Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: _L_Black_    16/12/2022    1 recensioni
James e Lily Potter sono morti, lasciando dietro di loro la disperazione e la gioia per una guerra finita.
Ma quella notte, anche un'altra famiglia fu spezzata dai seguaci del Signore Oscuro.
Sirius Black è ad Azkaban e sua moglie brutalmente uccisa dai mangiamorte, lasciando la loro unica figlia in mano agli ultimi parenti rimasti.
Orion e Walburga Black.
Alyssa Black crescerà con gli ideali della purezza, con una voce dentro di lei che urla "libertà" e la voglia di scoprire cosa sia davvero successo quella notte.
La guerra l'aspetta e Alyssa è pronta a combatterla per i suoi ideali.
Genere: Azione, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Potter, Nuovo personaggio, Orion Black, Theodore Nott
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4, II guerra magica/Libri 5-7
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Capitolo 48

Il timido sole degli inizi di novembre non emanava alcun calore ma al contrario, il suo bagliore regalava una vista quasi ghiacciata, del paesaggio attorno il castello. Sbadigliò sonoramente prima di portarsi la tazza di infuso alle labbra, il sapore dolce con una nota aspra dovuta alle rose, la fece subito tranquillizzare ma fu solo per pochi secondi. 
Il volto tumefatto del ragazzo le tornava imperterrito davanti agli occhi. 
Per mesi non l'aveva fatto entrare nella sua mente, questo grazie alle lezioni di occlumanzia, che Piton le stava ancora impartendo. Tuttavia, quella notte era riuscito a penetrarle la mente e a chiederle disperatamente di non cercarlo. Sospirò e bevve ancora due sorsi alla disperata ricerca di sollievo, nonostante si fosse ormai abituata a quelle intrusioni, lui le metteva sempre inquietudine. Era certa che fosse qualcuno vicino a sé, perché puntualmente provava a parlarle come se solo lei potesse aiutarlo, eppure non riusciva a capire.
Aveva cercato nel suo albero genealogico, qualcuno scomparso ma le sue ricerche erano state vane, a parte Lotus IV il Magonò, di nessun Brown o O'Byrne si erano perse le tracce. Uno sbadiglio accanto a lei la fece voltare verso Alyssa, la quale era già alla sua terza tazza di caffè, inarcò il sopracciglio e la osservò sgomenta. La sua amica era finita in punizione il giorno prima, per aver difeso una ragazzina di Tassorosso ma quello che la faceva preoccupare di più, era la sua mano, che si stava annerendo sempre di più. Alyssa faceva finta di nulla ma ormai, il dorso della sua mano non sarebbe più tornato come prima, i tagli erano diventati sempre più profondi ed era solo grazie alla sua bravura nelle Pozioni, che non emanava alcun odore. Si era preparata un unguento da sola per coprirla quanto più possibile e soprattutto, per far peggiorare la situazione.

-Dovresti smetterla- esclamò Lavanda, guardandola. 

-Ti ripeto che smetto quando voglio- rispose Alyssa, mentre si versava la sua quarta tazza di caffè. 

-Sorvolando sul tuo problema con le assuefazioni da cibo e bevande, io intendevo di smetterla a farti mettere in punizione- ribatté Lavanda, con tono materno. 

Alyssa di contro fece spallucce e si mise a scrutare il tavolo di Serpeverde, alla ricerca di Theodore. Lavanda scosse il capo e tornò alla sua colazione, non era in vena di andare a Hogsmeade quel giorno tuttavia non poteva mancare al compleanno di Anthony. Un altro sospiro le uscì senza che lei potesse fermarlo, Anthony era uno dei ragazzi più gentili che avesse mai conosciuto ma non riusciva ad aprirsi completamente. Era come se a lui, andasse bene l'apparenza che Lavanda dava di sé, senza preoccuparsi di conoscerla meglio.

-Signorina Black- disse una voce trafelata alle loro spalle. 

Lavanda sbuffò mentre Alyssa si voltò allarmata verso Rosalie, che la guardava con aria terribilmente preoccupata. La ragazzina teneva il labbro ben stretto tra i denti e gli occhi castani, erano velati di lacrime pronte ad uscire. Non era raro, che le primine l'andassero a cercare per farsi aiutare con i castighi ma, quella volta sembrava ci fosse qualcosa di peggio. 

-La...la Umbridge ha preso Euan- esclamò con un singhiozzo. -Ha scoperto...che noi...stiamo...-

Alyssa le fece segno di tacere e Lavanda la guardò sgomenta, l'espressione seriosa della sua amica la mise in allarme ulteriormente e, sarà stata la notte terribile che aveva appena trascorso, la seguì fuori dalla Sala Grande tenendo a stento il passo. Alyssa camminava a passo svelto su per le scale con Lavanda e Rosalie, che continuava a singhiozzare, al seguito. Arrivarono in un batter di ciglia davanti l'ufficio del Rospo Rosa e la ragazza bussò, con fermezza. Non attese neanche un attimo, e aprì la porta con un tonfo, che fece sobbalzare sia Lavanda che Rosalie ma non la Umbridge, la quale sembrava attendere l'arrivo della ragazza. Per il corridoio c'erano poche persone, per lo più studenti di Corvonero e Grifondoro che si avviavano a far colazione prima della gita a Hogsmeade, solo Tracey cozzava in quella marasma di ragazzi blu-argento e rosso-oro.

-Ma cos'è successo?- chiese, avvicinandosi con aria tesa a Lavanda. 

-Credo proprio che Alyssa si stia mettendo di nuovo in punizione- le rispose Lavanda, sussurrando.

-Sono stata io!- esclamò Alyssa, con fermezza. -Io sono entrata nella Foresta Proibita, non Euan-

Lavanda e Tracey sgranarono gli occhi ma Rosalie no, come se già sapesse cosa stava per accadere. Le due ragazze guardarono la ragazzina e Tracey, fu tentata di chiederle cosa stessero tramando ma si zittì, perché la risata della Umbridge la fece sobbalzare di nuovo.

-Il signor Abercrombie è stato visto uscire dalla Foresta, non lei signorina Black- disse, come se si fosse preparata le parole da dire. 

-Professoressa, sappiamo entrambe che lei non vuole lui ma me, dobbiamo fare per forza questa manfrina?- chiese Alyssa, sorridendole con aria di sfida.

-Per una volta concordo con lei, Black. Signor Abercrombie, esca pure e lei, Black, è in punizione. Domani anziché andare alla partita, passerà con me la mattinata. Domattina alle cinque puntuale- 

-Come sempre, professoressa- rispose Alyssa con un sorriso cordiale.

Euan si alzò e Alyssa lo trascinò fuori dalla stanza, per portarlo nella Sala dei Trofei poco distante da loro. Rosalie li seguì prontamente e la stessa cosa fecero Lavanda e Tracey, che ormai volevano arrivare fino in fondo a quella faccenda. 

-Scusate- disse Rosalie, voltandosi verso le due ragazze alle sue spalle. -Voi no-

Rosalie sbattè la porta, lasciando fuori la Grifondoro e la Serpeverde, che si guardarono più confuse che mai.

~

Dall'ufficio della Umbridge, si udivano le urla che provenivano dal campo da Quidditch e, se si stava più attenti, si poteva riconoscere la voce squillante di Lee Jordan e la sua cronaca. La Umbridge la fissava con attenzione e le sue labbra, erano strette in una linea sottile, segno che la sua irritazione era ai massimi livelli. Il tè contenuto nella tazza davanti a lei, si era sicuramente raffreddato ma Alyssa non ne aveva toccato neanche una goccia. 

-Sono allergica sa?- aveva detto, con un sorriso di scuse.

La verità, era che l'english breakfast contenuto in quella tazza di porcellana dai ghirigori color cipria, aveva un odore strano. Gli schiamazzi erano l'unica cosa che spezzava il silenzio creatosi tra loro e per la ragazza, era confortevole sentire le urla dei compagni mentre il dorso della sua mano, bruciava come se fosse stato avvolto dalle fiamme. La Umbridge guardò l'orologio con l'immagine del gatto siamese e sorrise soddisfatta, con la coda dell'occhio Alyssa vide quel sorriso e una smorfia involontaria, le spuntò sulle labbra.

-Direi che può andare, signorina Black- le disse con un sorriso compiaciuto. -E la prego, di lasciar perdere tutto ciò che sta facendo. Si goda la sua età-

Alyssa annuì e si alzò dalla sedia, ignorando il capogiro che le venne. Riprese la sua tracolla e se la mise in spalla, prima di guardare la professoressa negli occhi sorridendo come se nulla fosse.

-Viene alla partita?- 

Dalle urla che si udirono in quel momento, le due capirono che la prima partita dell'anno Grifondoro contro Serpeverde, si era appena conclusa e che quindi, la donna era riuscita nel suo intento di non farle vedere neanche la fine. Non che ad Alyssa importasse chissà quanto a dir la verità, lei adorava il Quidditch ma sapeva anche, che c'erano delle priorità. La donna annuì e si alzò dalla sedia, prese il suo mantello pesante e seguì la ragazza fuori dall'ufficio. Per tutto il tragitto rimasero in silenzio ma di tanto in tanto, Alyssa sbirciava le espressioni della Umbridge, che non sopportava di aver perso ancora contro di lei. Arrivarono al campo dove gli esulti, erano stati rimpiazzati da un altro tipo di urla e Alyssa sbiancò, pensando di aver fatto un errore a portare la professoressa lì.

-SUL SERIO GOYLE? SAI COSA SIGNIFICA GIOCO PULITO, O LA TUA TESTA BACATA NON CI ARRIVA?!- 

Le urla di Terrence la preoccuparono ma non poté fare nulla, sul volto della Umbridge era apparso il primo ghigno compiaciuto della giornata. La seguì verso l'entrata dei giocatori e ben presto si ritrovò nel campo, dove Harry e George se le davano di santa ragione con Malfoy e Tiger. Alyssa alzò lo sguardo in cielo, dove Goyle, Madama Bumb e Terrence stavano discutendo. L'arbitro scese a terra e si avvicinò al gruppo, seguita a ruota dalla McGranitt che voleva fermare i suoi studenti. Anche Terrence fece per scendere ma Goyle ne approfittò, un bolide era ancora libero e senza pensarci un attimo, lo scagliò contro il suo stesso capitano.

-ATTENTO!- urlò Alyssa con occhi sgranati.

Terrence si voltò verso di lei ma non ebbe il tempo di fare nulla, il bolide lo colpì in testa e cadde dalla scopa. Andrew e Alyssa si avvicinarono a lui di corsa, il corpo era in una posizione innaturale e i due si prodigarono a metterlo più comodo, nel frattempo che Madama Chips assieme a Piton, si avvicinavano per portarlo di corsa in infermeria.

-Potter e Weasley con me- esclamò la Umbridge sorridendo meschina. -Ovviamente, Minerva se vuoi puoi unirti a noi-

Alyssa guardò con astio la donna che si stava voltando per uscire dal campo, seguita dai due studenti richiamati e le mani le tremarono di rabbia. Scattò in piedi, si avvicinò a lei con grandi falcate e la prese da un braccio per farla voltare. La McGranitt si portò una mano agli occhi e imprecò sottovoce, Lavanda le urlò dagli spalti e persino Andrew, la richiamò alla calma.

-Black ma come...?!-

-Non si azzardi!- tuonò Alyssa inferocita. -Adesso si prende anche Goyle!-

-Al massimo lei è in punizione di nuovo, Black!- le disse la donna, tremante di rabbia.

-Io ci vado se ci va anche quel troglodita!- esclamò, indicando Goyle, che nel frattempo era appena atterrato e si stava avvicinando a Malfoy. -Non creda che vado in punizione al posto di un deficiente!- 

-Da che so io- disse la Umbridge, con un sorriso. -L'unica che ha sbagliato qui è lei. Goyle non l'ho neanche visto-

-Ah sì?- Alyssa le si mise a un palmo dal viso, guardandola negli occhi. La ragazza era più alta di lei di qualche centimetro e questa differenza, andò subito all'occhio di chi osservava la scena. -Sa che quello lì- disse indicando Terrence, svenuto sulla barella. Persino Piton e la Chips erano rimasti a guardare la scena, sorpresi. -È il figlio di Ares Higgs? Pensa davvero che nessuno parlerà con lui per dire quanto è successo?- Alyssa le si avvicinò all'orecchio. -Non vuole avere problemi con Caramell, vero?- esclamò ghignando.

La Umbridge si allontanò da lei e la guardò negli occhi. Alyssa mantenne il contatto visivo e non abbassò mai lo sguardo, sembrava che le due si stessero lottando in una battaglia silenziosa, dove erano in perfetta parità. 

-Goyle con me- esclamò infine la professoressa. -E lei, Black, stia attenta perché la sbatto fuori da questa scuola, è chiaro?-

-Cristallina- rispose, sarcastica.

-Sessanta punti in meno a Grifondoro e lei, Black, si è appena guadagnata quattro mesi filati di punizione. Ogni mattina alle cinque da me-

-Sarà un vero piacere- rispose Alyssa, con fare angelico. 

-Direi, Dolores- esclamò Silente, avvicinandosi a loro con la calma che lo distingueva. -Che per questa volta la signorina Black non ha bisogno di tutte queste ore di punizione- disse sorridendo. -Sono certo che se si scuserà, la questione sarà chiusa-

-Silente io sono l'Inquisitore Supremo- rispose Dolores, trattenendo a stento una risata per quella entrata di scena. -Io decido-

-Certo- convenne Silente, con un sorriso mellifluo. -Ma Orion Black è ancora uno dei più grandi finanziatori per la nostra scuola, non a caso giusto quest'anno ci ha dato modo di ricomprare i manici di scopa alla squadra di Tassorosso. Non credo che uno dei nostri maggiori esponenti del consiglio, sarà felice di sapere che sua nipote è stata messa in punizione per una bravata scolastica, non trova?-

***

Aveva visto la scena dagli spalti impietrito, le mani erano rimaste incollate alla balaustra e non staccava gli occhi di dosso dalla figura di lei, che era andata contro la Umbridge. Ed era andata contro la donna per lui. Accanto a sé Astoria aveva la sua stessa espressione, ne era certo ma non sapeva cosa dire o fare. Era come se tutti i suoi muscoli si fossero pietrificati all'istante, nel momento esatto in cui lui aveva guardato lei prima di cadere. Alyssa alzò gli occhi in direzione degli spalti di Serpeverde sorridendo ma, quel suo sorriso si spense subito, quando incontrò gli occhi scuri di Theodore. Fu come se si fosse svegliato da un lungo letargo, lasciò la balaustra e si diresse con passo deciso alle scalinate per andarsene, sotto lo sguardo di tutti i suoi compagni di casa. Scese i gradini velocemente, la sua mente era libera da qualsivoglia pensiero, l'unica cosa che voleva fare era rintanarsi da qualche parte ed essere lasciato da solo.
Ma ciò non accadde perché quando uscì, Alyssa lo stava già aspettando fuori e lo guardava con la sua solita aria di chi deve litigare e non va. Theodore la fissò per qualche secondo, prima di andarsene senza neanche degnarla di una parola. Si diresse verso il Lago Nero, con la speranza di riuscire a fare ordine nei suoi pensieri ma Alyssa non era d'accordo, lo seguì imperterrita per risolvere subito la questione. Alle sue spalle lei parlava, spiegava i motivi dei suoi gesti ma lui non l'ascoltava e sperava che se ne andasse il prima possibile. Arrivarono davanti il lago e per un secondo, fu tentato di urlare ma non lo fece, voleva la solitudine ma sembrava che lei non se ne accorgesse. 

-Te ne vuoi andare si o no?- le urlò all'improvviso, facendola ammutolire per qualche secondo.

-Mi hai ascoltata?- chiese lei, ignorando la fitta allo stomaco al suono di quelle parole.

-Sì e ti do una notizia, non mi interessa. Vuoi andare da Higgs? Vai, la strada la sai in fondo no?- chiese continuando ad utilizzare un tono di voce alto.

-Ma ti rendi conto di cosa stava facendo la Umbridge?- chiese Alyssa, alzando la voce a sua volta. -Goyle doveva pagare!-

-Non pensi che forse Piton poteva metterlo in punizione? Credi che esista solo la Umbridge adesso? Ma che ti sei messa in testa eh?- urlò di rimando. -Ti do una notizia, non sei la salvatrice di niente, smettila di comportarti come se dovessi salvare qualcuno, perché non c'è nessuno in pericolo di vita!-

-Tu non sai- rispose, guardandolo irritata. -Tu non sai un bel niente!-

-Perché tu sì? Potter ti ha messo quelle stupide idee in testa ma svegliati!- 

-Come puoi dire una cosa del genere dopo la morte di Cedric?!- 

-È morto per un maledettissimo incidente! Smettila di credere a tutte le fandonie che Potter ti dice, e torna ad essere l'Alyssa che sei sempre stata-

-Theo le persone crescono, vedi di farlo anche tu-

-Le persone crescono, è vero, però a me sembra che tu sia tornata ad essere una ragazzina!- 

Alyssa si zittì e Theodore credette sul serio che stesse riflettendo sulle parole appena pronunciate da lui, ma non fu così e il ragazzo decise di urlare ancora tutto ciò che gli passava per la testa. Alyssa però sembrava non ascoltarlo e questo, lo fece imbestialire ancora di più portandolo a urlare più forte.

-Sta zitto- tuonò Alyssa con un tono di voce più basso ma comunque forte. -C'è qualcuno-

-Non c'è nessuno, smettila di sviare i discorsi e rispondimi, provi qualcosa per lui o no?-

-No, non hai capito- esclamò Alyssa, voltandosi verso la Foresta Proibita. -Theo c'è qualcuno tra gli alberi, lo vedo!-

Theodore decise di ascoltarla e si voltò ma non vide nulla, sbuffò irritato per quel suo accampare scuse ma quando fece per dirle di smetterla, lei si lanciò di corsa verso la Foresta, con la bacchetta alla mano. Imprecò mentalmente e la seguì, nonostante la testa gli dicesse di non farlo. La richiamò ma lei non ci badò e continuò per la sua strada ad una velocità sorprendente per lui, che ricordava quanto da bambina avesse poca voglia di correre. Rumori strani attorno a loro lo fecero rabbrividire ma sembrava, che Alyssa fosse abituata a quei sibili tipici della foresta. Arrivarono in una radura dopo aver corso per un po' e finalmente, riuscì a raggiungerla e ad afferrarla per un braccio, con l'intenzione di riportarla al castello ma dei passi lo gelarono. 
Sfoderò la bacchetta e i due si misero schiena contro schiena, Alyssa continuava a scrutare la zona attorno a loro con occhio d'aquila. 

-Expelliarmus- esclamò una voce alla sua sinistra.

-Protego!- esclamò Alyssa, facendo da scudo con la sua bacchetta.

Una voce alla sua destra lanciò un incantesimo, che sbalzò Alyssa lontano da lui. Theodore si voltò verso di lei, prima di essere lanciato a sua volta in un'altra direzione. 

-Trés bien-

Sentì di non avere più forze voltò il capo verso Alyssa, che sembrava pietrificata ma non sapeva se dalla paura o dall'incantesimo. Con le ultime forze che gli erano rimaste, Theodore puntò la bacchetta in aria.

-Periculum!- 

Scintille rosse uscirono dalla bacchetta del ragazzo ed arrivarono in cielo, ben visibili dal castello. La persona imprecò in francese e lanciò un altro incantesimo contro il ragazzo, che guardò Alyssa con l'intenzione di provare ad avvicinarsi a lei ma non ci riuscì. Svenne subito dopo aver incontrato gli occhi impauriti della ragazza.

***

Aprì gli occhi e sbattè le palpebre più volte, per abituarsi alla luce. Gli ci volle un po', prima che la vista non fosse più offuscata e fu in quel momento, che si accorse di essere sdraiato su un letto dell'infermeria. Un rantolo accanto a lui lo invogliò a voltarsi e fece una smorfia, nel riconoscere la figura di Theodore Nott sdraiata sul letto di fianco al suo. 

-Ti prego, non dirmi che ci siamo picchiati di nuovo- borbottò con la voce spezzata dal dolore alla testa.

Theodore sbiancò a quelle parole ma non ebbe il tempo di dire nulla, perché venne subito interrotto da un'altra voce presente nella stanza. 

-Avete fatto cosa voi due?!- 

Terrence impallidì e si voltò con non poche difficoltà verso il letto di fronte al suo, Alyssa si era messa a sedere e li guardava come si poteva fissare un bambino dopo una marachella. 

-Tu hai preso un bolide in testa- spiegò Theodore, borbottando. -Noi siamo stati attaccati-

-Che cosa?- Terrence guardò prima Theodore poi Alyssa, che si era portata una mano sulla fronte con aria stanca.

-Tranquillo, nulla di serio- disse con fare spicciolo. -E fossi in te rivedrei i battitori-

-L'unica cosa buona che ha fatto Goyle in tutta la sua vita- esclamò Theodore, irritato. 

Alyssa alzò gli occhi al cielo e Terrence la vide mordersi il labbro, prima di sdraiarsi di nuovo e rannicchiarsi nella direzione opposta, a quella di Theodore. Con la coda dell'occhio, notò Nott guardarla senza dire nulla e il ragazzo, si chiese cosa diamine fosse successo. Le ultime cose che ricordava erano l'espressione stupida di Goyle, che lo guardava senza realmente capire le sue parole e infine, il volto preoccupato di Alyssa. 

-Come stai?- gli chiese Alyssa, senza voltarsi.

Terrence rispose stando attento a ponderare le parole, perché Theodore accanto a lui sembrava sul punto di dargli un pugno e non voleva entrare in quella, che doveva essere una litigata di coppia a tutti gli effetti. 
Su quel campo gli bastava già Astoria.
I tre rimasero in silenzio, troppo impegnati con i loro pensieri anche se a dir la verità, Terrence era più confuso che mai. Si chiese dove fossero i loro amici, e si ricordò dei due ragazzi aggrediti. Con non poche difficoltà si mise a sedere e li guardò di nuovo, Theodore teneva gli occhi bassi e fissava una piega inesistente sul lenzuolo mentre Alyssa, continuava a rimanere rannicchiata in una posa dormiente. Terrence però capì subito che quello, non era altro che un espediente per essere lasciata in pace. Dei passi alla porta fece voltare i tre e il ragazzo inorridì, nel riconoscere la figura della professoressa Umbridge, che camminava nella loro direzione con il suo solito sorriso falso. 

-Come sta, signor Nott? E lei, signor Higgs?- chiese, guardando i due ragazzi.

-Io sto bene, grazie per il pensiero- s'intromise Alyssa, con tono sarcastico. 

La Umbridge si voltò verso di lei con un sorriso perfido e per un attimo, le due non dissero nulla e continuarono a fissarsi negli occhi. Theodore e Terrence si lanciarono un'occhiata ma, se il secondo non ci stava capendo ancora nulla, il primo aveva l'aria di uno che aveva già visto quella scena.

-Sa già perché sono qui, Black?- chiese, facendo un passo verso di lei.

-Aspetti, non me lo dica, sono in punizione vero?- chiese Alyssa, con un sorriso stanco. 

-Stavolta i mesi non te li toglie nessuno maledetta ragazzina...- 

-Curioso come arrivo e qui, e sento una professoressa mettere in castigo una ragazza, appena ricoverata in infermeria- 

Alyssa sorrise apertamente e anche Terrence dovette ammettere che, l'entrata in scena di Orion Black con la McGranitt al seguito, era stata provvidenziale. L'uomo si avvicinò piano, sorreggendosi al bastone e guardando la Umbridge, che nel frattempo aveva perso il suo sorriso perfido. La donna guardò il signor Black con sguardo indecifrabile ed era la prima volta per Terrence, vederla in difficoltà. Alzò il mento con aria di sfida ma Orion non si fece intimidire da lei, che era più bassa di parecchi centimetri e con quel mantello viola costellato da stelle argentate non faceva chissà quale paura.

-È entrata nella Foresta Proibita, la punizione è assicurata- disse con tono professionale. 

-Mi faccia capire- disse Orion con tono impassibile. -Due studenti vengono attaccati dentro i confini di Hogwarts, perché sì, dove sono stati trovati è ancora territorio di questa scuola e lei, da la colpa ad una quindicenne al posto di cercare i colpevoli? Mi dica, il suo ruolo nel Ministero lo ha comprato da Mielandia?- 

Terrence non riuscì a trattenere una risata e anche Theodore, Alyssa e la McGranitt seguirono il suo esempio. La Umbridge era livida di rabbia e guardava Orion con astio che di contro, la osservava come si poteva fare solo con un elfo domestico incompetente.

-Ma come si permette!-

-Mi permetto, perché con tutti i soldi che do a questa scuola, mia nipote non viene protetta abbastanza! Mi dica, non c'è posto più sicuro di Hogwarts è scritto solo sugli opuscoli, da dare ai genitori babbani per convincerli a mandare i figli, o è la verità?-

Ascoltando Orion Black, Terrence si rese conto da chi era stata educata Alyssa e, nonostante l'uomo lo odiasse con tutto sé stesso, lo stava ammirando più di chiunque altro. 

-Se quella maleducata non si fosse intrufol...-

Orion la zittì con un cenno di mano e le si avvicinò di più, costringendola ad arretrare di qualche passo. Terrence guardò la McGranitt ed era da tanto, che non la vedeva così soddisfatta.

-Non si azzardi mai più a mettere in dubbio l'educazione che la mia defunta moglie, ha dato a mia nipote. Sono stato abbastanza chiaro, professoressa Umbridge?- 

Il tono utilizzato da Orion non lasciava trasparire alcuna emozione ma Alyssa, gli aveva raccontato spesso del legame che suo nonno aveva con Walburga. La Umbridge non rispose e Orion ne approfittò, per poter continuare il suo monologo.

-Adesso spero che stia andando a chiamare degli Auror per capire cosa sia successo, giusto?-

-Saranno stati sicuramente i centauri, quegli ibridi avranno attaccato i due ragazzi- rispose la Umbridge, guardandolo con aria di sfida.

-I centauri non attaccano- s'intromise, Theodore, guardando la professoressa. -Si difendono, il che è diverso e noi non li stavamo certo attaccando. In più non usano bacchette-

-Signor Nott, i centauri sono nel programma del terzo anno- s'intromise la McGranitt. -Sono certa che Dolores saprà già tutto su di loro, no?- chiese con finto tono comprensivo.

La Umbridge le scoccò un'occhiata inferocita ma non ebbe modo di rispondere, perché Orion Black diede aria di essersi stufato della sua presenza e le indicò la porta. Lì per lì non capì cosa l'uomo intendesse con quel gesto ma fu solo per un attimo, Dolores Umbridge si trovò per la prima volta in vita sua davanti ad una persona che sapeva tenerle testa.

-Se non le spiace, vorrei conferire con mia nipote da solo- disse Orion, impaziente.

-Non può pretendere che cacciamo due studenti infermi, signor Black- esclamò la Umbridge con un sorriso di sfida.

-Lo so- convenne Orion, annuendo alle parole della donna. -Mi basta che lei esca da qui-

Terrence guardò Alyssa, che fissava suo nonno con fare adorante e non poteva darle torto, era stata una scena sublime quella a cui aveva appena assistito. La professoressa di Difesa, guardò l'uomo oltraggiata ma Orion non se ne preoccupò minimamente e si avvicinò al letto della nipote. Non proferì parola alcuna e guardò la donnina con fare piccato, questa si rese conto di essere in inferiorità numerica e decise di andarsene.

-Non finisce qui- esclamò Dolores, poco prima di uscire.

-E invece finisce proprio qui, è chiaro?- rispose Orion, guardandola pacato. -Forse prima non mi sono spiegato, cerchi chi è stato ad aggredire mia nipote o giuro su Merlino, che la faccio finire in un vicolo di Notturn Alley-

-Mi sta minacciando, Black?- chiese lei con aria di sfida. Sembrava non vedesse l'ora di fare vedere chi comandasse.

-Per lei un invito a lavorare come si deve per il ministero è una minaccia, signora Umbridge?-

-Signorina, prego-

Theodore accanto a lui sbottò a ridere ma riuscì a camuffarla egregiamente dietro un colpo di tosse e anche la McGranitt, dovette far fronte a tutte le sue forze per non ridere. Alyssa non si fece tutti quei problemi ed esplose in una risata genuina, fermata solo da un cenno di suo nonno.

-Signorina Umbridge, mi faccia il piacere di trovare gli artefici di questa aggressione. Non amo ripetermi- 

-La pagherà, Black- borbottò contrariata.

-Già...mi pare però che le sue stesse lezioni siano finanziate da me e dagli altri membri del Consiglio. Sarebbe increscioso dover avvisare famiglie influenti, come i Nott, che i loro figli non sono al sicuro in questa scuola e che la professoressa di Difesa, non sa da dove iniziare- 

Dolores Jane Umbridge uscì dalla stanza livida di rabbia, Terrence la immaginò imprecare davanti ai gatti raffigurati nei suoi quadri e provò pena per lei. Quel senso di pietà che lo aveva colto, durò pochi attimi, perché incontrò lo sguardo sereno di Alyssa e si rese conto, che non la vedeva così in pace da tanto tempo. 
Si chiese cosa le facesse la Umbridge, durante quelle ore di punizione e si ripromise di chiederglielo. 

***

Era appena tornato in Sala Comune dopo il pomeriggio passato in Infermeria. Poco dopo l'uscita della Umbridge, Orion si era prodigato a informarsi anche sulla sua salute. Purtroppo infatti, Julius Nott non era potuto accorrere dal figlio ma Orion, gli aveva promesso di avvisarlo riguardo qualsiasi novità. L'uomo, vedendo sdraiato anche Higgs, gli chiese come stava e Theodore gongolò, quando vide lo sguardo sufficienza che gli scoccò. Era stata una giornata tremenda per lui e voleva solo andarsi a coricare nel letto, la testa gli scoppiava ed era ancora irritato per la litigata avuta con Alyssa. Anche la ragazza era stata rimandata nella propria Sala Comune e aveva arricciato le labbra, quando la vide avvicinarsi a Terrence per chiedere come stesse. Non si erano rivolti la parola e sinceramente non ci teneva neanche a parlarle, dopo quello che aveva visto gli era difficile credere che lei non provasse nulla per l'altro. 
Mise piede nella Sala Comune e non si sorprese di trovarla semivuota, sicuramente molti erano già a cena e i pochi che si trovavano ancora nel covo delle serpi, erano ritardatari che si stavano prodigando ad andare in Sala Grande. Si avvicinò all'entrata dei dormitori maschili ma una presenza ai divani lo fermò, Daphne lo guardava con l'aria di chi non l'avrebbe fatto andare via tanto facilmente.

-Daph, vuoi chiedermi qualcosa?- chiese, spazientito.

-Mh no- rispose lei, facendo però segno di avvicinarsi. -Vorrei farti rinsavire-

Theodore inarcò il sopracciglio sgomento e la ragazza di tutta risposta, gli indicò il divano di fronte al suo. Decise di avvicinarsi anche perché aveva imparato a conoscerla, sapeva che su quel punto di vista lei e Astoria erano molto simili. Prese posto sul divano e incrociò le braccia al petto, visibilmente scocciato da quella interferenza. Daphne di tutta risposta accavallò le gambe e si portò una mano tra i capelli biondi, per ravvivarseli.

-Se continui così la perdi- disse, senza tanti giri di parole. 

-Scusami?- chiese Theodore, guardandola irritato. -C'eri anche tu alla partita o sbaglio?-

-Proprio perché ero alla partita so che stai esagerando- ribatté, senza perdere la calma. -Non ti rendi conto che lei, l'avrebbe fatto per chiunque fosse stato su quella scopa-

-Hai visto come l'ha guardata Higgs?- sbottò, alzando la voce.

-Senti, Theo, se tu continui con questa gelosia la perdi di sicuro- Daphne si sporse in avanti e lui, spostò lo sguardo sulle fiamme del camino. -Sai bene cosa penso riguardo ad Alyssa e alla sua combriccola di disagiati, la questione è che la conosco abbastanza da sapere che quel gesto, lo avrebbe fatto per chiunque- Theodore era deciso a non guardarla e Daphne continuò. -Poteva essere Urquhart, uno degli Weasley, Malfoy lei avrebbe urlato comunque. Non so cosa passa per la testa a Higgs ma so che tu oggi, hai esagerato. Il bello è che la conosci meglio di me!- 

-Un discorso del genere da te non me lo sarei mai aspettato in effetti- borbottò imbronciato.

Daphne ridacchiò, Theodore ormai si era messo a riflettere sulle parole pronunciate da lei e per qualche secondo, rimase in silenzio. 

-Ma cosa ne pensa, Astoria?- chiese finalmente Theodore, voltandosi a guardarla.

-Sai com'è fatta- rispose, facendo spallucce. 

-Sì ma non sono pazzo vero? Lui...-

-Higgs è Higgs, non si capisce mai cosa gli passi per la testa, solo quei due disagiati che si porta dietro lo capiscono. Mia sorella è sempre stata attratta da lui, di più non so dirti- lo interruppe, con tono svogliato.

Theodore annuì scettico e Daphne si alzò dal divano, per avviarsi in Sala Grande. Theodore la guardò avvicinarsi all'uscita e, quando stava per mettere piedi fuori dalla Sala Comune, la richiamò.

-Grazie, Daph-

-Prego, deficiente- rispose Daphne, sorridendogli.

~

Hogwarts era illuminata da una mezza luna e le luci che spuntavano dalle finestre, la fecero sorridere. Un sorriso nostalgico di chi aveva abbandonato quel posto anni prima, perché quel castello era stata la casa di tutti ma ci si rendeva conto di ciò, solo quando si chiudeva il baule per l'ultima volta. Era stata la sua dimora per sette anni e sembrava passata un'eternità, ricordava ancora i volti speranzosi dei suoi amici, seduti a tavola per l'ultima colazione e non si sarebbe mai dimenticata, gli sguardi innamorati che Josie e Reg si scambiarono sull'espresso per Hogwarts. Sospirò e si strinse nel suo mantello invernale, appoggiandosi ad un tronco d'albero in attesa. Un bagliore tipico di una bacchetta la mise in allerta, nascose il viso nel mantello e tenne la sua stretta tra le dita infreddolite. La sua premura durò pochi attimi, perché quando la persona si avvicinò, riconobbe i folti capelli neri di Severus.

-Alla buon ora, Sev- lo rimbeccò lei, guardandolo sorridente.

Severus la raggiunse e puntò la bacchetta contro di lei per illuminare il suo viso, quel gesto l'accecò e chiuse gli occhi per qualche secondo, prima di spostarsi stizzita.

-Non serve rendermi cieca- borbottò, guardandolo.

-Sai le regole- la riprese Severus, scoccandole un'occhiata torva. -Identificati-

-Jocelyn Perks, Serpeverde, a capo del laboratorio di Pozioni del San Mungo, il mio patronus è una lince e ricordo ancora il giorno in cui hai preso un desolante con Lumacorno-

Severus la guardò senza dire nulla e abbassò la bacchetta, per poi indicarle la Foresta Proibita. Jocelyn annuì suo malgrado e lo seguì, non prima di lanciare un'ultima occhiata al castello alle sue spalle. Entrò nella foresta, la neve iniziava a calare copiosamente e fu costretta a coprirsi il capo con il cappuccio. Severus le faceva strada senza parlare e Jocelyn, si chiese quando erano arrivati a quel punto, le mancava l'amico che Severus era stato ma soprattutto, sentiva la mancanza del gruppo che erano a scuola. La foresta era nel buio più totale, spezzato solo dai bagliori delle loro bacchette, neanche la luna riusciva a penetrare i rami così robusti e folti. Sembrava che quegli alberi non meritassero neanche un po' di calore.

-Eccoci qui- esclamò Severus, fermandosi al limitare di una radura.

Forse quel piccolo lembo di terra senza alberi era l'unico in tutta la foresta, ad avere l'onore di essere illuminato e per un secondo, si sentì indifesa. Severus scrutò attentamente l'erba imbiancata sotto i loro piedi e Jocelyn seguì il suo esempio, anche se non sapeva bene cosa cercare. Durante il pomeriggio, Remus si era presentato a casa sua e le aveva dato la missione per conto di Silente. Dovevano trovare indizi su chi avesse attaccato Alyssa Black e Theodore Nott. Una missione insolita ma che le riportò alla mente, il discorso fatto al San Mungo mesi prima, riguardante Grace Moldian.

-Pensi sia stata lei?- chiese Jocelyn, cercando di controllare la sua voce. 

-Grace? Non lo so- rispose Severus, senza alzare gli occhi da terra. -La sua scomparsa è ancora un mistero. Purtroppo per noi, Silente reputa questa pista una perdita di tempo, siamo qui solo per tenere al sicuro il castello- 

Jocelyn aprì bocca per parlare ma la richiuse subito, quando trovò a terra quello che sembrava essere un giornale, reso umido dalla neve che stava cadendo. Lo prese tra le mani e lo asciugò alla bell'è meglio, con un colpo di bacchetta. Non era la Gazzetta del Profeta ma un giornale francese, aguzzò lo sguardo e si mise a leggere nonostante erano anni che non spiccicava più una parola di francese.

Attacco alla partita di Quidditch delle Sirènes de Normandie contro i Chevaliers de Paris

Ieri sera poco prima del fischio d'inizio, il campo da Quidditch di Caen è stato attaccato da un folto branco di lupi mannari. Quattro persone sono state morse tra cui J. D., noto giocatore degli Chevaliers de Paris mentre sono decine i morti. Gli Auror stanno indagando sull'accaduto.

 
  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: _L_Black_