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Autore: Harry Fine    24/11/2022    2 recensioni
Iselen Surana, Runaan Mahariel, Aida Tabris, Persephone Cousland, Micah Brosca e Aura Aeducan vivono ognuno la propria vita, tutti bloccati dai loro problemi e deliziati dai loro affetti. Nessuno di loro sa chi siano gli altri, ma molto presto dovranno unirsi e affrontare il Flagello, la calamità peggiore che loro e il loro mondo abbiano mai visto e che minaccia di inghiottire ogni cosa, insieme ad un'improbabile compagnia di alleati, facendo tutto ciò che è necessario per salvare il paese che conoscono. Anche se il prezzo potrebbe essere troppo alto.
Genere: Avventura, Fantasy, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Yaoi, Yuri | Personaggi: Alistair Therin, Custode, Morrigan, Nuovo personaggio, Zevran Arainai
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!, Tematiche delicate
Capitoli:
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Micah crollò a terra, talmente esausta da non fare neanche caso al disgustoso strato di corruzione, le mani ancora strette sui pugnali e lo stomaco rivoltato.
Si girò a guardare ciò che restava di quel mostro: Madre della nidiata, così l'aveva chiamata Oghren.
Il suo corpo era segnato da tagli profondi e bruciature magiche, i tentacoli giacevano sul terreno intriso di sangue nero, morti finalmente. Il capo era reclinato in avanti, spaccato dalle lame di Aura e Alistair quel tanto che bastava per mostrare le cervella.

Cacciò indietro la nausea. Dopo una vita col Karta e le follie dell'ultimo anno aveva visto di tutto, ma nulla avrebbe mai potuto prepararla ad un simile orrore!
Quella cosa non era paragonabile agli altri prole oscura: prima di essere uccisa aveva lottato con tutte le sue forze, scagliando pietre nel tentativo di colpirli e cercando di afferrarli con quei suoi orridi tentacoli! E tutto senza mai zittire quelle sue urla agghiaccianti!
Rabbrividì un'altra volta, ripensando a quando l'aveva colpita e lanciata contro una parete della grotta. Aveva sentito le ossa gemere e un conato sanguigno le aveva ustionato la gola: se Shale non l'avesse afferrata al volo non sarebbe sopravvissuta all’impatto


《State tutti bene?》 Chiese Wynne a gran voce, uscendo da dietro la roccia dietro cui si era riparata, aggrappata al suo bastone mentre si avvicinava ad Oghren per guarire la ferita lasciata dall'ascia di un genlock, le vesti strappate e madida di sudore.
La nana annuì, alzandosi col fiatone. Non voleva fare la figura della debole, ma sentiva le gambe tremarle. Si sedette ancora con pesantezza accanto alla maga. 
《Micah, stai bene?》Le chiese lei, mentre la ferita del nano svaniva e lui grugniva di sollievo. 

la senzacasta annuì. Era davvero grata alla maga: senza di lei sarebbero morti tutti. Li aveva protetti e guariti tutto il tempo, ignorando la fatica persino quando quella cosa aveva iniziato a richiamare con i suoi strilli altri prole oscura.
Quei bastardi li avevano colti di sorpresa, invadendo la caverna e costringendoli a ripararsi dietro le rocce e a dividersi per non essere sopraffatti. E ovviamente, mentre Wynne era rimasta nascosta per guarirli e alzare barriere, lei, Aida, Oghren e Morrigan si erano dovuti lanciare in mezzo ad Hurlock, Genlock e Shriek per permettere ad Alistair, Persephone, Shale e Aura di ammazzare la madre della nidiata.

Il verso che aveva emesso poco prima di morire sarebbe rimasto per sempre nelle loro menti: talmente acuto e sofferente da far venire la pelle d'oca. Lo sentiva ancora nelle orecchie
E l'idea che potesse accadere lo stesso a ogni donna…
La senzacasta scosse la testa, cercando di non vomitare di nuovo, e si voltò verso i loro compagni, che si stavano avvicinando a passi lenti.


Persephone e il custode arrivarono per primi, esausti: lei era pallida come un cencio e sudicia dalla testa ai piedi, lui avanzava a fatica, i pantaloni strappati che mostravano la fasciatura improvvisata sulla coscia, lì dove un tentacolo era riuscito a spezzare l'armatura e aprire un profondo squarcio.

Aida e Morrigan invece non avevano ferite, ma l'elfa teneva le dita rigide sull'arco, le pupille enormi, e la strega aveva perso la sua aria sicura, anzi pareva alquanto scossa. Persino Shale sembrava turbata: li stava aspettando in silenzio, gli occhi bassi. Nessuno sembrava avere il coraggio di dire nulla.


Rimasero immobili per quelli che parvero secoli, nel silenzio di quell'inferno, finchè Alistair non lo spezzò con voce piatta. 《Andiamo. Solo… andiamo.》
Wynne annuì, aiutando Micah a rialzarsi, e dirigendosi verso quella che sembrava l'uscita della caverna. Lì la corruzione era meno spessa e la galleria sembrava salire verso l'alto stavolta.
Varcarono la soglia, ansiosi di andarsene da quel luogo maledetto, ma la senzacasta notò che qualcuno mancava ancora all'appello.
《Ehi principessina, ti muovi o no?》 Urlò ad Aura, che era ancora immobile davanti alla carcassa.

Lei però non rispose, ne si mosse. Continuò a fissare la madre della nidiata, lo spadone sporco di sangue nero. La cosa davanti a lei un tempo era una nana, una guerriera di nome Laryn, e la prole oscura l’aveva ridotta a quella mostruosità. Le aveva tolto la sua mente, il suo corpo. L'aveva condannata a una vita peggiore della morte.
Tra i soldati erano sempre circolate voci su cosa la prole oscura facesse alle donne: Trian le raccontava storie simili per farle paura quando era bambina. Da anni si era convinta che fossero idiozie, e invece…
Ripensò a tutte le nane che erano state esiliate nelle vie profonde negli anni. Era successo anche a loro? Erano state braccate in quelle gallerie, prede della paura? Erano state costrette a nutrirsi di carne e sangue corrotti fino a che non erano diventate mostri il cui scopo era partorire prole oscura!? Le avevano condannate loro a questo!

La senzacasta alzò gli occhi, borbottando insulti nella lingua dei nani mentre si avvicinava, tirandole un braccio. 《Andiamo. Non voglio restare un minuto di più in questo buco.》 Ma Aura non si mosse.
Ripensò a quando era stata buttata in cella, a quando Gorim le aveva detto che i Deshyr non volevano mandarla nelle vie profonde perché c'era una possibilità che lei sopravvivesse.
Il respiro le si piantò in gola, mentre stringeva i denti. Un pensiero balenò per un secondo. Se non fosse stato per quel rifiuto, anche lei sarebbe finita così? Sarebbe stata ridotta anche lei come una…?
Sentiva una stretta gelata intorno allo stomaco, il cuore che batteva veloce mentre la collera, l'orrore e la nausea riempivano ogni fibra del suo essere.

Le parole di Hespith le tornarono in mente: l’abominio non era il fatto che fosse accaduto, ma che qualcuno l'avesse permesso. La cattura di quei nani, il destino di Laryn, non era stato un incidente, ma un piano!


《Aura!》 La voce di Micah finalmente la riscosse e lei si voltò, gli occhi così colmi di terrore e rabbia da zittire la senzacasta. Non l'aveva mai vista così.
《Lo ha permesso. È stata lei.》 Disse in un sussurro. 《Branka. Ha lasciato che le donne della casata fossero catturate. Le ha condannate lei.》

L’altra nana rimase senza parole, ma Oghren arrivò a passo di carica prima che potesse provare a fiatare, il volto paonazzo. 《Stronzate! Non può essere stata lei! La nostra casata per lei è tutto!》
《Hespith ha detto che ha lasciato che accadesse! Che è diventata ossessionata dall'incudine!》 Ribattè la bionda, trapassandolo con quello sguardo terribile

Lui rispose con altrettanta testardaggine. 《Vuoi davvero credere alle parole di una pazza affetta dalla corruzione?! Farneticava! Io… io ne sono certo.》
《Se continui a urlare, nano, sii certo che non vivremo per scoprire la verità.》 Lo riprese Morrigan tagliente. 《Qui siamo prede facili per la prole oscura.》

Micah annuì, d’accordo con lei. Prima se ne andavano da quella grotta maledetta e meglio era. Procedette di nuovo verso l'uscita senza mai guardare indietro, affiancata dalla strega.
Oghren invece rimase per un attimo a fissare Aura con astio, ma poi si girò con un ringhio e le seguì senza aggiungere altro, e lei rinfoderò lo spadone.
Seguì gli altri, sentendo ancora quella rabbia nel suo petto. I campioni erano i migliori del suo popolo: erano divinità, venerati per la loro saggezza e le loro invenzioni. Loro avevano permesso ai nani di diventare potenti e affrontare le avversità peggiori.

Nessuno aveva mai avuto motivo di dubitare di loro, neanche lei, anche se a volte nel corso della storia avevano dovuto commettere azioni terribili per il bene di tutti. Ma quanto era accaduto lì non era stato fatto per il bene di tutti. Era stato un tradimento.
Hespith non aveva mentito, ne era certa, e anche se non aveva ancora capito perché Branka avesse commesso una simile atrocità, avrebbe avuto delle risposte. Non le importava se il suo istinto le diceva che non le sarebbero piaciute.


**


Si accamparono dopo ore ed ore di marcia.
Quella galleria era enorme, e diversa da quelle che avevano visto fino ad allora. Il terreno ripido li stava portando più in alto, resti di magnifici intarsi segnavano la roccia e l'aria si stava facendo più fresca, dando pace i loro polmoni. Inoltre, non c'era quasi più traccia di corruzione, solo poche macchie viscose erano visibili sulle pareti, ma nessuno ne gioì. Un silenzio tetro li aveva perseguitati da quando erano usciti dall’altro della madre della nidiata.

Dimenticare quanto avevano visto era impossibile, così come cercare di dargli un senso. Aveva insinuato una nuova paura in loro, li aveva spinti a camminare fino ad esaurire le forze pur di sfuggire a quei mostri. Però ormai Si sentivano fiaccati, stravolti. Volevano andarsene.
Appena Aura fece segno di fermarsi, crollarono tutti esausti sul terreno duro, tirando fuori a fatica i sacchi a pelo, ma nessuno lasciò andare le proprie armi.


Persephone sospirò di sollievo quando si appoggiò alla parete di roccia, le sue spade vicine. Cercò di godere del riposo, ma la sua mente era in subbuglio
Non riusciva a togliersi dalla testa quanto aveva visto. Quando aveva accettato di scendere lì sotto, sapeva che avrebbe incontrato mostri di ogni tipo, ma scoprire cosa era accaduto a Ruck e Laryn, vederlo con i propri occhi, era stato… troppo.
La corruzione era estremamente pericolosa, ne era cosciente: ingerire una sola goccia era quasi sempre una condanna a morte. Ma che potesse fare una cosa simile, distruggere la mente e ridurre in quella maniera il corpo di chi infettava… le dava la nausea.
Non voleva pensare a cosa avessero passato le donne della casata di Branka, a quanto terrore dovessero aver provato mentre perdevano se stesse e divoravano i loro cari, diventando mostri a loro volta

Cosa avrebbe fatto lei in una situazione simile? Sarebbe stata in grado di farla finita prima che la propria mente le fosse rubata del tutto?
Scosse la testa. Lei poteva evitare quel destino: non sarebbe mai più scesa lì sotto. Ma altri non sarebbero stati così fortunati. Per i custodi grigi era inesorabile
Un giorno Alistair sarebbe finito come Ruck, folle, deforme e corrotto. Si sarebbe perso in quell'inferno di gallerie in un ultimo disperato attacco contro la prole oscura per non tornare mai più.

Rabbrividì all’idea, ma poi sentì una mano sulla spalla e si girò per vedere proprio il ramato. 《Persephone, ti senti bene?》Chiese, sedendosi preoccupato.
Pensò di mentirgli, di confortarlo, ma non ne aveva le forze. 《Non molto.》 Ammise, scuotendo il capo

Il custode si morse il labbro, sedendosi accanto a lei. 《Non permetterei mai che ti accadesse quello che hanno fatto a Laryn. Lo prometto.》
Lei sorrise debolmente. 《Non ho paura per me.》

《Oh.》 Il ramato abbassò lo sguardo, cercando di sorridere. 《Se temi che diventi come quella cosa, tranquilla. Non credo di avere gli apparati giusti.》
La corvina non rise. 《Sai che voglio dire.》

L'altro la guardò mesto. 《Non è una gran prospettiva, lo ammetto, ma ci sono custodi che vivono anche trenta o quarant’anni prima di arrivare a quel punto. Soprattutto se partecipano all’Unione da giovani.》
Lei strinse le labbra 《Trenta o quarant’anni? È questo il meglio a cui potete ambire!? So che uccidere la prole oscura è indispensabile, ma come fate a…?》

《Non lo dicono subito, questo è il bello.》 Rispose Alistair. 《Tu credi di entrare a far parte di un ordine di eroi e quando scopri gli aspetti più spiacevoli è tardi per tornare indietro. Purtroppo non esiste una cura per la Chiamata, ma è necessario. Noi viviamo per tenere al sicuro il mondo dalla prole oscura e senza il nostro sacrificio non sarebbe possibile.》
Persephone si morse il labbro per non aggiungere altro. Lo ammirava. Davvero molto. Nonostante sapesse che anche vincendo la prole oscura il suo destino sarebbe stato una morte orrenda, andava avanti con coraggio e con altruismo. Lei sarebbe riuscita a fare una cosa del genere? Non ne era certa.
《So che è indispensabile, ma io…》
Non lo voleva perdere, questa era la verità. Era un pensiero egoista, ma era la verità. Il suo ruolo lo chiamava ad uno scopo più grande, uno scopo in cui lei non poteva seguirlo, eppure non le importava.

Si sentì una ragazzina capricciosa. Sulle sue spalle gravava il destino del Ferelden, e sulle proprie c'era quello di Altura Perenne, dei Cousland, ma in quel momento voleva solo dimenticare che loro due non erano persone normali, libere di fare le proprie scelte
Si appoggiò istintivamente contro di lui e lo guardò in viso. Era stanco, pallido e provato, eppure stava cercando di essere incoraggiante con lei. Si stava sforzando di trovare la forza necessaria per sorridere. E lei sentì il suo stomaco fare una capriola.
Aveva cercato di dimenticare quel bacio mancato a Caer Oswin. Si era detta che entrambi avevano doveri troppo importanti per permettersi certe distrazioni, ma quando si avvicinò a lui, quando sentì le sue labbra vicine, tutti quei pensieri svanirono in un soffio. Non voleva più fare sacrifici, voleva essere egoista.

Le sentì soffici e incerte sulle proprie, così come sentì le sue braccia forti stringerla e il calore del suo petto. Fu un contatto piacevole, dolce, un po' impacciato, ma per lei fu perfetto. Sentiva il cuore battere veloce.
《Ci stiamo comportando da irresponsabili.》 Disse lui quando si allontanarono, facendola ridere per la prima volta dopo giorni.
《Ah si?》Lo baciò ancora, con più decisione, approfondendo il contatto. Lo sentì aprire le labbra e stringerla ancora di più, e lei sorrise di nuovo prima di staccarsi, appoggiando poi la testa sul suo petto.

In quel momento non le importava dei propri doveri di Teyrna e dei suoi di custode grigio, non le importava del Flagello o dei pericoli. Mai da quando quel viaggio era iniziato si era sentita tanto felice serena.


**


《Non credo di averlo mai visto alzarsi così in fretta.》 Sghignazzò Micah, avanzando nella galleria. 《Credo avesse bisogno di lucidare la sua seconda spada.》
《Micah…》 Gemette Persephone, rossa fino alle orecchie, facendola ridere ancora di più. Non aveva smesso un attimo di prenderla in giro da quando erano ripartiti.

《Ehi, guarda che è del tutto naturale.》 Rispose la senzacasta senza darle tregua, mentre Aida le lanciava uno sguardo di sottecchi e Morrigan emetteva un verso disgustato.
《Dovresti seriamente rivedere i tuoi gusti.》

《Ehi, ci sono molte voci sulle spade dei custodi grigi. Pare siano resistenti, dure e capaci.》 Ribattè la nana, sempre con quel suo ghigno storto.
La strega però, al contrario di quanto si era aspettata, sorrise a sua volta, maliziosa. 《Oh fidati, lo so.》
Micah sgranò gli occhi. 《Aspetta, non mi dirai che tu e Runaan…!?》
Il sorriso di Morrigan si allargò sibillino, mentre lei andava avanti a testa alta senza degnarla di una risposta.
《Per le palle degli Antenati, cade sempre in piedi!》 Esclamò la senzacasta, facendo ridere Aida sotto i baffi, mentre Persephone affiancava Wynne.


《Temo di non aver dato retta ai vostri consigli.》 Disse, senza sentirsi minimamente in colpa.
La maga però le rivolse uno sguardo calmo. 《In realtà, vi devo delle scuse, mia cara: credo di aver giudicato troppo in fretta quello che c'è tra voi. Vi ho osservato ed è chiaro quanto tenete l’uno all'altra, il modo in cui vi proteggete in battaglia e come i vostri occhi si cercano. Vi rendete felici.》

La ragazza arrossì, guardando Alistair, che avanzava accanto ad Aura e Shale. 《Lui è… diverso da ogni altro uomo io abbia mai conosciuto. È forte, gentile, coraggioso e io… sono convinta che sapremo farlo funzionare. Voglio che funzioni. Ma nessuno dei due metterà in pericolo il Ferelden per questo, lo giuro.》
L’anziana annuì, soddisfatta dalla risposta e con un sorriso sulle labbra. 《Se c'è qualcuno capace di amarsi durante il Flagello, siete voi. Posso solo augurarmi che il Creatore vegli su entrambi.》
Persephone assentì a sua volta, guardando avanti. L’entrata della caverna seguente era un enorme arco di pietra che un tempo doveva essere stato un'opera d'arte. Oltre esso si poteva distinguere una specie di piazza in rovina, ai lati della quale spiccavano le macerie di enormi colonne di marmo.


Aida alzò il naso. L'odore che impestava l'aria la confondeva: sangue e viscere di prole oscura, metallo arrugginito, pericolo, ma pochissime tracce di nani.
《Hai sentito qualcosa Aida?》 Domandò Alistair.
L'elfa annuì, ma sentì di colpo il punto sotto il suo piede sprofondare e scattò indietro in tempo per evitare una serie di quadretti che si piantò nel terreno
《Trappole.》 Ringhiò Micah, passando in testa al gruppo. Osservò il terreno, cercando meccanismi tra le piastrelle distrutte. Non riuscì a distinguere nulla, ma il suo istinto le diceva che tutto quel posto era un enorme cappio pronto a stringersi intorno ai loro colli.


Avanzò con cautela, seguita dagli altri, ma sentirono un altro scatto e Alistair alzò lo scudo per difendersi da una serie di frecce venute da chissà dove.
《Accidenti.》 Ringhiò Aida, tentando a sua volta di individuare qualche filo o pedana a pressione, ma una voce femminile dal tono duro li fece voltare tutti.
《Chiunque siate, sappiate che la mia tolleranza per il galateo è molto limitata.》 Disse una nana, sbucando da una galleria sopra di loro. I capelli erano scuri, il naso importante ed indossava un'armatura rattoppata in più punti. Aveva pesanti occhiaie, ma teneva la testa alta e la sua pelle non mostrava segni di corruzione

《Rasatemi la schiena e datemi dell'elfo, Branka!》 Esclamò Oghren, un sorriso enorme sotto la barba
Lei gli rivolse uno sguardo disgustato. 《Oghren. Dovevo sapere che prima o poi saresti venuto qui.》 Il suo sguardo si spostò sugli altri. 《E voi? Mercenari o gli unici capaci di sopportare l'alito di Oghren?》

《Porta rispetto, donna!》 La riprese il nano. 《Stai parlando con un custode grigio ed una Aeducan!》
Branka non parve per nulla impressionata, ma si girò verso Aura. 《Se siete venuti a cercarmi, immagino che Endrin sia morto. Non che sia sorpresa, aveva già un piede nella fossa quando sono partita.》

La nana le rivolse uno sguardo gelido. 《Mio padre è stato assassinato da mio fratello. Abbiamo bisogno di te per mettere sul trono un sovrano degno.》
《Tsk. Un sovrano? Ne abbiamo avuto uno per oltre quaranta generazioni e cosa hanno fatto? Hanno eliminato la prole oscura? Hanno ricreato il nostro impero?!》 I suoi occhi si illuminarono di un bagliore strano. 《No, la sola cosa di cui abbiamo bisogno è l’Incudine del vuoto. Con essa, potremo scoprire i segreti dei golem! Riavremo le vie profonde! Torneremo ad essere un impero che farà invidia al Tevinter!》

《Qualcuno ha perso la testa.》 Commentò Morrigan
Aura non potè che darle ragione. Lo sguardo del Campione brillava febbrile di qualcosa di sinistro, qualcosa che le faceva scendere brividi disgustati lungo la schiena. Cupidigia. Pura cupidigia.
Però Shale avanzò a passi pesanti, fissando il Campione con aria determinata, i pugni alzati. 《Se siamo davvero così vicini, perché la cosetta molliccia esita?》
La sorpresa distorte il viso di Branka nel vedere la golem. Svanì subito. 《Questo luogo è il “Monumento di Caridin”. È qui che quel folle portò l’Incudine per celarla al mondo, creando un enorme labirinto per difenderla. Io e i miei abbiamo fallito molte volte nel superare le trappole, e ora che voi avete ucciso Laryn, non ho più nessuno da mandare oltre le porte.》


Un'onda di muto orrore attraversò il gruppo. Quella era la prova. Hespith aveva detto la verità!
Oghren boccheggiò. 《Hai… hai sacrificato tutta la nostra casata per questo!? Hai davvero permesso che…!? Come hai potuto Branka!?》
《Mi hanno tradita!》 Tuonò la nana. 《Loro erano miei! Mi avevano giurato eterna fedeltà, eppure Volevano andarsene! Volevano lasciarmi tutti, persino la mia Hespith! Ma sapevo che potevano ancora essermi utili.》 Quel bagliore nei suoi occhi tornò per un attimo. 《Gli ho semplicemente fatto rispettare i loro obblighi in una forma diversa, adatta per lo scopo》

Aura strinse I pugni, il cuore che le martellava nella testa. Aveva pregato la Pietra di sbagliarsi, aveva sperato che Branka non si fosse macchiata di crimini simili, e invece aveva avuto ragione. Lei era peggio di qualsiasi mostro corrotto potesse esistere.
L'Incudine del Vuoto era uno strumento incredibile, l'unico in grado di creare Golem, guerrieri di pietra o metallo dotati di pensiero, immuni alla fatica e al dolore. Con essa, riconquistare le vie profonde sarebbe stato molto più semplice: era il sogno di ogni nano di Orzammar. Eppure lei poteva solo pensare a quanti erano morti, a quanti erano stati traditi per essa

《Tutto ciò è mostruoso.》 Disse Wynne, disgustata.
Branka non diede cenno di averla sentita. 《Volete il mio aiuto per questa elezione? Aiutatemi a prendere l'Incudine prima.》

《Branka, questa è una follia!》 Le urlò Oghren.
《Sono il vostro Campione.》 Si limitò a rispondere lei, lo sguardo fisso in quello di Aura, prima di infilarsi nuovamente nella galleria dietro di lei e scomparire.


《Dannazione alla Pietra!》 Ringhiò il nano. 《Non possiamo lasciarla da sola, questo posto le ha fatto qualcosa, è confusa! Dobbiamo portarla via!》
Micah si diede una manata in fronte. 《Ma, hai sentito che ha detto!? Pur di avere quella maledetta cosa ha sacrificato la sua intera casata! Non ha risparmiato nemmeno la sua amante e tu dici che è “confusa”!?》

Il rosso boccheggiò, non sapendo come risponderle, ma Shale non gli diede il tempo: si avviò a grandi passi verso la galleria attraverso cui Branka era sparita. Non avrebbe buttato altro tempo in inutili chiacchiere. Non ora che era tanto vicina a delle risposte! Ora che era così vicina ai suoi ricordi perduti!
Aura, guardandola allontanarsi, inspirò a fondo e la seguì, accompagnata dagli altri, mentre Morrigan sbuffava. 《Muoviamoci, la pazza ci sta seminando》


**


Uscirono fuori dal labirinto con il fiatone, le armature ammaccate e la pelle coperta di sudore e ustioni. Branka non aveva esagerato quando aveva parlato del labirinto di Caridin: quel luogo era un intreccio di gallerie buie dai soffitti troppo bassi, dove persino i vicoli ciechi celavano meccanismi tanto sofisticati quanto letali. Per fortuna, avevano trovato l’uscita.
Aura strinse lo spadone, tamponando un nuovo taglio sotto la cicatrice che Lantea le aveva lasciato. Si voltò insieme ai suoi compagni, pronta a qualsiasi minaccia li stesse aspettando, ma rimase a bocca aperta
La caverna in cui erano sbucati era magnifica: i soffitti erano altissimi e lisci. Nelle pareti levigate dal tempo scintillavano arabeschi di Lyrium e oro, e dalla volta di pietra scendevano maestose colate di lava che si gettavano negli enormi strapiombi sotto di loro, illuminando tutto dei toni fiammeggianti rosso e oro.

Non c'era traccia di Branka, ma in compenso, un corteo di Golem era in piedi poco davanti a loro. Sembravano attivi, seppur immobili, ma uno in particolare, molto più grosso degli altri, li stava guardando con attenzione... o meglio, con desolazione.
《Sapevo che prima o poi qualcuno sarebbe arrivato qui per l’Incudine.》 Disse, le ampie spalle di metallo che si abbassavano. 《Voi che la cercate, ascoltate la mia storia prima di commettere i miei stessi errori. Io un tempo fui lo sciocco che creò l'Incudine del Vuoto, colui che la storia ricorda come il Campione Caridin.》
Aura e Oghren sbarrarono gli occhi. Il Campione Caridin, il fondatore della dinastia Ortan, il Creatore dell'Incudine del vuoto! I libri di storia raccontavano che fosse impazzito secoli prima e avesse rubato l'Incudine per poi sparire nelle vie profonde.
Tutti erano sempre stati convinti che fosse morto, che avesse trovato la sua fine per mano della prole oscura, e invece era vivo! Ed era lì davanti a loro!

《Caridin.》 Disse Shale. 《Io… io mi ricordo di te》
《Ah, ecco una voce che riconosco. Shayle della casata Cadash. Sono lieto di rivederti, amica mia.》 Rispose lui con quello che doveva essere un sorriso
La golem lo fissò, di colpo insicura. 《Tu sai il mio nome. Sei stato tu a darmelo? Mi hai forgiata tu?》

《Hai già dimenticato?》 Caridin emise un sospiro, nuvole di vapore che si alzarono dal suo corpo di metallo. 《È passato molto tempo in effetti. Io ti ho plasmata nel Golem che sei adesso, ma un tempo tu eri una nana, proprio come me. La più valorosa guerriera al servizio di re Valtor e la sola volontaria》
Shale, per la prima volta da quando l'avevano conosciuta, rimase senza parole. 《La sola… una nana!? Ma non è possibile… come?》


Caridin esitò un attimo a rispondere, ma Aura temeva di aver intuito come fosse successo. L'ennesimo brivido le attraversò la schiena.
Se Shale era stata davvero una nana e lo stesso Caridin era ormai un Golem… tutto quadrava orribilmente bene. La scomparsa improvvisa del Campione secoli prima, tutti gli sforzi che aveva compiuto per celare l’invenzione più importante di tutta la storia dei nani alla loro città e il motivo per cui nessuno avesse mai potuto replicare il suo lavoro.
《I Golem non erano semplici costrutti.》 La voce le uscì molto più sottile di quanto avrebbe voluto.
Caridin annuì. 《Per quanto abile, non c'è fabbro al mondo capace di creare la vita.》 Sospirò di nuovo. 《Per poter generare i miei Golem, qualcuno doveva essere posto sull'Incudine in modo che potessi dargli nuova forma. Ma questo lo seppe solo il mio re.》


Shale ascoltò attonita. Quindi, era quella la risposta che aveva cercato? Lei era stata una nana!? Quei volti che sorgevano nella memoria, quei luoghi di cui non conosceva l’ubicazione… erano esistiti? Lei… aveva avuto una casa? Una famiglia?
Ripensò al ricordo che la battaglia contro quella strega Drago le aveva riportato alla mente: il terribile calore e il battere di un martello che aveva cancellato tutto il resto. Era stato quello il momento in cui aveva rinunciato a tutto per essere un Golem?
Si guardò le mani, ne testò la solidità di cui tanto si vantava. Non erano diverse, eppure ora nella sua mente si stavano affollando altre domande. Quelle mani… com’erano un tempo? Avevano stretto quelle di qualcun altro? Il suo corpo aveva provato estasi, fatica e tutto ciò che sentivano i cosetti mollicci? E… com'era lei? Com'era il suo viso? Non ricordava.
Una strana sensazione le strinse il petto, ma prima che potesse porgere altre domande a Caridin la voce di Micah tagliò l'aria come un coltello
《Lasciami indovinare. Prima avete chiesto volontari, ma poi avete cominciato a costringere la gente a farsi trasformare in Golem “per il bene di tutti”.》

《Così volle il re.》 Annuì Caridin. 《Iniziò a usare la forgiatura in Golem come condanna per i criminali e molto presto, un fiume di sangue iniziò a scorrere dal mio palazzo. Solo allora capii il mio errore, ma quando provai a oppormi, il re mi accusò di tradimento e pose anche me sull'Incudine》
Si allontanò, facendo cenno di seguirlo, conducendoli sul ciglio del precipizio e la videro, l'oggetto per cui così tanti avevano perso la vita: l'incudine del vuoto
Il metallo scuro di cui era fatta scintillava debolmente di venature di lyrium e recava i segni di innumerevoli colpi di martello. Aura vide Morrigan alzare le dita, gli occhi accesi di curiosità. Chissà che cosa le stavano sussurrando gli spiriti.

Ma Caridin rivolse a tutti loro uno sguardo rassegnato. 《Per fermare quel massacro, fuggii qui con la mia invenzione e cercai di distruggerla in modo che non fosse più usata, ma è impossibile per un golem. A quel punto, scelsi di trasformare questo luogo in una fortezza, così da impedire a chiunque di avvicinarsi, ma questo ha portato solo altro sangue. Nel tentativo di ritrovarla, molti nani persero la vita. E la colpa ricade su di me ancora una volta.》

Aura si morse il labbro. Non poteva credere a quanto la loro storia si sbagliasse. Fin da piccola, aveva studiato la sua famiglia, i loro nomi e le loro azioni, leggendo di quanto I suoi antenati fossero giusti e grandi. Era stata una stupida a crederci. Se c'era una cosa che quel viaggio da incubo le aveva insegnato, era che i sovrani e i Campioni potevano commettere azioni orribili pur di ottenere ciò che volevano.
Entrambi quei ruoli chiamavano a prendere decisioni difficili, ma re Valtor non era che un uomo accecato dall'avarizia che non aveva esitato a mandare a morte decine dei loro sudditi per nutrire il proprio ego.

Accanto a lei, Oghren sembrava preda di pensieri simili e Alistair rabbrividì. 《Se l'incudine dovesse cadere in mani sbagliate, chissà quante persone verrebbero costrette a trasformarsi in Golem.》
Aura sentì lo sguardo di Micah trapassarle la nuca. Già. Sarebbe toccato a gente come lei, ai senzacasta, persone inutili agli occhi dei nobili. Forse ci sarebbero stati volontari, ma prima o poi i Deshyr li avrebbero costretti con la scusa che avrebbero finalmente avuto uno scopo. Avrebbero avuto “l'onore” di riconquistare le vie profonde per Orzammar tramite il loro sacrificio.
《Vi prego.》 Implorò Caridin 《Aiutatemi a distruggerla. Non voglio più essere responsabile delle morti del mio popolo.》


Aura si morse il labbro, ma un suono di passi concitati li fece girare tutti, in allarme: Branka era in piedi di fronte all'entrata, il volto rosso di fatica e col fiatone, gli occhi folli di cupidigia. 《No! L'Incudine è mia! Nessuno la distruggerà!》
Caridin le rivolse uno sguardo terrorizzato. 《Shayle, già una volta secoli fa mi hai aiutato a difenderla, ti prego, prestami nuovamente la tua forza.》

La Golem gli rivolse uno sguardo duro. 《Non ricordo nulla di tutto questo. Hai usato delle verghe del comando per costringerci a combattere per te?》
《No! Distrussi tutte le verghe! Forse il re diede ordine di crearne delle altre, ma i tuoi amici hanno ragione: se Orzammar dovesse riavere l'incudine, nulla li fermerà dal creare altri schiavi come loro!》 Indicò gli altri Golem nella stanza, immobili e silenti.

《Non dategli retta!》 Sbraitò Branka. 《È rimasto qui a ribollire nella sua follia per secoli! Se mi consegnate l’Incudine, creerò per voi un esercito invincibile!》
《Si e ammazzerai di nuovo un mucchio di innocenti per nulla.》 Ringhiò Micah, le mani già sui coltelli.

Alistair annuì, impugnando le armi insieme ad Aida, Wynne e Persephone. 《Per quanto un esercito simile possa essere utile, non ne vale il prezzo.》
Morrigan sbuffò seccata, ma anche lei impugnò il proprio bastone magico, mentre Shale alzava i pugni. Solo Oghren cercò di parlare. 《Branka, fermati! Questa non sei tu! Non ti rendi conto di che cosa ti ha fatto l'ossessione per quella cosa!?》
Sua moglie lo ignorò, gli occhi dissennati puntati su Aura. Spalancò le braccia. 《È questo che vuoi governare? Gallerie in rovina piene di prole oscura?! Unisciti a me, ti renderò regina di un nuovo impero!》

La principessa per tutta risposta, le puntò contro il suo spadone. Era folle. Completamente pazza. Certo, un esercito di Golem avrebbe reso più facile conquistare le vie profonde, e riportare l'Incudine avrebbe tolto a Bhelen qualsiasi sostegno, ma avevano ragione Micah e Alistair. Non ne valeva il prezzo.
《Non ripeterò gli errori dei miei antenati. Il mio regno non si fonderà sul sangue dei suoi sudditi.》
Caridin le rivolse uno sguardo grato. 《Grazie. La vostra compassione mi riempie di vergogna.》


Branka ringhiò, livida di rabbia, tirando fuori una verga del controllo. La puntò contro tutti i Golem della stanza, ordinando loro di attaccare e paralizzando Caridin, prima di caricare a sua volta.
I colossi di pietra si animarono con urla di battaglia e Aura e i suoi amici si ritrovarono accerchiati in pochi attimi e alzarono le armi per difendersi. I loro avversari erano lenti, ma fin troppo resistenti e forti: anche uno solo dei loro colpi poderosi avrebbe potuto ucciderli.
La principessa deviò un pugno con lo spadone e cercò di inseguire quella pazza per prenderle la verga del comando, per farle pagare tutti gli orrori che aveva compiuto e Oghren corse al suo fianco, pallido in volto e l'ascia appena sollevata dal terreno.

Si fecero strada nella calca con foga, parando e colpendo alla cieca, cercando di resistere all'assalto. Sentivano i loro amici attaccare e i loro versi di fatica. Le loro armi cozzavano sulla pietra, l'eco dello scontro che pareva far tremare la grotta. Videro Branka poco lontano, ma due Golem sbarrarono loro la strada
La principessa non rallentò la sua corsa. Puntò lo spadone, superò la guardia del suo avversario e lo conficcò in una crepa sul suo braccio. Sentì Oghren grugnire dietro di lei, ma poi il golem la sollevò di peso
Si tenne stretta alla propria arma per non perdere l’equilibrio, il golem che si agitava per levarsela di dosso, ma una freccia colpì con precisione una delle Rune luminose sul corpo del colosso, facendo esplodere e il suo braccio con un lampo abbagliante.

Si schiantò per terra con mille punti neri davanti agli occhi e Aida la superò di corsa, l'arco teso e un ringhio in gola, attaccando ancora insieme a Morrigan. I fulmini della strega esplosero in miriadi di scintille, spaccando la pietra e sgretolando il secondo golem, mentre i due nani si rialzavano e tornavano all’inseguimento.
Videro Alistair, Persephone e Wynne alle prese con un altro gruppo di golem, i due giovani protetti da delle barriere luminose mentre attaccavano con tutte le forze e la maga li aiutava evocando stalagmiti e scosse telluriche per far precipitare i colossi nella lava.

Branka li superò senza neanche provare a ostacolarli, gli occhi fissi sull’Incudine, ma fu costretta a ripararsi dietro lo scudo quando il pugno di Shale rischiò di abbattersi sulla sua testa.
La Golem ringhiò furiosa, il metallo che vibrava sotto i suoi pugni poderosi, e il Campione le puntò contro la verga del comando. 《Fermo Golem!》
Ma lei non smise di attaccare, anzi emise un secondo urlo di rabbia e si accanì su di lei con ancora più foga, incrinando lo scudo. E fu allora che Branka la colpì a tradimento alla caviglia.
Una lunga crepa splendente si aprì fino al ginocchio, facendola accasciare con un ruvido verso di dolore. Ma prima che la nana potesse abbattere la mazza sulla sua testa, sentì il morso di due lame nella spalla.
《Ti ricordi di me?》 Le ghignò contro Micah, affondando ancora di più i coltelli.
Branka le rivolse uno sguardo di puro odio. 《Sporca senzacasta!》 Urlò, dandole una testata contro il naso è poi una gomitata per levarsela di dosso. Si girò contro di lei, lasciando andare lo scudo senza far caso al dolore della ferita e al sangue. Alzò nuovamente la mazza, mirando alla mascella.


Micah saltò indietro per non farsi colpire. Quella tipa era abile, lottava con uno stile simile a quello di Aura, se Aura fosse stata una pazza furiosa pronta a tutto.
Evitò rapida le ampie ellissi che seguirono, cosciente di essere sempre più vicina al ciglio del precipizio. Cercò una via di fuga, ma si accorse troppo tardi di un colpo proveniente dal basso. Parò in ritardo.
Sentì il suo polso gemere di dolore, l'osso che si piegava lancinante, facendole salire una bestemmia alle labbra, la bocca piena di sangue quando il metallo la colpì sul mento, facendola cadere per terra mentre uno dei suoi coltelli le sfuggiva di mano e volava oltre lo strapiombo, perdendosi nella lava ribollente.
La faccia di Branka si spaccò in un sorriso orribile mentre alzava la mazza per finirla, ma una spada a due mani si mise in mezzo, mentre Aura si parava tra di loro, livida di rabbia. 《Non ti azzardare!》


Il Campione si ritrovò costretta ad indietreggiare sotto gli attacchi rapidi e ampi della principessa, la mazza come suo unico mezzo di difesa, mentre Oghren tirava Micah lontano dallo strapiombo.
Lo scontro tra le due nane continuò furioso, le loro armi che si incrociavano in una miriade di scintille, finchè Branka riuscì a piantare la mazza nel pettorale dell’armatura della sua avversaria.
Questo si incrinò, togliendole il fiato dai polmoni e facendole cadere lo spadone, ma il suo viso si piegò in una smorfia ostinata. Afferrò la mazza con le mani, strappandola alla sua proprietaria proprio mentre Shale la colpiva con una spallata devastante.

L’armatura del Campione si accartocciò, piantandosi nella sua carne e zampillando sangue mentre lei veniva scaraventata di sotto con un urlo, sovrastato solo da quello di Oghren, che corse verso il ciglio dello strapiombo, l’inutile mano tesa verso la moglie mentre la guardava precipitare nella lava bollente.
Q guardò la scena, strappandosi l'arma di Branka dal pettorale e prendendo tutto il fiato che poteva, prima di sentire una serie di schianti. I Golem erano appena crollati a terra, immobili.
《Micah, Aura, state bene?》 Chiese Alistair.
La bionda annuì a fatica, prima di girarsi verso la senzacasta. Wynne si era avvicinata per guarire le sue ferite, le lunghe dita luminose posate sul suo mento. 《Sei tutta intera?》

Lei si toccò la mascella, controllando che tutto fosse tornato al suo posto, e ghignò flebile. 《Come potrei non esserlo dopo il tuo salvataggio? Tu si che sai conquistare una donna: Aller non ha speranze.》
Aura sbuffò una risata faticosa. 《Qualcuno deve pur salvarti la pelle.》 Disse, aiutandola ad alzarsi.


Il ghigno dell'altra non fece che allargarsi, mentre Caridin, finalmente libero, si avvicinava ad Oghren, ancora con lo sguardo rivolto verso la lava.
《Un'altra vita persa per colpa della mia invenzione. Mi dispiace》 Disse rammaricato.
Il nano battè il pugno per terra, gli occhi lucidi. 《Che idiota. Tutto per quel maledetto affare!》

《Perché non è stata capace di controllarmi come ha fatto con te?》 Chiese invece Shale
《Non saprei Shayle. Hai subito delle modifiche? Perché, ti ricordavo più alta.》 Rispose Caridin

《Il mio ultimo padrone era un mago che si divertiva a fare esperimenti su di me. L'ho ucciso. Poi sono rimasta paralizzata per trent'anni.》
L'altro Golem annuì. 《La paralisi era una misura di sicurezza seguente alla morte del padrone. Ma tu sei sempre stata forte. Sono lieto che tu abbia riavuto il libero arbitrio e sono grato a tutti voi per ciò che avete fatto. Ora, è il momento di distruggere l'Incudine》

《Aspettate.》 Lo fermò Aura.
《Non cambierò idea.》 L’ammonì il Golem.

Lei rimase calma. 《Nemmeno io. Ma ora che Branka è morta, mi serve una prova che dimostri ai Deshyr che l'unica degna di sedere sul trono sia io.》
《Ah, vedo che Orzammar non è cambiata in tutti questi anni. Va bene, per rendervi onore, batterò l'ultima volta l'incudine per creare una corona degna della più grande delle sovrane.》
E così fu. Appena Aura la vide, rimase senza fiato: l'oro della corona era stato modellato con il lyrium in modo che i decori geometrici ricordassero le torri di Orzammar. Decine di zaffiri splendevano su di essa come stelle, era della misura perfetta per il suo capo. Il simbolo della casata di Caridin splendeva su di essa


La principessa ringraziò con un inchino, prima di tenere fede al patto. Insieme ad Oghren e Alistair, sollevò l’Incudine, portandola oltre il precipizio e facendola cadere nella lava bollente.
Caridin la guardò svanire ed emise un verso di commozione, le enormi spalle rilassate. 《Grazie》
Aura eseguì un secondo inchino. 《Farò in modo di essere una sovrana migliore rispetto ai miei avi.》
《Lo siete già, amica mia. Dopo secoli, grazie a voi e i vostri amici, sono libero, finalmente posso riposare. Atrast nel tunsha.》

《Che possiate trovare la via nell'oscurità.》 Rispose la principessa, voltandosi insieme agli altri verso l'uscita, mentre l'enorme Golem allungava una gamba nel vuoto e si lasciava cadere con un gemito di felicità, il suo animo finalmente leggero.


**


《Lord e Dame del consiglio, vi prego, mantenete l'ordine.》 Esclamò il Lord Siniscalco, cercando di sovrastare le voci dei presenti nella sala del trono.
Tutto il Coniglio dei Deshyr si era riunito lì, sotto espressa richiesta della principessa. E non solo loro.
Appena si era sparsa la voce del ritorno del gruppo inviato nelle vie profonde e che la stessa Lady Aeducan avesse convocato il Consiglio per decidere una volta per tutte il futuro sovrano, molti membri della casta dei nobili e dei guerrieri erano accorsi.

Aura però non stava facendo caso a nessuno di loro. Il suo sguardo era puntato in quello di Bhelen.
Dopo la morte di Caridin, le uscite del sup labirinto si erano spalancate, lasciando loro la possibilità di imboccare gallerie molto più rapide e sicure che lei non avrebbe mai pensato di vedere.
Avevano impiegato solo quattro giorni a tornare, in contrasto con le settimane che avevano impiegato ad arrivare all'Incudine, ed era alquanto sicura di aver mandato in frantumi i sogni di suo fratello di dichiararla morta. Poteva leggerglielo in faccia.

La stava fissando, seduto sullo scranno un tempo appartenuto al loro padre, Vartag Gavorn e Piotin Aeducan al fianco, lo sguardo colmo di disprezzo e i pugni così stretti da far scricchiolare le nocche. Ma lei non aveva mai abbassato gli occhi.
Lo aveva guardato mentre lo accusava davanti a tutti i presenti di aver ucciso Trian e suo padre e di essere il responsabile dell'attacco alla tenuta Harrowmont.
Lo aveva guardato in faccia mentre porgeva al Lord Modellatore i contratti che Micah aveva preso nel covo del Karta. Documenti che lo confermavano mandante di quell'attentato e delle estorsioni a cui avevano partecipato diversi nobili minori.

《Queste accuse sono solo calunnie.》 Affermò Bhelen, i pugni chiusi. 《Il nome che compare su quei documenti è quello del qui presente Lord Rorek, rivale politico di Lord Harrowmont da anni. Come puoi provare che lui e i suoi complici non abbiano agito per eliminare un ostacolo per i loro obiettivi?》
Il brusio invase di nuovo la sala. C'era chi assentiva, chi non sembrava convinto, ma i Deshyr erano silenti, gli occhi rivolti verso il basso. Davanti al trono, i polsi stretti da pesanti catene, Lord Rorek, Lord Miln, Lady Asdath e Lord Brenef giacevano in ginocchio. Tutti loro erano coperti di lividi e ferite, le vesti strappate, e gli occhi del primo si erano posati gelidi su Aura tutto il tempo, mentre gli altri erano pallidi e nervosi come animali al macello.

La bionda assottigliò gli occhi. Erano loro i principali alleati di Bhelen. Non erano i soli, ma erano i più importanti. Avevano finanziato loro il Karta e corrotto molte persone per aiutarlo nella sua ascesa. Avevano contribuito alle estorsioni, ai ricatti e agli attacchi che avevano terrorizzato il distretto dei diamanti e persino all'uccisione di alcuni servitori dei Deshyr.


Iselen e Runaan, in piedi dietro di lei come Alistair, alzarono le loro armi in modo impercettibile, segno che erano pronti a tutto. Le avevano detto che catturare quei quattro era stato molto complicato. Entrare nelle loro case era stato facile, ma quei traditori avevano preso precauzioni quando il Karta non era riuscita a ucciderla.
I suoi amici si erano dovuti fare strada attraverso intere legioni di guardie e persino a qualche mercenario, il mago aveva quasi abbattuto uno dei loro palazzi per toglierseli di torno, mentre quei vigliacchi cercavano di scappate. Ma grazie a Leske e Ornella, erano riusciti a bloccare le loro vie di fuga e prenderli prima che potessero avvertire Bhelen.
Rorek in particolare aveva opposto una strenua resistenza, cercando di attaccare quando si era scoperto in trappola. Ma come era prevedibile, era stato sopraffatto e trascinato davanti ai Deshyr insieme ai suoi compari, legato come il banale criminale che era.

La principessa non smise di fissare il fratello. 《Quindi mi stai dicendo che il sigillo reale dei Aeducan apposto su quelle carte sia un falso?》
Bhelen mosse la mano come per scacciare una mosca. 《È semplicissimo replicare un sigillo, sorella. Tu stessa ne possiedi uno. O mi sbaglio?》

Aura non fece una piega. Si era aspettata allusioni simili, era pronta. Aveva aspettato per mesi quel momento. Aveva contato i giorni. Alzò una nuova pergamena. 《Dunque, anche questa lettera firmata dal tuo fedele braccio destro Vartag Gavorn che reca nuovamente il sigillo reale è un falso? I miei alleati l'hanno ritrovata nella tenuta di Lord Miln quando gli hanno impedito la fuga. Si tratta di un ringraziamento per gli attacchi e la morte di alcuni uomini fedeli a Lord Vollney e Lady Helmi, entrambi Deshyr.》

Runaan, dietro di lei, ghignò nel vedere Vartag impallidire e Lord Miln abbassare il capo. Harrowmont gli aveva descritto quel Lord come qualcuno che avrebbe venduto sua madre per un po' di influenza. Forse aveva tenuto quella lettera per ricattare Bhelen.
Un brusio oltraggiato si diffuse nella folla di nani. Uno dei Deshyr, che doveva essere Lord Vollney, si alzò. 《Avete osato!? Siete stati voi!?》


《Lord Rorek, cosa avete da dire a vostra discolpa?》 Tuonò il Siniscalco, gli occhi neri e taglienti.
Il nano strattonò le catene, una smorfia arrogante che distorceva il volto livido. 《Io non riconosco queste accuse, ne riconosco l’autorità di quella codarda. Se fosse innocente, perché celarsi dietro i custodi!? Perchè non affrontare re Bhelen a viso aperto? Perchè circondarsi di criminali e abitanti della sua superficie!?》
《È vero! Tra i suoi alleati c'è la senzacasta che ha dissacrato le Prove!》Urlò qualcuno, provocando una serie di parole indignate tra i conservatori, anche se molti si limitarono ad ascoltare.

Aura si rivolse alla sala In tono fermo. 《Si, avete ragione. È stata Micah Brosca ad aiutarmi a fuggire dalle prigioni in cui Bhelen mi aveva rinchiusa ed è con lei che ho raggiunto la superficie. È grazie a lei se ora sono di fronte a voi. Ha lottato con coraggio al mio fianco in molteplici occasioni, persino quando abbiamo raggiunto il Monumento di Caridin e trovato l'antica Incudine del Vuoto.》
Il silenzio inghiottì la stanza. Bhelen la fissò sconvolto. La sorella poteva vedere la paura, l'ansia, l'aspettativa nei suoi occhi. Proseguì. 《Le storie che narrano la follia del Campione Caridin sono false. Ho appreso la verità da lui stesso: I Golem non sono costrutti, ma nani deposti sull'Incudine e resi schiavi. Re Valtor obbligò migliaia di nani a sottoporsi alla forgiatura e condannò Caridin allo stesso fato quando si oppose a quel massacro.》 Si rivolse ancora ai Deshyr, tutti gli sguardi erano su di lei. 《Le vite di innumerevoli innocenti sono andate perse per recuperare quello strumento. Il Campione Branka ha sacrificato la sua intera casata pur di ottenerla. Non potevo lasciare che succedesse ancora: io e I miei compagni l'abbiamo distrutta.》

Il pugno di Bhelen si abbatté sul bracciolo dello scranno, la sua voce di un'ottava troppo alta. 《Sei una folle! Con l'Incudine del Vuoto avremmo potuto riportare in auge il nostro impero!》
Aura si rivolse a lui, sprezzante. 《È dunque così che vorresti governare fratello? Fonderai il nuovo Impero sul sangue di centinaia di nani?》

Il nano boccheggiò, preso in contropiede, rosso di rabbia e vergogna, ma lei parlò ancora, zittendolo. 《Caridin ha fatto ciò che ha fatto solo per proteggere il nostro futuro. Voleva che Orzammar diventasse migliore, più forte. E io ho intenzione di farlo. Per anni ci siamo chiusi al resto del mondo per rispettare le tradizioni. Abbiamo ignorato i nani di superficie e lasciato che sotterfugi e intrighi ci distraessero. Ma è arrivato il momento che questo cambi: non vi sto chiedendo di abbandonare i nostri usi, ma di crescere insieme ad essi. Solo così potremo sperare di riavere la gloria dei nostri Antenati e superarla!》
Vide moltissime facce pensierose tra i nobili. Notò una donna annuire verso di lei, ma un nano anziano la guardò duro. 《Come potete dire che farci insozzare dagli abitanti della superficie ci renderà forti!? Come potete anche solo proporre una tale blasfemia?! Sovvertirete i nostri antichi riti, distruggerete tutto ciò che Orzammar rappresenta!》

 La principessa lo guardò seria, determinata. La tensione nella sala era palpabile. 《Io ho sempre rispettato gli antichi riti: ho vinto con onore le Prove e accetterò qualsiasi decisione prenderà il consiglio in merito a chi dovrebbe essere re. Ma ho visto la superficie, ciò che ha da offrirci e ho anche calcato le vie profonde. Ho visto ciò che eravamo, ma anche ciò che potremmo arrivare ad essere! Ci vorrà molto tempo, ma Caridin credeva che Orzammar ne fosse capace. E mi ha dato un segno di questo.》
L'enorme porta dietro di loro si aprì, lasciando entrare Adal Helmi. In mano reggeva la corona di Caridin. La alzò davanti a tutti, portandola al cospetto del Lord Modellatore. 《Questa corona è un dono dell'antico Campione a Lady Aeducan.》

L’uomo la osservò minuzioso, gli occhi sbarrati non appena riconobbe il sigillo su di essa. 《Il simbolo della casata Ortan! Lady Aeducan dice il vero!》
Un boato di espressioni sorprese invase la stanza, tutti che cercavano di vedere meglio, mentre persino l'espressione dura di Piotin si rilassava in sorpresa genuina.
《È possibile?》
《È tutto vero?》
《Caridin in persona l'ha scelta?!》


Aura sorrise, ormai sapeva di avere gran parte dell'assemblea dalla sua. Poteva vedere suo fratello stringere i braccioli dello scranno, una vena pulsante sulla fronte.
Ma Lord Rorek si alzò in piedi furente, il volto tumefatto distorto dalla rabbia, la sua arroganza precedente svanita. 《Voi siete solo una traditrice! Voi detestavate il principe Trian! I vostri trucchi hanno reso Orzammar debole, e quando re Bhelen vi ha scoperta, siete fuggita a fare la criminale di superficie! Siete una senzacasta ormai! Feccia della superficie》
Il Siniscalco gli impose il silenzio, mentre molti sguardi fissavano il Lord con disapprovazione. Ma la principessa non lo degnò di uno sguardo.

Fino ad un anno prima, un simile insulto sarebbe stata una grave offesa, ma dopo tutto quello che aveva visto nei suoi viaggi, dopo tutto quello che aveva affrontato e imparato, scoprì di non sentirsi affatto toccata.
《Io amavo e rispettavo mio padre e mio fratello. Mai avrei osato fare loro del male e se mi concederete il trono, onorerò sempre la loro memoria.》 Disse, lo sguardo puntato in quello di Piotin. 《Bhelen invece ha sempre tramato tra le ombre. Si è circondato di alleati codardi tanto quanto lui e insieme hanno ricattato e usato persone incapaci di disobbedire per cercare di eliminare i suoi rivali. Sapeva di non poter vincere altrimenti.》 Spalancò le braccia, osservando ognuno dei Deshyr. 《Dunque, Chi sceglierete per guidarvi?》


Molti membri del consiglio si alzarono all'unisono, chiamando il suo nome. Harrowmont, Helmi, Dace, Bemot, Meino, Vollney, Astyth, Ivo e altri batterono i propri bastoni ripetendo 《Regina Aura Aeducan!》
La bionda vide Bhelen impallidire sullo scranno, i suoi alleati altrettanto terrorizzati, mentre il Siniscalco prendeva la corona. 《Il consiglio ha scelto. Che i ricordi siano testimoni delle vostre azioni.》

Aura si inginocchiò, sentendo quel peso cingerle il capo, mentre il cuore martellava contro le costole. “Padre, Trian, ci sono riuscita”.

《No! Non lo accetto!》 Urlò però Bhelen, mentre tre dei suoi alleati nobili tiravano le catene per il terrore e Lord Rorek ringhiava furioso. 《Io sarò il re!》
《La decisione è presa!》 Lo redarguì il Siniscalco, ma il nano afferrò la sua ascia, il volto una maschera di collera e i denti digrignati come quelli di una bestia in trappola.

《Non sei degna del trono! Hai ucciso Trian, tu…》 Il piatto di una seconda ascia lo colpì al lato della testa, facendogli perdere l'equilibrio.
Piotin Aeducan si erse imponente sopra di lui, puntandogli la sua arma contro il collo. 《Parla.》
Bhelen lo guardò pieno di odio. 《Tu traditore…》 Il filo della lama graffiò la pelle.
《Parla!》 Ringhiò suo cugino.

L'altro emise un ringhio gutturale, furibodo. 《Quel mucchio di letame di bronto di Trian non sarebbe mai stato un degno re! Borioso, guerrafondaio e arrogante, ci avrebbe distrutti tutti quanti! Io invece avrei creato un nuovo impero! Avrei ridato ad Orzammar lustro e potere!》 Si rivolse verso Aura, sbraitando ancora di più. 《Tu e lui mi avete sempre guardato dall'alto in basso! Mi avete sottovalutato, messo in ridicolo! Mi volevate intorno solo perché vivessi nelle vostre ombre quando in realtà ero migliore di voi!》
《No, Bhelen.》 Lo interruppe Aura. 《L’unica verità è che tu sei sempre stato un debole. Un debole che ha ucciso il suo stesso fratello per sentirsi migliore. Ma non hai ingannato nostro padre. Lui aveva capito chi eri, Bhelen. Sapeva di ciò che avevi fatto.》
《Nostro padre era un idiota e come tale è morto!》


Aura non poteva credere che quello davanti a lei fosse il suo fratellino, il ragazzino a cui leggeva storie e con cui giocava con spade di legno, la persona a cui pensava di poter confidare i suoi dubbi.
Strinse I pugni, il cuore che palpitava e parole pesanti sulla lingua. 《Bhelen Aeducan, per i tuoi crimini contro Orzammar, per il tuo tradimento e l’omicidio di Trian e Endrin Aeducan, ti condanno a morte.》

Vide Adal avvicinarsi, porgendole il suo spadone, mentre Piotin teneva fermo suo fratello, ignorando le sue farneticazioni e le urla furiose di Rorek e le preghiere di Lord Miln, Lady Asdath e Lord Brenef.
Afferrò lo spadone, sollevandolo sopra il proprio capo, il petto stretto da una morsa e i denti digrignati. Tante volte aveva immaginato quel momento: lo aveva sognato, aveva atteso con pazienza, si era impegnata per realizzarlo. La sua vendetta era stata la sola cosa che le aveva fatto accettare di lavorare per il Karta e che le aveva permesso di andare avanti in quei mesi.
Lui l'aveva umiliata, ferita, aveva cercato di strapparle via ogni cosa e ora era indifeso davanti a lei.

Aveva vinto. Era sopravvissuta. Lui invece aveva perso.
Si era aspettata di sentire soddisfazione, forse addirittura felicità, e invece nella sua gola sentiva solo un nodo di lacrime.
Chiuse gli occhi all'ultimo secondo mentre la sua lama vibrava letale sul petto di suo fratello.
   
 
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