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Autore: dragun95    16/12/2022    2 recensioni
Le Terre dimenticate, sono un luogo ostile e molto pericoloso. Tanto che anche la Chiesa se ne serve per esiliare
chi ritiene un eretico o le creature troppo pericoloso.
Ma in questo luogo vive anche una delle razze Ancestrali. Giran è un membro dei Brashak che da tempi antichi vivono
in quelle terre, per lui la vita è un semplice tiro di dadi. Ma quando la sua tranquilla routine viene interrotta, sarà costretto
a scendere a patti con i suoi rimpiatti e affrontare il suo passato.
Genere: Azione, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Lemon, Lime | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'The Thorn Cronicles'
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CAPITOLO 17
 
 
A Giran non erano mai piaciute molto le sorprese e mai come in quel momento. Sentendo le zanne della Chimera gli avevano perforato il braccio, nonostante avesse indurito il suo corpo. Strinse i denti guardando l’animale negli occhi mentre questo non accennava a voler lasciare la presa.
Zeus affondò gli artigli nel fianco del Brashak facendolo urlare di dolore, mentre affondava di più i canini. Doveva assolutamente toglierselo di dosso ma l’altra mano era bloccata dal tentacolo.
 
Strinse i muscoli, portando indietro il busto sollevando anche Zeus per eseguire una suplex e fargli sbattere la testa contro la sabbia. Il colpo improvviso fece mollare la presa sul braccio e collo, permettendo al membro del popolo della terra di assestargli un pugno al muso. Prima di saltare indietro per allontanarsi.
 
Subito però dovette abbassarsi per evitare uno degli arti prostatici, che gli ferì comunque la schiena.
 
-Sembra che l’acciaio Damasco, abbia effetto su di te!- sorrise il vampiro, muovendo due degli arti, che però vennero fermati dalle mani del Brashak.
 
-Sei troppo sicuro di te, idiota- gli disse stringendo le lame sentendole piegarsi sotto alle sue mani, ma erano decisamente più spesse di quelle che aveva visto in mano agli altri cavalieri e quindi più dure. Dario mosse il paio restante conficcandole nelle sue cosce, il corvino gemette ammorbidendo la presa delle mani per mettere più forza sulle gambe per non cadere in ginocchio. Un istante dopo si sentì placcato da dietro finendo a terra con Zeus sopra di lui. La chimera gli avvolse il tentacolo intorno al collo e lo morse sulla spalla.
 
-Zeus, riducilo in cenere!- il leone sentendo l’ordine, aprì le mandibole preparandosi a sputare fuoco.
Giran controllò la sabbia creando un’esplosione sotto di sé, che li scaraventò entrambi in aria. Mentre entrambi stavano cadendo, il corvino assestò un pugno alla mascella del leone per poi mordergli il tentacolo costringendolo a lasciarlo.
Strette la presa su di esso e con un avvitamento lanciò la chimera verso il suo padrone. Dario si spostò di scatto quando vide Zeus cadergli addosso. Mentre Giran indurendo il suo corpo ricadde a terra ansimante.
 
“Da quanto non mi facevano sudare così!” si chiese tenendosi la spalla sanguinante. Il Templare iniziava seriamente a perdere la pazienza, mentre guardava il suo compagno rialzarsi barcollante e ansimante. Stava riuscendo a tenergli testa e questo non poteva succedere ad un cavaliere come lui.
 
-Sembra ti occorra un’ulteriore mano Zeus- tirò fuori una siringa con all’interno un liquido nero e lo iniettò al suo compagno. La chimera ruggì venendo scossa da fremiti in tutto il corpo, mentre le vene sul suo volto iniziavano a diventare nere così come la sclera dei suoi occhi.
Subito si lanciò contro il Brashak a testa bassa, che vedendolo arrivare gli afferrò d’istinto le corna per bloccarlo. Ma avvertiva che la sua forza era incrementata ulteriormente, quando noto il colore delle vene. Riconoscendo i segni dell’uso dell’Ambra nera.
 
Alzando la testa di scatto, sollevò in aria il Brashak. Fu solo per la presa ferrea sulle corna che non venne sbalzato via. Mosse la gamba assestando una ginocchiata alla mascella della Chimera mentre tornava a terra e usò gli artigli per graffiargli il petto. Zeus rispose con un’artigliata che gli squarciò il braccio.
Aveva capito che la sua difesa non avrebbe retto ora che c’era l’ambra nera a potenziarlo. Se non altro non lo rendeva più sveglio anzi, era più istintivo.
 
“La parte difficile inizia ora” pensò stringendo i denti assumendo una posa di difesa.
 
 
 
Continuò ad evitare o deviare gli attacchi che il leone gli rivolgeva, ma anche la sua velocità era aumentata. E non poteva di certo scordarsi del Templare. Doveva farla finita il prima possibile con quel felino troppo cresciuto.
Indietreggiò sulla sabbia sentendo l’energia della terra confluire nel suo corpo, mentre si abbassava afferrando le zampe di Zeus e sollevarlo per poi schiacciarlo a terra. Questi ruggì afferrandolo al collo col tentacolo iniziando a stringerlo per soffocarlo. Giran strinse l’arto per toglierselo di dosso, quando Zeus incendiò la sua bocca per poi azzannarlo al fianco.
 
-Avanti Zeus sventralo! Io intanto mi riprendo ciò che è mio!- gli gridò il suo cavaliere, che stava puntando Himica. Il Brashak conficcò un dito nell’occhio del leone costringendolo a mollare la presa, per poi stringere il tentacolo, sollevandolo da terra e schiantandolo al suolo.
Comandando la sabbia creò una lama che tagliò il l’arto schizzando un liquido nero. La Chimera ruggì di dolore, mentre Giran gli saltava sulla schiena, stringendolo con una morsa da sotto la mascella per soffocarlo. Ma subito avvertì un dolore lancinante alla schiena.
 
-Ti sei dimenticato di me!- Dario stava prendendo a colpire il Brashak senza che questo potesse reagire. Dovette far ricorso a tutta la sua forza per indurire il più che poteva il suo corpo, senza lasciare la presa sul collo della Chimera. La quale iniziava a divincolarsi, per toglierselo di dosso.
 
Improvvisamente una fiamma porpora e nerastra colpì il vampiro in piena faccia facendolo gridare di dolore. Giran spostò lo sguardo, vedendo la Imp con la mano alzata, senza le catene aveva di nuovo i suoi poteri. Gli sorrise grato, mentre con una torsione del busto finire a terra insieme al leone. Continuò a stringere sentendo le vene dei muscoli che si gonfiavano per lo sforzo fino a sentire un crack.
Quando il corpo della creatura smise di muoversi, lasciò andare la presa.
 
-ZEUS- sentì gridare il Templare con parte del volto ustionato. Gli occhi del biondo stavano iniziando a versare lacrime per aver perso il suo destriero. Espose le zanne e si lanciò verso il Brashak muovendo le protesi, in risposta il corvino iniziò ad indietreggiare schivando con più facilità i suoi colpi. Forse perché si stava lasciando andare alla rabbia e le sue mosse stavano diventando troppo istintive.
Deviò la protesi assestandogli un pugno al volto facendolo finire a terra. Gli diede un calcio allo stomaco per poi afferrargli la testa, sollevandolo.
 
-Chi avrebbe ucciso chi?- gli chiese sbeffeggiandolo, preparandosi a sferrargli il colpo di grazia, bloccandosi di colpo per un dolore atroce al fianco. Abbassò lo sguardo vedendo una lama di sangue trafiggergli le carni.
 
-Io…che uccido te e tutti i tuoi amici eretici- gli sussurrò Dario, muovendo gli arti infilzandogli le spalle e morderlo al collo.
 
Il Brashak urlò, staccandosi di dosso il Templare con un calcio, i canini del vampiro non avevano perforato il suo collo. Si tenne il fianco sanguinante, vedendo le punte degli arti prostetici diventate più lunghe grazie all’abilità di manipolazione del sangue di Dario.
Questo di certo non lo aveva previsto. Il Templare ringhiò lanciandosi in avanti, in risposta mosse la sabbia creando un muro davanti a sé, ma questo venne sfondato facilmente. In un secondo le lame si conficcarono nelle sue spalle e ginocchia facendolo finire in ginocchio.
 
-Ora capisci sporca bestia. Io sono un guerriero scelto dalla Chiesa, era impossibile che perdessi contro di te!- gli urlò in faccia, sorridendo nel vedere chi aveva ucciso i suoi compagni e il suo destriero. Le sue mani presero fuoco avvolgendo il collo del Brashak, per cercare di soffocarlo e bruciarlo allo stesso tempo.
 
-Sei tu che hai iniziato...questo sto..ria- gli rispose trattenendo la voglia di urlare a causa delle fiamme.
 
-Un uomo deve fare quello che si sente di fare. E io…ora mi sento di uccidervi tutti, dannati eretici!- c’era una cosa che non capiva da quando lo aveva visto.
Come faceva quel tipo a stare sotto la luce del sole se era giorno. Avrebbe già dovuto indebolirsi e non potersi più muovere. Mentre stava per usare le sue abilità di manipolazione della terra. Himica saltò addosso al Templare mordendogli il collo.
 
 
 
Dario urlò di dolore, lanciando uno sguardo di rabbia alla discendente delle tenebre.
 
-Lurida schiava, come osi mordere la mano che ti nutre- i suoi occhi divennero due fessure per la rabbia, allungando la mano e graffiandogli il petto con gli artigli. Dario ringhio assestandogli un pugno, facendole perdere la presa, staccandosela di dosso. Sentendo però le forze iniziavano a mancargli, come se qualcosa le stesse prosciugando.
Si portò le mani istintivamente alla croce che aveva al collo, non trovandola più.
 
-Perso qualcosa?- sentì la voce della Imp che gli mostrava la sua croce che conteneva la magia protettiva, che gli impediva di indebolirsi sotto al sole. Deglutì agitato, doveva riprendersela subito, ma venne trattenuto per le mani dal membro del popolo della terra.
Giran gli sorrise mostrandogli i denti prima di stritolargli i polsi fino a spezzarli. Il Templare gridò di dolore, provando a muoversi, ma le sue forze stavano diminuendo velocemente. Il corvino si rimise in piedi prendendo gli arti prostatici superiori staccandoli dalle sue spalle e con un violentissimo strattone in cui mise tutta la sua forza, strapparle dal corpo del vampiro.
 
Questi urlò a pieni polmoni quando gli arti artificiali gli furono strappati via con la forza. Il Brashak passò all’altro paio togliendo le lame dalle sue ginocchia e con una torsione del busto, sollevò Dario sbattendolo al suolo, un istante prima di strappargli via anche il secondo paio.
Il Templare digrignò i denti agonizzante a terra, sentiva il sole bruciare le sue forze e l’unica cosa che riusciva a fare era di trascinarsi sulla sabbia. Si sentì afferrare per un braccio e voltato di forza trovandosi a guardare il volto di Giran.
 
-Sembra che questa sia la fine!- il biondo gli ringhiò in faccia in un disperato tentativo di intimidazione.
 
-Credi di aver vinto. Altri Crociati arriveranno, dopo di me. Tu e tutti quelli in quella città siete morti!- cercò di spaventarlo, forse per convincerlo a trattare la loro resa e la sua vita.
 
-Sta mentendo- si intromise la Imp, -Non ha avvisato nessuno dei suoi superiori. E la chiesa non sa che sono venuti qui- sul volto del Templare comparve un’espressione di rabbia e terrore. Dentro di sé iniziava a pregare Michele di venire in suo soccorso a salvarlo.
Giran si mise dritto guardando quello che poco prima era un guerriero spietato e ora invece vedeva solo una misera creatura troppo debole per difendersi. Per un secondo ebbe pietà di lui.
 
-Sai, tra tutte le cazzate che hai sparato, su una mi sono trovato d’accordo. E cioè: Un uomo deve fare quello che si sente di fare!- si abbassò a prendere uno degli arti esaminandone la lama in acciaio Damasco. Ed infine annuì allontanandosi dal vampiro.
 
-Per tanto. Anche se voglio farti a pezzi con le mie mani…non sarò io a finire questa guerra, che voi avete iniziato!- così dicendo lanciò la lama ai piedi della discendente delle tenebre. Lei alzò la testa guardando il Brashak negli occhi.
 
-Prenditi la tua vendetta e torna libera- la incoraggiò.
 
Himica allungò le mani tremanti afferrando la lama del braccio. Per poi guardare il vampiro inerme e agonizzante a terra. Nella sua mente iniziarono a riaffiorare tutti gli abusi e le umiliazioni che gli aveva fatto subire. Con una furia che sentiva nascerle dalle viscere urlò a pieni polmoni prima di avventarsi su Dario, che sgranò gli occhi spaventato a morte.
 
 
 
 
Note dell’autore
 
E così siamo arrivati al penultimo capitolo di questa storia.
 
Giran ha dato una bella lezione a Dario, ma è stata Himica a dare il colpo di grazia, per ciò che il Templare le ha fatto subire. Spero che lo scontro vi sia piaciuto e che non sia risultato troppo pesante.
Con questo vi saluto e vi aspetto al prossimo e ultimo capitolo di questa storia.
 
A presto.
  
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