Serie TV > House of the dragon
Segui la storia  |       
Autore: LadyPalma    24/04/2023    5 recensioni
[Questa storia partecipa al "Torneo TreMaghi – multifandom edition" indetto dal gruppo facebook L'angolo di Madama Rosmerta].
Un Corvonero, una Tassorosso e un Serpeverde sono chiamati a rappresentare la Scuola di Hogwarts nella nuova edizione del Torneo Tremaghi, capiranno ben presto che l'unico modo per vincere è collaborare.
| Alicent, Larys, Tyland |
Genere: Avventura, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna, Het | Personaggi: Alicent Hightower, Larys Strong, Tyland Lannister
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
- Questa storia fa parte della serie 'Larycent [Alicent/Larys]'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Bastano solo cinque minuti a Larys Strong per decifrare l'indizio contenuto nel cilindro recuperato durante la Prima Prova; dieci per agguantare Tyland Lannister e trascinarlo senza dire nulla verso gli impianti idraulici del castello.

La spiegazione arriva solo allora, nel cuore segreto dei Sotterranei, con i piedi nelle pozzanghere e un dedalo di vie che si apre davanti ai loro occhi.

"Ti saranno date tre ore di tempo, vedi di trovare l'uscita nel frattempo. Sarai solo, isolato e inzuppato" recita Larysa memoria, sottolineando con l'intonazione le parole che reputa importanti dell'inizio, "è palese che si sta parlando proprio di questo posto, per cui memorizzare tutto il percorso e trovare l'uscita in anticipo non potrà che offrirmi un vantaggio significativo".

"Un vantaggio fondamentale" concorda l'altro, "ma mi sfugge una cosa: perché sono qui anche io?"

Larys accenna un sorriso e gli passa piuma e pergamena che teneva custoditi nel mantello. "Due menti brillanti sono meglio di una".

Tyland si limita ad annuire e inizia già a tracciare le prime linee sulla pergamena. Poi, d'un tratto, solleva lo sguardo e si ritrova a ridacchiare, quando si accorge tardivamente del complimento.

"Stiamo diventando davvero amiconi, a quanto pare, eh Strong?"




 

Capitolo 4. La Seconda Prova




 

Prima ora

 

La Prova inizia nel modo in cui Larys aveva previsto. È del resto il modo che suggeriva l'indizio: solo, isolato, inzuppato, senza alcun incantesimo come alleato. Per questo, non si spaventa affatto quando si risveglia all'improvviso tutto solo nel semibuio degli impianti idraulici, e neanche quando, tastandosi il mantello, si accorge che gli hanno rimosso la bacchetta. Deve essere successo quando lo hanno convocato insieme agli altri Campioni – Mysaria di Durmstrang e Joffrey di Beauxbatons – nell'ufficio di Silente: il sorriso del Preside, mentre raccomanda loro di affidarsi all'intuito ma soprattutto all'amicizia, è l'ultima cosa che ricorda lucidamente. 

Ha tre ore di tempo per trovare l'uscita, lo ricorda bene, quindi afferra il bastone – quello non gliel'hanno sottratto, per fortuna – e il frammento di Specchio Gemello che deduce gli servirà per comunicare con i suoi compagni di squadra, e comincia a muoversi. Tre ore sono tante in fondo, pensa, se si conosce la strada; però possono essere anche poche se si deve percorrere quel labirinto alla maniera Babbana e se si ha una deformazione al piede. Procede lentamente, ma procede: ha memorizzato abbastanza bene ogni svolta da prendere e ogni vicolo cieco da evitare, e in un solo quarto d'ora pensa di essere già a buon punto. Se continua di questo passo arriverà nella metà del tempo, si concede di pensare con un sorriso, ma quello stesso sorriso gli si congela sulle labbra quando vede all'improvviso comparire davanti a sé una creatura non meglio identificata. Era ovvio che piazzassero degli ostacoli, lo aveva previsto, e in una condizione normale avrebbe usato la sua bacchetta ma adesso…

La creatura comincia a muoversi sempre più veloce e dal fondo della via si lancia letteralmente contro di lui emettendo un suono rabbioso. È un fastidioso, detestabile Avvincino, realizza facendosi scudo con una mano, nello stesso istante in cui, per puro istinto, da quella stessa mano scaturisce un'energia che non ha calcolato. Uno schianto sordo e poi silenzio. Quando Larys toglie la mano dal viso e torna a guardare, si stupisce di trovare l'animaletto tramontato a terra a pochi passo da lui. Non si stupisce per aver creato magia accidentale – tutti i maghi sono capaci  fin da bambini di farlo, specialmente in reazioni istintive – ma perché era convinto che la magia fosse proprio bloccata del tutto. Annuisce tra sé e sé, raccogliendo quel nuovo dettaglio pensando a come potessero servire in futuro, e continua a proseguire. Se gli ostacoli dovessero essere di quello stesso calibro e se è concessa la magia accidentale, allora quella sfida sarà davvero una passeggiata (per quanto sempre la passeggiata di uno zoppo).

Riprende allora con più sicurezza di prima, nonostante quel primo scontro, e quasi si stupisce quando altri venti minuti passano senza che ci siano altri imprevisti – né nella strada da percorrere, né nei meandri della sua memoria. Destra, sinistra, sinistra, destra, sinistra. Ha solo un'incertezza al sesto bivio, ma neanche quando si accorge di aver scelto l'opzione sbagliata entra in panico. Dopo l'ultima svolta che sceglie, si ritrova in un vicolo cieco e per la prima volta da quando è in quel labirinto davvero smarrito. Tuttavia, sa bene cosa fare anche in quel caso, perché anche per questo ha letteralmente un asso nella manica, un asso fatto di vetro. 

"Finalmente ci hai contattato! Come sta andando? Perché ci hai messo tempo?"

Le domande concitate di Alicent sono la prima cosa che gli arrivano all'apertura del contatto, anche prima di vederla con un'espressione metà preoccupata e metà furiosa.

"Alicent, è sempre un piacere vederti" la saluta, interrompendo quel flusso di parole, "avrei però bisogno di parlare con Lannister".

Come se avesse usato una parola d'ordine, Tyland si palesa all'improvviso nello specchio, sostituendo l'immagine (meno gradevole ma al momento più utile) di Alicent. Senza dargli modo di ripetere altre domande, gli spiega rapidamente il percorso che ha intrapreso, segnalandogli l'ultima posizione nota.

"Va bene, vediamo… fammi pensare…"

"Non puoi dare un'occhiata al disegno che ti avevo fatto fare?"

Tyland ridacchia, senza allegria. "Guara che abbiamo delle d-difficoltà anche n-noi. Siamo stati chiusi in una st-stanza senza niente, soltanto il nostro c-cervello". Se balbetta stavolta non è per l'imbarazzo, ma solo per l'irritazione.

"Ah, bene, una fortuna che il tuo dovrebbe funzionare abbastanza bene, o mi sbaglio?"

Di fronte alla tranquillità di Larys, Tyland sbuffa ma, in effetti, gli basta poco – molto meno dei dieci minuti che hanno a disposizione per parlare – per disegnate di nuovo, nella mente, il percorso che aveva tracciato sulla carta.

"Torna indietro di due svolte e poi non prendere il bivio e vai avanti. A quel punto, a destra".

Larys esegue e i suoi due compagni lo osservano dallo specchio, non in silenzio però. Lo mettono al corrente delle informazioni chiave con cui sono stati lasciati, informazioni che non erano contenute nel cilindro e che, come deducendo correttamente, il Serpeverde non ha modo di conoscere: la possibilità di parlare attraverso lo Specchio per due volte da dieci minuti ciascuna ogni ora (per un totale di sei ore in tutta la Prova), la presenza di ostacoli insidiosi e la possibilità di ricorrere una sola volta alla magia. Se le prime due informazioni sembrano lasciare Larys indifferente, l'ultima gli strappa una piccola smorfia di disappunto.

"Ah, troppo tardi per questo! Peccato averla usata contro l'Avvincino. Sarebbe stato molto meglio saperlo prima in modo da potermi regolare meglio".

È Alicent a sbuffare adesso di fronte all'implicita accusa. "E lo avresti saputo se ti fossi degnato di contattarci prima, noi non possiamo contattare te! Quando lo capirai davvero che siamo una squadra?"

Per tutta la risposta, Larys la fissa senza dire nulla. Poi interrompe la comunicazione.

 

*

 

Dieci minuti dopo, la voce di Larys torna a suonare nell'aula vuota in cui Alicent e Tyland sono rinchiusi. Sembra cordiale, affabile, e mentre cammina sorride.

"In cosa possiamo esserti d'aiuto?" domanda il Corvonero, preparandosi a fare di nuovo uso della sua geografia mentale.

"In niente, a dire il vero" è la pronta risposta, "la prima ora sta per scadere e io ho ancora dieci minuti a disposizione. Ci si comincia a sentire soli qui sotto, potrebbe farmi comodo una bella chiacchierata. Alicent, ti ho mai parlato della mia piccola coltivazione di malvales?"



 

Seconda ora

 

La seconda ora della gara inizia senza nessun'altra novità significativa; il percorso è così piatto (e Larys ormai così convinto di sé stesso) che dopo un po' il campione non si fa scrupoli prima di utilizzare di nuovo lo Specchio e sfruttare i dieci minuti a disposizione soltanto per chiacchierare.

"Allora, dicevamo delle malvales che–"

"Le malvales, davvero?" domanda in tono ironico Tyland dall'altra parte.

"Sì, le malvales. Speravo Alicent fosse interessata all'argomento, sono del resto così simili a lei…"

Alicent batte le palpebre perplessa e imbarazzata. "È un argomento interessante, ma ti ricordo che siamo nel bel mezzo di una Prova…"

Larys increspa appena le labbra e riprende semplicemente il discorso interrotto nel contatto precedente. Un minuto, due minuti, tre minuti, quattro minuti, cinque minuti – tempo che scorre in un monologo di Larys, inframmezzato da qualche breve risposta di Alicent e molti sospiri seccati di Tyland. Ma è sul sesto minuto che il Campione all'improvviso si zittisce, dopo una sonora imprecazione. "Per tutti i Gargoyle!"

Entrambi i compagni balzano subito sull'attenti. "Che sta succedendo, Larys?"

Quello che succede Larys prova a spiegarlo meglio che può, a seconda di ciò che vede – poco – e quello che sente – molto. Percepisce, infatti, il suo intero corpo essere percorso da rapidi e frenetici insetti magici, innocui probabilmente ma sicuramente molto fastidiosi.

"Chizpurfles! Sono piccoli parassiti a forma di granchio con le zanne, in genere attratti dalle bacchette dei maghi, ma nel tuo caso, in questo momento, deve essere per qualche oggetto meccanico… mi verrebbe da dire l'orologio".

"Grazie, professor Lannister" lo interrompe Larys, con impaziente ironia, "Sai dirmi anche come posso eliminare il problema magari? Al momento la mia unica idea è prenderli a bastonate".

"No, fermati proprio! L'unico modo per farli allontanare è restare immobili, vedrai che perderanno ben presto interesse. Colpirli sarebbe la cosa più deleteria da fare, al contrario!"

"Wow, sai davvero tante cose!" esclama Alicent al suo fianco. Lo stesso complimento fatto da Larys ma con più sincerità e meno ironia. E, inevitabilmente, Tyland, che finora aveva dimostrato una favella impeccabile, comincia allora a balbettare. "B-beh, ho s-solo seguito le l-lezioni di Cu-cura delle Creature magiche". 

Lo scetticismo di Larys, pur nel pieno dell'attacco dei parassiti, è palpabile. "Vuoi farmi davvero credere che Hagrid abbia spiegato tutto questo?" 

"No, è stata la Caporal".

"Ah, ecco, se magari ci fosse stata lei come insegnante allora forse perfino io–"

Qualsiasi commento velatamente velenoso Larys abbia intenzione di fare si perde insieme alla connessione tra gli Specchi al raggiungimento dei dieci minuti. Non importa, perché ha ottenuto tutto quello che gli serviva: lancia prontamente l'orologio lontano e resta immobile il più che può, fino a che il fastidioso pizzicare lentamente scompare.

 

*

 

Senza l'orologio Larys non può controllare il tempo che trascorre, lo conta quindi in maniera approssimata a seconda della strada che percorre. Perché continua a percorrerla, senza grandi sbagli e senza particolari esitazioni; certo, intraprende talvolta una svolta errata, ma riesce a ricordare bene da solo e a ritrovare presto la retta via.

Per la prima volta, sceglie di considerare seriamente l'aiuto dei compagni e quindi di non adoperare i dieci minuti rimasti di quell'ora senza motivo. Eppure, quasi come se una segreta legge del contrappasso volesse punirlo per la boria iniziale, quando si trova nella nuova inevitabile situazione di necessità, per qualche strano motivo usare lo Specchio è impossibile. 

Maledizione, perché stavolta non c'è una semplice via senza uscita davanti a lui ma un condotto del tutto allagato. E quella, lui lo sa benissimo, è l'unica via percorribile che possa portarlo davvero fuori da quel labirinto sotterraneo. Non può tornare indietro, non può andare avanti, non può contattare i compagni. In quel fiume che si sta formando sempre più rapidamente ai suoi piedi, è impossibile camminare e ancor meno lo è nuotare. 

Allora forse avrei fatto perfino io Cura delle Creature magiche, questa è la frase che avrebbe voluto dire a Tyland se ci fosse stato tempo. Ma invece ha scelto Babbanologia, ricorda come colpito da un'illuminazione, e con essa ha scoperto esercizi fisici per potenziare i muscoli delle braccia per ottemperare alle debolezza delle gambe, così come i film. E tra i film ne ricorda uno in particolare, dove un uomo sulla sedia a rotelle deve attraversare un corridoio pieno di acqua e per farlo si arrampica tenendosi sollevato a un tubo. 

Larys inspira, espira, inspira, espira, inspira e– lancia il bastone (altra rinuncia necessaria) e spicca un salto con il piede buono fino ad afferrare la tubatura al soffitto del condotto. La percorre così, in sospensione, fidandosi unicamente della forza delle braccia, fino ad arrivare a una nuova sezione almeno per il momento asciutta. E allora crolla a terra, esausto, ma con una nuova soddisfazione. Non per quello che si è lasciato alle spalle, ma per quello che vede: non è terminata neanche la seconda ora, probabilmente, ma lui già vede l'uscita.



 

Terza ora

 

L'ultimo tratto del labirinto è dritto e illuminato, per via del fondo brillante che gli si apre davanti come un miraggio, eppure ogni passo gli richiede il doppio della fatica, sia per la stanchezza fisica che prova dopo la traversata sia per l'assenza del bastone, cosa che lo porta a trascinare il piede e a camminare attaccato al muro. La sua determinazione non vacilla: se ha perso la spavalderia iniziale, quella non l'ha perduta non ancora. E non intende perderla ora, non a un passo dalla fine, non quando gli ostacoli sono finiti…

"Non sarai mai abbastanza, credi di esserlo con quel piede?"

"Essere deforme e debole, noi maridi siamo stati declassati ad animali ma dicci chi è più mostro tra noi e te?"

"Solitario, inutile, inquietante: chi credi potrà mai davvero tenere a te? Sei destinato a morire da solo".

Le voci sconosciute, ma molteplici, stridule e ipnotiche rimbombano per tutta la via assordandogli le orecchie, specialmente quando i loro proprietari gli compaiono davanti nel loro aspetto terribile – ma mai quanto le loro parole. Sono voci distinte che pian piano si trasformano in un canto, un coro sempre più intenso e crudele, dove gli aggettivi dardeggianti che emergono sono gli stessi: Mostruoso, incapace, solo.

Se fosse lucido capirebbe facilmente che i maridi sono stati modificati – per parlare la lingua degli uomini, per apparire fuori dall'acqua, per conoscere così tanto ciò che gli fa male. Ma, per quanto possa essere inusuale, Larys è tutto tranne che lucido, è altro da sé. È crollato a terra, senza possibilità di rialzarsi, e schiacciato dal buio delle proprie segrete fragilità ha smarrito l'orientamento, non vede più la luce né l'uscita. Il guizzo di lucidità che gli rimane lo usa per estrarre dalla tasca lo Specchio e attivarlo. Non ha la forza di guardarlo, non ha la forza di parlare, lo tiene semplicemente stretto nel pugno senza curarsi degli spigoli che gli infilzano la pelle, tanto le voci di quel canto e le loro parole crudeli arrivano comunque fino ai suoi compagni.

La sorpresa è che anche dall'altra parte arrivano voci – la voce per lui inconfondibile di Alicent – e parole – "Non sei un mostro, Larys, tu sei speciale. Tu lo sai quanto vali, sai quello che sei. Nessuno è come te. E adesso devi alzarti e vincere, per te, per noi. Non sei solo, siamo una squadra, ricordi?".

È un contrasto di parole e di suoni, ma la voce di Alicent ha ormai da tempo un modo segreto per penetrargli dietro e rubare la sua attenzione. Larys sente le lacrime bruciargli negli occhi, ma allo stesso tempo le sente anche congelarsi, ritirarsi. Non risponde, non a parole, ma continua a stringere lo specchio e striscia, striscia letteralmente, lontano dai Maridi alle sue spalle e verso la luce che ora torna a vedere.

La raggiunge e lo inonda del tutto insieme al clamore del pubblico che lo attendeva.

Saprà dopo di aver superato la Prova per primo – ben venti minuti in anticipo rispetto alla campionessa di Durmstrang, Mysaria – e di averlo fatto prima dello scadere delle tre ore e senza nemmeno ricorrere agli ultimi dieci minuti disponibili di contatto, tutti bonus che aumenteranno il suo punteggio. Così come si accorgerà soltanto dopo che nella tasca della sua divisa è comparsa una pergamena piegata in quattro contenete l'indizio per la Terza Prova. 

Per adesso, però, sente solo i palmi insanguinati, il dolore sordo del piede deforme e ancora, ancora, ancora la voce di Alicent. 

Non lo ammetterà ad alta voce, forse, ma riconosce che senza Tyland non avrebbe mai superato la via senza uscita né i chizpurfle, mentre senza Alicent sarebbe stato bloccato dai Maridi. 

Non lo ammetterà ad alta voce, forse, ma in qualche modo si sente una persona diversa da quando ha iniziato la Prova, più consapevole di quello che è capace di fare, ma anche dei suoi limiti e che l'unione a volte può fare la differenza, così come le debolezze possono essere una forza.

Non lo ammetterà ad alta voce, e questo di sicuro, ma finalmente ha davvero capito che cosa significa non essere soli, che cosa significa essere una squadra. 

 









 


NDA: Il film a cui ho fatto riferimento è Nella mente del serial killer.
   
 
Leggi le 5 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > House of the dragon / Vai alla pagina dell'autore: LadyPalma