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Autore: Cesca_Haibara20    05/02/2023    0 recensioni
[Kagehina] [⚠️I personaggi sono +18⚠️ La storia contiene solo alcuni personaggi di "Haikyuu", il contesto in cui sono è totalmente diverso⚠️]
{Due perché siamo noi. Due lottatori, due reduci, due canzoni d'amore comunque io e te. Se amore, amore vedrai di un amore vivrai.}
Tobio Kageyama è un ragazzo incazzato e incattivito dalla vita, poteva avere tutto ma non ne ha avuto la possibilità a causa di una malattia diagnosticatagli alla giovane età.
Shoyo Hinata è un ragazzo dal sorriso pronto e trova sempre un modo per vedere il lato positivo delle cose senza farsi trasportare dalla negatività.
I due ragazzi finiranno per incontrarsi in un contesto che è stato e sarà un tasto dolente per entrambi, ma alla fine riusciranno a dare voce ai loro pensieri più intimi e profondi.
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Shouyou Hinata, Tobio Kageyama
Note: Lime | Avvertimenti: Tematiche delicate
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In persona! Tu quando hai smesso a giocare a pallavolo?
 
A quella domanda le sopracciglia di Tobio si raddrizzano formando sul viso del ragazzo un’espressione corrucciata. Non ama parlare del suo passato, soprattutto con un completo sconosciuto.

Ora non lo ricordo.
Posso farti una domanda?
Spara.
Stamattina ho notato che avevi gli occhialini collegati all'ossigeno.
 
Altro tasto dolente.

E quindi?
E niente, ero curioso di sapere come mai.
Non ci puoi arrivare da solo?
Intendo che vorrei sapere di cosa soffri.
 
Sbuffa seccato. Vorrebbe metterebbe via il cellulare e non rispondergli, ma non è così crudele.

Soffro di fibrosi cistica. Contento?
Oh… mi dispiace…
È una cosa che mi dicono in tanti.

Passano alcuni minuti senza una risposta e Tobio ne approfitta.

Ora posso fartela io una domanda?
Certo! Chiedimi tutto quello che vuoi!
Stamattina hai detto che sei stato un paziente in oncologia…
Sì. Tempi bui ahah!
Posso chiederti dove lo avevi?
Me lo avevano trovato alla gamba, fortunatamente sono riusciti ad operarmi il prima possibile e a rimuoverlo completamente. Ma ho dovuto fare comunque un anno in ospedale a fare la chemioterapia per ripulire completamente il mio organismo. Avevo dodici anni.
Hai rischiato di perdere la gamba…
Sì, ma immagino che non sia nulla in confronto a quello che passi tu tutti i giorni, eh?
Non sono qui a grattarmi in effetti.
Ci vuole tanto per un trapianto?
Sono ricoverato da quando avevo 12 anni, vedi un po’ tu…
Oh wow! È anche più della solita aspettativa!
Lo so.
E che fai in ospedale tutto il giorno? Io mi annoiavo a morte quando ero ricoverato, infatti ogni due per tre mi venivano a cercare per il reparto perché andavo a fare delle passeggiate ahahah!
Ho la mia routine a tenermi compagnia e spesso mi vedo con la psicologa.
È carina?
È una bomba.
E bravo Tobio ahahahah!
Per favore, chiamami Kageyama. Non mi sento ancora abbastanza in confidenza.
Oh. Okay Kageyama.
Ora perdonami Hinata, ma sono stanco. Mi riposo un po’.
Ricevuto. Buonanotte Kageyama!
Ciao Hinata.

Con un sospiro entrambe i ragazzi posano i loro cellulari sul comodino con sensazioni differenti che percorrono i loro corpi.
I giorni successivi sono veramente volati, entrambi occupati dalle loro faccende quotidiane, fino ad una fatidica e particolarmente fredda sera.
Kags?
Kags…?
Kaags?
Kaaaageeeee?
Kageyama?
Kageyama?
Oiii?
Sei lì?
KAGEYAMA?!
ODDIO NON DIRMI CHE SEI GIÀ MORTO!
GUARDA CHE IO NON CI VENGO AL TUO FUNERALE SAI?!
LA SMETTI DI MANDARMI TUTTI QUESTI MESSAGGI?! UNO NON PUÒ ANDARE A PISCIARE IN SANTA PACE?!
MI HAI FATTO PREOCCUPARE! NON FARLO MAI PIÙ!
Comunque che vuoi? Perché tutti questi messaggi dopo tanti giorni di assenza?
Mi chiedevo… hai da fare?
Ora?
Sì.
Sono in ospedale, secondo te?
Hai qualcosa in programma?
A meno che uno non fa un incidente e mi cede i suoi polmoni, no, non ho nulla in programma.
Fantastico! Che numero di stanza è la tua?
La 10, ma l’orario di visite è finito da un pezzo.

Pochi minuti dopo l’invio del messaggio qualcuno bussa alla porta di Tobio, non poteva essere nessun altro.
Questo è tutto scemo.” pensa avvicinandosi alla porta ed aprendola rivelando la piccola ed esile figura del ragazzo dai capelli color di carota.

«Buonasera Kageyama!»

Esclama Shoyo con voce allegra ed il viso luminoso.

«Che sei venuto a fare? E come hai fatto a superare la reception?» domanda Tobio confuso dalla sua presenza.
«Sono amico della figlia dell’infermiera.»
Ammicca lui nascondendo dei sacchetti dietro la schiena.
«Che mi nascondi?»
«Se mi fai entrare te lo dico più che volentieri.»
Con riluttanza si sposta lasciando lo spazio richiesto per passare e successivamente chiude la porta dietro di sé seguendo con lo sguardo ogni movimento del ragazzo che sembra essersi già ambientato.
«Cosa stai-...»
«Ssh!»

Lo zittisce Shoyo mentre svuota i sacchetti sul tavolino portatile rivelando svariate confezioni di sushi e le dispone lasciando sorpreso lo stesso Tobio che non ne aveva visto così tanto.
Appena finito di disporre tutto il minore sorride soddisfatto.

«Ta-daaa!»

Esclama battendo le mani come un bimbo.

«Perché…?»

È tutto ciò che riesce a replicare. Nessuno dei suoi vecchi “amici” ha mai avuto una idea simile, nemmeno i suoi genitori. È confuso. Perché questa gentilezza nei suoi confronti? Provava pietà?

«Voglio farmi perdonare per la mia assenza negli ultimi giorni e avevo voglia di vederti.»
«Avevi voglia di vedere me…? Ma se ci conosciamo a malapena.»
«E quindi? Siamo amici e gli amici trovano i modi di incontrarsi. Ora vieni e prendi ciò che preferisci, non sapevo cosa ti piacesse così ho preso due di tutto il menù.»
«Tu sei fuori come una mina.»
Commenta mentre si siede sul letto a gambe incrociate.
Il ragazzo avvicina una sedia al tavolino e ridacchia.
«Sai, è una cosa che mi dicono spesso. Ma ora...» prende per entrambe un paio di bacchette e divide le proprie. «… Buon appetito!»

Tobio divide le proprie ed inizia a mangiare insieme al suo nuovo amico che inizia a raccontargli la sua settimana frenetica e di tutti i suoi amici come se i due si conoscessero da una vita sotto lo sguardo felice e sollevato della psicologa.
Da tempo non mangiava così di gusto che le chiacchiere dell’amico gli sembravano quasi inaudibili rendendo il tutto più sopportabile. Invece Shoyo è incredibilmente gioioso nel parlare con Tobio del suo mondo; della sua famiglia, della pallavolo, della musica che ascolta, dei suoi amici, della sua vecchia squadra. È così felice che perde completamente la cognizione del tempo e, solo dopo una ventina di minuti si rende conto di aver parlato così tanto che Tobio si è addormentato.

«Oopsie...» mormora leggermente imbarazzato. «Forse è meglio che torni a casa.»

Mormora tra sé e sé ed inizia a liberare il tavolo buttando via le confezioni di sushi quando viene interrotto da una voce femminile.

«Tu sei un nuovo amico di Tobio?»

Colto alla sorpresa da quella presenza sobbalza cacciando un urletto acuto.

«È-è qui da molto…?»
«Puoi stare tranquillo, non vi stavo spiando, ma avevo notato che la luce era ancora accesa nonostante sia abbastanza tardi per i suoi standard e mi sono incuriosita.»
«È sempre stato un ragazzo di poche parole?»
La ragazza sorride donando uno sguardo amorevole al ragazzo dormiente.
«Dovevi vederlo quando era appena arrivato, le parole gliele dovevi tirare via dalla bocca con la forza ed era sempre arrabbiato con tutti.»
«Non sembra molto cambiato.»
«Forse è perché non si sente abbastanza a suo agio in tua presenza, dagli ancora qualche settimana e noterai decisamente la differenza.»
«Capisco…»
«Posso sapere il tuo nome?»
«Oh, io sono Shoyo Hinata. Lei deve essere la psicologa di Kageyama.»
«Ti ha parlato di me?»
Cazzo, Kageyama aveva ragione, è davvero una bomba!” scaccia in fretta quei pensieri libidinosi riprendendo il controllo.
«S-sì, mi ha detto che lo sta aiutando molto da quando è arrivato qui.»
La ragazza inarca un sopracciglio sorpresa dalla sua affermazione.
«Ah, sì? Avrei quasi detto che mi avrebbe nominata solamente per il mio aspetto.»
Cavolo se lo conosce davvero bene!
«Ti ringrazio, Shoyo.»
«Mh?» inclina il viso. «Mi ringrazia? E per che cosa?»
«Per aver fatto sentire Tobio uno ragazzo qualsiasi invece che un paziente. Lui è qui da anni a causa della sua condizione e col tempo ha iniziato a stargli tutto stretto, quindi questi momenti di quotidianità non possono fargli altro che bene.» porta la sua attenzione verso il suo interlocutore con gli occhi lucidi. «Ti ringrazio.»
«M-ma non c’è bisogno!» farfuglia imbarazzato. «I-io l’ho fatto per farlo svagare un po’ e con piacere, è-è mio amico e gli voglio bene.»
«Ti prego, non smettere mai di volergli bene. Me lo prometti?»
Il ragazzo sorride e si fa la croce sul cuore.
«Promesso! Ora però, mi scusi ma finisco di sistemare queste scatole e poi devo correre a casa.»
«Oh, di quelle non devi preoccuparti, me ne occupo io. Tu vai a casa.»
«Dice sul serio?»
«Certo, è incredibilmente tardi. Corri a casa.»
«La ringrazio.»
 
   
 
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