Patrizia e Roberto sono due giovani ragazzi incoscienti in un mondo incosciente e ribelle. Le ragazze sono timide e pensano solo a sposarsi e avere figli il prima possibile, così da non essere additate come “zitelle” (grossa offesa, negli anni ‘60). I ragazzi si pavoneggiano, ma poi vengono costretti ad accasarsi con una donna prima di essere etichettati come omosessuali, falliti o entrambe le cose. Nei piccoli borghi abruzzesi, il parere della famiglia e dei compaesani scandisce i giorni dei giovani Patrizia e Roberto. 

Patrizia è una ragazza ingenua e piena di sogni. Vive in campagna con mamma, papà e 4 fratelli. Lei è la penultima, un po’ in carne e con nessun talento particolare, se non la sua bellezza. Una folta chioma di capelli rossi e occhi verdi, un sorriso dolcissimo e l’animo di una bambina. Sgomita in una famiglia fatta di litigi, bugie ed invidia. Vuole andare via, sogna un marito e dei figli lontana da quella casa di odio. 

Ha appena 18 anni quando incontra Roberto, figlio di contadini. Una testa tra le nuvole, un farfallone, ma lavora sodo sotto l’autorità del padre. Anche Roberto è un sognatore. Vorrebbe una vita diversa, dove non si rompe la schiena giorno e notte. Sogna di brevettare una delle sue invenzioni e fare un mucchio di soldi (spoiler: non lo farà mai).

I due si innamorano, si divertono, si scambiano effusioni. Poi, arriva l’esercito e la scuola di Polizia in Calabria. La distanza, senza gli apparecchi elettronici, è difficile da sostenere per due ragazzi dal cuore e dagli ormoni impazziti. 

Nonostante i litigi, sentono di essere ancora innamorati. Sognano ancora una vita insieme. Il problema è che l’immagine che hanno del loro futuro non coincide. A Roberto piace la Polizia e vorrebbe tentare di fare carriera a Roma. Patrizia ha paura di sconvolgere troppo la sua vita e vorrebbe rimanere in Abruzzo. 

Patrizia ha un carattere forte e travolgente, impetuoso e testardo come un mare in tempesta. Dice al giovane Roberto che avrebbe dovuto scegliere tra lei e la carriera da poliziotto. Roberto è innamorato, giovane e ingenuo. Accetta di tornare dalla sua amata, con l’idea di aprire una società con un amico (spoiler 2: anche questo non accadrà).

Nel 1986, in un afoso agosto, i due piccioncini convolano a nozze. Patrizia è più radiosa che mai: sembra una principessa nell’abito bianco. Roberto indossa gli occhi dell’amore e ha la sensazione di non essere mai stato così felice in vita sua. 

Due anni dopo, sempre ad agosto, nasce il loro primo figlio. Alessio. Patrizia avrebbe voluto una femmina, ma lo ama lo stesso. Roberto è felicissimo. Il primo figlio maschio: un onore per la famiglia. In quel periodo, entrambi perdono il lavoro, ma non accettano aiuti da nessuno. Roberto arrangia piccoli lavoretti per cercare di arrivare a fine mese, mentre Patrizia rimane a casa con Alessio. 

Non è sicuramente la vita che immaginavano, ma si tengono per mano e vanno avanti mangiando a malapena e scaldandosi con gli abbracci. 

Nel 1991 arriva Luana, Roberto trova lavoro stabile in fabbrica e Patrizia rimane a casa con i suoi 2 bambini. Non sono benestanti, ma crescono due figli e si amano ancora, tra un litigio e l’altro. 

O almeno, questo è quello che si ripetono ogni sera prima di andare a dormire.

Quali sono gli unici gioielli nella loro cassaforte? Quali le uniche “cose” preziose che hanno? Qual è l’unica luce nel buio dei loro sogni irrealizzati? 

Alessio e Luana.

Ripongono in loro aspettative, gioie, dolori. Vivono la vita attraverso loro. Quella vita fatta di sogni che, fino a quel momento, stavano vivendo solo a metà.