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Autore: ValeAlcazar    28/02/2023    2 recensioni
Io e Manu Roja ci siamo cimentare in una storia prendendo una frase tratta dal manga
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, André Grandier, Oscar François de Jarjayes
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Cap. 1 – UN INCONTRO FORTUITO

Cap. 3 – CUORE IN SUBBUGLIO


Versailles, Giugno 1774

Le bianche costruzioni che comprendevano le scuderie reali, accozzaglia di edifici di varie epoche e di differenti architetture, si ergevano solitarie ai limiti del cortile ovest della Reggia.

Il luogo era solitamente molto frequentato, vi si riunivano oltre una vasta schiera di palafrenieri, stallieri che vi lavoravano in pianta stabile, anche cocchieri, valletti ed attendenti che aspettavano i loro padroni chiamati a compiere e svolgere il loro ruolo a corte.

Le scuderie, erano divenute il centro di pettegolezzi, infatti tramite i domestici era facile carpire notizie, su intrighi, intrallazzi, congiure e tradimenti che si consumavano all'interno di dimore signorili.

Più volte anche lo stesso André, aveva attinto "informazioni" necessarie richieste da Oscar proprio da questo stuolo di camerieri, oppure era lui medesimo a fornirle a Oscar in caso avesse udito qualcosa di utile per poterla aiutare nel suo ruolo di Colonnello.

Le scuderie solitamente traboccavano di gente, soprattutto in inverno, dove era facile per cocchieri e valletti, trascorrere intere giornate scaldandosi intorno al fuoco consumando qualche bicchiere di vino, al contrario in estate, per evitare il penetrante odore emanato dal fieno e dalle cavalcature, la folla si trasferiva all'esterno dove i bivacchi si alternavano ad incontri amorosi.

André, in quella calda sera d'inizio estate si era attardato più del dovuto alla Reggia, i compiti di Oscar con i nuovi regnanti e con le nuove disposizioni da impartire ai soldati della Guardia Reale, richiedevano una presenza più costante a Corte.

André se ne stava appoggiato ad una delle staccionate di legno osservando sorridente due garzoni che si contendevano la vincita di una partita a dadi, quando la sua attenzione venne distolta da una voce che lo salutò cortesemente.

Si avvicinò fermandosi solo ad un passo da lui con un sorriso, gli occhi colmi di gioia per aver avuto la fortuna di rivederlo, con voce suadente le rivolse il suo saluto

"Salve André" salutò Agnes

"Salve Agnes. Cosa ci fai ancora qui alla Reggia a quest'ora!? Non è tardi per le consegne? Sei da sola?" le chiese guardandosi intorno cercando qualcuno che poteva averla accompagnata

"No André non sono sola, sto aspettando mio padre che, oltre ad aver effettuato le consegne, sta prendendo gli ordini per il prossimo rifornimento." si apprestò a rispondere la ragazza.

"Capisco..."

"Tu invece? Come mai ancora qui?"

"Oscar si è dovuta trattenere per via delle nuove disposizioni da dare alle Guardie e perché l'ha convocata Sua Maestà la Regina per un colloquio privato...credo che arriverà tra poco."

A quel modo confidenziale che André ebbe per dirle di Oscar chiamandola per nome e non con il suo titolo, Agnes rimase sbigottita.

Sapeva che tra attendente e padrone stando fianco a fianco si instaurava un rapporto quasi amichevole ma non aveva mai sentito un attendente chiamare il suo padrone per nome.

"Bene, ti devo lasciare adesso. Spero di rivederti presto André."

"Anch'io spero di rivederti presto Agnes. Vedi che ti dicevo...ecco arrivare Oscar.

Vado a prendere i cavalli. A presto."

Agnes lo vide allontanarsi ed entrare nelle scuderie, rimase un po' lì, ferma ad osservare l'altera Madamigella Oscar che avvicinandosi a lei fece un cenno con la testa come a salutarla a cui lei rispose con un inchino.

Non aveva mai visto un membro della nobiltà rivolgerle un saluto, lei una semplice borghese.

Capì così del perché André la chiamava per nome, doveva essere una persona speciale e nobile d'animo e non solo per i suoi natali...ne rimase affascinata.

La rivide un attimo dopo a cavallo con accanto André dirigersi verso l'uscita della Reggia.

"André, André, ma dove ti sei cacciato ingrato di un nipote, eppure è a casa l'ho visto rientrare prima dalla Reggia con Madamigella Oscar. Che siano usciti nuovamente senza che li abbia visti?" sbuffava Nanny non trovandolo in cucina.

"Mi cercavi nonna? Eccomi!" rispose André sbucandogli da dietro le spalle

"Ti ho sentita urlare il mio nome dal piano di sopra. Che c'è di così urgente?"

"André, mi farai venire un infarto se mi sbuchi così all'improvviso, che ci facevi al piano di sopra, eh! Quante volte te lo devo dire che devi mantenere le distanze André."

"Mi ha chiamato Oscar perché doveva parlarmi, ecco perché ero di sopra. Che volevi nonna perché mi cercavi?"

"Ho bisogno che tu vada al mercato, Claude non può, deve aiutare Jacques e Marcel ha da fare in giardino con Pascal."

"Cosa vuoi che prenda al mercato?"

"Devi solo portare le scarpe del padrone dal ciabattino. Tra un paio di settimane dovrebbe essere di ritorno e le sue calzature preferite hanno bisogno di essere sistemate. Ti prego André fa che te le diano presto, non vorrei che il Generale tornasse prima e non le trovasse in ordine."

"Stai tranquilla nonna, vado subito. Non preoccuparti saranno pronte in tempo per il ritorno del signor Generale."

"Grazie nipote mio."

Il mercato si trovava nel piazzale antistante la chiesa di Saint Pierre, nel quartiere del Marais, soprattutto nei giorni festivi era gremito da una folla composta non solo da borghesi, ma anche da contadini che approfittavano per esporre le loro merci.

Le urla dei venditori giungevano sonore fin dal sagrato della chiesa, dove Agnes ed una piccola compagnia composta da fanciulle e garzoni si era recata per la celebrazione del vespro, era prassi per questi giovani una volta conclusa la funzione, aggirarsi tra le bancarelle del mercato, approfittando non solamente della frescura e del tepore di un tardo pomeriggio estivo, ma concedersi qualche ora di svago per ristorarsi dalle fatiche del lavoro.

La chiassosa e lieta compagnia si divise mentre passeggiava tra le file di banchi, chi si soffermò a vedere il divertente

spettacolo di alcuni saltimbanco, altri ne approfittarono per allontanarsi con qualche spasimante, altri ancora come Agnes si sedettero sulle panche di legno di un chiosco dove si poteva sorseggiare in tutta tranquillità qualche bibita fresca, gettando lo sguardo all'ilare rappresentazione che alcuni attori girovaghi stavano improvvisando.

Agnes, era insieme ad un giovane garzone uno dei molti alle dipendenze paterne, che chiedeva impaziente di poter continuare nella passeggiata.

André dopo aver lasciato le calzature dal ciabattino, che avrebbe sistemato di lì a poco, nell'attesa si aggirava tra i banchi quando fu attirato da una risata frizzante e cristallina, più si avvicinava e più si faceva nitida la figura della ragazza che lo aveva attirato con la sua fresca risata.

"Agnes, sei tu? Buon pomeriggio." salutò

"Oh! Salve André, anche tu qui?"

"Sì, mia nonna mi ha mandato qui per andare dal ciabattino e mentre aspetto che le calzature siano pronte facevo un giro tra i banchi."

"Io sono qui per fare una passeggiata dopo aver partecipato ai vespri insieme a degli amici, mi sono fermata a prendere una bibita fresca insieme a Mathis mentre gli altri sono in giro. Vuoi sederti con noi André?" gli chiese con lo sguardo raggiante

"Sì perché no, ti ringrazio. Devo aspettare quindi ne approfitto per fare due chiacchiere con voi. Salve Mathis, sono André."

"Salve André. Ascolta Agnes, visto che sei in compagnia ne approfitto per fare un giro tra i banchi anch'io, non ti dispiace vero? Oh...non ho chiesto a te André se ti va di farle compagnia, perdonami. Magari non puoi rimanere qui a lungo."

"No no, vai pure. Non preoccuparti sto io con lei, faremo anche noi un giro tra i banchi, magari c'incontriamo dopo." si premurò di dirgli André

"Bene, grazie. A dopo allora, mi ha fatto piacere conoscerti André. " ringraziò Mathis prima di allontanarsi

"Allora, cosa mi racconti André, non eri occupato oggi alla Reggia con Madamigella Oscar?"

"No, oggi siamo tornati nel primo pomeriggio. È una di quelle giornate che può delegare il suo vice, il Tenente Girodelle, ne approfitta per riposare un po' prima di tutti gli impegni della prossima settimana con le feste che ci sono in programma, il servizio sarà duro ed estenuante...ma ora basta parlare di lavoro. Facciamo questa passeggiata?"

"Sì dai, andiamo." rispose entusiasta prendendolo per il braccio sotto uno sguardo divertito

di André che a quella esternazione le sorrise.

Si aggiravano spensierati ridendo e scherzando tra i banchi del mercato scambiandosi opinioni sulle varie mercanzie esposte e sulle stranezze che a volte si palesavano sotto i loro occhi.

André ad un certo punto vedendo l'avvicinarsi dell'imbrunire chiese ad Agnes se sapeva dove cercare i suoi amici per poterla lasciare in compagnia e tornare così a casa.

"Non li ho visti in giro, non vorrei che non incontrandoci abbiano pensato che siamo andati via e si siano avviati verso casa."

"Tranquilla Agnes, passiamo dal ciabattino a prendere le calzature e poi ti riaccompagno io a casa. Non ti lascio certo qui da sola senza sapere se i tuoi amici sono ancora qui o no? Dai andiamo." la tranquillizzò

"Mi dispiace André, davvero. Non pensavo ci saremmo persi, sono stata così bene con te che non ho fatto caso all'ora e che tu avevi altro da fare." disse un po' imbarazzata

"Sono stato bene anch'io Agnes. Non preoccuparti non avevo da fare, è stato piacevole trascorrere il pomeriggio con te."

"Grazie ancora André." disse stringendogli più forte il braccio che teneva sotto braccio.

Arrivati dove André aveva lasciato in custodia Alexander l'aiutò a salire a cavallo e dopo essere montato in sella anche lui si avviarono verso casa.

Agnes a quel contatto poggiò la testa sul petto di André, senti andare le sue guance in fiamme e il suo cuore battere all'impazzata tanto da darle l'impressione volesse uscire dal petto.

Anche André sembrava essere turbato da quel contatto tanto che trovandosi il viso di Agnes così vicino non resistette all'istinto di darle un bacio che la ragazza ricambiò con trasporto.

André staccatosi da quelle calde labbra guardandola negli occhi vide un luccichio a cui sopraggiunse un sorriso che le illuminò il viso.

"Scusami Agnes ti prego. Non so cosa mi sia preso, tu mi piaci, non voglio approfittare di te. Io..." disse fortemente imbarazzato.

"Non ti preoccupare André, non scusarti e non sentirti in imbarazzo. Lo volevo anch'io questo bacio, anche tu mi piaci, tanto."

"Sì, ma io..."

"Non è successo niente André, davvero. Se tu non vuoi, non ci vedremo più. Non voglio crearti problemi."

"No Agnes, non mi crei problemi e voglio rivederti se capiterà l'occasione..."

"Sono arrivata André, grazie per avermi accompagnata. Anche se è stato bello, non pensare più al nostro bacio d'accordo?" lo rassicurò sorridendo

"Agnes, Agnes, ma che fine hai fatto? Ti abbiamo cercata ovunque, dove eravate finiti tu e il tuo amico!?" gridarono i ragazzi vedendola arrivare

"Dove vi siete cacciati voi piuttosto! Noi eravamo andati a vedere i banchi del mercato ma non vi abbiamo visti in giro ed è toccato a lui riaccompagnarmi a casa."

"Va bene Agnes, io vado. Buonanotte."

"Buonanotte André e grazie ancora."

"Cosa mi succede con Agnes, perché l'ho baciata, non voglio prenderla in giro.

So di non avere speranze con Oscar, ma io l'amo. È lei quella che voglio, è lei la mia anima, la mia luce."

Nella solitudine della sua stanza Agnes pensava al bacio che André le aveva dato, ai suoi occhi, quegli occhi che l'avevano incantata dal primo istante.

"Mi ha baciata, gli piaccio lo so. Oh André,

anche tu mi piaci e tanto."

   
 
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