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Autore: lmpaoli94    28/12/2022    0 recensioni
La vita di un professore scolastico può cambiare il corso degli eventi di molti fattori.
Come ad esempio quello di Marco, giovane contadino libero di pensare, di agire, di amare chiunque l'avesse davvero capito.
Poi c'è la vita di Ginevra di dieci anni più giovane.
Ragazza solare che non ha mai conosciuto la vera vita: quella di passioni, tormenti, tristezze e di una vicinanza mancata da parte di suo padre.
Quel padre che era l'unico uomo che l'aveva sempre capita e quella distanza familiare avevano reso sua madre adirata e senza sentimenti.
Ma Ginevra non vuole fare gli stessi errori della madre.
Lei vuole amare, odiare, essere felice, anche a costo di mettere a repentaglio la sua stessa esistenza.
E mentre quegli sguardi andranno ad incrociarsi l'ultimo giorno di scuola di una quinta superiore, Ginevra dovrà parlare a cuore aperto, prima che tale riniego possa cambiare la sua stessa vita.
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
Capitoli:
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Ginevra aveva ritrovato quella serenità perduta da tempo.
Ma anche se in cuor suo, non l'aveva mai persa grazie al cuore e alla vicinanza di Marco.
Marco, un uomo misterioso che ha saputo aprirsi al cuore di una ragazza che non la smetteva di sorridere.
E mentre l'esame di maturità era alle porte, la giovane ragazza si sentiva nervosa, come se stesse per succedere qualcosa.
Ginevra toccava a malapena cibo e aveva voglia di rimanere da sola con i suoi pensieri.
Ma questo Marco non l'avrebbe permesso, accarezzando quel volto e quel corpo che aveva assoluto bisogno d'amore.
< Ehi, cos'è tutta questa tristezza? >
< Domani darò la prima prova di maturità e sinceramente, non mi sento me stessa. >
< Lo capisco bene, Ginevra. È normale visto che stai per fare una prova importante che ti porterà avanti in questa vita. Ma tu sei bravissima e potrai fare qualsiasi cosa. Anche superare questa paura. >
< LO credi davvero? >
< Mai stato più sicuro prima d'ora > rispose l'uomo sorridendo < Adesso vieni con me. Non mi piace rimanere da solo, soprattutto adesso che ho te. >
Ma prima che i due amanti potessero mischiarsi in effusioni d'amore, qualcuno bussò all'appartamento dell'uomo.
< Chi sarà mai? Aspetti forse qualcuno? >
< Io no. >
Ma l'uomo non poté immaginare che davanti a lui si ritrovò una donna con sguardo truce e con il cuore a pezzi.
< Signora Emanuela, non l'aspettavo. >
La donna non proferì parola, concentrando il suo sguardo verso sua figlia con la guardava con astio.
< Marco, avrei bisogno di parlare con mia figlia. >
< Certo. Venga pure. >
La donna non si era permessa di sputare ingiurie contro colui che aveva cambiato per sempre il destino e l'animo di sua figlia, non condividendo quell'amore sincero che i due profetizzavano.
< Mi duole molto sapere che lei non mi ha avvertito che mia figlia si trovava qui da lei. Ma solo poco dopo ho capito il perchè. >
< Mamma, cosa stai dicendo? >
< Ti parlerò io privato. Se il signor Marco... >
< Mi troverete nell'altra stanza e vi prometto che non ascolterò niente. Ma se avrete bisogno di me... >
< Non ce ne sarà bisogno > rispose la madre di Ginevra < Non sono venuta qui per picchiare mia figlia. Ma per parlare da persona ragionevole. >
< D'accordo. >
Emanuela avrebbe detto tante cose a quella figlia che l'aveva abbandonata, ma il dolore della sua lontananza aveva cancellato tutto.
< E' stata la tua amica Barbara a dirmi dei tuoi problemi. O anzi meglio, del tuo segreto. >
< Di quale segreto stai parlando, mamma? >
< Avanti Ginevra, credi che io sia una stupida? Lo so bene che tu e il professore di lettere avete una storia d'amore. >
< Ma lei... come diavolo... >
< Vi ha visti in atteggiamenti intimi quando sei andata a scuola l'ultima volta. E anche se ha cercato di trattenere il segreto per proteggerti, quando ha sentito che tu te ne eri andata, tali parole non potevano essere imprigionate nella sua bocca. Ed è per questo che... >
Ginevra non poteva credere di essere stata tradita senza che lei se ne potesse accorgere, ma in fondo era quasi un bene che tale segreto avesse preso la via della verità.
< E quindi adesso sei venuta qui per riportarmi a casa con la forza? Non mi sorprenderebbe visto che è l'unica cosa che riusciresti a fare. >
< No, Ginevra. Sono venuta qui per sincerarmi del tuo perdono. Perdonami se in tutti questi anni ti ho soffocato. Perdonami se ti sono sempre stata addosso non carpendo i tuoi reali sentimenti. Ma gli sguardi incrociati che tu hai con il tuo fidanzato, mi hanno fatto capire subito che la tua miglior felicità è rimanere qui. >
< Cosa? Lo pensi davvero? >
Emanuela parlava a sua figlia con le lacrime agli occhi quasi come se fosse emozionata.
Emozionata nel dire quelle parole sincere cancellando quell'attrito e quell'odio che si era venuto a creare.
Ginevra non poteva credere a tutto ciò, evolvendo tale emozione in un abbraccio sincero.
< Io ti voglio tanto bene, bambina mia. E anche se continuerai a crescere, ricordati sempre che puoi contare su tua madre e che farei qualsiasi cosa per te. Anche se c'è qualcun altro che ti proteggerà al posto mio. >
Richiamando Marco, Emanuela non poteva che essere felice nel vederli insieme.
< Mi dispiace davvero non aver capito quasi niente di mia figlia. Il suo atteggiamento silenzioso esploso in una ribellione che non ho potuto comprendere quel vortice di amore che la stava avvolgendo. Non gli sono rimasta accanto non capendola, ma tu sei il suo salvatore. E questo non può che rendermi fiera di te. >
< La ringrazio per queste parole, Emanuela. E sua figlia per me è come il raggio di sole che inonda le mie giornate tristi. >
Baciandosi appassionatamente dinanzi alla donna, Emanuela capì che era giunto il momento di andare.
< Buona fortuna per domani, Ginevra. >
< Grazie mamma. Per tutto. >
In fondo la madre di Ginevra non era quella donna cattiva e senza emozione che si poteva credere.
Il modo in cui quel perdono così sincero andò ad infrangersi nei sentimenti della sua stessa figlia, gli fece tornare il buon umore e pensare al suo futuro e alla sua prova di maturità con quella tranquillità che da tanto tempo aveva cercato di inseguire.

 

 

Il temuto giorno era arrivato.
Ginevra si alzò di buon mattino, baciando sulla fronte il suo amato che dormiva beatamente tra quelle lenzuola.
< Ginevra, è già ora? >
< No. Mi sono svegliata perchè non riuscivo più a dormire. >
< Ma che ore sono? >
< Le sei del mattino. >
< Le sei? Ma torna a letto, Ginevra. >
< No, Marco. E poi ho bisogno di ripassare e di prendere una boccata d'aria. >
Marco capì nei suoi occhi che la sua preoccupazione stava riprendendo il sopravvento.
< Ginevra, sei sicura di stare bene? >
< Assolutamente sì. Soprattutto ora che ho fatto pace con mia madre. >
< Già. Una bella benedizione che nemmeno io mi sarei mai aspettato. >
< Lei dice che non mi aveva capito, ma nemmeno io sono riuscita a capire lei. Voleva solo proteggermi alla sua maniera e io che gli remavo contro come un'adolescente ribelle. Dovrei odiarmi per essermi comportata così. >
< E' vero. Ma se tu non te ne fossi andata, non ti avrei confessato le mie paure. Avevo davvero bisogno di rimanere vicino a te. Di essere compreso per quello che sono. Forse tu non te ne accorgi, ma hai salvato la mia anima. >
Ginevra, nonostante quelle parole, sapeva molto bene di aver salvato il suo amato.
Un uomo bisognoso d'amore.
Un uomo che non voleva essere abbandonato.
< Adesso però vado a farmi colazione. Ti preparo qualcosa? >
< A quest'ora? Penso che un buon caffè vada bene. >
< D'accordo. >

 

 

Dopo avergli preparato la colazione, Ginevra uscì dall'appartamento dell'uomo per fare una corsetta e liberarsi da tutti quei pensieri.
La giovane ragazza si sentiva pronta e la sua notte prima degli esami era stata incredibile e inverosimile.
Ora che aveva ricevuto il perdono da quella donna che era rimasta la sua famiglia, doveva occuparsi di un'ultima cosa per sancire l'amore con Marco.
L'ultimo passo per la sincerità e il legame indissolubile.

 

 

Giunta a scuola, Ginevra non si andò ad aggregare con i suoi amici.
Aveva bisogno di parlare con una persona in particolare che più tardi sarebbe stato l'ultimo ostacolo per il suo anno.
Ma prima s'imbatté in Barbara che in preda ai sensi di colpa, non sapeva ancora come la sua amica poteva reagire dopo aver spifferato il suo segreto a sua madre.
< Ginevra, mi dispiace per come mi sono comportata nei tuoi confronti. Io ero preoccupata per te e quel professore... >
< Non ti preoccupare, Barbara. Io e mia madre ci siamo chiariti una volta per tutte e devo dire che hai fatto bene a dirle tutto. I segreti non possono che compromettere i nostri rapporti, ma tu hai deciso di andare contro questo muro. Sei stata molto coraggiosa e io ti ringrazio. >
< Davvero non ce l'hai con me? >
< Perchè dovrei avercela con te, Barbara? Sei la mia migliore amica. >
Dopo un breve abbraccio che rinsaldava quell'amicizia, Ginevra vide dinanzi a lei quella professoressa che aveva fatto soffrire per tanto tempo il suo amato.
Un'occasione così non poteva farsela scappare Ginevra, anche se metteva in pericolo la sua posizione di studente.
< Buongiorno, Professoressa > fece Ginevra con tono freddo < Bella giornata, non trova? >
< Buongiorno, Ginevra. Vedo che sei abbastanza serena p'er la prova di oggi. Sono certo che sarai preparata e che farai meglio di quanto io possa credere. >
< Si figuri professoressa, ma lei su di me non deve credere nulla. Non dopo che ha fatto soffrire Marco perchè lui la amava con tanto zelo. >
< Questi non sono affari che ti devono riguardare. Ginevra. Anche se la voce che tu e il tuo professore di lettere state insieme... è tutto vero. >
< Nemmeno lei deve riguardarle tale cosa. Ma ci passerò sopra e le intimo di lasciare in pace Marco. Lui non ha più bisogno di lei, non dopo che l'ha gettato nella sua solitudine. >
< Quale solitudine? >
< Pensa davvero che io sia una sciocca? L'ha fatto soffrire dicendogli che ha abortito per colpa sua. E di tutto ciò si dovrebbe vergognare. La sua meschinità è pari solo alla sua arroganza. >
La professoressa di francese non trovò il coraggio per rispondere a quell'alunna che gli aveva fatto aprire gli occhi verso un uomo che si meritava altro anziché le sue calunnie e la sua frivolosità.
Ma tutto ciò doveva far parte di quel passato e mettersi l'animo in pace verso un uomo che aveva perduto per sempre per colpa sua.

 

 

Dopo che le prove di maturità si conclusero e Ginevra ebbe la certezza di aver passato l'esame di maturità, aveva deciso di festeggiare tale evento con una cena al ristorante con il suo amato Marco.
Dopo che si erano lasciati alle spalle il turbolento passato sia quello lontano che quello presente, Marco ripetè alla sua amata come fosse orgogliosa di lei.
Sia per quello che aveva dimostrato durante il suo studio sia per aver tenuto testa al passato del suo uomo.
< Chi ti ha detto che ho parlato con lei? >
< Nessuno, Ginevra. Te lo si legge in faccia la tua arroganza e la tua superbia nell'aver tenuto testa a quella donna. E con grande dimostranza, non ti ha penalizzato durante l'esame orale. >
< Perchè doveva penalizzarmi, scusa? Gli ho tenuto testa perchè ho un carattere molto più forte di lei e perchè ho studiato. Anche se mi ha fatto domande difficili, io sono riuscita a rispondere con successo. Dovevi vedermi, Marco. >
< Ci credo, tesoro mio... Ma adesso non parliamo più di questo. Ci aspetta un futuro ricco di incognite che solo insieme potremmo superare. >
< Sì. Solo la nostra unione e il nostro amore può farlo. Tutto questo. Insieme. >

   
 
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