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Autore: paiton    11/11/2022    0 recensioni
Scusate per la lunga assenza ma i viaggi di vacanza mi hanno tolto quasi tutto il tempo per scrivere!
Questo racconto è inserito nel Romanzo “Il Ritorno di Dhaitus” che si può trovare nella sezione “Giochi di ruolo” dentro a “D&D Forgotten Realms”, non è necessario leggere la I Parte della storia per comprendere le vicende della Seconda Parte, tuttavia per affrontare l’intero svolgimento degli eventi è consigliato informarsi bene sulle narrazioni.
Il lettore, trasportato in storie fantastiche si renderà conto di come, attraverso le lettere, le parole, le frasi e il metodo di comunicazione della scrittura in tutte le sue accezioni, quindi Tu… tu ti renderai conto dell’esistenza reale di un mondo fantastico immaginario in cui tuttavia, ciascuno di noi può potenzialmente entrare senza problematiche relative allo spazio fisico, senza accalcarsi insomma.
Grazie dell’attenzione signorine e signore, signorini e signori! Che inizi lo Spettacolo!
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Fortunatamente l’oceano è stato clemente e il Signore dei Venti ha agevolato la navigazione tanto che la vedetta è stata sorpresa a dormire in servizio, da Voltok in persona.
 
Il generale e Thormec Frittun stanno parlando davanti ad un’immensa distesa piatta di acqua:
 
“Abbiamo inviato un piccolo gruppo di soldati ad informare il governatore di Urum Voldran per ciò che è accaduto ieri notte alla nostra città, temiamo anche per la loro incolumità”
 
“Per la nostra sicurezza, invece, cosa possiamo sapere?” chiede giustamente il monaco di Hula
 
“Al terzo giorno di navigazione, se le condizioni atmosferiche ce lo permetteranno, entreremo in una zona abitata dai pirati ma non c’è motivo per temere un attacco, non abbiamo merce di valore…”
 
Nelle due giornate successive gli impavidi avventurieri hanno avuto modo di riposarsi finché…
 
“Terra in vista!!” Inizia ad urlare l’ufficiale di vedetta “Stiamo per arrivare nel Porto di Reichenab!”
 
“Tutto sta andando molto meglio di quello che credevamo Draco, hai visto?” Rassicura Darean
 
“Aspetta a cantar vittoria…” Risponde lui dubbioso.
 
Due persone dal camice lungo e candido attendono l’imbarcazione che sta per fermarsi lungo la costa; le loro vesti sono fatte di materiale pregiato adornato con ricami d’orati e i loro sguardi attenti controllano tutte le operazioni di ormeggio dell’imbarcazione.
 
Finalmente il generale riesce a scendere sulla terraferma mentre i due signori con la testa pelata e le folte ciglia lo attendono tenendosi le braccia dietro alla schiena.
 
“Buona giornata viandanti, da quale parte del mondo conosciuto siete partiti con questo grande veliero?”
 
Voltok si schiarisce la voce, poi inizia a parlare “Veniamo in pace dalla città di Illigar”
 
“Molto bene, sappiamo che Re Garring si è sempre adoperato per i suoi cittadini con il suo buon governo negli ultimi anni e vogliamo concedere a lui e a tutti voi i migliori e accurati servigi”
 
“Vi ringraziamo per la vostra gentilezza, abbiamo sinceramente bisogno del vostro aiuto a causa…”
 
I due signori lo interrompono alzando la mano destra “Non è necessario che spieghiate a noi le vostre ragioni, siamo solamente funzionari e abbiamo il compito di controllare gli ingressi alla città, una sola risposta da esseri scaltri dovete darci e se il verdetto risulterà corretto la via vi sarà mostrata, ecco il quesito: Un reichenabiano afferma -tutti i reichenabiani sono bugiardi- dice il vero oppure il falso?”
 
Voltok rimane di sasso, non si sarebbe mai aspettato un trattamento tanto bizzarro ma effettivamente questa popolazione vive molto lontano dalla loro città e gli usi, i costumi e i modi di fare sono differenti da quelli a cui sono abituati.
 
“Scusate la domanda, ma ci dobbiamo sincerare che il vostro pensiero sia capace di ragionamenti arguti prima di lasciarvi il libero accesso alla città. Non vorremmo mai che accadessero incidenti” Spiega uno dei funzionari indicando la grande statua di pietra che raffigura un potente drago.
 
“Non vi preoccupate, adesso cercheremo una soluzione al vostro indovinello” Ribatte il generale fingendo che per lui sia tutto nella normalità, poi si volta e lancia uno sguardo ai tre amici facendo una smorfia di incredulità.
 
“Vi diamo un'altra informazione prima di tentare nell’impresa. Qui a Reichenab non tolleriamo ladri di nessun tipo, quindi fate molta attenzione alle vostre azioni. Rubare non è concesso.”
 
Thormec Frittun inizia a spremere le meningi: “Allora ragioniamo… -tutti i reichenabiani sono bugiardi- Nel primo caso, se il reichenabiano che ha parlato fosse un bugiardo allora non sarebbe vero che tutti i reichenabiani sono bugiardi… ma ciò renderebbe l’affermazione falsa; nel secondo caso se colui che ha parlato non è un bugiardo, allora tutti i reichenabiani sarebbero bugiardi ma non sarebbe vera la sua affermazione perché lui stesso non sarebbe un bugiardo, ricadendo così nel primo caso…”
 
Il generale Voltok è un militare ed ha la capacità di prendere sempre ottime decisioni anche in situazioni difficili ma non è di certo preparato a risolvere problemi teorici di questo tipo, quindi si affida completamente ai ragionamenti altrui.
 
“Come fa un bugiardo a fare un’affermazione del genere?!” Esclama Draco scocciato
“Io conosco i bugiardi, sono quasi sempre anche dei ladri e fanno pochi ragionamenti…”
 
“Certo Draco… ma qui bisogna risolvere l’indovinello senza fare voli pindarici…” bofonchia Frittun
 
“Mi stai dicendo che parlo senza pensare!? Mi stai forse insultando dopo che mi avete obbligato a varcare il mare per tre giorni senza avere veramente la volontà di partire!?”
 
“Calmati Draco, adesso lo risolviamo…”
 
“Lo risolvete voi questo stupido rompicapo! Quando e sé ci lasciano passare, chiamatemi!” Afferma Draco mentre gira le spalle e se ne torna sul veliero.
 
I due funzionari erano sempre davanti a loro imperturbabili con un leggero sorriso sulle labbra, dopo mezz’ora gli illigariani non avevano cavato un ragno dal buco e si arrovellavano per venirne a capo.
 
“Signori” Dice Frittun, posso sapere i vostri nomi?

“Mi chiamo Salchilab, se le può essere di utilità conoscere il mio nome” risponde uno dei due
 
“E io sono Bultinab” si presenta l’altro
 
“L’unica soluzione, gentili signori è che non sia possibile definire se tale affermazione è vera o falsa, questo indovinello è un paradosso.”
 
Negli occhi di Salchilab si accende una scintilla: “Finalmente avete compreso il paradosso del mentitore, complimenti! Potete passare per la nostra città, andate pure a cercare quello di cui avete bisogno. Vi chiediamo solamente un piccolo contributo di duecento monete d’oro per il parcheggio della nave”
 
Frittun fissa il Generale Voltok che sbuffa, estrae dalla tasca un sacchetto di pelle chiuso con un resistente filo in fibra di cuoio e inizia a contare le grosse monete d’oro.
 
 
 
I tre avventurieri e il Generale Voltok stanno ora camminando per la città in cerca di un creditore.
 
“Duecento pezzi d’oro per l’ormeggio della nave!?” Urla draco per una via piena di passanti che si voltano impietositi dalle sue parole e lo squadrano con un’occhiata di superiorità “Ve lo dico io, qui i ladri sono proprio loro, come nell’indovinello… vi siete fatti fregare…”
 
Ad ogni incrocio marciapiedi di marmo levigato separano la zona pedonale da quella in cui viaggiano lussuose carrozze di legno intarsiato, le vie sono costellate di negozi che possono offrire le migliori merci del mondo conosciuto: dalle vesti sfarzose, alle armi introvabili, dalle gemme preziose alle pozioni color del rubino; il tutto è esposto in vetrina ma pochi si azzardano ad entrare per comprare.
 
Le loro vesti sono molto povere in confronto a quelle dei passanti, che spesso li squadrano dall’alto in basso.
 
Una signora viene scippata da un ragazzino, proprio davanti ai loro occhi.
 
Il giovane corre veloce ma non fa in tempo ad arrivare all’angolo della strada che la grande statua del drago, sopra al crocevia, prende vita in un attimo diventando di oro lucente, volta la testa, tira indietro le braccia e la lunga coda per bilanciarsi poi protende il collo in basso mangiando in un sol boccone il ladruncolo. Sul terreno rimane solamente la borsa con i gioielli smeraldo incastonati.
 
“Non fare il furbo Draco” ordina Darean guardando il draconide che è rimasto a fissare la statua come uno stoccafisso mentre si crea un gozzo nel collo della bestia che scende velocemente.
 
“Ma è tornato di pietra! Non avevo mai visto un drago così imponente. Questa città è impressionante! Troviamo il nostro creditore e andiamocene il prima possibile…”
 
Arrivano nella piazza in cui li avevano indirizzati i due funzionari del porto, entrano nell’ennesimo sfarzoso edificio e vengono accolti da una ragazza dalla bellezza naturale vestita in modo semplice con lunghi capelli svolazzanti di un biondo cenere, la sua pelle è candida e liscia, la sua voce dolce: “Buongiorno signora e signori, desiderate?” parlando nel linguaggio comune1
 
“Abbiamo la necessità di ottenere delle monete d’oro in credito, ovviamente le restituiremo appena possibile, non siamo dei ladri” la informa Frittun.
 
“Prima di farmi conoscere l’entità dell’importo che desirate ottenere dovete rispondere ad un quesito, non possiamo permetterci di trattare con persone che non comprendono appieno il concetto della fiducia che noi Reichenabiani riponiamo nel denaro e nel suo vero valore, quindi cercate di rispondere correttamente: -ci sono due specchi, uno porta a morte certa mentre l’altro vi darà il dono dell’immortalità, davanti ad ogni specchio vedete due forme viventi ed assomigliano entrambe a te stesso, uno dice sempre il vero e l’altro sempre il falso: qual è la domanda che dovete fare, ad uno dei due, per capire come arrivare alla vita eterna?-
 
“Santo cielo…” dice Darean attonita “Questo quesito è anche peggiore del primo! Speriamo che qualche lettore di EFP ci aiuti a risolverlo…”
 
“Io sono stanco di tutte queste fesserie. Vado a cercare il pranzo nella piazza qui fuori” risponde Draco sempre più seccato.
 
Una volta arrivato all’aria aperta inspira profondamente, poi espira. In quel piazzale pieno di benestanti un uomo incappucciato cattura la sua attenzione: è fermo all’ingresso di un vicolo; cammina nella sua direzione per raggiungerlo e quando arriva più o meno a tre metri di distanza sente: “Hei, fermo li… di cosa ha bisogno?”
 
“Cos’hai da vendere?”
 
“Posso darti solo la verde”
 
“La che!?”
 
“La pozione verde, ormai la vogliono tutti”
 
“Dammene un paio da provare dai”
 
“Sono dieci ori”
 
Gli allunga le monete senza farsi notare da occhi indiscreti e riceve in cambio due pozioni verdi. Appena fatto lo scambio l’uomo incappucciato fa un cenno di saluto e sparisce dentro al vicolo.
   
 
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