Anime & Manga > Haikyu!!
Segui la storia  |       
Autore: asgardianstark    26/03/2023    1 recensioni
And I sound my barbaric yawp over the roofs of the world.
Ovvero di come Sawamura Daichi e Kuroo Tetsuroo si lasciano andare, abbandonando il ruolo di mentore responsabile per accogliersi l'uno con l'altro.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Daichi Sawamura, Tetsurou Kuroo
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
«Allora, a cosa devo l’onore?»
Daichi aveva finalmente raggiunto Kuroo, seduto sul gradino che immetteva alla palestra. Aveva, stranamente, impiegato molto più tempo a mangiare rispetto agli altri e aveva insistito che loro tornassero nelle camere per andare a riposare, avrebbe pensato lui a dare una sistemata. Le poche ma pungenti occhiatine di Sugawara e quelle indagatrici ma timide di Asahi non lo avevano allarmato più di tanto. Poteva trovare una scusa valida per giustificare quel comportamento; stava ai suoi amici credergli o meno.
«Sawamura-san! Siediti qui accanto a me», lo accolse Kuroo, mano aperta a picchiettare sul gradino. «Mangiato bene a cena?».
Daichi si sedette vicino al ragazzo, grato che l’ora tarda avesse svuotato le stradine che collegavano le aule della scuola, di giorno piene di risate e degli echi delle pallonate. Grato che l’oscurità mascherasse il rossore sulle guance, risalito non appena si era avvicinato a Kuroo.
«Diciamo che la cena sembra sempre più buona dopo la fatica accumulata durante la giornata. Gli sprint su per la collina e i tuffi in palestra rendono qualsiasi cosa più saporito».
«Ti stai trovando bene nonostante tutto?». Ecco subito la capacità innata di Kuroo di preoccuparsi per chiunque avesse intorno. La sua alta sensibilità a quello che accadeva faceva sì che nessuno si sentisse escluso o non considerato. Sembrava costantemente incurante di chi gli stava vicino, eppure era sempre pronto a informarsi o fare commenti per far capire che lui era lì. Sorprendente da parte sua.
Un po’ diversa era la situazione al contrario. Capitava che a volte si sentisse isolato, sentimento forse causato dalla sua stessa importante presenza, quasi una corazza che non gli impediva di essere ferito, ma che al tempo stesso ostacolava la reale comprensione di quello che provava.
«Sta andando tutto a meraviglia» rispose Daichi con la sua voce ferma, perentoria e calda, rivolgendo uno sguardo di gratitudine e sfida all’amico. «Questa potrebbe rivelarsi l’esperienza più importante della nostra carriera di pallavolo liceale». Occhi rivolti dritti sul volto di Kuroo. «Grazie per averci fatto partecipare».

L’onestà e la fiducia di Daichi erano confortevoli, sebbene molte volte creassero un effetto di stupore nell’oggetto di quella premura. Gli occhi che si socchiudevano ogni volta che rideva gli facevano rilassare il volto, spesso molto rapido a corrucciarsi o a preoccuparsi. Kuroo era ammaliato da tutto ciò. Rivedeva nell’amico alcuni suoi tratti: l’essere capitano, innanzitutto, di una squadra data per finita ma che stava tornando in piedi; la determinazione nel non darsi per vinto, mai, né davanti all’incertezza né alla difficoltà di essere responsabile dei compagni. E percepiva anche l’isolamento in cui sentiva che Daichi a volte cadesse, fatto di tutte le paure dovute a quelle stesse incertezza e difficoltà. Era folgorante, da parte sua, rimanere sempre composto. Kuroo voleva scoprire cosa nascondesse quel viso calmo e poco facilmente perturbabile.
«Cosa provi sapendo di essere al terzo anno, e che ogni partita giocata possa trasformarsi nell’ultima?» Una domanda legittima, e per questo brutale. «Se credi di essere troppo affaticato per rispondere a una domanda di cotanta solennità capirò se non vorrai dire nulla».
«Kuroo-san, non ti hanno mai detto che il parlare troppo è segno di nervosismo?». Daichi sapeva di non essere un oratore arguto come l’amico, ma non gli dispiaceva rendergli la stessa medicina. Trovava un certo senso di orgoglio quando riusciva a far zittire la sagacia di Tetsurou. «E per rendere onore alla tua domanda di cotanta solennità posso dirti che sono terrorizzato. Ogni volta che entro in palestra, che sia qui o al Karasuno, mi figuro io che vi torno piangendo, con le ginocchiere alle caviglie, perché abbiamo perso la partita appena giocata. Tengo troppo ai ragazzi, al coach, alla pallavolo per non essere spaventato». Alzò gli occhi al cielo, in cui le rare nuvole erano accarezzate da una leggera brezza. «E questo mi rende ancora più determinato ad allenarmi ed essere responsabile, con tutto quello che comporta.» Occhi ora bassi. «Non è sempre paura, però, quella che provo. È più nostalgia per qualcosa che deve ancora accadere».

Ancora quella ingenua e crudele onestà. Il silenzio dopo quelle parole era quasi necessario.





 
Con imbarazzante ritardo rispetto a quello che mi ero prefissata, ecco il secondo capitolo! Buona lettura!
   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Haikyu!! / Vai alla pagina dell'autore: asgardianstark