Anime & Manga > Lady Oscar
Segui la storia  |       
Autore: ValeAlcazar    13/04/2023    4 recensioni
Io e Manu Roja ci siamo cimentare in una storia prendendo una frase tratta dal manga
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, André Grandier, Oscar François de Jarjayes
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
RICORDO LONTANO Capitolo 7 SOLO TU

Capitolo 7



Erano passati un paio di settimane, da quando André e Agnes si erano visti l'ultima volta, le loro giornate trascorrevano tranquille con i loro rispettivi impegni.
Lei era sempre in giro per la riscossione del dovuto per la vendita del vino e gli ordini di rifornimento dai vari clienti che, da quando alcuni signorotti avevano saputo che Mousier Andouins riforniva anche la Reggia di Versailles, i clienti erano aumentati e facevano quasi a gara a chi si accaparrava più bottiglie di vino e delle migliori annate.
Agnes era ormai oberata di lavoro, perché il padre era spesso via per rifornirsi da vari vigneti per scegliere le meglio uve e  accontentare tutti.
Le era rimasto pochissimo tempo da dedicare a sé stessa, ma non le pesava, l'unico rammarico era che quando si trovava a Versailles non riusciva a fermarsi troppo per cercare di rivedere anche solo per un istante André...sentiva la sua mancanza, ora più di prima.
Spesso nel tragitto verso la Reggia si trovava a pensare all'ultima volta che erano stati insieme e le guance le s'imporporavano al pensiero delle sensazioni che provava quando stava con lui.
André dal canto suo, era sempre impegnato anche lui tra le incombenze che gli dava da fare sua nonna, quando sapeva che non era impegnato nel suo ruolo di attendente con Oscar alla Reggia.
Non aveva più pensato ad Agnes, poi un tardo pomeriggio, mentre stava andando alle scuderie per riprendere Cesar e Alexander si rividero.
Ad Agnes brillavano gli occhi, finalmente lo rivedeva, poteva parlargli, accarezzarlo  prendergli le mani e stringerle tra le sue, quelle mani che al solo pensiero di risentirle sulla sua pelle nuda la mandavano in estasi.
-"André...oh André, finalmente."- lo chiamò con voce suadente e buttandogli letteralmente le braccia al collo cercando un qualsiasi contatto con lui, provò persino a baciarlo.
André rimase spiazzato dall'irruenza con cui Agnes lo salutò, non si era mai comportata in quel modo, soprattutto perché sapeva chi poteva vederli alla Reggia e lì la discrezione non era certo di casa anzi tutt'altro, anche i fili d'erba avrebbero raccontato cosa succedeva se avessero potuto.
André molto gentilmente la prese per i polsi e la scostò, era evidente che si sentiva in imbarazzo.
Agnes rimase interdetta dal suo comportamento, notò che era strano, i suoi occhi che, di solito brillavano come l'acqua di un laghetto colpito dai raggi del sole  che filtrava tra gli alti alberi di un bosco, erano tristi, spenti.
Vide il suo imbarazzo, allora si scostò e gli chiese
-"Che ti succede André? Non sei felice di vedermi? Stai male per caso? Parla ti prego, così mi preoccupi!"-
-"Sto bene, tranquilla. Mi dispiace Agnes, davvero. Ma..."-
-"Che c'è?"- lo interruppe
-"Ti vedo strano, devi dirmi qualcosa? Non sei l'André che conosco e che mi piace da impazzire. Ho paura che quello che mi vorrai dire non mi piacerà, ho ragione?"-
-"Vedi io...perdonami ti prego. Non volevo credimi, non era mia intenzione prenderti in giro. Però..."- tremava.
Era consapevole che le stava facendo del male, ma non sarebbe stato giusto illuderla ancora andando avanti con lei.
Aveva cercato di dimenticare tra le sue braccia, colei che si stava ormai impossessando della sua anima, colei che anche senza far niente lo aveva fatto innamorare perdutamente senza via d'uscita.
Era troppo tardi ormai faceva parte di lui in ogni sua fibra, gli bastava viverle accanto ed inebriarsi della sua aura di luce che lo rendeva vivo, anche se sapeva di non avere nessuna speranza.
-"Dimmi André c'è un'altra donna? Ti sei innamorato di un'altra, non è così? Parla dannazione!!!"- era furiosa
-"Non è come pensi."- riuscì solo a dirle queste parole
-"Non è come penso? Invece è così!!! Te lo leggo negli occhi. È lo stesso sguardo che mi rivolse negli ultimi tempi Hyppolite. Ed io che pensavo tu fossi diverso!
Che stupida sono stata! E dire che mi stavo innamorando di te."- gli urlò tutto d'un fiato tra le lacrime.
-"Agnes, ti prego, perdonami. Non è facile neanche per me, cosa credi! Pensavo anch'io che potesse funzionare tra noi...evidentemente mi sbagliavo. Non voglio illuderti, tu meriti un uomo che ti ami davvero, senza riserve, purtroppo non sono io."- anche André era provato, stava male per lei ma, era sempre più convinto che non era giusto continuare a farle credere il contrario.
Eppure anche se soffriva Agnes si rese conto che quello che le aveva appena detto André era giusto, non avrebbe potuto costringerlo ad amarla se lui non poteva.
Ebbe la forza di darle un'ultima carezza sul viso mentre gli diceva addio con il cuore in frantumi.
Poi tra le lacrime scappò via senza voltarsi neanche una volta.
André rimase lì ancora un attimo, finché non la vide sparire dalla sua vista, poi andò nelle scuderie per riprendere i cavalli...Oscar sicuramente lo stava già aspettando, infatti visto il suo ritardo lo raggiunse nelle scuderie.
-"Andrè...ah sei ancora quì! Ti aspettavo, tutto bene? Che hai? Sei sconvolto! È successo qualcosa?"- chiese Oscar apprensiva vedendo il suo viso sconvolto.
-"Non è niente, non preoccuparti...andiamo, si è fatto tardi."- rispose flemmatico
Passarono i giorni e André era tornato come sempre, perché i giorni precedenti il chiarimento che ebbe con Agnes era più pensieroso del solito, probabilmente perché la situazione si stava facendo complicata e meditava come poter chiarire con lei.
Un pomeriggio Agnes avviandosi verso la Reggia per il solito giro di ordini sentì dei cavalli lanciati al galoppo e delle voci e delle risate che venivano dal bivio di fronte a lei
-"Dai André, batti la fiacca. Possibile che non riesci mai a raggiungermi? E non venirmi a raccontare che mi lasci vincere perché non ti credo, sei un lumacone."- erano Oscar e André che avendo la giornata libera erano andati al laghetto in mezzo alla radura dove andavano spesso quando erano più piccoli.
Oscar rideva di rado, lo faceva soltando quando era serena o quando si divertiva a prendere in giro André
In quei momenti tornava una ragazzina, aveva una risata limpida e cristallina e ad André riempiva il cuore quando la sentiva ridere, anche se spesso era perché si burrata di lui.
Agnes fece in tempo a scendere dal suo calessino, portarlo dietro a degli alberi legare il cavallo per poi nascondersi dietro un cespuglio alto, non voleva che André la vedesse.
-"Oscar, dai fermiamo un attimo i cavalli, sono sfiniti. Ti va di fare due passi mentre loro si riposano un attimo?"- quasi le urlò visto che era parecchio avanti.
-"Va bene, ma non credere che ti farò vincere."- ed ecco un'altra risata
Da dietro il cespuglio Agnes vide i due che scesi da cavallo si avviavano verso Palazzo Jarjayes e avendoli nel senso opposto se li trovò davanti.
Aveva un nodo in gola al pensiero di aver perso André, bruciava come non mai quella ferita.
Non riusciva a staccare gli occhi dal suo viso, finché mentre si avvicinavano sempre di più, non scorse i suoi occhi.
Ecco lo sguardo che non aveva mai visto quando guardava lei.
-"Adesso ho capito tutto André."- disse tra sé e sé.
Ora le era chiaro come la luce del sole...ecco chi era la donna che gli aveva rubato il cuore, lo scorgeva da quella luce che faceva brillare il colore dei suoi meravigliosi occhi verdi smeraldo che l'avevano fatta innamorare, oltre ai suoi modi gentili.
-"Ti auguro di essere felice André, davvero. Spero ti ami anche lei con la stessa intensità con cui tu ami lei."-
Stette lì ancora un po', fin quando Oscar e André furono abbastanza lontani da non accorgersi di lei, così riprese il suo calessino e con la morte nel cuore tornò sulla strada per andare dov'era diretta.

Anni dopo, un pomeriggio d'estate inoltrata, Andrè libero dalle consuete incombenze alla Reggia, concluso il lavoro nelle scuderie di Palazzo Jarjayes, si era dedicato a sistemare in dispensa alcune provviste, mentre era intento in quella faticosa occupazione, udì la voce di sua nonna che lo chiamava insistentemente
-"André...André...quando lo chiami non risponde mai."- sbraitava Nanny.
-"Sì nonna, ti ho sentito non sono ancora diventato sordo, ho appena finito di sistemare i sacchi di farina come mi avevi chiesto."-
-"Vedi di sbrigarti e di raggiungere Mousier Bertrand che non è ancora molto pratico di consegne."-
-"Mousier Bertrand?"- chiese André stupito, non aveva mai sentito quel nome
-" Sì, che sciocca che sono"- seguitò di rimango Nanny"- mi ero dimenticata di farti presente che Mousier Bertrand è il nostro nuovo fornitore di vino, dopo aver sposato la figlia Agnes, da qualche mese ha rilevato l'attività di Mousier Andouins...non poteva scegliere persona migliore come nuovo proprietario del suo redditizio commercio.
Non farlo attendere ed accompagnalo nelle cantine."-
-"Va bene nonna, vado"-
Andrè s'incamminò verso il cortile sul retro, le parole pronunciate da sua nonna gli riportarono alla memoria il pensiero della dolce Agnes, non ne aveva più avuto notizie dal loro ultimo incontro, era felice e auspicava che finalmente avesse trovato un uomo che l'amasse come si meritava e di quell'amore incondizionato come quello che lui provava per Oscar...doveva essere così, visto che si era sposata.
Lo avrebbe fatto solo se avesse trovato l'amore vero, di quello ne era sicuro.
Si era reso conto che non aveva più pensato a lei, dopo i giorni seguenti all'ultima volta che si erano detti addio.
Pensò, che per quanto potesse essere bella e coinvolgente, per lui era ormai un ricordo lontano.
L'amore che provava da sempre per Oscar non si sarebbe mai offuscato anche se fosse riuscito a farsi una vita al di fuori dei suoi compiti di attendente.
Avrebbe dovuto abbandonare il suo ruolo accanto a lei ed era sicuro che anche così non ci sarebbe riuscito a togliersela dalla testa, dal cuore e dall'anima anzi, e ne era certo, sarebbe impazzito al pensiero che qualcun altro avrebbe preso il suo posto accanto a lei, al pensiero di non vederla tutti i giorni ed Agnes non meritava certo un uomo che non le fosse totalmente fedele, con tutto il suo essere e non solo fisicamente.
-"Ti auguro, ogni bene Agnes."-
Sentì il suo cuore più leggero in quel momento.
Con quei pensieri si diresse verso le cantine, per adempiere al compito che la nonna gli aveva dato.


Palazzo Jarjayes, inizio 1787


Oscar, si era ritirata nella sua stanza, la solitudine ed il suono del piano erano la sola arma che aveva per vincere quello stato di profonda prostrazione, seguito all' inevitabile fine della sua amicizia con Fersen.
Il suo cuore ferito, da quel rifiuto l'aveva portata a prendere la decisione di lasciare il suo incarico di Colonnello delle Guardie reali.
Voleva fuggire, allontanarsi dalla Reggia e da Fersen, da quella certezza infranta e distrutta di un sentimento che l'aveva portata ad apparire debole e fragile, a farle assaporare quelle emozioni che mai aveva creduto di provare, né era uscita a pezzi, quel diniego l'aveva lasciata avvilita, distrutta. 
Non voleva più provare certe puerili emozioni, voleva rinchiudersi in quel suo guscio protettivo fatto di silenzi.
Voleva tornare ad essere l'algido comandante, dimenticare quegli istanti, annullare ancora una volta se stessa, volendo in tutte le maniere nascondere quel fragile e sottile momento in cui era apparsa la sua vera natura di donna, vivendo con la freddezza di un uomo.
Una sera, maturata la sua decisione ne fece partecipe André, mettendolo al corrente che una volta lasciato il suo incarico voleva farcela da sola, senza doversi appoggiare a nessuno e che quindi non avrebbe avuto più bisogno di lui né di chiunque altro.
André a quel congedo così freddo ebbe da ridire ma con la sua proverbiale flemma per tutta risposta le disse: -"Anch'io ti devo dire una cosa. Una rosa è una rosa anche se essa sia bianca o rossa, una rosa non sarà mai un lillà Oscar."-
A quella bruciante verità Oscar si volse verso André come una furia tornando sui suoi passi e schiaffeggiandolo sul lato buio del viso, lo tirò verso di sé prendendolo per il bavero della camicia e riprese
-"Con questo cosa vuoi dire? Che una donna rimane una donna in ogni caso? È questa la morale? Rispondimi, devi rispondermi André. Ma lo capisci che è importante per me?"-
André a quella reazione violenta di Oscar rimase impassibile, la prese per i polsi, rimase così con lo sguardo come perso nel vuoto per qualche istante, poi la strinse a sè e la baciò...caddero sul letto. André gravò sul corpo esile di lei.
Lo sguardo di Oscar a quell'irruenza era di stupore misto a paura, si dimenò cercando di liberarsi da lui ma inutilmente, sentì tutta la forza di André gravargli addosso, riuscì a scostare il viso e a gridargli -"Lasciami André o chiamo aiuto."-
Chiamò a raccolta tutta la forza che potè e lo spinse via.
André, che ancora aveva tra le mani i suoi esili polsi, alla spinta lacerò la sottile camicia che indossava scoprendole il seno, cime era solita fare quando era libera dai suoi impegni a Corte, quella sera non era coperto dalle solite fasce che portava sotto l'uniforme per celare agli occhi del mondo quelle piccole dolci rotondità che facevano di lei una donna.
Al suono dello strappo Oscar gridò come se le avessero lacerato l'anima.
André si ravvide lasciando cadere ai suoi piedi quel lembo di stoffa che ancora teneva tra le mani
Lei tra mesti singhiozzi chiese
-"Bene e adesso, e adesso che cosa vorresti farmi André? Che cosa vuoi provare?"-
André tra le silenziose lacrime che ora le rigavano il volto rispose
-"Ti prego perdonami Oscar. Giuro su Dio che non ti farò mai più una cosa come questa."-
Si avvicinò a lei e molto delicatamente coprì quella nudità che lui stesso aveva provocato.
Poi allontanandosi da lei, prima di uscire dalla camera si fermò un attimo, ricurvo e dolorante nell'animo per quello che era appena successo, ebbe la forza di fare una confessione che mai in quei termini avrebbe voluto fare, non era così che voleva confessarle il suo amore se mai avesse avuto il coraggio di farlo
-"Una rosa non potrà mai essere un lillà. Ascolta Oscar, non potrai mai cancellare di essere nata donna. Per 10 anni non ho avuto occhi che per te, ho amato solo te."-
A quella confessione Oscar sgranò gli occhi, non aveva mai sospettato che André, il suo amico fraterno, compagno di giochi e confidenze, la sua ombra da una vita, provava dei sentimenti d'amore per lei.
Ora sapeva che tutte le attenzioni che lui le rivolgeva non erano per senso del dovere o per semplice affetto fraterno ma Amore incondizionato...ne rimase spiazzata.
Cosa ne sarebbe stato di loro adesso? Della loro vita, della loro amicizia?
André distrutto da quel suo gesto impulsivo ed irruento si chiuse in camera sua in preda ai sensi di colpa per aver distrutto in un attimo il rapporto con Oscar, quell'amicizia che era stata vitale per lui fino a quel momento...e ora, cosa ne sarebbe stato di loro, si chiese.
Trascorsero le ore ma quel tarlo non lo mollava, aveva una bottiglia di vino in camera l'aveva bevuta in poche sorsate, per stordirsi e cadere così nel sonno più profondo per non pensare e non sentire quel dolore che gli dilaniava l'anima, ma fu inutile, quella scena continuava a riviverla.
Quello che più lo addolorava erano le lacrime di Oscar che con il seno scoperto e con viso girato da una parte per non incrociare il suo sguardo chiedeva cosa avrebbe voluto fare arrivato a quel punto.
Come aveva potuto fare un gesto così ignobile, baciarla senza il suo consenso, la camicia non l'aveva strappata volontariamente, non lo avrebbe mai fatto, non avrebbe mai potuto farle una cosa del genere, ma era successo e stava male adesso al pensiero di lei in camera sua, ancora in preda al pianto o forse alla paura di averlo accanto e sotto al suo stesso tetto...tutto era perduto.
In preda ai dubbi, alle incertezze di quel gesto che aveva portato André a baciarla in quel modo rude, dopo essersi calmata, si alzò e uscì dalla sua camera diretta verso quella di André per cercare di chiarire con lui.
Si era resa conto che con quello schiaffo dato in pieno viso sul lato cieco e con quella decisione di volerlo allontanare da lei, André si era sentito abbandonato dalla persona a cui teneva di più, lo aveva trattato non come un fratello, l'amico di una vita ma come un servo, non era questo che aveva intenzione di dirgli congedandolo.
Voleva solo dirgli che era capace di farcela da sola, che non aveva bisogno della sua protezione né di chiunque altro.
Avrebbe comunque continuato ad essere la sua amica ma non poteva immaginare che invece lui l'amasse.
Nelle parole di André sentì tutto il suo dolore per quell'amore che aveva per lei.
In quel lungo corridoio che la separava da lui, ad ogni passo in più che la portava alla sua meta, dentro di sè si faceva sempre più forte la consapevolezza che anche lei provava qualcosa per lui.
Passato il momento di smarrimento per quello che era successo solo poche ore prima, conoscendo il sentimento che animava l'animo di André per ogni gesto, ogni decisione, ogni parola ed ogni intervento di protezione verso di lei si fece sempre più spazio nel suo cuore un calore nuovo che le bruciava in petto e che non aveva mai provato prima.
Finalmente arrivò davanti alla porta di André, notò una flebile lucina ancora accesa che filtrava da sotto la porta. Rimase lì, immobile qualche istante, poi bussò lievemente annunciando che stava per entrare.
André rimase impietrito nel vederla in camera sua a quell'ora di notte e dopo quanto era successo
-"Oscar, che succede? Ti prego perdonami, non volevo farti del male. Mio Dio cosa ho fatto?"-
-"Andrè, calmati, non sto male. So che non volevi farmene."-
-"Allora come posso aiutarti?!"-
-"Volevo solo parlare di quello che è successo e chiederti io, scusa per come ti ho trattato. Non volevo credimi, non era mia intenzione, ma quella frase che hai detto mi ha mandata fuori di testa."-
-:Io perdonare te Oscar?"-
-"Sì. Perdonami tu André, per non aver capito il tuo malessere.
Volevo nascondere il mio, fuggendo per cercare di essere un uomo, perché tu non fai mai trapelare ciò che senti.
Tu e mio padre siete il mio esempio, mai una lacrima, mai un momento in cui vi ho visto vacillare.
Stasera invece ho sentito tutto il tuo dolore André, il dolore di un uomo che ama e che non è ricambiato.
Conosco bene quel dolore, ha fatto parte di me negli ultimi anni, so solo che questa rosa è più fragile di quanto si pensi.
Le mie certezze sono andate in frantumi.
Vorrei che mi aiutassi a capire, ti prego André aiutami.
Vorrei prendere un congedo e andare via per un po' di tempo, appena lo avrò ottenuto andrò nella villa di famiglia in Normandia, vorresti accompagnarmi?
Magari stando lontano dai miei obblighi di Colonnello potrò fare chiarezza dentro di me e magari riflettere bene sulla mia vita e su di noi."-
-"Noi? Davvero lo vuoi Oscar? Davvero vuoi che venga con te in Normandia? Non sei arrabbiata con me?"-
-"No André, non lo sono. Dimentichiamo questo incidente, che dici? Non voglio perderti, non l'ho mai voluto. Volevo solo non aver bisogno della tua protezione, tutto qui. Ora che so dei tuoi veri sentimenti per me, non posso far finta di niente."-
-"Oscar..."-
-"No, non dire niente André, ne parleremo ancora quando saremo in Normandia. Avremo tutto il tempo per farlo."-
André era rimasto senza parole.
Era perso nel suo sguardo che brillava alla fioca luce delle candele, quegli occhi che lo mandavano in delirio per quante sfaccettature aveva e che lui adorava tutte.
Guardava la sua Oscar, era lì, davanti a lui, fragile e indifesa che ancora una volta si affidava a lui.
Voleva ancora parlargli, stargli accanto, gli aveva chiesto aiuto e lui non si sarebbe tirato indietro.
Forse c'era ancora una speranza per loro, se lo auspicava.
Oscar fece un passo avanti verso di lui, poggiò la sua esile mano sulla guancia e poi lo baciò leggermente sulle labbra, quelle stesse labbra che quella stessa sera aveva assaporato per la prima volta ma che adesso erano calde, morbide e dolci.
André non sapeva che fare, era rimasto fermo per paura di allontanarla e farla scappare.
Quando Oscar si staccò dalle sue labbra, senti il cuore balzargli in petto come se si fosse staccato da lui per seguire lei.
Oscar lo guardò e gli sorrise, gli augurò la buonanotte dicendogli che lo aspettava la mattina successiva per la colazione e poi uscì dalla stanza.
André non credeva ancora a quello che aveva appena vissuto.
Era andato all'Inferno e ora era in Paradiso tutto nella stessa sera.
Oscar non lo odiava, non voleva escluderlo dalla sua vita anzi, lo aveva anche baciato.
Le sue labbra erano di velluto e dolci come l'ambrosia degli dei.
Non tutto era perduto, adesso lo attendeva un periodo da trascorrere insieme, solo loro due.
Era certo che anche Oscar provava dei sentimenti per lui, doveva solo capirlo, abbandonarsi al suo cuore e lasciarsi guidare.
La sua vita, come quella di Oscar stava prendendo una via tortuosa ma che avrebbero percorso insieme mano nella mano senza mai lasciarci andare.

FINE
   
 
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Lady Oscar / Vai alla pagina dell'autore: ValeAlcazar