo in diretta quello che aveva provato in quegli orribili quattro giorni.
Temari aveva alzato la testa di scatto, chiedendo a gran voce un altro saké, e il suo vicino l’aveva guardata, esterrefatto.
Il ragazzo l’aveva studiata per una manciata di minuti, in silenzio, poi aveva pagato il suo e il conto della ragazza, impedendole alla fine di chiedere dell’altro liquore, ed aiutandola ad alzarsi.
-Temari?- le aveva chiesto, una volta fuori dal locale.
La kunoichi aveva annuito. I suoi potenti occhi verdi avevano tremato, incontrando gli occhiali spessi dello sconosciuto, ma non lo era riuscita a riconoscere neppure allora.
Il ragazzo l’aveva portata poco distante, e l’aveva fatta sedere contro una staccionata, in un luogo scomodo ma sicuro. Poi le aveva parlato.
Le aveva chiesto se stava bene, e che le fosse successo. Temari alle domande si era appoggiata del tutto alla staccionata, ridendo sguaiatamente. E poi gli aveva raccontato tutto.
Gli aveva raccontato di come si fosse sentita inutile nella missione per salvare il fratello, gli aveva raccontato di come non avesse potuto nulla di fronte alle ferite mortali di Kankuro, gli aveva spiegato di quanto si fosse sentita impotente di fronte agli avvenimenti dell’intera faccenda.
Lo sconosciuto aveva annuito, chiedendole di continuare. Lei gli aveva ubbidito.
Quando poi stava quasi per cedere al sonno, il ragazzo l’aveva sollevata, chiedendole dove abitasse, poi l’aveva portata dritta a casa, dove aveva vomitato più volte, a causa di tutto il saké che aveva bevuto.
Nel momento in cui l’aveva portata di peso verso il letto, lei si era stretta un po’ di più verso lo sconosciuto, cercando di imitare un abbraccio.
-Grazie.- aveva farfugliato.
Di quella sera si ricordava solo la puzza di alchool e il tepore della giacca di Shino; il suo sonno era rimasto indisturbato per tutta la notte.



La prima volta che aveva baciato Shino era una giornata piovosa, e Temari era stata appena costretta a ritirarsi da una missione, situata fra Konoha e il villaggio della Sabbia.
Si era rifugiata in un capannone abbandonato lì vicino, e lì aveva consumato quello che rimaneva delle provviste, calcolando quanto ci avrebbe impiegato per arrivare a Suna il giorno dopo.
Poi aveva sentito i passi di qualcuno arrivare dentro l’edificio, e si era messa in ascolto.
Erano passi silenziosi, forse appartenenti ad un uomo adulto. Aveva continuato ad origliare per un minuto buono, poi lo aveva visto.
Dopo essersi accertata di chi fosse realmente, era sbucata fuori dal suo nascondiglio, sorridendo.
-Mi stavi seguendo, Aburame?-
Questo si era voltato, e le aveva sorriso a sua volta, da sotto il maglione.
-Già.-
Temari si era seduta per terra, intimando anche il ragazzo a fare lo stesso.
-Non credevi che sarei riuscita a compiere la missione?-
-Non mi fidavo della presenza di Nara, nella missione.- le rispose lui, a tono.
La ninja aveva sorriso, cogliendo subito la sfida.
-Geloso?-
-Preoccupato.-
-Per me?-
-Già.-
Temari aveva alzato la testa, soddisfatta.
-Ti sei ritirata anche tu dalla missione?-
-Sì...- aveva cominciato la ragazza. -I tuoi compagni avevano già sistemato tutto ancora prima ch’io partissi, ma questo lo sai anche tu. Bah... sono corsa qui per niente.-
Aveva alzato le spalle, stuzzicandolo.
Shino era stato al gioco, mettendosi in ginocchio con tutta calma e chinandosi su di lei. -Dipende da come la vedi, Temari.-
Dopo quella volta a Suna si erano continuati a vedere, un po’ per desiderio e un po’ per caso, ma quella era la prima volta che la chiamava per nome.
Lei aveva sorriso di nuovo, mentre avvicinava il viso a quello dell’Aburame.
In quegli anni, era stato lui e solo lui a preoccuparsi realmente per lei, a sostenerla nel suo ruolo di sorella maggiore, dove spesso la ninja temeva di fallire. Era stato lui a darle la forza di andare avanti, e con strategia era riuscito a diventare una delle persone più importanti, per Temari.
“Grazie, Shino.”


.4.
Crescita

[ShinoKure]


Kurenai aveva sempre considerato i membri del suo gruppo come dei figli, non aveva mai potuto farci nulla.
Dalla prima volta che li aveva visti, sapeva che da quel momento in poi erano sotto la sua responsabilità, e questo non valeva solo per quanto riguardava eventuali incidenti, ferite od altro, ma anche per la loro vita, i pensieri che avrebbero sviluppato, la scelta di come avrebbero vissuto.
Ed ora, il suo scopo di insegnare era terminato. Non c’era più nulla da dire, a quelli che ora erano diventati ragazzi, se non adulti. Ed era successo tutto troppo velocemente, per Kurenai. Troppo forzatamente.
“Come si può preparare dei bambini alla guerra? Con che coraggio incitarli?”
Kurenai era sempre stata una kunoichi palesemente forte.
Non tanto per la forza fisica o l’intelligenza, ma per il suo riuscire a calcolare le possibilità della situazione ed agire di conseguenza, tenendo però conto anche dei compagni.
Per la pazienza, per il suo agire con calma ma con buoni risultati.
Nel villaggio della Foglia la Yuhi non era di certo una ninja d’eccezione, e non aveva tecniche troppo speciali, né una discreta forza fisica. Però era una kunoichi, ed una maestra, e di questo andava fiera.
Se solo in quel momento non si sentisse così impotente.
Kurenai ora stava racchiusa su se stessa su un cumulo di macerie, che solo poche ore prima avrebbe chiamato ‘casa’.
Stava raggomitolata su se stessa e si abbracciava la pancia, dove sentiva il bambino che portava in grembo muoversi bruscamente, in modo quasi violento. Non aveva mai fatto così prima, pensò, emettendo un gemito.
-Tutto bene, Kurenai-sensei?-
La donna si voltò, mentre una goccia di sudore le scendeva sulla fronte.
-Sì, certo… tutto bene, Shino, non preoccuparti.-
Questi aggrottò lo sguardo, studiando la maestra punto per punto.
-Davvero, sto bene. Non fare quella faccia, dai.- fece poi la donna, dandogli un buffetto sulla guancia. -Non ti preoccupare.-
Shino annuì, accennando ad un sorriso, poi si alzò nuovamente, per controllare la zona.
"Sembra tutto tranquillo…”, pensò, scettico. Non gli erano mai piaciute troppo, le attese. Somigliavano tutte alla pausa di tensione che prendeva il nemico in battaglia prima di attaccare.
Mandò alcuni suoi insetti in perlustrazione, poi si chinò di nuovo verso Kurenai.
-A che mese è, maestra?-
La ninja si rabbuiò.
-L’ottavo.-
Lui annuì, poi si voltò di nuovo verso uno dei suoi insetti, che scosse le piccole antenne come cenno d’intesa, prima di scomparire di nuovo tra gli alberi poco distanti.
I due ninja non dovettero aspettare troppo, prima di vedere all’orizzonte il padre di Shino, seguito da un piccolo gruppo di uomini.
-Ciao, papà.-
-Shino.- fece l’uomo, inchinandosi un poco alla vista di Kurenai.
Poi si affiancò al figlio, pronto a riferirli le novità dal campo.
-Pain continua a combattere con Naruto nel fronte sud. Al centro, invece, quelli che sono arrivati con lui sono ancora mezzi-vivi, anche se li stiamo battendo. Temiamo un attacco da parte della Radice, invece. Il Quinto ha riferito a tutti gli Ambu di Konoha la possibilità che ci tradiscano da un momento all’altro, e.. aspetta.- L’Aburame prese rapidamente un insetto, che gli si appoggiò sul dito, con fare frenetico.
Poi l’animale volò via, e il ninja si voltò di nuovo verso suo figlio.
-Stanno arrivando alcuni uomini di Pain. Tieniti pronto, Shino. Signora Kurenai… ce la fa a camminare?-
Il suo allievo rispose per lei, dicendo al padre che la donna era incinta di otto mesi.
Suo padre annuì, con aria saccente.
Visti dal basso, ed insieme, i due ninja sembravano sempre più simili, agli occhi di Kurenai.
In realtà i due Aburame erano sempre stati molto simili, sia di aspetto che di carattere, ma la ninja non li aveva mai paragonati seriamente l’uno all’altro.
Si era sempre limitata a sorridere del loro rapporto, del fatto che conosceva quanto ognuno dei due tenesse all’altro, anche se spesso Shino e suo padre non se ne accorgevano.
Sapeva di quanto il suo allievo ammirasse il padre, e di quanto volesse diventare come lui, un giorno; un fiero ninja, con mosse da stratega.
Kurenai lo guardò, accennando ad un sorriso. Era un ragazzo, ormai, quasi un adulto, ma per lei rimaneva il suo Shino, il suo allievo. Non riusciva a credere che fosse cresciuto così tanto.
D’un tratto la ninja sentì un altro calcio da parte del bambino, mentre riusciva a captare una nuova presenza nei dintorni. Sperò con tutta se stessa che fossero degli uomini di Konoha.
-Arrivano.- Sentì invece sussurrare dall’Aburame più anziano.
Mentre padre e figlio si mettevano in posizione di attacco, Kurenai strinse i denti, aggrappandosi con le unghie al vestito. Il male che sentiva nel ventre si stava intensificando.
-Kurenai-sensei, si sente bene?- fece Shino, girando nella sua direzione soltanto la testa.
-N-No. Il bambino...-
Era inutile negarlo ancora a se stessa: il bambino che portava in grembo stava nascendo prima del tempo, in mezzo ad una guerra che sembrava non finire mai. Il bambino stava nascendo e lei non poteva fare nulla per aiutare Shino e suo padre, né poteva evitare il parto. L’unica speranza era che l’essere che portava in grembo non avesse troppa fretta; aveva sentito che molte madri avevano aspettato più di sedici ore, prima di partorire.
-Ce la fa a resistere?-
Kurenai annuì, gemendo. Doveva resistere. Almeno in questo, poteva provarci.
Shino si voltò nuovamente verso il nemico, che presto o tardi sarebbe arrivato.
-Cerchi di resistere ancora un po’. Appena finito qui, mio figlio la porterà immediatamente da un medico, glielo prometto.- s’intromise il padre di Shino.
Questi annuì, guardando la propria maestra di sottecchi.
-Sarà un attimo.- fece.
Kurenai annuì a sua volta, facendogli capire di non preoccuparsi.
Poi si abbracciò di nuovo il ventre, colpita dall’ennesima spinta del bambino.
Ripensò ad Asuma, ripensò alla sua squadra, ad Hinata, Kiba e Shino, e ripensò al tempo, a quanto poteva scorrere veloce, senza che nessuno lo riuscisse a fermare.
Guardò Shino, e gli sorrise, gli occhi persi in ricordi.
“Ed ora che i ruoli si sono invertiti, ora che sei tu a proteggermi, ora che sono io a dovermi aggrappare a te e fidarmi, come dovrei pensare di te, Shino? Come un ragazzo o come un uomo?”



Spazio Sushoso ~


Dio, dire che non aggiorno da mesi è un eufemismo. °__°
Indi per cui chiedo umilmente scusa a chi ha aspettato/aspetta la fine di questa raccolta e/o altre fiction; le sto finendo, ma quest'estate ho avuto un debito in Matematica ed uno in Latino, quindi diciamo che questa è la prima (e ultima) settimana nella quale mi trovo davvero in vacanza.
Inoltre, anche se ho lavorato come un mulo per recuperare queste due materie, non sono ancora riuscita a finire i compiti della vacanze delle altre (vedi francese, spagnolo, inglese, storia etc), quindi... ecco, non mi trovo in vacanza neppure ora. ^^'
Comunque.
Sono riuscita a recuperare questi miei debiti (soprattutto matematica, dove ho preso il massimo dei voti**, strano ma vero XD), ed ora mi accingo a ricominciare la scuola, il 15. Ed a organizzare un enorme vecchione ad immagine della Gelmini per il prossimo Capodanno. XD (più uno con immagine e somiglianza di Berlusconi, ma quello si fa più o meno tutti gli anni). Tuttavia cercherò di postare le fiction che devo (a Lyla-sempai, Clasaru e Saeko-san) e quelle già terminate (la ShikaShiho classificata seconda al contest "Chose your[...]" e la mia prima LeeTen) appena mi sarà possibile.
Bon, spero che la raccolta sia stata di vostro gradimento!
Ringrazio ancora Hachi92 per il giudizio, Hikachan per aver fatto da intermediario con pazienza e buon umore, Ro chan per i bellissimi bannerini (**) ed infine le altre concorrenti, che hanno trasformato l'attesa (la mia prima attesa per un contest XD) in un piacere.** Grazie mille!


Ringrazio Lyla(Sempai**), Hika_chan(grazie ancora!), Arwen88(**), hachi92(la giudice!), Saeko no Danna(Sae-san**) e BloodNyar(Sky**) per i commenti, a cui risponderò in questo spazio domenica o lunedì (causa forza maggiore XD *mia nonna*). A presto!


Sushi.
P.s. Posto qui la piccola meraviglia creata da Ro chan per il contest. *_*

   
 
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