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Autore: Fe_    19/01/2023    1 recensioni
Fanfiction semi-interattiva: leggere il capitolo 21 per ulteriori informazioni
Raccolta || Multi-rating || Slice of Life
Raccolta disomogenea ambientata in una Hogwarts contemporanea, con adolescenti che hanno sulle spalle solo il peso della loro età e non della salvezza del mondo.
Questo non vuol dire che le loro vite siano più facili, però: le nuove, travolgenti emozioni che provano una volta affacciati oltre l’infanzia sono abbastanza potenti da sconvolgerli.
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[I capitoli 1-20 fanno parte del Calendario dell'Avvento, con prompt relativi al natale]
21.Luna- [Angelika Hunt; Lorina Altea Marie Erzsébet Caeli]
[...]
28. Litigio- [Murphy Spencer Lightwood; Lilith Eve Marie Beaumont; Royal de Vries]
29. Posta del cuore- [Lorina Altea Marie Erzsébet Caeli; sorpresa]
30. Festa segreta- [Timòn Sandro Ramirez; Leslie Keith Hamilton; Enéas Alistair Morgenstein Silva; Mikhail Ivankov]
Genere: Azione, Fluff, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash | Personaggi: Filius Vitious, Maghi fanfiction interattive, Minerva McGranitt, Mirtilla Malcontenta
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione, Contesto generale/vago
Capitoli:
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Titolo: Voci di corridoio
Titolo del capitolo: Litigio
Personaggi: Murphy Spencer Lightwood; Lilith Eve Marie Beaumont; Royal de Vries.
Rating: Giallo
Note: Slice of Life | 1119 parole
Ma buongiorno!
Finalmente torniamo anche con questo, eh? In realtà questo capitolo era stato scritto per buona parte prima del precedente, ma l’ho finito tipo… dieci minuti prima di pubblicare? Boh dipende quanto tempo mi impiega questo spazio di vaneggiamenti.
Anyway! Abbiamo in questo capitolo un professore, Murphy. Esso è tatino. Mi ha dato gioia scrivere di qualcuno di più grande, di professori ne ho oggettivamente pochi (di cinquanta personaggi precisi, sono solo quattro per ora) perciò i loro capitoli verranno centellinati nel corso della storia. Il rating è giallo perché si parla di un piccolo scontro e onestamente i due studenti nominati sono un po’ stronzi, compensa Murphy ma boh parolacce e tematiche di conflitto- che penso sia il modo elegante per dire che qui qualcuno sta per tirarsi i capelli.
Oggi riprendiamo con le vostre scelte, devo dire che siamo davvero in fire perché 4/4 sono personaggi di cui sono certa mi divertirò a scrivere e che mi hanno dato gioia, perciò fate le vostre scelte! Io sarò felice qualunque sia il risultato.
Peregrine Duke Sly per Corvonero
Lorina Altea Marie Erzsébet Caeli per Grifondoro
Lilith Eve Marie Beaumont per Serpeverde
Dylan Maximoff per Tassorosso


Il suono di urla miste a risa è singolare, riempie i corridoi di quella che dovrebbe essere un’ala vuota così distante dagli abituali percorsi degli studenti. Murphy si sporge oltre il muro in pietra grezza, lo sente gelido e umido pur attraverso la manica troppo lunga che gli copre le dita.
         Deve essere una scena bizzarra da vedere, ed è grato che non ci siano altri spettatori: un uomo adulto che spia come un ragazzino, quasi intimidito da quelli che sono… suoi studenti. È un pensiero strano, nel momento in cui lo formula si rende conto di quanto sia stato sciocco. Si raddrizza, sistemando il colletto della camicia che sporge non del tutto allacciato dal maglione color notte, e poi passa i palmi su quest’ultimo: se per lisciare invisibili pieghe o per darsi un contegno, non saprebbe dirlo. I passi riecheggiano fino ai ragazzi, ed uno dei due alza il viso per guardarlo oltre la spalla della compagna che si trova in mezzo, rivolta verso di lui.
         «Tutto bene?» La risposta è ovvia, ma il professore è ragionevolmente sicuro che i due ragazzi non abbiamo nemmeno capito le sue parole: un ragazzo coi capelli castani il cui tratto più peculiare è, ironicamente, l’aria assolutamente anonima d’insieme e una ragazza che vede solo di spalle per ora, una figurina esile e bionda. Si volta dopo un istante, ha gli occhi lucidi e piccole lacrime aggrappate alle ciglia inferiori che fanno sciogliere il cuore.
         «Ah, professor Lightwood… mi scusi…»
«Che troia.» Il tono sottile ed esitante della ragazza è sovrastato da quello del ragazzo, che nel pronunciare quelle parole pare comunque ancora particolarmente divertito. All’occhiata sconvolta di Murphy, senza perdere il sorriso, si corregge: «Scusi prof, era un complimento. Provo profonda ammirazione per un comportamento tanto falso e manipolatore.»
         «De Vries, mi pare più che sufficiente.» Stava per aggiungere qualcosa, ma Murphy lo interrompe. Il tono non ammette repliche e, probabilmente, vederlo così diverso dal solito, un gradino prima della rabbia, convince il moretto a cedere. Si infila le mani nelle tasche della divisa, disegnando con la punta del piede sul pavimento polveroso, eppure il più grande non vede la minima traccia di rimorso sul viso abbronzato. «Gradirei una lettera di scuse per la tua compagna, visto che so che se le ti costringessi a farle ora non sarebbero sincere almeno avrai tempo di riflettere un po’ mentre scrivi. E questa sera ti aspetto nel mio ufficio per la punizione.»
         «Sono in punizione perché questa sa piangere a comando?» Chiede, e c’è vera sorpresa nella sua voce. La bionda, nel mentre, si è discretamente passata le dita sottili a cancellare le lacrime, di cui resta solo vagamente l’impressione di rossore nella rima inferiore degli occhi.
         «No, sei in punizione per il modo irrispettoso in cui parli. Potete litigare, e piangere se serve, non è sbagliato esprimere i propri sentimenti, ma usare certe parole per riferirsi agli altri non è accettabile, specie a scuola.» Il ragazzo lo guarda attraverso le lenti spesse degli occhiali, una vaga sorpresa negli occhi castani che sorprende a sua volta Murphy: davvero pensava che apostrofare a quel modo una compagna potesse non avere conseguenze? Schiocca la lingua per mascherare il disagio mentre il contatto visivo si protrae, ed è grato quando De Vries si stringe nelle spalle e passa oltre.
         «Vabbè, la prossima volta provo a frignare pure io, vediamo se sono convincente quanto lei.» Borbotta, ed il professore sospira ma non lo incalza ulteriormente: spera di potergli far capire il senso durante la serata, dato che quelle parole rendono evidente che non lo abbia colto. Eppure il serpeverde non è stupido, anzi, durante le ore di trasfigurazione ha dimostrato una certa attitudine allo studio ed i suoi voti in generale lo confermano; dovrà parlarci bene e capire quale sia il problema, perché una tale mancanza di empatia in un ragazzo brillante può essere pericolosa.
         «Potrai esporre tutte le tue teorie alle otto e trenta, terzo piano, ala est.» Murphy esita un momento, guarda il suo studente ed il modo in cui la divisa gli pende sul corpo in modo sgraziato. Come non fosse esattamente della sua misura, si rivede nel colletto della camicia che spunta dal maglione e nelle maniche che gli coprono i palmi, quindi aggiunge: «Nove, vieni alle nove, così avrai il tempo di cenare con calma.»
         «Grande prof!» Esclama De Vries, ma più che l’evidente gioia, la mancanza di senso di colpa sul suo volto, è l’espressione della ragazza ad attirare l’attenzione del maggiore: per un solo, brevissimo istante le narici si allargano e gli occhi verdi si stringono, in involontari segnali di rabbia che risultano davvero strani vista la perfetta tristezza macchiata d’imbarazzo che dimostrava prima. Murphy sospira e fa un cenno con il capo quando il ragazzo gli passa accanto, ma allunga il braccio per impedire alla signorina di seguirlo.
         «Solo un momento, signorina Beaumont. Possiamo parlare un attimo?»
Dall’espressione che gli rivolge, il professore si sente quasi spogliato della carica acquisita da pochi mesi: potrebbe giurare che stia per negargli quella che è a tutti gli effetti una domanda retorica, ma alla fine la bionda si ferma e incrocia le braccia.
         «Professor Lightwood, mi auguro di non essere nei guai…» Inizia, la voce che ricomincia a tremare, e Murphy vede gli occhi di lei tornare lucidi. Si affretta ad alzare le mani, come potesse fisicamente bloccare il mare di lacrime che minacciano di strabordare, impacciato all’idea di far piangere una sua studentessa.
         «No, no certo!» Si affretta a consolarla, quindi continua. «Volevo solo assicurarmi che stesse bene. Sembrava una lite accesa, le ha urlato contro… credo…» In effetti, a ripensarci era una voce femminile quella che urlava, forte e non troppo acuta; viste le condizioni fisiche del signor De Vries, sarebbe stato più logico pensare appartenesse a lui, ma le risa… forse aveva capito male, era stata la signorina ad urlare contro il compagno di casa? Eppure sembrava così innocente, così delicata.
         «Non si preoccupi, professore. Non… non voglio che vengano tolti punti alla nostra casa, anche se De Vries è una persona difficile.» La voce delicata lo riporta alla realtà; la signorina Beaumont porta le braccia dietro la schiena, la divisa perfettamente curata attira nei bottoni dorati e nelle fibbie metalliche la luce e la riflette dando ancor maggiormente l’idea di una ragazza buona, la perfetta studentessa modello. Murphy annuisce, poi fa un passo di lato sino a sfiorare con la spalla la parete di pietra grezza.
         La ragazza passa, neanche un capello fuori posto rispetto al complicato intreccio che li blocca, i tacchetti bassi che riecheggiano mentre lo supera, e Murphy non riesce a togliersi l’idea che non fosse De Vries il peggior bugiardo tra le due serpi.
  
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