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Autore: pattydcm    19/12/2022    0 recensioni
Fox non si sarebbe mai aspettato che il suo incarico sotto copertura sarebbe stato del tutto messo in secondo piano dall'arrivo di Mirco Neigo nella sua vita. Il giovane, infatti, lo coinvolgerà in un'avventura ai limiti della realtà, portandolo a diventare la guida vivente di un guardiano di anime.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza
Capitoli:
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49 Il salto
 
 
<< Ti aspetti che cerchi di distruggerti in nome della Luce per riportare l’equilibrio in questo luogo? Ti sbagli. Io odio la Luce. La odio con tutto me stesso! >>.
La battuta d’apertura con la quale Mirco tenta di salvarsi da questa donna genera nervosismo nelle anime dannate che non trattengono il malcontento esprimendosi in imprecazioni e accese accuse. L’Emissario, invece, resta impassibile e con sorriso sulle labbra.
<< Sono parole forti le tue >> osserva inclinando appena il capo come se si trovasse davanti ad un curioso animaletto.
<< Sono le parole di chi è stato ingiustamente privato dell’unica protezione contro quelli come te >> ribatte Mirco, deciso a portare avanti il suo piano. << Credi davvero che possa parlare in nome di un’entità pronta a giocare con la mia esistenza? >>.
<< Credo che se lo facessi saresti solo uno sciocco, soprattutto adesso che ti sei finalmente liberato delle tue guide e puoi apprezzare il valore della libertà >>.
<< Mi parli di libertà proprio tu che sei la serva di uno degli schiavi dell’Ombra? >> domanda lui facendola ridere di gusto.
<< Io e le mie sorelle non siamo state né mai saremo schiave del Guardiano d’Ombra >>.
<< Immagino che questo sia stato ciò che lui vi ha fatto credere >>.
<< Ti sbagli, ragazzino. Quando giunse a noi qui su questo promontorio, ci fece una proposta e noi scegliemmo consapevolmente di divenire sue Emissarie. Ci diede quell’opportunità che a voi non fu concessa, dal momento che la Luce e l’Ombra sono solite imporre le proprie decisioni sulle anime innocenti. Ora che la tua mente è libera dalla presenza tossica dei censori che la Luce ti ha imposto tu stesso te ne stai rendendo conto, non è forse vero? >>.
Questa domanda fa cadere del tutto le sicurezze di Mirco e va a pungolare i dubbi che si sono fatti strada dentro di lui nel corso delle ultime settimane. Gli basta poco per zittire la parte di sé che lo mette in guardia dallo stare cadendo nella trappola del suo alterego, perché troppe volte ha pensato quanto il destino fosse stato ingiusto con lui. Le sue guide, invece, continuavano a dirgli che un compito come il suo viene assegnato solo alle anime più meritevoli e lui provava un grande senso di colpa ogni volta che pensava a quanto sarebbe stato bello avere una vita normale.
Ora, invece, è come se l’incontro con questa donna avesse aperto una piccola breccia nella sua anima dalla quale sta fuoriuscendo piano la consapevolezza che la vera punizione che ha ricevuto dall’Energia Universale sia stata quella di essere scelto come suo Guardiano e per questo condannato ad una vita di doveri e paure.
<< Mi spiace davvero tanto per te >> sussurra la donna che gli rivolge ora uno sguardo più dolce. << Mi spiace che ti abbiano messo in testa questo timore nei confronti di tuo fratello. Lui non vuole farti alcun male, no. Vuole solo averti accanto nella lotta contro questa Energia che vi rende suoi schiavi da innumerevoli vite >>.
Schiavi da innumerevoli vite. Queste parole aprono un po’ di più la breccia che vomita un’ulteriore dose di consapevolezza capace di dargli le vertigini. Se ciò che questa donna ha detto è vero, allora la scelta del Guardiano non viene compiuta tra le anime che si presentano al cospetto dell’Energia Universale in perfetto equilibrio. Non è una prova per capire se davvero meritano di entrare a farne parte tornando equilibrate anche dopo una vita trascorsa come servitori della Luce, ma un destino fatto di continue reincarnazioni. Se così stanno le cose, non ha senso che il Guardiano d’Ombra voglia catturarlo. L’unica spiegazione logica è che cerchi di incontrarlo per potergli mostrare la realtà dei fatti, quella che lui, soggiogato dai suoi censori, come li ha giustamente chiamati l’Emissario, non può vedere lucidamente.  
<< Io non voglio più avere padroni. Io voglio essere libero! >> grida furioso e uno sbuffo d’aria si solleva da terra per poi propagarsi tutt’attorno a lui, che si rende conto, stupito, di averlo generato con questa ferma dichiarazione di intenti.
<< Questa energia… non l’avevo mai sentita così forte >> sussurra estasiato dal sentirla scorrergli sotto la pelle, nonostante il suo corpo non sia mutato né la sua mente sia stata occupata dal Guardiano.
<< Stai finalmente unendo le due parti di te >> dice soddisfatta l’Emissario. << Posso solo immaginare quanta sofferenza e quanta rabbia possa provare uno schiavo inconsapevole nel momento in cui si rende conto della triste condizione nella quale ha vissuto >>.
La donna stringe la mano attorno al suo pugno che lentamente si apre ad accoglierla. La parte di sé che lo aveva messo in guardia torna a riproporsi ma ancora una volta Mirco la scaccia. Vuole risposte alle sue domande e forse potrà ottenerle solo incontrando questo suo fratello. Se anche si stesse sbagliando, poi, cosa cambierebbe se servisse la Luce o l’Ombra, dato che il suo destino è quello di reincarnarsi nei panni di un Guardiano per l’eternità?
Una luce dorata accecante penetra nella stanza dalle fessure delle assi che chiudono le finestre e la illumina per un lungo momento durante il quale Mirco riceve uno spintone. Mentre cade ha la sensazione di venire bruscamente strappato via da una stanza calda e accogliente per ritrovarsi, una volta a terra, tra le grida concitate delle trenta anime dannate della cui presenza si era del tutto dimenticato.
 << Sta lontano da lei! >> ripetono queste con l’indice puntato contro l’Emissario che Calogero sta tenendo a debita distanza da lui.
<< Ti sei svegliato finalmente, Michè! >> grida questi. << Meno male che ho deciso di non darti retta. Ancora un po’ e ti facevi fottere da ‘sta puttana >>.
L’Emissario giace in ginocchio e tiene la testa stretta tra le mani mentre invoca disperata i nomi delle sue sorelle che stavano lottando con Rio e delle quali Mirco non avverte più la presenza.
<< Perché hai assegnato loro una simile missione se volevi mettermi al corrente delle buone intenzioni tuo padrone? >> le chiede, ma conosce già la risposta. Lo ha stregato andando a toccare le corde scoperte della sua anima e la cosa che più lo fa arrabbiare, ora, è che è stato a un passo dal cadere nella sua trappola e consegnarsi con le sue stesse mani al Guardiano d’Ombra.
<< Ne ho abbastanza dei vostri giochetti >> dice tra i denti e uno sbuffo d’aria più forte del precedente torna a circondarlo.
<< O Malanovia mi avi, Michè, ma che ti succede? >> gli domanda Calogero allontanandosi da lui intimorito. Le trenta anime alle sue spalle, invece, esultano euforiche della trasformazione radicale che ha subito il suo corpo.
<< No, non voltarti dall’altra parte ancora una volta! >> grida l’Emissario. <<  Hai visto la verità che si cela dietro questa bugia, non farti influenzare da queste anime dannate >>.
<< Sta zitta! >> grida Mirco furioso e gli basta sollevare la mano contro di lei per dare vita a un vortice d’aria capace di avvolgerla e sbatterla contro il muro.
<< Se il tuo signore è così interessato a me per la sua battaglia perché ha tentato di uccidere Rio? Quale problema gli crea un semplice essere umano? >> le domanda avanzando minaccioso verso di lei.
<< Non è più un semplice essere umano e tu lo sai! >> ribatte l’Emissario alzandosi a fatica da terra. << Sei consapevole del censore che si nasconde dentro di lui, il più potente e pericoloso tra quelli che ti sono stati affidati. Solo eliminandolo ti sarebbe stato possibile essere davvero libero da ogni costrizione. Vedi cosa sta accadendo? Ti rendi conto di come tu sia autonomamente in grado di gestire il tuo potere? >>.
Il suo corpo in effetti è mutato come Nikky e Rio gli hanno detto accada quando il Guardiano si insedia nella sua mente. Questa volta, però, non è giunto a prendere il comando e Mirco non ne avverte neppure la presenza.
<< Senza i tuoi censori non hai più alcun motivo per essere scisso >> insiste la donna muovendo qualche cauto passo verso di lui.
<< E’ possibile che tu abbia ragione >> ammette Mirco, osservando curioso le sue braccia toniche pervase da guizzi d’energia dorata. << Questo non cambia il fatto che tu e le tue sorelle abbiate contribuito al male che il vostro signore ha fatto a tutte queste anime condannandole alla dannazione e a restare bloccate qui con voi alla sua Ombra? >>.
<< Questo è il suo scopo come il tuo è quello di liberarle perché è ciò che ti hanno detto che è bene tu faccia! >>.
<< Basta! >> esclama perentorio colpendola in pieno viso senza neppure toccarla. << Hai perso le tue sorelle, eppure ancora metti il tentativo di farmi cadere nella vostra trappola davanti al tuo dolore? Tu mi disgusti >>.
L’Emissario copre con la mano il viso colpito e sembra proprio che le sue parole le abbiano fatto più male dello schiaffo ricevuto. Poi, però, una risata nasce piano dentro di lei e cresce fino a scuoterla da capo a piedi.
<< Estinguimi. Porta avanti la tua condanna, a me non importa. Ho fatto il possibile per aprirti gli occhi ma sei stata accecato dalla luce, Guardiano! >> ride lei che lo guarda con pietà e rassegnazione.
<< Mi ha accecato dici? >> ribatte furioso. << Sai cosa accade all’ombra se viene esposta a troppa luce? >>.
L’energia che continua a scorrergli sotto la pelle aumenta al pari della sua rabbia fino ad accenderlo di una luce dorata che da lui si propaga per poi concludersi con un flash accecante che riporta la penombra nella stanza. Dell’Emissario resta solo una macchia contro il muro che Mirco fissa a lungo mentre tutt’intorno a sé esplode la gioia delle anime dannate finalmente libere della rete invisibile nella quale lei le teneva prigioniere.
“E’ questo ciò che sono?” si domanda il ragazzo ora che la sua furia si è esaurita col flash accecante che è stato in grado di generare. Non ha usato invocazioni, né simboli, cerchi di sale o tutte le altre ‘magie’ che è solito compiere il Guardiano. Ha assolto al suo scopo in prima persona, questa volta, e non gli piace per nulla ciò che è stato costretto a fare. Il dubbio che adesso gli sta dando il tormento è che l’anima dannata che ha appena estinto possa avergli detto la verità e se così fosse avrebbe eliminato per sempre qualcuno che ha dato la sua esistenza per tentare di salvare sia lui che il suo alterego dal giogo nel quale l’Energia Universale li tiene da molto tempo.
<< Michè guarda che qua ci sta bisogno di te >> lo richiama Calogero indicandogli Antonio circondato dalle sue vittime mosse ora dal solo desiderio di vendetta.
Appare così indifeso l’uomo che poco prima lo ha trascinato in questo luogo con un folle ghigno soddisfatto sulle labbra. Sebbene sia stato soggiogato con l’inganno dalle Emissarie e istigato ad uccidere, Mirco inizia a pensare che meriti di essere lasciato alla mercè delle sue vittime e queste devono aver colto il suo intento, dal momento che stringono ancora di più il cerchio.
<< Pensa bene a ciò che fai! >> lo avverte Calogero. << Sto fissa non può farti niente, ma rischi tu di metteriti nei guai >>.
Mirco scocca un’occhiata all’ultima vittima di questo pazzo assassino al quale non sente di dare attenuanti. Ancor prima, però, che possa prendere una decisione sul da farsi, Marco compare dinanzi ad Antonio frapponendosi tra questi e le sue vittime.
<< Ian, ma che cazzo stai facendo? >> grida tenendo a debita distanza le anime dannate dalla loro preda.
<< Cosa vuol dire questo, Guardiano? >> ribatte una di loro, la cui voce giovane e argentina prende il sopravvento su tutte le altre, che si aprono a ventaglio come avessero ricevuto un muto ordine. Un bambino dal corpo dilaniato dalle cicatrici percorre il corridoio da loro creato e si ferma a pochi metri da Mirco mettendo deciso le mani ai fianchi. Punta le orbite oculari vuote e minacciose verso di lui e benchè sia piccolo rispetto a tutte le altre anime dannate alle sue spalle è capace di metterle del tutto in ombra.
<< Samuele Mosso! Finalmente abbiamo il piacere di conoscerti >>.
Dalla porticina che conduce alla terrazza Rio osserva la scena, accigliato. Ha diverse ferite sul volto, gli abiti strappati in più punti ed è circondato da un alone dorato che aggiunge un tocco di mistero alla sua entrata ad effetto.
<< Sei ancora vivo! >> esclama il bambino sinceramente stupito.
<< Sì, devo ammettere che ne sono stupito io stesso >> ridacchia lui, entrando nella stanza. << Ho rischiato la vita in molti modi diversi negli ultimi giorni, ma ho anche avuto modo di togliermi la soddisfazione di sigillare tre Emissarie e di concedermi un po’ di sport estremo. Ammetto, però, che mi fa parecchio incazzare pensare di essermi fatto il culo per ritrovarmi poi ad assistere a scene simili. Si può sapere che cazzo stai combinando, Ian? >>.
<< Io... non… non lo so >> risponde Mirco, imbarazzato e ancor più a disagio lo mettono il veloce avvicinarsi di Rio e il suo sguardo preoccupato.
<< Ma che cazzo succede? Perché ci sei ancora tu qui se hai il corpo di Ian? >> sussurra, ponendogli la stessa domanda che lui stesso si sta facendo.
<< Ne ho abbastanza dei vostri battibecchi! >> li interrompe Samuele. << Da troppo tempo aspettiamo l’arrivo di un Guardiano che ci aiuti a ottenere vendetta e non siamo disposti ad attendere oltre. Richiama questo moccioso oppure faremo fuori anche lui >>.
<< Il moccioso è pronto a fare il culo a te e ai tuoi amici, piccolo figlio di puttana >> ribatte Marco, che col suo commento scatena nuovamente le anime dannate che partono all’attacco.
Rio corre in aiuto del fratello e con la luce dorata che lo circonda riesce a tenerle lontane da lui e da Antonio, ma queste non si danno per vinte e tentano di abbattere la sua debole barriera.
Turbato per quanto di strano gli sta accadendo, Mirco assiste passivo allo scontro. Sente appena Calogero esortarlo ad intervenire, sottolineando come stia lasciando in pericolo i suoi stessi amici, ma nonostante questo il ragazzo non riesce ad uscire dallo stato di torpore nel quale si trova. Le parole dell’Emissario continuano a vibrargli sotto la pelle insieme all’energia che incessante scorre dentro di lui e questo mix genera una vertigine di dubbi capace di paralizzano. Riesce a scuotersi solo quando sente Rio gridare e la barriera che ha eretto brilla in un ultimo accecante baluginio prima di spegnersi del tutto lasciandoli indifesi.
<< Basta! >> esclama, allora, perentorio e il suo ordine riverbera potente nella stanza congelando i rivoltosi. Seguito dai loro sguardi spaventati, Mirco raggiunge i due fratelli e Antonio ponendosi protettivo dinanzi a loro.
<< Temo che tu abbia frainteso il mio ruolo, Samuele >> dice al bambino furioso per essere stato bloccato. << Il mio compito non è quello di aiutarvi ad ottenere vendetta, ma di liberarvi dalla prigionia. Antonio è un’anima fragile ed instabile che ha subìto troppa violenza e tu, Samuele, sei stato uno dei protagonisti di questi atti violenti che hanno finito col renderlo una facile preda per il polo negativo dell’Energia Universale >>.
Il bambino stringe forte i pugni mentre attorno a lui i suoi compagni nonostante siano a loro volta bloccati borbottano stupiti per ciò che ha detto.
<< Loro non lo sanno >> deduce Rio, attirando gli sguardi curiosi delle anime dannate. << E’ la tua vendetta, Samuele, non la vostra. In tutti questi anni hai fatto in modo di accrescere il livore e l’odio di ogni nuova vittima nei confronti del vostro assassino in modo che perorassero la tua causa a discapito della loro stessa esistenza senza che tu gli abbia mai detto come tutto questo ha avuto inizio >>.
<< Questo non ha alcuna importanza! >> ribatte Samuele tra i denti.
<< Io, invece credo che ne abbia, dal momento che sei stato proprio tu a dare il via a tutto questo. Se siete qui lo dovete solo al vostro piccolo, crudele e diabolico capo >>.
Le parole di Marco portano ancor più scompiglio tra le anime dannate, che iniziano a chiedere spiegazioni e a insultare Samuele, le cui orbite oculari vuote sono puntate contro Mirco. Questi percepisce l’ira gonfiare sempre più il petto da troppo tempo immobile del diabolico bambino e torna a chiedersi se in fondo non abbia ragione. Gli basta formulare questo pensiero per annullare l’effetto dell’ordine che ha impartito.
<< Ma che cazzo succede, Mic? >> gli chiede Rio, preoccupato dalla nuova ondata di violenza che ora sta colpendo Samuele, ma che tra poco piomberà anche su di loro. Purtroppo Mirco non ha una risposta alla sua domanda. Può solo restare di nuovo fermo ad osservare il piccolo leader sovrastato dai suoi compagni di sventura che sempre più furiosi gli chiedono spiegazioni.
<< Silenzio! >> grida questi, riuscendo a zittirli all’istante. << Io non posso credere che davvero stiate cadendo nella trappola di questi due. Vi ho aiutati a adeguarvi a questa nuova esistenza, vi ho rincuorati quando quel bastardo tornava qui e ricominciava le sue pratiche barbare. Dovreste solo essermi grati per aver ideato questo piano per sbarazzarci di lui e poter essere liberi. L’unica mia colpa è stata quella di riporre la mia fiducia in questo Guardiano di Luce alle prime armi! >> grida Samuele, puntando il dito contro Mirco che nuovamente torna in sé. << Se non puoi aiutarci allora fatti da parte: ci prenderemo da soli la nostra vendetta! >>.
<< E una volta che avrete ucciso Antonio che ne sarà di voi? >> gli chiede.
<< Saremo liberi! La vendetta ci libererà dalla nostra condizione >> risponde Samuele tra i denti.
<< Ti sbagli. Non è la vendetta la chiave di volta per fare il salto >>.
<< E qual è allora? >>.
La domanda ruggita dal bambino torna a farlo vacillare. Conosce la risposta, ovviamente, ma in questo momento non può fare a meno di trovarla inadeguata e offensiva.
<< Il perdono >> dice ben poco convinto e l’esplosione di risa che copre le sue parole non fa altro che sottolineare quanto sia assurdo ciò che sta dicendo loro.
<< Questa sì che è bella! >> esclama Samuele. << Tu vorresti che noi perdonassimo chi ci ha ridotti così? >>.
Ovviamente la risposta è sì, ma questo vorrebbe dire che anche lui dovrebbe perdonare l’Energia Universale per ciò che gli ha fatto e per ciò che forse da molte vite lo obbliga a fare e in questo momento non è per nulla pronto a compiere un passo simile.
<< Io non devo chiedere perdono a nessuno e non sarete voi ad impedirmi di ottenere vendetta. Io voglio vendetta! >> grida il bambino approfittando del suo tentennamento per partire all’attacco seguito dai suoi compagni.
<< Cristo, fa qualcosa! >> esclama Marco terrorizzato e lui vorrebbe solo dirgli che non ne ha alcuna voglia. Le anime dannate lo trapassano dirette al loro unico obiettivo e neppure la consapevolezza che potrebbero fare del male anche a Rio questa volta lo scuote.
La luce dorata esplode alle sue spalle, segno che Ylenia e tornata tra loro per proteggere il suo amato dal pericolo. Volteggia sopra la sua testa e mette in fuga le anime dannate che tentano di attaccarla ma restano inevitabilmente scottate dalla sua luce. Compie poi una piroetta e vola veloce verso di lui fermandosi a un palmo dal suo naso.
<< Non è il momento di dubitare di te, Mirco. Penserai dopo a dare un senso a tutto quanto, ma ora, ti prego, aiutami! >> lo implora prendendogli il viso tra le mani.
Un grande calore gli avvolge la testa, forte da farlo vacillare. Scende giù lungo la schiena e ad ogni vertebra che irrora d’energia pura sblocca un ricordo.
Sua madre che canta serena preparando la colazione.
Il camion che si avvicina a tutta velocità travolgendoli.
La bara bianca al centro della chiesa.
Il silenzio pesante e snervante che è calato tra i suoi genitori.
Il gelo che prova nello stare con loro.
Gli atti di bullismo commessi dai suoi compagni di scuola.
La merenda solitaria che faceva ad ogni intervallo.
Il sorriso di Nikky.
Il loro primo bacio.
La prima volta.
L’ansia che ora le legge in viso da che è stato punito.
La paura che prova da che ha memoria e che non lo abbandona mai.
<< Io non voglio più sottostare ai tuoi ordini! >> grida, sopraffatto dalla luce che lo invade mandandolo in fiamme.
<< Lascia che sia io a farlo al posto tuo >>.
Un uomo alto, massiccio, dai muscoli scolpiti e i lineamenti affilati gli tende la mano in segno di aiuto. Ne riconosce la voce profonda e solenne, capace di infondere timore reverenziale e rassicurazione allo stesso tempo.
<< No! Non voglio più lasciarti usare il mio corpo >> esclama un attimo prima di afferrare quella mano.
<< E’ il nostro corpo, la nostra esistenza. Lascia che metta a posto le cose e poi ci occuperemo anche di questo, altrimenti le daremo solo modo di umiliarci ancora >>.
Il Guardiano, colui che Rio ha ribattezzato Ian, resta fermo con la mano protesa verso di lui. Non decide al suo posto, non insiste ulteriormente, resta lì, fermo, ad attendere che compia la sua scelta.
<< Lo faccio solo per loro, ma voglio che questa sia l’ultima volta >> dice deciso avvicinando la mano a quella di lui senza però afferrarla.
<< L’ultima volta >> ripete lui e insieme si stringono le mani divenendo una cosa sola.
 
***
 
Quella trasformazione che sembrava essere stata lasciata a metà, ora che Ylenia ha posto le mani sul suo viso si compie appieno. Questa volta, però, Ian è circondato da un bagliore luminoso che non era presente attorno a lui nella precedente occasione in cui si sono incontrati.
Ylenia sembra essere soddisfatta di ciò che ha fatto, ma qualcosa continua a turbarla. Torna a levitare leggiadra sopra le loro teste, lo sguardo ora rivolto alle anime dannate che osservano curiose e intimorite ora lei ora il Guardiano.
<< Non è una buona cosa >> borbotta Fox, che vede il protrarsi della presenza di Ylenia come  segno del persistere del pericolo.
<< Vi invito a ragionare, anime inquiete. Se porrete fine alla vita del vostro carnefice non lascerete questo posto, ma diverrete schiave dell’Ombra per l’eternità! >> sta dicendo Ian alle vittime di Antonio che indietreggiano intimorite. Solo Samuele si fa avanti pronto a sfidarlo.
<< Prima ti fai raggirare da un Emissario, poi ti servi dell’aiuto di una strega per ritrovare i tuoi poteri e ti aspetti ancora che io ti creda? Ci è bastato perdere la vita per mano di un’idiota, non permetterò ad un altro di portaci via ciò che ci spetta di diritto! >> grida Samuele.
<< Sei sicuro di te al punto da parlare a nome di tutte le anime qui presenti? >> ribatte Ian per nulla toccato dalle sue accuse. << Ascoltatemi, voi! Colui che avete eletto vostro leader vi porterà alla dannazione eterna se non iniziate a ragionare con le vostre teste e a capire che il mio unico interesse è quello di aiutarvi! >>.
<< Ragionare con le loro teste? Credi davvero che non siano in grado di farlo? >> lo irride Samuele, rivolgendosi poi ai suoi compagni. << Dopo tutto quello che avete passato, dopo i lunghi anni di triste reclusione volete davvero lasciarvi trattare da idioti da questo inutile Guardiano? >>.
Per quanto Ian li abbia intimoriti, la presa che Samuele ha sui suoi compagni è ancora più forte e, sebbene qualcuno di loro tentenni alla fine tutti quanti si schierano compatti dietro al loro leader che senza esitare ordina la carica.
<< Maledetto idiota! >> esclama Ian, allontanandoli con il semplice gesto di una mano che solleva un turbine di vento caldo. Afferra poi veloce un calcinaccio da terra e inizia a tracciare un cerchio sul pavimento, che quando si conclude da origine ad una barriera dorata che si innalza a proteggere il loro piccolo e spaventato gruppetto dalle anime che stanno tornando alla carica.
<< Ma cosa fai, così ci hai messi in trappola? >> esclama Marco, abbacinato dai continui lampi di luce prodotti dall’attacco incessante delle anime dannate alla barriera.
<< Taci, custode! >> gli intima Ian, che fino ad ora non si era mai mostrato così ostile nei loro confronti. Grosse gocce di sudore gli imperlano la fronte e alcune di queste scendono a segnargli il viso, che ad ogni attacco si tende un po’ di più. Ylenia osserva la situazione dell’alto pronta a intervenire non appena dovesse precipitare, ma Fox non trova corretto che la loro salvezza dipenda esclusivamente dal suo intervento. I loro assalitori non saranno Emissari dell’Ombra ma sono agguerriti e pronti a tutto e non vuole scoprire quanto questo possa portarli a divenire più forti di lei.
<< Senti, io non ho capito un cazzo di quello che è successo, ma lo vedo che non sei lo stesso che ho incontrato a Lumi >> dice a Ian portandosi al suo fianco. << Questi pazzi continueranno ad attaccarci finchè non riusciranno ad abbattere la barriera, cosa che avverrà molto presto dato che mi sembri già allo stremo delle forze. Non hai un piano B? >>.
Con questa domanda riesce finalmente ad attirare l’attenzione del Guardiano che, però, sembra indeciso sulla risposta da dargli.
<< Ne avrei uno, ma… >>.
<< Lascia perdere i ‘ma’ e sputa il rospo >>.
<< Gli specchietti. Se riuscissi a posizionarne uno per ogni angolo della stanza potrei intrappolarli in una barriera >>.
<< E devi proprio essere tu a farlo? >>.
<< Toglitelo dalla testa, Liber! Quei bastardi potrebbero uccidere anche te >> si intromette Marco.
<< Ci faranno fuori comunque tutti e tre se restiamo qui immobili ad aspettare che Ian si scarichi del tutto! Quindi smettiamola con i melodrammi e dammi questi specchietti! >>.
Ian ignora la mano tesa di Fox e rivolge, invece, lo sguardo ad Ylenia. La ragazza annuisce e ancor prima che lui possa dire la sua su questa loro silenziosa conversazione, il Guardiano tira fuori dalla tasca dei jeans la saccoccia di velluto nero dalla quale preleva quattro specchietti.
<< E sia! >> esclama, mettendoglieli in mano. << Prendili e fa come ti ho detto >>.
Fox ne prende uno e stringendolo in pugno attraversa la barriera e inizia a correre verso l’angolo della stanza a loro più vicino.
<< Di tutte le cazzate che hai fatto nella tua vita, Liber, questa è la più grossa, credimi! >> lo rimprovera suo fratello che si è prontamente aggrappato alle sue spalle avvolgendolo in un gelido abbraccio protettivo. In effetti, le corse a perdifiato non sono mai state il massimo per lui, capace di essere imbattibile in vasca quanto pessimo sulla terra ferma, ma nonostante alcune delle anime dannate gli stiano alle calcagna, riesce a raggiungere il primo angolo di questa stanza e a posare lo specchietto. Un bagliore improvviso lo illumina, scacciando i suoi inseguitori.
<< Ma che diavolo succede? >> si domanda. Volge stupito lo sguardo alla barriera e si rende conto di come gli occhi di Ian siano rimasti puntanti su di lui per tutto il tempo. Le sue labbra si muovono veloci pronunciando quello che deve essere un incantesimo.
<< Muoviti, Liber! >> esclama Marco e Fox non se lo fa ripetere altre volte. Le anime dannate che gli stavano addosso lo braccano di nuovo e vengono ancora una volta respinte dall’esplosione di luce quando posa l’altro specchietto. Riparte subito verso l’angolo più lontano dalla parte opposta della stanza e si ritrova a scartare altre anime che si aggiungono alle precedenti nel tentativo di fermarlo. È quasi giunto alla meta quando il terreno gli manca sotto i piedi e finisce lungo e disteso sul pavimento. Lo specchietto rotola lontano, ignorato dalle vittime di Antonio che si portano minacciose su di lui.
<< Non osate! >> grida Ylenia piombando su di loro che scappano scottate dalla sua luminescenza. << Corri, svelto! >> esclama e Fox si affretta a rimettersi in piedi.
Recupera lo specchietto e lo posiziona nell’angolo per poi correre svelto verso l’ultima meta dove posiziona anche il quarto. Non appena questo tocca il pavimento, quattro fasci di luce salgono svelti a colpire il soffitto sul quale poi formano una grande X luminosa. Solo allora Ian leva in alto le mani e tuona un ordine solenne che solleva da terra le anime dannate che restano appiccicate alla rete creata dagli specchietti come tanti magneti sullo sportello di un frigorifero.
Solo una di loro è rimasta con i piedi ben piantati per terra e le orbite oculari vuote puntante contro il Guardiano.
<< Credi che questo basti a fermarmi? >> gli chiede divertito.
<< So che non ti fermerai, lo sento. Non trovo giusto, però, che tu possa condurre alla perdizione anche loro solo per il desiderio di poter compiere la tua vendetta >>.
<< Non è solo vendetta la mia! Io non sopporto l’idea di essere stato ucciso da un inutile pezzo di merda come quello! >> grida puntando il dito contro Antonio, che sentendosi chiamare in causa si fa coraggio e si porta al fianco di Ian.
<< Io ho eseguito il compito che mi è stato affidato da Dio! >> dice scoccando un’occhiataccia poco convincente alla prima delle sue vittime, che esplode in una grassa risata.
<< Hai visto, Guardiano? Stai proteggendo un inutile deficiente che si è fatto fregare come un pollo e che ancora non se n’è reso conto! >> ribadisce serrando i pugni.
<< Ora la smetti! >>.
L’intervento di Calogero zittisce all’istante Samuele. Incredulo, questi lo vede abbandonare il cerchio per piazzarsi a mezzo metro da lui che in vita è stato il suo migliore amico e importante punto di riferimento.
<< Perché ti intrometti? Non dirmi che anche tu ti sei bevuto la stronzata del perdono? >> gli chiede, ma il vecchio lupo di mare non si fa intimidire dal suo temperamento.
<< Lui s’è fatto fregare, è vero, ma era piccolo e pieno di paura >> ribatte.
<< Ero piccolo anche io, Calò e non te lo puoi nemmeno immaginare quanta paura ho avuto >>.
<< Sì, che posso >> ribatte, sospirando. << Io non conosco un giorno della mia vita senza paura e di cosa si prova a temere di essere ammazzati lo so. E tu lo sai quanto lo so >>.
<< E’ diverso, Calò! Tuo padre non ti ha ammazzato. Quel bastardo invece lo ha fatto e lo ha fatto a te e anche a tutti loro! >>.
È profonda la delusione sul volto di Calogero. Una delusione che sembra essere rivolta più a sé stesso e al tentativo fallito di far ragionare il suo amico mettendo in piazza il proprio dolore, puntualmente ignorato. Però, anche dopo aver ottenuto la conferma di quanto irrecuperabile sia Samuele, non c’è alcuna traccia di rabbia sul volto arido di Calogero. I suoi occhi sono, invece, carichi di compassione.
<< E’ vero che lo ha fatto. Ma tu lo sai bene chi ce lo ha portato tra le braccia di quella femmina >>.
<< Io e te, Calò! Siamo stati io e te >>.
Queste parole colpiscono Fox come un pugno in pieno stomaco, rimandandolo indietro di molti anni, quando anche lui ha provato a mettere un folle dinanzi alle sue responsabilità. Lo Chef, infatti, gli aveva dato una risposta molto simile e ora, per quanto il suo vissuto con quell’uomo sia molto diverso da quello di Calogero con Samuele, sul volto del vecchio ritrova la stessa attonita frustrazione che lui provò allora.
È come un grido strozzato che risuona dentro la testa, fa dolere la gola e chiude lo stomaco e l’espressione sicura e sprezzante dell’altro acuisce il senso di spaesamento dinanzi ad una realtà raccontata da un punto di vista totalmente diverso. Le proprie certezze cadono tutte insieme, come un castello di carte con una folata di vento e la disperazione è tale da saturare il corpo e la mente portandoli a non provare più niente. Così si accetta la situazione perché è troppo doloroso battersi per la verità e ci vuole tempo per trovare la forza di farlo.
Forse la morte porta l’anima a fare i conti con quanto gli è accaduto nel corso della sua ultima vita e per questo Calogero accusa il colpo ma si riprende in fretta. Volge lo sguardo verso Antonio e gli sorride.
<< Sì, è vero. Te n’ho date tante pure io e per questo ti chiedo perdono >> gli dice lasciando tutti quanti a bocca aperta. << Perdonami per non aver imparato niente e aver ricominciato a dartene anche se non t’ho più messo le mani addosso >>.
Un brusio si leva dalle anime intrappolate nella barriera, stupite, incredule, confuse e lo è anche Fox con loro. Antonio stesso non si sarebbe mai aspettato nulla di simile da lui e sembra quasi voglia chiedergli se stia scherzando o meno. Calogero, però, è serio e sicuro di sé forse per la prima volta ed è pazzesco che lo sia ora che non è più in vita. Ingiusto, anche.
<< Questo posto sta cambiando >> sussurra Ylenia catturando l’attenzione di Fox, che a sua volta si guarda attorno. Il cambiamento del quale lei sta parlando, però, è possibile che sia invisibile ai suoi occhi umani, abituati a cogliere solo ciò che accade sui volti di chi ha di fronte, come ad esempio il sorriso soddisfatto che è comparso sulle labbra di Ian.
<< Perché ti sei comportato in quel modo con Antonio? >> sta domandando a Calogero, che si volta appena verso di lui facendo spallucce.
<< Non lo so >> ammette imbarazzato. << Da piccoli forse perché anche suo padre gli rumpeva l’ossa, ma rispetto a me ebbe chi almeno ci provò a proteggerlo. Poi… credo che c’ebbi paura di lui perchè io non ce la saprei ad ammazzare. Per questo venni qui quella notte. C’ebbi paura che ci morivi e che ci scoprivano, a me e a Samu. Tu, però, eri così felice e io… non lo avevo capito cosa era successo. Ora lo so e… mi dispiace che ti hanno usato, Antò >>.
<< Cosa provi nei confronti di Antonio? >>.
<< Non te lo so spiegare, Michè >> risponde con un sorriso sereno. << Non ce le so le parole giuste. Credo, però, che tu lo puoi sentire >>.
<< Sì, lo sento >> sorride Ian a sua volta. << Sento il grande amore che provi per il tuo vecchio amico, che era davvero molto importante per te. Nonostante il dolore che le sue parole ti causano questo affetto non scompare, anzi, si trasforma in compassione. Lo stesso accade per Antonio. Il dolore per ciò che gli hai fatto in tutti questi anni è più forte del rancore per il suo averti tolto la vita >>.
Calogero annuisce e ancora una volta volge lo sguardo al fragile bambino contro il quale si è accanito troppe volte spalleggiando il suo amico e che oggi sembra essere tornato ad impadronirsi del corpo dello spietato killer che ha ucciso tutta questa gente.
L’aria che fino a poco prima sembrava densa di pulviscolo attorno a loro ora si è schiarita, come se la polvere fosse scomparsa e una piacevole brezza scuote i capelli di Fox, che, stupito, si rende conto di come all’improvviso questa stanza sembri meno cupa, più ampia e anche più calda. Sì, quel gelo spettrale che gli accapponava la pelle ora sta lasciando il posto alla frescura serale.
<< E’ il perdono. Porta pace negli animi e nei luoghi >> sussurra Ylenia, commossa.
In effetti le anime imprigionate sono ora silenziose e come in attesa di vedere se davvero è il perdono la chiave della liberazione. Fox si rende conto di essere a sua volta curioso anche di assistere a questo famoso ‘salto’ del quale ha così tanto sentito parlare. La risata denigratoria di Samuele, però, rompe questo bellissimo momento.
<< Ti aspetti che lui ti perdoni? >> domanda a Calogero. << Quello è ancora convinto di aver agito in nome di chissà quale Dio, come pensi che possa perdonarti? >>.
<< Io gli auguro di trovare la pace >> ribatte Calogero, sorridendo. << Te la meriti, Antò >> aggiunge e sul viso di colpo ringiovanito del direttore dell’hotel si disegna un sorriso benevolo che vale più di mille parole.
Samuele ride del loro reciproco perdonarsi in questo modo intimo e silenzioso.
<< E voi? Anche voi lo perdonerete? >> chiede ironico ai suoi compagni di sventura e dieci di questi improvvisamente cadono giù dalla rete ritrovandosi liberi e increduli dinanzi al loro giovane capo e a colui che le ha spinte tra le braccia della morte.
<< Che è successo? >> chiede una di loro, intimorita.
<< Quella barriera non ha il solo compito di proteggervi dal vostro leader >> gli spiega Ian. << Attrae a sé la Luce che in voi è stata insinuata dal dubbio. Più questo si è fatto forte, più la Luce ha potuto brillare in voi fino a dissipare l’Ombra. Quando avete iniziato a credere il dubbio si è trasformato in certezza e questa ha permesso alla barriera di lasciarvi andare. Ora siete forti delle vostre certezze e il vostro leader non potrà avere più alcuna presa su di voi. Questo vi rende pronte a compiere ‘il salto’, proprio come lo sono Calogero e coloro che ci hanno aiutati poco prima a sigillare gli Emissari dell’Ombra >>.
Le piccole luci che avevano salvato la vita ad Ylenia si librano da lei e assumono via via forma umana mentre raggiungono Ian tornando ad essere suore, operai e studenti che abitarono questo luogo nel corso dei secoli. Le suore si inginocchiano dinanzi ad Ian come fossero al cospetto del Dio che hanno a lungo pregato e anche le altre le imitano e, confuse, finiscono col farlo anche le anime dannate sganciate dalla barriera.
Una dopo l’altra chiedono perdono per i peccati commessi in vita e man mano che raccontano le loro storie e piangono per loro stesse, altre delle anime dannate vengono rilasciate dalla barriera.
Antonio stesso si inginocchia, colpito dalle parole delle persone che aveva condotto e ucciso lentamente qui dopo innumerevoli torture. Calde lacrime gli rigano il viso mentre si rende sempre più conto di come sia stato davvero usato. Il suo pianto a dirotto riecheggia nella stanza ora illuminata dalla pallida luce lunare che filtra forte dalle fessure delle travi che chiudono le finestre.
<< Mi dispiace >> singhiozza stropicciando gli occhi con un gesto infantile. << Io non lo sapevo. Sono stato così pazzo. Così disperato >>.
<< L’Ombra si è approfittata del tuo dolore e anche della tua disperazione, Antonio. È così che agisce >> dice Ian catturando la sua attenzione. << Pensi di poter accettare il perdono delle tue vittime e perdonarle a tua volta? >>.
<< Sì, certo! Lo accetto. Non so, però, se merito il loro perdono >>.
<< Infatti non lo meriti! >> esclama Samuele, che per quanto sia solo un bambino svetta tra tutte le anime inginocchiate come fosse un gigante. << Non avrai mai il mio perdono! >>.
Vola deciso verso Antonio e si scontra contro la barriera che questa volta non si limita a rimbalzarlo indietro. Ian, infatti, sta borbottando un altro incantesimo che blocca questa piccola anima dannata. Finita la litania tira fuori dal sacchetto di raso uno specchietto e lo posiziona ai piedi di Samuele.
<< Cosa cazzo vuoi fare, maledetto bastardo? >> grida terrorizzato cercando di voltarsi il più possibile verso il Guardiano.
<< Non mi lasci altra scelta, Samuele >> dice questi, prendendo un coltellino dal sacchetto di raso.
<< No, non lo fare! Non puoi farlo! Calò, amico mio, non permetterglielo! Ti prego! >>.
Calogero esita dinanzi alle preghiere del suo amico e Ian si volta verso di lui, stupito dalla sua silenziosa attesa. Il suo sguardo viaggia a lungo dal Guardiano al suo amico, fermandosi poi su questo.
<< Mi dispiace, Samu >> sussurra addolorato.
Samuele lo insulta pesantemente riversando su di lui tutto il suo terrore mentre Ian incide il palmo dal quale colano per terra grosse gocce scarlatte.
<< In nome della Luce dell’Energia Universale, della sua purezza e del suo essere votata alla positività, io ti condanno al silenzio! >>.
La barriera si ripiega su Samuele avvolgendosi attorno a lui fino a formare un bozzolo luminoso che viene poi lentamente risucchiato all’interno dello specchietto. Ian lo raccoglie da terra con la mano ferita e quando questo entra in contatto col suo sangue uno sbuffo di fumo lo avvolge.
Il silenzio è davvero sceso tra i presenti, che chinano il capo in segno di rispetto quando il Guardiano si vola verso di loro.
<< Non mi interessa ciò che siete stati in vita né tantomeno ciò che vi ha condotti alla morte. Alcuni di voi avranno commesso azioni deplorevoli, altri saranno stati raggirati, altri ancora si trovavano solo nel posto sbagliato al momento sbagliato, fatto sta che ora siete qui. Alcuni da poco tempo altri da troppo. Avete dimostrato con le vostre azioni e con le vostre decisioni di saper perdonare e riconoscere le vostre mancanze. Per questo oggi siete pronti: potete andare >>.
Stupite e confuse le anime presenti nella stanza si guardano l’un l’altra. Forse si aspettavano qualcosa di più spettacolare, come ad esempio una strada luminosa che sale su dritta verso il cielo e invece hanno ricevuto solo quelle due semplici parole: potete andare.
Il primo a farlo è un bambino, che muove qualche timido passo verso la porta che dà sulla terrazza per poi farsi coraggio e correre fuori. La sua risata liberatoria riecheggia nella notte, squarciata dalla sua scia luminosa che si innalza verso il cielo per poi sparire. Le altre anime esultano euforiche e poi corrono a loro volta fuori, ridendo di gioia. Fox le segue e resta a bocca aperta sulla terrazza a osservare quello spettacolo fatto di nastri lucenti che disegnando sorrisi nel cielo nero della notte.
<< E’ fantastico >> borbotta estasiato.
<< Un salto nel vuoto. Dunque è questa la morte? >> si chiede Ylenia commossa.
<< E’ fiducia nella vita. Quella che si è vissuta e quella che poi si vivrà >> dice Mirco raggiungendoli.
È tornato ad essere il solito ragazzino magro dagli occhioni scuri e il perenne sorriso sulle labbra, segno che ha assolto al suo compito e questa brutta avventura quindi può dirsi conclusa. Nel pugno sporco di sangue stringe lo specchietto nel quale ha imprigionato Samuele Mosso.
<< Che ne farai di lui, Michè? >> gli chiede Calogero.
<< Lo terrò un po’ qui finchè non avrà imparato la lezione >>.
<< Non lo so se lo farà. È sempre stato testardo e presuntuoso. Oggi mi sono chiesto più volte perché gli volessi così bene >> dice avvicinando la mano a quella ferita di Mirco senza, però, toccarla.
<< Forse perché nonostante tutto lui ti dava attenzioni facendoti sentire importante >> dice Fox catturando la sua attenzione. << Quando si ha disperatamente bisogno di amore si accettano anche le briciole che persone perfide come lui gettano. Tu puoi essere meglio di così, Calogero. Ricordatelo per la tua prossima esistenza >>.
Il vecchio lupo di mare annuisce e sorride sereno. Più volte tenta di dire qualcosa, ma sembra proprio non trovare le parole e alla fine decide di lasciar perdere.
<< E’ tempo che tu vada >> lo invita Mirco, indicando con un cenno della testa la terrazza dinanzi a loro.
Una voce femminile giunge al di là della porta d’ingresso sprangata di questa stanza, annunciando il risveglio di Selvaggia che disperata chiede aiuto. Calogero volge lo sguardo in direzione della sua voce ed è evidente il senso di colpa che prova nei confronti della ragazza. 
<< Lei sta bene >> lo informa Mirco. << L’ha intontita col taser forse un po’ troppe volte, ma è giovane e forte e se la caverà >>.
<< Per favore, Michè, dicci di non contattare Mendez >>.
Tutto poteva aspettarsi Fox in questo momento tranne che sentire tirare in ballo il nome dell’uomo sul quale sta indagando.
<< Chi è che non deve contattare? >> gli domanda attivando il registratore del cellulare.
<< Mendez, il direttore della vostra rivista. L’ho pagato caro per farvi venire qui e lui si è convinto solo quando gli ho confermato che anche quest’anno ci sarebbe stato il concorso di bellezza >>.
<< E perché era così importante per lui? >>.
<< Oh, non lo so, sono cose vostre di voi giornalisti. Diceva ca sono cose che piacciono alle femmine >>.
<< E perché Selvaggia avrebbe dovuto contattarlo? >>.
<< Gli piacìo quando gli mandai le foto delle partecipanti. Mi disse che se la facevo vincere e la convincevo ad accettare le sue proposte mi dava dieci mila euro. Io… io ho usato questa cosa per… mi faccio schifo da me >> ammette scuotendo il capo. << Per favore Michè, che a te dà retta. Dicci di lasciarlo perdere >>.
Mirco annuisce e stringe la mano che Calogero gli porge e che poi offre anche a Fox.
<< Grazie ancora per la bevuta, Valè. Non l’ho mai passata una serata bella come quella. Stammi bene >> dice lasciandogli la mano per volgere lo sguardo verso Antonio, fermo qualche metro dietro di loro.
<< Ci vieni co me? Da solo ho un poco di paura >> gli chiede e il direttore dell’hotel lo accompagna a piccoli passi vanno alla ringhiera.
È strano vedere tranquillamente insieme questi due uomini che in modi diversi ma ugualmente negativi hanno subìto l’influsso di Samuele Mosso. Sebbene Antonio abbia ucciso Calogero, ora sono vicini a contemplare il panorama prima che il vecchio lupo di mare compia ‘il salto’. Parlottano piano tra di loro e sembrano entrambi intimoriti. Uno, forse lo è per ciò che ha fatto e per le conseguenze delle sue azioni, l’altro forse lo è per ‘il salto’ verso l’ignoto che sta per compiere. L’Energia Universale, infatti, sta per dare a Calogero un’altra vita da vivere tutta da capo, ma nessuna certezza sul fatto che questa non sia devastante quanto quella che si è appena conclusa.
Fox rabbrividisce al solo pensiero di un’altra vita fatta di sofferenza e paura continua. Forse finire a servizio dell’Ombra sarebbe addirittura meglio che un altro lunghissimo calvario su questa terra. Al posto di Calogero valuterebbe seriamente la cosa e dal momento che questi ha chiesto di essere accompagnato da colui che è stato un servitore vivente, seppure inconsapevole, dell’Ombra forse sta davvero chiedendogli di aiutarlo in questo.
Una risata gioiosa, però, scuote il corpo di Calogero dalla testa ai piedi. Da una pacca sulla spalla ad Antonio e poi si trasforma in una piccola pallina di luce che volteggia nell’aria prima di proiettarsi verso il cielo nero sul quale disegna un luminoso sorriso.
 
***
 
Antonio osserva incredulo la scia che Calogero ha lasciato nel cielo volando via insieme a tutti gli altri. La luna piena sembra una grande moneta d’argento e al suo chiarore il vecchio convento sembra ancora più bello in questa notte di liberazioni in cui molte anime dannate hanno trovato pace.
“Le ho uccise io” sospira e un nodo gli stringe la gola. Ha posto fine alla vita di molte persone in tutti questi anni credendo di essere nel giusto, anzi che il suo operato fosse più che necessario.
Le forze lo abbandonano di colpo, costringendolo ad aggrapparsi alla ringhiera. Il mare impetuoso e arrabbiato sotto di lui gli ricorda la voce tonante di suo padre e le lacrime esplodono violente e inconsolabili proprio come era accaduto quel mattino a scuola, quando il maestro li aveva messi a conoscenza della scomparsa di Samuele. Aveva pianto anziché sentirsi sollevato e orgoglioso per quanto aveva fatto e tutti lo avevano guardato con stupore perché non si sarebbero aspettati proprio da lui una reazione simile. Era stato un pianto di colpa, di paura e carico della consapevolezza di aver commesso qualcosa di aberrante. Lo avevano spaventato la foga con la quale si era accanito contro quel bambino e la gioia che aveva provato nel sentirlo implorare pietà.
“Sono poi così diverso da Samuele e da tutti gli altri?” si chiede ora.
Le grida disperate di Selvaggia lo fanno trasalire e voltare bruscamente verso la porticina che conduce all’interno del palazzo.  È andato molto vicino al togliere la vita a questa giovane donna che ha deciso di fruttare la sua bellezza, l’unica cosa che la società ritiene importante in una donna.
È seduta sul pavimento impolverato dell’atrio dove il suo angelo gli aveva detto di lasciarla e sta stringendo forte a sé Mirco che cerca invano di consolarla.
“L’ho traumatizzata” sospira Antonio. Ora che ha capito come stanno le cose non può fare a meno di vedere Selvaggia per l’essere umano fragile che è e non più come una subdola anima da punire.
Valerio Rossi che lui aveva pensato essere un demone si avvicina loro e tenta a sua volta di tranquillizzare la ragazza e il suo intervento risulta essere efficace, segno di come tutto può essere quest’uomo tranne che un demone incarnato.
<< I demoni erano altri >> sussurra, stringendo forte con le mani la ringhiera della balconata interna alla quale è appoggiato.
Avrebbe dovuto capire che qualcosa non andava già dal momento in cui quella che credeva essere un angelo gli aveva detto di lasciare lì la ragazza e portare nella stanza solo Mirco. Infatti, non gli era stato mai impedito prima di allora di condurre nell’ala ovest nessuna delle anime che scioccamente lui credeva avrebbe salvato.
Dopo quanto gli ha visto compiere questa notte gli è chiaro perché fossero molto interessati a questo ragazzo, che si è trasformato in un uomo capace di ridare la libertà a delle anime condannate a restare bloccate su questa terra. Una persona con un tale potere può solo essere scomoda a chi ha usato lui per imprigionarle.
Il suo angelo, che Mirco ha più volte chiamato ‘Emissario dell’Ombra’, ora è stato distrutto. L’Ombra non può essere imprigionata, né accusata di alcun tipo di reato. Sarà lui, quindi, ad essere considerato l’unico responsabile di questi omicidi, sebbene sia a sua volta una vittima proprio come i disgraziati che sono morti per mano sua. Potrebbe anche raccontare la verità ed essere giudicato infermo di mente, così da finire il resto dei suoi giorni in un Ospedale Psichiatrico Giudiziario, ma non trova sia giusto che debba essere l’unico a pagare per ciò che è successo. Purtroppo, però, è così che andrà e c’è solo una cosa che possa salvarlo da un futuro di reclusione e sofferenza addirittura peggiore di quanto non sia stato il suo passato.
Mirco alza lo sguardo verso di lui come se avesse scoperto le sue intenzioni, cosa che non lo stupisce, dato che per quanto ne sa potrebbe essere in grado di leggergli nel pensiero. Per questo si allontana in fretta dai suoi occhi per tornare fuori.
“Sono anche io un’anima dannata. E’ giunta l’ora che trovi la mia pace” pensa guardando il mare impetuoso sul quale si affaccia la terrazza. “Dentro di me sentivo che sarebbe finita così”.
Infila i piedi tra gli spazi liberi della grande balconata in pietra dalla quale ha gettato le sue vittime e si sporge ad osservare le onde infrangersi contro la parete rocciosa. Il terrore lo assale.
Ne ha prese tante di bastonate, cinghiate, calci e pugni al punto da essere arrivato a non provare più alcun dolore fisico, eppure ora non può fare a meno di chiedersi quanto male potrà fargli schiantarsi contro l’acqua per poi essere da questa sballottato come la biglia in un flipper scagliata ripetutamente contro le rocce. Razionalmente sa che morirà a causa dell’asfissia oppure per aver perso i sensi al primo scontro contro la parete rocciosa, ma questi elementi logici non riescono a rassicurarlo e a convincerlo a compiere anche lui il suo salto.
<< Sei proprio sicuro che sia la soluzione migliore per te? >>.
La voce inattesa di Mirco alle sue spalle lo fa trasalire. Il sorriso sereno che questi ha sulle labbra lo imbarazza e irrita allo stesso tempo.
<< Non è la migliore, ma è l’unica per essere libero >> ribatte stizzito volgendo lo sguardo al mare. << Quando questa storia verrà fuori mi vedranno come un mostro e mi metteranno in prigione. Non potrò difendermi raccontando di essere stato ingannato. Io… io non avrei mai avuto il coraggio di fare del male a nessuno. Se fosse stato così il primo di cui mi sarei sbarazzato sarebbe stato quel folle di mio padre. Io sono una persona buona, Mirco, e in troppi si sono presi gioco di me. Alla fine, però, sarò l’unico ad essere punito e tu… tu non puoi immaginare come ci si senta >>.
Avvilito Antonio china il capo fino ad appoggiare la fronte contro la pietra fredda dando sfogo alle lacrime. Trasale al tocco gelido della mano del ragazzo, che con dolcezza gli avvolge la spalla stringendola appena. 
<< Posso immaginare cosa provi, credimi >> sospira affranto. << Anche io verrei giudicato pazzo se raccontassi in giro che razza di vita mi ritrovo a vivere. Tu sei stato usato dall’Ombra, io invece sono un servo della Luce. Mi chiamano Guardiano, ma alla fine non c’è molta differenza. So anche cosa si provi ad essere punito ingiustamente a seguito di un raggiro perché mi è successo e anche per me non c’è alcun perdono >>.
<< Com'è possibile non ci sia perdono? Tu sei dalla parte dei buoni >> esclama Antonio confuso e il ragazzo ride di una risata amara.
<< Lo pensavo anche io, sai? Pensavo che la Luce rappresentasse il bene e l’Ombra il male. Ora non lo so più >> sospira appoggiando i gomiti alla ringhiera. << La Luce mi ha punito per essere caduto nella trappola di una delle anime che mi ha chiesto aiuto. Incredibile, non è vero? Non ha voluto sentire ragioni, perché secondo lei mi sono fatto coinvolgere troppo. Così eccomi qua: privato delle guide che mi proteggevano e aiutavano nel mio compito in questo mondo fatto di Ombra pronta a impossessarsi di me. Come lasciare un uomo nel deserto senza neppure una goccia d’acqua con sé, ci pensi? >>.
Antonio annuisce meccanicamente sebbene non sia sicuro di cosa stia provando in questo momento. La propria sofferenza gli sembra nulla dinanzi a quella che deve vivere costantemente questo ragazzo così giovane e fragile.
<< Sono trascorsi ormai due mesi dal giorno in cui sono stato punito e ho pensato anche io tante volte di farla finita >> gli sta dicendo sporgendosi dalla ringhiera e Antonio gli posa una mano sulla spalla per tirarlo indietro.
<< Sei gentile a preoccuparti per me, ma stai tranquillo: non ci tengo a rimanere a guardia del mio corpo fino a che non si sia del tutto sfaldato >>.
<< E perché mai dovresti fare una cosa simile? >> gli chiede Antonio inorridito.
<< Perché è questo che spetta a chi commette suicidio. Si è costretti a vegliare il proprio corpo finchè questo non diventa polvere >>.
<< E poi… cosa succede quando il corpo non c’è più? >>.
<< Si viene estinti >> risponde Mirco, guardandolo dritto negli occhi. << Se la possibilità che è stata donata di apprendere attraverso la vita non viene colta e, anzi, con disprezzo ci si disfa di essa, allora si viene giudicati immeritevoli. Non ci saranno più reincarnazioni perché non c’è più nulla da imparare. Per questo l’anima viene estinta >>.
<< Ma non… non è giusto… >> sussurra Antonio esterrefatto.
<< E perché mai dovrebbe esserci qualcosa di giusto? >> ribatte il ragazzo facendo spallucce. << Il libero arbitrio comporta l’assunzione delle responsabilità delle proprie azioni e delle proprie scelte. Chi dona la vita non la prende bene se questa viene rifiutata >>.
<< Ma dovrà pur esserci qualche eccezione! Voglio dire, i malati terminali o coloro che si uccidono per sottrarsi alla violenza… >>.
<< Quelli non sono il tuo caso, Antonio, e neppure il mio >> lo interrompe Mirco perentorio. << Noi non abbiamo motivazioni valide, amico mio, è molto semplice. Quindi che farai? Accetterai la sorte sperando nel perdono e nella possibilità offerta da un’altra vita, oppure salterai verso i tuoi ultimi anni di esistenza su questa terra divenendo guardiano indiscusso dei tuoi poveri resti? >>.
Antonio sospira e volge lo sguardo al mare sotto i loro piedi. La sua vita è stata triste, piena di paura e solitudine e crede di meritare di meglio che trascorrere l’esistenza a badare al proprio corpo lentamente divorato dai pesci o dai vermi, a seconda della fine che questo farebbe, per poi estinguersi senza poter provare anche solo una volta il calore di una vita piena d’amore. Così annuisce, nonostante il dolore e la sofferenza che potrebbe ancora patire in questa vita.
<< Perché stai cadendo nel tranello di questo Guardiano? >>.
Fermo con un piede a mezz’aria, Antonio viene catturato da questa strana voce capace di accapponargli la pelle. Si volta verso il mare dal quale sembra provenire e torna a guardare di sotto.
<<  Ha ucciso il tuo angelo senza alcuna pietà, ti propone di lasciare che ti arrestino e rinchiudano in carcere per il resto dei tuoi giorni e tu lo segui senza pensare che si stia prendendo gioco di te? >>.
“Siete voi che vi siete presi gioco di me. Chiunque voi siate lo avete fatto per tutti questi anni” ribatte, attratto dalle onde che fragorose si infrangono contro la parete rocciosa.
<< Noi ti abbiamo amato, Antonio. Sei stato importante per noi e non permetteremmo mai che ti venga fatto del male, né in questo mondo né nell’altro >>.
“Non c’è perdono”.
<< Sì chè c’è! Vieni da noi, Antonio. Lascia questa vita che ti ha saputo dare solo sofferenze. Ricordi quanto eri felice di incontrare il tuo angelo? Ricordi come solo i momenti trascorsi con lei erano gioiosi per te? >>.
Certo che ricorda le serate trascorse con la sua amata quando compariva dinanzi a lui ogni volta che giungeva in questo luogo con una nuova anima da salvare. Erano dolcissime quelle notti quando interrompeva le sevizie al disgraziato di turno per concedersi lunghissime ore d’amore con lei. Lei che quella notte di ormai moltissimi anni fa’ lo aveva cullato tra le braccia bianche come la neve e confortevoli nelle quali aveva trovato conforto.
<< Le persone che hai ucciso meritavano di morire >> dice la voce rimbombando ipnotica nella sua testa. << Hai donato un servizio al mondo liberandolo della loro presenza e la Luce questo lo sa e per questo ti sta condizionando. Come Samuele, ora rinchiuso in uno specchietto, tu vivrai prigioniero per il resto dei tuoi giorni e nessun perdono ti verrà dato dagli uomini. Noi non vogliamo che tu soffra per mano di persone che ti giudicheranno pazzo e come tale ti tratteranno. Vieni da noi! Compi questo grande salto verso la libertà e non dovrai avere più paura, perché nessuno ti farà del male, qui! >>.
In fin dei conti, non ha tutti i torti questa voce. Antonio non fatica ad immaginare quanto male avrebbero fatto Samuele e Calogero insieme se lui non avesse posto fine alla vita di quel bambino maledetto. Non può essere stato tutto vano, in fondo.
<< Tu lo sai, Antonio. Lo sai che ho ragione! Tu non vuoi trascorrere il resto dei tuoi giorni in galera tra assassini, depravati e farabutti che ti tratterebbero proprio come Samuele e Calogero >>.
Trasale nel vedere all’improvviso comparire dinanzi agli occhi le scene più cruente della sua infanzia che vedono come protagonisti il suo rispettabilissimo padre e il bambino più bravo e più buono del mondo. Ha patito tanto queste situazioni e ha bramato a lungo un conforto che non riusciva a trovare tra le braccia di sua madre, muta e sorda dinanzi ai suoi pianti e alla violenza del marito e dei coetanei.
“Mi garantisci che sarò libero?” gli chiede, desiderando più di ogni cosa di non ritornare con la mente al suo passato, alla sua solitudine, al suo dolore.
<< Certo che lo sarai. Devi, però, portare il Guardiano con te. Sarà lui a garantirti la libertà >>.
Una morsa chiude lo stomaco di Antonio, che si piega in avanti senza fiato.
<< Tutto bene? >> gli chiede Mirco sorreggendolo e lui alza lo sguardo a incontrare il suo, inconsapevole, innocente. Dovrebbe rinunciare all’offerta di questa voce ammaliatrice, ma ha troppa paura di ciò che lo aspetta. Così getta le braccia al collo del ragazzo, che accoglie l’esplosione di lacrime con la quale lo investe. Stringe il corpo spigoloso e magro di lui contro il proprio cercando di ignorare le parole di conforto che gli sta sussurrando all’orecchio. Parole che non merita e che vorrebbe solo smettesse di pronunciare.
<< Mi dispiace! >> esclama riuscendo a zittirlo. << Mi dispiace >> ripete stringendolo ancora più forte a sé.
Quando Mirco si accorge delle sue intenzioni è già troppo tardi. Tenta di divincolarsi, di chiamare aiuto, ma lo solleva di peso per appoggiarlo alla ringhiera come tante volte ha fatto con i corpi ormai esanime delle sue vittime. Questa volta, però, non getterà il masso al quale le assicurava affinchè si ancorassero al fondale marino. Questa volta si dà uno slancio e usa il suo peso per scivolare con Mirco al di là della balconata e cadere insieme a lui nel vuoto.
 
***
 
Fox batte meccanicamente la mano sulla spalla di Selvaggia, scossa da singhiozzi violenti, ma la sua attenzione si è distolta da lei nel momento in cui Mirco ha deciso di salire quella maledetta scala per andare ad ‘evitare che quell’idiota vanifichi tutti i nostri sforzi’.
Avrebbe volentieri mollato lì la ragazza per seguirlo, ma lui gli ha più volte detto che Antonio è innocuo ormai, grazie al perdono ricevuto dalle sue vittime. Persino Ylenia è tornata nel diaspro non appena Calogero ha spiccato il volo per compiere il suo ‘salto’ e questo dovrebbe rassicurarlo del fatto che il pericolo è davvero passato. Allora perché non riesce a stare tranquillo?
<< Questa situazione non piace neppure a me, Liber >> gli dice Marco, del quale è tornato a percepire solo la voce. Se suo fratello è preoccupato allora c’è davvero qualcosa che non va e questo lo porta a volgere nuovamente lo sguardo verso la porticina che dà sul terrazzo.
<< Cosa succederà adesso? >> gli domanda Selvaggia strappandolo ai suoi pensieri.
<< La polizia sarà qui a breve insieme al sindaco. Porteranno via Antonio e noi passeremo la notte in commissariato a rilasciare le nostre deposizioni su quanto è successo >>.
La ragazza si allontana da lui e asciuga le lacrime che hanno sciolto il rimmel disegnandole lunghe strisce nere sulle guance.
<< Faranno delle indagini su ognuno di noi? >> sussurra fuggendo il suo sguardo.
<< C’è qualcosa che ti preoccupata? >> le chiede senza girarci troppo attorno e lei scuote forte la testa, volgendo lo sguardo al pavimento polveroso sul quale sono seduti. << Senti, so che non sempre chi prende una deposizione sa essere libero da pregiudizi e quindi posso capire perché tu sia turbata all’idea che possano indagare su di te. Non si fatica ad immaginare cosa la gente possa pensare di una ragazza che partecipa a un concorso di bellezza >>.
La ragazza sospira e annuisce piano, passando ancora una volta la mano sul viso che peggiora la situazione creata dal rimmel.
<< Io non mi aspettavo nulla di simile >> sussurra incredula.
<< Credimi, nemmeno io >> ammette facendola sorridere. << Quando ho ricevuto il messaggio da Mirco ho pensato stesse prendendomi in giro. Avrei preferito incazzarmi per uno dei suoi ennesimi scherzi piuttosto che finire quassù e ritrovarmi ad avere a che fare con un pazzo >>.
<< Non avrei mai immaginato che il direttore del ‘Miramare’ potesse essere capace di una cosa simile. Perché, poi? Da Calogero potevo aspettarmi di tutto, ma da lui… continuava a vaneggiare su Dio, sulla bellezza e sulle anime da purificare. Da quel che diceva sembrava aver già ucciso altra gente >>.
<< E’ possibile >> annuisce Fox facendola impallidire.
<< Allora perché hai permesso a Mirco di andare da lui, dato che voleva ucciderci entrambi? >>.
<< Questa sì che è una domanda davvero interessante >> sbotta Marco ancor più nervoso di prima.
Ha ragione, è una domanda più che legittima quella che gli ha posto la ragazza. Lei non sa cosa sia successo in questo luogo nelle ultime ore ed è meglio che continui ad esserne all’oscuro, ma di quanto sia illogico il loro comportamento è chiaro persino a una donna sotto shock.
<< Mi ha detto che prima di morire Calogero gli ha chiesto di dirti di non contattare Mendez >> dice cambiando palesemente discorso. La ragazza resta a bocca aperta.
<< Calogero è morto? >> gli chiede con un filo di voce.
<< A quanto pare sì. Antonio lo ha ucciso nella casa nella quale vi hanno portato prima di venire qui >> le dice e lei scuote piano il capo.
<< Io… non ricordo nulla di una casa… eravamo in quel garage all’hotel… Antonio ha colpito Mirco con un taser e poi ha fatto lo stesso con me… mi sono risvegliata dentro il portabagagli di un’auto e ricordo solo di essere stata colpita di nuovo da lui col taser >>.
<< Non sforzarti di recuperare i ricordi >> la tranquillizza Fox. << Sei sotto shock e sei stata svenuta per la maggior parte del tempo. Per quanto riguarda questa faccenda non hai molto da dire. Per tutto il resto, invece… beh, credo tu faccia bene a dare retta a Calogero. Mendez è uno stronzo, Selvaggia >> dice, cercando lo sguardo della ragazza. << Uno stronzo abituato ad usare le persone finchè gli sono utili e poi gettarle via. Non otterresti nulla di buono da uno come lui, credimi >>.
La ragazza annuisce piano, dando l’idea di aver già intuito quanto lui le sta dicendo. È giovane, dopo tutto, e non meritava di capire come gira il mondo grazie a una simile brutta avventura. Forse, però, questa stessa avventura l’ha salvata dal cadere in una trappola dalla quale ne sarebbe uscita a pezzi.
Selvaggia gli sorride e sta per dirgli qualcosa, ma nello spazio di un respiro il diaspro diviene pesante e Alex grida facendogli dolere la testa.
<< Il Guardiano d’Ombra è qui! Corri da Mirco, presto! >> esclama e Fox corre veloce su per la scala con la ragazza alle calcagna e il cuore in gola.
Quando raggiunge la porticina che dà sulla terrazza si rende conto di come siano stati sciocchi a sottovalutato la situazione. Si precipita verso Antonio nel tentativo di liberare Mirco dalla sua stretta, ma sono già troppo sporti al di là della ringhiera. Mirco tende la mano verso di lui ed è l’eco del suo nome quello che risuona nella notte quando insieme al serial killer cade nel vuoto.
<< Mirco! >> grida Fox, sovrastando lo strillo acuto di Selvaggia. Si rende conto quasi per caso di stare liberandosi dei vestiti e delle scarpe e avverte appena il gelo del cornicione della ringhiera sotto i piedi quando con un salto vi sale sù.
<< Cosa cazzo vuoi fare, Liber! Fermati! >> grida Marco alle sue spalle, ma lui ha già spiccato il salto.
Il vento è forte questa notte e gli graffia il viso e il corpo come tante lame affilate. Negli occhi terrorizzati che Mirco gli tiene puntati addosso ritrova la stessa disperazione che ha provato quando l’Emissario lo ha buttato giù allo stesso modo da quella balconata. Questa volta, però, non prova alcun timore ma solo la ferma determinazione a salvare il suo amico. Può preparare il corpo all’impatto con l’acqua che sarà meno doloroso, anche perché non spezzerà direttamente lui la superficie.
Quando Mirco e Antonio la infrangono Fox riempie i polmoni d’aria e posiziona la testa e le braccia in modo che siano pronte ad entrare nello stesso squarcio da loro creato. Sa di avere poco tempo, perché Mirco non avrà fatto scorta d’aria e per questo nuota svelto per raggiungere i due. Questi, però, non risalgono una volta finita l’accelerazione causata dalla caduta, ma anzi continuano ad andare a fondo e senza che Antonio nuoti per spingerli ancora di più verso gli abissi.
<< Non è quell’uomo a spingerlo a fondo! È il Guardiano d’Ombra che li sta attirando a sé >> gli spiega Alex e due punti di luce rossa intensa e molto poco rassicurante iniziano a brillare nel nero inchiostro dell’abisso nel quale si sta addentrando.
“E quello che cazzo è?” grida Fox, bloccando il suo frenetico nuotare.
Una creatura orribile si muove nervosa avanti e indietro, le braccia protese verso l’alto in attesa di ricevere il dono portatole dal suo cacciatore. Gli occhi vermigli, grandi e luminosi fissano con determinazione Mirco ed è l’unica parte del suo corpo cosa che si riesce a distinguere. Il resto, infatti, è un’ombra nera che si espande e ritrae, danzando in un moto continuo.
Mirco tenta di allontanarsi da quei lembi d’ombra che come mani bramose scaraventano lontano il corpo di Antonio, diventato inutile, ora che ha assolto al suo ultimo compito. Una coltre d’ombra si chiude attorno alle gambe e al busto del ragazzo, che, terrorizzato, protende le braccia verso Fox.
Questi spinge ancor di più i muscoli per portarsi a bracciate frenetiche verso di lui, ormai prossimo a perdere i sensi. Se accadesse a nulla varrebbe salvarlo.
“No, non può finire così, non deve finire così!” pensa Fox, afferrando le braccia di Mirco che ondeggiano inerti.
Con un colpo di reni porta le gambe verso il basso e inizia a nuotare in direzione opposta, ritrovandosi, così, ad ingaggiare un terribile tiro alla fune con quella creatura infernale che non vuole saperne di cedergli l’ambita preda. Agendo da vigliacco, infatti, lo colpisce con queste sue estensioni fatte d’ombra solida, crivellandolo di colpi al busto, allo stomaco, alla schiena, ma Fox non cede e continua a tirare verso l’alto guadagnando terreno.
“Non te lo lascio, maledetto!” pensa, sentendo però il fiato iniziare a mancare e i muscoli stremati dalla continua e ormai lunga lotta. Il mostro sa bene che prima o poi cederà e diverrà un’ennesima bambola inanimata, che risalirà in superficie per spiaggiare senza vita e si diverte a torturarlo, ridendo del suo essere convinto di riuscire ad averla vinta su di lui.
“Non ce la faccio! Maledizione, non ce la faccio!” pensa Fox, sentendosi prossimo al perdere i sensi.
Il Diaspro si accende di colpo e un fascio di luce dorata e calda si propaga da lui illuminando a giorno il fondale marino. Spaventato, il Guardiano d’Ombra corre a rifugiandosi negli anfratti bui che abita e fuggendo colpisce i tetri involucri nei quali Antonio ha avvolto le sue vittime. Questi tremano fino a staccarsi uno ad uno dal loro supporto, iniziando una lenta risalita verso la superficie.
“Devo tornare su anch’io!” esclama Fox, stremato al punto che le gambe non rispondono più ai suoi comandi.
La luce dorata, però, lo avvolge e si ritrova tra le braccia di Ylenia che lo trascina veloce verso la superficie. Prossimo al tracollo, chiede un ultimo sforzo al suo corpo e si preoccupa solo di tenere salda la presa attorno ai polsi di Mirco.
Quando rompe la superficie dell’acqua, l’aria che torna a riempire i polmoni gli provoca colpi di tosse convulsa. Nonostante questo, si assicura di tenere la testa del suo assistente fuori dall’acqua mentre Ylenia li conduce agli scogli. Esaurito il suo compito fa ritorno nel diaspro, proprio mentre Fox adagia Mirco sulla stessa roccia dove si era fermato lui quando era riemerso dagli abissi dopo l’incontro con i cadaveri delle vittime di Antonio.
Senza perdere altro tempo, inizia a praticargli il massaggio cardiaco e la sua ansia aumenta ad ogni compressione e ventilazione che non crea una reazione nel ragazzo.
<< Dai, Mic non puoi farmi questo! >> grida angosciato, portando avanti la rianimazione con gli occhi velati dalle lacrime e il timore sempre più forte di stare sprecando tempo, energie e fiato.
<< Ragazzo mio, basta. Non c’è più nulla da fare >>, così gli aveva detto uno dei suoi professori, mentre si accaniva con lo stesso ardore sul corpo di Marco. Aveva continuato a praticargli la rianimazione cardiopolmonare finchè non era arrivata l’ambulanza e i paramedici avevano dovuto staccarlo a forza da lui.
<< Lascia fare a noi >> gli avevano detto, mentre gli applicavano le piastre del defibrillatore che aveva scosso il corpo di suo fratello, che, però, non si era svegliato. Gli avevano dato altre tre scariche senza ottenere alcun successo prima di decidere di caricarlo sull’ambulanza.
Fox aveva sgomitato e gridato affinchè lo facessero salire a bordo, ma i ‘no’ erano stati categorici. Quando il portellone si era chiuso era stato per lui chiaro che non avrebbero continuato a tentare di rianimarlo.
<< Non posso perdere anche te! Non voglio perdere anche te! >> grida ora, premendo sul torace scarno di Mirco, deciso a non fermarsi finchè non rivedrà i suoi occhi aprirsi curiosi sul mondo.
Dopo innumerevoli compressioni il corpo del ragazzo si scuote e Fox grida euforico. Mirco tenta di respirare e sputare acqua allo stesso tempo e lui lo rigira sul fianco battendogli sulla schiena.
<< Bravo, liberatene >> gli sussurra all’orecchio, felice di sentire il cuore battere nuovamente e i polmoni gonfiarsi d’aria sotto le mani. I suoi singhiozzi si uniscono ai colpi di tosse di Mirco e sa che dovrebbe lasciarlo andare per permettergli di respirare meglio, ma non può fare a meno di tenerlo stretto a sé per rassicurarsi del fatto che la vita anima davvero il suo corpo.
<< Grazie >> sussurra il ragazzo tra un colpo di tosse e l’altro, aggrappandosi al suo braccio con tutte le forze, lo stesso che Marco aveva stretto con vigore prima che le forze lo abbandonassero per sempre.
<< Non potevi fare nulla per me, Liber >> gli sussurra Marco, che percepisce accanto a sè e le sue parole creano nuove lacrime.
Suo fratello ha ragione. Gli è stato strappato dalle mani da una crisi epilettica e non da un Guardiano d’Ombra contro il quale ha potuto lottare e forse è anche per questo che è euforico per essere riuscito a riportare Mirco tra i vivi.
<< Questa volta ce l’ho fatta >> sussurra tra i singhiozzi.
Le grida di Selvaggia sono talmente disperate da sovrastare il fragore delle onde e raggiungere loro che alzano entrambi verso la terrazza del convento abbandonato dal quale alcuni fasci di luce perlustrano il tratto di mare dove entrambi hanno appena rischiato di morire.
<< Il sindaco e la polizia devono essere arrivati, finalmente >> constata Fox, gridando di rimando per rassicurare la ragazza e chiunque sia lassù con lei del fatto che stanno bene.
<< Sarà meglio che vi mettiate d’accordo sulla versione da presentare alle autorità >> li mette in guardia Marco.
In effetti devono trovare una storia abbastanza forte e valida che impedisca a chiunque di pensare che loro possano essere in qualche modo coinvolti in tutta quanta questa assurda storia. Gioca a loro favore il fatto che sia Antonio che Calogero siano morti e che Selvaggia si sia risvegliata poco dopo che questi ha compiuto ‘il salto’.
<< Oh cazzo, guardate! >>.
Mirco volge lo sguardo verso il mare e Fox lo imita, allertato da quanto detto dal fratello. Il suo assistente impreca e lui aguzza lo sguardo finchè non vede a sua volta i corpi delle vittime di Antonio riemergere come tanti canotti sgonfi. Le onde sembrano divertirsi a gettarli contro la parete rocciosa più e più volte, aprendo gli involucri dai quali parti dei cadaveri che contengono iniziano a saltare fuori.
<< Temo dobbiate trovare una giustificazione anche a questo >> borbotta Marco inorridito.
Un’onda più forte delle precedenti li investe gettando il corpo esanime di Antonio ai loro piedi, giusto per un istante, il tempo forse di un saluto prima di riprenderselo e coinvolgerlo nella sua eterna danza.
<< Dovremmo… dovremmo recuperarlo >> sussurra Fox incapace, però, di muovere un solo muscolo.
<< E’ solo un corpo vuoto. Glielo avevo detto di darsi un’altra opportunità, ma ha preferito farsi fregare per l’ultima volta >> ribatte Mirco tetro, mentre alle loro spalle il rumore assordante delle sirene annuncia l’arrivo dei soccorsi e la fine di quest’assurda storia.  
   
 
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