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Autore: berettha    08/12/2022    2 recensioni
Famiglie di sangue, per scelta, ritrovate e famiglie sbagliate. Ho voluto dedicare ad ognuna di loro una brevissima flashfic, per omaggiare il legame all’interno di esse durante il periodo natalizio, cercando di cogliere il buono anche dove sembrava impossibile potesse nascere.
Cap.1 Neville – Calza di Natale
Cap.2 Harry e Remus - Campanelle
Cap.3 Luna - Yule
Cap.4 Percy - Christmas cracker
Cap.5 Hagrid - Shepherd's pie
Cap.6 Ginny - Soldatino di stagno
Cap.7 Narcissa - Stella cometa
Cap.8 Aurelius - Spirito del Natale futuro
Genere: Fluff, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Alice Paciock, Famiglia Dursley, Famiglia Weasley, Neville Paciock, Rubeus Hagrid
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
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                                                                                                                     Luna - Yule 

  I Weasley festeggiavano il Natale, assieme ad Harry naturalmente.  
Aveva sentito di un Tassorosso che invece festeggiava Hanukkah, ogni sera correva via dalla Sala Grande per accendere un lume nel suo Dormitorio.  
Lei e suo padre, invece, festeggiavano Yule.  
Ed era divertente, per Luna, svegliarsi presto la mattina con suo padre, andare nel bosco con i piedi congelati nonostante il doppio paio di calzini per cercare decorazioni per il loro altare: agrifoglio, rami secchi di biancospino, vischio, piccole bacche acerbe sopravvissute al freddo ma anche ghiande bucate abbandonate da qualche scoiattolo, sassi da colori sgargianti, Gorgosprizzi che si impigliavano loro nei capelli seguendoli fino a casa. 
A casa invece, intrecciavano ghirlande che poi avrebbero indossato la notte, aspettando la luna.  
Erano però i balli, ciò che aspettava con più ansia.  
Aspettando che comparissero le prime stelle in cielo, lei e Xenophilius danzavano, le mani al cielo, battendo i piedi nudi a terra: il freddo a quel punto, non lo sentiva più.  
“Questo si chiama radicarsi” le spiegava il padre. I piedi, bene piantati a terra come delle radici, le mani invece che toccavano le nuvole e tutto quello che si trovava assieme ad esse: Luna si sentiva proprio un albero.  
Si immaginava un grosso abete ricoperto di neve, che ondeggiava assieme ai rumori della foresta. Come abete respirava aria fredda, ma al contempo era lei che donava l’aria alle creature attorno. 
Urlavano e gioivano e poi cantavano e ridevano, davanti all’altare, e poi meditavano e offrivano i loro doni al vecchio Re Agrifoglio chiedendo poi a Re Quercia di essere buono, clemente, di offrir loro la luce e di scacciare le tenebre. 
Osservavano la candela sull’altare, bruciare lentamente.  
“Mamma ci avrà sentiti cantare quest’anno?”  
“Assolutamente. E ha pure cantato con noi, l’ho percepito nelle stelle.”  
   
 
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