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Autore: pietradiluna    02/04/2023    2 recensioni
La vita di Hermione dopo la guerra è stabile e soddisfacente: circondata dagli amici di una vita, ha un lavoro in una sala da tè e molte passioni. Ma l'arrivo di una lettera cambierà inaspettatamente tutta la sua routine, trascinandola in una nuova avventura…
Genere: Mistero, Romantico, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hermione Granger, Theodore Nott
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da Epilogo alternativo
Capitoli:
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John Coltrane. Blue train.
La melodia proveniente da un vecchio giradischi si diffondeva soffusamente nel salotto illuminato dai caldi colori crepuscolari.
Un gatto, dallo sguardo ambrato, era raggomitolato su un angolo del divano verde sbiadito, osservando pigramente l’ambiente circostante, in attesa della cena, mentre dalla cucina emergevano sentori di curry e spezie, accompagnati dalle risate serene di tre amiche che, come ogni sabato, amavano riunirsi per trascorrere qualche ora di relax e abbandonare tutte le tensioni accumulate durante la settimana.
Quella sera però qualcosa era diverso. Hermione era da poco tornata da un particolare incontro con la sua vecchia insegnante di trasfigurazione, e ancora non riusciva a credere che in pochi giorni la sua routine si sarebbe capovolta improvvisamente.
Ginny ridacchiò. “Insomma, Herm, vuoi lasciarci ancora sulle spine o hai intenzione di raccontarci come è andata?”
“Credo che avrò bisogno di una bottiglia di vino, e poi posso raccontarvi tutto…”
“Ecco qui” rispose la voce melodiosa di Luna, stappando una bottiglia Chardonnay, “siamo tutt’orecchi!”.
Hermione cominciò a giocherellare nervosamente con le punte dei capelli.

Poche ore prima…

-Theodore Nott?-
-Granger…- 
-Scusami, davvero; ero presa da alcuni pensieri tanto che non stavo neanche guardando la strada, sono molto distratta ultimamente...- Arrossì. Stava ancora tenendo la sua mano. La tolse bruscamente. -Non ti vedo da molti anni, da quando abbiamo preso i nostri MAGO in realtà, ecco…
Bene, ora sto divagando…-
-Beh, a quanto pare sono qui- La interruppe, quasi seccamente. -Sono tornato a Londra dopo aver viaggiato molto, ne avevo bisogno, dopo la Guerra… Hermione non riuscì a concentrarsi sulla fine della frase poiché da lontano echi e sussurri bisbigliavano parole come Eroina…  Guerra, Mangiamorte.
Theodore irrigidì impercettibilmente la mascella, ma abbastanza da far capire a Hermione che aveva, purtroppo, sentito le parole malevoli.
Un velo di imbarazzo era calato improvvisamente fra loro.


“Terra chiama Hermione!” Esclamò Ginny, agitando le mani di fronte alla ragazza. “Sei ancora con noi o stai vagando in un mondo tutto tuo, fatto di arcobaleni, pergamene e zuccotti di zucca?”
“Sei anche arrossita ad un certo punto…” Aggiunse Luna, con uno sguardo così pensieroso da mettere subito sulla difensiva la ragazza d’oro, che negò l’evidenza e tentò di cambiare argomento raccontando loro, finalmente, del motivo per il quale era stata convocata dalla vecchia insegnante.
“… Quindi, vorrebbe che io revisionassi completamente il curriculum di Studi Babbani, ed era piuttosto entusiasta dell’idea di portarmi ad Hogwarts per iniziare questa specie di tutoraggio.
Beh, non sarei davvero un Professore con delle classi… Oltre alla revisione dell’intero programma di Studi Babbani, sarei di supporto in varie attività, dall’aiuto per gli studenti lungo il loro percorso, al supporto in classe, e dovrei occuparmi anche di un progetto che mi verrà comunicato in seguito”.

La McGranitt, o meglio Minerva, come sorridendo le aveva chiesto di essere chiamata, le aveva spiegato quanto fosse oramai obsoleto il corso di Studi Babbani, e cercava qualcuno che potesse fare da connessione fra il mondo babbano e quello magico, e lei, quindi, sarebbe stata la candidata perfetta, poiché si ritrovava a conoscere perfettamente entrambe le parti.
Inoltre, l’aveva definita una “studentessa curiosa, con la voglia di imparare e spesso di andare oltre alle apparenze, una caratteristica che le sarebbe stata sicuramente utile nel percorso”.  
Riflettendo non si era accorta che era calato il silenzio fino a quanto Ginny non urlò all’improvviso.
“Hermione, ma è fantastico!” La strinse in un abbraccio entusiasta.
“Sei la donna perfetta per questo lavoro. Tutti gli studenti vorranno un consiglio, o perlomeno un autografo, dall’eroina di guerra più famosa!”
Luna la osservava curiosamente. “La McGranitt vorrebbe quindi rivoluzionare il corso di Studi Babbani per creare una connessione fra i due mondi, come se non fossero così separati? È una scelta interessante.” Guardò la sua amica negli occhi. “È interessante anche il fatto che abbia scelto te, Herm. Sei un simbolo della guerra. La ragazza nata babbana che supera gran parte dei purosangue a scuola, che si distingue per ingegno ed intelletto. È curioso, non trovi?”

***

Più tardi, Hermione, sdraiata nel letto, stava leggendo per l’ennesima volta una frase di un libro senza capirne però il senso poiché la mente continuava a vorticare intorno alle parole di Luna e al cambio di routine inaspettato.
Avrebbe dovuto organizzare tutto nelle prossime settimane. Innanzitutto avrebbe dovuto lasciare il suo lavoro nella sala da Tè babbana, un posto dove in questi anni si era sentita a casa, un piccolo locale caldo e accogliente dove ogni giorno Hermione poteva sbizzarrirsi preparando miscele ed infusi diversi, accompagnati da dolcetti colorati.
I genitori di Hermione avevano preso abbastanza bene la notizia, ma dopo tutto quello che era successo, non si fidavano ancora del tutto del castello.
Pensò inoltre al fatto che avrebbe dovuto comprare l’occorrente per quell’anno scolastico che sarebbe iniziato a breve. Certo, sarebbe sempre potuta tornare a casa nel weekend, ma l’organizzazione era una cosa fondamentale per Hermione, e preferiva essere preparata.
“Mi serviranno delle nuove piume, e quel diario stupendo con la copertina di cuoio blu che avevo visto tempo fa non mi dispiacerebbe per niente…” Pensò, “Sicuramente dovrò comprare degli abiti da strega nuovi, ma anche qualcosa di babbano. Credo che chiederò a Ginny di accompagnarmi, per un consiglio. Luna partirà di nuovo a breve…”
Luna era diventata infatti una magizoologa e, insieme al suo fidanzato, spesso erano in viaggio e cercare animali nuovi (o inventati) in giro per il mondo.
Nel vortice di pensieri infine trovò spazio anche per l’inaspettato incontro con Theodore Nott.

Theodore era un Serpeverde strano. Spesso aveva affiancato la combriccola di Malfoy ma senza mai prendere parte alle prese in giro verso gli altri studenti; era uno di quegli studenti che Hermione avrebbe definito un mistero. Lo aveva avuto vicino per tutti quegli anni ma senza conoscerlo mai.
Le uniche informazioni che ricordava era che durante le lezioni i preferiva stare in disparte; nonostante ciò, i suoi voti erano sempre stati molto buoni. A volte lo aveva osservato in biblioteca, sia da solo che con altri Serpeverde e ogni tanto lo aveva anche sorpreso a guardarla ma aveva distolto presto lo sguardo, con noncuranza.
Chissà se per credo o per fortuna, fatto sta che Theodore non aveva mai preso il marchio (anche se inizialmente era stato accusato proprio per essere il figlio di Thoros Nott, che ora era invece rinchiuso ad Azkaban). A quanto pare, però, non aveva avuto nulla a che fare con le follie del padre, ma questo non l’aveva comunque risparmiato dal disprezzo della comunità.
Negli anni, notò Hermione, non era cambiato molto. L’aspetto aristocratico ed elegante che sfoggiava da adolescente non l’aveva abbandonato; i capelli, di un castano scurissimo, creavano delle onde spettinate che donavano al viso un aspetto ancora più particolare. Ma gli occhi… Hermione non aveva mai notato quanto fossero espressivi e nello stesso tempo ricchi di mistero. E si addormentò proprio due caldi occhi nocciola che la fissavano.

La settimana dopo Ginny invitò tutti a pranzo a casa sua.
Harry e Ginny si erano trasferiti a Grimmauld Place dopo aver trasformato il posto da cima a fondo. Finalmente erano riusciti a togliere il ritratto urlante di Walburga Black, e le spesse tende che incorniciavano le pareti erano state sostituite con delle tende leggere di lino bianco, che davano luce all’intero palazzo. Anche i mobili, scuri e austeri, erano stati scambiati con un chiaro arredo moderno.
Ron, invece, dopo la guerra era stato per qualche anno nel corpo Auror insieme ad Harry fino a quando non aveva capito di preferire il lavoro insieme a George nel negozio di scherzi. Lì si sentiva un po’ più vicino anche a Fred; e poi, aveva affermato che era stanco di misteri, inseguimenti ed ex simpatizzanti di Voldemort che cercavano vendetta. Durante quegli anni, però, aveva conosciuto Charlotte, una ragazza francese dai capelli color grano e dagli occhi sorridenti; insieme, avevano deciso di sposarsi e comprare una piccola ma accogliente villetta non molto lontano dalla Tana, con un grande giardino e un’altalena.


La settimana passò in fretta ed Hermione, quella mattina, si svegliò molto più determinata di prima, fino a quando non controllò l’orologio.
“È tardissimo, dannazione!” Batté la mano sulla sua fronte “Come ho fatto a dormire così tanto!”.
Mancava soltanto un’ora al pranzo di Ginny e avrebbe voluto passare in pasticceria a prendere una torta per festeggiare Harry, che era stato da poco promosso Capo Auror.
Si vestì velocemente, prese borsa e giacca e si affrettò a camminare verso la pasticceria.
“Chissà se avranno quella crostata che era piaciuta tanto anche a Ron…”.
“Buongiorno” disse educatamente “Avete ancora la crostata con pere e caramello?”
“No signorina mi dispiace, l’ultima l’abbiamo venduta poco fa. Posso consigliarle lo strudel alle mele con la crema al limone, o magari la novità del mese!” Sorrise, entusiasta.
“Abbiamo appena preparato una torta ripiena di fragole e crema chantilly”.
“Ottimo, sembra perfetta, grazie mille” Rispose Hermione, pensando che Ginny l’avrebbe adorata sicuramente.
Arrivata al punto di apparizione più vicino, torta in mano, si materializzò direttamente nei pressi di Grimmauld Place.

Suonò al campanello. Ginny la accolse subito con le mani piene di piatti. “Herm, tesoro, sei arrivata appena in tempo, Harry ha sfornato proprio adesso il timballo di verdure. Vieni, aiutami ad apparecchiare”.
“Ciao Ginny, ciao Harry, o forse dovrei dire signor Capo Auror, complimenti! E che buon profumo, Harry, stai diventando uno chef con i fiocchi” disse con l’acquolina in bocca.
 Harry sorrideva dalla porta della cucina con i capelli più arruffati del solito e sporco di farina.
“Hermione, benvenuta. Anche Ron e Charlotte saranno qui a momenti”.
Neanche il tempo di dirlo che i due sbucarono dal camino del salotto.
“Quanto odio viaggiare così” si lamentò Ron, spolverandosi i pantaloni frettolosamente. “Charlotte, amore, tutto bene? Vieni, andiamo a salutare gli altri… Hermione! Come stai?”
“Ron, quanto tempo.” Sorrise Hermione, “mi sei mancato molto, e tu come stai Charlotte? Sei sempre più bella!”
“Grazie cara, sei un fiore anche tu. Stiamo benissimo, anzi, abbiamo una novità da dirvi” Abbassò gli occhi, continuando a sorridere. Poi guardò Ron, che arrossì dalla gioia. Prese le mani della sua compagna e la guardò dolcemente, con gli occhi che dicevano mille parole.
Il pranzo passò quindi velocemente fra risate e pettegolezzi, finché non arrivò il momento del dolce.
A quanto pare Hermione quel giorno non era l’unica ad avere delle belle novità, perché Ron e Charlotte, come aveva intuito, avevano appena annunciato con lacrime di commozione che aspettavano un bambino. E per non finire qui era uscito fuori che Harry, dopo la promozione, aveva proposto a Ginny di sposarsi.
“Molly sarà entusiasta di organizzare un altro matrimonio”.
“Non ne dubito, Charlotte, e sarà ancora più entusiasta alla notizia che avrà un nipotino… O forse una nipotina? Magari assomiglierà alla zia Ginny” Sorrise diabolicamente “La sto già immaginando”.
“No per favore, qualunque cosa ma che non assomigli a mia sorella!” Scherzò Ron. “Eri l’unica ragazza fra tanti fratelli ma facevi più paura di tutti”.
Ginny ed Harry scoppiarono a ridere e poco dopo tutti gli altri si unirono a quelle risate.
“E quindi Hermione diventerà la professoressa più sexy di Hogwarts” Ammiccò Ginny verso l’amica.
“Smettila Ginny” disse Hermione, alzando gli occhi al cielo e sbuffando scherzosamente. “Innanzitutto non sarò una professoressa vera e propria te l’ho spiegato, e poi…”.
“Non vorrai diventare una nuova McGranitt, spero” La interruppe Ron, ridendo.
Hermione alzò nuovamente gli occhi al cielo. Le sarebbero mancati i suoi amici, pensò sorridendo. Erano diventati una seconda famiglia per lei, ed era davvero grata di poter condividere tante belle notizie insieme a loro.

Poco dopo, mentre Hermione aiutava a sparecchiare la tavola notò Harry che la guardava pensierosamente.
“Hermione, posso parlarti un attimo?”
“Certo Harry, dimmi pure” Il sorriso piano piano le scomparve dalle labbra, vedendo lo sguardo dell’amico abbastanza serio.
“Hermione, per me sei una sorella, lo sai.” Si spostò da un piede all’altro. “Quello che sto per dirti in realtà non dovrei neanche dirtelo, sai, cose da Auror, Top Secret… Ma sento di dover prendere ogni precauzione, anche se esagerata.”
“Harry, mi stai preoccupando…”
“Ascolta, negli ultimi tempi stanno uscendo fuori delle cose; inizialmente erano voci, poi dei piccoli dispetti, adesso qualcosa di leggermente più grave. Non siamo ancora riusciti ad individuare chi è coinvolto precisamente, ma sospettiamo che siano dei puristi del sangue”.
“E questo cosa avrebbe a che fare con me, precisamente?”
“Secondo il Ministro sei un potenziale bersaglio. Sappiamo entrambi di non credere a scemenze come il castello è sicuro, Hogwarts è inafferrabile. Sappiamo entrambi che non è così.”
“Harry sai benissimo che so difendermi da sola” lo interruppe Hermione, “e starò ad Hogwarts, appunto, insieme a tantissimi ragazzini e maghi e streghe di un certo livello…”.
“Lo so. Lo so bene. Ti chiedo soltanto di stare attenta. Come fratello”.
“Bene”.
“Promettimelo”.
“Te lo prometto”.
  
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