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Autore: itsalixx    16/02/2023    0 recensioni
Raccolta di One-shots basate sugli episodi della serie di cui sto facendo il rewatch. Sono ispirati a momenti della serie casuali che avevo voglia di riscrivere per ricordare il rapporto tra Nick e Jess prima e dopo la rottura.
Dal testo. "[...] Mentre Nick accarezzava con il pollice la parte superiore della coscia della donna, verso i glutei, si sentì dire un “Jess, io…” ovattato, come fosse appena uscito da un sogno.
Lei lo osservava, gli occhi da cerbiatto eccitati e nel frattempo curiosi di sentire se quel che Nick pensava e voleva dirle fosse quello che voleva anche lei.
Nick avrebbe voluto dirle che l’amava ancora, che la desiderava talmente tanto che aveva bisogno di stare lontano da lei più spesso di quanto non sembrasse pur di non saltarle addosso. [...]"
Genere: Erotico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jessica Day, Nick Miller
Note: Lime, Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Ispirato all’episodio 4x22 “addio Coach”
 
Nota dell’autrice: è una scena che si è formata nella mia mente perversa nella scena in cui Nick e Jess parlano della tazza, però è ambientata prima di mettersi assieme.
 
Reclusione forzata
 
“Ehi Nick, senti avrei bisogno di un aiuto, mi potresti…” iniziò Jess, camminando verso il ragazzo, ignorando il fatto che stesse letteralmente correndo verso di lei col viso affannato e spaventato.
In un attimo si vide afferrare per la vita di peso (e faceva male perché sembrava lui le avesse tirato un pugno nello stomaco) e spinta in camera di lui, vicino a dove stava passando in quel momento prima che l’intera scena le accadesse sotto gli occhi e la coinvolgesse in un modo che, più avanti, le avrebbe fatto pentire di essersi trovata in quel luogo e in quel preciso istante.
Il rumore della porta che sbatteva la distolse dalla trance improvvisa in cui era caduta, notando che Nick, accostato alla porta, l’aveva appena chiusa a chiave.
L’osservò con la bocca spalancata, senza capirci niente, mentre lui era intento a mettere metà dei mobili della sua camera davanti alla porta, ignorandola. Poi iniziò semplicemente a lanciare oggetti a caso contro la porta, giusto per essere sicuro che, se si fosse aperta per sbaglio nonostante la cassettiera che la bloccava, il paio di occhiali da sole l’avrebbe certamente richiusa.
“Nick ma che diavolo…” dovette abbassarsi per schivare una saponetta sempre diretta contro la porta “…stai facendo, ti vuoi fermare dannazione!” gli sbraitò contro.
“Sto cercando di sfuggire a Winston, mi vuole ammazzare” si lamentò lui, tornando verso la porta per appoggiarci l’orecchio, nel vano tentativo di sentire chi passasse nel corridoio.
Avendo via libera, l’uomo si rilassò un po’, appoggiando la fronte alla porta. Rilasciò un sospiro, girandosi verso la donna alle sue spalle. “Devi ascoltarmi Jess. Ho fatto una cosa a Winston di cui non vado fiero. Il problema è che…” si interruppe per guardare meglio Jess. Sgranò gli occhi “…oh dio.”
Il motivo dell’incanto dell’uomo era uno solo: Jess, la bellissima donna che si trovava davanti a lui, la ragazza meravigliosa a cui si era tanto affezionato da qualche tempo, era davanti a lui ed era… nuda.
O meglio, era nuda sotto l’asciugamano che indossava. Un asciugamano azzurro, estremamente piccolo e poco coprente. Lasciava pochissimo spazio all’immaginazione, considerando che riusciva quasi a vederle un seno e praticamente per intero le gambe lisce e snelle. Deglutì.
Il suo cuore stava per fargli un bruttissimo scherzo, mancando qualche battito.
Sapeva che doveva distogliere lo sguardo, ma quando gli sarebbe mai ricapitata un’occasione simile? Poteva godere con gli occhi del corpo della sua bellissima coinquilina che, in compenso, sembrava non essersi accorta della situazione in cui si trovava.
“Jess ma…” iniziò, nel tentativo di dirle che forse avrebbe dovuto sistemarsi ma, subito prima di poter finire la frase, la donna alzò le braccia al cielo e le sbatté sulle cosce, facendo spostare pericolosamente l’asciugamano ancora più giù, questa volta rischiando di ucciderlo sul serio.
“Vuoi aprire quella cavolo di porta? Ho un appuntamento tra mezz’ora ero venuta a chiederti se potevi accompagnarmi in macchina” sbuffò irritata, avvicinandosi a lui.
In quel momento, a Nick venne da ridere, chissà perché. La situazione era così assurda che non poté fare altro che ridacchiare mentre guardava Jess fissarlo con le braccia incrociate al petto.
“Sposta subito quella roba Nick!”
“Non posso… io… senti ma perché non pensi prima a-”
“Non voglio entrare nelle vostre stupidissime faide, non oggi! Se non mi fai uscire subito, Nick Miller, ti giuro che…”
“Jess prima aggiustati, ti prego… mi stai uccidendo” riuscì a dire, senza far trasparire la reale eccitazione che gli stava salendo e che cercava disperatamente di bloccare. Decise anzi di dissimulare con una risata simpatica, come se non ci fosse assolutamente nulla di erotico in quella stanza. Come se tutto d’un tratto non avesse sentito l’improvvisa voglia di tirare via quell’asciugamano e farlo cadere per terra.
Voltò la testa verso sinistra per dare alla ragazza un minimo di privacy.
“Ma che stai dicendo, io…” disse, abbassando lo sguardo verso il suo corpo.
Oh-oh.
Un urlo acuto colpì le orecchie di Nick, facendole soffrire.
Si mise a strillare, esattamente.
Maledizione.
Come se poi Nick le avesse fatto qualcosa. O ne aveva l’intenzione.
…forse era meglio non toccare questo tasto.
E così, l’uomo assistette alla scenetta più ridicola mai inscenata dalla coinquilina: si mise affannosamente a girare su sé stessa nel tentativo di aggiustarsi, col solo risultato di mostrare più pelle al povero Nick. Jess, infatti, spostava il lembo di stoffa verso l’alto, cercando di coprire la sommità dei seni rosei scoprendo, però, di più le sue meravigliose cosce. Poi abbassava l’asciugamano per coprire le gambe alla vista di Nick, il quale cadeva nuovamente sul seno. Poi ricominciava da capo.
Era un capezzolo, quello?
Quando Jess ebbe finito di aggiustarsi, finalmente trovando un compromesso sulla posizione del pezzo di stoffa, portò le mani a coprirsi il petto fissando Nick quasi sconvolta.
“Non guardarmi cavolo!”
“Jess ma io ti ho già vista nuda.”
“Non importa, non dovrai vedermici una seconda volta!” urlò stridula.
Nick alzò gli occhi al cielo, avviandosi verso il suo armadio e prendendo la prima camicia che gli capitò a tiro, una a quadri color beige. “Mettitela” la lanciò sul letto, producendo un rumore di plastica dato dalla gruccia.
Jess lo fissò, quasi come a prenderlo per pazzo. “Nick? Ma così sembrerà…”
“Cosa?” disse lui spazientito, avvicinandosi nuovamente alla porta e appoggiandoci su l’orecchio.
“Sembrerà che abbiamo fatto sesso.”
Si immobilizzò sul posto, senza guardarla. “Beh, non l’abbiamo fatto, quindi cosa te ne frega? Puoi indossarla no?”
Silenzio. Sentì qualcosa cadere a terra, un piccolo tonfo. Deglutì. Poi fruscii di qualcosa che veniva indossato.
Sospirò.
“Nick…”
“Winston mi vuole uccidere perché gli ho fatto un brutto scherzo stamattina a colazione” disse senza girarsi “e ora vuole farmela pagare”.
Neanche a farlo apposta, qualche secondo dopo si sentì un tonfo contro la porta.
“NICK” gridò Winston “MI HAI MESSO DELLE MALEDETTISSIME CIMICI NELLE UOVA STAMATTINA?” si sentì un po’ di stridulo nella sua voce, tanto che Nick sorrise sotto i baffi. “TI RENDI CONTO DI QUANTO ERA PERICOLOSO? SAREI POTUTO MORIRE!”
“Erano solo insetti finti Winston, erano in plastica.”
“SAREI POTUTO MORIRE DI PAURA LO STESSO!”
Nick scoppiò a ridere, girandosi verso Jess quasi come a cercare sostegno, ma lei non gli diede soddisfazione, guardandolo con delusione incrociando le braccia al petto.
Lui smise di ridere poco dopo aver pronunciato un irritato “era un bello scherzo, siete voi che non li capite”.
“Per punizione adesso rimarrai lì dentro chiuso, perché se esci ti giuro che ti ammazzo. A costo di dover stare qui tutta la notte!” gridò l’amico, enfatizzando sulle sue intenzioni colpendo con il pugno contro la porta, facendo immediatamente sbiancare Jess.
“No Winston, ci sono anche io qui dentro! Tra poco devo uscire!” gridò la ragazza, buttandosi anche lei sulla porta.
“Non mi interessa, sono troppo arrabbiato!”
“Winston ma è una follia, finiscila e facci uscire di qui” gridò Nick.
“Non mi interessa, rimarrete lì fin quando non lo dirò io. Preparatevi perché so essere irremovibile” gridò Winston in risposta.
I due si guardarono, Nick frustrato e Jess arrabbiata. Tanto che si buttò coi pugni sulla porta e urlò cose irripetibili verso l’uomo fuori dalla porta che, ridendo, si girò verso Schmidt.
“Così impara” sussurrò Winston verso l’amico “adesso subirà la mia vendetta.”
“La tua vendetta sarebbe intrappolarli nella sua stanza insieme?”
“Esattamente! Così si pentirà di farmi questi stupidi scherzi” ammise trionfante “però intanto io me ne andrò tranquillo in giro, usando solo la psicologia per lasciarli lì intrappolati.”
Schmidt si sbatté una mano sulla fronte, facendo dietrofront. Ma quanto poteva essere idiota a dare all’amico esattamente quello che voleva?
 
Qualche ora dopo. Sera
 
“È ancora lì fuori?” chiese Jess dal letto, nel quale si era stesa, coprendosi con le coperte per allontanare il proprio corpo dalla vista di Nick.
“Sembra di si…” decretò l’uomo, dopo aver poggiato un orecchio sulla porta e aspettato di sentire qualche segno di vita. Quello che i due non sapevano, era che Winston aveva registrato dei suoni che si sentivano una volta ogni dieci minuti circa per fargli credere che ancora fosse lì, assicurandosi di punirli.
“Non andrà mai a dormire? Oddio, e se avesse messo un materasso fuori dalla porta apposta per controllarci? Sarebbe…” prese un bel respiro “…geniale.” concluse con faccia stupita dal suo amico.
Jess sbuffò, sbattendo i pugni e le gambe sul letto. “Io vi odio tutti, ve lo giuro!”.
Nick ridacchiò, tornando verso il letto e togliendosi la camicia che aveva indossato tutto il giorno.
“EHI FERMO, ma che diavolo vuoi fare? Maniaco!” strillò Jess, prendendo tutto il lenzuolo che copriva il letto e aggrovigliandoselo intorno al corpo.
“Ehi ehi, rilassati” esordì Nick, mettendo le mani tra lui e la donna per farle capire che non voleva farle del male “è solo che fa caldo, siamo in pieno giugno, vorrei dormire senza morire di caldo possibilmente. Metterò una maglietta più leggera. Anzi, voltati mentre mi cambio” disse mimando il gesto di girarsi con un dito.
Poté quasi sentire Jess continuare a guardarlo male nonostante fosse girata “e dormi sul letto?”
“Dove altro dovrei dormire?”
“Non so… sul pavimento magari?” rispose con tono ovvio.
“Non ci penso proprio, chissà cosa troverei a terra” disse con un’espressione disgustata sul viso. Seguì la stessa reazione da parte di Jess, proprio mentre si stendeva sul letto insieme a lei.
“Ringrazia che non dormo nudo piuttosto” disse lui disinvolto, allungando la mano verso la donna per prendere un lembo di coperta. Lei glielo lasciò fare, scoprendosi in parte.
Si sistemarono entrambi sul letto e Nick spense la luce. Calò il buio sulla stanza, insieme al silenzio.
I due si erano voltati da parti opposte del letto, dandosi la schiena.
Solo in quel momento, Nick si rese conto del disagio che provava nel dormire nella stessa stanza con la sua coinquilina, nuda se non fosse per la sua camicia, nel suo letto. Si sentiva in un mare di opportunità, senza però poterle cogliere.
Sospirò, decidendo di non pensarci e mettersi invece a dormire.
Peccato, però, che Jess non fosse della stessa idea.
“Secondo te…”
“No.”
“Lasciami finire…”
“No, dormi.”
“Ma ascoltami…”
“Jess…” ringhio frustrato.
“Secondo te…” pausa “…Rick vorrà uscire di nuovo? Insomma, gli ho dato buca in maniera davvero brusca e ho tanta paura che non gli importi più nulla di me.”
Nick sospirò. “Ma no Jess…certo che vorrà rivederti. A meno che non sia un’idiota.”
“Lo pensi davvero?” chiese lei, girandosi dal suo lato del letto. Poteva sentirlo nella sua voce: stava sorridendo.
“Certo che lo penso davvero” alzò gli occhi al cielo e, anche se lei non poteva vederlo, sapeva “tu sei fantastica.” Pronunciò queste parole in imbarazzo, ma mai complimento per lui fu più vero.
Sentì il letto muoversi, poi un braccio che gli avvolgeva il fianco. Sussultò. “Jess?”
“Shhh” sussurrò la donna sul suo collo “non ci pensare. Dormi.” Stava ancora sorridendo.
Nick nascose per un momento il viso nella mano che teneva sotto la testa, nel tentativo di nascondersi per l’imbarazzo. Fortuna che lei non poteva vederlo.
 
Qualche ora dopo. Notte
 
Si svegliò con tutta la calma del mondo: aprì delicatamente gli occhi e sbadigliò, pensando che fosse già mattino. Gli unici raggi che poté vedere, però, furono quelli della luna fare capolino dalla finestra.
Una delle prime cose che notò era che non si trovava più sdraiato su un fianco, ma sulla schiena. Aveva inoltre un peso su spalla e gamba sinistre. Alzò di poco la testa, solo per notare che una massa di capelli (enorme, avrebbe osato dire), gli bloccava la vista.
Gli servì un momento per ricordare che Jess era nella sua camera e stava dormendo nel suo letto. Con lui. E ora, a quanto pare, stava dormendo sopra di lui.
Non poteva vedere con precisione come la donna fosse abbarbicata a lui, ma poteva sentirlo.
Il petto della donna era appiccicato al suo fianco, ne percepiva i seni morbidi premuti contro il lato sinistro del busto. Il peso che sentiva sulla gamba sinistra doveva essere per forza la gamba di Jess, la quale si trovava pericolosamente vicino ad un punto per lui molto sensibile.
Deglutì. Che situazione difficile.
Alzò leggermente la testa, ma fu un brutto sbaglio: i raggi di luna che entravano dalla finestra illuminavano la coscia scoperta della donna, lasciata comodamente cadere sulla sua. Poteva inoltre scorgere una parte del suo fondoschiena, così tondo e sodo che gli venne l’improvvisa voglia di stringerlo tra le mani.
“Okay Nick calmati” disse fra sé e sé “Che si fa?”
Non avrebbe voluto ammetterlo, però quella posizione gli piaceva molto e, a quanto pare, anche al suo amico là sotto, considerando quanto velocemente il sangue iniziò a pompare verso il basso.
Strinse i denti, gettando la testa sul cuscino senza fare rumore.
Il suo braccio circondava il corpo della donna e intanto era finito ad abbracciarne il fianco. La mano prese ad accarezzare un punto indefinito del corpo della compagna, sovrappensiero.
Nick pensò che un momento come quello, a causa della pudicizia della sua coinquilina, non si sarebbe mai più ripetuto. Non era da biasimare per la decisione che prese allora: rimanere fermo e sveglio, in caso la donna si fosse improvvisamente svegliata e messa ad urlare nello scoprire quello che, inconsciamente per entrambi, era accaduto durante la notte.
Aveva appena finito di pensare ciò quando, lentamente, Jess mosse il braccio sinistro mollemente abbandonato contro il suo busto. Lo portò fino alla spalla dell’uomo, quasi accarezzandolo lentamente. Nick trattenne a stento un sospiro.
Fu qui che l’uomo iniziò a capire che Jess si stava svegliando.
I suoi movimenti, da lenti e assonnati, iniziarono a diventare sempre più insistenti, quasi come si fosse svegliata d’un tratto. Iniziò a muoversi, come fosse diventata un gatto mentre fa le fusa.
Ora, il suo muoversi non facilitava assolutamente la situazione al povero Nick, che intanto cercava di trattenere i bollenti spiriti e sembrava voler andare a fuoco, ma ancora meno diventò facile nel momento in cui Jess si alzò e si portò sopra l’uomo, le ginocchia ai lati dei suoi fianchi e i palmi delle mani a sostenerla, con gli occhi ancora chiusi.
“Ehi…” sorrise debolmente, ancora assonnata “…Nick, sai che sei molto sexy?” sussurrò chinandosi contro il suo orecchio.
Stava sognando? E se la risposta era si, era Jess o Nick a sognare?
L’uomo la guardò nella penombra, notando come la camicia le andasse abbastanza grande da mostrargli i seni della donna anche dall’angolazione da sdraiato in cui lui si trovava e, inoltre, le era scivolata in avanti e di conseguenza le aveva scoperto completamente il fondoschiena a causa della schiena inarcata.
Come poteva spiegarlo? Era da viscidi approfittare di quella situazione, ne era consapevole. Ma avere una donna bella come la sua Jess sopra di lui, praticamente quasi nuda con quella camicia che gli dava un effetto da vedo-non-vedo, con un sorrisetto malizioso al chiaro di luna… lo faceva impazzire. Le sue labbra, a pochi centimetri da lui, lo chiamavano. Aveva una voglia assurda di baciarla.
E per questo non riusciva a parlare.
“Che c’è? Il gatto ti ha morso la lingua?” ridacchiò lei, aprendo i grandi occhi azzurri e chinandosi sempre più su di lui, come un vero e proprio gatto.
Si portò con il corpo a contatto con quello dell’uomo, scendendo verso il suo collo e iniziando a lasciarvi baci infuocati, creando una scia che andava dalla base del collo fino all’orecchio.
Non riuscì a far altro che spalancare gli occhi.
Nick ci provò. Con tanto sforzo.
Cercò di sussurrare il nome di Jess, nel vano tentativo di fermarla e ricordarle che lui era Nick, solo Nick…
Ma alla fine non ci riuscì: gli sfuggì un profondo gemito di piacere, causato dai baci della donna e dal suo improvviso strusciarsi su di lui.
Non poteva resistere oltre.
Con una irruenza quasi animalesca, l’uomo decise che rimanere immobile ormai era praticamente impossibile. Portò le sue mani sui fianchi della donna, impedendole di muoversi per un momento: lei alzò la testa per guardarlo negli occhi.
Lo sguardo famelico che si lanciarono fu un messaggio chiaro ad entrambi.
Si fiondarono l’uno sulle labbra dell’altro, mentre le mani di lui raggiungevano le sue cosce e iniziavano, rudemente, ad accarezzarle. Era da una vita che sognava di farlo: le gambe di Jess lo facevano diventare matto. Con quelle gonne e le calze sempre indosso… E il suo sedere? Ancora peggio.
Si tolse lo sfizio che aveva ormai da un po’, risalendo le cosce fino a raggiungere il suo obiettivo, stringendolo tra le mani. Godette un sacco nel farlo, soprattutto sentendo che non c’era nessun indumento a coprirlo. Ricordandosi in quel momento che la donna era completamente nuda e nelle sue mani, iniziò a spingere il suo corpo verso il proprio, facendole sentire ad ogni spinta la sua eccitazione provocata dalla donna stessa, che intanto ne assecondava i movimenti.
Jess interruppe il bacio solo per sospirare e riprendere fiato. Si guardarono negli occhi.
“Lo senti?” riuscì finalmente a sussurrare Nick, stupendosi di riuscire ancora a parlare pieno di voglia com’era “Lo senti l’effetto che mi fai?” un bacio “Sempre con quelle gonne corte, e le calze, e gli asciugamani striminziti” ancora uno “Mi fai impazzire Jess, devi smetterla”
Lei sorrise felina “Devo?”
Lui si prese un secondo per osservarle il volto, le labbra, gli occhi, con un sorrisetto eccitato. “No, assolutamente no.”
E ripresero a baciarsi.
 
“Nick…? Nick!” gridò una voce nel suo orecchio.
Si svegliò di soprassalto, cadendo giù dal letto. “Cosa Jess? Cosa?” gridò agitato, ancora nel dormiveglia.
La donna, stesa ancora sul letto, lo guardò sconvolta. “Stavi sognando! Eri agitatissimo e sudavi, pensavo avessi avuto un incubo. Non riuscivo a svegliarti, continuavi a chiamare il mio nome!” concluse, anche lei agitata, alzandosi dal letto per raggiungerlo. “Stai bene?”
Nel momento stesso in cui lo disse, il suo sguardo calò verso il basso, notando un piccolo dettaglio… non proprio piccolo. Lo sguardo di Nick seguì la direzione in cui stavano guardando gli occhi dell’amica, notando che in effetti qualcosa che non andava c’era.
Aveva un’erezione enorme e in bella vista, causa i pantaloni di tuta con cui andava a dormire. Senza boxer, tra l’altro.
Per un secondo, entrambi fissarono quel punto imbarazzante, senza dire nulla. Poi salirono entrambi a guardare l’altro negli occhi. Nick poté giurare di aver visto il viso di Jess che cambiava colore in pochi istanti: dal dolce rosato che la caratterizzava, le sue gote si colorarono di un rosso intenso.
Si girò di scatto nella direzione opposta all’uomo, rimanendo immobile.
“Jess, io…” cercò di spiegare lui.
“No Nick, non devi spiegarmi niente, hai avuto un sogno erotico su di me, è okay cioè…” sentì un brivido, che venne visto da Nick come di disgusto “hai avuto un’erezione pensando a me, lo capisco è assolutamente normale…” farneticò lei. “Non è nemmeno la prima volta!”
“Jess…” tentò di nuovo lui.
Lei si allontanò e si diresse meccanicamente verso l’altro lato del letto, senza guardarlo. “No è okay dico sul serio!”
Nick la guardò spazientito, con una mano portata sul viso in segno di un misto d’imbarazzo e rabbia trattenuta. “No, Jess, non è ‘okay’” disse, mimando l’ultima parola con delle virgolette “Ho avuto un sogno erotico su di te, okay? E mi dispiace. Ma cavolo, sei nel mio letto, praticamente nuda, ti sei presentata alla mia porta con solo un cavolo di asciugamano a coprirti, ti sei avvicinata a me durante la notte… non potevo impedirlo! È così che funzionano gli uomini!” quasi gridò, indicandosi il pacco. Lei provò a non guardarlo, girando la testa completamente verso il muro e stendendosi nuovamente sul letto mentre si copriva nuovamente con il lenzuolo. Non disse nulla.
Un silenzio imbarazzante cadde sulla stanza.
Rilasciando un sospiro esasperato, Nick sbatté le mani sulle cosce e si guardò intorno. Era ancora mattino presto, ciò significava che Winston si sarebbe svegliato tra ancora qualche ora e li avrebbe fatti uscire, come avevano stabilito la sera prima. Decise di provare a dormire ancora un po’.
Si gettò sul letto, rimanendo a pancia in su e guardando il soffitto, un braccio sullo stomaco e uno dietro la testa, chiudendo gli occhi.
Ancora silenzio. Poi un “Nick?” sussurrato debolmente lo fece uscire dai gangheri.
“Jess, ti giuro che se dici il mio nome un’altra volta con quella voce non risponderò più delle mie azioni” esordì minaccioso.
Quello che Nick non sapeva, con quella provocazione che aveva mosso alla ragazza, era che l’aveva indotta a stringere le cosce tra loro, nascondendo l’eccitazione che le era salita da quando aveva scoperto l’erezione svettante dell’uomo. Cercò di nasconderlo in tutti i modi, ma non fu facile con la voglia che aveva di saltargli addosso in quel momento e rendere realtà il sogno che, secondo le sue parole, lei gli aveva indotto ad avere.
Nascose il viso nel cuscino, cercando di ignorare le farfalle che le svolazzavano insistentemente nello stomaco.
   
 
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