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Autore: Keeper of Memories    16/02/2023    1 recensioni
Mini raccolta su Svezia, Finlandia e la loro adorabile famiglia del Mulino Bianco. Cosa succede quando uno di loro si ammala?
[Questa raccolta partecipa alla E’ NATO PRIMA L’UOVO O LA FYCCYNA?– REVERSE CHALLENGE! del Gruppo Hurt/Comfort Italia - Fanart e Fanfiction - Gruppo Nuovo]
Genere: Fluff, Hurt/Comfort | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Finlandia/ Tino Väinämöinen, Principato di Sealand/Peter Kirkland, Svezia/Berwald Oxenstierna
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Berwald aprì la porta di scatto, annunciando la sua presenza con un tonfo.
«Tino, sono qui!» urlò, forse per la prima volta nella sua vita. Ansimava e la fronte era imperlata di sudore per la corsa folle che aveva appena sostenuto per essere lì, in quell’istante.
«Berwald!» Tino gli gettò le braccia attorno al collo, stava tremando.
«Che succede? Stai bene?»
«Io si» rispose «Scusa se ti ho chiamato, ma non sapevo che fare! Ho chiamato un medico, ma non riesce ad arrivare prima di domani sera ed è peggiorato, io non…»
Berwald scostò delicatamente il suo compagno, quel tanto che bastava per guardarlo negli occhi.
«Tino, calmati. Sono qui. Cosa sta succedendo?»
«Peter ha l’influenza.»
 
All’ingresso di Berwald nella camera da letto, la testolina di Peter sbucò da sotto la montagna di coperte.
«Padre?»
«Come ti senti? Hai mangiato qualcosa?» Lo svedese s’inginocchiò accanto alla testiera del letto e posò con delicatezza una mano sulla fronte del bambino, facendola sembrare quasi una carezza.
«Sono stanco e se mangio mi viene da vomitare…»
«Gli hai misurato la febbre?» chiese, rivolto invece a Tino.
 «Si. Il termometro segnava trentanove gradi…» rispose, guardandosi la punta dei piedi.
«Hai degli antipiretici?»
Tino annuì, dubbioso. «Pensi che sia sicuro per lui prenderli?»
«Una piccola dose. Vai a prenderli, per favore.»
 
Berwald rientrò nella camera dopo pochi minuti con una brocca d’acqua. Tino stava guardando dubbioso alcune scatole di medicinali, indeciso.
«Cos’è?» gli chiese, non appena lo vide rientrare.
«Dell’acqua, con un po’ di zucchero» rispose con tono pacato.
«Solo acqua? Non è meglio qualcosa di caldo?»
Berwald scosse la testa. «A Peter non piacciono molto gli infusi di erbe, c’è il rischio che vomiti. Tuttavia, ha bisogno di molta acqua e zuccheri semplici. Questo baserà, per ora. Qual è il problema?»
Tino sollevò le due confezioni che reggeva in mano con aria dubbiosa.
«Non saprei quale di questi due potrebbe andare…»
Berwald prese entrambi i medicinali e, dopo una breve ispezione della confezione ne sollevò una.
«Questo. Potresti svegliare Peter?»
Tino si chinò sul letto e gli strinse la spalla, sussurrando qualche parola. Peter aprì gli occhi e biascicò qualcosa di incomprensibile. Berwald si inginocchiò accanto al suo compagno, con una pastiglia spezzata a metà in una mano e un abbondante bicchiere d’acqua nell’altra.
«Peter, ho bisogno che tu mandi giù questa e che bevi tutta quest’acqua. Puoi farlo?» sussurrò, porgendoglieli entrambi. Peter era così stanco e provato che, per una volta, non fece storie.
 
«Sei molto bravo con queste cose, Berwald.»
Brewald abbassò lo sguardo su Tino, accoccolato tra le sue braccia. C’era un solo letto, attualmente occupato dal piccolo malato; quindi, avevano optato per passare la notte su un grande e comodo pouf.
«Ci sono abituato. Non è il primo bambino di cui mi occupo.»
Tino lo guardò confuso, come a chiedergli spiegazioni per quello che aveva appena detto.
«Non ricordi?» aggiunse Berwald «Mi occupavo sempre di te quando vivevamo con Danimarca.»
«Davvero? Perdonami, ho ricordi un po’ vaghi di quel periodo…»
Il modo in cui Tino sgranò gli occhi gli fece un po’ male, ma non lo diede a vedere.
«È così. Danimarca non era certo il tipo da prendersi cura di due bambini. Ma aveva molti libri.»
«Puoi insegnarmi? Io… se oggi non ci fossi stato tu sarei impazzito. Vorrei essere anch’io un buon padre per Peter, sai? Vorrei prendermi cura di lui… e di te.»
Le parole uscirono concitate dalla bocca di Tino, aumentando il rossore delle sue guance ad ogni secondo che passava. Berwald si chinò, per lasciargli un bacio sulla fronte.
«Ma tu ti stai già prendendo cura di me» gli disse, intervallando ogni parola con un bacio in un punto diverso del viso «più tempo passiamo insieme, più sono felice.»
Un leggero sorriso incurvò le labbra di Tino. «Anche io lo sono! Però vorrei imparare, davvero. Siamo entrambi suoi padri, vorrei fare la mia parte.»
«Penso tu sia già un buon padre. Ma se lo desideri, ti insegnerò» disse Berwald, terminando quella lunga scia di baci sulle labbra di Tino e mettendo fine al discorso per tutto il resto della serata.
   
 
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