Ed ecco qui il secondo capitolo!
Originariamente volevo partecipare con una one-shot, poi come al solito mi sono
dilungato ed ho pensato ad una long-fic di pochi capitoli… poi l’esame di
maturità mi ha impedito di pensarci oltre… Sigh!
La mia fic in corso è quasi finita però:
potrei pensare un po’ a finire questa dato che comunque non dovrebbe venire
eccessivamente lunga. Per quanto riguarda ora questo capitolo, vi anticipo che
esso tratterà di qualcosa di molto caro alle ragazze, qualcosa per cui
spenderebbero anche un’eternità… Non Shiho per fortuna, ma essendo la prima
volta non passerà certo liscia per lei! Leggete e vedrete!
Buona lettura, spero vi piaccia!
PS: NARUTO X HINATA ORA E SEMPRE!
“MA CHE MI È VENUTO IN MENTE?!?!?!?!?!”
Il suo umore, la sua sicurezza e la sua
rosea visione dello stato delle cose erano cambiate da così a così nell’arco di
qualche minuto di ritrovata razionalità: il tempo di rientrare a casa.
<<
Che cosa ho fatto? Ho agito senza pensare a tutte le conseguenze, anzi, senza
pensare affatto! Questo non è da me! Mi sono andata a cacciare proprio laddove
sono meno preparata: so a malapena cosa sia un vero appuntamento! >>
Così pensava mentre, passandosi le mani tra
i capelli (già disordinati per loro natura), si muoveva qui e là per la sua
stanza come una pallina che rimbalza da parete a parete senza sosta, o come un
topino irrequieto in una gabbietta che non si cura di ciò che calpesta, se un
cuscino o un libro caduto, o il suo stesso piede rischiando di inciamparci!
“Un appuntamento, ma dico! Cifrature
asimmetriche e quantistiche per me sono un giochetto al confronto!” e
continuando a sospirare e piagnucolare si lasciò cadere sul letto. Meglio
mettersi lì che aspettare di capitombolare sul pavimento!
Si disse che prima di azzardarsi a chiedere
avrebbe dovuto domandare prima consigli a qualcuno con un briciolo d’esperienza
in più, ma ormai la frittata era fatta, condita e le sarebbe stata servita tra
qualche ora appena. Tanto valeva approfittarne.
Sbuffò e mostrò al soffitto il peggiore dei
bronci tristi.
Chissà lui, bello e sveglio com’era, quanti
appuntamenti con chissà quante ragazze aveva già avuto! Lei avrebbe senz’altro
sfigurato al confronto.
<<
Ora che ci penso però, lui non la pensa come la penso io. Per lui il nostro non
“quel” genere di appuntamento. >>
Lei stesso glielo aveva rammentato: un
uscita tra colleghi, tra amici, solo per allungare un po’ le gambe e prendere
una boccata d’aria.
<<
Dovevo dirlo. Non potevo mica scoprirmi subito, no? Non credo funzioni così. A
quel punto davvero non mi sarei più ripresa! >>
Dunque il problema non sussisteva, visto
che lui pensava semplicemente ad un giretto, senza impegni e senza importanza.
“……”
Ma Shiho non fu contenta di quella
soluzione. Venendo a mancare l’appuntamento certo veniva meno il motivo della
sua agitazione. Ma scompariva in una nuvoletta di fumo anche il motivo che,
prima di tornare in sé, alla Shiho ragionevole, l’aveva fatta esultare e
arrossire, stringere i pugni, e gongolare di trionfo.
In fin dei conti, aveva solo avuto ciò che
si era andata a cercare: in simili casi non è molto coerente pentirsi!
Si sentì chiamare dall’altra stanza: “Shiho!
Vieni, il pranzo è pronto!”
“Arrivo!”
Tornò in camera propria che aveva
nuovamente, completamente, cambiato idea!
Aprì la porta con vigore e saltò a piè pari
sul letto appena davanti. L’idea era quella di ergervisi sopra con aria decisa
come nei manga, ma le molle del letto, infide, generarono un rimbalzo di troppo
che la fece vacillare e poi cadere sulle ginocchia!
Leggermente infastidita si mise
semplicemente a sedere!
“Non mi sono mai tirata indietro davanti ad
una qualsiasi sfida! Non c’è stato codice tanto complicato che non sia
riuscita, dopo un po’ di tempo, a risolvere! Delle volte mi hanno dato una
mano… ma questa prova è solo mia!
Affronterò lo sconosciuto linguaggio del
corteggiamento, lo svelerò, troverò la chiave d’accesso per il cuore del
ragazzo in questione e… e… e la smetterò di parlare da sola… adesso.”
Corse a chiudere la porta della camera: se
le fosse venuta nuovamente voglia di soliloquio, per lo meno lo avrebbe tenuto
per sé. Peccato che lo faceva quando era già troppo tardi: in faccia ai suoi
perplessi genitori.
“Sto bene! Ve lo assicurò!” li rassicurò.
Solo un po’ di cuore in subbuglio!
<<
Mettiamoci all’opera! >>
Aprì un cassetto, ci frugò dentro per un
po’, e alla fine riuscì ad estrarre una spazzola. Si sedette davanti lo
specchio che aveva sulla parete a destra del letto e cominciò a lisciarsi
velocemente i capelli paglierini.
Con un sorriso si osservò per qualche
secondo con un’acconciatura ben ordinata, fluente e addirittura con dei bei
riflessi!
BOING!
“…”
Salvo poi ammirare come tutti i ciuffi
ribelli che aveva appena eliminato ricomparissero, tornando al loro posto come
con lo scatto di una molla in tensione! Si, i suoi capelli avevano il colore della
paglia, ma la sua testa era proprio come un confuso pagliaio! Un pagliaio da
cui, qui e là, spuntavano lunghi steli; come antenne che in tutte le direzioni
cercavano di captare chissà cosa.
<<
Strano… Ho la voglia di fare come Shikamaru stamattina e sbattere la faccia
contro il muro… >>
Invece non la batté contro il muro e anzi,
nel dirigersi verso il punto del loro ritrovo, una Shiho rinnovata, molto
rinnovata, teneva ben dritto il collo e ben in vista il viso soddisfatto e
compiaciuto del proprio coraggio!
(SPLAT!)
Nonostante tutto, beccò il palo della
corrente elettrica in pieno come chi non guarda dove cammina…
La ragione? Proprio l’essersi “rinnovata”!
“Ahi! Stupide lenti a contatto!”
Il suo dolorante sbuffare fece allontanare
con un sorriso divertito i vari curiosi che si erano avvicinati al vederla
prendere quella botta! Si accorse di loro chiaramente mentre, ancora piegata un
po’ sulle ginocchia, si copriva il naso, ma non gli occhietti rimpicciolitisi
senza i loro abituali amici di vetro concavo.
“Sigh!”
Un po’ rintontita per il colpo, ma
soprattutto dalla visione distorta che aveva, riuscì arrancando ad appoggiarsi
con una mano a quello stesso palo: se non altro non stava sanguinando, il rosso
non le aveva mai donato…
<<
Suvvia Shiho, già ci è voluto parecchio per mettertele, ora tanto vale
sopportare un po’ di bruciore e congestione, no? >>
Da quando aveva scoperto con amarezza che
quelle che potevano essere la sua salvezza dagli occhiali tondi e spessi non
volevano saperne di andare d’accordo coi suoi occhietti studiosi, Shiho non
aveva mai più voluto sentir parlare di lentine.
Tra l’altro, quelle che quel giorno aveva
deciso eccezionalmente di riportare alla luce dal fondo del suo armadio
risalivano a due anni prima: da allora era peggiorata un pochino… Ma quanta
differenza potevano mai fare un grado o un grado e mezzo?
Così si era detta, e così le era andato
bene prima di quell’incidente di percorso.
In ogni caso meglio far figuracce davanti i
passanti che davanti a lui!
<<
Sopporta, Shiho, puoi farcela, anche mamma ha detto che mi donano… Sigh, quanto
è difficile! >>
Cercava di conservare la stessa
determinazione con cui si era ingegnata in camera sua nel prepararsi: non
sapeva dire se le tribolazioni erano appena all’inizio o se era già a buon
punto, ma di certo non avrebbe mollato.
“Shiho?”
chiamò sua madre bussando alla porta “Hai visto le mie scarpe coi tacchi?
Quelle nere?”
“YAAAAAHH!”
Seguì
il rumore sordo di un sedere a terra e diversi “Ahi” e “Ohi”. Poi la mano di
Shiho fece capolino dalla porta porgendo le eleganti scarpette, di cui una col
tacco mutilato… Ma la signora non ebbe il tempo per dire alcunché che la figlia
aveva già sbattuto la porta!
“Ma
cosa hai combinato?!?!?”
Intanto
lì dentro la ragazza si sfogava, e dall’esperienza in corso iniziava a trarne i
primi insegnamenti e ad elaborare le sue prime personali teorie…
“Ma
come è possibile camminare con quei cosi?!?!? Ora capisco perché quando escono
insieme le coppiette lei si tiene sottobraccio a lui: se lo molla crolla come
un castello di carte!”
Non
era comunque l’unica idea che si era fatta. Per la verità Shiho, al di là della
mancanza d’esperienza diretta, aveva già delle proprie personali opinioni
riguardo il romanticismo; e si era già prefigurata il suo metodo d’approccio ad
esso.
<<
È come in un codice: un linguaggio inizialmente misterioso ma che i due devono
imparare ad usare e a tradurre. Buona parte del corteggiamento non è tanto
nelle parole, ma nei segni, in ciò che non viene espresso direttamente e a
volte anche inconsciamente, specie nei primi tempi. Si studia sé stessi per
vagliare le proprie abilità e possibilità, e poi ci si studia a vicenda,
scambiandosi sottobanco indizi e muti segnali, che bisogna saper interpretare.
Prima o poi però, se riesci a sfruttare tutti i suggerimenti e cerchi i
tasselli che ti mancano, riesci a trovare la tanto agognata soluzione: un bel
rapporto corrisposto, in cui non c’è più bisogno di cifrare sé stessi e i
propri desideri, ma ci si può dire tutto con sincerità! >>
Tra
lei e Shikamaru si era ancora nella prima fase, ma il suo obiettivo ora era
quello di sfruttare al meglio quell’appuntamento, per conoscere meglio il tipo
che l’aveva fatta sussultare tanto, e naturalmente farsi conoscere da lui!
Era
fondamentale che iniziasse a vederla con maggiore interesse, e magari che
iniziasse almeno a sospettare qualcosina… giusto qualcosina…
Ecco
che dunque Shiho era entrata in azione, cimentandosi anche lei nel delicato
rituale della preparazione femminile pre-incontro!
<<
È una parola! Io sono una tipa alla mano: una a cui non importa dei suoi
capelli da scienziata folle, o del vestito sgualcito e in disordine, o degli
occhiali spessi con le rondelle sulle lenti… >>
Per
inciso, quei cerchi erano un mistero anche per lei!
Era
giunta l’ora di fare i conti con cose che per lei erano novità assolute, come i
tacchi, o come il vasto e colorato campionario di indispensabili esaltatori di
magnificenza a disposizione di ogni donna!
-BLEAH!-
Una
condanna senza appello allo smalto per le unghie di cui aveva appena annusato
la bottiglietta!
“Che
puzza, sembra vernice! Mi fa girare lo stomaco!”
Troppo
sensibile a quell’odore che a lei pareva da vecchia tuta da imbianchino, la
ripose rapidamente sul comodino, tra le sue sorelle ombretto e pettina-ciglia.
A dispetto della fretta, compì quel gesto di rinuncia a malincuore.
“Sigh,
eppure un tentativo lo farei, ma mi da troppo fastidio! Scommetto che sono
l’unica a cui la puzza dello smalto farebbe venire da vomitare, per non dire
svenire! Come farò quando dovrò provare i profumi?”
Una
vigorosa bussata alla porta l’avvertì che sua madre era tornata alla carica: “Hai
preso tu anche tutto il trucco e le mie creme, non è così?”
Incerta
su cosa le servisse di più e cosa meno aveva arraffato alla rinfusa quanta più
roba possibile dall’armadietto in bagno, finendo così per prendere tra le altre
cose il suo rasoio per le gambe e le ascelle, i suoi pomatosi intrugli
anti-rughe ed anti-età dalla ben dubbia efficacia, nonché il dopobarba
preferito di suo padre.
“Ehm…”
“Non
importa, tienili pure, basta che non me distruggi nessuno, intesi?”
Quella
che rischiava di distruggersi con loro era lei: se avesse tentato da sola di
arrangiare qualcosa sulla sua faccia temeva ne sarebbe uscita peggio di un
clown con la tremarella!
<<
Si prospetta difficile, ma a questo passaggio non posso rinunciare! Gli uomini
notano prima di tutto la bellezza esteriore, specie se è stata messa su apposta
per loro. >>
Per
il successo del suo piano, dei sacrifici doveva pur sopportarli.
Se
si fosse presentata a lui così perfezionata e riordinata, perlomeno diversa dal
solito, Shikamaru senza dubbio sarebbe rimasto colpito: significava che lei
teneva certo parecchio a quel loro incontro!
Dunque eccola lì: con piccoli e discreti
orecchini verdi ai lobi, ma senza smalto per le unghie, coi capelli sciolti e
gettati dietro la schiena, ma coi tanti abituali ciuffi sparsi e sporgenti che
ondeggiavano a ogni suo passo, col viso abbellito da un leggero velo di trucco,
ma senza la soddisfazione di poter dire di non aver avuto bisogno di sua madre
per truccarsi la prima volta, coi trasognati occhi castano chiarissimo bene in
vista, ma che segretamente pativano le pene e i bruciori dell’inferno. Eccola
che si dirigeva con parecchia curiosità (ma senza tacchi, meglio qualche
centimetro in meno che qualche caduta in più!) e già con un leggerissimo
batticuore al suo primo appuntamento, sfoggiando anche un vestito nuovo per
l’occasione (in realtà era quasi un anno che pendeva impiccato a una stampella,
un po’ perché non c’erano mai occasioni tanto speciali, un po’ perché lei di
suo amava i vestiti semplici e comodi!).
<<
Il primo appuntamento è un evento importantissimo, in cui si gettano le basi
della futura coppia… >>
Alzò trasognata un sorriso alle nuvole sopra
di lei, mentre si concedeva un onirico istante in cui immaginarsi una coppia
con Shikamaru.
<<
Quindi devo giocarmi bene le mie carte… Anche se ignoro quali siano… Sigh!
Quanta pressione! >>
Il nervosismo, parimenti alla sua
distrazione, balzò a livelli inauditi, e immancabilmente finì per urtare di
nuovo, per fortuna non contro un ostacolo di metallo.
“Oh, mi scusi tanto, signore, colpa mia!”
“Non è nulla…” rispose una voce femminile…
“Ops!”
Seguì con la sguardo la donna tracagnotta
di mezza età che si allontanava borbottando..
“Mi scusi!” -gridò imbarazzata- “Le lenti a
contatto non mi stanno bene e così…”
Sospirò; e dopo qualche secondo di
riflessione appurò fosse meglio prendere l’estrema decisione.
“Tacchi, smalto, profumo, ed ora le
lentine: ho già collezionato quattro sconfitte.” mugugnò gettandole in un
bidone della spazzatura lì vicino ed inforcando i suoi meno estetici ma più
fedeli occhiali.
Forse in fin dei conti lo sapeva sarebbe
andata a finire così, altrimenti perché portarseli dietro?
<<
Non mi piace quando le cose non vanno come programmato… Del resto degli imprevisti
possono sempre esserci. >> disse tra
sé e sé, passando distrattamente due dita sulla fine stanghetta. La
matematica e l’algebra l’avevano resa una tipa alquanto metodica; chi è
abituato a lavorare con gli schemi rischia di trovarsi in panne o comunque di
indispettirsi davanti alle complicazioni.
“Beh,
penso sia cosa normale in questo caso darsi tanti pensieri, no? Credo che ogni
ragazza al primo appuntamento desideri che vada in una certa maniera, che tutto
sia il più possibile perfetto.”
Mentre così pensava si era già rimessa sui
suoi passi, arrivando davanti il suo abituale luogo di lavoro in perfetto
orario.
Lui non c’era ancora…
Se conoscete Shikamaru però saprete che non
è certo il tipo da non presentarsi! Quindi, come Shiho dovrà rassegnarsi ad
aspettarlo, così dovrete far voi per il continuo di questa storia.
Voi che ne dite? Sta riuscendo bene? Vi
piacerebbe leggere il seguito? Fatemi sapete!
Per inciso, nell’introduzione all’inizio
parlavo appunto della preparazione pre-appuntamento! Chissà se qualche lettrice
si sarà riconosciuta in Shiho mentre leggeva? XD
A presto!
PS: NARUTO X HINATA ORA E SEMPRE!