Capitolo
5
Je
Suis Jean Paul
Era una mattina stranamente
tranquilla e soleggiata.
Matt era sdraiato a pancia in giù
nel suo letto,le coperte blu scuro scivolate per terra e aveva un viso da
bambino .
Hayden invece si era addormentato
sul fianco e aveva le coperte fino al mento,ma si poteva intravedere una
t-shirt giallina indossata come pigiama.
Aveva uno sguardo sereno,quasi
dolce.
Da addormentato però.
Mel invece era sveglia ed era seduta
nel suo letto a gambe incrociate e guardava Dalia dormire profondamente come un
ghiro.
Poverina,era distrutta.
La sera prima lei e Hayden avevano
litigato a morte e credeva che prima o poi sarebbero persino arrivati alle
mani,e tutta quella pressione non le faceva per niente bene.
Si alzò,indossò un pantaloncino nero
e si diresse verso la cucina dove si preparò un abbondante colazione.
Poi all'improvviso,inaspettatamente
un rumore assordante.
Il citofono.
Guardò l'orologio e le lancette
erano posate sulle sette e un quarto.
-Chi è quell'idiota che bussa alle sette
e un quarto di mattina?-urlò andando ad aprire la porta.
Davanti a lei c'era un ragazzo sui
27 anni,alto,biondo,occhi verde scuro,vestito di beige e color crema.
Lei lo fissò sbalordita.
-Immagino tu sia Mel-disse con un
pesante accento francese.
-Si,Mel,lei è?.-chiese prima di
farlo entrare in casa.
-Jean Paul Jullier,il vostro
stilista-e si autoinvitò ad entrare nell'appartamento.
-I tuoi compagni sono usciti
?-domandò vedendo solo lei alzata per la casa.
Per fortuna che gli altri dormivano
sempre con la porta chiusa.
-In realtà stanno dormendo,siamo
tornati tardi da un party ieri sera-cercò di spiegare Mel,guadagnandosi però un
occhiataccia da Jean Paul. Si ricordò delle parole di James circa quella visita
e si disse di essere una stupida per essersele dimenticate così in fretta. Ma
cosa si poteva pretendere dal proprio cervello a quell’ora di mattina?
-Non importa,mademoiselle
,svegliali-
Mel pensò a quanto si sarebbe fatta
male nel farlo.
-Hayden!!Hayden svegliati-urlò
entrando nella sua stanza e guardando l'"amico"dormire beatamente.
Ma lui proprio non l'ascoltava.
Ad un certo punto uno schizzo
d'acqua le arrivò addosso mentre invece Hayden era zuppo.
-Bonjour monsieur Hayden,si deve
alzare immediatamente-esclamò Jean Paul uscendo poi dalla stanza e dagli urli
,entrando poco dopo in quella di Dalia.
-E questo chi cazzo è?-fu la domandò
di Hayden appena il suo cervello si collegò dopo l'orribile risveglio.
-Lo stilista-fu la sua risposta.
-Maledetto-e poi corse in bagno
prendendo il primo jeans sulla sedia e una t-shirt nera.
Anche lui non era nelle migliori
condizioni,e questo significava che sarebbe stata una giornata ancora più
pesante del previsto.
-Dalia s'il vous plait,sta dritta-la
sgridò lo stilista all'accenno di Dalia ad abbassarsi un pò.
Lei ritornò immediatamente dritta
mandandogli bestemmie in italiano.
Poi fu il turno di Hayden ma lì non
ci furono problemi.
-Mais tesoro mio,tu est meraviglioso
-sbottò Jean Paul quando vestì il ragazzo .
Hayden lo guardò sbalordito e poi si
nascose dietro Matt.
-Ho paura ,proteggimi-gli sussurrò
nell'orecchio.
Dalia intanto stava scoppiando dalle
risate.
-Dalia,guarda che ti picchio-la
minacciò Hayden puntandole il dito contro mentre lei se la rideva ancora.
-Mais oui Mon Amour-gli rispose lei
e poi iniziò a correre mentre Hayden la inseguiva pronto a picchiarla.
Jean Paul li portò in una
boutique fornitissima, senza mai smettere di parlare per farsi conoscere,
tessere lodi a Hayden e ogni tanto anche a Matt e chiedere qualche
informazione.
-Allora, chiudete gli occhi-
ordinò quando arrivarono, ricevendo degli sguardi confusi in risposta. Mel e
Dalia nel frattempo si guardavano intorno, rapite da tutti i capi fantastici e
all’ultima moda che avevano davanti agli occhi.
-Ho detto chiudete gli occhi-
ripeté con la sua r moscia.
-Io ho un po’ paura di
chiudere gli occhi in presenza di questo, chissà cosa potrebbe tentare di farmi
mentre abbasso la guardia- sussurrò impercettibilmente Hayden, facendo ridere
Matt, che annuì convinto.
-Chiudeteli e immaginate al
nome del vostro gruppo. Che tipo di vestiti vi vengono in mente?- continuò Jean
Paul, mentre le ragazze ubbidivano curiose e divertite e i ragazzi si
affrettarono a farlo pochi secondi dopo, un pò meno entusiasti.
-Top molto eleganti, magari di
seta o chiffon con dei pantaloni più trendy- rispose Dalia, con un’espressione
rapita dipinta in volto.
-Si, e il tutto abbinato a delle
scarpe con il tacco vertiginoso. Oppure dei miniabiti scintillanti, che
contrastano la parola “Blackout”- aggiunse sognante Mel.
-Io immagino semplicemente il
mio armadio con tutti i miei capi italiani e francesi- disse Hayden.
-Invece io penso a pantaloni
particolari, né eleganti né sportivi con delle maglie a camicia con delle
cravatte allentate uguali sia per me che per Hayden- propose Matt, ripensando
al regalo di Mel e Dalia.
Poi riaprirono gli occhi,
ritrovandosi davanti un Jean Paul pensieroso. –Mmm, le ragazze sono molto
omogenee, voi invece no, bellezze. Si vede che tu ne capisci più di moda, mon
amour- aggiunse, facendo l’occhiolino ad Hayden che fece una faccia schifata.
-Ma se lui non ha descritto
nulla- protestò Matt, che non amava la moda così tanto e non era stato nemmeno
apprezzato nel momento in cui si era applicato un po’ di più.
-Sento la sua aurea divina,
traspare gusto da tutti i pori- si difese Jean Paul, facendo ridere Mel e Dalia
come le pazze.
Allora meglio così, non ci
tengo ad essere il prediletto di questo. O questa? si domandò Matt, e dovette
fare uno sforzo sovrumano per non scoppiare a ridere mentre lo seguivano verso
un reparto di abiti per le occasioni speciali.
-Mi dite cosa dovrei farmene
di questo stylist quando sono sempre stato io che ho curato la mia immagine?-
domandò scocciato Hayden appoggiandosi ad uno scaffale quando Jean Paul andò a
prendere dei cataloghi.
-Povera femminuccia, il suo
nuovo pretendente lo porterà via dalla via della sua moda- drammatizzò Dalia
con enfasi.
-Non è colpa mia se sono così
appetitoso per tutti, Reinaldi- rispose Hayden altezzoso.
-Per tutti tranne che per me-
-Oh, peccato che non la
pensavi così ieri sera mentre ballavi tra le mie braccia-
-Peccato che non la pensavi
così ieri sera mentre stavi allagando la casa con tutta la bava che ti
fuoriusciva da quella boccaccia quando mi hai visto-
Si guardarono con un’occhiata
di sfida, e Hayden quasi arrossì. Mel e Matt guardavano la scena divertiti,
contenti del fatto che fosse uno scontro solo verbale e che non potevano andare
oltre visto che erano al primo incontro con il loro stylist.
-Resta il fatto che continuo
ad odiarti- ribattè Hayden.
-E’ una gioia sapere che
ognuno prova gli stessi sentimenti per l’altro- rispose Dalia a testa alta,
incrociando le braccia a fissandolo.
-Oui, che sono queste parole
d’amour?- domandò Jean Paul entrando.
-Oh, Jean Paul, tranquillo,
Dalia non ha intenzione di rubarti Hayden, è tutto tuo- ripose Matt.
Ora ci si mette pure lui. Ma
dove mi trovo? In un manicomio? O in una fiaba mostruosa visto che sono
circondato da streghe, migliori amici traditori e aiutanti effeminati? pensò
Hayden scocciato e rassegnato, mentre Jean Paul gli mostrava una camicia
fuxia plissettata e gli diceva che gli sarebbe stata d’incanto.
Inizialmente Jean Paul voleva
rifilargli dei vestiti molto strani, dicendogli che gli stavano d’incanto, ma
alla fine erano riusciti a far prevalere i loro gusti.
-Giuro che chiamo James e ti
faccio licenziare se continui a dire che questo straccio mi sta bene. Vuol dire
che hai dei gusti di merda come stilista- sbottò Mel infastidita quando lui le
aveva imposto di provare un abito lilla lungo fino alle caviglie.
Sembrava una monaca particolarmente ribelle, e Matt scoppiò a ridere quando lei
uscì dal camerino, camminando in modo infastidito, strusciando i piedi per
terra.-Che cazzo ti ridi, tu?- aggiunse acida.
-La risata dice tutto- rispose
lui, trattenendosi la pancia per le risate.
Dal canto suo, Jean Paul la
guardò accigliato. –Tesoro, la moda è arte. Dunque, vorresti dirmi che ti
piacciono i quadri di Picasso? Certo che no, non si capisce un tubo, eppure
sono famosi, costano molto e la gente si taglierebbe una mano per averli-
-Si, ma Picasso è morto, pace
all’anima sua, invece io dovrei cantare con indosso questa tovaglia! Mi
rifiuto!- urlò Mel, e sia Hayden che Matt si tapparono le orecchie.
Invece Dalia, che stava
esaminando dei pantaloni bianchi, corse subito in suo aiuto. –Jean, caro, ma
l’arte è anche forma di libertà. Quindi perché obbligarla a indossare qualcosa
in cui si sente soffocata?- domandò, con un’aria particolarmente intellettuale
ma allo stesso tempo dolce, proprio per entrare nelle grazie dell’uomo, che
dopo un po’ sorrise.
-Oui, hai ragione, bijou.
Allora facciamo così, scegliete quello che volete, provate e poi mi fate
vedere- disse rassegnato, tuttavia continuando ad esibire il suo sorriso.
-Oh, grazie!- disse rincuorata
Mel, e lei e gli altri subito corsero in direzione dei vari stand, prendendo
tutto ciò che gli piaceva.
La cosa bella fu vedere che
ogni tanto si consigliavano, un po’ come avevano fatto per la festa;
addirittura le ragazze aiutarono Matt a trovare qualcosa che andasse bene con i
jeans chiari che aveva trovato, e alla fine optarono per una camicia azzurra
che richiamava i suoi occhi e delle scarpe che assomigliavano molto alle
converse.
-Allora, quando mi date da
otto a dieci?- domandò convinto Hayden uscendo dal camerino, con indosso dei
pantaloni scurissimi e una camicia bianca, trovando davanti gli altri tre che
avevano finito prima di lui.
Squadrò Dalia, che indossava
dei jeans particolari con un bellissimo top di satin blu con dei ricami lungo
la parte che disegnava il decolté e delle perline verso i contorni
dell’indumento accompagnati da delle scarpe abbinate con il tacco dodici, Mel
che stava squadrando i pantaloni aderenti neri che indossava insieme ad una
fascia aderente rossa con alcuni ricami, in tinta con delle scarpe della punta
rotonda altissime e infine Matt, che sembrava quasi strano con gli abiti che le
ragazze gli avevano proposto.
-Meno nove- risposero in coro
Dalia e Mel, lanciandogli un’occhiata superficiale per poi ritornare a
valutarsi in modo critico, e Matt sghignazzò, annuendo.
-L’ho detto che ti sei alleato
con le streghe- sbuffò Hayden, prima di chiamare Jean Paul per un’opinione. Non
che ne avesse bisogno, certo, era solo per sentirsi dire che stava benissimo e
che era perfetto.
Ovviamente l’interpellare Jean
Paul portò a una nuova ondata di risatine- “Ovviamente il commento del suo
ragazzo non poteva mancare”, “Perché non hai indossato direttamente lo
smoking per quando vi sposerete?”- ma il risultato fu prevedibile: lo stilista
applaudì, soddisfatto, dicendo che aveva fatto bene ad affidarsi a loro, e così
gli lasciò prendere degli abiti simili per le future occasioni.
Tornarono a casa verso l’una,
e dopo pranzo si ritrovarono nel salotto, senza sapere cosa fare. Ormai i
commenti su Jean Paul si erano esauriti, e i ragazzi si trovarono immersi
ognuno nel proprio silenzio, finchè Matt non iniziò a comporre la melodia del
brano che avrebbero inciso a breve.
Lo sguardo degli altri tre
subito si fiondò su di lui, e i loro sguardi si accesero di entusiasmo, come
ogni volta che la ascoltavano. Dopotutto era la loro prima canzone, quella che
erano sicuri che li avrebbe portati sulla cresta dell’onda.
-Cosa ne dite se la proviamo?-
domandò entusiasta Dalia, alzandosi all’impiedi, adrenalinica.
-Ok- rispose Hayden.
-Si, dai- disse Mel.
-Perfetto, ricomincio da capo.
Ricordate la divisione dei pezzi?- mormorò Matt adrenalinico, mentre gli altri
tre si sistemavano intorno a lui.
-Certo, inizio io…- fece
Hayden sicuro di sé.
Così Matt annuì e iniziò a
suonare, mentre intorno a loro si creava un’armonia che solo la musica poteva
creare.
-Take a Deep Breathe, It's what you've always dreaming
of And Now It's real it's in front of you…- iniziò, tenendo il tempo.
-And Now you can make Things go different ,Just
believe in yourself…- continuò Dalia totalmente rapita.
-That's what you are, That's for real- cantarono in
coro Mel e Matt, guardandosi per darsi l’avvio. Continuarono insieme a Dalia e
Hayden cantando:- I'm here, I'm finally here Where I belong, I've always wanted
to be here…-
Fecero una breve pausa,
lasciando spazio alla melodia, finchè Mel non iniziò di nuovo.
-And Now I'm only afraid To letting it go- canto,
prima che Dalia, Matt e Hayden terminassero.
-Help me to find the strength And realized that I can
do this-.
Quando la canzone finì
restarono in silenzio, tanto che Mel chiuse gli occhi per godersi quella pace
post canzone. Era una pace d’oro, mai vista prima in quella casa.
-Dovremmo cantare più spesso,
sono gli unici minuti in cui stiamo davvero in pace- decretò Hayden. –E detto
da me è grave, eh-
-Infatti- concordarono gli
altri, prima di guardarsi e iniziare una singolare lotta di cuscini ragazze
contro ragazzi.
Ciao a tutti! Sappiamo che non
aggiorniamo da molto, ma comunque confidiamo in una vostra piccola recensione
per farci sapere la vostra opinione, che ne dite? Anche perché d’ora in poi ne
vedremo delle belle… Ad esempio, nel prossimo capitolo i ragazzi esordiranno per
la prima volta in radio, scopriremo qualcosa sulla vita sentimentale di James e
a causa di Hayden succederà qualcosa a Mel… Curiosi? ^^
Confidiamo nella vostra bontà!
Grazie in anticipo…
Vero&Milly.