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Autore: Donatozilla    09/02/2023    0 recensioni
[Ambientato dopo la Saga dello Shie Hassaikai]
Dopo la sconfitta di Overhaul e la salvezza di Eri, Izuku Midoriya e i suoi compagni della 1-A possono finalmente passare un periodo di tranquillità e serenità. Ma la pace è interrotta dopo l'apparizione di un misterioso e violento vigilante con mostruosi poteri che non si fa scrupoli ad uccidere i criminali nelle maniere più brutali... e che sembra nutra un profondo odio e disprezzo nei confronti di Katsuki Bakugo. Chi è questo misterioso vigilante? E perché odia così tanto Bakugo al punto da volerlo uccidere?
Genere: Azione, Dark, Horror | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Izuku Midoriya, Katsuki Bakugou, Sorpresa
Note: Cross-over, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti
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Capitolo 35: Rancore multiversale

Ryo non aveva mai sentito V così. Furioso…

Così pieno di ira ed odio.

Certo, lo aveva sentito arrabbiato in passato, come quando aveva espresso il suo disgusto nei confronti di Bakugo, ma qui la cosa era diversa.

C’era un tale odio presente nella sua voce, un odio che poteva essere paragonato al suo odio per Bakugo, il cui era un tutto dire.

“V? V! Andiamo amico, rispondi!” Disse mentalmente Ryo mentre iniziava a incamminarsi verso la via di casa. Per come si stava comportando V, forse rimanere fuori all’aperto non sarebbe stata una buona idea.

“Andiamo V, adesso mi stai seriamente preoccupando! Non ti ho mai sentito così incazzato.” Continuò a pensare Ryo.

Dopo aver lanciato un ringhio V si decise finalmente a parlare “Scusa Ryo. Ma il solo vedere quella tipetta… con quel costume… mi ha fatto inferocire.”.

“La conosci?”.

“È una lunga storia.”.

“Beh, io ho tutto il tempo libero di questo mondo. Quindi che dci se mi spieghi la situazione?”.

“…”.

“V?”.

“Prima arriviamo a casa. Poi ti spiegherò tutto quanto.”.

Ryo inarcò un sopracciglio, ma decise di aumentare un poco il passo per arrivare subito a casa e sentire ciò che aveva da dire V.

A questo punto era fin troppo curioso.

Una volta arrivato, e dopo essersi dato una rapida guardata intorno, aprì la porta di casa e vi entrò chiudendosela dietro.

Si incamminò verso camera sua, e una volta entrato si sedette sul suo letto dicendo “Ok, siamo qui ora. Puoi uscire fuori e dirmi cosa ti è preso?”.

Dalla spalla sinistra di Rio si formò la testa di V, che puntò i suoi occhi bianchi sul suo ospite “Come ti ho già detto prima, Ryo, è una storia molto lunga. Non so neanche se ti interesserebbe sentirla.”.

“V, andiamo, dopo ciò che è successo è ovvio che io sia interessato. Cioè, andiamo, a questo punto sono troppo curioso per non ascoltare più ciò che hai da dire.”.

Passarono alcuni attimi di silenzio che furono interrotti dal sospiro di V che ricominciò a parlare “Okay… quello ti sto per dire, Ryo, è roba molta pesante. Roba che potrà sembrarti impossibile ed incomprensibile, ma credimi quando ti dico che è tutto reale. Tutto assolutamente vero, fino al più minuscolo dettaglio.”.

Ryo sbatté le palpebre un paio di volte “è davvero così seria la cosa?”.

“Oh, lo è assolutamente credimi. Ora dimmi Ryo… che cosa sai sul Multiverso?”.

Per l’ennesima volta Ryo sbatté le palpebre “Intendi la teoria del Multiverso? Che esistono altri universi oltre a questo in cui stiamo vivendo?”.

“Proprio così. Beh, vedi Ryo questa non è affatto una teoria. È una cosa reale. Il Multiverso esiste veramente.”.

Sul volto di Ryo comparve un sorrisetto, come se avesse appena sentito una battuta, e ridacchiò per un attimo.

Passarono degli attimi di silenzio in cui i due rimasero semplicemente a guardarsi con Ryo con ancora quel sorrisetto e con V con un espressione impassibile.

Il sorriso di Ryo scomparve del tutto dopo pochi secondi “Oh… non-non stai scherzando.”.

“Come ti ho già detto, tutto ciò che ti sto per dire è assolutamente reale. Quindi sì, non sto scherzando. Il Multiverso esiste ed è reale quanto lo siamo tu ed io.”.

Ryo si portò una mano al mento, mentre l’altra l’appoggiò sulle sue ginocchia “Beh… questa… questa sì che mi è nuova… quindi mi stai dicendo che ci sono altri universi là fuori? Universi come questo ma con piccole differenze e universi che non sono affatto simili a questo?”.

“Precisamente.”.

Ryo tirò un sospiro. Se fosse stato chiunque altro il sapere che il Multiverso era reale gli avrebbe certamente provocato una crisi esistenziale, ma ora come ora era abituato a cose che non sarebbero sembrate possibili quindi la cosa del Multiverso non lo scioccava più di tanto. Insomma, era in un simbiosi con un simbionte alieno, a questo punto il sapere che il Multiverso esisteva non sarebbe sembrata come una sorpresa scioccante.

“Ed esattamente questo cosa ha a che fare con quella tizia… quella Spider-Woman?” Ryo chiese inarcando un sopracciglio. 

Sul volto di V apparve una smorfia di rabbia “Ha tutto a che fare con lei, Ryo. Con lei e tutti quelli come lei!”.

“Tutti quelli come lei? Vuoi spiegarti meglio?”.

V tirò un sospiro “Devi sapere, Ryo, che noi Klyntar abbiamo una mente alveare che si espande non solo per questo universo, ma per tutti gli universi esistenti.”.

Ryo sbarrò gli occhi, affasciato “Stai dicendo sul serio?”.

V annuì “Esattamente. Le memorie e le conoscenze di qualsiasi simbionte di qualsiasi universo finiscono per far parte della mente alveare, dunque suddette memorie e conoscenze diventano possesso anche di tutti gli altri simbionti in tutti gli altri universi. Incluso me.”.

“Uh…” disse Ryo grattandosi la guancia “Beh, non negherò che tutto ciò è interessante, ma devo chiedere nuovamente cosa tutto questo abbia a che fare con questa Spider-Woman e perché tu sembri odiarla così tanto.”.

“Ci stavo arrivando” ringhiò V “Quella Spider-Woman… devi sapere che in moltissimi universi ci sono varianti di lei. Delle sue versioni alternative che esse siano maschi o femmine… Spider-Men, Spider-Women e così via.”

Ryo ascoltava il tutto, rapito e affascinato dalle parole del suo simbionte “Versioni alternative di lei, dici?”.

“Proprio così. E in moltissimi universi delle versioni alternative di me finivano per entrare in contatto con queste Spider-Persone, che siano Spider-Men o Spider-Women, finivano per entrare in simbiosi con loro. Molte volte questi me alternativi finiscono sempre per entrare in simbiosi con degli Spider-Men, e molte volte la loro identità segreta è sempre la stessa: Peter Parker. Per un periodo questi me e queste Spider-Persone vivono felici, in simbiosi. Poi accade: quei dannati Ragni si liberano dei me alternativi. Spezzano la nostra simbiosi. Ci fanno male.” Il tono di voce di V cresce ancor più furibondo “E nella nostra rabbia entriamo in simbiosi con altri individui, i quali, molte volte, provano il medesimo odio queste Spider-Persone, per avere la nostra vendetta. Non molto diverso da come io e te siamo entrati in simbiosi per la tua rabbia nei confronti di Bakugo.”.

Ryo annuì iniziando man mano a capire.

“Da quel momento io e il mio nuovo ospite entriamo in conflitto con loro. Loro ci sconfiggono molte volte… e in alcuni casi…” V si bloccò.

“V?” Ryo disse preoccupato.

“È meglio che ti mostri uno di questi casi, così da farti capire meglio.”.

“Mostrarmi?”.

“Esatto. Essendo in simbiosi posso mostrarti parte delle memorie della mente alveare. Ma solo una piccola parte. LA mente alveare ha ben 80 miliardi di anni luce di memorie di tutti gli universi che esploderebbero nel tuo cervello minuscolo. La tua mente non riuscirebbe a contenere il tutto. Un minimo accenno a quello che i simbionti, e i me alternativi, abbiamo vissuto.”.

Ryo annuì lentamente a ciò.

“Pronto, Ryo?”.

Ryo annuì con un espressione risolute in volto “Comincia pure.”.

V chiuse i suoi occhi, iniziando a concentrarsi, e in un attimo la mente di Ryo fu travolta da dei ricordi.

Non i suoi.

Ma della mente alveare.

Di una delle versioni alternative di V.

Vide prima un uomo, in un campanile, che si strappava di dosso la versione alternativa di V.

Vide come questo versione alternativa del suo altro entrava subito in simbiosi con un uomo biondo, dando nascita al Venom di quell’universo.

Vado subito un altra memoria, sempre di quell’universo: l’uomo che si era liberato del V alternativo si trova in costume simile a quello di Spider-Woman, facendo capire che quello doveva essere lo Spider-Man, il Peter Parker, di quell’universo, e si trovava in un grattacielo in costruzione assieme al V alternativo e al suo ospite, i due separati.

Il simbionte era circondato dalle sbarre di ferro, gemeva dal dolore causato da delle vibrazioni causate dalle sbarre che lo circondavano, e l’individuo che aveva capito essere Spider-Man prese ciò che pareva una bomba da un qualcosa simile ad un aliante ai suoi piedi.

Ryo capì subito ciò che aveva in mente di fare.

E a quanto apre lo aveva capito anche l’sopite di quel V.

“Peter!” Ryo sentì l’uomo biondo gridare verso Spider-Man, un espressione di puro terrore dipinta in volto “Ma che cosa stai facendo?!”.

Spider-Man lanciò la bomba verso il simbionte, ma notò troppo tardi il biondo lanciarsi verso il simbionte, sia per riunirsi a lui e sia per togliergli di dosso la bomba.

“EDDIE!” Spider-Man, Parker, urlò e sembrò sul punto di gettarsi per salvare il biondo, che ora Ryo sapeva dovesse chiamarsi Eddie.

Ma era troppo tardi.

La bomba esplose, disintegrando del tutto sia il V alternativo che Eddie, uccidendoli entrambi.

Quei ricordi finirono del tutto e Ryo ritornò nel mondo reale con un sobbalzo.

Tirò dei respiri profondi e puntò subito lo sguardo verso il suo V, per vedere che stesse bene.

Tirò un sospiro di sollievo quando vide il volto di V ancora lì, i suoi occhi bianchi ancora aperti, la sua espressione un misto tra la rabbia e la tristezza.

“Tutto quello che ho visto… era… era tutto…?” Ryo inviò a dire, ancora scosso da ciò che aveva appena visto.

“Era tutto vero. Le memorie del me di quell’universo che sono poi finite parte della mente alveare e, di conseguenze, sono diventate memorie di tutti i simbionti del Multiverso.”.

Ryo annuì lentamente a ciò.

“È questo che succede molte volte, in molti universi. I me alternativi, a volte con i loro ospiti, finiscono per essere uccisi. Da uno Spider-Man, o una Spider-Woman, e così via.” Ricominciò a spiegare V “è per questo che ho reagito in quel modo quando ho visto Spider-Woman. Perché so ciò che fanno quelli come lei ai me alternativi e altri simbionti in moltissimi universi. Ci fanno male. Delle volte addirittura ci uccidono. Quando sono arrivato sulla Terra e sono entrato in simbiosi con te, quando ho visto che non c’erano alcune menzioni di un Hero o vigilante con poteri da ragno ho pensato che eravamo stati fortunati a vivere in un universo senza un Ragno. Ma invece…” V lanciò un ringhio “Il destino aveva altri piani…”.

Ryo rimase in silenzio per vari secondi per poi ricominciare a parlare “E ora temi… che ciò che è successo in molti universi possa accadere qui?”.

V rimase a sua volta in silenzio per vari secondi, ma sbarrò gli occhi quando sentì Ryo avvolgere le sua braccia intorno alla sua testa in un abbraccio.

“Non lo permetterò, V. Non permetterò che ciò che è accaduto a molti te alternativi e ai loro ospiti accada anche a noi. Non permetterò che questa Spider-Woman ci faccia del male. Questa è una promessa.”.

V rimase i silenzio per altri secondi, ma alla fine ricambiò l’abbraccio a mio suo, creando dei tentacoli dallo stomaco di Ryo che si avvolsero intorno a lui come delle braccia “Grazie Ryo” disse V “E lo prometto anche io. Prometto anche io che ciò che è successo in molti universi non accada anche a noi. Ci proteggeremo a vicenda.”.


La Presidente, seduta sulla sedia della sua scrivania nel suo ufficio, osservò in silenzio per vari secondi Naomasa.

La sua presenza qui le faceva pensare che era venuto a dirle qualora la risposta della forza di polizia al fatto che la cattura di Honda era della massima priorità, ma lo sguardo abbastanza serio del detective le faceva pensare che la risposta non sarebbe stata buona.

“Presidente” salutò Naomasa con un cenno del capo “Sono qui a darle la risposta che mi è stata data dalla polizia riguardo a ciò che mi è stato detto di riferire durante la riunione di giorni fa.”.

“Dica pure.” Disse la Presidente.

Naomasa tirò un sospiro “Purtroppo la polizia non ha intenzione di collaborare. Sembra che quanto accaduto con Shocker abbia messo un pò di paura alla polizia. E sembra che… abbia messo dei sospetti nelle loro teste.”.

Gli occhi della Presidente si chiusero a fessure.

Temeva dove volva andare a parare.

Naomasa sospirò ancora una volta dicendo “Stanno iniziando a sospettare che ci sia qualcosa che non va con i poteri di Honda. Dicono che ci sia qualcosa sotto e che la Commissione sappia più di quanto voglia far vedere. Signora… non collaboreranno finché non riveleremo loro tutto ciò che sappiamo riguardo Honda e i suoi poteri, e questo include anche la loro natura aliena.”.

Passarono vari attimi di silenzio, interrotti poi dalla Presidente che tirò un profondo respiro “Dannazione…” mormorò “Questa non ci voleva affatto. Non hanno detto se c’è un altro modo per farli collaborare?”.

“Purtroppo no, signora.” Scosse la testa Naomasa “Finché non riveliamo tutto ciò che sappiamo su Honda e is poi poteri, non ci aiuteranno. E così non avremo abbastanza forze per cercare ovunque per Honda come era stato pianificato.”.

LA Presidente tirò un sospiro, alzando dalla sua sedia per dirigersi verso l’enorme finestra che mostrava Musutafu “Non abbiamo scelta allora…” disse. In qualsiasi altra situazione sarebbe stata irremovibile nel non rivelare la verità su Ryo alla polizia, ma la situazione era differente ora “Dovremo rivelare alla polizia tutto ciò che sappiamo.”.

   
 
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