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Autore: AlbAM    19/03/2023    14 recensioni
Alba e Azaele finalmente si sono ritrovati e la loro storia sembra filare a gonfie vele. Ma la vita non è mai semplice e i problemi sono sempre dietro l'angolo, soprattutto se il protagonista è un diavolo innamorato e talmente sbadato da rischiare di provocare una nuova "Grande Guerra" tra Inferno e Paradiso. Ma che diavolo avrà combinato stavolta Azaele?
La scombinata banda di Demoni e Angeli di Un diavolo a Roma è tornata più in forma e incasinata che mai!
Genere: Azione, Commedia, Dark | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Universo Aza&Miky'
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Capitolo 16

L'attacco



Mentre percorreva il sentiero che portava al Bed & breakfast di Renzo, Alba fu presa da un'improvvisa malinconia.

Il fatto che Azaele stesse per incontrare due vecchi amici umani, le aveva fatto venire in mente Adel, facendola sentire in colpa per come l'avevano abbandonata a Roma sparendo da un giorno all'altro senza darle alcuna spiegazione. Malgrado sapesse che era una spia di Akenet, aveva finito per affezionarsi alla demone che in più di un'occasione si era rivelata simpatica e gentile. Ricordava ancora la notte in cui Azaele era stato impegnato in un ritiro multiplo e lei era stata tormentata per ore da una nausea fortissima. Adel le aveva fatto compagnia tenendole la mano e cercando di distrarla con una serie di aneddoti tragicomici sulla sua vita infernale, fino a quando non si era ripresa.

Avrebbe voluto parlarle per provare a convincerla ad abbandonare Akenet, ma Safet e Gabriel erano stati irremovibili, la demone era una collaboratrice del nemico e almeno per il momento parlarle apertamente sarebbe stato troppo rischioso.

Eppure era sicura che anche Adel si fosse affezionata a loro e il pensiero che potesse essersi sentita tradita e abbandonata la turbava, perché le ricordava il dolore provato per la brusca fine dell'amicizia con Arianna. Alba aveva provato più volte a chiamarla e inviarle dei messaggi su whatsapp, ma non avendo mai ricevuto risposta alla fine si era dovuta arrendere all'evidenza, la sua antica amica non era interessata a riprendere i rapporti con lei.

E ora, rendersi conto di aver trattato Adel nello stesso modo in cui Arianna aveva trattato lei, la faceva sentire a disagio e estremamente triste.

Azaele si accorse della sua improvvisa malinconia e per cercare di distrarla le domandò «Ti ho mai raccontato di come ho salvato Catherine dal commettere il più grande errore della sua vita?»


#

Alba stava ancora ridacchiando per il racconto del matrimonio mancato di Catherine, quando varcarono la soglia del Bed & breakfast. Seduti a uno dei tavoli della sala apparecchiata per la colazione, un ragazzo alto e nero, sui ventisei anni, e una ragazza dai capelli rossi, stavano gustando cappuccino e cornetti mentre chiacchieravano con una giovane sulla trentina molto somigliante al ragazzo.

«Yetunde!» chiamò Azaele allegramente.

I tre ragazzi si voltarono.

«Azaele, sei proprio tu!» Rispose il ragazzo sorridendo. La ragazza dai capelli rossi si lanciò tra le braccia del demone. «Ciao cretino, sono tanto felice di rivederti!»

Azaele si sciolse dall'abbraccio un po' imbarazzato.

Yetunde fece un cenno all'altra ragazza che li osservava incuriosita.

«Vieni Alissa, finalmente ti posso presentare Azaele e Michele!»

Alissa si avvicinò con aria trionfante. «Quindi esistete davvero, però siete persone normali, proprio come immaginavo!»

Azaele ridacchiò «Dipende da cosa intendi».

Yetunde lanciò uno sguardo a Renzo che dietro il bancone del bar era impegnato a lavare le tazze, fingendo di non origliare la loro conversazione. «Vi va, di fare una passeggiata?» propose «Qui intorno la campagna sembra molto bella!»

«Si, è meglio!» approvò Michele.

La piccola comitiva salutò Renzo e si incamminò lungo uno dei sentieri che si dipanavano dal Bed & breakfast verso il bosco.

Azaele era elettrizzato, non vedeva l'ora di presentare Alba a Yetunde e Catherine. Appena furono abbastanza lontani per poter parlare liberamente, la prese per mano e si fermò di fronte ai due ragazzi. «Lei è Alba, la mia fidanzata!» disse orgoglioso. Alba sorrise timidamente.

Yetunde trasecolò. «Ma tu sei proprio la "famosa" Alba?»

«Quella che Aza, cercava da secoli?» domandò Cathy altrettanto stupita.

«Esatto! Ci siamo ritrovati circa un anno fa!» rispose il demone letteralmente al settimo cielo, stringendo la mano di Alba.

«Quello è … vostro figlio?» domandò Cathy.

«Nostra figlia, è una bambina!» Annunciò orgoglioso Azaele accarezzando delicatamente il pancione della fidanzata.

«Ma non è pericoloso, cioè non fraintendetemi, però… Mi sembra una cosa tipo Rosemary's baby!» commentò Yetunde perplesso.

Azaele scoppiò in una allegra risata, mentre Alba diventò rossa.

Alissa intervenne imbarazzata. «Yetunde! Ma che stupidaggini dici, sei impazzito?»

«Non ha tutti torti, in realtà» rispose Alba che dopo un primo momento di imbarazzo cominciava a vedere l'aspetto buffo della situazione. «Forse dovresti spiegare ad Alissa chi sono esattamente Azaele e Michele, non credi?»

Yetunde sbuffò. «Lo sa già, è solo che non vuole credermi!»

«Dovrei credere che Azaele è un diavolo, Michele un angelo e Alba una strega? Dai ragazzi ora basta con queste sciocchezze, siamo tutti adulti e questo non è una manga per ragazzine!» rispose Alissa ridendo.

Non aveva neanche finito la frase che di fronte a lei atterrarono un demone tarchiato e una demone dai capelli biondi e gli occhi azzurri. I due apparivano piuttosto nervosi.

Alissa, bianca in volto, si girò verso Yetunde che commentò allargando le braccia. «Appunto!»

Sakmeel diede loro un'occhiata distratta e rivolgendosi ad Azaele e Michele spiegò senza tanti giri di parole. «Krastet e Zoel hanno mandato una squadra di demoni a cercare Alba! Sono già in marcia!»

«È meglio rientrare subito», intervenne Elena, «la barriera protettiva non è ancora completa e cominciamo ad essere lontani dal Bed & breakfast!»

Azaele prese in braccio Alba e alzandosi in volo ordinò «Michele! Tu, Sakmeel e Eowynziel prendete i ragazzi. Elena, torna indietro e sbrigati a completare la barriera!»

«Azaele, che cosa succede?» domandò Yetunde. «Ti prego, non dirmi che siamo coinvolti in una specie di faida infernale!»

«Temo di sì, Yetunde, mi spiace!» Rispose Michele prendendolo in braccio e aprendo le ali. «Ma forse siete ancora in tempo per andarvene».

Un tuono squarciò il silenzio della campagna circostante. Sotto di loro si aprì una voragine dalla quale si innalzarono una decina di demoni armati di spade infuocate e protetti da armature nere.

«Santo cielo, come la vedo male…ma male, male!» Piagnucolò Yetunde.

Michele aumentò la velocità e raggiunse Azaele. «Riportiamo a terra Yetunde e gli altri. I demoni non sono interessati a loro, non li attaccheranno!»

«Ma sei matto?» Si lamentò Yetunde terrorizzato.

«Va bene!» rispose Azaele. «Alba, tu apri il fuoco, fagli vedere con chi hanno a che fare!»

«Cosa? No aspettate!» implorò Yetunde.

Ma Michele non aveva tempo di discutere. Fece un cenno a Sakmeel e Eowynziel che capirono al volo e lo seguirono a terra.

Le prime palle infuocate di Alba intanto cominciarono a colpire i demoni che presi alla sprovvista si fermarono senza sapere bene come reagire.

Fu in quel momento che un cavaliere uscì dalla squarcio sul terreno. Era vestito di nero, indossava un cappuccio che non permetteva di vederne il volto e impugnava una spada infuocata. «Non fermatevi, codardi!» ordinò ai demoni.

«Ci mancava solo il re dei Nazgul!» commentò Azaele.

Dietro il cavaliere che continuava ad inveire contro i demoni, comparve un gatto nero con una stella bianca sulla fronte. Il piccolo felino si guardò intorno e poi corse silenziosamente verso Eowynziel.

«Ci stanno circondando!» urlò Alba senza smettere di lanciare fuoco e fiamme ai demoni che pressati dagli ordini del misterioso incappucciato, erano tornati all'attacco.

«Michele!» chiamò Azaele.

«Siamo qui Aza!» rispose Michele indicando Sakmeel e respingendo un demone con un colpo di spada. «Dobbiamo atterrare subito, sono troppi per difenderci in volo!»

Azaele seguì il consiglio di Michele e atterrò ai piedi di una collina rocciosa.

Un attimo dopo fu raggiunto da Michele e Sakmeel, che almeno per il momento erano riusciti a respingere l'attacco dei nemici. Il demone porse ad Azaele la spada di Eowynziel. «È andata a cercare aiuto, a lei ora non serve e tu sei disarmato!» spiegò Sakmeel anticipandone la domanda.

«Almeno qui avremo le spalle coperte!» considerò Alba guardandosi intorno.

«Non solo!» Rispose Azaele accovacciandosi e premendo le mani a terra. Immediatamente si innalzò un muro di roccia.

«Ottima idea» approvò Sakmeel, «così saremo ancora più protetti!»

«Si, ma comunque non possiamo restare qui in eterno, abbiamo bisogno di aiuto» intervenne Michele.

«Yetunde e le ragazze sono riusciti a scappare?» domandò Alba preoccupata.

«Si, come immaginavo i demoni non li hanno considerati!» La tranquillizzò Michele. «A proposito, Aza, ma secondo te chi diavolo può essere quella specie di Nazgul?»

Azaele, nonostante la drammaticità della situazione non riuscì trattenere una risatina.

«Ti sembra il momento di ridere?» si innervosì l'amico.

«Scusa, è solo che lo abbiamo chiamato nello stesso modo!»

«Forse Merlino conosce l'identità del cavaliere nero, è saltato fuori da quella voragine subito dietro di lui, immagino lo stesse seguendo!» intervenne Sakmeel.

«Merlino?» domandò Alba guardandosi intorno preoccupata, il suo famiglio non si vedeva da nessuna parte.

«È andato a cercare aiuto insieme a Eowynziel» la rassicurò Sakmeel.

«E meglio che ci prepariamo, stanno arrivando! E sono raddoppiati» avvertì Michele fissando cupo il cielo.


#


Merlino, stretto tra le braccia di Eowynziel, miagolò con insistenza.

La demone, che sfrecciava nel cielo di Roma alla ricerca di Sael nella speranza che sapesse dove trovare Safet o Razel, diede un'occhiata al famiglio e domandò «Ne se sei sicuro?»

Il gatto miagolò ancora.

La demone sterzò di colpo cambiando direzione. «Allora dobbiamo avvertire Adel!»

Merlino le poggiò le zampine sul petto e miagolò esterrefatto.

«Bé, ovvio che lo avvertirà, è proprio per quello che voglio andare da lei!»

Il gatto nero le rispose con un miagolio poco convinto.

«Io invece sono certa che sia un'ottima idea! Akenet arriverà e si riprenderà il suo dannato».

Eowynziel raggiunse l'appartamento di Alba e atterrò sulla terrazza, una scritta infuocata apparve sui vetri della cucina. «Si, ma prima ci ammazzerà tutti per prendersi la bambina di Alba!» Merlino era saltato a terra riprendendo il suo aspetto demoniaco.

«Oh, no. Non lo farà, vedrai. Lui non è mica come Zamesh!»

«Ah, no? È un Arcidiavolo, Eowynziel!»

«Si, ma non sarebbe mai capace di uccidere Alba per rapire la bambina!» rispose lei con convinzione.

Merlino, ci penso su. In effetti Akenet era l'unico Arcidiavolo che possedesse ancora un po' di onore, probabilmente non sarebbe arrivato al punto di uccidere Alba. Forse, per una volta, la ragazza di Sakmeel non aveva avuto una pensata stupida come suo solito.

«D'accordo, allora tu parli con Adel e io continuo a cercare Sael e Lord Safet» rispose Merlino riprendendo la forma felina e saltando da un balcone all'altro.

Eowynziel entrò nell'appartamento senza accorgersi che sulla terrazza aveva fatto capolino uno dei demoni comandati dal misterioso incappucciato.


#


Adel sedeva affranta sul suo letto. O meglio su quello che per anni era stato il letto di Arianna e che da qualche mese era diventato il suo. Si guardò intorno tristemente. La camera era molto cambiata da quando era stata occupata dalla nuova proprietaria. Adel con l'aiuto di Sael e Eowynziel, aveva dipinto le pareti, un tempo bianche, con tinte pastello di diversi colori. Aveva appeso fotografie di bellissimi paesaggi naturali e coperto il pavimento di marmo con un colorato tappeto intrecciato a mano, circondandosi di tutta la bellezza di cui non poteva godere all'Inferno.

Nonostante dovesse tornare regolarmente in sede per relazionare ad Akenet, aveva passato dei mesi felici in cui aveva iniziato a pensare che Alba e gli altri l'avessero accettata e inserita nel loro gruppo e sebbene, ogni tanto, avesse la sensazione che omettessero di dirle qualcosa, non si sarebbe mai aspettata che da un giorno all'altro potessero sparire tutti nel nulla. Erano passati ormai due giorni da quando era tornata a casa e notando uno strano silenzio aveva girato una stanza dopo l'altra rendendosi conto con sempre maggiore sgomento che i suoi coinquilini l'avevano abbandonata.

L'aver realizzato che in realtà non si erano mai fidati di lei e che probabilmente l'avevano addirittura usata per depistare Akenet, l'aveva gettata in uno sconforto tale che aveva passato due giorni a piangere e bere la cioccolata angelica che Michele, nella fretta di andare via, aveva scordato di portare con sé.

Alla fine aveva realizzato che la cosa che la faceva soffrire di più non era tanto aver fallito la sua missione, quanto l'aver scoperto che quelle persone a cui aveva finito per affezionarsi sinceramente, non l'avevano mai realmente accolta tra loro e questa consapevolezza l'aveva fatta sentire terribilmente sola e abbandonata. A questo dolore poi si aggiungeva l'ulteriore sconforto di dover confessare ad Akenet di aver deluso la fiducia che aveva riposto in lei, cosa che la rattristava molto più di quanto la spaventasse la punizione che gli avrebbe assegnato l'Arcidiavolo.

Era talmente immersa in questi pensieri che non si accorse dell'arrivo di Eowynziel che entrò in camera e la salutò con un sorriso felice. «Speravo tanto di trovarti!»

Adel la guardò immusonita. «Ne dubito, visto come mi avete voltato tutti le spalle da un giorno all'altro!»

Eowynziel si imbarazzò un po'. «Mi dispiace, ma anche tu potevi dirlo che lavori per Akenet!»

Adel alzò gli occhi al cielo. «Si certo, come ho fatto a non pensarci!»

«Comunque non importa più, anzi è meglio!» disse la demone bionda sedendosi accanto all'amica.

«Meglio, in che senso?»

«Bé... Che è meglio!» rispose Eowynziel.

Adel sospirò è riformulò la domanda.

«Ziel, perché prima non andava bene che lavorassi per Akenet e ora invece pensi che sia una cosa positiva?»

«Perché siamo stati attaccati da dei demoni sotto il comando di un dannato liberato da Krastet e Zoel!»

Adel si alzò dal letto sconvolta e prese l'amica per le spalle. «Cosa? Ma quando, dove?»

«Poco fa, in un Bed & breakfast dalle parti di Monterotondo. Ti prego vola da Akenet e avvertilo che il dannato è uno dei suoi!»

«Ma come hanno potuto fare una cosa del genere senza che se ne accorgesse, Ziel, sei sicura?»

«Merlino lo ha riconosciuto. È un inquisitore di nome Eymerich che quattrocento anni fa ha ucciso Alba e ora vuole strapparle la bambina dalla pancia per portarla all'Inferno!»

«Ma è orribile!» Adel non poteva credere alle sue orecchie.

«Ti prego, devi tornare da Akenet. Eymerich ci ha attaccato di sorpresa, i demoni al suo servizio sono troppi e non riusciamo a trovare né Safet, né Gabriel! Alba e Azaele possono contare solo su Michele e Sakmeel»

Adel non se lo fece ripetere, aprì le ali e volò fuori dalla finestra. Eowynziel sospirò di sollievo, tornò sulla terrazza e si gettò alla ricerca di Razel senza accorgersi del demone nero che si era lanciato all'inseguimento di Adel.


#


Adel volava a perdifiato inseguita dallo scagnozzo di Eymerich che aveva inutilmente cercato di seminare dal momento in cui si era resa conto di essere inseguita.

Nonostante la paura, era fermamente decisa a raggiungere Akenet e avvertirlo di quello che stava succedendo. Era sicura che sarebbe intervenuto a fermare l'orrore che stava cercando di perpetrare l'inquisitore.

Scansò colleghi, ostacoli e qualunque altra cosa si frapponesse tra lei e il suo capo, ma raggiunto il nono girone si rese conto che Akenet non era seduto sul suo trono come era solito fare a quell'ora. L'attimo di indecisione che ne seguì permise al suo inseguitore di raggiungerla, afferrarla per le spalle e buttarla a terra.

Adel urlò e cominciò a lottare per liberarsi.

«Sta ferma, stupida mocciosa!" l'apostrofò lo scagnozzo cercando di bloccarla. Adel non si arrese, si dimenò con tutta la sua forza finché non riuscì ad assestare un calcio in mezzo alle gambe del demone che si lamentò e perse la presa permettendole di divincolarsi, approfittarne per affibbiargli un altro calcio, questa volta in piena faccia, e scappare verso la dimora di Akenet chiamandolo con tutto il fiato che aveva ancora nei polmoni.

Era ormai a pochi metri dall'abitazione dell'Arcidiavolo, quando la porta si aprì e Akenet comparve sulla soglia guardandosi intorno con aria perplessa. Era a piedi nudi e indossava solo un paio di jeans. Adel aveva preso un tale slancio che non riuscì a fermarsi in tempo finendo dritta tra le sue braccia.

«Che diavolo combini Palletta, ti sembra il caso di urlare in questo modo?» Domandò l'arcidiavolo avvolgendola in un abbraccio più o meno involontario.

Adel si ritrovò schiacciata contro il petto muscoloso di Akenet e a pochi centimetri dal suo viso, cosa che le provocò un turbamento tale che per alcuni secondi riuscì solo a pensare che il suo capo aveva un corpo perfetto, un viso bellissimo e un modo di stringerla tra le braccia che avrebbe preferito di gran lunga sperimentare in un'altra situazione che, possibilmente, comprendesse un ampio letto matrimoniale e lenzuola di seta color crema.

Il demone che la inseguiva si esibì in una perfetta inversione a U e si defilò prima che Akenet potesse accorgersi della sua presenza.

Una voce femminile, morbida e sensuale chiamò, l'arcidiavolo. Adel si girò e vide Atriel, una demone decisamente bella, dai nerissimi occhi a mandorla e lunghi e lisci capelli color ebano. Era poggiata languidamente allo stipite della porta della camera da letto, completamente nuda, e li osservava con un sorrisetto malizioso.

«È il tuo nuovo giocattolino?» Domandò, indicando Adel.

«Non sono il giocattolino di nessuno!» Rispose arrabbiata la demonietta cercando di liberarsi dalla stretta del suo capo.

«È la mia segretaria» rispose Akenet impassibile lasciandola andare.

«Credevo fosse quella spilungona con la puzza sotto il naso!» ribatté Atriel.

«Quella è “solo” una sostituta!» precisò l'arcidiavolo rientrando in casa.

«Devo parlarle signore è estremamente urgente!» Intervenne Adel svolazzandogli intorno.

Akenet con un cenno della testa invitò la sua ospite ad andare via.

La demone rientrò in camera da letto, si rivestì e salutò. «Alla prossima e… buon lavoro a entrambi!»

«Alla prossima, Atriel» rispose lui fingendo di non cogliere l'ironia.

Atriel volò via sorridendo. Lei e Akenet erano trombamici da parecchi millenni, nel corso dei quali l'Arcidiavolo si era ben guardato dall'interrompere una scopata solo per sentire cosa avesse da dire una “segretaria”.

Ma quello che trovava più divertente era che mai, decisamente mai, l'amico si era preoccupato di sottolineare che una segretaria fosse “solo” la sostituta di un'altra!


#


Akenet chiuse la porta, andò a sedersi sull'ampio e comodo divano che arredava il salotto, incrociò le lunghe gambe e dopo essersi acceso una sigaretta si rivolse finalmente ad Adel. «Hai interrotto una scopata particolarmente soddisfacente, spero per te che sia davvero urgente!»

Adel si prese un attimo per trovare il giusto modo di comunicare la notizia. Si guardò intorno notando un basso elettrico e un amplificatore a lato del divano, una scaffalatura colma di vinili originali, una serie di poster tra i quali spiccavano la copertina di “Born to run” di Springsteen e di “Quadrophenia” degli Who. Davanti al divano si trovava un tavolino di cristallo sul quale erano poggiati alcuni libri di vari autori, tra cui il giapponese Murakami Aruki. Infine notò alcuni ripiani colmi di cofanetti di DVD che comprendevano la raccolta completa dei film di John Carpenter e quella dei film dei Fratelli Marx.

«Se hai finito di ficcare il naso nei miei hobby, gradirei sapere cosa sei venuta a fare a casa mia e ti avverto, non intendo ripeterlo una terza volta!»

La freddezza nel tono di Akenet la riportò immediatamente all'ordine. «Azaele e Alba sono stati attaccati Signore. Sembra che Krastet e Zoel vogliano assassinare Alba per rapire il bimbo nel suo grembo!»

L'Arcidiavolo la fissò esterrefatto, poi un sorriso diabolico apparve sul suo volto. «Mi stai veramente dicendo che per una volta quei due imbecilli hanno avuto un'idea intelligente?»

A quelle parole, Adel si sentì come se il mondo le stesse crollando addosso.

«Ma come può dire una cosa simile?» Sbottò. «Proprio lei che non molto tempo fa rimpiangeva i tempi in cui era un vero guerriero, non si vergogna di approvare un'azione così riprovevole e disgustosa? Mi sta davvero deludendo, Signore!»

Akenet, gelato dalla furia della sua segretaria rimase senza parole. Ma dopo pochi istanti si riprese e sporgendosi verso di lei replicò crudelmente «In quale degli Universi alternativi di un possibile Multiverso, ritieni che mi debba interessare il giudizio di una serva, Palletta?»

«In quello dove non si comporta come uno stronzo totale!» rispose lei con gli occhi umidi di lacrime di rabbia, infischiandosene di aver appena firmato la sua probabile condanna a morte.



   
 
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